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Autore: Myriru    05/07/2019    1 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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«E’… qui? »
Chiese Oscar girandosi a guardare André e lui annuì deciso. Tornò a guardare la palazzina dove Enora riposava e deglutì a fatica. Sentì la stretta dell’uomo intensificarsi e osservò la mano forte di lui stringere la sua. Tremava e sembrava davvero in ansia per quella donna.
Per un attimo anche lei fu avvolta dall’angoscia che non riuscì a spiegare.
«Andrà tutto bene… sono sicura che lei stia bene e che si riprenderà »
Gli parlò piano accennando un debole sorriso. Sperò che le sue parole potessero in qualche modo tranquillizzarlo, come poteva non essersi resa conto del groviglio di sentimenti che provava il suo uomo? André annuì lentamente e, dopo aver preso un bel respiro, si avviò dentro la struttura.
 
«La camera è questa… ah! Non ho il coraggio di aprire la porta… »
Disse sorridendo amaramente, coprendo gli occhi con una mano.
«André… perché sei così pessimista? Sei così convinto di trovarla morta che mi stai facendo nascere il dubbio! Per favore, rilassati… andrà tutto bene »
Oscar prese le mani dell’uomo tra le sue e le baciò, portandole poi vicino al viso sorridendogli mentre lo guardava negli occhi. André accennò un lieve sorriso e si sentì rincuorato, allontanò le mani da lei e, dopo aver preso le chiavi da dentro la tasca, girò la chiave nella toppa ed entrò nella stanza.
«Enora…? Sono André… »
La camera era avvolta ancora nel buio e notò con la coda dell’occhio qualcosa muoversi sotto le coperte. Oscar si avvicinò ad André e intrecciò una mano con la sua.
«André? Sei davvero tu…? »
L’uomo nel frattempo aprì le tende della stanza e lasciò che i raggi solari entrassero nella stanza. Oscar guardò il letto poco distante e notò una massa di capelli rossi sotto le coperte.
Per un istante pensò a Renée, cos’avrebbero fatto con lei? Le avrebbero mai detto la verità?
«Sì Enora… come stai oggi? »
«Oh André! »
André si sedette sul letto accanto a lei e Oscar trasalì nel vedere la donna sedersi sul materasso e gettare le braccia al collo del compagno. Si sentì terribilmente a disagio e abbassò lo sguardo, piena di vergogna. Era decisamente di troppo, perché mai aveva accettato di venire con lui? Sospirò silenziosamente e osservò André girovagare per la stanza alla ricerca di bende nuove e pezze pulite per medicare la ferita.
«Oscar… vieni qui ti prego »
La voce di André la riportò alla realtà, sia lui che Enora la stavano osservando e lei, con finta fermezza, si avvicinò al compagno.
«Dimmi, ti serve qualcosa? »
«Sì, ecco… io non posso cambiare la fasciatura di Enora. Di solito chiedo ad una delle donne che lavorano qui di farlo e »
«Le cambio io, non è un problema »
André sgranò gli occhi e guardò Oscar negli occhi stupito. Si guardarono negli occhi per alcuni istanti e André non trovò alcuna incertezza nei suoi.
«Ne sei sicura? »
«Sì »
«Ah… allora vi… vi lascio sole, sì resterò qui fuori »
Oscar annuì, accennò un sorriso per poi allontanarsi da lui e nascondere il letto dietro un paravento di scarsissima qualità e con lentezza aiutò la donna a svestirsi. Enora la guardò in silenzio per alcuni istanti e fu tentata di parlarle, di sapere qualcosa in più su di lei.
«Dimmi se ti faccio male… »
«Va bene… grazie »
«E di cosa? Non c’è bisogno che tu mi ringrazi »
Le disse sorridendo appena, inumidì un panno nell’acqua fresca e iniziò a tamponare delicatamente la ferita, cercò di non premere troppo da farle male.
«Stai aiutando me… aiuti mia figlia… ti sono davvero grata per tutto »
Oscar alzò lo sguardo su di lei e Enora sorrise ma distolse lo sguardo, si sentì tremendamente in imbarazzo. Non avrebbe mai creduto di vedere la sua nuova compagna, e non riusciva a concepire il fatto che lui l’avesse portata con sé. Eppure ne era felice, lei non provava ribrezzo nei suoi confronti o almeno così sembrava.
«Renée…- sussurrò Oscar-  ti assomiglia molto »
«G-Grazie… »
Calò di nuovo il silenzio tra di loro, Oscar finì di medicare in fretta la ferita e raccolse le bende sporche di sangue per cambiarle con bende più pulite.
«E’… E’ normale che bruci così tanto…? »
Chiese Enora sentendo una fitta al fianco stringendo gli occhi e lasciandosi sfuggire un sospiro strozzato. Oscar si girò a guardarla e sentì il cuore stringersi per il dispiacere.
«Credo di sì, non mi sembra neanche infettata ma questo dovrebbe dirlo il medico. Io ho finito, chiamo André… »
«Va bene… »
Uscì lentamente dalla stanza e André alzò lo sguardo su di lei, poggiato con la schiena dal muro davanti alla porta e la guardò preoccupato.
Oscar si avvicinò con il capo chino e si morse un labbro.
«Oscar… »
«Credo che… dobbiamo chiamare il medico. Non mi piace la sua ferita, mi dispiace »
André sospirò e si passò una mano tra i capelli, allontanandosi da lei. La donna accarezzò il ventre e sentì il piccolo calciare, si lasciò sfuggire un debole sorriso e si voltò verso il compagno.
«Vado a chiamare il medico… sarò qui tra poco »
«Va bene »
L’uomo si avviò verso le scale, in fretta, ma poi si fermò e tornò verso di lei, Oscar lo guardò interrogativa.
«Oscar… »
«Sì? »
«Grazie »
Sorrise e gli accarezzò il viso, André chiuse gli occhi e poggiò la mano sulla sua, baciando poi il palmo della donna.
«Vai… »
 
«Come sta? »
Il medico riordinò in silenzio i suoi strumenti nella valigetta che aveva portato con sé, Oscar e André si guardarono negli occhi preoccupati. André iniziò a sudare freddo e guardò Enora semicosciente nel letto con Oscar al suo fianco che teneva la mano della donna.
«Dottore la prego, ci dica qualcosa! »
Disse disperato avvicinandosi a lui e il medico sospirò, si girò a guardarlo.
«Avete fatto bene a chiamarmi, ma dubito fortemente che il mio intervento ora sia più utile »
«C… Cosa… »
«Mi dispiace, a quanto sembra il proiettile deve aver creato un’emorragia non solo esterna ma anche interna »
André impallidì di colpo e diede le spalle al dottore. Sentì la mano dell’uomo dargli una pacca sulla spalla.
«Restatele accanto »
Detto questo, l’uomo uscì in fretta dalla camera, André rimase quasi paralizzato vicino la porta e non osò muovere un passo.
Oscar si era voltata a guardarlo preoccupata, lui scosse il capo e lei sgranò gli occhi. Gli fece cenno con la testa di avvicinarsi.
Fece un respiro profondo e si avvicinò al letto, seppur con titubanza e Oscar alzò lo sguardo su di lui.
«Cos’ha… detto? »
Sussurrò Enora guardandolo preoccupata, Oscar strinse la mano della donna tra le sue e André tentò di sorridere.
«Nulla di grave, la ferita ci metterà un po’ in più a guarire ma andrà tutto bene »
André si sedette sulla sedia poco lontano e le accarezzò il volto allontanando i capelli bagnati dal sudore dalla fronte.
«Sono così felice che tu… sia qui… con me »
«Non ti avrei abbandonata in mezzo alla strada, lo sai… »
«Oscar è così… fortunata ad averti »
Oscar abbassò lo sguardo e André sorrise imbarazzato, stringendo la mano di lei tra le sue.
«Vi sposerete…? Mi piacerebbe tanto vedervi felici… »
«Sì… credo proprio di sì e ci piacerebbe molto averti tra di noi quel giorno »
Disse Oscar sorridendo e gli occhi di Enora si illuminarono.
«Mi… farebbe davvero molto piacere! »
Aggiunse convinta, Enora sorrideva felice ma notava il dolore causato dalla ferita nei suoi occhi. Con la mano libera, Enora avvicinò la mano al ventre della donna e tremò, senza smettere di sorridere.
«Di quanti mesi sei…? »
«Di sette mesi, nascerà a Dicembre »
La donna annuì lentamente, sospirando, cercando di non pensare alle fitte lancinanti all’addome.
«Cosa… sarà? Secondo voi… un maschio… o una femmina? »
Faticava anche a parlare ora, André poggiò la fronte sulle loro dita intrecciate e Oscar alzò le spalle.
«Non lo so… »
«Sarebbe… bellissimo se… se fosse una bambina…! Renée… avrebbe una sorellina! »
Enora sorrise al ricordo della figlia e si voltò a guardare André ma il suo volto era nascosto e non riusciva a vedere la sua espressione.
«Sono felice di… non aver abortito… ma dovevo… avvertirti… mi dispiace così tanto: mi perdoni, André? »
Sussurrò all’uomo che, nel frattempo, aveva poggiato il capo sul materasso e lei, libera dalla sua stretta, gli accarezzò piano i capelli neri, perdendosi nei ricordi.
Aveva accarezzato molte volte i capelli dell’uomo quando, dopo il rapporto, aveva adagiato il capo sul suo petto o quando invece lo poggiava sulle sue cosce mentre parlavano e ridevano.
Forse anche André ricordò quel piccolo dettaglio e per qualche istante la sua vista si offuscò per colpa delle lacrime.
«Sì… sì Enora… sì… »
La sua voce era spezzata, Oscar sentì le lacrime pizzicarle gli occhi e, ne era sicura, André aveva nascosto il volto tra le lenzuola per non far vedere ad Enora le lacrime che le bagnavano il viso.
«Ah… sono così felice ora… mi avete reso così felice… »
André alzò il capo verso la donna di scatto e vide chiaramente il volto della donna sorridergli. Oscar chiuse gli occhi e girò il capo, coprì il viso con la mano e soffocò alcune lacrime, senza riuscirci.
Enora poggiò il capo sul cuscino e sospirò, serena, e chiuse gli occhi, ridendo.
«Sono stata felice…! »
«Enora! »
André si sollevò e guardò il volto addormentato della donna, lo prese tra le sue mani, la chiamò prima piano, poi sempre a voce più alta. Scosse il suo corpo, continuò a chiamarla, ma non riceveva mai risposta.
Oscar si alzò dal letto e tentò di asciugare le lacrime, guardò André stringere tra le braccia il corpo privo di vita della donna e il suo pianto le straziava il cuore.
 
«Padre! Dove siete stati tutta la giornata? Stavo per preoccuparmi! »
André aprì lentamente la porta, tenendo il capo basso, si accostò ad essa per far passare prima Oscar e poi la richiuse. Renée si avvicinò al padre ma lui la ignorò, si diresse verso la piccola credenza, cercò rapidamente la bottiglia di vino di scarsa qualità che avevano e versò il liquido rosso nel bicchiere fino a riempirlo quasi. Sperò che fosse abbastanza forte da stordirlo per un po’.
Bevve tutto d’un fiato e poggiò il bicchiere con violenza sul tavolo, rischiando di romperlo e di ferirsi con i vetri.
Renée sussultò spaventata e si girò verso Oscar, chiedendo spiegazioni.
«Lascialo bere, meglio qui che in una locanda qualsiasi »
Disse semplicemente la donna guardando André che dava le spalle alle due mentre si versava un altro bicchiere di vino. Renée guardò Oscar sconvolta e notò, con stupore, che i suoi occhi erano lucidi e tristi.
«Ma cos’è successo? »
«Lavoro, non preoccuparti per lui »
La ragazza strinse le spalle e osservò muta Oscar che si avvicinava ad André, che lo invitava a sedersi e che gli consigliava di mangiare almeno qualcosa. Non osò chiedere altro.
 
Il conte de Beauharnais bevve un bicchiere di cognac guardando fuori dalla finestra. Strinse la mano attorto al bicchiere e sentì una rabbia innaturale prendere il sopravvento sul suo autocontrollo.
Aveva sbagliato mira, se non fosse stato per quel maledetto soldato che gli aveva sparato al braccio di sicuro non avrebbe ferito quella donna.
Abbassò il capo verso il braccio fasciato e, in un moto di rabbia, lanciò il bicchiere che aveva in mano contro la parete, distruggendolo in mille pezzi.
“Maledetto Grandier… chi diavolo era quella donna insieme a te? Ringrazia la tua buona stella… perché quella pallottola doveva essere destinata a te!”
   
 
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