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Autore: perlamarc    26/07/2009    1 recensioni
“Era il destino che ci ha fatto incontrare di nuovo, io ci ho sperato dalla prima volta che ti ho vista e spero solo che non sia stato un sogno” Le dita di lei scorrevano veloci sulla tastiera del telefonino “Non è stato un sogno, e se lo è stato sarà bellissimo lo stesso, perché abbiamo fatto lo stesso sogno…allora sarebbe una premonizione…” Due anime gemelle unite per l’eternità La felicità di Liala e Federico era ormai completa, tutto sembrava perfetto, le due metà si erano incontrate di nuovo e riunite…per sempre..?..
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

 

Un giorno un medico fermò Liala “signorina mi scusi ma sarebbe possibile parlare con un parente del ragazzo?” lei non capiva perché volessero parlare con i parenti “questioni di carattere legale signorina” questioni legali aveva detto, che questioni legali erano legate a Federico?

Poi decise di andare a casa di lui, era strano però che Federico era in coma da sei mesi e nessun parente era mai venuto a trovarlo i genitori erano morti, ma allora non aveva altri parenti, solo Mimì ogni tanto veniva e si disperava, lei che aveva iniziato come tata di Federico poi alla morte dei suoi genitori era diventata una seconda mamma.

Allora Liala la chiamò e parlò con lei della situazione e lei tirò fuori una lettera della mamma di Federico

“ Mimì carissima,

ti scrivo queste quattro righe perché so bene che sto per morire voglio dirti solo una cosa: prenditi cura di Federico è piccolo ancora e il papà io lo so anche se non me l’hanno ancora detto è già morto e io lo sto raggiungendo, perciò ti ripeto ancora prenditi cura del mio bambino.

                                     Tua Anna

Mimì piangendo raccontò a Liala la storia dei genitori di Federico,erano una famiglia agiata, tranquilla il papà era un ricco uomo d’affari e la mamma era la classica signora dell’alta società romana, ma non era una donna cattiva, al contrario era una donna composta ma nello stesso tempo molto semplice, buona, e molto generosa.

Adorava suo figlio e suo marito, entrambi i genitori vivevano per il loro unico figlio, ma un giorno durante una passeggiata a cavallo, i signori adoravano cavalcare, ma ci furono degli spari da lontano, provenienti da una battuta di caccia, e i cavalli s’imbizzarrirono ed entrambi caddero e vennero calpestati.

I soccorsi arrivarono troppo tardi i papà di Federico era già morto ma la signora Anna era ancora viva arrivati all’ospedale le prestarono le prime cure ma ormai era troppo tardi la donna era spacciata ma fino all’ultimo non le dissero nulla del marito per non darle un dolore date le sue condizioni ma la sua anima di donna innamorata sapeva.

Qualche giorno dopo morì anche lei e Federico restò solo al mondo,” da quel momento non ho più lasciato quel ragazzo è come se fosse mio figlio”.

Durante il racconto di Mimì, Liala piangeva in silenzio, pensava alla sofferenza del suo amore, perdere entrambi i genitori in una volta sola.

Andarono insieme all’ospedale e spiegarono la situazione ai dottori e i legali dell’ospedale arrivarono alla conclusione che Mimì poteva prendere decisioni.

Mimì, in accordo con i medici che avevano dichiarato che oramai non c’era più nulla da fare, Federico non si sarebbe più svegliato.

Decisero quindi che si potevano staccare le macchine.

Liala non era d’accordo,anche se i medici avevano detto che le possibilità che il ragazzo si risvegliasse da quel coma erano una su un milione.

Ma lei continuava ad aggrapparsi a quell ’ ultima possibilità

A quell’ultima speranza.

Continuava a piangere e a gridare “ Non staccate le macchine, vedrete che si sveglierà!”

Poi Mimì la prese per le braccia, la scrollò con forza e gli disse “Cara non pensare che per me non sia una sofferenza, io questo ragazzo l’ho cresciuto come fosse figlio mio e piuttosto che dare il consenso a staccare le macchine preferirei morire io, “Ma allora perché lo fai?” gridò Liala “ Perché so che è quello che avrebbe voluto lui, ha sempre detto che era meglio morire che stare fermo come un vegetale in un letto, non poter vedere il sole, non poter correre.

Mi dispiace piccola ma so che è la cosa migliore.”

La decisione ormai era stata presa, le macchine che tenevano Federico ancora vivo si sarebbero spente il giorno dopo alle 16.

Il giorno seguente Liala si era svegliata all’alba come sempre, per andare in ospedale, ma poi si fermò a guardare un peluche che gli aveva regalato Federico, e pensò “ Non ce la farò mai a vederlo morire, non posso stare lì senza poter far nulla!”.

Uscì ma non aveva una meta precisa, girò per Roma tutto il giorno, il cielo era coperto da nuvole nere.

Federico moriva in un letto d’ospedale, il sole non splendeva.

Iniziò a piovere.

In ospedale intanto,la spina che permetteva a Federico di respirare, veniva staccata.

Dopo pochi istanti gli occhi del ragazzo iniziarono a muoversi e piano piano si svegliò.

Tutti nell’ospedale gridavano al miracolo, anche Mimì.

Liala continuava ad essere chiusa in casa a piangere, non sapeva nulla.

 

P.S.  Ragazziiiiiiiiiiiiiii ma ci siete??? lasciate un commentino...2 parole...giusto per sapere se volete che continuo oppure no...abbiate pietà è la mia prima storia....;-)
  
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