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Autore: Myriru    10/07/2019    1 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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André era seduto sul bordo del letto, non riusciva a prendere sonno da diverse notti e, se ci riusciva, dormiva talmente male che preferiva passare la nottata in bianco invece di cadere tra le braccia dei suoi incubi. Sospirò amaramente e si voltò a guardare Oscar: era abbandonata al sonno accanto a lui e sorrise dolcemente nel vederla sdraiata con un cuscino tra le gambe.
Passò una mano tra i capelli neri e si stese sul fianco, poggiò il petto contro la schiena della donna e provò ad addormentarsi; fece scivolare la mano sul loro bambino e lo accarezzò dolcemente, immaginando il suo volto per qualche istante.
Riuscì a prendere sonno solo alle prime luci dell’alba, Oscar sgusciò fuori dal suo abbraccio e non ebbe cuore di svegliarlo, gli diede un piccolo bacio a fior di labbra e lo lasciò riposare tranquillo, dopo tanto tempo.
 
«Perché non mi hai svegliato stamattina? »
Chiese André guardando Oscar poggiare accanto a lui una tazza di latte. Lei gli sorrise e anche Renée li raggiunse nella piccola cucina.
«Non dormi bene la notte e stamattina sembravi così tranquillo che mi dispiaceva svegliarti. Dormivi come un angioletto. Dovresti avvertire Bernard, perché non resti a casa per qualche giorno? Hai bisogno di riposare »
«No, non è il caso… c’è tanto lavoro da fare e io non posso assentarmi »
«Faranno a meno di te per un po’, non per sempre! Non ti sei fermato un attimo da quando… »
Abbassò la voce per non farsi sentire dalla ragazza e lui sospirò, stanco, e annuì. Oscar gli sorrise e Renée guardò il padre preoccupata.
«Posso sapere cosa succede? »
Chiese Renée sentendosi esclusa dai due, Oscar si voltò verso di lei e le sorrise.
«Non è nulla di grave, non ti preoccupare: ho avuto così tanto da fare e sono stanco, molto »
André sorrise dolcemente alla figlia e Oscar li guardò serena.
 
«Monsieur Grandier! E’ un piacere vedervi da queste parti! Come state? »
«Bene, la ringrazio monsieur Gueiller. Oggi Kilian è venuto a darvi una mano? »
«Sì, è nel retrobottega, ma è successo qualcosa? »
«No, Kilian è un bravo ragazzo, volevo solo ringraziarlo per un favore che gli avevo chiesto »
Disse André sorridendo e l’uomo gli mostrò la strada per raggiungere il ragazzo. Kilian era intento a riordinare il magazzino della bottega dove aveva trovato lavoro, fischiettava allegro mentre ordinava alcuni pezzi di legno in un angolo.
«Kilian, c’è qualcuno che vuole parlarti! »
Il ragazzo si girò lentamente, stupito, e guardò in direzione della voce. Si drizzò subito con la schiena e si avvicinò con passo fermo ai due uomini con un sorriso sulle labbra.
«Salve monsieur Grandier! »
«Vi lascio, il lavoro chiama! »
Disse monsieur Gueiller allontanandosi dai due, chiudendo la porta alle sue spalle. André gli fece cenno con il capo e si assicurò che la porta fosse chiusa e che non ci fosse nessuno ad origliare, soprattutto monsieur Gueiller.
«Volevo ringraziarti per quello che hai fatto per Enora »
Il ragazzo sgranò gli occhi e per poco non gli cadde di mano uno degli attrezzi che non avveva finito di sistemare.
«Voi… come fate a…? »
«Ho parlato con Enora »
«Mi dispiace! Non vi ho detto nulla a riguardo perché… »
«Non devi dispiacerti, capisco perfettamente i motivi che hanno spinto Enora a chiederti di non dire nulla. Sei un bravo ragazzo »
André sorrise. Il ragazzo abbassò il capo dispiaciuto.
«Enora… purtroppo è… »
Sospirò e deglutì a vuoto, il ragazzo corrugò la fronte e lo guardò incuriosito.
«Enora è morta, grazie per quello che hai fatto per lei e per Renée »
Kilian alzò il capo di scatto, sgranò gli occhi azzurri e guardò l’uomo davanti a sé pietrificato.
«Q-Quando… come? Non può essere… »
Iniziò a balbettare, non riusciva a credere che colei che l'aveva trattato quasi come un figlio fosse morta. Com'era potuto accadere? L'aveva rivista se non qualche giorno prima e l'era sembrata in buona salute e, dopo tanto tempo, serena e in pace con sè stessa. 
«Qualche giorno fa, le hanno sparato e io l’ho soccorsa. Purtroppo… non c’è stato modo… di salvarla... ho tentato ma... non ci sono riuscito »
Il ragazzo deglutì a vuoto e portò una mano alla fronte, sconvolto. Alcune lacrime gli annebbiarono la vista ma riuscì a trattenersi, guardò l’uomo davanti a sé.
«Grazie per avermelo detto »
André chinò il capo e sorrise, gli diede le spalle e si avvicinò alla porta. Kilian si morse un labbro per cacciare ancora una volta le lacrime dagli occhi.
«Ci vediamo »
Gli fece cenno con la mano e andò via, lasciando il ragazzo da solo.
 
«Ho parlato con Kilian oggi »
Oscar alzò lo sguardò verso André e lo vide riempirsi un bicchiere di vino. Abbassò le spalle e sospirò amaramente guardando l’uomo con sguardo grave. Non le piaceva per niente il nuovo vizio che aveva preso.
«Mi chiedo da dove continui a cacciare quel vino… »
L’uomo ignorò la sua frase e bevve tranquillamente, sospirando.
«Dovresti smettere di bere così tanto »
«Parigi mi sta davvero stretta… non riesco più a vivere qui, credo che l'alcool e la tua compagnia siano le uniche due cose che riescano a distrarmi »
La donna sussultò e si sedette al suo fianco, allontanando alcune ciocche di capelli dal suo viso. André sorrise amaramente guardando la bottiglia che aveva davanti a sé.
«E dove vorresti andare? C’è un posto in particolare in cui vorresti vivere? »
Gli chiese dolcemente e lui annuì, si voltò a guardarla e sorrise.
«Mia madre mi parlava di questa città con occhi sognanti, ricordo l’espressione beata del suo viso e che dovevamo trasferirci lì ma… dopo la morte di mio padre non ci siamo più mossi »
Oscar assottigliò lo sguardo e lo guardò incuriosita. Poggiò la mano sulla sua e l’uomo fece intrecciare le loro dita.
«E’ in Normandia,  si chiama Beuvron-En-Auge »
«Normandia? »
«E’ da un po’ che ci penso, forse allontanarci da Parigi può aiutarci a lasciare il passato alle spalle e, perché no, iniziare una nuova vita solo noi due e i nostri figli… »
La donna lo guardò stupita, era più lucido di quanto si aspettasse. Oscar distolse lo guardo pensierosa, non era sicura di voler andare via ma se questo avrebbe reso felice il suo uomo avrebbe accettato.
«Sì… »
«Davvero? »
«Sì, se questo ti rende felice sì »
André si alzò  lentamente dalla sedia e si inginocchiò davanti a lei sotto lo sguardo stupito di Oscar.
«André… »
«Non dire di sì per farmi felice, se vuoi restare a Parigi resteremo a Parigi, non è un problema. Ma ti prego, non voglio costringerti a farti fare qualcosa che non vuoi! »
Oscar lo guardò sconvolta per alcuni secondi e non riuscì a trattenere una risata divertita. André, che aveva poggiato il capo sulle gambe della donna, alzò la testa di scatto.
«Oscar…? »
«Oh André! Non mi costringi a fare nulla, hai preso una decisione e la condivido appieno. Ormai… Parigi non è più una città sicura e non credo sia il posto adatto per crescere un bambino… »
André le accarezzò il viso e lei sorrise, chiuse gli occhi per godersi il calore di quel contatto.
 
Il tempo passava rapidamente, Ottobre aveva lasciato il posto a Novembre che aveva lasciato il posto a Dicembre. Oscar quasi si stupì di come quelle giornate erano passate così in fretta, senza alcun preavviso e per qualche istante credette di star sognando.
«Purtroppo no! E’ davvero Dicembre! »
La canzonò Alain ridendo e la donna alzò le spalle, poggiando la mano sul ventre sfinita. Era felicissima di aver potuto mantenere i suoi fidatissimi pantaloni che, quando restava a casa, teneva un po’ allentati, tutto nascosto dietro le camicie pesanti e lunghe che indossava.  Questo non lo sapeva nessuno, forse perché non voleva ammettere che la gonna le era sembrata più comoda sotto questo aspetto. Ridacchiò poggiando una mano sulla coscia.
«Non avete rinunciato ai vostri pantaloni, eh? »
«Sono felicissima di indossarli, l’ultima volta che mi sono vestita da donna non è finita bene »
Disse sorridendo e guardò il soldato accanto a sé divertita. Alain alzò un sopracciglio incuriosito e si girò per guardarla meglio.
«Quindi qualcuno ha avuto l’onore di vederti con degli abiti femminili »
Esclamò Bernard alzando le braccia al cielo mentre si avvicinava alla moglie per prendere François in braccio. Rosalie rise divertita e Renée alzò il capo con gli occhi sgranati.
«Qualcuno? Tutta Versailles! »
Aggiunse André con un mezzo sorriso sul viso e Renée si voltò a guardarlo stupita.
«Davvero?! Avete partecipato ad un ballo a Versailles?! »
«Non urlare! »
La rimproverò il padre ridendo e la ragazza arrossì di colpo. Oscar annuì semplicemente e Rosalie si avvicinò a lei per porgerle un po’ di tè caldo.
«Quando me lo disse mia nonna non volevo crederci, pensai che vestita da donna sarebbe sembrata uno spaventapasseri allampanato con uno straccio addosso »
«André! »
Lo richiamò fingendosi offesa ma non riuscì a trattenere una risata soffocata.
«Non hai… avuto più notizie di tua nonna? »
Chiese Rosalie preoccupata e André scosse il capo alzando le spalle.
«Non so più nulla di lei dal 12 luglio di due anni fa, ma non mi sembra impossibile l’idea che lei sia… morta »
Disse tristemente e si sedette al fianco della compagna silenziosamente. Oscar poggiò una mano sulla sua e lo vide accennare un debole sorriso.
«Non posso credere che proprio tu la consideravi uno spaventapasseri! »
Alain cercò di cambiare argomento e di sollevare l’umore di André; lui accennò un sorriso amaro e Oscar alzò le spalle, cercando di punzecchiarlo un po’.
«E hai visto com’è andata a finire? E’ lui ad avermi messo l’anello al dito… e qualcos’altro… »
André e Renée arrossirono un po’ sotto lo sguardo divertito di tutti.
«Oscar… lo sai… chi disprezza compra! »
Aggiunse Rosalie sorridendo e Bernard annuì deciso mentre François cercava di tirargli una ciocca di capelli nera. Renée rise e si voltò verso il padre e lo scoprì ridere divertito, la sua tristezza sembrava sparita così com’era arrivata e ne fu tremendamente felice.
   
 
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