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Autore: Bads    26/07/2009    1 recensioni
Una tragedia è accaduta ad Hogwarts. Toccherà a Potter e ai suoi allegri compari indagare per far luce sul mistero! Si, siamo spacciati! Per fortuna c'è qualcun altro in sostituzione dell'allegro trio, un gruppo di folli che dovrà cavarsela in una Hogwarts del tutto parodizzata! Buona lettura!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Mangiamorte, Nuovo personaggio | Coppie: Remus/Sirius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

La mattina dopo, mentre Ponchi e Kairy seguivano la lezione di Trasfigurazione, Bads e Pepe si avviarono nei sotterranei con i rispettivi compagni di corso.

Da lontano videro Neville Paciock che attendeva tremolante la lezione di Pozioni, strano pensare che il giorno prima era così figo!

Pepe si arrischiò a salutarlo, mentre Bads mise il broncio e lo guardò di sottecchi.

Dopo pochi istanti il professore più sexy dell’universo aprì la porta dell’aula e fece entrare i suoi studenti con un comando meccanico, mentre Bads iniziava a disperdere il frutto delle sue ghiandole salivari per tutto il corridoio.

Bads si sedette di fianco ad una sua compagna serpe, mentre dall’altro lato a distanza di un braccio vide sedersi Pepe.

Subito cominciarono a parlarsi a gesti, mentre tutti si accorsero di loro alitando fortemente, scocciati.

E mentre Bads le faceva intendere a gesti che quel giorno il loro prof aveva il completo nero perla, e mentre Pepe le faceva intendere a gesti che era fumata perché il nero perla non esisteva, il professor Piton si voltò incacchiato e lanciò un gesso a Pepe, facendola capitombolare all’indietro, suscitando l’ilarità dei serpeverde e soprattutto di Bads che la indicava ridendo con la sua solita risata malvagia.

“Signorina Bads, per quanto la sua risata malvagia sia assolutamente gradevole, le devo chiedere di smettere prima che le tiri un gesso, cosa che mi renderebbe lievemente nervoso”.

Bads, con la sua indole pacata e apatica, svenne parecchie volte a quelle parole, e dopo che riuscì a gemere un “sì, signore”, tornò a guardare Pepe, sperando avesse sentito che parole le aveva rivolto.

La lezione si tenne normalmente, tranne per le occhiate lievemente sgranate delle nostre due eroine verso Neville Paciock, che sembrava ancora più sfigato mentre si prendeva i complimenti gentili di Piton.

-secondo me è tipo Superman- le mimò Pepe indicando un paio di occhiali e imitando uno strappo della camicia.

-può darsi, e si aziona col favore delle tenebre?- rispose Bads simulando un tramontare della sua mano.

-secondo me si- disse Pepe, semplicemente annuendo.

-è la cosa più stupida che abbia mai sentito…- disse Bads semplicemente ridendo.

Pepe la guardò malissimo e tornò ad occuparsi della pozione prima che la voglia di saltarle addosso e affogarla nel calderone fosse troppa per poterla reprimere.

“Signorina Bads?”

Bads smise di ridere, e cominciò a trattenersi per non piangere.

“Sì, signore?”

“Mi sembrava di essere stato sufficientemente chiaro prima, o sbaglio?” disse minaccioso avvicinandosi.

La ragazza, con la coda tra le gambe, tornò alla sua pozione e ci badò fino alla fine della lezione.

Quando decise che forse era meglio scappare prima che il professore le lanciasse qualche gesso oltre che il suo sguardo più gelido, l’uomo la chiamò.

“Signorina Bads, lei si fermi qui un momento”

La ragazza, che stava fuggendo in punta di piedi, lasciò cadere la borsa sconfitta e si trascinò fino alla cattedra, guardando Pepe in cerca di un aiuto, ma quella la guardò alzando le spalle e ridendo di gusto.

Quando tutti uscirono Severus Piton sorrise e guardò la sua sottoposta.

“Inchinati al mio cospetto, mia fedele sottoposta!” disse con enfasi alzando lo sguardo.

“Oh mio signore!” gemette la ragazza buttandosi sulle sue gambe e sorridendo contenta: “Non siete più arrabbiato con me?”

“Solo se mi porti notizie decenti!” disse minaccioso.

Lei sorrise, ma fu costretta a fare una faccia spaventata mentre lui si guardava le unghie; non è che avessero scoperto molto, dopotutto.

“Sto aspettando…” disse l’uomo guardandola di nuovo.
“Oh… sì, mio signore! Beh, ecco… ho trovato altre tre compagne!” disse sicura.

“Bene, chi sono?”

A quella domanda volle sotterrarsi.

“Beh, la signorina Kairy di Corvonero…”

“Quella che legge di uno strano topo antropomorfo?” chiese stupito il suo signore.

“Ehm… sì, e ha sviluppato un grande senso del mistero!”

L’uomo annuì poco convinto, e pensare che quella era la sua migliore recluta!

“Poi… poi la signorina Ponchi… di Tassorosso…”

“Quell essere talmente sdolcinato da emettere miele da ogni poro?”

“Ci aiuta negli interrogatori…” disse poco convinta lei stessa.

“Ah… non dico niente solo perché mi fido del tuo intuito. E la terza?”

E Bads non rispose, non voleva. Cioè… Pepe?!

Bisbigliò qualcosa in aramaico antico e rimase zitta.

“Come?”

Ribisbigliò qualcosa in turco e aspettò.

“Signorina parli chiaramente, e in una lingua che io possa decifrare!”

“La… la signorina… P-Pepe… di Gr-Grifondoro…”

Silenzio.

Attimi infiniti di silenzio.

Stranamente Piton non aveva ancora avuto nessuna reazione.

Che fosse finito in coma irreversibile?

“P-professore?” chiese incerta la ragazza.

E lui si alzò lentamente.

La guardò dall’alto in basso.

“CHE COOOOOSAAAA?!?!?!?” urlò sfogando il suo dolore.

 

Erano solo le sei di sera, ma era già buio pesto. Ron Weasley stava facendo ritorno al dormitorio di Grifondoro dopo l’allenamento di Quidditch, sbadigliando come un ippopotamo inferocito sul punto di attaccare. Ad un certo punto sentì un rumore sonoro, come un colpo. Sbonk. Gli ci vollero circa tre secondi per capire che era la sua testa ad essere stata colpita. Poi svenne.

 

“Ma uffa non arriva?!”

“Dai, stai tranquilla, lo sai che è sempre in ritardo”

Ron aprì lentamente gli occhi, ancora rintontito per la botta.

Dov’era? Cos’era successo? Di chi erano quelle voci gracchianti?

“Guardate ragazze, si è svegliato!” disse una. E subito si ritrovò circondato da tre strane ragazze, che lo guardavano con la stessa curiosità con cui un bambino guarda un criceto che gira sulla sua ruota.

“Sembra sorpreso.” disse una.

“Certo che lo è! Non è abituato a essere circondato da ragazze. Se poi sono fighe come noi tre…”

“Quattro” puntualizzò una voce: “Eccomi qua! Ci sono anche io.”

“Alla buon ora!” urlò una.

“Scusa sai! Sono una donna impegnata, IO! Non come te che passi le giornate a gozzovigliare!” urlò in rimando la ragazza che era appena entrata.

“Volete finirla voi due?!” urlarono in coro le altre due ragazze. Ron era confuso, non ci stava capendo niente (non che sia una novità ndAutrice).

“Molto bene”

Le ragazze sembravano essersi calmate e ora quella con i capelli neri aveva assunto un tono di comando: “Avete fatto quello che vi ho chiesto?”. Per risposta le ragazze indicarono nella direzione di Ron, che stava iniziando a spaventarsi.

La ragazza si avvicinò a lui con aria minacciosa. “Dicci tutto quello che sai!” tuonò.

Ron diventò tutto rosso e iniziò a piagnucolare qualcosa di incomprensibile a proposito di squadre di Quidditch e schemi di gioco.

“Ma no, razza di snaso raffreddato! Non sono le idiozie sul Quidditch che ci interessano!”.

Il tono della voce di Bads era diventato ancora più minaccioso, tanto che Ponchi, impietosita dalla faccia di Ron che era diventata scarlatta, decise che era ora di intervenire.

“Ehm, scusala. Fare gli interrogatori la anima sempre!” disse lanciando un’occhiataccia a Bads che si fece piccola piccola: “Quello che la mia amica voleva chiederti è: COSA AVETE SCOPERTO TU E I TUOI AMICI SUONATI COL PALLINO DI INFRANGERE LE REGOLE SULL’ASSASINIO DELLA SPRITE?! E VEDI DI DIRCI LA VERITA!”.

Silenzio.

“Per favore” concluse dopo aver ripreso fiato.

Un brivido gelido si diffuse per la stanza, Ron più confuso, esasperato e spaventato che mai emise un grugnito che le ragazze tradussero con “Niente”.

“Forse non mi sono spiegata…” riprese Ponchi afferrando il povero ragazzo che si stava pentendo ogni minuto di più di non essere rimasto nello spogliatoio a sentire Harry che cantava a squarciagola sotto la doccia la canzone dei Puffi: “Vogliamo sapere cosa avete scoperto! Anche se tu e il tuo compare non riuscireste nemmeno a trovare la piovra gigante nel lago nero, Hermione Granger non è così stupida! Avrà di sicuro trovato qualcosa. DIMMI SUBITO COSA!”.

Ormai piangeva istericamente: “E’ la verità! Lo giuro! Subito dopo essere uscito dall’ufficio di Silente, Harry si è dimenticato ogni cosa e se n’è ricordato solo ieri, mentre copiava i compiti di Astronomia! Non abbiamo ancora iniziato! NON FATEMI DEL MALE VI PREEEEEEEEEEGO! SONO COSI’ GIOVANE! NON HO MAI BACIATO UNA RAGAZZA!”

“Chissà come mai” commentò Kairy guardando la sua divisa sporca di fango e i capelli arruffati che lo facevano assomigliare a un fungo marcio: “Va bè ragazze, direi che ormai questo qui non ci serve più!”

Ron Weasley le guardò con gli occhini sgranati e pieni di lacrime

“Possiamo andare nella Sala Grande! Sto morendo di fame!”

“Sììììì andiamo” dissero le altre mollando lì Ron. Lo ritrovarono due ore dopo, con le braccia abbracciate alle ginocchia, che dondolava con uno sguardo perso nel vuoto continuando a mormorare “io non so niente…io…niente…io…mai…ragazza…niente”.

 

Le ragazze trangugiarono come maiali, si stravaccarono sulle panche della Sala Grande e poi decisero di darsi un contegno.

Col solito linguaggio a gesti che ormai aveva stufato l’intera scuola, si accordarono per trovarsi nella Stanza delle Necessità, subito dopo che Pepe avesse saccheggiato la cucina con il suo solito charme.

“Eccoci giunte.” disse Kairy quando tutte furono arrivate alla base.

Si guardò intorno, osservando le sue compagne di sventure.

Bads sonnecchiava col sedere per aria, mormorando qualcosa nel sonno.

Pepe poco lontano beveva come un’ossessa, come se le fosse appena morto un parente, peccato che beveva così sempre.

Ponchi, vedendo che le altre due non ascoltavano Kairy, decise a sua volta di non ascoltare, per ‘seguire la massa’, diceva lei…

“Ragazze?” chiese Kairy guardandosi intorno, spazientita.

Nessuno le diede retta più del dovuto, tranne Pepe che disse, mezza ubriaca: “ShiIIiii??”

Respirando lentamente la guardò incenerendola.

“Sveglia quella buona a nulla e cominciamo la riunione!” sbottò la ragazza alzandosi e andando a scaraventare le bottiglie vuote giù dalla finestra.

“Ok!” disse facendo partire dal cervello un comando che smaltisse tutto l’alcool superfluo nel suo organismo, del resto ne aveva bisogno: doveva solo smaltire quel che bastava per non essere ubriaca.

Per il resto il suo corpo ormai era diventato bravo a dis-ubriacarsi.

“Forza Bads!” urlò Pepe svegliando l’altra, mentre Kairy sistemava la stanza e convinceva Ponchi di continuare a seguire la massa, che adesso aveva deciso di ascoltarla.

“Benissimo!” disse dopo qualche istante davanti alle sue truppe mezze affondate nei cuscini, che si reggevano solo con la forza dei gomiti.

Davanti ad una lavagna prese un gesso.

“Facciamo il punto della situazione. Suggerimenti?”

Nessuno parlò.

Poi timorosa Ponchi alzò la mano.

“Sii?” chiese gioviale il generale.

La Sprite è morta” disse contenta.

Pepe ghignò in sottofondo, mentre Kairy ormai cercava di convivere con la certezza che le persone serie sul pianeta terra si stavano via via estinguendo.

In ogni caso scrisse lo stesso l’avvenimento centrale nell’angolo in alto a sinistra della lavagna, tanto perché la Ponchi bisognava viziarla sempre.

“Ok, la Sprite è morta…” disse Kairy cercando di sorridere a Ponchi.

“Ma per il resto?” chiese Kairy: “Cos’abbiamo scoperto?”

“Che Harry Potter indaga.” disse semplicemente Pepe, senza che Kairy osasse strozzarla.

“Qualcosa di più elaborato?”

“Bisogna partire dalle cose semplici per fare concetti elaborati!” disse saggiamente Bads: “Quindi dovresti scrivere che Sev è sexy… è un punto chiave della storia.”

Non seppe dire neanche lei il perché, ma era talmente celebrolesa in quel momento per quelle zucche vuote, che osò pure scrivere sulla lavagna “Sev è sexy”.

“Allora contente?” disse scocciata: “Adesso per favore cominciamo a ragionare!”

“Va bene, partiamo da qualcosa di concreto!” disse Pepe, incrociando gambe e braccia, assomigliando quanto più possibile ad uno gnomo da giardino.

“L’interrogatorio.” disse semplicemente Bads, mentre Kairy appuntava il nome di Ron Weasley.

“Cosa sappiamo dell’interrogatorio?” disse Kairy porgendo il gesso a Ponchi, che lo guardava bramosa da un pezzo.

“Il rosso ci ha detto che non hanno cominciato a fare niente.” disse Ponchi scrivendolo sulla lavagna, con una grafia tutta ghirigori e fiori, alla cui sola vista Bads dovette per forza di cose fare una visitina al bagno più vicino.

“Ha mentito sicuramente…” disse Pepe convintissima, ancora ferma nella sua posizione dato che non riusciva a districare gambe e braccia: “Non possono non avere fatto ancora niente, non è umanamente possibile…” aggiunse sicura, tentando di non dare sfogo alla frustrazione crescente.

“Beh, non è detto.” disse Kairy guardando schifata Bads che rientrava nella stanza, per nessun motivo in particolare veramente.

“E che altra giustificazione ci troveresti?” disse Pepe sempre più convinta della sua scelta, come del fatto che le sue gambe non si sarebbero districate più.

La Granger deve aver saputo che indagavamo anche noi e ha detto al rosso di mentire se per caso chiedevamo informazioni.” aggiunse Pepe convinta.

Ponchi intanto appuntava tutto con estrema precisione, facendo frecce e collegamenti ovunque nella lavagna.

“Deve aver supposto molte cose quella scopa… non è in grado di fare un pensiero così complesso senza riuscire ad esprimerlo in più giorni.” disse Bads alludendo al lieve malanno d’asma che affliggeva la ragazza.

“E allora cosa dici tu?”.

“Secondo me è vero.” disse Bads distogliendo lo sguardo dalla lavagna, sentiva già di aver perso qualche diottria per quei fiorellini ovunque.

“Non hanno ancora cominciato a fare niente… non sanno da che parte girarsi.” disse sbadigliando, sperando che con quella rivelazione si potesse finalmente andare a dormire.

Intanto Ponchi cambiò colore di gesso per scrivere il parere di Bads.

“Non può essere così facile… se no avremmo già risolto…” disse Kairy con una mano sotto al mento: “Secondo me la questione è più complessa… dato che quel ragazzo ha il quoziente intellettivo di un batterio di una vaccinazione hanno deciso di buttarlo fuori e indagare senza di lui…” disse alle altre, che la guardarono corrugando la fronte e spalancando la bocca stupite.

“Davvero ragazze!” continuò convinta gesticolando come un predicatore: “Agiscono senza di lui, con tutto quello che ho da dire sulla Granger, non è proprio una stupida! E poi Harry…”

“Oh Signore, non ancora!” gemettero tutte.

“Harry non è proprio uno sprovveduto ecco!” concluse arrossendo.

A quel punto si scatenò il caos.

A causa dell’affermazione di Kairy, Bads e Pepe iniziarono a ridere freneticamente, reazione che fece perdere alla ragazza quel briciolo di pazienza che le era rimasta, e con la grazia di un gigante si buttò in mezzo alle due, che non smettevano di ridere.

“Che c’è da ridere?! Questa è la verità! E poi è coraggioso! A differenza del tuo Piton che passa la vita ad ammuffirsi nel suo sotterraneo polveroso dimenticando perfino di lavarsi!!!”

Bads smise immediatamente di ridere: “Come hai detto, scusa?” disse con una nota di irritazione nella voce.

“Mi hai sentito benissimo! Piton è unto e non si lava!”.

Accadde in un attimo. Il capitano saltò addosso al generale e le due iniziarono un incontro di wrestling all’ultimo sangue, anzi all’ultima tirata di capelli. Pepe, vedendo che la situazione iniziava a degenerare provò a intervenire “Ragazze! Per favore, ora calmatevi!” ma le due non si calmarono affatto.

“Chiudi il becco tu! Fan del rosso!” e prese dalla frenesia della lotta tirarono dentro anche lei.

“HO RAGIONE IO!” “NO IOOOOOOO!” “PITON E’ UNTO!”, e andarono avanti così, scalciando, scazzottandosi, strappando tutto ciò che si trovavano sotto mano e urlando come dei gatti con il mal di denti.

Intanto, sdraiata su un banco e con ancora i gessi colorati in mano, la Ponchi dormiva beatamente.

La lite andò avanti ancora per ore? Minuti? Secondi? Non si sa.

In ogni caso le ragazze avevano raggiunto un tono così alto da svegliare pure il placido sonno della Ponchi nel bel mezzo di un sogno che la vedeva protagonista di un allegra corsa fatta di salti e rimbalzi nella foresta proibita con Neville Paciock, cantando bramente trallallà.

E Ponchi detestava quando i suoi sogni trallallosi venivano interrotti sul più bello.

Questa volta era davvero arrabbiata. Senza neanche proferire parola, si gettò tra le litiganti e, tirandole per i pochi capelli che erano rimasti nelle rispettive teste, le scaraventò sul primo banco che si trovò a portata di mano urlando come una banshee: “ORA MI AVETE PROPRIO STUFATO! SIAMO QUI PER RISOLVERE UN MISTERO E VOI PENSATE SOLO A LITIGARE! INSOMMA! VEDETE DI DARVI UNA CALMATA SE NO IO… IO ME NE VADO E NON VI PARLO PIU’!”

Le ragazze erano allibite. Mai la Ponchi era arrivata a tanto. Come avrebbero fatto senza di lei?! Avevano decisamente esagerato. Non sapendo bene cosa dire, né come farlo visto che avevano urlato troppo da avere le tonsille come due mongolfiere, rimasero in silenzio, ma si gettarono in lacrime ai piedi della ragazza che interpretò il loro gesto come una richiesta di perdono.

“Va bene, perdonate. Ma la prossima volta che interrompete un mio sogno in cui corro cantando trallallà con Neville me ne vado sul serio!”.

Un lampo attraversò la mente di tutte. NEVILLE! Come avevano potuto dimenticarsi del loro salvatore e del prezioso quanto oscuro indizio che gli aveva fornito?

“Ponchi, sei un geniaccio!” dissero in coro sorridendo e scodinzolando.

La ragazza le guardò confusissima, gli istinti omicidi svaniti in una nuvola di zenzero.

“Dai, continua a scrivere sulla lavagnetta intanto che stiamo quagliando! Andiamo a pieno ritmo!” disse Pepe, mentre tutte riprendevano i propri posti.

“Allora, cosa ci ha detto di preciso Neville Paciock?” chiese Bads, la cui memoria era inversamente proporzionale all’instabilità del suo umore.

“Hic quid cercatis in vestro core est” disse Ponchi scrivendolo in blu sulla lavagnetta, facendo sentire Bads utile come uno shampoo per Piton.

“E che diamine vuol dire?” chiese Pepe in una frase ovviamente riferita a Kairy.

Come previsto tutte si voltarono verso le latinista, grecista e a volte anche turchista amica Corvonero.

Kairy non si accorse degli sguardi ossessivi fino a che un silenzio irreale colpì le sue orecchie.

“Io?”

“Traduci!” dissero le tre guardandola.

Lei sorrise fiera ed orgogliosa della scelta fatta dalle ragazze, anche perché forse non sapevano a chi altro chiedere.

“Metterò in campo le mie più inaudite e oscure capacità per tradurre questa frase dal dubbio significato!” disse decisa, concludendo con una risata malvagia.

Le altre rabbrividirono ed indietreggiarono di un passo, quando Kairy traduceva, era meglio starle alla larga.

Cominciò a fare stelle, strisce e collegamenti tra una parola e l’altra, scrivendoci sopra la loro funzione nella frase, spargendo tanto di quel gesso dietro di sé che le ragazze furono sommerse fino alle caviglie di polvere.

“Ho capito!” disse soddisfatta di sé, una volta di più.

“Grande Kairy, cosa vuol dire?”

“Colui che cercate è nel vostro cuore!” disse sorridendo.

Silenzio, come al solito, e si guardarono tutte.

“Siamo punto e a capo, cara Kairy.” disse Bads guardandola scettica.

“Questo c’è scritto!”

“Ma sei sicura, guarda a fondo nello scritto, non hai dimenticato niente?”

“Non è un testo di filosofia, Pepe, è una frase! Questo c’è scritto!”

“Non vuol dire niente!”

“Ma invece sì che vuol dire!” disse Kairy, dimostrando anche alle altre che solo la traduzione ti dà la sicurezza: “Vuol dire che colui che cerchiamo è nel nostro cuore!”

“Grazie della spiegazione fantascientifica…” disse Pepe scettica.

“Nel mi cuore c’è solo Sev, quindi nel mio cuore non è…” disse Bads guardandosi in modo infantile sul petto.

“Magari è stato Piton, scommettiamo?” disse Pepe, più per farla stare zitta che per altro, riuscendo nell’intento, tra l’altro.

“Nel mio cuore c’è la pace nel mondo.” disse Ponchi.

“Grazie Ponchi, adesso stiamo meglio.” dissero un po’ scettiche, ma dovettero constatare che davvero si sentivano un po’ rincuorate.

Anche perché, poco ma sicuro, erano più avanti di Potter & co.

“Meglio andare adesso.” disse Bads, i cui sbadigli quasi facevano vedere lo stomaco.

“Giusto, ci penseremo domani, quando saremo più sveglie.” convenne Pepe alzandosi dal giaciglio e avvicinandosi alla porta, portandosi via una Ponchi addormentata e tutta rannicchiata su sé stessa, posizione che la rendeva molto prensile.

E così scapparono via, lasciando Kairy, ancora intenta a sproloquiare sui significati nascosti di quella frase, che aveva rigirato per ore interminabili come un calzino, e Bads che aveva fatto finta di ascoltarla per la maggior parte del tempo, per poi staccare l’audio e annuire solamente, pensando ai fattacci suoi.

Rimasero in silenzio per un po’, guardandosi intorno e sospirando.

“Beh, andiamo anche noi?” chiese Bads dopo minuti infiniti.

“Va bene, mi sono un po’ stufata.” rispose l’altra lasciando perdere la sua statura composta e ingobbendosi tutta.

“Povera Kairy, dai andiamo a dormire, lascia pure la lavagna così, domani torniamo e risolviamo il mistero… non c’è fretta, anche perché credo davvero che quei tre non abbiano concluso niente.”

“Già, tre… sì, non… fatto, niente…” disse l’altra già dormendo.

E mentre le due andavano a dormire, dall’altra parte del corridoio Severus Piton si incamminava svolazzando nel suo mantello verso la Stanza delle Necessità.

Tanto lo sapeva benissimo che erano lì quelle quattro squinternate, dato che l’avevano detto chiaro e tondo in Sala Grande.

Doveva dire alla sua fedelissima sottoposta di essere più discreta.

Raggiunse la Stanza, fece quello che doveva fare e vi entrò.

Ma cosa era accaduto? Sembrava che nella stanza fosse passato un tornado: banchi e sedie distrutti scaraventati in ogni angolo della stanza e sul pavimento peli di ogni tipo, che sembravano proprio capelli. Avrebbe anche dovuto dire alla sua sottoposta di essere più ordinata. Si girò in torno per qualche secondo, schifandosi sempre di più, finché non vide una lavagna piena di frasi, frecce e grafici di ogni colore. Almeno avevano combinato qualcosa. Si avvicinò per vedere cosa c’era ascritto. Una frase in particolare colpì la sua attenzione, scritta nell’angolo in alto a destra. “Sev è sexy”.

-Niente di più vero- pensò gongolando. Poi però si riscosse. Quella frase doveva certamente averla scritta una delle quattro. In effetti la grafia gli era molto familiare… ma sì certo!

Era di quella di Corvonero…quella che leggeva il Topo detective! Che fare adesso? Era chiaro che provava una forte attrazione per lui! Ma come doveva comportarsi? Si trattava sempre di una sua alunna!

E preso da quelle considerazioni se ne tornò nei sotterranei, senza neanche degnare di uno sguardo il resto della lavagna.

 

 


  
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