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C: John Watson ; Harriet Watson ; Clara | Tag: GuerraAfghanistan
; preS1]
Amore e
odio sotto le armi
- seconda
parte -
John
aveva preso ad aprire quella busta così diversa dalle precedenti. Era rigonfia,
e l'idea che Harry potesse avergli inviato qualcos’altro, oltre i soliti fogli scritti
a mano, lo incuriosiva e al tempo stesso lo faceva sentire in ansia.
L’uomo
aveva afferrato le pagine cominciando a leggere. “Ciao John, sono successe tante cose.” l’emozione era visibile
dalla grafia tremolante. “Avrei preferito
dirtelo di persona, ma sei lontano. Allora ho provato a contattarti per via
telefonica ma i tuoi superiori bastardi ti fanno lavorare come un somaro:
dicono che sei sempre impegnato.” Watson si sentiva decisamente colpevole,
ma non aveva arrestato la lettura frenetica. “Così alla fine mi sono decisa a inviarti un’altra lettera. Ma le altre
le hai almeno lette John, oppure sono così schiavisti che neppure te le
consegnano? Oddio, magari le leggono prima di dartele. Se è così allora VOI
SOLDATI DEL CAVOLO, SI DICO A VOI, LASCIATE IN PACE MIO FRATELLO!”. John si
era dovuto trattenere dal ridere troppo sguaiatamente. Amava quella pazza di
sua sorella che a modo suo cercava di proteggerlo urlando in una dannata
lettera. Tutto ciò però accresceva la consapevolezza in Watson di essere
davvero un pessimo fratello.
C’era
un secondo foglio. “Ho rimandato fino a
quando ho potuto, ma devo dirtelo: tra me e Clara è finita. Mi ha lasciata
John.”. Il soldato aveva dovuto rileggere la frase più volte prima di
capacitarsi del suo significato.
La camera di
Harriet aveva la porta aperta e John vi era entrato senza badare troppo ai
rumori che provenivano dal suo interno. Appena aveva alzato gli occhi se li era
dovuti coprire immediatamente. «Ragazze!» le aveva ammonite senza cattiveria.
Le due, Harry e Clara, erano una a cavalcioni dell’altra, sul letto. Il biondo
era sicuro di aver intravisto le mutandine della fidanzata di sua sorella
sbucare da sotto la gonna a campana, tirata rigorosamente su. Le pulzelle
avevano preso a ridere accompagnate da un sottofondo musicale che John aveva
già sentito da qualche parte. [1]
Clara alla fine
aveva salutato entrambi e, ricompostasi, era tornata a casa propria.
«Hamish,» così
aveva preso a chiamarlo scherzosamente Harry da un po’ di tempo «quella lì -
facendo segno verso la porta - la voglio sposare.». Lui l’approvava, almeno con
quella ragazza accanto Harriet era riuscita a restare sobria da qualche tempo.
«Se rimandi solo di un piccinino la partenza potresti esserci per la
cerimonia.».
Watson era andato
lì proprio a dirle che sarebbe partito per l’Afghanistan entro un paio di
settimane invece dei due mesi preventivati. Le poteva leggere la speranza negli
occhi «Lo sai, papà non ci sarà. Mi rimani solo tu…», e non aveva avuto il
coraggio di spezzarle il cuore.
“Mi rimani solo tu…”
continuava la lettera. Quasi un déjà-vu.
“Ti ho spedito il mio cellulare
nel caso non ti lasciassero usare il telefono della base. Se non vuoi
scrivermi, almeno ti prego chiamami. John Hamish Watson almeno chiamami.”. Finiva
così quella preghiera.
Watson,
messe da parte le carte, aveva pescato il cellulare dalla busta. Non avrebbe
avuto linea, non era un telefono satellitare, la sorella non doveva averci
pensato.
Il
Capitano però era felice di poter stringere quell’oggetto. Alla fine si era
addormentato con una certa colonna sonora, vagamente romantica, che era salvata
su quell’aggeggio. [1]
[1] La
canzone è “Kiss from a Rose” di Seal, John l’ha già sentita (sempre
nella finzione della ff) perché fa parte della
colonna sonora del film Batman Forever del 1995 diretto da Joel Schumacher
- Qui per il link della
canzone (Youtube)
- Qui per il link
del film (Wikipedia)