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Autore: Le Streghe    27/07/2009    7 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 4
Il peso delle parole


Il cielo si era scurito già da diverse ore quando i due ragazzi si trovarono a percorrere la strada che li avrebbe condotti al tempio.
Il più giovane dei due stava lamentandosi da un po', borbottando parole cariche di rabbia contro la strega che, dopo essersi fatta servire e riverire, aveva preteso un pagamento, mandandoli in una delle tante stancanti missioni che come sempre era finita con Watanuki illeso e terrorizzato e Doumeki nei panni dell'eroe. Il tutto, per aver risolto brillantemente, e a spese del più giovane, il problema della stanchezza dell'altro ragazzo che, qualche passo più indietro, procedeva con aria tranquilla.
Come se non bastasse, Yuuko aveva deciso di affidar loro l'incarico di domenica sera, quando avevano avuto tutta la giornata a disposizione.
Ovviamente, se solo uno dei due le avesse chiesto il motivo, la risposta sarebbe stata 'Hitzusen'.

«Sempre a lamentarti tu.» Esclamò d'un tratto il più grande tra i due.
«Sempre a lamentarmi?» Ribatté l'altro indicandolo. «Non è colpa mia se a te sta bene essere vessato da quella! Per colpa sua domattina rischio di essere uno straccio!»
Doumeki proseguì come nulla fosse. «Devo ricordarti che sei tu che lavori per lei? Io ti sto solo facendo un favore...»
Mai parole furono più difficili da digerire, soprattutto considerando la situazione in cui si erano venuti a trovare neanche un giorno prima.
«Un favore eh?!» Urlò Watanuki. «Ne ho abbastanza dei tuoi favori. Tu e la tua mania di salvarmi la vita.» Proseguì, agitandosi e brandendo per aria una mano chiusa a pugno. «La prossima volta prima di accettare qualcosa da te andrò a chiedere a Yuuko-san di cosa si tratta. Lo farò si! Anche a costo di lavorare per lei tutta una vita!»
Diversamente dal solito la reazione dell'arciere non fu quella di tapparsi le orecchie.
«Quell'amuleto serviva a darti energia.» Rispose. Lo sguardo improvvisamente distante. «Non ti avrebbe causato problemi.»
All'inattesa risposta, Watanuki sembrò caricarsi di nuova rabbia. «Non mi avrebbe causato problemi?! Non... Sei un idiota! Ecco cosa sei!» Gli urlò, fermandosi di colpo. I pugni serrati contro l'impugnatura della cartella. «Come pensi che possa non causarmene, se tu ti conci in quel modo a causa mia.» Continuò in tono grave, sommesso.
Quelle ultime parole sembrarono colpire l'arciere che, fermatosi un istante, guardò il ragazzo con espressione più viva, le sopracciglia leggermente inarcate, quasi sorpreso. «Non preoccuparti per me.» Esordì, afferrandogli un braccio e riprendendo il cammino. «E poi, l'ho fatto per non sentirti strillare tutto il giorno.»
«Io non strillo tutto il giorno!» Continuò il più giovane svincolandosi, per l'ennesima volta in quella serata, dalla presa dell'altro. «Non vedo l'ora di rivedere Haruka-san, così potrò dirgliene quattro su come ti ha cresciuto!» Si lamentò quindi. «Ah, perché non sei come lui!»
«Ti secca tanto che non sia stato lui a salvarti... vero?» Mormorò l'arciere fermandosi nuovamente. "Preferisci un fantasma..." Pensò con amarezza.
Senza sapere bene il perché anche Watanuki finì col fermarsi e nel farlo si voltò verso Doumeki guardandolo dritto negli occhi.  «Cosa c'entra questo?» Chiese, in tono di sfida. «E comunque si, avrei preferito ci fosse stato Haruka-san al tuo posto...» Spiegò, in tono graffiante, sfidandolo con lo sguardo. «Perché lui avrebbe sicuramente trovato una soluzione migliore della tua, che non avesse a che fare con sacrifici e altre cose stupide!»
L'arciere si limitò ad ascoltarlo. Negli occhi, la stessa decisione di quando tirava con l'arco. «Se ho agito in quel modo è perché non fai che lamentarti di avermi sempre attorno.» Spiegò in tono asciutto. «Volevo solo liberare entrambi da questo peso.»
«Un... peso...» Mormorò il più giovane, sentendosi in qualche modo colpito da quell'affermazione e dal tono in cui era stata fatta. I pugni stretti, le labbra improvvisamente serrate. «È questo che sono?!» Proseguì, mentre qualcosa di molto simile alla rabbia si impadroniva lentamente di lui. «Non ti ho mai chiesto di farlo. Non ti ho mai chiesto di aiutarmi!» Urlò. «E se è questo che pensi...» Mormorò, prendendo un respiro profondo. «...me la caverò da solo!»
Un attimo dopo stava scappando.

Poco lontano anche Doumeki stava correndo. Una corsa contro il tempo, data dall'esigenza di raggiungere al più presto l'amico.
La mancanza di energia, se protratta, poteva causarne la morte, un pensiero che non voleva nemmeno sfiorare. In più, di sicuro dovevano esserci degli spettri attorno al ragazzo perché un paio di volte l'occhio che condivideva con Watanuki gli aveva mostrato strani esseri e, fortunatamente, alcune immagini del parco. Ciò lo aiutò ad indirizzarsi correttamente e a raggiungerlo in tempo, o quasi.
Quando lo vide, gli spiriti dovevano essere tanti: Watanuki era a terra, abbracciato su sé stesso e pallido come mai era stato.
Fu solo quando vide il primo, pericolosamente vicino al ragazzo, che Doumeki si ricordò di non avere l'arco. Il pensiero lo allarmò per un lungo istante, poi qualcosa sembrò prendere il sopravvento e, quasi come ci fosse stato qualcun altro al suo posto, si mosse con estrema naturalezza.
In quel preciso istante un'arco di energia apparve tra le sue mani e con esso riuscì a scagliare la prima freccia, eliminando il nemico.

Watanuki stava ancora tremando. La vista sfocata gli impedì di cogliere con precisione il volto del suo soccorritore. Quanto vide fu un arco luminoso e qualcuno che lo impugnava per salvarlo. Il primo pensiero corse ad Haruka. Poi gli tornarono in mente le parole del sacerdote e di Yuuko-san. «Dou...» Si fermò, deglutendo a fatica. «Shi...zuka...»
L'arciere che, intanto era riuscito ad allontanare gli spiriti, si fermò ad osservare l'amico.
Sentirsi chiamare per nome gli diede un brivido che sul momento non riuscì a spiegarsi.
«Oi...» Si avvicinò di qualche metro fermandosi nuovamente.
«Che... ci fai qui?» Domandò il più giovane con voce debole.
Invece di rispondere, Doumeki si chinò su di lui in cerca di eventuali ferite. «Vengo a salvarti... Che altro.»
Watanuki sembrò non aver nulla da ribattere e l'arciere approfittò del momento assai raro per caricarselo sulle spalle. «Se preferisci far finta che stia stato mio nonno a salvarti, posso restare in silenzio durante il tragitto.» Spiegò.
A quelle parole il ragazzo, ormai sulle sue spalle, gli tirò un debole pugno. «Ti avevo quasi scambiato per lui prima. Ma... come hai... fatto?» Chiese. «senza l'arco intendo...»
«Non lo so. Ho pensato che mi serviva ed è comparso. Lo chiederò a Yuuko-san.»
Passarono alcuni secondi, scanditi dai passi dell'arciere.
«Puoi farmi scendere ora... Sto meglio...» Mormorò d'un tratto il più giovane.
«Non importa...»
La stanchezza era tanta e Watanuki non trovò la forza di insistere o di arrabbiarsi. Rimase semplicemente immobile, cullato da quel lento ondeggiare. In fondo gli era andata bene. Per un attimo, quando gli spiriti lo avevano attorniato aveva temuto di terminare in quel modo la sua breve esistenza. In un parco, divorato dagli spettri, solo.
«Doumeki...» Tentò. «Senti... dicevi sul serio, prima?»
«Prima quando?»
«Quando dicevi di Haruka-san che... potevo fingere fossi lui, se lo preferivo...» gli ricordò il più giovane.
«Si...»
«Sei un idiota!» Dichiarò a quel punto, sentendosi in colpa. «Se tu non tentassi continuamente il suicidio per salvare la mia stupida vita...» Urlò, riprendendo a dimenarsi. «Io non arriverei a dirti certe cose!»
«Sta fermo.» Gli intimò l'altro, fermandosi per sistemarselo meglio sulle spalle. «Non ho tentato nulla e... la tua vita non è stupida.»
«Cosa?» Strillò il ragazzo, riprendendo ad agitarsi. «Yuuko-san ha detto che potevi restarci! Ti sembra nulla questo?!» La sua voce si fece improvvisamente più morbida. «Non mi sei simpatico ma da qui a volerti morto...»
«E' proprio perché so di non piacerti che l'ho fatto.» Rispose l'arciere mentre, ormai giunti al tempio, si accingeva ad aprire.
Quelle parole scossero Watanuki, lasciandolo in silenzio per un po'.
Non aprì bocca neppure quando l'altro lo mise giù, ordinandogli di andare a dormire.
Aveva sicuramente sbagliato ad urlargli simili cose, pensò.
La sola idea che l'altro avesse rischiato la vita dopo quanto gli aveva urlato era qualcosa che non riusciva a sopportare.
Sapere che l'aveva fatto proprio perché pensava di essere detestato da lui era molto, molto peggio.
Con aria cupa si preparò per la notte, raggiungendo la camera e trovando Doumeki già sotto le coperte.
Dopo averlo fissato per qualche istante, spense la luce. «Cosa volevi dire con quello?» Chiese, sdraiandosi anche lui.
«Solo quello che ho detto.» Fu l'unica replica.
Watanuki si voltò dall'altra parte, osservando il rettangolo di cielo offerto dalla finestra, pensieroso. In quel mentre sentì l'altro girarsi mentre la mano si stringeva attorno al suo polso.
Anche in quei frangenti continuava a preoccuparsi per lui, pensò con amarezza. «Allora... buona notte.» Mormorò.
In risposta giunse solo un leggero mugugno.

~x~X~x~

Trovarsi fuori in piena notte, illuminato dalla morbida luce lunare e avvolto da un'insolita sensazione di pace: Se potevano esserci dubbi su quanto stesse accadendo, gli bastò osservare la struttura del tempio per comprendere che si trattava di un sogno.
Quel luogo era ormai divenuto testimone dei loro incontri, pensò sorridendo appena, alla figura comodamente seduta sul portico.
«Haruka-san...» Mormorò.
«Buonasera, Kimihiro-kun...» Rispose l'altro, concedendosi una nuova boccata di fumo.
Watanuki lo osservò per un pò, riflettendo sulla somiglianza tra nonno e nipote e sulla sua evidente difficoltà nell'abituarsi alla cosa. «Come mai... ci incontriamo?» Chiese con tono stupito. «Non che mi dia fastidio...» Si affrettò a correggere.
L'uomo si limitò a sorridere gentilmente. «Avevi bisogno di parlarmi? In fondo... siamo nel tuo sogno.»
«Che?» Replicò l'altro senza capire. Intanto però le prime domande stavano già giungendo magicamente alla sua mente. «Io... non so se...»
«Sentiti libero di dirmi quello che vuoi...» Proseguì l'altro portando la sigaretta alla bocca. Poi si produsse in un sorrisetto ironico, anche se tutt'ora gentile. «Non lo dirò a mio nipote, non preoccupati.»
«Che?! Co..cosa c'entra Dou... Shizuka adesso?!» Esclamò il più giovane arrossendo visibilmente.
Haruka gli sorrise guardandolo con espressione divertita. «C'entra di certo...» Dichiarò facendosi un po' più serio. «Credo che mio nipote sia... arrabbiato con me. Sbaglio?»
Il ricordo di quanto avvenuto quel giorno spinse Watanuki ad abbassare lo sguardo. «No... lui... se è arrabbiato con qualcuno... quello sono io.» Mormorò stringendo i pugni. «Oggi... abbiamo litigato...»
L'uomo lo osservò senza mutare espressione.«Litigato, per cosa?» Si informò.
«Per via dell'amuleto...» Commentò il più giovane. «Io... non lo so il perché. Lui si mette sempre in pericolo per salvarmi e...» Il pensiero di tutte le volte in cui l'amico aveva rischiato a causa sua lo rese improvvisamente vulnerabile. «Non ho idea del perché... Me lo dica lei. È suo nipote in fondo...»
Invece di rispondergli Haruka si limitò a rimirare la luna, parlandogli con tono volutamente distratto. «Parlami dell'amuleto.»
«Che...? Ah... ecco, è perché ho perso l'energia di colpo e Yuuko-san mi ha ordinato di stargli vicino. Così... ieri mattina Shizuka mi ha dato quel coso e...» continuò infervorandosi. «Io l'ho preso con me e alla fine si è rivelato essere un affare che poteva anche ammazzarlo! E così mi sono arrabbiato!»
Haruka lo osservò sorridendo e nel guardarlo, per un breve istante, Watanuki ponderò se anche Doumeki quando sorrideva appariva nello stesso modo. Un pensiero che si obbligò a scacciare via in fretta, irritato da sé stesso.
«Vedi Kimihiro-kun...» Proseguì l'uomo con aria divertita. «Mio nipote è sempre stato un tipo concreto. Anche da piccolo lo era.» Il suo sguardo si fece più dolce, probabilmente per via dei ricordi. «Potrebbe non dire mai quello che pensa ma sono certo che lo dimostri altrettanto chiaramente con i suoi gesti.»
«Beh dovrebbe imparare a dirle le cose!» Ribatté il ragazzo, con più foga.
«Ti ricordi cosa ti dissero i tuoi genitori la volta in cui ti ho aiutato a tornare?» La domanda improvvisa, del tutto distante da quando si attendeva, spiazzò Watanuki lasciandolo senza parole. «Ti dissero che non sei solo... ricordi?»
«Che... cosa c'entra questo, ora?» ribatté il ragazzo.
«Proprio non ci arrivi, eh?» Continuò l'altro, alzandosi ed avvicinandosi al giovane. «Yuuko-san deve avere un bel da fare con te..»
«Cosa?! Sono io che ho un gran da fare con lei! Ha idea di quanto beve?!» Si fermò nel notare lo sguardo improvvisamente serio del sacerdote.
«Kimihiro-kun, pensaci...» Replicò l'uomo. «Non essere soli significa avere qualcuno che ci vuol bene, che non vuole che ci succeda nulla. Cosa farebbe qualcuno con questi scopi?»
Watanuki sembrò ragionarci per un po'. «Io... non lo so. Forse... sarebbe gentile... con me?» Domandò con tono incerto.
Per tutta risposta Haruka si lasciò andare ad una delle sue risatine. La sua figura sempre più evanescente. «Si preoccuperebbe per te... » Chiarì, mentre ogni immagine svaniva per lasciar posto alle sue ultime parole.
«Cosa farebbe chi mi vuol bene?» Ripeté il ragazzo un attimo prima di svegliarsi.


«Si preoccuperebbe?» Esclamò emergendo dal sonno.
A pochi centimetri da lui, Doumeki lo stava fissando e, per un attimo, Watanuki pensò si trattasse ancora di Haruka.
Se la somiglianza fisica era tanta, caratteri ed espressioni risultavano però ben diversi e questo lo aiutò a comprendere la realtà dei fatti.
«T..tu! Come osi starmi così vicino?! Pervertito!» Esclamò saltando letteralmente fuori dal suo fouton. «Ma dico hai idea di cosa sia la privacy?!» Strillò, assumendo un colore di tue toni più rosso.
L'arciere lo studiò con espressione impassibile. «Idiota.» Borbottò. «Torna qui, prima di sentirti male.»
Sentendosi effettivamente più debole, il ragazzo obbedì e sospirò, lasciando che il padrone di casa ristabilisse il contatto.
«Prima... hai fatto il mio nome. Nel sonno.» Esordì quest'ultimo, spezzando l'improvviso silenzio.
Quell'affermazione sembrò sconvolgere il più piccolo. «Che hai detto?!» Esclamò osservandolo in un misto di imbarazzo ed incredulità. «Impossibile. Io non parlo nel sonno e... Non ti chiamerei mai per nome! Non scherziamo!»
L'arciere lo guardò con la solita espressione neutra. «L'hai fatto, invece. Hai detto cose come... Shizuka, Haruka-san, si preoccuperebbe... Devo continuare?»
«Tu! Potevi anche evitare di ascoltare una conversazione privata!» Strillò il più piccolo ormai conscio di non avere più difese sull'argomento.
«Non era privata. Hai fatto il mio nome. Mi riguardava.» Replicò l'altro fissandolo con sguardo cupo.
A quelle parole Watanuki iniziò a dimenarsi. «Ti ho già detto che non farei mai il tuo nome!!» Urlò, rosso per l'imbarazzo.
Doumeki continuò a fissarlo. «Anche prima l'hai fatto. Quando ti ho salvato.»
«Cosa?! Non è vero! E poi... e poi...» Al ricordo di quanto accaduto poco prima Watanuki non trovò altra scelta che arrendersi, sospirando stancamente. «Ho sognato tuo nonno...» Ammise.
«Ed hai fatto il mio nome.» Ripeté l'arciere, senza smettere di fissarlo. «Perché?»
«Con Haruka-san... capita spesso di nominarti.» Esclamò il più giovane, distogliendo lo sguardo.
Tra i due si fece largo il silenzio. Un momento di quiete presto interrotto dall'altro. «Perché.» Ripeté l'altro, in un sussurro.
La tensione data dalla conversazione e dai battiti del cuore, stranamente accelerati, infervorò Watanuki più del dovuto. «Perché sei uno stupido! Ecco perché!» Si lamentò. «Non si capisce mai a cosa pensi e fai sempre cose stupide e pericolose! Se solo avessi preso un pò della parlantina di tuo nonno!» Continuò stringendo i pugni al ricordo di quanto detto da Haruka-san durante l'ultimo incontro. «Anzi, dovreste imparare entrambi! Cos'era tutto quel parlare per enigmi. Cosa farebbe chi mi vuole bene? E che ne so io, che lo chieda ai diretti interessati insomma!» Urlò agitando i pugni chiusi verso la finestra, come se lì fuori ci fosse davvero il sacerdote.
Per nulla sconvolto dalle tante parole del più giovane, Doumeki lo bloccò riprendendo a parlare con tono immutato. «In pratica non capisci né se ti si parla né se si sta zitti.»
«Che hai detto?! Non è colpa mia se avete una qualche tara genetica. Tzè! Voi Doumeki! Tutti fascino e mistero!» Urlò senza badare alle parole appena usate.
A quell'affermazione, l'arciere lo fissò in silenzio per qualche istante, stranito sebbene dalla sua faccia non lo mostrasse. «Mi trovi affascinante?» Domandò infine, avvicinandosi per cogliere l'espressione del ragazzo che, resosi conto di quanto detto si era tappato la bocca con entrambe le mani.
«No!» Urlò un Watanuki color peperone! «Sono gli altri, a scuola... nel club... Sono loro che lo dicono! Non io!» Si giustificò.
«Quindi parli a nome degli altri...» Replicò il più grande, sorridendo all'espressione imbarazzata dell'altro.
Quel semplice gesto bastò a paralizzare Watanuki, che per diversi secondi osservò quell'espressione decisamente nuova sul volto dell'arciere. Un sorriso che riusciva a turbarlo.
La reazione del più giovane non passò inosservata. «Stai bene?» Gli domandò d'un tratto Doumeki. «Hai cambiato colore...»
«I...io è... tardi!» Replicò l'altro in sua difesa e, senza aggiungere altro tornò a sdraiarsi nascondendo il viso sotto le coperte.
Anche l'arciere fece lo stesso. «Non darmi del pervertito...» Mormorò infine prendendogli un braccio. «Lo faccio per te...»
Ancora più imbarazzato, Watanuki preferì rimanere in silenzio, osservando le poche stelle visibili dallo spiraglio di mondo offertogli dalla finestra, in attesa di scivolare lentamente in un sonno ristoratore.



Rieccoci qui! Allora piaciuto questo nuovo capitoletto? Siamo sicure che Watanuki ha fatto uscire di testa anche voi, vero? Noi ci siamo dovute sostenere a vicenda per non sopprimerlo. :P
Ma andiamo ad un importante news! Sperando di farvi cosa gradita, abbiamo deciso di premiare l'affetto che dimostrate alla storia, (nd.Wata: Storia? Quale storia? Queste vogliono vedermi in modalità uke, altro che! - nd.Lay ed Hary: Wata, tu sei uke! :P) dicevamo? Ah si, che volevamo premiarvi con un episodio speciale che postermo a metà settimana. Sarà una cosa piccina ma inerente alla storia, quindi non perdetelo :P


Doremichan: Grazie come sempre per i commenti al capitolo. ^^ Eh si, Watanuki fa tanto il duro ma alla fine ha il cuore tenero, quindi si è preoccupato. Come dargli torto. :P

Yusaki: Ahahaha il tuo cellulare porta gli occhiali? :P Comunque don't worry, le scene romantiche non mancheranno. Così come quelle angst ed, ovviamente, anche se non subito, quelle yaoi. Continua a seguirci. E' bello sapere che la storia piace. ^_^

Ikarikun: Che dirti se non: Buon viaggio e portaci qualche souvenir, noi dal canto nonstro  non ti faremo aspettare! Recensisci quando torni e saremo contente. Al tuo ritorno avrai di che leggere!

LawlietPhoenix: Grazie grazie. ^_^
Ci fa davvero piacere che la storia ti piaccia tanto. Noi ci teniamo molto, anche perchè ci occupa tantissimo tempo. ^^;
Eh, hai proprio ragione su Watanuki... è testardo ed in piena fase di negazione! Ma gli passerà, vedrai. *risata malefica*
Comunque, ci auguriamo che anche questo capitolo sia stato all'altezza delle tue aspettative. Alla prossima. :)

Naco chan: Metteremo i tuoi commenti sotto "spoiler" tra un pò. XD (nd. Lay)
Grazie come sempre per il commento al capitolo. Speriamo che anche questo ti sia piaciuto. In fondo siamo ancora alla parte introduttiva della storia. ^^

Witch of The Dimensions: Non sai nemmeno QUANTO piena di risvolti inattesi ed intrecci. Anche noi ci continuiamo ad incartare nonostante tutto. Comunque, Yuuko-san è sempre Yuuko-san, come faremo senza di lei? (ringraziate Lay per quanto viene bene!! ndHary - ¬.¬ ndLay) Speriamo che anche i prossimi capitoli ti piaceranno!

Raven di Halloween: *Lay ed Hari si accomodano e ordinano a Wata di portare gli stuzzichini.*
Oh ne avrai di spaventi da prendere! mhuahuahua
E le fan, ah! le fan! Tra poco vedrai... *misteriosamente*
Ahahaha sai che anche a Doumeki piace Watanuki quando si imbarazza? :P
Continua a leggerci! XD

Thyahiel: Graaaaazie ^_^ *Lay e Hari saltellano emozionate e rosse peggio di wata nei momenti peggiori* Noi molto contente ^^"
Ahahaha, non suggerire cose del genere al nostro Shizuka... potrà sembrare la calma fatta ragazzo ma sotto sotto... *sghignazzando*
Ah, rendere Watanuki più intuitivo? Temiamo che rendere più intuitivo quello zuccone sia troppo anche per lei, o comunque davvero troppo costoso. :P (Ahio! Doumeki, ma ti pare il caso di colpire così le tue autrici?! NdHary e Lay - Ve lo meritate. NdDoumeki)
Continua a seguirci! *vanno a medicarsi ;_;*

Non dimenticate di tornare a leggerci per metà settimana!

   
 
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