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Autore: Anonima Italiana    18/07/2019    4 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se, oltre a Giorgio, anche Riccardo avesse sfidato il divieto di Edoardo IV ai fratelli di sposare le sorelle Neville?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth Woodville, George Plantagenet, Isabel Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche tempo dopo…

Da ormai due mesi Anna Neville era rifugiata nell’abbazia di Saint Martin's  ; al sicuro, visitata quasi quotidianamente da Alice…ma pur sempre come in esilio. Il tempo trascorreva davvero troppo lentamente tra preghiere, letture dalla biblioteca e realizzazione di indumenti per i poveri, ovvero le uniche attività di cui la giovane poteva occuparsi. Vista la situazione non sarebbe stato giusto lamentarsi, ma Anna sentiva la mancanza di una vita più attiva e sociale; inoltre, era come essere rinchiusi in un mondo ovattato dove le notizie di ciò che accadeva all’esterno filtravano lentamente e molto frammentate.
Grazie agli aggiornamenti di sua cugina  Anna ora sapeva che Riccardo stava bene e che il pericolo della guerra civile era stato scongiurato; ma non aveva più saputo nulla, ad esempio, della sua famiglia, che giustamente continuava ad amare nonostante tutto.

 
Un tardo pomeriggio, dopo una breve passeggiata in uno dei giardinetti interni del monastero, Anna tornò nella propria cella visto che si avvicinava l’ora della frugale cena. Mentre attendeva cercò di leggere qualche pagina della Bibbia che ovviamente non poteva mancare nella cella di un monastero, ma tempo pochi minuti e abbandonò sbuffando ogni tentativo. Non era proprio in vena quella sera.

Trascorso un po’ di tempo sentì nel corridoio esterno un rumore di passi e si alzò così per andare ad aprire al monaco che  le avrebbe portato il pasto (era sicura che fosse lui a quell’ora, del resto non c’era molta gente che frequentava un’ abbazia) e, dopo aver lasciato la porta socchiusa, tornò al tavolo per togliere alcune cose che si trovavano sopra e fare così spazio al vassoio.
Mentre era girata a compiere questa operazione sentì che i passi avevano raggiunto la porta della cella e, senza voltarsi, disse: - Avanti padre, venire pure…-


- Padre?! Non ricordavo di essermi dato alla castità! -

Al sentire quella voce ben nota e amata Anna sussultò e si voltò diventando rossa per l’emozione e la sorpresa.

- Riccardo!-

Il duca di Gloucester fece appena in tempo a poggiare il vassoio che teneva in mano che sua moglie gli volò letteralmente tra le braccia, e finalmente i due giovani poterono riunirsi con immensa gioia dopo molti mesi.

Ma cos’era successo nel frattempo? Riccardo era riuscito a sistemare le sue faccende personali parlandone con Edoardo? E come era la situazione del Paese?

Per saperlo dobbiamo tornare un po’ indietro e cercare di fare un po’ d’ordine tra l’intricata situazione dell’Inghilterra e gli ancor più intricati intrecci tra i nostri personaggi….
 
Come raccontato da Alice, la riconquista di Edoardo era avvenuta lentamente ma  felicemente: dopo aver sconfitto Warwick e i suoi, il re aveva marciato sulla città di York (principale roccaforte della sua famiglia) riconquistandone il governatorato; da qui era ripartito per Londra, dove era stato accolto trionfalmente riprendendosi il trono.

 La prima cosa fatta dal re ritornato al suo posto era stata ovviamente liberare dall’esilio la moglie Elisabetta, le figlie e il neonato principe Edoardo che egli ancora non aveva conosciuto; per un periodo mentre il re sistemava le cose più urgenti e trascurate degli ultimi mesi  la famiglia era stata mandata a Grafton, la tenuta di campagna della famiglia Woodville, ritenuta più sicura e tranquilla per tutti. Ma erano già in atto i preparativi per un ritorno a corte in grande stile della regina e delle principesse, e inoltre per la cerimonia di presentazione del piccolo Principe di Galles.

E gli avversari?
Beh, qui la storia si fa più lunga, e purtroppo anche più dolorosa. Gli uomini di Richard Neville alla fine erano riusciti  a scovare il nascondiglio di Anna, ma naturalmente non avevano potuto fare nulla contro il diritto di asilo che veniva applicato nei luoghi religiosi; erano quindi ritornati a Middleham a mani vuote, riportando solo la notizia del ritrovamento della giovane.
A questo punto Warwick, con grande rabbia, aveva dichiarato alla famiglia che Anna doveva essere considerata una traditrice della propria famiglia e lasciata al destino che si era voluta scegliere da sola, rifiutando le decisioni di suo padre: per gli accordi con Magherita D'angiò si sarebbe trovata sicuramente un'altra soluzione, visto che anche la ex regina avendo pochi alleati non poteva certo fare la schizzinosa e perdere quei pochi che aveva.
 
 
Era stato così deciso di partire comunque alla volta della Francia dove li aspettava la D’Angiò; certo senza  Anna come pedina da usare la trattativa si apprestava a diventare molto più difficile di quanto sarebbe stato altrimenti, ma Richard Neville era un combattente e d era abituato a lottare fino al limite di ogni possibilità;  e anche stavolta non vedeva alcun motivo di non provare qualunque soluzione pur di arrivare in una posizione che lo ponesse perlomeno vicino al trono.
Isabella e Giorgio erano quindi ritornati in cima alla personale “lista di pedine” dell’ astuto “creatore di re”, forti anche dell’erede che presto sarebbe nato e che- a questo punto- DOVEVA a ogni costo essere maschio.

La partenza avvenne quasi subito dopo, in una mattinata fredda e ventosa, con un mare molto agitato: nulla faceva presagire una traversata tranquilla e questo agitò non poco la duchessa di Clarence che, quasi al termine della gravidanza, avrebbe gradito rimanere  comodamente a casa propria piuttosto che imbarcarsi in una traversata via mare per andare al cospetto di una ex regina alleatasi con loro per mero interesse (dato che nessun altro la supportava), ma che certamente visti i trascorsi guerreschi e familiari non poteva che disprezzare tutti loro. E oltretutto….senza Anna. Oh, come sentiva la mancanza della sorella! A volte pensava a lei con rabbia per averla lasciata sola in quella situazione, sena per di più curarsi delle conseguenze che la sua azione aveva avuto sulla famiglia;  molto più spesso invece la invidiava per il coraggio che aveva dimostrato a rifiutarsi di seguitare ad essere una pedina nelle mani del padre, e avrebbe tanto voluto avere anche lei almeno una parte
 
I cattivi presentimenti di Isabella aumentarono quando, arrivati al porto, mentre si preparava a salire sulla nave notò gli stallieri che faticavano a imbarcare Midnight, il cavallo di suo padre; l’animale, incappucciato, invece di lasciarsi condurre tranquillamente nitriva e puntava le zampe cercando di ribellarsi, evidentemente riluttante a qualunque tentativo di imbarco.  Solo dopo notevoli sforzi i servitori riuscirono nell’impresa.
Ansimando angosciata, e sentendo delle insolite fitte al ventre, Isabella si rivolse disperatamente alla madre che l’accompagnava:


- Visto? I cavalli sono animali intelligenti…lui  lo sa che c’è qualcosa che non va in questo viaggio! Vi prego madre, torniamo indietro, forse non è troppo tardi per chiedere perdono…-

- Ma che dici? Lo sai che quel cavallo ha un caratteraccio…- rispose Lady Neville, cercando di sostenere la figlia.

- Ci sono problemi?- fece loro Richard Neville sorpassandole piuttosto sgarbatamente per avviarsi sulla passerella per salire sulla nave, con un tono di voce che chiaramente significava che sarebbe stato meglio che di problemi non ce ne fossero…
Rassegnate le due donne salirono al seguito del rispettivo padre e marito, sistemandosi nella cuccetta a loro riservata, mentre il vento si faceva sempre più forte e il colore del cielo era sempre più nero.

Purtroppo le cose non erano destinate a migliorare né dentro né fuori dalla nave: mentre Isabella si metteva a letto tormentata da dolori sempre più forti e che preoccupavano non poco sua madre, il tempo peggiorò dapprima in un  forte temporale, che poi col passare delle ore divenne una vera e propria tempesta.
Purtroppo i timori di Lady Neville si rivelarono fondati: proprio mentre iniziava il temporale la giovane donna entrò in travaglio, terrorizzata perché, a parte la madre, non c’era nessun altro ad assisterla…ed anche l’occorrente per il parto si trovava chiuso in un baule che però era stato messo tra i bagagli, impossibile da recuperare.

In breve tempo la situazione cominciò a degenerare: mentre il temporale si trasformava in una terribile tempesta, il parto si rivelò ben presto più laborioso e complicato del previsto: la partoriente era preda di dolori lancinanti che non si poteva alleviare in alcun modo, se non mordendo un cucchiaio da cucina che la madre era riuscita a procurarle tramite uno sguattero acchiappato al volo mentre, terrorizzato dalla tempesta, cercava di nascondersi nel corridoio adiacente alla loro cabina.  Il ragazzino peraltro era l’unico che poteva prestare un minimo di attenzione alle due donne: il resto dell’equipaggio era impegnato  sopracoperta  a cercare di dirigere comunque la nave durante la tempesta, e si erano completamente dimenticati della presenza delle due donne a bordo.

Tra di loro ovviamente anche Richard Neville e Giorgio, dato che al tempesta sicuramente non distingue tra classi sociali…
I due erano stati peraltro avvisati di quanto stava accadendo di sotto: mentre Warwick aveva ordinato allo sguattero di dire alla moglie di non preoccuparsi perché il porto di Calais non era lontano, Giorgio inzuppato di pioggia e tenendosi in equilibrio come poteva dato il rollare della nave travolta dalle onde, quando poteva faceva su e giù verso la cabina per vedere come andavano le cose; altro non poteva fare, se non angustiarsi sentendo le grida della moglie e chiedere allo sguattero “Allora, è nato il mio primogenito?” quando questi correva fuori dalla stanza portando lenzuola sporche di sangue e cercando di farsi dare altra acqua bollente dal marinaio addetto alla cucina, che rispondeva bestemmiando e gridando che tanto presto sarebbero morti tutti annegati, pure quella strega a cui era venuto in mente di sgravarsi proprio in quel momento.

Ma il peggio doveva ancora arrivare:  col passare del tempo Lady Neville si accorse che il bimbo non si era girato come doveva, e quindi la sua scarsa esperienza in materia non bastava per aiutare la figlia: Isabella aveva bisogno assoluto di un medico e di una levatrice esperta, altrimenti non sarebbe sopravvissuta.
Peccato che, proprio mentre il porto era ormai in vista, Warwick e il comandante si accorsero scioccati che, accompagnata da un terribile stridore , la catena si stava sollevando e nel contempo sui bastioni del castello si stava innalzando lo stendardo con la rosa bianca, lo stemma degli York.


- I francesi chiudono i porti! Rimangono fedeli a Edoardo!-

Mentre Warwick e il capitano gridavano agli uomini di ammainare le vele, Giorgio aiutava il timoniere a cambiare direzione il più velocemente possibile per evitare che la nave si sfracellasse contro la catena; per fortuna riuscirono ad allontanare la nave quel tanto che bastava per trarla in salvo, facendo gettare l’ancora.  Una volta fermati (si fa per dire visto che la tempesta era ancora in corso), fu calata in tutta fretta una piccola barca diretta verso il porto con dei messaggeri il cui compito era informare dell’assoluto bisogno di fare attraccare la nave dato che su di essa era presente una duchessa reale in travaglio ed in pericolo di vita. I messaggeri vennero ricevuti dalle autorità, ma la trattativa si protrasse alcune ore…e nel frattempo la povera Isabella, ormai sfinita da un travaglio di quel genere affrontato in mezzo a una tempesta che non accennava a placarsi, partorì una bimba che  visse solo pochi minuti, alla quale fu dato il nome di Anne.
Vista l’inutilità delle richieste di aiuto, Lady Neville aveva cercato di aiutare la figlia come poteva rigirando il nascituro con le sue proprie mani, ma tutto era stato inutile. I genitori non ebbero nemmeno il conforto di poter battezzare in extremis la povera creatura, prima di gettarla in mare chiusa in una piccola cassettina rimediata fortunosamente.

Qualche ora dopo finalmente le trattative andarono a buon fine: le autorità francesi diedero alla nave il permesso di attraccare e ai suoi passeggeri quello di scendere. La famiglia potè raggiungere il proprio palazzo (che era anche quello dove i due giovani si erano sposati qualche mese prima), e a Isabella furono prestate le necessarie cure da parte di persone competenti…ma ormai era chiaro che quanto successo avrebbe lasciato segni indelebili nell’animo dei nostri protagonisti …

(fine diciottesima parte)


 
 
 
 
   
 
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