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Autore: Leotie    22/07/2019    1 recensioni
Un bambino vittima di abusi. Un uomo dal passato oscuro. Riuscirà l'amore a smacchiare le due anime da ogni ferita e colpa?
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Petunia Dursley, Severus Piton, Vernon Dursley | Coppie: Lily/Severus
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- …si, lo so, tu sei… il mio papà… -

Il cuore di Severus perse un battito per un istante

- Esatto, sono il tuo papà… -

Poi, pur di spezzare quella conversazione che lo feriva e gli ingarbugliava il petto, indicò al bambino la pozione.

- Bevi, Harry… la medicina ti farà addormentare per un po’, ma, quando ti sveglierai, potrai mangiare il gelato –

Il maestro di pozioni sentì la mano del piccolo posarsi sul suo polso.

- …stai qui con me? –

- Non me ne vado via. Sarò qui quando ti sveglierai, te lo prometto… -

- …va bene… -

Harry bevve la pozione e consegnò la boccetta vuota al suo salvatore. Poi, si stese e Severus rimboccò le lenzuola. Quest’ultimo prese a lambirgli i capelli, per aiutarlo a rilassarsi e addormentarsi più velocemente.

- …non combattere il sonno… sarò sempre vicino a te… - sussurrò.

E Harry cadde in un sonno profondo.

Poppy, nel frattempo, aveva lasciato in pace i due ricongiunti e si era ritirata nel proprio ufficio, consapevole della portata delle competenze di Severus in campo medico e pozionistico.

Fu poco dopo che la porta si spalancò ed un Silente dall’aspetto non minimamente turbato, docile, quasi fosse un leone addomesticato, entrò in infermeria. In realtà, dentro di lui infuriava una tempesta di rabbia. Il preside non poteva certo rivelare realmente i suoi pensieri, i suoi piani. Era un uomo subdolo, astuto come una volpe, pericoloso come un serpente dal veleno mortale. Le sue macchinazioni erano veleno che distruggeva e iniettava morte.

Silente aveva progettato ogni mossa da quando la profezia era stata rivelata a Voldemort.

Inizialmente, aveva separato Severus dal resto della sua famiglia, per forgiarlo nel dolore della disgiunzione; poi, dalla morte di Lily e James, aveva strappato il piccolo Harry dalle braccia del padre, affidandolo ai Dursley.

Conosceva profondamente la forza del bambino e aveva deciso di temprarlo facendolo crescere con uomini che non lo avrebbero amato.

Conosceva benissimo gli abusi subiti dal bambino, ma non aveva mai mosso un dito per aiutare Harry.

Silente era un lupo travestito da leone. Il suo motto “Per il bene più grande” era carta straccia: letteralmente, riassumeva bene quello che era il “contenuto” dei suoi piani, ma, in pratica, era tutta un’altra storia.

Severus e Harry erano due burattini da muovere come lui avesse disposto, per trarne vantaggio dalla guerra, ponendola a suo favore.

- Severus, ragazzo mio, cosa è successo? Un allarme mi ha avvisato che le barriere di sangue ai Dursley sono cedute. - disse Silente, lanciando un
Incantesimo Silenziatore.

Severus non si aspettava fino in fondo che quell’uomo facesse comparsa così presto.

Nonostante fosse sorpreso, prima di voltarsi, ripose su la maschera di lineamenti freddi e neutri. Grazie alle competenze che essere una spia gli aveva
fornito, era riuscito, a poco a poco, a comprendere l’ipocrisia del preside, la sua facciata perfettamente ingannevole.

- Albus – salutò, come sempre, mettendosi in piedi, per poi ribattere con voce melliflua: - Hai ragione, le barriere sono cadute. Questo perché io, e sottolineo io, mi sono interessato del benessere di mio figlio. Io l’ho tolto dalle mani di quei sudici babbani e io me ne prenderò cura d’ora in poi. -

Albus lo scrutò attraverso gli occhiali a mezza luna.

- Oh ragazzo mio, non dubito che tu abbia voluto e abbia tutt’ora a cuore il bene del bambino, ma non capisco perché tu stia insinuando che io non l’abbia desiderato per Harry, che considero come mio nipote. Non mi verrebbe mai l’idea di fargli del male! -

Severus aveva coperto con il suo corpo la visuale di suo figlio.

- Primo: Harry non è solo un bambino e di certo non un bambino qualunque. È mio figlio. Secondo:  come mi spieghi la tua grandissima indifferenza nei confronti dello stato di Harry in tutti questi anni? Ti sei mai degnato di controllarlo? Ti sei mai dannatamente degnato di toglierlo da quei mostri, QUANDO SAPEVI CHE VENIVA PICCHIATO, AFFAMATO, CHIUSO IN UNO SGABUZZINO, TRATTATO COME UN ELFO DOMESTICO? EH? Non fare il finto tonto Albus! -

- Severus, calmati-»

- NON DIRMI DI CALMARI ALBUS! CHI SEI TU PER DIRMI DI STARE CALMO?! –

Il volto del vecchio mago assunse un’aria tagliente, nonostante il tono di voce continuò ad essere paziente.

- Ti ricordo, Severus, che qualche anno fa sono stato io a far le veci di tuo padre e toglierti dai casini che ti eri procurato –

- Il debito è stato già ripagato e tu lo sai! –

- Dovresti saperlo che i debiti di vita non possono mai essere ripagati totalmente –

Il maestro di pozioni rise di amarezza mista a sorpresa.

- Ti facevo subdolo, ma mai così tanto… hai compiuto un passo falso, Preside. –

 Sottolineò l’epiteto.

- Pensavi, per caso, che non avrei scoperto i tuoi malvagi piani? Pensavi che non l’avrei capito?».

Severus non aveva realmente compreso cosa avrebbe davvero voluto fare Silente, ma aveva posto una tale domanda per far finalmente confessare il preside dei suoi crimini contro l’infanzia. Severus sapeva che Silente non aveva desiderato la morte di Lily, ma conosceva benissimo il lato caratteriale del vecchio mago e la tendenza ad approfittarsi di situazioni angosciose per trarne beneficio.

- Harry deve tornare assolutamente dai suoi parenti. -

- E io chi sono? Un fungo? Nel corso degli anni ho imparato a conoscerti, Preside, a comprendere ogni tua mossa, ogni tuo gesto. Ho osservato il tuo
linguaggio del corpo. Ogni volta che si parla di Harry o della mia famiglia i tuoi muscoli si irrigidiscono, tradendo ogni tentativo, fallito, di affabilità. E- -

- ORA BASTA! Prenderai tuo figlio e lo porterai indietro, oppure lo farò io stesso e non sarò tanto gentile con la tua posizione. –

Severus non si scompose. Alzò solo un sopracciglio.

- Ancora con le minacce? I tuoi tentativi di scoraggiare le mie azioni non mi faranno desistere dal compiere quel che ho deciso. Vedi di toglierti di mezzo, vecchio, o lo farò io stesso. -

Silente divenne rosso dalla rabbia.

- Se prendi il bambino ora, sarò costretto a doverti espellere, Severus, da questa scuola e da sotto la mia protezione. Come Capo del Wizengamot
posso facilmente esiliarti, cacciarti dal mondo dei maghi, renderti uno squib! -

- Certamente non mi faresti un torto. Ho vissuto così tanti anni come babbano che posso fare a meno della magia –

- Non dire sciocchezze, sai bene che non potrai nulla nel mondo babbano: nessuno ti assumerà, né sarai capace di trovarti un lavoro. Non hai alcuna competenza in alcun campo che sia non attinente alla magia! –

- Chi ti dice che io non le abbia? – rispose il maestro di pozioni, mostrando un sorrisetto furbesco e compiaciuto.

Albus mostrò una smorfia di tristezza.

- Non mi lasci altra scelta… -

I muscoli del corpo di Severus si tesero e contrassero, pronti a reagire a qualunque cosa Albus avrebbe dato seguito, e il suo volto abbandonò ogni espressione sfidante.

- …non ci provare, Silente. –

Il vecchio mago distolse lo sguardo, facendolo ricadere sul bambino, e mosse il polso velocemente, senza pronunciare alcuna formula. Il padre del
piccolo non riconobbe l’incantesimo lanciato.

- Che cosa hai fatto…? – domandò.

Il cuore gli comandò di girarsi, ma dar le spalle a quell’uomo potente significava mettere a repentaglio Harry ancora di più.

Decise di dar ascolto alla sua mente.

- COSA CAZZO HAI FATTO?! –

Silente incrociò le mani dietro la schiena.

- Vuoi il bambino? Ecco, prendilo, è tutto tuo! Solo… non ti aspettare che si svegli presto, Severus –

Vinse l’istinto paterno: cantò un Incantesimo Rigenerante sul corpicino di suo figlio, ma quest’ultimo non diede segno di rinvenimento. Il suo petto continuò ad alzarsi e abbassarsi ritmicamente.

- TU… TU SEI SEMPRE STATO UN BASTARDO E IO NON ME NE SONO MAI RESO CONTO! –

- Ohi, ohi Severus, non pensavo potessi rivolgermi parole così dure, non dopo che io ti ho salvato più di una volta… -

Il maestro di Pozioni avrebbe voluto scagliarsi contro Silente, prenderlo a pugni e ucciderlo, tuttavia si trattenne. I suoi arti tremarono dallo sforzo di
contenersi nei limiti della civiltà. Severus non avrebbe potuto nulla contro l’uomo, né fisicamente, né magicamente.

Consapevole che il vecchio non avrebbe fatto altro, Severus avvolse il bambino in una coperta e lo raccolse tra le braccia: il corpicino penzolava afflosciato… sembrava esser morto.

- …ti farò pentire di esser mai esistito. E questa è una promessa. –

Detto ciò, con voce mortale, entrò nel camino e si fece smaterializzare nella sua dimora a Spinners End, per evitare che Silente scoprisse il suo nascondiglio: un cottage che Severus aveva eretto a qualche km di distanza dal mare, nella speranza che un giorno il suo bambino fosse tornato a
vivere con lui.

Una fitta foresta si estendeva oltre la sabbia, simile alla Foresta Proibita, ma di diversa natura: in sé non comprendeva una energia malvagia, anzi, tutto
si formava e svolgeva in armonia ed equilibrio.

I fili d’erba si diradavano sempre più all’incontrar dei granelli dorati, confondendosi con essi. Il canto dei merli, la risata dei picchiarelli, il soffio dei barbagianni, il bubolio dei gufi incontravano dolcemente il garrito dei gabbiani, fondendosi con lo sciabordio delle onde schiumose.

L’aria salmastra riempiva i polmoni, cullandoli nella sua opulenza. Qualche metro più in là della linea di demarcazione tra erba e sabbia, si drizzava una piccola villetta bianca, a due piani.

Dopo un respiro profondo, portò il bambino in quella che avrebbe dovuta essere la sua camera da letto.

Depose il piccolo sotto le coperte e lanciò un incantesimo diagnostico, nella speranza che qualcosa facesse comparsa. La pergamena, però, non indicò nessuna anomalia, tranne che la febbre con cui il bambino era già arrivato in Infermeria.

- Maledetto Silente! – esclamò e tirò un pugno contro il muro. Lo strazio del cuore occultò il dolore fisico e l’ex mangiamorte non si rese conto dello scricchiolio delle sue ossa, né delle ferite sanguinanti sulle nocche.

Si passò nervosamente una mano tra i capelli. Cosa avrebbe dovuto fare? Mancava poco perché un attacco di panico si facesse strada e prendesse il sopravvento.

“Non è il momento per un attacco di panico.” si rimproverò. “Pensa lucidamente, maledizione!”

Avvicinò una sedia al bordo del letto e vi prese posto. Il primo passo per capire cosa fosse stato lanciato era osservare. E, così, Severus avrebbe fatto.

 
Per chi fosse arrivato fino a questo punto, avviso che questo è l'ultimo capitolo modificato (la storia è in riscrittura). Per non perdere aggiornamenti sulla pubblicazione del prossimo capitolo, seguitemi sul mio profilo instagram _emteeay_ 
   
 
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