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Autore: Fiamma Drakon    27/07/2009    1 recensioni
Strane chiamate senza risposta ed ombre evanescenti sono alcuni degli strani avvenimenti che turbano il quieto scorrere dell'esistenza di Pride, che si ritroverà alle prese con le sue prime "cotte adolescenziali" e a confronto con qualcosa che supera anche le capacità degli Homunculus...
[dedicata a valerya90 e _Titti_]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Pride
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9_Nel bosco Pride scattò seduto sul letto, incurante di Malice che ancora lo fissava, corse attraverso la stanza, repentino, agile, fulmineo e saltò oltre il davanzale, atterrando pesantemente in giardino, correndo via, nelle tenebre.
- PRIIIIIIIDE! -.
Il grido di Malice gli giunse attutito dal rumore dei suoi stessi passi, del suo respiro mozzato dalla corsa e dall’orribile frastuono nella sua testa, il chiasso psicologico che mai avrebbe voluto udire.
Nel bosco! Nel bosco! Quell’ombra è nel bosco! È tra noi!
Quelle frasi allarmanti provenienti dalle centinaia di alberi attorno a lui formavano un urlio incessante che gli provocava un mal di testa terribile.
Ma ancora più di quelle grida incoerenti, lo preoccupava il fatto che quell’ombra era giunta fin lì con il solo scopo di prenderlo.
Era arrivata per lui.
E non aveva scampo: se voleva liberarsene, doveva andare nel bosco.
Saltò oltre il muro di cinta e si precipitò fra le fronde smosse dalla fredda brezza notturna.
Si sentiva sempre più agitato ad ogni passo compiuto in quella desolazione, verso l’inesorabile incontro con quell’ombra.
Verso l’oblio.
La sua risata riecheggiò tutt’intorno a lui, quella gelida risata, agghiacciante quasi quanto la sua stessa voce, precedendo la sua lugubre ed inevitabile apparizione.
- Pride... benvenuto... - gli sibilò.
L’Homunculus si piantò sulle gambe, dritto, ostentando un coraggio ed una risolutezza che non provava realmente fino in fondo.
L’ombra inclinò appena di lato la testa.
- Mi sembri alquanto insicuro... riesco a leggere la paura nei tuoi occhi... eheheheh... -.
Pride non si lasciò perdere d’animo.
- Che cosa sei?! - esclamò, cercando di mantenere la voce ferma.
- Io? Sono l’ombra di ciò che un tempo eri tu... -
- C-come?! - domandò Pride, al colmo dello stupore, mentre un avviso di terrore s’insinuava dentro di lui, come una serpe, pronta a prendere il sopravvento al momento giusto.
- Semplice. Quando Alphonse aprì il Portale e tu nascesti, io riuscii ad uscire a mia volta... non lo sai che l’anima e il corpo si attraggono...? -.
Non poteva essere.
Non riusciva a crederci.
Quella... quella era l’anima dell’umano dalla cui fallita trasmutazione era nato.
Quella era l’anima di Edward.
- Edward... Elric? - domandò l’Homunculus, esitante.
- Vedo che almeno la tua precedente identità la ricordi... buono a sapersi... dovrò forzare meno la mano... - esclamò l’ombra.
Nei suoi occhi apparve un subitaneo scintillio.
- Io mi riunirò a te. Per sempre - ringhiò.
Pride indietreggiò di qualche passo, incerto, spaventato, prima di prepararsi ad attaccare.
Quando l’ombra gli fu dinanzi, avvertì un brivido di gelo percorrergli la spina dorsale, mentre schiudeva le zanne biancastre quasi volesse morderlo.
Continuò ad avvicinarsi, minaccioso, finché le sue zanne non gli sfiorarono la pelle del collo.
- Tranquillo... non sentirai nulla e dopo... dopo saremo insieme per sempre... - gli sussurrò freddamente.
Pride cercò di sottrarsi, ma la presa dell’ombra si era fatta d’un tratto concreta e salda.
Sarebbe stato succube di quell’ombra e dopo... sarebbe tornato umano.
Lo sapeva: basta l’anima a farlo divenire umano e quell’anima era proprio ciò che mancava affinché fosse un umano completo.
Dopo, sarebbe stato vulnerabile, sarebbe stato mortale. Di nuovo.
In quell’istante, avvertì un rumore accanto a sé, ma ormai era tardi: avrebbe vissuto da umano il resto dei suoi giorni, fino alla morte.
Di nuovo.
Chiuse gli occhi: non voleva vedere più nulla, avrebbe atteso la fine nelle tenebre.
Se doveva soffrire, avrebbe sofferto nelle tenebre.
D’un tratto, fu spinto via, a terra.
- PRIDE! -.
Il grido di Malice gli giunse di nuovo, ma da più vicino. Quest’ultimo si voltò, aprendo di nuovo gli occhi: Malizia era distesa a terra, alla portata di quell’Edward evanescente, che la teneva ferma per la gola.
- MALICE! - gridò l’Homunculus, facendo per rialzarsi.
- Non ti muovere, altrimenti la ucciderò... - disse.
- Tu brutto... lasciami andare! - ringhiò Malice, scalciando, cercando di divincolarsi.
- R-riesci a vederlo? - domandò Pride.
- Certo!  - esclamò Malice, dimenandosi con furia.
A quel punto, Pride ebbe come l’impressione che l’anima fosse divenuta in un certo senso corporea e sorrise, rialzandosi.
- Va bene... vieni -.
   
 
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