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Autore: Justice Gundam    29/07/2019    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 69 – Cain e Aya si ritrovano! L’esperimento di Zel

 

"Aya! Dove credi di andare, signorina? Non stai dimenticando qualcosa?"

"Mammaaaa! Insomma, ti ho già detto dove vado! Ho già recitato abbastanza, e adesso non resto qui a girarmi i pollici solo perchè tu vuoi che io faccia la brava bambina!"

"Si tratta di quei due perdigiorno, vero?"

"Uno di quei... perdigiorno... è il mio fidanzato. Anche se non merito una persona così gentile e generosa. E l'altro è mio fratello, anche se le ultime parole che ci siamo detti non sono state le migliori."

"Fratello? Di cosa stai parlando? Tu non hai mi avuto fratelli!"

"ANCORA CON QUESTA STORIA? Adesso basta, mamma! Siamo persone intelligenti e mature, eppure continuiamo con questa recita idiota! Beh, io non sono più disposta a farlo! Ci ho pensato, in questi giorni, e mi sono rotta le scatole di far finta che la nostra famiglia sia più felice dopo che hai costretto Cain ad andarsene!"

"Come ti permetti di parlare così a tua madre, signorina? Io non tollero che una persona così disgustosa viva sotto il mio stesso tetto, e non ti permetto di frequentarlo! Lo sai cosa si dice di chi va con lo zoppo!"

"Ah, sì? Bene, mamma, ho una notizia da darti... Cain lo conosce molto bene quel proverbio, è per questo che se n'è andato di qui! E io farò lo stesso! Non mi insegnerai ad essere una persona gretta e superficiale, che giudica le persone dall'aspetto piuttosto che dal loro animo!"

"Aya... tu... tu... non puoi dire sul serio! Ti rendi conto di cosa..."

"Sì, mamma. Me ne rendo conto. E mi dispiace... ti voglio bene, ma certi tuoi atteggiamenti, non li posso più sopportare. Non sei tu la mia unica famiglia. Adesso devo fare quello che avrei dovuto fare già da tempo. Ti manderò un' e-mail non appena potrò, nel frattempo... stammi bene."

"Aya! Aya, fermati! Fermati..."

 

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"Hmm... no... non mi fermo... non adesso..."

Aya borbottò qualcosa mentre si svegliava dal sonno indotto artificialmente, e la sua mente si riportò alla realtà. Per qualche istante, tutto quello che la ragazza riuscì a vedere furono delle sagome indistinte che fluttuavano davanti ai suoi occhi... e finalmente, la vista le tornò del tutto, e la prima cosa che riuscì a riconoscere fu il volto del fratello maggiore, che la guardava con quel suo classico sorrisetto acuto che faceva ogni volta che voleva prenderla in giro. Accidenti. Anche dopo tutto questo tempo, quello sciocco non era cambiato?

"Bensvegliata, brutta addormentata nel circo!" la salutò Cain, salutandola come se fosse un giorno qualsiasi. "Dormito bene? So che forse avresti preferito una principessa al tuo fianco, ma... beh, qualcuno mi chiama pure 'principessa', quindi... puoi accontentarti, immagino!"

Sì, il solito Cain. Non era proprio cambiato nulla.

"Hmm... sei proprio tu, eh?" borbottò Aya, cercando di svegliarsi completamente. Dopo un paio di tentativi, riuscì a mettersi seduta... e finalmente si rese pienamente conto della situazione in cui si trovava. Fino a quel momento, era stata sdraiata su un divano rosso, in una piccola stanza sotto quello che sembrava essere il tendone di un circo... strano, l'ultima cosa che ricordava era di trovarsi nella piazza principale di Agatipoli... e poi, all'improvviso, tutti avevano cominciato ad addormentarsi, sdraiandosi per terra o appoggiandosi con la schiena contro un muro, in pieno giorno! Aya aveva sentito una strana voce nella sua mente, e aveva cominciato a sentirsi letargica...

Ed ora, eccola lì, in quello strano posto... riusciva a vedere una postazione computerizzata all'altro lato della stanza, accanto alla quale si trovavano alcune persone e Pokemon...

Ma in questo momento, quello su cui lei era più concentrata era Cain.

"Sì, sono proprio io, sorellina! Perchè, chi ti aspettavi, Lance?" disse con tono ironico. "Eccomi qui... ne è passato di tempo, vero?"

Aya cercò di rimettersi a posto i capelli e sospirò, gettando al fratello maggiore uno sguardo che esprimeva esasperazione. "Certo che la fai facile, tu... e dove ci troviamo, adesso? Mi avete trascinata fin qui?" chiese, per poi notare la ragazzina castana e il ragazzino con gli occhiali che si avvicinavano, accompagnati da un Blaziken e un Gardevoir. "E questi chi sono? Tuoi amichetti della resistenza?"

"Oh, ti sei svegliata, vedo!" esclamò la ragazzina castana con la bandana, accogliendo Aya conun sorriso accomodante. "Io mi  chiamo Vera Maple... lui è il mio starter, Blaziken... e questi sono Max, mio fratello... e il suo amico Gardevoir." ognuno dei presenti fece un inchino o un saluto al sentire il proprio nome. "Sì, noi facciamo parte della resistenza contro il Team Meteora. Anche in effetti veniamo da Hoenn... è una storia un po' lunga."

"Blaze!" affermò Blaziken, quasi volesse dire che avrebbero avuto il tempo di spiegarle tutto più avanti.

"Piacere di conoscerti... quindi, tu sei la sorella di Cain, eh? Cain ci ha parlato di te, qualche volta." disse Max, aggiustandosi gli occhiali.

Aya sospirò di nuovo, un verso che esprimeva rabbia e frustrazione, e che colse un po' di sorpresa Max. Certo, era abituato ad Hitomi, che non era esattamente un'allegrona, ma quella ragazza sembrava quasi emanare un'ara di pessimismo e cinismo. "Certo, certo... immagino che vi abbia detto che io sono una strega e che non ci si può fidare di me, vero? Guardate che non è il caso di addolcirmi la pillola... lo so perchè è la verità."

"Ancora con questa storia, Aya?" rispose Cain, adesso un po' più serio, ma senza mai perdere il sorriso. "Te l'ho detto che non serbo rancore nei tuoi confronti."

"Beh, dovresti farlo!" rispose bruscamente la ragazza, e si voltò di scatto incrociando le braccia e guardando verso il basso. "Ti ho... voltato le spalle quando avevi più bisogno di me, e non mi sono opposta quando quella donna ti ha mandato via e ha cercato di farci dimenticare di te! Come puoi non essere arrabbiato con me? Dovresti odiarmi!"

Vera, Max e i loro Pokemon indietreggiarono, comprendendo che c'erano delle questioni personali aperte tra i due fratelli, e che loro due sarebbero probabilmente statidegli incomodi. Dall'espressione di Vera, si poteva arguire che aveva compreso che si trattava di questioni serie...

Cain, da parte sua, fece un sospiro e si sfregò la fronte con una mano. Era un discorso che aveva già fatto molte volte, e non riusciva a spiegarsi come mai Aya si ostinasse a non capire. "Aya... tu sei l'unica qui che la pensa così. Ascoltami... in parte, la colpa è stata mia. Me ne sono uscito fuori con questa notizia bomba sulle mie... preferenze, se vogliamo metterla in questo modo... e non vi ho dato la possibilità di farvene una ragione. Non voglio giustificare nostra madre. E non credo che potrò mai perdonarle di avermi mandato via in quel modo, senza neanche cercare di comprendermi... ma posso capire che sul momento, una notizia del genere possa sconvolgere."

Vera si ricordò di quello che aveva sentito in precedenza - che Cain fosse bisessuale. Fece una smorfia al pensiero che fosse stato quello il motivo per cui Cain era stato costretto ad allontanarsi dalla famiglia - che razza di madre era, una che faceva cose del genere a suo figlio?

"Ma tu... tu non hai colpa di quello che ha fatto nostra madre." affermò il ragazzo, battendo una mano sulla spalla di Aya per darle conforto. "Quanto avevi all'epoca? Credo... tredici o quattordici anni. Non eri nelle condizioni di opporti a nostra madre. Nessuno di noi ti biasima per questo!"

"Smettila di giustificarmi, Cain! Non lo capisci? Io sono una persona orribile, e non merito che tu mi voglia bene!" A questo punto, la ragazza stava cominciando a perdere la calma, e Cain si fece leggermente indietro, temendo di aver detto la cosa sbagliata. Questo, sfortunatamente, ebbe l'effetto di far agitare ulteriormente Aya, che si alzò dal divano e cominciò a strillare rabbiosamente. "Allora? Che vuoi dire, che non mi serbi rancore e che sono pur sempre tua sorella, vero? Che mi sentivo intimorita da nostra madre e non ho avuto il coraggio di dire la mia, vero? Tutte scuse... avrei dovuto prendere il coraggio a due mani, e costringere nostra madre ad accettarti, oppure avrei dovuto seguirti anch'io! Ma sono stata troppo codarda per farlo! Solo adesso sono riuscita a farmi coraggio e ad andarmene da casa! Ma intanto ti ho lasciato da solo... tu hai tutte le migliori ragioni per odiarmi... io... io... non merito di... di... avere un fratello che... io non..."

Le emozioni avevano ormai completamente sopraffatto Aya, che si sedette di colpo sul divano come se le sue ginocchia avessero ceduto di colpo, e cominciò a singhiozzare. A quel punto, l'attenzione di tutti era rivolta a lei e a Cain... e il ragazzo dai capelli viola sembrava talmente stupefatto, o meglio dire sconvolto, che non sapeva esattamente cosa fare. Si voltò verso Vera, Max e i loro Pokemon, che però non furono in grado di aiutarlo se non rivolgendogli un'espressione comprensiva. Era una faccenda in cui non erano sicuri di potersi immischiare, per paura di dire la cosa sbagliata.

"Che... che sta succedendo, qui?" chiese Drew, raggiungendo Vera e suo fratello assieme ad Ortilla ed Alty. Il Gardevoir di Max aprì le mani, come per dire che era un problema di non semplice spiegazione, e indicò Aya che continuava a piangere e a darsi la colpa, tenendosi la fronte con entrambe le mani. "Oh... capisco, ci sono... dei problemi con quella ragazza, eh?"

"Lei è la sorella di Cain... e a quanto pare ci sono dei problemi che si portano dietro da un bel po'." spiegò Vera, non volendo spiegare oltre per non essere importuna.

"Accidenti..." mormorò Ortilla, desiderosa di poter fare qualcosa per dare una mano. Aya stava prendendo molto male l'intera situazione, e Cain non dava l'impressione di sapere cosa fare per darle una mano. Da una parte, Ortilla temeva a sua volta di ficcare il naso in affari che non la riguardavano... ma dall'altra, non si sentiva per niente tranquilla a lasciare tutto così com'era.

Alty svolazzò accanto alla sua allenatrice, e Vera notò che la graziosa Pokemon Drago/Volante stava in qualche modo cercando di convincere Ortilla a dare una mano. Ma la bambina dai capelli turchini esitò per qualche istante.  Che cosa si dice a due fratelli che si vogliono bene, ma che hanno dei punti di vista così opposti che il tentativo dell'uno di mettere a posto le cose non aveva fatto altro che far agitare ulteriormente l'altra?

Ortilla ci pensò su. In fondo, lei aveva cominciato ad allenarsi peressere una coordinatrice per vari motivi... perchè le piacevano le luci della ribalta, perchè le piaceva allenarsi assieme alla sua cara Alty, perchè lo riteneva un modo per fare onore a suo zio Adriano... e per dare un po' di gioia a coloro che assistevano alle sue gare. Anche quello era un motivo valido, a suo parere. E adesso, c'era una ragazza, davanti a lei, che aveva bisogno di essere tirata su. Forse era il caso di provare...

Anzi, no, niente 'forse'. Dal punto di vista di Ortilla, la cosa più giusta da fare era cercare di darle una mano e convincerla che lei non era la persona orribile che riteneva di essere. Tutti hanno diritto ad essere felici, ed Ortilla non si sarebbe sentita in pace con sè stessa se non avesse almeno cercato di darle una mano.

Aya si era un attimo calmata, ma continuava a volgere lo sguardo dall'altra parte rispetto a suo fratello, quasi ritenendosi indegna di guardarlo negli occhi. Ortilla decise di approfittare di questo momento per avvicinarla e parlarle, e dopo averla raggiunta, si sedette accanto a lei e le mise una mano sulla spalla.

"E... e tu cosa vuoi? Lasciami in pace! Non vale la pena che tu perda tempo con una come me..." Aya cercò di convincere Ortilla a lasciar perdere e si tirò indietro, ma senza eccessiva convinzione.

La bambina dai capelli turchini e la sua fedele Altaria si guardarono... e Ortilla diede un segnale ad Alty, abbassando un po' la testa e strizzando un occhio. La graziosa Altaria comprese al volo il messaggio, e ridacchiò tra sè, poi svolazzò con eleganza davanti alla suaallenatrice e si fermò davanti ad Aya, che sentendo una lieve brezza soffiarle sul viso, alzò lo sguardo e la osservò incerta.

"Che... che cosa c'è?" chiese Aya, finalmente scossa dal suo autocompatimento. "Ci sono problemi? Sono... sono stata io a..."

Prima che la ragazza dai capelli viola potesse completare la frase, Alty chiuse le ali attorno a sè e, con una spinta poderosa, si sollevò verso il soffitto del tendone, dove eseguì un volteggio, e spalancò le ali creando attorno a sè un vortice di piume bianche! Aya fece un salto per lasorpresa e si ritirò sulla poltrona, e le piume cominciarono a volteggiare attorno ad Alty come spinte da un vortice apparso dal nulla. Allo stesso tempo, la Pokemon Drago/Volante cominciò a risplendere di luce propria, e i raggi, obbedendo a qualche legge del mondo dei Pokemon che non aveva molto a che fare con la fisica, si rifletterono sulle piume, creando una spettacolare tessitura di luce tutt'attorno ad Alty! Ipnotizzati da quella spettacolare tecnica, Cain ed Aya restarono a guardare meravigliati, seguendo ogni movimento con lo sguardo...

...e quando Ortilla fu sicura che l'attenzione di Aya fosse stata sufficientemente attratta, sorrise argutamente e fece il segno dell'okay alla sua Pokemon. Un'espressione divertita apparve sul volto di Alty, e il suo becco sembrò quasi sollevarsi in un sorrisetto... un attimo prima che la graziosa Pokemon Drago/Volante aprisse nuovamente le ali, e il vortice di piume danzanti si diresse verso Aya, che si accorse troppo tardi di esserne il bersaglio!

"Ma che cosa... Kyaaaa!" La ragazza alzò le braccia, cercando come poteva di proteggersi, ma diverse piume si intrufolarono nei suoi vestiti, sotto le maniche o nella veste, e cominciarono a sfregarle la pelle, provocandole un solletico che presto divenne insopportabile! Aya scoppiò a ridere e cominciò ad agitarsi, sfregandosi freneticamente sulla poltrona nel tentativo di liberarsi da quelle fastidiose piume, ma queste sembravano essere dotate di volontà propria, e si intrufolarono nei punti che la ragazza aveva lasciato scoperti, continuando a farle il solletico. "Huhuhuhuhuhu HAHAHAHAHAHAHAAAA! Bastaaaaa, pietaaaaaà! Il solletico noooooo!"

Vera, Max e i loro Pokemon erano rimasti ad osservare esterrefatti la scena, e adesso stavano guardando Aya che cercava disperatamente di sfuggire a quella buffa tortura sfregandosi sulla poltrona come un cane pieno di pulci! Anche Cain era rimasto sbalordito... ma ben presto, riuscì a vedere il lato divertente della situazione, e cominciò a ridacchiare.

"Heheheheee... lo sai, sorellina? Sei molto più carina quando ridi, anche se ti stai scalmanando come un Primeape in piena crisi esistenziale!" la prese in giro Cain.

Gardevoir sospirò e alzò una mano in direzione di Aya. "Okay, credo che possiamo anche concludere qui... Max, posso farli smettere?" chiese telepaticamente al suo allenatore. Quando Max si aggiustò gli occhiali e disse di sì con la testa, Gardevoir fece un piccolo sforzo di concentrazione e diresse un lieve attacco Confusione verso Aya. Le piume che la stavano "tormentando" si fermarono e vennero estratte dai suoi vestiti tramite telecinesi, per poi cadere sul pavimento e lasciare Aya a riprendere fiato, seduta sulla poltrona con aria stupita ma allo stesso tempo sollevata. Sembrava che aver fatto quella risata scatenata le avesse un po' tirato sul morale.

"Phew... Uff... accidenti... non ricordo di aver riso tanto da... da quanto? Non... non me lo... ricordo più..." mormorò, una volta ripreso abbastanza fiato da parlare. Alzò la testa e guardò verso Ortilla ed Alty, che si stavano stringendo la mano (o l'ala, nel caso della Pokemon) come per congratularsi a vicenda dell'idea. "Voi due... che cosa vi è saltato in mente? E' stato tanto divertente farmi il solletico fino quasi a farmi morire dalle risate?"

"Altaria!" esclamò Alty, sbattendo le ali e muovendo la testa come per dire: Sì, lo è stato!

Ortilla ridacchiò gentilmente e strizzò un occhio in direzione di Aya. "Beh, se non altro, siamo riusciti a farti divertire un po'!" affermò. "Sai, non era per niente bello vederti così disperata... per delle colpe che non è giusto che tu ti addossi."

Aya fece qualche altro respiro e si sfregò ancora un istante per farsi passare il prurito. I suoi modi si fecero di nuovo cupi mentre si metteva a posto i vestiti e guardava di nuovo prima verso Cain, e poi verso Ortilla ed Alty. "Che cosa vi fa pensare che quello che ho fatto non sia tanto grave?" chiese infine. "Non ho difeso mio fratello dai pregiudizi di quella bigotta di nostra madre, che non l'ha più accettato in casa soltanto perchè non pensava che Cain avesse il diritto di innamorarsi di chi vuole. E' colpa mia se mio fratello è stato costretto a vivere per le strade di quell'inferno chiamato Reborn City... quindi perchè non dovrei farmelo pesare?"

"Perchè... beh, perchè la colpa non è tua, Aya!" riprese Cain, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. "Non sei stata tu a mandarmi via, ma nostra madre. Va bene... forse se tu fossi intervenuta nostra madre avrebbe cambiato idea... ma ho come l'impressione che alla fine non avrebbe fatto nessuna differenza. Lo sai com'è fatta, lei... o si fa come dice lei, o niente. Sinceramente... credo che me ne sarei andato di casa comunque. Tutto quello che lei ha fatto è stato anticipare la cosa di qualche mese."

Aya congiunse le mani sul grembo e scosse la testa. "Tu mi stai chiedendo di giustificare il fatto che non ti ho difeso... con la scusa che tanto, sarebbe accaduto in ogni caso, prima o poi?"

"Hey, tutti noi facciamo degli errori. Non sarò io a scagliare la proverbiale prima pietra."  rispose il ragazzo dai capelli viola, facendo un sorriso e arruffando affettuosamente i capelli alla sorella minore, che reagì con un'esclamazione infastidita e cercò di sottrarsi. "E poi, scusa... come potrei mai finire per odiare la mia sorellina?"

"Cain ha ragione, tutti fanno degli errori. E' giusto che tu te ne sia resa conto, ma non servirà a niente punirti eccessivamente." continuò Ortilla.

Drew continuò il discorso. "E' vero... e poi, detto sinceramente, non credo che siano molte le persone che avrebbero il coraggio di opporsi così apertamente alla propria madre, soprattutto se si tratta di una persona dominatrice e tirannica... come voi mi descrivete la vostra." affermò. Vera disse di sì con la testa, le braccia conserte sul petto.

Aya restò in silenzio a riflettere su quello che aveva appena sentito. Non sarebbe certo bastato quello a mandare via il senso di colpa che aveva provato per tanto tempo... ma almeno adesso, Aya aveva motivo di pensare che la responsabilità per quello che era successo a suo fratello non fosse tutta sua. Per la prima volta dopo tanto tempo, sentiva che l'affetto che Cain ancora provava per lei non era immeritato, e che i suoi amici le stessero ancora vicino non per pietà, ma perchè la consideravano davvero una persona di valore. Era una sensazione strana, e avrebbe avuto bisogno di tempo per abituarsi... ma allo stesso tempo, si sentiva in parte liberata da un peso che le gravava addosso da tempo.

Finalmente, Aya tirò un sospiro e si appoggiò di schiena alla poltrona. "Certo che voi avete un modo tutto vostro di far sentire meglio la gente, eh?" chiese con un pizzico di sarcasmo.

Gardevoir alzò le spalle e disse di sì a Max. "Facciamo quello che possiamo." rispose il ragazzino con gli occhiali, come se fosse una cosa di tutti i giorni.

"Io penso... che far sentire meglio la gente sia qualcosa di giusto e rispettabile." continuò Ortilla, e accarezzò Alty sulla testa, per poi prendere le sue Pokeball e aprirle una per una. Scraggy, Bibarel e Spinda apparvero a fianco della Pokemon piumata, ognuno di loro facendo un piccolo numero di abilità - Scraggy fece una breve danza del ventre, Bibarel camminò sulle mani per un breve tratto, e Spinda si mise a testa in giù e volteggiò sulle orecchie un paio di volte! Poi, ognuno di loro si mise sull'attenti e fece un inchino, ricevendo un applauso dai presenti.

"Visto? Anche i miei Pokemon sono d'accordo." continuò Ortilla, con Alty che muoveva il becco in alto e in basso con fare saccente! "Quello che voglio dire... è che penso che tenere alto il morale delle persone sia importante, soprattutto in un posto come Reborn. Non c'è nulla di sbagliato nel voler far divertire gli altri... e credimi, è più difficile di quanto si potrebbe pensare."

"Bibarel..." squittì il buffo Pokemon castoro... per poi scivolare con le mani e scivolare comicamente a terra, la coda in alto e le zampe posteriori che annaspavano!

"Okay, forse per qualcuno non è tanto difficile..." affermò Max. Seguì un'altra breve risata generale, e Ortilla strizzò un occhio ad Alty, che svolazzò verso Bibarel, gli prese gentilmente la coda e lo aiutò a rialzarsi. Il castoro squittì inbarazzato e si sfregò la nuca con una mano...

"A questo proposito... credo che anche il tuo caro Pietro si sveglierà molto presto!" continuò Cain, e diede una lieve gomitata di intesa alla sorella minore, che arrossì di colpo e girò la testa dall'altra parte. "Vero che quel tipo ti piace... eh, sorellina? Non puoi nasconderlo!"

"C-cosa?" esclamò stupita Aya. "N-no! Che ti salta in mente, Cain? Non è affatto così! Siamo... siamo solo buoni amici, tutto qui!"

Ignorando del tutto la risposta di Aya, Cain si alzò dal suo posto e congiunse le mani con un sorriso serafico dipinto sul viso, poi cominciò a declamare versi che dovevano suonare poetici, ma riuscivano soltanto ad essere ridicoli! "Aaaah, il vero amore... è una cosa grande! Per la mia sorellina sta arrivando la primavera, anche nel bel mezzo di un bidone della spazzatura a cielo aperto come la Palude Mercurio! Si aprano le nuvole, e i cieli versino la loro luce su questi amanti ostacolati dal destino!"

"Ma che sta dicendo?" mormorò Vera scuotendo la testa, con tanto di gocciolone di sudore sulla nuca! Blaziken si mise una mano sulla fronte e scosse la testa, e sia Drew che Max cercarono come potevano di trattenere le risate.

"Fratellone... la pianti di fare questi voli pindalici?" si inalberò Aya, con gli occhi trasformati in fessure e una comica venuzza pulsante che le appariva sulla fronte. "Ma... ehm... stavate dicendo... che anche Pietro è qui?"

"Uuuugh... sì, ci sono anch'io! Ho fatto una dormita che non vi dico..." mormorò la voce ben conosciuta di Pietro, che si sfregò gli occhi e si avvicinò ad Aya con un sorriso un po' stentato. Dava l'impressione di essersi appena svegliato da un lungo sonno... e in effetti, le cose stavano proprio così. "Ciao, Aya... ero andato con Cain ad Agatipoli per scoprire che diamine stesse accadendo da quelle parti... e guarda caso, abbiamo trovato te che dormivi come la bella addormentata!" Concluse la frase con un sorrisetto acuto, e Aya grugnì e si voltò leggermente per l'imbarazzo. "Ecco... come mai da quelle parti, Aya? Ti mancavo, vero?"

"F-forse un po'... ma proprio un pochino, eh?" rispose Aya, il cui volto stava diventando sempre più rosso! "Più... più che altro, diciamo che ad un certo punto, una si rende conto che ha fatto qualcosa di sbagliato, e cerca di rimediare! E' per questo che ho fatto un viaggio fino ad Agatipoli con i miei Pokemon... volevo dare una mano a voi della resistenza... volevo almeno cercare di capire cosa stesse tramando il Team Meteora da quelle parti... ma poco dopo che sono arrivata, ho visto che un sacco di gente stava dormendo come tanti Snorlax che hanno appena finito di mangiare un banchetto per venti persone!"

"E quando abbiamo trovato te e Pietro, stavate ronfando come ghiri anche voi." affermò Drew... e non resistette alla tentazione di lanciare loro una frecciatina. "Tra l'altro, eravate tanto carini, addormentati là, vicini vicini..."

"Awwww, ma perchè non mi godo mai certi momenti?" esclamò Pietro, con espressione serafica e tanto di scintille dorate che brillavano attorno a lui. Era in piena estasi... mentre Aya dava l'impressione di voler sprofondare!

"Dovevi proprio dirglielo?" lo rimbeccò Vera.

Il ragazzo dai capelli verdi alzò le spalle. "Sì. Dovevo. Era un'occasione come nessun altra."

"Ehm... comunque, quello che Sandone, Celeste e Terra hanno scoperto... è che molto probabilmente questo sonno è dovuto a qualche altro marchingegno del Team Meteora, probabilmente un Hypno, un Jigglypuff o qualche altro Pokemon che provoca il sonno, potenziato tramite una macchina PULSE." continuò Ortilla. "Al momento, Hitomi e Ritchie li stanno assistendo... stanno cercando di capire da dove viene questo segnale che fa addormentare la gente. Non è da queste parti, questo è sicuro."

"Capisco..." disse Aya, e si fece da parte quando Pietro si avvicinò, in modo da dargli lo spazio necessario per sedersi. "E allora... adesso che cosa si fa?"

"Aspettiamo che ci diano dei risultati..." disse Max, mentre guardava verso il terminale all'altro lato della stanza. "C'è un altro terminale, un po' più grande, in un'altra stanza, e stanno lavorando su quello. Speriamo che stianofacendo dei progressi..."

 

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In un'altra stanza, in effetti, Hitomi, Ritchie e Sparky stavano lavorando ad un altro terminale assieme a Sansone, Celeste e Terra... ovviamente, in questo caso, la parola 'lavorare' aveva una definizione un po' diversa da quella che le persone di solito le danno...

"Stupefante, fantabulante, amante!" esclamò Terra quando sul terminale apparvero i risultati della sua ricerca, sotto forma di un'ampia  mappa del continente di Reborn, sulla quale spiccava un puntino rosso intermittente in prossimità di una zona a nord-est, tra le cime di un'alta catena montuosa. Senza un apparente motivo, la ragazza dai capelli arcobaleno si mise nella posizione di una ballerina di danza classica e cominciò a piroettare per la stanza, descrivendo una serie di volteggi attorno a Celeste, che alzò gli occhi al cielo con l'aria di una che aveva già visto un sacco di volte scene simili. "E con questo, la vostra Terra ha scoperto il tesoro! L'acqua calda! La quadratura del cerchio... anzi no, ha scoperto solo il punto da dove il nuovo PULSE del Team Meteora canta la ninna nanna nonna alla gentaglia di Agatipoli! Non si merita un applauso?"

"Qualcuno le tiri una randellata sulla testa prima che io capisca i suoi deliri e impazzisca a mia volta." rispose Hitomi. Il ricciolino ribelle sulla sua testa si era tutto spiegazzato per la frustrazione, e la bambina si stava tenendo la fronte per il feroce mal di testa che Terra le aveva causato. Ritchie e Sparky non erano altrettanto sconvolti, ma i modi di fare della stravagante esperta di Pokemon Terra stavano mettendo a dura prova anche la loro pazienza.

"Pikachu..." disse Sparky. Caricando una lieve scossa elettrica sulle guance, il Pikachu con il ciuffetto indicò Terra al suo allenatore, chiedendogli se volesse che lui le tirasse una Tuononda per farla stare ferma almeno un po'.

"Lascia perdere, Sparky... quella è talmente piena di energia che credo che in qualche modo una Tuononda la caricherebbe ancora di più." affermò il ragazzino di Kanto, e si rivolse a Sansone che stava arrivando in quel momento, portando con sè alcuni piatti di tramezzini come se non pesassero niente. "Davvero è così tutti i giorni, Sansone? Tu e Celeste siete praticamente dei santi se riuscite a sopportarla..."

Sansone fece una risata gioviale e appoggiò i piatti su un tavolo vicino. "Ecco, servitevi pure, ragazzi. No, state tranquilli, Terra è così solo quando sta lavorando. Altrimenti è peggio." commentò. "Comunque, quello che conta è che abbia trovato il segnale del PULSE, no? Hey, Terra, non sai per caso di che Pokemon si tratta?"

"Tsk tsk tsk tsk tsk... io sono una clown. Una domatrice di Ciel. Non ho enciclopedia scritta in faccia! Anche perchè è un po' difficile scrivermi sulla faccia, dood!" rispose la ragazza. Smise per un attimo di piroettare e si mise in equilibrio su un piede solo, mettendosi in una posa da acrobata. "No, mi dispiace, non so che Pokemon è! Che vita sarebbe se  sapessimo tutto subito? Una vera noia, no? Però vi posso dire che si trova vicino alla città di Ametripoli."

"Ametripoli? Ah, sì, è una cittadina dispersa tra i picchi innevati! Molto carina, se posso dire la mia." commentò Celeste, avvicinandosi al terminale con andatura elegante e un po' ammiccante. "In effetti... è un posto difficile da raggiungere, e non mi stupisce che abbiano deciso di piazzare lì una macchina PULSE. Non sarà per niente facile da raggiungere..."

"Immagino che questo significhi che ce ne occuperemo noi, vero? Tranquilli, ormai ci siamo abituati." Hitomi rispose, ormai abituata a come andavano di solito le cose.

Sansone e Celeste si guardarono per un attimo, e il forzuto ghignò e strizzò un occhio alla sua ex-fidanzata prima di fare un passo verso il gruppo. "A dire la verità, ragazzi miei... non andrete da soli. C'è il vostro Sansone a darvi una mano!" esclamò, la voce da baritono che riecheggiava nella sala e faceva quasi vibrare le pareti del tendone. Quando Ritchie, Sparky ed Hitomi lo guardarono, piacevolmente sorpresi dalla notizia, l'esperto di Pokemon Lotta si schiarì la voce e parlò con un tono un po' più normale. "Ehm... stavo dicendo... che per un po', posso assentarmi da qui. Credo che avrete bisogno di un po' di supporto per quello che vi attende sulle montagne di Ametripoli. E poi, in fondo, è un favore che devo alla signorina Saphira."

Hitomi disse di sì con la testa, e fece un raro, piccolo sorriso. "Grazie, signor Sansone... Signorina Celeste, signorina Terra... spero che questo non vi dia troppi problemi." disse infine, contenta di poter contare sull'aiuto di una persona che dava l'impressione di essere affidabile e in gamba.

"Hohohohooo... tranquilli, ce la caveremo! Anche se, in effetti, senza il nostro Sansone, questo posto è un po' noiosetto!" disse Celeste, battendo una pacca amichevole sulla spalla del forzuto. Hitomi tese un po' le orecchie verso la fine della frase, ed ebbe la sensazione che la graziosa acrobata dai capelli blu provasse un pizzico di nostalgia... "Anzi, a questo proposito... piccola Hitomi, che ne diresti di un piccolo incontro di allenamento con Sansone... proprio davanti al nostro pubblico? Credo che sarebbe un buon modo per vedere di cosa sei capace... e far vedere a tutti gli abitanti di Reborn che ci sono persone capaci come voi che continuano a lottare contro il Team Meteora!"

"Hmm... una proposta allettante! Sinceramente, sono curioso di vedere di cosa sono capaci questi giovani ribelli!" affermò Sansone sfregandosi il mento. Un grosso Machamp arrivò da un ingresso laterale, e guardò verso il forzuto come se volesse chiedergli cosa stesse accadendo. "Aaaah, Machamp, vecchio amico mio! Se i nostri ragazzi qui presenti accettano, questa sera mettiamo su un bello spettacolino! Una battaglia di Pokemon di quelle come si deve! Che ne dici, piccola? Ti va di metterti alla prova? Davanti a tutti gli spettatori di questo circo... e tutto il popolo di Reborn?"

Hitomi non si era aspettata per niente una simile proposta, e restò per qualche attimo come imbambolata senza dire nulla. Diceva sul serio? Le stava proponendo una battaglia di Pokemon davanti a tutto quel pubblico? E sarebbe stata mandata in onda sugli schermi tutto Reborn?

La ragazzina riprese subito il suo tono serio e deciso. E perchè no? In fondo, aveva pur deciso di partecipare al campionato di Hoenn, dove avrebbe dovuto combattere di fronte a centinaia di spettatori, quindi perchè adesso le venivano queste strane fisime? Forse perchè era un pubblico chenon conosceva? Che stupidaggini... un'allenatrice degna di questo nome non poteva certo farsi frenare da così poco?

"Una sfida, quindi." rispose Hitomi. Dopo averci pensato per un attimo, giusto per essere sicura di cosa rispondere, la bambina fece un sorrisetto e annuì. "E va bene. Vediamo se riesco a mettere su uno spettacolo interessante."    

"Ottimo, ragazzina. Credo che ci sarà da divertirsi!" rispose Sansone, gettando un'occhiata di intesa a Ritchie, Sparky e infine Terra. La ragazza dai capelli multicolore fece il segno di vittoria e si sistemò un codino.

"Stupendo! Farò in modo che nessuno si perda nulla!" esclamò. "Mi raccomando, bambini e bambine, tutti all'arena per stasera! Occhio agli occhi, e chi ha orecchie per intendere, orecchi!"

"Questo non aveva neanche senso..." commentò Ritchie scuotendo la testa, con un'espressione vagamente infastidita.

"Pikachu, pika pika!" fu la risposta di Sparky, mentre Terra riprendeva a piroettare e si allontanava come niente fosse.

 

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"Bene. I calcoli si sono rivelati corretti. Come immaginavo, il DNA instabile di quel tipo di Pokemon si è rivelato abbastanza malleabile da adattarsi a questo esperimento."

Seduto ad una scrivania in un laboratorio illuminato in maniera tetra ed inquietante, lo scienziato del Team Meteora conosciuto come Zel stava completando alcuni studi. Era ormai notte fonda, e tutti i suoi colleghi si erano già ritirati per la notte, ma per lui - o meglio dire, per lei, visto che in quel momento era dominante la personalità conosciuta come Eve - non era davvero mai il momento di riposarsi, soprattutto quando aveva a che fare con una scoperta sensazionale come questa.

"Ecco... questo è quello che sono stata in grado di fare, Zero." continuò, rivolta ad un'altra delle personalità che si condividevano quel corpo. Una mano pallida si allungò verso una piccola pila di fogli scarabocchiati sui quali erano stati presi numerosi appunti, sotto forma di scritte che ora infestavano entrambe le facciate. Un profano che avesse anche soltanto posto lo sguardo su tutte quelle scritte, probabilmente sarebbe stato così confuso e sconvolto che non avrebbe nemmeno tentato di capirci qualcosa.

Ma per uno scienziato come Zel, tutto aveva un suo ordine. Ogni appunto, ogni frase, ogni calcolo faceva parte di uno schema logico che soltanto lui era in grado di seguire. Un costruzione che pian piano diventava sempre più alta  e più solida, dando una breve visione di ciò che ne sarebbe nato alla fine. Tutto questo aveva una sua bellezza. Per Zero, era motivo di orgoglio vedere i risultati del suo lavoro per il Team Meteora che prendevano lentamente forma davanti a lui... e per quanto Eve non fosse esattamente entusiasta di lavorare per quei terroristi, doveva ammettere che anche lei provava una certa gioia in tutta quella ricerca, in tutti quegli esperimenti, prove ed errori...

"Zero? Mi senti?" chiese Eve, toccandosi un paio di volte la fronte con l'indice e il medio della mano sinistra, quasi stesse bussando ad una porta.

Zel chiuse gli occhi e si passò una mano sulla faccia. Quando la tolse, la sua voce era cambiata, diventando più profonda e dal timbro maschile, e anche i suoi lineamenti, in qualche modo, sembravano un po' meno affilati. "Sì, sì, ti sento, Eve, forte e chiaro. E la tua... amichetta? E' a nanna, adesso?"

La voce di Zel cambiò di nuovo, tornando al timbro deciso ma comunque femminile di prima. "Smettila con queste battute, Zero. Lo sai bene che non le trovo divertenti. Non puoi certo pretendere che a Lumi piaccia quello che stiamo facendo."

"Sì, si, lo so." Zel proseguì quella bizzarra conversazione con sè stesso, agitando una mano per dire che si trattava di un particolare che a lui non interessava. "So bene che ho bisogno anche di voi per portare a termine il progetto del Team Meteora... ma anche voi avete bisogno di me per tornare quelle che eravate una volta. E' una relazione un po' spiacevole, ma necessaria, quindi cercate di non mettermi troppo i bastoni tra le ruote."

La personalità maschile di Zel ebbe l'impressione che Eve stesse fremendo per la rabbia, anche se non c'era modo di vederlo. "Lo sappiamo bene qual è la nostra realtà. Non aspetto altro che il giorno in cui questo finirà. Ma fino a quel momento, non sono così stupida da mettere in pericolo l'esistenza di Lumi. Tu vedi di fare la tua parte... e ora vediamo se i dati che abbiamo raccolto dallo scontro con Aya ci potranno essere utili."

Zel (Eve) non attese la risposta di Zero e si diresse verso la porta blindata di una piccola camera, ben serrata tramite congegni altamente tecnologici, e con soltanto un piccolo oblò semi-trasparente a permettere di vedere cosa stesse accadendo al suo interno. Gettò un'occhiata attraverso il vetro, verso un piccolo Pokemon che si trovava all'interno della stanzina - un piccolo e grazioso Eevee che gironzolava disorientato là dentro, forse alla ricerca di qualcosa che gli permettesse di uscire. La creaturina si voltò verso la finestra, e per un attimo incrociò lo sguardo di Eve, quasi volesse  chiedergli come mai lei e i suoi compagni stessero facendo questo... e cosa volessero fare, esattamente.

"Mi dispiace, Eevee. Ma questo è necessario. Dobbiamo fare quello che il Team Meteora vuole... e questo vuol dire che avremo bisogno anche di te." sussurrò Eve, pur sapendo che la creaturina non poteva rispondere. Immaginando che restare lì ancora un po' le avrebbe provocato più rimorsi di coscienza di quanti avesse bisogno, Eve sospirò, scosse la testa e si incamminò verso un vicino terminale, una tastiera lievemente illuminata in modo che tutti i caratteri risaltassero nel buio del laboratorio. Con una naturalezza che faceva capire che non era il primo esperimento di quel tipo che provava, Eve passò una mano sulla tastiera, e uno schermo luminoso apparve davanti a lei, mostrando una serie di opzioni.

Eve ebbe un breve istante di esitazione, poi scacciò temporaneamente i suoi dubbi e scelse una delle opzioni, per poi dare la conferma...

Nella camera dove Eevee era tenuto prigioniero, si sentì uno strano ed inquietante rumore, come di aria compressa che veniva attivata... e la creaturina drizzò le orecchie allarmato quando alcune luci di emergenza si accesero, e la sua prigione venne inondata da un rosso acceso che prometteva pericolo...

E un attimo dopo, il suo olfatto acuto sentì uno strano odore pungente che si diffondeva... e con suo grande allarme, una nuvola di gas bianco dall'aspetto pericoloso cominciò a saturare la stanza, uscendo da una serie di bocchettoni che si erano aperti all'improvviso sul soffitto!

All'esterno, Eve restò a guardare impassibile mentre la finestra si appannava rapidamente, man mano che la camera veniva invasa dal gas tossico, e per diversi secondi restò lì ad osservare, in preda a chissà quali pensieri. Il tempo passava con snervante lentezza, e dalla sua posizione, tutto quello che riusciva a vedere era il gas bianco che descriveva delle forme nebulose sul vetro...

Dopo quasi cinque minuti, finalmente il gas tossico cominciò a diradarsi... ed Eve premette un altro tasto sul terminale, attivando un'altra serie di ventole, questa volta degli aspiratori che cominciarono subito a risucchiare il gas venefico, provocando un forte rumore che Eve riusciva a sentire anche dalla sua posizione. Quando la nebbia letale fu del tutto scomparsa, Zel fece un ultimo controllo, assicurandosi che la concentrazione di sostanze tossiche nell'aria fosse abbastanza bassa.

Finalmente, dopo quasi un minuto, il computer diede il segnale che la stanza era sicura... ed Eve rilasciò la sicura e osservò con crescente tensione la porta che si apriva con uno scatto metallico. Procedendo con prudenza, entrò nella stanza e diede un'occhiata all'interno, passando ogni centimetro quadrato in rassegna per cercare l'Eevee usato come cavia...

Un fagotto in un angolo attirò la sua attenzione, e per un attimo, Eve ebbe il terribile sospetto che il Pokemon non fosse sopravvissuto all'esperimento. Poi, vide del movimento... e vide la creatura alzarsi in piedi, agitando la coda...

Ma Eve si accorse subito che c'era qualcosa di diverso. Un Eevee ha normalmente una coda folta e morbida, mentre adesso, il Pokemon aveva una lunga coda a frusta...

Anzi, due! Adesso Eevee aveva due code, che si agitavano dietro di lui come due serpenti pronti a colpire! E quando il Pokemon si voltò verso di lei, Eve vide un paio di grandi occhi verdi smeraldo dalle pupille bianche, in un muso affusolato dalle larghe orecchie a punta, che la osservavano con un fare a metà tra l'indignato e il confuso. Quel Pokemon dava tutta l'impressione di volere delle spiegazioni, e di volerle subito!

"Tooooox!" esclamò, e fece qualche passo in avanti, rivelando finalmente il suo aspetto quando entrò nel fascio di luce che proveniva dall'esterno. Eve fece un passo indietro, in modo da non apparire minacciosa, e osservò con interesse e meraviglia la nuova creatura - come tutte le Eevolution, era un Pokemon dall'aspetto elegante, vagamente simile ad un felino con le orecchie un po' troppo grandi e un pao di occhi luminosi ed ipnotici. La sua pelliccia era corta e lucida, di un colore verde talmente sbiadito che sembrava essere bianco, che si scuriva sulla schiena, sopra la testa e sulle zampe anteriori, creando dei graziosi motivi smeraldini sul corpo della creatura. Gli occhi erano di colore verde con le pupille bianche, e le sue grandi orecchie triangolari erano verdi all'interno. La sua criniera si era ridotta ad un paio di ciuffetti verdi ai lati della testa, come un paio di codini. Questa nuova evoluzione di Eevee - perchè di questo si trattava - aveva inoltre due lunghe e sottili code simili a fruste, ognuna delle quali terminava in un pungiglione uncinato simile a quello di uno scorpione.

La creatura avanzò ancora di qualche passo, lasciandosi dietro delle impronte fosforecenti che scomparvero nel nulla dopo un paio di secondi.

"Tox, tox, eon?" chiese il nuovo Pokemon, e frustò il pavimento con una delle sue code in segno di impazienza.

Eve doveva ammettere che in quel momento, provava un senso di meraviglia e di orgoglio. L'esperimento era riuscito. Grazie ai dati che avevano ottenuto durante lo scontro con Aya, alle mosse di tipo Veleno che le sue Eevolution avevano ricevuto, lei e Zero erano riusciti a creare un'evoluzione alternativa di Eevee di tipo Veleno. Si trattava senz'altro di un passo avanti per il Team Meteora... ovviamente, a patto che fosse riuscita a farsi ascoltare da questo Pokemon alquanto confuso e irritato.

Ma prima che ad Eve potesse venire in mente qualcosa da dire, Eve sentì qualcosa di invisibile che la spingeva nuovamente nei meandri della sua mente... e con sua grande rabbia, si rese conto che la personalità di Zero le aveva sottratto il controllo. Accidenti a lui... questa gliel'avrebbe pagata, prima o poi...

"Benvenuto." disse infine la voce di Zero, chinandosi verso la strana Eevolution, che fece un passo indietro e sollevò le code affilate sopra la testa, pronto a colpire. "Mi sei costato un bel po' di ricerca e di cavie... ma a quanto vedo, ne è valsa la pena, Toxeon!"

"Eon?" rispose la Eevolution di tipo Veleno, piegandosi un po' di più sulle zampe e tenendo le code alzate.

Zero sghignazzò lievemente e tese la mano verso la nuova creatura, che storse il naso e restò ferma al suo posto, mostrando di non avere paura. "Tranquillo, non voglio certo farti del male. Sei troppo prezioso, e probabilmente sarai il primo di una lunga serie. Certo, questo dipende se sarai utile in battaglia contro i nostri nemici, e... ugh... ma cosa..." Alla fine della frase, il volto di Zero si contorse in un'espressione sorpresa... e si sentì a sua volta trascinare via da una forza invisibile prima di perdere il controllo del corpo! La personalità maschile grugnì rabbiosamente quando si rese conto che questa volta era stata Lumi a sottrargli il controllo del corpo in qualche strana maniera... accidenti a quella mocciosa... a volte si chiedeva se davvero valesse la pena di sopportarla...

"Bravo, bel modo di guadagnarti la fiducia dei tuoi Pokemon. Gli dici in faccia che non sono altro che un'arma contro i tuoi nemici. Funzionerà, ne sono sicura." sentì la voce telepatica di Lumi che lo prendeva in giro. Da quando in qua quella mocciosa aveva imparato il sarcasmo? "Ora, se permetti, posso fare io? Credo di avere un po' più di buone maniere..."

"Ugh... razza di... ADESSO me lochiede, il permesso?" si lamentò Zero, mentre Lumi, prendendo in mano la situazione con un piglio che neanche Eve credeva possibile da parte sua, iniziava a "guidare" il corpo di Zel, e si accucciava verso Toxeon, in modo da mettersi al suo livello e sembrargli meno minaccioso.

"Ciao, Toxeon... ti hanno chiamato così, giusto?" esordì Lumi. Toxeon tenne sollevati i pungiglioni, ma adesso sembrava che fosse un attimo più tranquillo. "Beh, che ti posso dire... mi dispiace che la tua nascita sia stata così difficile. Credimi... se fosse dipeso soltanto da me, avrei fatto in modo che ti fosse data la possibilità di scegliere."

"Toxxxx?" chiese Toxeon, e mosse qualche passo guardingo verso Zel, la cui mano pallida si allungò gentilmente verso di lui e cominciò ad accarezzarlo sulla testa. Zel sentì una strana sensazione, come se la pelliccia del Pokemon Veleno fosse in qualche modo bagnata, e la pelle della mano gli bruciò leggermente... con un'esclamazione di sorpresa, Lumi ritirò la mano e la scosse, e Toxeon restò a guardarla perplesso.

"Owwww! Accidenti, brucia!" si lamentò Lumi, e cominciò a soffiarsi sulla mano. Ebbe la sensazione di sentire Eve che sospirava...

"Insomma, Lumi, non sei stata attenta quando stavo lavorando su Toxeon? Mi sembrava di aver detto che ha la pelliccia intrisa di un debole acido." affermò la sua voce nella mente di Lumi. "Si tratta di una precauzione che abbiamo preso in modo che Toxeon fosse più difficile da attaccare."

"Lo sai che non capisco molto di queste spiegazioni tecniche. Sei tu il genio tra noi due, Eve." borbottò Lumi. "Beh, sì, in effetti è una buona idea. Però questo rende un po' più difficile accarezzarlo..." 

Lumi storse il naso, dandosi della sciocca per le idee che si faceva venire. Ovvio che il Team Meteora volesse progettare quel Pokemon in modo da massimizzare le sue capacità combattive - senza per questo creare qualcosa di incontrollabile. Non avevano certo pensato alla qualità della vita di Toxeon. Doveva essere un'arma e basta. Ma Lumi non era certo il tipo di persona a cui andasse bene così... e decise che se non c'era nulla che potesse fare, almeno per il momento, per andare contro la volontà del Team Meteora, non c'era comunque nulla che le impedisse di rendere un po' meno cupa la servitù di Toxeon.

"Ascoltami, Toxeon... in questo momento siamo in una posizione un po' delicata." spiegò Lumi, chinanndosi per guardare la Eevolution tossica dritta negli occhi e cercare di sembrare un po' meno minacciosa. "Vedi... in questo momento, noi dobbiamo lavorare per delle persone che... beh, non sono esattamente brava gente. Sono il Team Meteora, e usano i Pokemon come te per fare del male agli altri."

"Toxeon...?" chiese Toxeon. Non sembrava molto sicuro di dove Lumi volesse arrivare.

Zel si schiarì la voce e continuò. "Tuttavia... al momento non abbiamo molta scelta. Dobbiamo fare come ci dicono loro. Ma... ti prometto che non durerà tanto a lungo. In un modo o nell'altro... sono sicura che riusciremo a cavarcela." affermò. Per un istante, Lumi fu di nuovo tentata di accarezzare la Eevolution di tipo Veleno, ma siricordò del problema della sua pelliccia acida e ritrasse la mano con rammarico. "Però... per il momento dobbiamo per forza fare come dicono loro. Ascolta... ti prometto che io ed Eve saremo delle brave allenatrici per te, e sono sicura che ti ambienterai anche con gli altri nostri Eevee!"

L'idea di essere in un gruppo con delle altre Eevolutions come lui sembrò piacere a Toxeon, che finalmente abbassò i pungiglioni e si rilassò. "Eooon!" esclamò, e rivolse a Lumi un'espressione affettuosa, che la più tranquilla delle personalità di Zel ricambiò con una strizzata d'occhio.

"Aaaah, lo sapevo che Lumi conosceva il modo giusto di trattarlo!" affermò con orgoglio Eve.

Zero, inutile dirlo, non la pensava allo stesso modo, e fece un verso disgustato. "Ugh... presto, una bacinella! Ho una nausea tremenda..."

 

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Sarebbe dovuta essere una giornata come tutte le altre per Druddigon.

Forse anche migliore, visto che per una volta non doveva avere a che fare con quella fastidiosa ragazzina che gli veniva a dare fastidio. Quel giorno aveva cacciato bene, aveva fatto un bel giro e aveva pattugliato il suo territorio senza che si verificassero incidenti. Poteva dire di essere soddisfatto di come fosse andata.

Almeno, finchè non era tornato alla sua tana... e aveva visto cosa stava succedendo!

Un gruppo di Bergmite, strani e irritanti Pokemon di tipo Ghiaccio, simili a delle bestiole bianche con quattro zampe cortissime e ricoperti da un sottile strato di ghiaccio affilato, aveva preso possesso della sua dimora, e adesso lo stavano affrontando, decisi a mandarlo via! Con un grugnito irritato, il Pokemon Grotta si mise in guardia e fissò le creaturine di ghiaccio con furia... ma tra sè, Druddigon temeva che avrebbe dovuto cedere il passo. Presi singolarmente, quei Bergmite non erano certo avversari degni per lui... ma erano così tanti che avrebbero potuto sopraffarlo con la forza dei numeri, e tra l'altro lui era sensibile al loro elemento...

"Drrrruddigon..." grugnì il drago, agitando lentamente le ali e cercando di intimorire per quanto possibile gli invasori della sua tana. Alcuni Bergmite retrocedettero, impressionati dalle dimensioni del padrone di casa e dalla decisione con la quale li stava affrontando... ma erano troppo numerosi per farsi dissuadere così facilmente. Druddigon fece un passo in avanti, sperando di far loro più paura... ma ottenne l'effetto contrario, visto che un Bergmite più ardito degli altri reagì agitando brevemente il proprio corpo e poi rotolando verso il dragone, colpendolo come una sorta di grossa palla di neve vivente per poi rimbalzare sul suo robusto corpo e atterrare con agilità sul terreno ricoperto di ghiaccio! Druddigon ringhiò di dolore e indietreggiò fino ad uscire dalla caverna, per poi dare un'occhiata a tutti i mostriciattoli di ghiaccio. Resi più audaci dal colpo che il loro compagno era riuscito a sferrare, i Bergmite si avvicinavano sempre di più, e Druddigon vedeva che qualcuno di loro stava caricando un attacco Polneve o Ventogelato... no, non era davvero il caso di restare a combattere.

Con un grugnito frustrato, Druddigon uscì del tutto dalla sua caverna, fissando gli ospiti indesiderati con un misto di rabbia e perplessità. Da quando i Bergmite si erano fatti così aggressivi? Fino a quel giorno, si erano tollerati a vicenda - lui non dava fastidio a loro, e loro non davano fastidio a lui. Cosa voleva dire questa improvvisa ostilità?

Ma questo non era il momento di pensarci su. Quello che doveva fare adesso era andarsene... e cercare di capirci qualcosa. Che in qualche modo quella strana bambina che gli aveva dato fastidio in quegli ultimi tempi... fosse collegata a questi strani eventi?

Per il momento, ammise tra sè Druddigon mentre con riluttanza voltava le spalle alla sua tana e si allontanava, era più importante mettere quanta più distanza possibile tra sè e quei mostriciattoli...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Et voilà! Ecco finalmente un nuovo capitolo, e spero che vi sia piaciuto dare un'occhiata un po' più da vicino al circo di Agatipoli... e soprattutto conoscere Sansone, Celeste e Terra, il mitico terzetto del circo! Tra l'altro, ho avuto modo di approfondire un po' Aya, e di cominciare a dare qualche occhiata più attenta anche ad Ortilla ed Hitomi, cosa che continuerò a fare nei prossimi capitoli.

Ma immagino che la cosa che più vi ha stupito sia stata Toxeon, vero? L'idea mi è venuta da una mod di Pokemon Reborn, e in effetti si tratta di una Eevolution non ufficiale che non appare nel gioco vero e proprio. Che sia una nuova arma nelle mani del Team Meteora? E cosa hanno in mente le tre personalità che si condividono il corpo di Zel? C'è davvero molto in gioco... e tra non molto, prevedo che ci sarà un bel po' di azione!

A presto, e se volete recensire... ve ne sarò molto grato!   

 

 

  
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