Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: lmpaoli94    30/07/2019    1 recensioni
Rickon Stark e Myrcella Baratheon si conobbero in una notte fredda nel maestoso castello di Saint Michel Mount dove la povera ragazza tenta di fuggire da alcuni perseguitori di suo fratello Joffrey.
Rimasta sola e senza una casa, Rickon Stark (che alloggia nel castello estivo lontano dalla sua famiglia) accetta di ospitarla.
I giovani rampolli delle due casate si conoscono reciprocamente promettendosi amicizia eterna e fedeltà.
Ma più il tempo passava e più i due ragazzi si sentivano sempre più uniti fra loro…
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Joffrey Baratheon, Myrcella Baratheon, Rickon Stark, Robin Arryn
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Inorridito da come la situazione aveva preso una brutta piega, Rickon fece chiamare immediatamente Davos.
< Volevate vedermi, mio Signore? >
< Non doveva andare così!  Myrcella non doveva lasciare questo castello! > gridò Rickon battendo violentemente i pugni sulla sua scrivania.
< E’ stata una mossa azzardata, non c’è che dire… Perché non avete voluto ascoltarmi e avete fatto di testa vostra? >
< Ti prego, Davos. Evita di farmi la paternale. Non sei mio padre. >
< Lo so bene… Però pensateci un attimo: siete riuscito a liberarvi di loro due. Ma lo comprendete che questa è stata una sconfitta? >
< Lo so! In questo momento Myrcella è in viaggio con quei due verso Approdo del Re. Ed io non ho potuto fare niente per fermarli! >
< Volete risolvere la situazione? Parlate con suo padre. Sono sicuro che ascolterà i vostri più profondi desideri e acconsentirà alla vostra unione con sua figlia. >
< Non lo so. Re Robert Baratheon non è un tipo che si fa convincere molto facilmente. Anche se sono l’ultimo figlio di un suo grande amico. >
< Allora cosa avete intenzione di fare? >
Riflettendo molto velocemente sulla situazione, Rickon fu annebbiato dall’impulsività e dalla rabbia che gli ribolliva nelle vene.
< Dobbiamo andare ad Approdo del Re. È l’unica soluzione. >
< Lo credo anch’io, mio Signore. Faccio preparare la carrozza? >
< No. La carrozza è troppo lenta. Ci andremo a cavallo e ci porteremo dietro tutti i soldati. >
< Cosa? Nessun soldato rimarrà qui a protezione del castello? >
< Ormai il castello non corre più nessun pericolo. Adesso la cosa più importante è riportare Myrcella da me, capisci? >
Davos comprendeva la rabbia e la collera di Rickon, evitando di andare contro le sue decisioni.
< Molto bene. Allora partiamo il più presto possibile. >
< Sì. Non riesco a stare tranquillo con Myrcella lontano da me. >
< L’amate davvero tanto, vero? >
< Più di qualsiasi altra cosa… E non smetterò mai di lottare per lei per riconquistarla. >
< Secondo me dietro alla sua riconquista c’è dell’altro… Volete scoprire le reali intenzioni di Robin Arryn, vero? >
< E tu come fai a saperlo? >
< Mio Signore, non credete di conoscervi abbastanza bene? Sono al vostro servizio da quando siete nato. >
< Sì, hai pienamente ragione Davos > rispose Rickon sorridendo.
< Adesso però basta perdere tempo. L’esercito sarà pronto per marciare tra un’ora al massimo. >
< Ed io sarò pronto con voi. >
 
 
Approdo del Re
Myrcella si rifugiò nella sua camera evitando di parlare con tutta la sua famiglia.
Ma il suo nascondiglio non poteva durare in eterno.
Prima o poi avrebbe dovuto affrontare i suoi reali problemi.
< Myrcella > fece suo padre entrando nella sua camera senza avere il suo esplicito consenso.
< Padre… Che cosa posso fare per voi? > domandò la ragazza con tono triste.
< Posso parlare con te senza che tu ti possa nascondere da qualche parte? >
< Non vi preoccupate. Io non andrò da nessuna parte. >
Re Robert Baratheon fissava la sua terzogenita con sguardo serio e pacato.
< Perché sei così triste? >
Ma la ragazza non voleva rispondere per evitare di ferire suo padre.
< Rimanere muta come un pesce non risolverà mai la diatriba tra me e te. >
< No, padre. Non c’è nessuna diatriba tra voi e me. >
< E allora mi dici che cosa diavolo ti succede? Sei appena tornata a casa e non mi hai nemmeno degnato di un saluto. Lo sai che avrei potuto punirti? >
< Lo so, padre… Mi dispiace ma non avevo nessuno voglia di vedere nessuno. >
< E’ successo qualcosa tra te e tuo fratello Joffrey? Parlami! >
Myrcella vedeva che suo padre stava perdendo piano piano la pazienza, ma non poteva confessare di cosa era capace quel ragazzo.
< Volevo rimanere nel castello di Rickon Stark… Per me quella era la mia vera casa. >
< Cos’è che ti manca qui? >
< La protezione di Rickon Stark. >
Sentendo quelle parole, Re Robert Baratheon era sempre più convinto che c’era qualcosa che tormentava profondamente sua figlia.
< Sei forse innamorata di quel ragazzino? >
< Adesso non lo so più… Quando ero nel suo castello lo consideravo come un amico. Ma adesso che sento la sua mancanza, non posso stare più senza di lui. Credete che sia amore? >
< Non lo so, Myrcella. Io non sono tipo da queste cose. >
< Avete ragione. Scusate. >
< Non mi devi chiedere scusa. Hai fatto bene a parlarmene… Però adesso sono io che ti devo dire una cosa. >
< Di cosa si tratta, padre? >
< Tuo fratello Joffrey mi ha chiesto di darti in sposa a Robin Arryn per rafforzare le nostre due casate. >
< Cosa? >
< Non sapendo cosa rispondere, gli ho detto che ci avrei pensato sopra. >
< Non mi sposerò mai con quel maledetto. Nemmeno se fosse l’ultimo uomo su questa terra. >
< Perché? Cos’ha quel ragazzo che non va? >
< E’ un uomo viscido e senza scrupoli. Come mio fratello Joffrey. >
< Lo sapevo che c’era qualcosa che ti tormentava! Adesso dimmi che cosa ti ha fatto, altrimenti non uscirai mai più da questa stanza. >
< Fidatevi, padre. Preferirei morire di fame nella mia stanza che poter uscire… Comunque non so se posso raccontarvelo. È una cosa molto grave e atroce. >
< Figliola, se vuoi che il tuo presunto incubo finisca, devi raccontarmi che cosa ti affligge. >
Dopo averci pensato per alcuni secondi, alla fine Myrcella si decise a raccontare tutto a suo padre.
< Mettetevi comodo, padre. Sarà una storia che vi farà saltare da questa sedia. >
 
 
Robin Arryn era accompagnato da Joffrey Baratheon nella visita della capitale dei Sette regni.
< Davvero bello questo posto. Non ho mai visto niente di simile > rispose Robin con tono estasiato.
< E ancora non hai visto il castello che poi diventerà mio dopo la morte di mio padre… E’ molto più affascinante di quel maniero di Rickon Stark di cui ti vuoi impossessare. >
< Lo sai che voglio quel castello solo per fare un dispetto a Rickon e sposare la sua amata Myrcella. >
< A proposito di Myrcella… Ho parlato con mio padre dicendogli che unire la tua casa con la nostra sarebbe molto vantaggioso per tutti noi. >
< Davvero? E lui che cosa ti ha detto? >
< Mi deve far sapere… Però non l’ho visto molto scettico. Secondo me accetterà la nostra causa. >
< Speriamo in bene. >
< Non ti devi preoccupare. La situazione è completamente sotto controllo. >
< D’accordo. Mi fido di te. >
Quando Joffrey e Robin stettero per arrivare dinanzi alla casa del piacere di Lord Baylesh, al principe Baratheon venne un’idea.
< Robin, che ne dici se ci divertiamo un po’ assieme ad alcune puttane? >
< Non lo so… Non credo che sia molto rispettoso nei confronti di tua sorella Myrcella. >
< Adesso non fai altro che preoccuparti per lei? È solo una ragazzina senza cervello. Le donne non devono essere rispettate. Devono essere trattate da schiave. >
Le parole del suo amico Joffrey lasciarono alquanto perplesso Robin.
< Va bene, faremo come hai detto tu. Un po’ di divertimento non ha mai guastato nessuno. >
Entrando nella dimora di Ditocorto, Joffrey e Robin furono accolti a braccia aperte come se ad arrivare fosse stato il re in persona.
< Cari ragazzi, vi do il benvenuto nel mio Regno. Prego, seguitemi pure. Vi farò scegliere le donne più belle dei sette regni. >
< Ottimo, Baylesh. Noi siamo due uomini che vogliono solo il meglio. >
< Questo e molto altro per l’erede al Trono di Spade. >
Riunendosi in una vasta sala, Robin e Joffeey si ritrovarono dinanzi a decine e decine di donne proveniente da ogni parte del mondo.
< Allora? Che cosa ve ne pare? Sono bellissime? >
< Non basta essere belle… Sapranno soddisfare ogni nostro desiderio? >
< Certo che sì. Ho scelto per voi le migliori in assoluto > rispose Ditocorto.
< E sono così tante? I miei complimenti, Lord Baylesh. >
< Cerco sempre di dare il meglio ai miei clienti, vostra altezza. Ormai dovreste conoscermi. >
< Certo… Io sceglierò questa biondina innocente e questa rossa focosa. >
< Ottima scelta… E per il vostro amico? >
< Allora Robin? Vuoi che ti aiuti nella scelta? >
< Oh, no… Per me va bene questa donna dai capelli lunghi castani. >
Una volta che i due principi scelsero le loro donne, furono condotti in due stanze diverse per esaudire il loro piacere sessuale.
< Vedi di fare un bel lavoro, Robin. >
< Io faccio solo dei bei lavori > replicò il ragazzo piccato.
< Ottimo. È così che voglio sentirti parlare. >
Appena i due ragazzi furono completamente svestiti, un urlo acuto richiamò immediatamente la loro attenzione.
< Che cosa sta succedendo? > domandò la puttana di Robin.
< Non lo so. >
Incuriosito, Robin Arryn uscì dalla sua stanza con solo la vestaglia addosso.
< Ditocorto! Dimmi immediatamente dove si trova mio figlio! > gridò Robert Baratheon.
< E’ in compagnia di alcune fanciulle > rispose frettolosamente l’uomo.
< Magari è pronto a sodomizzarle o ad abusare di loro, vero? >
< Non so che cosa potrebbe fare vostro figlio alle mie ragazze… >
< Te l’ho appena detto, stupido. Portami immediatamente da lui! >
Ditocorto non aveva mai visto così furioso il suo Re prima d’ora.
Appena il vecchio Re entrò nella stanza dove suo figlio stava incominciando a godere, intimò alle due ragazze di uscire immediatamente e di lasciarli da soli.
< Padre, ma cosa sta succedendo? Perché state gridando come un forsennato? >
< Vuoi sapere perché grido? Fai prima uscire queste puttane poi te lo dirò. >
< Non mi sembra molto ragionevole. Ho pagato la loro compagnia e desidero che mi facciano godere finché lo vorrò. >
< Osi metterti contro tuo padre? > rispose Robert sguainando la sua spada < Vuoi che ti tagli il tuo pisellino reale? >
< Ma padre… >
< Niente ma! Fai immediatamente quello che ti ho detto! È un ordine. >
< Andate via! Tutte e due! Replicò frettolosamente Joffrey alle sue ragazze prima di essere lasciato solo con suo padre.
< Ditocorto. >
< Ditemi, maestà. >
< Porta subito qui quell’impiastro di Robin Arryn. Ho bisogno di parlare subito anche con lui. >
< Certo. Lo vado a chiamare immediatamente. >
Re Robert Baratheon fissava suo figlio con tale crudeltà che l’avrebbe potuto uccidere con le sue mani.
< Tua sorella Myrcella mi ha raccontato tutto… Ti divertiti ad abusare di lei, non è vero? Quale mente malata potrebbe spingerti a tanto se non la tua depravazione? >
< Voi credete alle parole di quella sgualdrina? Non vi facevo così stupido. >
< Attento a come parli, ragazzo. Ho ancora in mano la mia spada. Non costringerti a tagliarti la gola e a mettere fine alla tua inutile inesistenza. >
< io non ho mai toccato mia sorella. Che cosa gli è venuto in mente? >
< Continui a mentirmi ben sapendo che tua sorella stia dicendo la verità? Mi ha fatto vedere i segni che gli hai fatto. >
< Non sono stato io! È stato Rickon Stark! >
< Rickon Stark? L’ultimo figlio del mio amico Ned non si sognerebbe mai di poterla toccare. >
< Non è vero, padre. Io l’ho visto quando stava abusando di lei nel suo castello. Ve lo giuro su mia madre. >
< Smettila di giurare. Non ti servirà a niente. >
< Mio Signore, volevate vedermi? > fece Robin arrivando all’improvviso con le gambe che continuavano a tremargli dalla paura.
< Ecco il piccolo erede della Valle… Sei innamorata di mia figlia Myrcella, vero? >
< Più di ogni altra cosa. Farei qualsiasi cosa per lei. >
< Ah, davvero? Anche vederla abusare da suo fratello? >
< Cosa? >
< Ragazzino, pensi che io sia nato ieri? Myrcella mi ha raccontato che l’avete stuprata anche voi due assieme… Ed io dovrei dartela in sposa? Preferirei sgozzarti e uccidere tutti quelli della tua razza piuttosto che darti la sua mano. >
< Mio Signore, non volevo > rispose terrorizzato Robin con le lacrime agli occhi.
< Allora confessi? Tu e Joffrey avete abusato di lei? >
< Io non volevo che Joffrey potesse arrivare a tanto, però quando si mette in testa una cosa è difficile fargli cambiare idea… Vedete? Come oggi, ad esempio. Io non volevo venire qui ma vostro figlio mi ci ha trascinato! >
< Stai zitto, maledetto! Fuori da questa stanza! > gridò Joffrey.
< Sì, fuori da questa stanza… Rivestiti immediatamente e fai ritorno nella valle. Non dirò niente a tua madre, ma se ti rivedrò nella mia città o vicino a mia figlia, ti giuro sul mio onore e sulla mia famiglia che non avrò pietà di te. Mi sono spiegato? >
< Sì, mio Signore. >
< Adesso vattene. Non voglio mai più vedere la tua lurida faccia da ragazzino innocente. >
Senza che se lo potesse far dire due volte, Robin Arryn prese le sue cose per poi scomparire tra la folla di Approdo del Re e prendere la prima nave che l’avrebbe portato dritto a casa.
< Tu rivestiti immediatamente. Dovrai chiedere scusa a tua sorella in ginocchio e in mia presenza. >
< Non lo farò mai! >
< Ah no? Allora taglierò il tuo cazzo così che non potrai mai più abusare nessuna donna. Vuoi ridurti così? >
< Padre, vi prego. Abbiate pietà di me > fece Joffrey con le lacrime agli occhi.
< Finché sarò in vita, sono io che prendo le decisioni su di te. Mi sono spiegato? Non si può andare contro il volere dei potenti. Soprattutto se sono tuo padre… Risparmierò la tua inutile esistenza solo perché sei mio figlio. Ma azzardati a toccare Myrcella anche con un capello e la mia furia sarà implacabile. Ora rivestiti immediatamente. >
< Posso almeno finire di godere con quelle due donne? >
< Allora non mi hai capito… Vuoi forse… >
< D’accordo. Mi rivesto immediatamente > rispose Joffrey mentre suo padre lo continuava a fissare con odio.
   
 
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