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Autore: La Polly    03/08/2019    1 recensioni
Momenti quotidiani di una psicologa alle prese con gli eroi più forti della Terra.
[Raccolta di one-shots collegata a "And then I met you"]
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'E poi ho incontrato te'
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Quando vide Tony rientrare, non poté fare a meno di sorridere.

Era rimasto chiuso nel suo laboratorio tutta la mattina, dopo essersi portato dietro la tazza di caffè che lei gli aveva lasciato, ancora caldo, sul bancone della cucina.

«Ma guarda chi si rivede…»

«Era preoccupata per me, dottoressa?» la stuzzicò, ammiccando.

Sembrava essere passata un'eternità da quando si rivolgeva a lei soltanto in quel modo, invece erano trascorse soltanto alcune settimane. Era cambiato qualcosa tra loro dal giorno in cui gli aveva raccontato tutta la verità sul suo passato. Il loro rapporto si era come rafforzato e la fiducia che provavano l'una per l'altro era aumentata ancora di più.

Ma c'è anche dell'altro, vero, Denise?

La donna, a quel pensiero, pregò di non arrossire.

Sì, qualcosa d'altro c'era, solo che stava cercando di soffocarlo il più possibile nel profondo di se stessa.

«Sì, lo ammetto: temevo che il pavimento del laboratorio l'avesse inghiottita, signor Stark.»

A quelle parole, Tony scoppiò a ridere, contagiando subito anche lei.

«Non mi sorprenderei se un giorno di questi accadesse davvero» le disse, mentre ancora ridacchiava divertito, poi, mentre la raggiungeva, aggiunse: «In realtà solo salito per prendere qualcosa da sgranocchiare… Ho una fame!»

Denise gli rivolse uno sguardo confuso.

«Ma come? Non pranzi con noi?»

Tony scosse la testa, stringendosi nelle spalle.

«Ho un sacco di lavoro arretrato, devo portarmi avanti» spiegò, rivolgendole uno sguardo che somigliava tanto a un "mi dispiace".

Denise sentì una punta di tristezza attanagliarle lo stomaco.

«Capisco… Beh, allora ti terrò da parte un piatto di pasta.»

«Ti ringrazio, Denise, ma non ce n'è bisogno. Non so nemmeno quando finirò…» disse mentre apriva l'anta dell'armadietto, prendendo in mano un grosso pacco di patatine.

«Dovrebbero bastare, almeno spero» cercò di sdrammatizzare lui, con un sorriso che però non era molto convincente – almeno per lei – recuperando dal frigo un paio di lattine di Cola.

Negli ultimi giorni stava sempre più rintanato nel suo laboratorio, spesso anche fino a tarda notte, ma non era mai successo che rinunciasse a un pasto. Doveva essere davvero pieno di lavoro.

«In caso contrario sali a perdere qualcos'altro, d'accordo?»

Maledisse se stessa non appena si rese conto di quello che aveva detto e, soprattutto, di come lo aveva detto: con quel tono apprensivo da mamma chioccia.

Dovrei prendere a testate il muro.

Tony, però, non le sembrò affatto infastidito, anzi, parve piacevolmente sorpreso – e vedere Tony Stark sorpreso era una cosa più unica che rara.

Denise fece per dire qualcosa ma lui l'anticipò: «D'accordo, mammina!»

La donna scosse la testa; doveva aspettarsi che l'avrebbe stuzzicata, non sarebbe stato del tutto se stesso se non lo avesse fatto.

«Torna in laboratorio, forza, prima che ti metta in punizione» lo punzecchiò lei a sua volta.

L'occhiata penetrante che le rivolse per poco non la fece arrossire. Quei suoi occhi scuri e profondi erano davvero un bel problema, sapevano come intenerirti e al tempo stesso farti capitolare – e Tony era un esperto nel far cadere le donne ai propri piedi.

Cadrai anche tu, alla fine, Denise?

«Allora, in questo caso, non mi muoverò da qui!» esclamò lui, ridestandola da quei pensieri nocivi per la sua salute mentale.

«Muoviti, dai, altrimenti non finirai più per davvero» lo rimproverò scherzosamente, incrociando le braccia sotto al seno. Gli occhi di Tony, per un millesimo di secondo, si posarono proprio lì.

«Quindi niente manette e frustino?» le chiese, mettendo il broncio come un bambino capriccioso.

«Vai!» esclamò lei, alzando gli occhi al cielo, cercando di non scoppiare a ridere.

«D'accordo, d'accordo…» sbuffò l'uomo, simulando tristezza e rassegnazione, poi le fece l'occhiolino sorridendo con malizia prima di allontanarsi e sparire oltre il corridoio.

Denise sorrise a sua volta, mentre percepiva un calore familiare – una strana e piacevole sensazione che, dopo tanto tempo, aveva cominciato di nuovo a provare – espandersi dentro di lei.




Chiuse la portiera dell'auto, posando il sacchetto della spesa sul sedile accanto, poi mise in moto e accese lo stereo.

"I want your sex" di George Michael partì subito a tutto volume e Denise, sempre facendo attenzione alla strada, iniziò a muovere la testa su e giù, seguendo il ritmo.

"There's things that you guess and things that you know. There's boys you can trust and girls that you don't. There's little things you hide and little things that you show. Sometimes you think you're gonna get it but you don't and that's just the way it goes."

Adorava quella canzone, le trasmetteva un scarica di adrenalina che la scuoteva ogni volta.

"I swear I won't tease you, won't tell you no lies. I don't need no bible, just look in my eyes. I've waited so long baby, now that we're friends, every man's got his patience and here's where mine ends."

Denise continuò a cantare, picchiettando le dita sul volante e fu proprio in quel momento che un ricordo ben preciso le attraversò il cervello: Tony, solo qualche settimana prima, l'aveva beccata mentre canticchiava, improvvisando pure qualche passo di danza, proprio quella canzone.

Ricordò la sua espressione sorpresa e al tempo maliziosa ma soprattutto ricordò il modo in cui l'aveva guardata solo un attimo prima che le rivolgesse la parola.
Denise, nonostante fosse riuscita a dissimulare l'imbarazzo iniziale, non aveva potuto fare nulla per fermare i battiti sempre più forti del suo cuore.

Non sapeva cosa le stava accadendo negli ultimi tempi, o meglio, lo sapeva solo che non poteva accettarlo.

Però vorresti, non è così?

No. Non poteva, punto e fine della storia. Era del tutto fuori discussione.

Sbuffando, spense la radio, che tutto d'un tratto aveva iniziato a irritarla, poi svoltò a destra, accelerando un po'. Voleva mettere a tacere il cervello e uno dei pochi modi per farlo era lasciarsi cullare dal getto d'acqua calda e dal profumo inebriante dell'olio di Argan.

Mancavano pochi chilometri a destinazione e quindi alla sua amata doccia, quando i suoi occhi inquadrarono il fast food dove preparavano dei cheeseburger davvero ottimi. In quell'istante un sorriso spuntò sulle sue labbra: aveva appena avuto un'idea.

 

****


Tony entrò nell'appartamento chiudendo la porta alle sue spalle. Aveva recuperato una buona parte del lavoro e ora voleva soltanto ricaricare le batterie.

Lo stomaco gli brontolò, ricordandogli che non aveva nemmeno pranzato. Doveva rimediare.

Si diresse verso la cucina, pensando a cosa avrebbe potuto mettere sotto i denti. Non sapeva se Denise gli avesse messo da parte quel piatto di pasta, nonostante le avesse detto che non era necessario. La donna, con lui, ma anche con gli altri, era sempre gentile e a volte anche apprensiva. Tony però non la trovava invadente, anzi, apprezzava tutti i suoi piccoli gesti, come per esempio preparargli i suoi favolosi pancake o fargli trovare una tazza di caffé nero fumante quando rientrava dal laboratorio.

Aveva detto più volte che era abituata a prendersi cura delle persone a cui voleva bene, lo faceva con tutti, lì dentro, ma a Tony piaceva pensare che con lui lo faceva per un motivo diverso.

Non si era mai fatto problemi con le donne e Denise, in fondo, gli era piaciuta fin dall'inizio, ma se prima si trattava solo di una questione fisica, adesso c'era qualcosa di più.

Ma cosa, esattamente?

Un altro brontolio proveniente dal suo stomaco lo distrasse per un attimo dai suoi pensieri e prima che potesse afferrarli di nuovo, i suoi occhi si posarono su un sacchetto marroncino che si trovava sul bancone della cucina. C'era un post-it giallo attaccato sopra.

Tony vi si avvicinò e subito un profumo familiare arrivò dritto alle sue narici, facendogli venire l'acquolina in bocca.

Afferrando il bigliettino tra l'indice e il medio scoprì che era destinato a lui. Su di esso c'erano scritte, con una grafia elegante, altre poche parole: "Nel caso avessi ancora fame…"

Denise. Era stata lei a lasciargli quel piccolo regalo, ne era più che certo.

Tony aprì il sacchetto e trovò quelli che dovevano essere due doppi cheeseburger e un cartoccio di patatine fritte.

Ne prese uno tra le mani e quando diede il primo morso, per poco non si mise a piangere dalla gioia: non solo era ancora caldo ma era pure squisito.

Mentre ne masticava un altro pezzo, Tony pensò che avrebbe tanto voluto ringraziarla con un bacio.

   
 
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