Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Le_FF_di_Max_Casagrande    04/08/2019    0 recensioni
Quando All-Might era ancora uno studente e Titan una semplice professoressa alla UA, nonché pro-Hero numero 1, il preside iniziò un programma di scambio culturale. La sezione X è stata appositamente creata per ospitare studenti provenienti da ogni angolo del mondo e con Quirk di ogni tipo. Hall Harrison è uno di quegli studenti, con un passato oscuro e con poca voglia di condividerlo. Qualcosa, però, lo costringerà a farlo e a lottare contro i fantasmi del suo passato. Cosa sarà successo prima dell'inizio della serie?
FF basata sulle sessioni di un GDR ambientata nel mondo creato da Kohei.
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Altri, Nezu, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2: La lettera di Schrodinger

 

-Hall… Hall.- Clara lo chiamò un paio di volte, poi il ragazzo spostò lo sguardo su di lei. -Perché stai guardando male il pesce?-

Hall si era dimenticato di star cenando con la famiglia Daiki, che lo fissava mentre teneva lo sguardo puntato contro gli occhi della sogliola come se stesse partecipando al suo funerale.

-Scusate.- borbottò il ragazzo posando le bacchette. -Non ho molta fame.- aggiunse alzandosi. Se ne andò senza dire nulla, e nessun’altro fece lo stesso. Clara lo aveva visto mangiare cinquanta hamburger in un solo pasto e più di duecento Tacos in un altro. Hall aveva un metabolismo molto accelerato (“fulmineo” si divertiva a chiamarlo) e qualcosa come l’assenza di appetito non era qualcosa di buono in nessuna circostanza.

-La prova è andata male?- domandò la signora Daiki a Clara con un ottimo inglese.

-Credo di sì, ma non me ne ha parlato ancora.- sospirò lei lasciando la ciotola con il riso sul tavolo. -Vado a parlargli, perdonatemi.-

Clara non si alzò, era passato più di un anno dall’ultima volta che lo aveva fatto. Mosse la sedia a rotelle fuori dalla camera da pranzo e poi su per le scale. “Il miglior investimento della sua vita”, lo chiamava: modificare le ruote affinché salissero le scale era stata una gran bell’idea, tutta pensata e sviluppata da Hall.

Bussò un paio di volte alla camera da letto dove il ragazzo dormiva, poi aprì la porta. La stanza era rimasta completamente deserta, con il materasso perfettamente piegato al centro e i borsoni con gli abiti di fianco la porta. Gli armadi aperti e vuoti, le tapparelle delle finestre erano intonse e impolverate. Non le aveva nemmeno sfiorate da quando era lì. Lui era seduto in un angolo: si teneva le gambe tra le braccia e nascondeva il viso tra le ginocchia. Clara gli si avvicinò lentamente, fermandosi quando fu abbastanza vicina. -Tutto bene?- Hall scosse la testa senza rispondere. -Vuoi parlare?- Immobile, nessuna risposta. -Abbiamo già cancellato i video delle telecamere, non ci sono prove.-

-Ti ho delusa.- singhiozzò lui. Gli occhi azzurro chiaro erano sul punto di scoppiare in lacrime. -Non ce l’ho fatta. Dovevo diventare un eroe. Te l’avevo promesso, te lo dovevo.-

-Ehi, non è indispensabile frequentare questa scuola. Per un anno ce la siamo cavata da soli, possiamo continuare. Tu per le strade con i tuoi fulmini, io a casa con il mio computer. Purtroppo non potrò fare molto altro per te.-

Hall sbuffò una risata. -Altro? Effettivamente mi hai solo accolto a casa tua, dato una tuta resistente alla mia velocità e perso l’uso delle gambe per colpa mia. Dovresti fare di più.- Anche Clara allungò un sorriso. -Pensavo che sarebbe stato facile. Ma non sono un eroe. Sono stato creato come preda e così morirò.-

-Mica ti condanni a morte tornando in America.- disse Clara con tono rassicurante. Entrambi sapevano però che non fosse così. -E poi, sei un eroe, ce l’hai nel sangue.-

-Io non sono un Hero, io do solo un colpetto e scappo via. Non mi sono neanche registrato con il mio vero Quirk.-

-HALL!- sbottò Kuro spalancando la porta senza bussare. Era l’unico figlio dei signori Daiki: uno smilzo e sorridente bambino di sette anni senza ancora un’Unicità, dai corti capelli neri e gli occhi marrone scuro. Aveva il fiato corto e teneva tra le mani una lettera. -È da parte della UA.-

Il ragazzo scattò in piedi, camminò con passo svelto verso Kuro e gli strappò la busta di mano senza dire una parola. Il cuore in petto gli batteva come se avesse corso per dieci giorni senza sosta, e lui di correre se ne intendeva. Scese le scale tre gradini alla volta e si chiuse in bagno, serrando la porta con una doppia mandata. Si rigirò la busta tra le mani tremanti, incerto. Non voleva aprirla, sicuro di non essere stato ammesso, ma al contempo non voleva perdere le speranze. Era il tipo di ragazzo che si addormentava leggendo paradossi matematici e libri sulla fisica, e in quel momento non poté non pensare di essere come quel dannato gatto. In quell’istante poteva essere stato sia ammesso che rimandato all’esame, ma una parte di lui era certo di non avere esattamente il cinquanta percento per entrambe le alternative. Si limitò ad aprire la busta con attenzione, pronto a farla finita e a togliere il disturbo dalla casa dei Daiki. Un po’ gli dispiaceva, erano stati parecchio accoglienti.

Dalla busta uscì un disco metallico poco più grande di un anello, e Hall, ovviamente, lo fissò confuso. Non c’erano iscrizioni sopra, era un’altra prova? In America roba come quella non l’aveva mai vista. Non appena toccato terra, dal disco si proiettò in aria uno schermo di notevoli dimensioni, grande quasi quanto il bagno stesso, con una donna dall’altro lato. Lo capì allora: non l’aveva mai vista perché non era in commercio. La donna sullo schermo gli mostrava un sorriso a trentadue denti, vestiva di un completo scuro con un mantello bianco candido e aveva le mani coperte da un paio di guanti gialli. Lo stupore si tramutò rapidamente in incredulità. “Non merito neanche un professore e quindi mi fanno bocciare dalla lavapiatti?” si domandò il ragazzo.

-CIAO! Io sono Titan!- “Mai sentita...” pensò in risposta al messaggio dello schermo. -La pro-Hero numero uno in Giappone!- “La cosa?” -Sono qui per informarti dell’esito del tuo esame.- Il sorriso si ridusse, e Hall sospirò, andandosi a sedere sul water. Sospirò a pieni polmoni, poggiando la schiena alla parete per permettersi di respirare correttamente. -Hai totalizzato sei punti, e purtroppo non sono sufficienti per soddisfare gli standard qui alla UA.- Hall cadde in avanti mettendosi la testa tra le mani, inondando con i capelli blu le dita. Sapeva già tutto, perché si stava disperando così? Tutto quanto era già palese e la voce non aveva detto altro. Bocciato, fine della storia. Con uno sforzo che gli parve disumano si alzò, diretto alla sua stanza per dare la notizia a Clara. Aveva fatto di tutto per non farlo sentire in colpa, ma una cosa del genere non avrebbe potuto risolverla con le parole. Era colpa di Hall, sua e soltanto sua. -Tuttavia…- interruppe la voce della donna proprio quando Hall aveva messo la mano sulla maniglia. Si voltò di nuovo verso lo schermo, con gli occhi spalancati. Il sorriso era di nuovo più lungo. -Un atto eroico, alle volte, non può essere classificato come un normale punteggio. Mettere a repentaglio la propria vita per salvare quella di molti altri è qualcosa che in molti danno per scontato in un Hero fino a quando non è il momento dei fatti. Ma tu non ci hai riflettuto molto, o forse lo hai fatto più di chiunque altro. Eri troppo impegnato a fare l’eroe per preoccuparti di un test d’ammissione in una scuola di eroi, a quanto pare.- Titan scoppiò in una risata.

-Non ci credo…- mormorò Hall.

-Ti do quindici punti eroismo per la tua performance, quindi, se i miei calcoli sono corretti, dovresti aver raggiunto ventuno punti, più che sufficienti per l’ammissione! Hall Harrison, ti do il benv…-

-CLARAAAAAAAAA!- gridò Hall scattando su per le scale quasi scardinando la porta per l’emozione, correndo verso la ragazza per raccontarle quello che aveva appena sentito senza dare spazio al messaggio di dirgli altro. Quella sera a casa Daiki si festeggiò, e, sebbene Hall fosse sicuro e avesse affermato numerose volte che i veri uomini non piangono mai, Clara lo vide con gli occhi lucidi per la maggior parte del tempo.


--__--

 

I miei link: https://linktr.ee/MaxCasagrande

Sono sempre alla ricerca di Beta-tester. Quindi, se volete, fatevi avanti!
Se avete un po' di tempo, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione o un commentino qui sotto, mi fa molto piacere XD. (E poi divento più bravo!)
Se vi va condividete il capitolo, così divento famoso!!! \(^o^)/ (mai vero, ma comunque apprezzo :P).

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Le_FF_di_Max_Casagrande