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Autore: DGrey    06/08/2019    0 recensioni
Era sempre una pessima giornata il 13 Aprile.
La giornata più brutta per Luna Lovegood.
Il giorno in cui tutto le crollò addosso e la sua via cambiò per sempre...
«Mamma, Chi è Ben?»
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Luna/Neville, Luna/Rolf
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Aprile 2021

 

Rolf si svegliò presto quella mattina. I raggi del sole che passavano dalla finestra colpirono il suo viso, cosa che lo portò ad aprire i suoi occhi scuri, non senza qualche secondo di ribellione. Ci mise un po’ a connettere tutti i pensieri del mattino. E a capire di non essere l’unico sveglio.

Luna era seduta dal suo lato del letto matrimoniale, intenta a volgere il suo sguardo spento su una parete che aveva ben poco di interessante in quel momento.

«Che ore sono?» Chiese l’uomo con la voce impastata.

«Le sei e mezza…» Rispose lei quasi bisbigliando, senza smettere di fissare il muro.

Rolf sapeva già il perché di tale comportamento:

Era il 13 Aprile.

Ogni volta che si avvicinava il 13 Aprile, Rolf si affaccendava a ideare e attuare piani atti a preparare psicologicamente sé stesso e la sua famiglia alla giornata più malinconica dell’anno.

E se le cose stavano come le scorse volte, sua moglie era sveglia da un’ora o due. Almeno.

«Perché non vai a dormire, amore. È ancora presto, abbiamo tempo prima che i ragazzi si sveglino» Provò a dire, pur sapendo l’inutilità delle sue parole.

«Non importa, non ho sonno» Infatti.

«Allora…» Fece per alzarsi, strofinandosi gli occhi «…sarà meglio andare a mangiare qualcosa, almeno dopo avremo modo di pensare alle piccole pesti con calma…»

Si avvicinò al suo lato del letto, ma lei non si mosse. Decise allora di sederle accanto.

«Senti…» Cominciò «Non sei costretta ad andarci oggi. Possiamo mandare un gufo a Hermione, dirle che abbiamo un impegno, che rimandiamo a domani, o alla pros…»

«Sto bene.» Interruppe la donna, guardando finalmente dalla sua parte, con un falso sorriso «Davvero.»

Rolf non ne era convinto ma sorrise a sua volta, mostrando i denti chiari in contrasto con la pelle olivastra

«Bene, ora andiamo perché sto morendo di fame. Oggi che vuoi mangiare?»

«Porridge…»

«Perfetto, va benissimo.»

 

Verso le sette e un quarto, la coppia sentì dei passi inconfondibili giungere verso la cucina.

Lorcan, come suo solito, correva verso il tavolo come se dovesse sparire da un momento all’altro, seguito da un più flemmatico Lysander, il quale si presentò qualche secondo dopo davanti alla porta con la faccia tipica di chi era stato svegliato malvolentieri.

«Vi siete alzati presto, vedo» Disse Rolf

«Lorcan ha aperto la finestra…» Si lamentò Lysander, strofinandosi l’occhio destro.

«Che c’è per colazione?» Incalzò il fratello, ignorando le accuse infamanti.

«Porridge» Rispose Luna con la voce leggera.

Lorcan replicò con una faccia disgustata, mentre Lysander si risvegliò dal suo torpore mattutino con un sorriso.

«E’ il giorno del Porridge?» Chiese quest’ultimo avvicinandosi finalmente al tavolo

«Non mi piace il Porridge» Lorcan era contrariato.

«Ma a te non piace mai niente…» Lysander si avvicinò all’orecchio del gemello «… e poi lo sai che per la mamma è importante il giorno del Porridge…»

«Sì ma... non poteva importarle qualcosa di meno disgustoso?»

A Rolf venne da pensare guardando i suoi figli sussurrarsi a vicenda, convinti di non essere ascoltati. Nonostante i due fossero maturi per i loro sette anni, non sapeva se avessero veramente colto e compreso la tristezza che aleggiava nella stanza o se, più semplicemente, avessero notato che qualcosa non andava nella loro mamma durante il giorno del Porridge, giorno in cui era più silenziosa, molto più distratta del solito, fintamente cortese, facilmente irritabile, cose non da lei.

Mise i piatti con la colazione sul tavolo, ma i gemelli sembravano più occupati a parlarsi piano che a mangiare.

«Vedo che nessuno sembra interessato alla nuova parola di oggi.» Rolf alzò la voce, per attirare l’attenzione. «Vorrà dire che sarà per un’altra volta…»

I bambini girarono la testa verso di lui nello stesso momento. Aveva ottenuto quello che voleva.

«Certo che siamo interessati!»

«Che parola? Che parola?»

«E’ una parola nuova?»

«Non è che ti ripeti come ieri, vero?»

Era in occasioni come queste che i due ragazzini sembravano rispecchiare appieno lo stereotipo dei gemelli che si finiscono le frasi a vicenda.

«Prima la colazione.» Disse autorevole il padre, indicando i piatti. I due, seppur controvoglia, obbedirono in fretta.

Lysander finì per primo «Allora, questa parola?»

«Serendipity» Rispose Rolf

«E che vuol dire?» Incalzò Lorcan

«Indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso…»

I gemelli rimasero in silenzio. Rolf ne fu stranito.

«Che c’è adesso?»

Ricevette come risposta due sorrisi furbi.

«Dicci la verità, l’hai cercata sul dizionario!»

«No no, lo giuro…»

«Dizionario! Dizionario! Tu bari, stai barando!»

«Papà ha finito le parole, che tristezza…»

«Ne conosciamo più di quante ne conosca lui, ormai.»

Rolf vide di sfuggita un sorriso lieve formarsi sulle labbra della moglie, che aveva finalmente alzato la testa dalla sua ciotola vuota per guardare la scena familiare davanti a sé. Gli sembrò di vedere i suoi occhi lucidi.

Non aveva idea di cosa stesse pensando.

 

Fu lei a distogliere i gemelli dal prendersela con il loro genitore.

«Ora andiamo a fare qualche ora di studio» disse «… che dopo usciamo»

«Dove andiamo mamma?» Chiese Lorcan curioso

«A trovare la zia Hermione e lo zio Ron. Hanno adottato una bambina, sapete?»

«Davvero?»

«Da un paio di mesi. E noi andremo a conoscerla oggi.»

«Ha la nostra età?»

«Un anno e mezzo in meno.»

«Non è un po’ piccola?»

«Sono sicura che vi divertirete.» Incalzò Rolf «E poi la differenza non è così tanta…»

«Tu non vieni papà?»

«Oggi devo andare al ministero.»

«A fare cosa?»

«A parlare con il Capo Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.»

«Uffa…»

«Andate adesso, altrimenti non avrete più tempo per fare inglese.»

«Ok, ok.»

I gemelli lasciarono la cucina. Rolf fermò sua moglie prima che si apprestasse a seguirli.

«Se vuoi vengo con te. Annullo l’appuntamento con il ministero, così…»

«Non ti preoccupare, sto bene, tu vai pure, è una cosa importante…»

«Ma io…»

«Insisto.» Il sorriso amaro di Luna non ammetteva repliche. Rolf fu costretto a lasciarla andare.

«Sai che mi puoi dire qualsiasi cosa, vero?»

«Certo, Rolf… lo so…»

   
 
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