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Autore: Il cactus infelice    07/08/2019    2 recensioni
C'è un inaspettato bambino nella pancia di Harry e Draco non ne è sorpreso; questo è semplicemente il loro tipo di fortuna.
Oppure: la storia di come Draco e Harry hanno rimesso insieme le loro vite.
Questa storia non appartiene a me, ma è una traduzione dall'inglese. Il titolo originale è lo stesso, l'autrice è shamelessnameless. La trovate su AO3. L'ho talmente apprezzata che ho pensato di dovervela condividere.
Io sono la traduttrice.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Tre

 

Harry non pensa a niente finché non raggiunge il Ministero. Non pensa a niente quando compare a Londra, quando si dirige al punto di Materializzazione e si Smaterializza nella sua foresta. 

Non ci era stato da quando Olie era nato; i suoi pensieri si interrompono per un attimo quando ripensa al nome di Olie, ma lo respinge via. 

Dopo la guerra, tutto era troppo rumoroso per Harry. Agognava di avere la calma del suo sgabuzzino di notte senza però doverci tornare, in quello sgabuzzino. Agognava di avere un lavoro che gli permettesse solo di stare fuori e pensare, senza troppa interazione con la gente. Non voleva sentire gli altri raccontargli le loro storie di guerra; non voleva sentire quanto la gente gli fosse grata.

Invece ci sono stati solo processi ed errori e disoccupazione, ma alla fine Harry era riuscito a trovarsi il lavoro da Custode. Hagrid era, dopotutto, il primo amico che Harry aveva avuto e anche se Harry non condivideva il suo entusiasmo per gli animali, aveva finito per amare sia la Foresta Proibita che la Foresta di Dean. 

La sua foresta si trova in Scozia e non è particolarmente grande. Babbani e Maghi ne avevano tagliato grosse porzioni. Il resto è sotto protezioni che Harry ha impiegato una vita per installare. La magia lì è antica. Per la maggior parte del tempo il lavoro di Harry consiste nel cercare di capire la magia che vi regna per poter aiutare la foresta a mantenersi al sicuro. Lavora perlopiù con i rifornitori di pozioni, cerca di far crescere piante rare e funghi necessari o prova lui stesso a scovarli nella foresta. Taglia gli alberi solo quando necessario e, a parte quello, non va a disturbarla troppo.

Harry ama quel lavoro, ama la pazzia che lo contraddistingue, le strane e misteriose cose che continua a vedere. Ama la diversità, fare ricerche, poi il lavoro di amministrazione, poi le ronde e mettere in pratica quelle ricerche. Non essendo stato nella foresta per molto tempo, Harry aveva iniziato a sentirsi un po’ fuori posto, come se una parte di lui fosse lì ad aspettarlo, da qualche parte dove non riusciva a raggiungerla.

Non si allontana troppo quel giorno, va solo fino al suo campo semi-permanente. Nessuno può entrare nella foresta senza che Harry gli permetta di passare le protezioni; non aveva mai nemmeno portato nessuno perché la magia del posto è instabile. Nemmeno Draco può venirci, ma Harry non ci pensa. 

Dorme fuori sotto le stelle con un incantesimo di riscaldamento. Il giorno dopo vaga per ore, ispeziona i confini e le protezioni. Non pensa né a Olie né a Draco. Si limita a camminare.

Inizia a percepire il proprio corpo verso sera; gli fa male tutto. È abbastanza sicuro che il didietro gli stia sanguinando di nuovo. Ha dolori ovunque. 

Resta sdraiato ancora per molto. I capezzoli gli rendono impossibile non pensarci: il bambino e Draco da soli nell’appartamento a Parigi. Draco probabilmente si immagina che sia lì. È ancora presto e a casa Draco starà preparando il caffè mentre Olie dorme sulla sua spalla, schioccando le labbra. 

Un papà cattivo probabilmente avrebbe perso il temperamento con Olie, pensa Harry. Un papà cattivo lo avrebbe infilato nello sgabuzzino e non lo avrebbe tirato fuori fino a che non avesse smesso di urlare. 

È ancora piuttosto sicuro di non essere un bravo genitore, ma forse è abbastanza bravo da tornare indietro e controllare che stiano bene. All’improvviso si sente preoccupato, terribilmente preoccupato riguardo al cibo di Olie. Harry è una specie di cibo per Olie al momento. E se non avesse mangiato in questi ultimi due giorni? Draco non lo permetterebbe mai, Harry lo sa, ma il solo pensiero è orribile, 

Smonta il campo di nuovo e abbandona la foresta. Le protezioni sono in buone condizioni, così come gli alberi. Sembra che sappiano che a Harry serve del tempo ora, che nn si può prendere cura di loro. Non c’è una vera ragione per cui debba stare lì. 

Fa lo stesso identico viaggio per tornare a Parigi, ma esita per un lungo momento prima di aprire la porta.

L’appartamento è un casino. È in disordine, ma Harry ha l’impressione che sia successo qualcos’altro; sembra che qualcuno lo abbia buttato all’aria e non si sia impegnato abbastanza con gli incantesimi di riparazione.

È ancora piuttosto presto. Draco non si trova né in cucina né in salotto. La porta della camera da letto è chiusa. Harry la apre cautamente. 

Draco si è rannicchiato attorno a Olie che sta dormendo pacifico. Draco no. Il suo volto è pallido e i suoi occhi hanno dei cerchi rossi, il suo corpo è arrotolato stretto su sé stesso; sembra che soffra. Non si volta quando Harry entra. Non reagisce quando Harry si siede accanto a lui. 

Harry gli mette una mano sulla spalla. Draco tira un sospiro. 

“Promettimi”, dice “di non farlo mai più. Se ti serve del tempo tutto quello che devi fare è chiedermelo. Ma non - non puoi semplicemente sparire dal nostro appartamento”.

“Draco”, inizia Harry ma Draco scuote il capo. “Promettimelo”, ripete.

“Lo prometto”, dice Harry e Draco emette un sospiro e poi un altro, il suo respiro sembra confuso e doloroso e ostruito. 

“Okay”, dice chiudendo gli occhi, ma il suo volto si raggrinzisce e poi scoppia a piangere spostando lo sguardo da Harry quando questi prova a toccarlo. 

“Non capisco come tu abbia potuto farmi questo”, dice piangendo più forte e Olie si sveglia e li fissa entrambi. 

“Non lo so”, dice Harry. “Non stavo pensando”. 

“Avevo così paura che non tornassi più”, mormora Draco tra le lacrime e il cuore di Harry si contrae dolorosamente. “Io non - ti prego, non lasciarmi”, supplica Draco, e Harry lo cerca nuovamente. Questa volta Draco gli permette di avvicinarsi e Harry gli scivola praticamente sopra, lo seppellisce sotto il proprio corpo. Con una mano raggiunge anche Olie e la lascia lì, sul petto minuscolo del loro bambino. 

“Non sono un bravo papà, Draco”, spiega Harry perché non è mai stato uno che provocava dolore agli altri ed è brutto averlo provocato in Draco. Deve essere onesto su questa cosa, anche se gli strappa il cuore. Lo incoraggia ammetterlo sapendo che questo diminuisce l’orrore che deve star provando Draco, se lo aiuta a capire che questa è una cosa che riguarda lui e non il biondo. “Non sono un bravo papà e io - non voglio causargli dolore per questo”. 

Draco però piange più forte; le lacrime si trasformano in singhiozzi e Harry sente il proprio cuore finire in mille fottutissimi pezzi.

“Harry”, dice. “Harry”. 

“Mi dispiace”, dice Harry. “Ma io - io non sono sicuro di poterlo fare, Draco”.

“Harry”, ripete Draco. “Tu stai - stai male adesso. Questo ti fa pensare - non stai pensando lucidamente. Non sei un cattivo padre affatto”.

“Ma”, dice Harry calmo. “Lo sono”. 

“Oh Dio!” Draco si gira per non guardare Harry, lo spinge via per alzarsi e trascinarsi fino al bagno. Harry sente il suono di un conato ma nessuno schizzo, poi parte il getto dell’acqua per diverso tempo. Usa quel tempo per osservare Olie. Gli occhi chiari di Olie ricambiano lo sguardo e la sua piccola e perfetta bocca, che è la perfetta replica di quella di Harry, inizia a tremare e Harry lo prende e cerca di calmarlo prima che inizi a strillare. “Hey, piccolo”, dice baciandogli l’orecchio e Olie fa cadere la testa contro la faccia di Harry che lo stringe di più a sé. 

“Harry”, dice Draco dalla soglia della porta. “Cosa pensi che renda un padre un cattivo padre?” 

Non è sicuro di cosa renda un papà un cattivo papà. Non aveva avuto dei buoni esempi sui padri. Ma se tuo figlio piange per ore e tu non sei in grado di calmarlo, allora devi star sbagliando qualcosa. 

Dice così a Draco. Draco lo guarda dolorosamente.

“Questo non - Harry”, fa il biondo e la sua espressione si raggrinzisce di nuovo e ricomincia a piangere.

“Mi dispiace”, dice Harry, preventivamente. Le spalle di Draco collassano su sé stesse come se cercassero di nascondersi da qualsiasi cosa voglia uscire dalla bocca di Harry.

Olie cerca di raggiungere il capezzolo di Harry che però esita. Allattare gli sembra così strano quando sei nel mezzo della rottura con l’altro papà del tuo bambino e vuoi lasciare suddetto bambino per il suo stesso bene.

Olie si sposta di nuovo in avanti e Harry lo culla tra le braccia, si alza la maglietta e gli permette di attaccarsi al capezzolo. È un sollievo se Harry deve essere sincero. I suoi capezzoli non erano mai stati particolarmente sensibili ma ora non c’è giorno che passi senza che li debba tenere occupati in qualche modo. È strano. 

Draco li guarda senza dire nulla. Sta ancora piangendo, solo un po’. 

“Un cattivo papà”, dice. “Quello è qualcuno che fa del male volontario al proprio bambino. Che non si cura del proprio bambino, della sua salute o della sua felicità. Qualcuno che fa sempre sentire il proprio bambino inferiore e non adatto agli standard. Qualcuno che mette il proprio bambino in uno sgabuzzino e non lo fa mangiare. Quello è un cattivo padre”. 

“Arthur sapeva sempre se qualcosa non andava bene con Ginny o Ron”, ribatte Harry, testardo.

“Be’, chiedi ad Arthur se la stessa cosa valeva per Bill o se è qualcosa che ha imparato col tempo”, sbotta Draco. “Un bambino non è solo i suoi bisogni, Harry. Puoi imparare i suoi bisogni. Imparare ad amare un bambino quando non ci riesci - quello è più difficile”.

“Non smetteva di piangere”, dice Harry. “Non sapevo - Non riuscivo a capire cosa avesse che non andava”.

“Nemmeno io”, dice Draco. “Alcuni giorni sono semplicemente così. Non ci deve essere un motivo per lui per non sentirsi bene”. 

Harry abbassa lo sguardo su Olie che alza il proprio per ricambiare lo sguardo. I suoi occhi sono ancora di un colore indefinito, un po’ grigi, un po’ azzurri, un po’ verdi. È bello. È così dannatamente bello e Harry potrebbe quasi piangere per questo.

“Tu sei tornato a casa e ha smesso di piangere. Lo hai semplicemente preso e lui ha smesso e tu - tu non mi guardavi nemmeno”. Harry non riesce a guardare Draco ora, si limita a studiare il bambino. Draco emette un suono come se Harry lo avesse schiaffeggiato. 

“Harry”, dice, disperato. “Lui - tu gli piaci tanto quanto gli piaccio io. Eri solo esausto. Io sono arrivato ed ero calmo e questo - questo lo ha aiutato. Ha solo tre mesi. Non ha delle preferenze”. 

“Tra di noi, sei tu il preferito anche per me”, dice Harry. Non c’era motivo per non dirlo se lo stava già pensando. 

“Ti prego”, dice Draco e sta di nuovo piangendo. “Harry. Ha tre mesi. Probabilmente a un certo punto farà finta di avere qualcuno che preferisce solo per metterci alla prova, ma - è un bambino. Ha avuto una pessima giornata e ti ha esaurito e allora nessuno di voi due riusciva a calmarsi. Tutto qua”. 

Harry non risponde. 

“Harry, ti prego”. Olie sposta la bocca dal petto di Harry per guardare Draco e Harry usa quel momento per rimetterlo giù. Il suo viso si raggrinzisce e la sua bocca trema di nuovo e Harry… Harry si gira e si alza. Gli spezza il fottuto cuore, ma è meglio così. Si rifiuta di rovinare il suo bambino. 

“No”, lo supplica Draco. Sembra che qualcosa sia morto nella sua voce.

“Mi dispiace così tanto”, dice Harry e vuole raggiungere la porta ma Draco fa un suono - Harry non è sicuro. Ma è orribile. Olie inizia a piangere.

“Ti prego”, dice Draco. È tutto quello che riesce a dire. Harry scuote il capo. “Non voglio rovinargli la vita”; dice e l’intero volto di Draco si ripiega di nuovo. Olie piange più forte,

“Solo”, dice Draco con enorme sforzo. “Aspetta. Parliamone. Ti prego”. 

“Okay”, concede Harry perché Draco è messo male. Tutto quello che sente Harry è una calma orribile. Il suo terapista ne avrebbe tanto da dire a proposito della calma di Harry quando si sta negando l’unica cosa che vuole di più al mondo, ma vabbè. Harry prenderà quello che arriverà. Uno di loro deve mantenere la calma e Harry sa fare solo questo, se è così che lui è. Si permetterà di crollare solo dopo.

Draco va a prendere Olie che continua a piangere e lo tranquillizza, ma è davvero disperato quando Harry lo guarda, ripensa a tutte le cose che l’altro gli aveva detto sul mettere le cose in ordine e stare calmi. 

A Harry piacciono gli esperimenti. È una parte cospicua del suo lavoro. Scienze era la sua materia preferita alla scuola primaria. Avrebbe amato pozioni se Piton non fosse stato chi era, ne era sicuro. E quindi, prende Olie dalle braccia di Draco. Olie sta praticamente urlando ora, anche Draco sta piangendo mentre Harry è del tutto calmo. Prende il bambino, lo coccola e lo appoggia contro il proprio collo e poi, dopo alcuni momenti, Olie sta solo singhiozzando finché non si calma.

È forse l’istante più significativo della vita di Harry. 

“Oh”, dice. Draco scuote la testa verso di lui, sembra così esausto e si lascia andare contro Harry. Cosa gli aveva fatto? Che cosa stava per fare, proprio ora?

“Non sono bravo in questo”, dice e lo intende davvero. Crescere un bambino, costruire la fiducia, fidarsi di sé stesso nel prendersi cura degli altri. C’è un motivo se Harry è riuscito a diventare amico solo di una persona e c’era un motivo se quella persona è diventata la più significativa nella sua vita. Non è molto lusinghiero. 

“Stai andando bene”, dice Draco asciugandosi il viso. “Stai - forse dovresti leggere un po’. Parlare con Ron e Arthur”. 

“Mi dispiace”, dice Harry. Olie tiene un pugno nei suoi capelli e Harry si gira a depositargli un bacio sul viso. Olie pigola soddisfatto e Harry arrossisce contro la sua gola. 

“La prossima volta parlami, okay?” dice Draco e va a farsi una doccia, mentre Harry va di sotto per fargli il caffè. 

 

*** 

 

Quel fatto ha lasciato una profonda cicatrice in Draco, Harry che lo abbandona in quel modo. Non ne parlano, ma Harry lo vede, lo sa dal modo in cui Draco è nervoso e insicuro attorno a lui, come cerca di compensare con l’irriverenza e l’arguzia e sa un po’ da melodramma. Cerca di fare sesso con Harry per farlo stare meglio, ma Harry rifiuta, non si sente ancora pronto, sapendo quali sono le vere motivazioni di Draco.

Draco non ha mai saputo come comportarsi quando si viene feriti a scuola, ma sta migliorando. Fa male vederlo ricascare nelle vecchie abitudini. Harry si sente fottutamente in colpa, ma deve farsi forza, non può lasciarsi sopraffare. Lo deve a Draco, il non comportarsi da egoista ora, non permettere al suo senso di colpa di mettersi in mezzo. Lo deve a Draco, non essere lui quello bisognoso. 

Harry conosce solo un modo per sistemare la faccenda, per rassicurarlo e non è con le parole. Sa che le parole sono importanti per Draco, ma quello che al biondo importa di più è quello che più gli mancava quando era un bambino, la risolutezza.

Harry di solito è molto risoluto nella sua relazione con Draco, lo è nella vita in generale. Probabilmente è una delle sue migliori qualità. L’aveva persa quando aveva abbandonato la loro casa a quel modo, ma si è detto di non essere troppo duro con sé stesso. Crescere un bambino è una cosa del tutto nuova per lui. È qualcosa che non ha mai pensato di fare, e di certo non aveva pensato che si sarebbe trovato a farlo senza alcun tipo di preavviso. 

Si chiede se questo non fosse parte della sua gravidanza: il fatto che Harry non volesse avere un bambino ha fatto sì che il bambino si nascondesse in modo da poter nascere.

Prima si impegna a leggere, non importa quanto ci mette, Harry non è mai stato un lettore veloce. Prende alcuni appunti e poi va a trovare Arthur e Molly con Olie. È un bel pomeriggio, Molly è infatuata del bambino e lo è anche Arthur, anche se lo nasconde meglio. 

Gli chiede come abbiano fatto col primo, al che Arthur scoppia a ridere. “Provando e facendo errori” e Molly aggiunge tra le risate. “con del cioccolato, delle lacrime e la speranza che tutto si sarebbe aggiustato”. 

“Bill era un bambino che piangeva parecchio”, dice Arthur. “Quando aveva sei mesi ero così esausto che sono andato al lavoro per dormire - non lavorare”. 

“Ho detto a me stessa che non ne avrei fatto un altro”, dice Molly. “Mi sono pentita di non aver studiato per diventare infermiera. Ho pensato che era più facile quello di ciò che stavo facendo”.

“Vi siete mai sentiti come se steste fallendo?” chiede Harry guardando Olie che è incantato dai capelli di Molly.

“Oh mio caro, tutto il tempo”, dice Molly. “Ma poi loro ridono con te o vengono a chiederti le coccole o dicono Mamma, ti voglio bene con così tanta serietà e tutto si sistema. Li guardi dormire di notte e sei così ripieno di - dolcezza. Faresti qualunque cosa per loro, non importa quanto difficile”.

“Già”, Harry annuisce. Draco aveva ragione; non ha bisogno di imparare ad amare Olie, lo ama già. Sa perfettamente di cosa sta parlando Molly.

Tornato a casa, si assicura che Olie stia già dormendo prima che Draco arrivi. Oggi lavora fino a tardi, il che va a favore di Harry e Olie è stato dopo una giornata trascorsa tra la Gran Bretagna e la Francia spostandosi via camino. 

Quando Draco arriva, Harry gli va incontro e gli prende la giaccia, poi gli prende il volto e il collo tra le mani per qualche attimo. Prepara la cena e la mangiano seduti sul divano e, dopo cena, Harry si siede nel grembo di Draco, le gambe stese da entrambi i lati. 

Si guardano per un lungo momento prima che Harry si chini per baciarlo. 

“Come stanno Arthur e Molly?” chiede Draco quando si separano. 

“Avevi ragione”, dice Harry. “Lo amo. Amo te. Mi dispiace non aver capito quale fosse il problema. Non era lui affatto. Ero io, mi sentivo non voluto perché non riuscivo a fare nulla, e sai - sai che io non riesco a gestire questa cosa”. 

Draco sussulta sotto di lui, stringendolo più forte.

“Sono anche molto felice che lui non sia un bambino capriccioso e che non soffra di coliche, ora che so cosa sono queste cose”, dice Harry e Draco ridacchia, ma è commosso. Si baciano di nuovo.
Harry scivola tra le gambe di Draco. Quando viene, Draco lo afferra così forte che strappa alcuni fili di capelli dalla testa di Harry.

La notte si promettono che ne avrebbero parlato ancora.

 

***


La prossima volta che accade è più semplice.
Olie inizia a piangere ed Harry va in panico prima di ricordare che non è da solo. Chiama Draco attraverso il camino e Draco arriva passando attraverso le fiamme e bacia Harry, Olie si calma ora che anche Harry è calmo e infine si prendono un caffè quando Olie si addormenta. Draco lo porta in camera e Harry si sistema sul divano.
Draco ritorna un momento dopo, inginocchiandosi davanti a Harry. Le sue mani sono calde e gentili quando prendono il viso di Harry, tirandogli indietro i capelli. Sono lunghi e spettinati ma Harry non ha avuto il tempo di tagliarli negli ultimi mesi; era troppo impegnato a capire come fare il padre.

I capezzoli gli fanno male; Olie non li ha succhiati per tutta la mattina e Harry se li gratta finché Draco non gli sposta le mani e li immobilizza, la maglietta sudata di Harry scompare e il biondo si piega per succhiarglieli quel tanto che basta per togliere via il dolore. Harry lo lascia fare, a malapena respira, gli è grato che lo stia facendo. 

È anche piuttosto eccitante, il che gli provoca confusione, ma in senso buono. 

Harry si era sentito spaventato all’idea di aprirsi con Draco, parlargli dei suoi sentimenti di inutilità. Harry sa che non avere fiducia in sé stessi nel sapersi prendere cura degli altri è un risultato diretto della sua infanzia. Harry sa che Draco non lo giudicherà mai, che gli dirà di prendersi il suo tempo, di continuare ad andare in terapia e che starà meglio. Gli aveva persino detto più di una volta che non si aspettava che Harry riprendesse le sue normali attività dopo il parto e dopo la sorpresa avuta.

Ma stare seduti lì con Draco che è così comprensivo e così gentile e che ancora cerca di risolvere le cose anche se Harry lo ha lasciato a quel modo, fa sì che Harry riesca a dire tutto facilmente e all’improvviso, anche le cose che non ha ancora detto al suo terapista. Non è questione di terapia ma di condivisione del peso, e Draco gli dice le cose che gli sono difficili con Olie e fa tutto un po’ meno male. È facile, improvvisamente, lì nella tranquillità dell’appartamento in un glorioso giorno di sole di Ottobre con il rumore della strada sotto attorno a loro. Draco ascolta e Harry ha ragione: non giudica affatto. 

Invece, quello che fa è chinarsi su Harry, gli occhi caldi e dolci e pieni di qualcosa che Harry può chiamare solo amore. 

“Stai andando così bene”, Draco sussurra baciandolo, percorrendo con le labbra la peluria sul suo mento. “Sono incredibilmente fiero di come stai gestendo le cose. Taglierò ancora le mie ore, Harry; mi dispiace di non esserci stato quanto avevi bisogno”.

“Draco”, dice Harry e si inarca sotto il suo tocco e tutto ad un tratto lo vuole, il calore che si irradia nel suo stomaco e più giù ancora. Draco lo prende in bocca senza nemmeno usare un incantesimo di pulizia, guida le mani di Harry nei propri capelli e li tira, e Harry lo brama, si lascia prendere dal calore umido attorno a lui finché Draco non lo lascia andare con un plop e lo sistema per praticargli del rimming.

Harry ama il rimming; scriverebbe poesie sul rimming se potesse. A Draco non importa poi molto, ma a Harry sì, talmente tanto che gli piace persino ora che è più sensibile. Ma Draco è attento, continua a guardarlo, va piano ed è magnifico, specialmente quando Draco inizia a usare le mani sul pene di Harry e tutto diventa più caldo e più caldo, e poi - 

Olie inizia a piangere nella stanza accanto. 

Draco non lascia andare Harry; il pianto si affievolisce brutalmente e Harry sa che Draco ha silenziato il suono e questo non è giusto, ma lui è proprio lì per venire e Draco muove le mani così bene e infila la sua lingua più in profondità e poi due delle sue dita si allungano per strofinare uno dei suoi capezzoli sensibili con attenzione e Harry viene violentemente che gli viene da addormentarsi mentre Draco lo ripulisce con un incantesimo, gli tira su i pantaloni e gli mette sopra il piumone.

“Ti prego, prendi il bambino”, mormora Harry e Draco lo bacia prima di tornare con Olie un momento dopo. Olie è avvolto nella sua copertina, sta succhiando il ciuccio, assonnato, quando Draco dà una gomitata a Harry perché si sposti. Si infila sotto a Harry, appoggia il bambino sul loro petto e spinge il bambino finché non raggiunge uno dei capezzoli del Grifondoro e inizia a succhiare, tornando lentamente ad addormentarsi. 

“Stava di nuovo piangendo tanto”, dice Harry dopo un lungo momento mentre guarda le ciglia dorate di Olie sbattere prima di addormentarsi. Draco si limita a baciare la fronte di Harry.

“Non sapevo che cosa non andasse con lui, di nuovo”, dice Harry. “Capisco che oggi magari era solo capriccioso, ma - che cosa faremmo se qualcosa non andasse e io non lo notassi?”

Draco prende un grosso respiro e poi un altro, appoggiando le labbra contro il sopracciglio di Harry.
“Ascoltami”, gli dice. “Harry, te ne accorgeresti. Se fosse malato lo sapresti. Non dubitarne”.

“Ma se io -“, inizia Harry ma Draco lo zittisce.

“So che sei preoccupato”, gli sussurra tra i capelli. “e la depressione postpartum non aiuta. Ma devi sapere che mi fido completamente di te, che sei in grado di occuparti del tuo bambino. Non sei - Harry, non sei la stessa persona che eri cinque o sei anni fa, e non sei all’inizio della terapia quando è normale essere instabili. Stai andando bene. Noteresti se qualcosa non andasse seriamente in lui, te lo prometto”. 

“Lo scopriremo?” dice Harry e si permette di essere speranzoso; Draco non lo ha deluso da quando avevano 21 anni. Non quando importava.

“Sì, lo scopriremo, Harry”, Draco promette, e Harry si addormenta al sicuro avvolto tra le braccia di Draco.

 

***


Dopo l’attacco di panico di Harry, Draco per alcuni giorni si prende l’impegno di occuparsi della cucina, della spesa e di Olie. Harry nel frattempo si sente una merda, il suo corpo ricomincia a risentire della passeggiata nella foresta, tutto gli fa male. Riesce a malapena a dormire.

Draco decide di invitare Hermione e Ron insieme a Rose, dicendo a Harry che entrambi hanno bisogno di una pausa dalla loro routine. “Ci farà del bene”, gli dice, deciso, e sente di essere d’accordo con Rose quando questa, scrutando Olie, annuncia che non le piacciono i bambini. Ron sussulta con tutto il corpo, Hermione dice “oh mio” sottovoce. Harry si insospettisce subito ma non chiede nulla.

Prendono i bambini e vanno al parco dove Draco prende il gelato a tutti. È ancora autunno, anche se le giornate si accorciano e diventano più cupe. Rose chiede a Ron di spingerla sull’altalena e sia lui che Draco ci vanno coi bambini, mentre Hermione e Harry restano seduti su una delle panchine, immersi sotto il sole. 

“Sembri più felice”, Hermione commenta, “Molly ha detto che eri un po’ sotto tono alcuni giorni fa”.

Harry annuisce. Non sa se qualcuno sappia che cosa ha fatto a Draco e Olie. Vorrebbe in qualche modo tirare fuori il discorso ma non è sicuro di - come farlo. 

“Draco ci ha chiamati, sai”, dice Hermione dopo un momento. “Quando tu - te ne sei andato”. 

Harry chiude gli occhi. È tipico di Draco; non dire a Harry di averli chiamati solo per proteggerlo da ciò che lui stesso ha fatto.
Stava piangendo”, dice Hermione. “Era davvero - spaventato. Ron è andato a trovarlo il giorno dopo e ha detto che il posto era - all’aria. Era… stava - stava dicendo di averti spinto nell’accettare il bambino senza parlare di adozione o qualcosa di simile. Era davvero - davvero preoccupato che non tornassi, Harry”. 

“Non so”, inizia Harry. La sua voce è roca. “Non so come - come prendermi cura di Olie. Io non - il problema non è che non gli voglia bene perché non è così. Gliene voglio. Tanto. Lui - Non potrei mai darlo in adozione o qualcosa di simile. Mai. È solo che - Hermione, tutto ciò che io conoscevo era uno sgabuzzino. Non voglio rovinarlo come lo sgabuzzino ha rovinato me”. 

Hermione gli prende la mano ma Harry non si volta a guardarla. 

“Tu sai come prenderti cura delle persone”, gli dice. “Ti prendi cura di me. Di Ron. Di Ginny. Anche di Draco. E lo fai bene. Sai farlo. È solo più difficile perché i bambini sono i peggiori. Letteralmente. Amo Rose da morire, ma c’erano giorni in cui doveva andare via dalla stanza e urlare per cinque minuti”. 

“Davvero?” chiede Harry, improvvisamente più leggero. Avrebbe dovuto - avrebbe dovuto andare da Ron e Hermione. Era spaventato da quello che avrebbero potuto dire, ma avrebbe dovuto saperlo. Loro rendono tutto migliore.

“Oh, davvero”, dice Hermione. “Tu sai quanto io sia orgogliosa nel capire le cose. Ho autostima perché sono intelligente. Ma essere intelligente non ti aiuta nel prenderti cura di un infante che urla. È stata dura per me razionalizzare i suoi bisogni all’inizio. Ho pensato di essere una cattiva madre se continuava a urlare quando la tenevo”. 

“Ti voglio bene così tanto per aver detto tutte queste cose ora”, dice Harry perché è vero. 

“Ti voglio bene anch’io”, dice Hermione con naturalezza. “Fa bene avere qualcuno con cui parlare di queste cose. Ron era molto più bravo a calmarla, sai. Probabilmente lei capiva quanto ero stressata. Ma è stata dura per me aprirmi con Ron riguardo a questo. Volevo che fosse semplice, ma quando non è stato così sono rimasta sconvolta. Non c’era mai stato nulla che non fosse facile per me, lo sai”. 

“Non posso dire lo stesso per me”, dice Harry ed Hermione ride. 

“Draco pensa che io abbia la depressione post parto”, fa Harry dopo qualche momento, guardando Ron tenere in braccio Olie mentre Draco spinge Rose. “Io - intendo, probabilmente ce l’ho, ma non pensavo che sarebbe ritornata di nuovo. La questione dello sgabuzzino, dico”. 

“Stai iniziando a realizzare che cosa sia avere un’infanzia amorevole”, risponde Hermione molto piano. “Quando hai un bambino e vuoi riceva amore. Ripenso a tutte le cose che facevo con mamma e papà e che amavo fare e che mi hanno resa - me. Quando mi leggevano tutti i pomeriggi con della cioccolata calda, andare a vedere uno spettacolo di Dickens prima di Natale, mangiare i pancake per colazione quando nessuno dei miei genitori doveva lavorare la domenica. E poi ho immaginato tutte le cose che vorrei fare con Rose. Questo genere di cose, questo genere di tradizioni che ancora ricordo perché erano importanti per me e voglio fare le stesse cose con Rose perché hanno reso la mia infanzia felice. Deve essere stato difficile non - aver avuto queste cose a ricordarti, a guidarti”. 

“Sì”, dice Harry dopo un lungo momento. “Non ci ho pensato, ma sì. È davvero - è davvero e orribilmente vero”. 

Entrambi guardano nella direzione dei loro bambini, in silenzio. 

“Pensi che io - possa ancora cavarmela?” Harry chiede perché ne sente il bisogno. 

“Sì”, dice Hermione semplicemente e sorride quando Harry le dà una gomitata. “Tu sei amorevole, Harry. Draco è amorevole. Hai noi. Funzionerà tutto. Troverai i tuoi rituali”. 

“Grazie”, dice Harry, la gola stretta. 

“Sono incinta di nuovo, comunque”, dice Hermione e Harry l’abbraccia e lei sorride. “Speriamo  che io stavolta non trascorra la mia gravidanza al San Mungo”. 

“Sono abbastanza sicuro che il San Mungo spera lo stesso”, dice Harry ed Hermione ride.

Vanno a mangiare fuori per cena; è la prima volta per Olie in un vero ristorante ed è completamente incantato, continua a ridacchiare e gridare di gioia. Harry cerca di calmarlo, ma è una causa persa. Le persone iniziano presto a guardarli ed Harry vorrebbe fuggire. Odia l’attenzione e desidera ferventemente che il loro bambino fosse come Rose che dorme da quando sono praticamente entrati, come un perfetto angioletto dai capelli ricci. 

“Ora, ora”, dice Draco facendo levitare uno degli animaletti magici in direzione di Olie. Harry inizia a capire perché abbia insistito nell’andare in un posto magico anche se a tutti loro piace il cibo babbano; Olie rimane a fissare beato gli animaletti come fa sempre. È piuttosto ossessionato dai suoi animaletti magici. 

“Fantastico!” dice Ron. “Dobbiamo imparare a farlo”. 

“Perché?” chiede Draco, sospettoso. 

“Sono di nuovo incinta”, dice Hermione e Ron fa un ampio sorriso e Draco gli si congratula, e anche Harry lo fa di nuovo e poi Ron ed Hermione iniziano a parlare di tutte le cose che devono cambiare quando avranno due figli ed è - bello, pensa Harry, crescere così tutti insieme. 

 

***

 

Ron telefona a Harry il giorno dopo la loro uscita. “Se si tratta della coperta di Rose che avete lasciato qui, Draco l’ha già mandata via gufo”, dice Harry, sistemandosi un Olie addormentato sulla spalla e tenendo il telefono dall’altra parte. Si siede sul divano. 

“No, l’abbiamo ricevuta, grazie”, dice Ron. “È un’altra cosa. Quando - tu sei diventato amico di Draco, giusto?” 

“Sì?” fa Harry esitando. 

“Volevi che anche noi diventassimo amici, ricordi?” chiede Ron. È retorico, quindi Harry si limita a mormorare in risposta. “E lo siamo diventati. Amici”, continua Ron. “Infatti, considererei Draco uno dei miei amici più intimi, sai. Sullo stesso livello - tuo e di Hermione praticamente, anche se la nostra amicizia è diversa”.
“Questo è bello”, dice Harry. “Sono - Sono contento”. 

“Anche io, Harry”, fa Ron. “per questo te lo devo dire - se fai di nuovo una cosa del genere a Draco, ti ammazzo”. Harry inizia a sentire caldo all’improvviso. “Ron”, dice insicuro e Ron sospira.

“Mi dispiace davvero, Harry, ma l’ho visto. Era completamente andato, amico, ancora non capisco perché tu lo abbia fatto, hai 27 anni ormai. Ma ora voi due avete un bambino e la vostra relazione non è tradizionale e tutto il resto, e Olie è stato del tutto una sorpresa, ma devi smetterla. Devi cercare di risolvere le cose o finirete per farvi molto male. Vi amate. Lo vedo come lo guardi. Solo non capisco - perché non vuoi stare con lui, amico”.

“Di che cosa stai parlando?” chiede Harry, confuso ora. Ron sospira.

“Senti, se è per colpa di Steve - Draco non è Steve. Draco è completamente opposto a Steve. Ti tratterrà bene. Già ti tratta bene. Se non lo vuoi in quel modo, devi smetterla di tirarlo. E non puoi semplicemente andartene senza avergli parlato. Lui era - Harry, stavo per portarlo all’HMG, era completamente andato”. 

Il cuore di Harry sta praticamente correndo la maratona. 

“Harry?” lo richiama Ron. Harry manda giù. “Okay”, dice, senza sapere esattamente cos’altro aggiungere.

“Oh, Harry”, dice Ron, adesso triste. “So che ti fidi di lui. Perché non puoi fidarti completamente anche con il cuore?” 

Harry è rimasto a corto di parole, vorrebbe dire che è Draco quello che non si fida, ma non ci riesce. Gli manca un pezzo; sa da anni che deve parlare con Draco del suo ventisettesimo compleanno e la vecchia paura torna di nuovo a tormentarlo, una paura che non capisce, una paura che sembra primitiva e istintiva e irrazionale. 

Dagli indizi che ha avuto negli anni, Harry avrà chiesto a Draco di essere esclusivi e Draco non ha voluto, si sarà persino sentito insultato da quell’imposizione che li vedeva insieme in quel senso. Nessun’altra spiegazione ha senso. Harry può capirlo: è una persona bisognosa e complicata. Ha tanti problemi, ma ha pensato - che Draco sarebbe stato disposto ad averci a che fare lo stesso. Che Draco amasse Harry nonostante tutto. 

“Harry?” fa Ron di nuovo, e Harry sta quasi piangendo ora. “Non lo so”, dice e probabilmente Ron percepisce quanto stia male. Sospira profondamente. “Mi dispiace, amico”, fa. “Ti voglio bene, Harry. Mi dispiace, è solo che - voglio ciò che è meglio per te e per Draco e non capisco perché pensiate che non siate il meglio l’uno per l’altro”. 

“Devo andare”, dice Harry; riesce a malapena a respirare. 

“D’accordo”, risponde Ron molto gentilmente e Harry rimane seduto sul divano finché Olie non si sveglia. 

 

*** 

 
Avere un bambino si rivela essere sia un grosso cambiamento in senso ampio che un piccolo cambiamento in senso meno ampio. 

È sia travolgente che umile; è sia la cosa più difficile che la cosa più semplice che Harry abbia mai fatto e quando Olie compie sei mesi Harry comincia a sentirsi di nuovo sé stesso, e riesce ad apprezzarlo ogni giorno di più. 

È più facile quando Olie è un piccolo cucciolo saponoso ripieno di gioia durante il bagnetto o quando afferra i capelli di Draco e se li mangia o quando piange di contentezza quando Harry lo fa girare in tondo. È facile anche quando è addormentato e coccoloso durante le mattine quando Draco prepara la colazione a Harry e canta a Olie nella sua culla fluttuante (e ora Harry riesce a ridere all’infarto che ha avuto la prima volta che ha visto quella cosa).
È più difficile quando Harry se ne fa travolgere di tanto in tanto, quando il bambino piange e Draco non torna a casa dal lavoro per altre tre ore e il corpo post-parto di Harry fa male ovunque, quando non riesce ad alzarsi e andare alla sua sessione col terapista. È una cosa nuova della sua vita. Il suo corpo è messo male al momento, sta ancora guarendo. Non è nemmeno sicuro se riuscirà a fare ancora del sesso penetrativo. Draco si limita a scrollare le spalle e dice che sapranno quando sarà il momento, ma Harry non riesce ad avere la stessa nonchalance. 

Oggi è uno di quei giorni più difficili e Harry se ne resta a letto con un Olie inquieto e in dentizione tra le braccia. I giorni cattivi sono sempre meno frequenti e Harry è migliorato nell’affrontarli e quindi lui e Olie stanno insieme e si coccolano e anche se Olie ogni tanto protesta e piange un po’, nessuno dei due finisce con l’esaurirsi come succedeva prima. Sono entrambi mezzi addormentati quando Draco torna a casa, e Harry nemmeno apre gli occhi quando Draco gli passa le labbra sul viso. 

“Mes deux petits bébés pauvres”, sussurra Draco e prende Olie quando inizia a lamentarsi di nuovo. “Dormi, Harry”, gli ordina quando il moro cerca di aprire gli occhi; allora si risveglia tre ore dopo, all’odore di brodo che cuoce sul fornello e Olie e Draco che giocano a lanciare oggetti in una piccola bolla privata evocata per non fare rumore. 

Li guarda per un po’; ama guardare Draco con Olie, specialmente quando Draco non sa di essere guardato. Gli fa un certo effetto, vedere Draco così preso e così gentile e tenero con un piccolo essere umano venuto fuori da lui e che nessuno dei due si aspettava. 

Draco è sdraiato sulla schiena a tenere Olie in aria per farlo volare verso di sé e baciarlo in volto, che è uno dei giochi preferiti di Olie, quando il biondo vede Harry guardarli e dissolve lo schermo della privacy. 

“Ci stai spiando?” lo prende in giro e Harry dice, molto piano: “È solo che non ne ho mai abbastanza di voi due”, e Draco assume quella strana espressione, intensa e decisa e dolce e si alza con un movimento fluido per andare da Harry insieme a Olie e baciarlo. 

“Bene”, dice e Harry ha la sensazione che si stia trattenendo dal dire qualcos’altro, ma non chiede nulla, si limita ad appoggiare la testa contro la spalla di Draco. 

 

*** 

 
La notizia si diffonde tra i titoli di giornale poco tempo dopo: la nascita inaspettata, Draco è il padre, la salute di Harry - è tutto lì nella Gazzetta del Profeta che Harry continua a ricevere solo perché è troppo pigro per cancellare l’abbonamento. È mezzo-sollevato dal fatto che non vede nulla riguardo la depressione post-parto. Non è pronto per parlarne con nessun altro che non sia Draco o il suo terapista o Hermione. 

Draco è ancora in doccia; Harry si deve sedere, Olie fluttua nella sua culla poco distante.

Ci sono troppi dettagli: qualcuno di cui Harry si fida deve aver parlato al Profeta. L’intero appartamento di Draco è protetto meglio di Hogwarts e Harry è a malapena stato fuori. Scorre l’articolo alla ricerca di qualcosa, e poi i suoi occhi cadono sull’unico indizio sull’informatore: un intimo amico francese di Draco Malfoy, dice l’articolo. 

Hénry, pensa Harry e sente di non riuscire a respirare.

Draco torna dalla doccia fischiettando, lancia un’occhiata ad Harry ed è al suo fianco in un secondo. Harry gli passa il Profeta anziché rispondere alle sue domande e poi va alla finestra per guardare fuori, sentendosi distaccato da tutto quello. 

Draco è un lettore veloce; sbatte giù il giornale alcuni momenti dopo e va al telefono. 

Tutti i maghi e le streghe che Harry conosce ora ne hanno uno; la tecnologia è migliore di qualunque tipo di magia possa offrisi al momento. 

“Hénry”, dice, il tono gradevole. “Spero che i soldi ti siano valsi la pena - se incroci di nuovo la mia famiglia, ti darò la caccia come il pezzo di merda che sei e ti strizzerò le interiora con una corda dei tuoi capelli unti”. 

Harry sbuffa.

Le mani di Draco sono ferme quando fanno voltare Harry. 

“Mi dispiace tanto”, dice. “Mi dispiace tanto avergli permesso di stare ancora nelle nostre vite dopo la nascita di Olie”. 

“Okay”, Harry risponde senza guardarlo. 

Prende Olie quando Draco se ne va riluttante al lavoro, sospettando che Harry non sia comprensivo come dichiara di essere. Harry raccoglie tutte le cose di Olie il più velocemente possibile. È spaventato ma Draco - Draco ha detto a qualcun altro alcuni dei segreti di Harry e fa male così, così tanto. Lui custodiva quelli di Draco come sacri e pensava che Draco facesse altrettanto per lui. 

Inizia a iper-ventilare, solo un po’, abbastanza da ignorarlo. Olie inizia a piagnucolare mentre Harry sta camminando verso la stazione della Metropolvere internazionale al ministero della magia francese. Harry non ha idea se i bambini possano essere materializzati e non ha intenzione di scoprirlo provandolo su suo figlio. Sa che la Metropolvere va bene e l’ha già usata con Olie prima, ma non si è mai preoccupato di conoscere le differenze sui trasporti magici. Non c’è altro da fare che camminare.

Draco compare con un pop accanto a lui proprio quando raggiunge il piccolo corridoio deserto che lo porta al Ministero, afferrandogli il braccio. 

“Ti prego”, dice, il tono frenetico. “so di aver rovinato tutto, Harry, so quanto ti ho ferito, ma ti prego - sei la mia famiglia, sei tutto quello che ho, voi due siete tutto quello che voglio - ti prego non andartene”. 

Harry sta tremando. Olie emette un gridolino felice vedendo l’altro papà e le mani di Draco sono morbide e attente quando accolgono Harry, quando premono il suo viso contro il suo collo, tenendolo lì quando il primo singhiozzo irrompe da Harry. 

“Portaci a casa”, riesce a dire Harry dopo cinque minuti passati a piangere su Draco e Draco li stringe più forte e li materializza indietro. 

Siete tutto quello che voglio, sono le parole che gli continuano a ronzare in testa nelle settimane seguenti e, dio, è intossicante proprio come Harry lo ha sempre immaginato; se solo fosse vero nel modo in cui Harry vorrebbe che fosse.

 

***

 

Grazie ad Olie Harry all’improvviso scopre che deve praticare magia regolarmente anche a casa ed è strano come riesca a riprendere facilmente qualcosa che per anni ha cercato di eliminare dalla sua vita.
La vita con un bambino è molto più semplice con incantesimi di riscaldamento e di pulizia e di cucina e quando puoi evocare un cielo stellato sopra il letto di tuo figlio e far sì che le cose cantino e parlino e si muovano; Olie agita i pugni e strilla dalle risate davanti alle saliere, agli asciugamani e ai cucchiai che ballano. 

Harry ha beccato Draco a fissarlo più di una volta quando faceva della magia in casa, alzando gli occhi al cielo al suo sguardo sdolcinato e Draco diventava rosso come una barbabietola ogni volta, il che era leggermente comico. 

Ron ed Hermione sono da loro un giorno che Olie riesce ad afferrare il succo di Harry e versarlo sia su Harry che sul tavolo della cucina che sul pavimento e Harry fa sparire tutto senza la bacchetta, senza pronunciare l’incantesimo e addirittura senza pensarci, realizzando di averlo fatto solo quando Ron fischia leggermente.
“E io a malapena riesco a fare un fottuto accio senza bacchetta”, mormora. Draco sogghigna.

 

*** 

 
Si scopre che Draco aveva effettivamente ragione riguardo al fatto che Harry avrebbe notato se ci fosse qualcosa che non andava in Olie. Anche se Harry avrebbe preferito non scoprirlo mai. 

Draco è ancora al lavoro una sera mentre Harry sta dando da mangiare a Olie la sua crema di piselli e poco dopo lo sta cullando per farlo addormentare. Sta quasi decidendosi a cucinare un po’ di pasta per cena e quindi ispeziona la loro dispensa, quando sente Olie strozzarsi e scoppiare a piangere. Si affretta a tornare in camera, non ancora preoccupato. 

Il loro bambino è pieno di crema di piselli e Harry lo pulisce velocemente, lo cambia con l’altro pigiama e inizia a cullarlo di nuovo. Ma Olie vomita di nuovo, questa volta sulla schiena di Harry, violentemente. Il suo corpo si irrigidisce orribilmente e poi gli si affloscia tra le braccia. Harry a quel punto inizia a preoccuparsi, lo ripulisce di nuovo e lo stende di nuovo nella culla per osservarlo meglio. Olie vomita una terza volta e Harry lo raccoglie in fretta, afferra la propria bacchetta e si dirige velocemente verso il camino.

All’HMG vengono di corsa portati nella stanza dei controlli. Harry prova a chiamare Draco nel suo studio con la Metropolvere ma non riesce a raggiungerlo, perciò gli manda un Patronus. Olie sta ancora vomitando e a quel punto ha anche la febbre, sta piangendo disperato, continua a grattarsi gli occhi con i suoi piccoli pugni perché deve essere stanco da morire. Harry lo culla tra un esame e l’altro, aspettando disperatamente che Draco torni. 

I guaritori danno a Olie una pozione che il piccolo vomita un secondo dopo averla bevuta e Harry inizia a essere veramente preoccupato. Si dice di restare calmo, prova a chiamare Draco a casa e poi di nuovo nel suo studio ma senza alcun risultato. Olie ha sputato saliva ovunque su Harry e su sé stesso e Harry si ripete di stare calmo; deve restare calmo per il bambino. 

Quello è il momento in cui, per fortuna, Draco compare.

Raggiunge immediatamente Olie per prenderlo dalle braccia di Harry, fa un incantesimo di diagnostica e raccoglie le lacrime che si sono raccolte tra le ciglia di Olie. “Non ci sentiamo bene, mio piccolo dolcetto?” gli mormora e gli bacia il viso mentre Harry lo aggiorna su quello che è successo. 

“Il tuo pancino è scombussolato?” sussurra Draco e culla il bambino. “Ti sei beccato un dolore al pancino, mio povero piccolo? Hai forse una piccola colica?” 

“Ha vomitato tutto, Draco”, dice Harry, la voce non del tutto ferma, e Draco si volta verso di lui istantaneamente, un luccichio sospettoso negli occhi. 

“Devo prenderti un calmante?” gli chiede, ma la sua voce è calda. Allunga il braccio per stringere Harry a sé, premendogli un bacio contro l’orecchio. “Non è nulla di preoccupante, Harry”, gli dice gentile e gli bacia i capelli. “I bambini si ammalano qualche volta. Sono sicuro che gli porteranno un’altra pozione tra un po’ e allora potremo riportarlo a casa. Rilassati, amore”. 

Harry sussulta tra le sue braccia, si rannicchia, e circonda con le braccia sia Olie che Draco. Questi sbuffa sopra di lui ma non lo spinge via; gli passa una mano tra i capelli e gli strofina il collo. 

Draco ha ragione: la loro guaritrice arriva poco dopo con un’altra pozione che fa gocciolare in bocca a Olie. Il piccolo stavolta la manda giù e finalmente può dormire un’ora e mezza sotto un incantesimo di monitoraggio prima che possano andarsene quando la pozione ha finito di fare effetto. Gli vengono date altre due pozioni che Draco infila in tasca dopo aver dato loro una rapida occhiata, sorridendo rassicurante a Harry.

Il loro bambino è al caldo, un piccolo batuffolo in braccio a Harry, quando raggiungono l’entrata dell’HMG. 

“Prendiamo un taxi”, dice Draco. “Se usiamo il camino o ci Smaterializziamo si sveglierà di sicuro”. Harry annuisce e rimangono ad aspettare fuori per cinque minuti prima di trovarne uno vuoto. 

In macchina, Harry si appoggia contro Draco, studiando il loro bambino. “Avevi ragione sul fatto che avrei capito se qualcosa non andava in lui”, dice e Draco annuisce, gli sussurra te l’avevo detto. 

“Avrei preferito non saperlo”, dice Harry sarcastico e Draco gli sorride pizzicandogli il naso. “Sta bene”, sussurra. “I bambini si ammalano. Presto starà meglio. Potremo rilassarci anche noi”. 

A casa, mettono Olie nella culla. Draco inciampa su alcuni giocattoli in salotto; la loro cucina è un disastro di piatti sporchi, carta da cucina e succo versato. 

“Dobbiamo davvero trasferirci”, dice Draco mentre fa alcuni incantesimi per pulire; Harry va da lui e gli circonda il torace, baciandogli la spalla. 

“Sì”, concorda. Draco si appoggia contro il suo abbraccio, rilassandosi contro Harry. 

“Mi hanno offerto un posto al San Mungo”, dice e si volta tra le braccia di Harry, studiando la sua espressione. “come parte del loro staff più anziano. Potrebbe diventare una posizione di rilevanza tra qualche anno al loro dipartimento di psichiatria e offre molto più spazio per la ricerca di quello attuale”. 

“Sembra che tu lo voglia prendere”, dice Harry e Draco sospira e fa scivolare una mano tra i capelli di Harry. 

“È un’ottima posizione”, dice. “Ha un sacco di potenziale. Vedremmo i nostri amici più spesso. Ma, okay, sai - non è facile tornare in Inghilterra. Per me. Per noi. Siamo relativamente anonimi a Parigi. Non lo saremo a Londra”. 

“Già”, Harry ammette pensieroso. “Non lo so”, dice. “Io e te non abbiamo vissuto a Londra insieme per - sei, sette anni. È difficile dire come sarà ritornare. L’intera storia di Hénry è passata abbastanza velocemente”. 

“Perché Ron l’ha fatta smettere”, dice Draco cauto. “Perché - ho chiesto a mio padre di intromettersi”. 

“Eh?” esclama Harry confuso. 

“Scusa”, dice Draco e sembra davvero a disagio. “Non te l’ho detto apposta diciamo, per non irritarti, ma Ron ha detto che altre storie avrebbero messo a rischio la salute fisica del bambino per cui non hanno potuto stampare molto altro. E mio padre ha - parlato con alcuni suoi amici. Ha sempre conosciuto più persone di qualsiasi altro Mangiamorte e sai - dato che non è mai stato prosciolto e ha lavorato duramente a riparare alcuni rapporti, ha una - certa influenza”. 

“È di nuovo una figura politica?” chiede Harry, insicuro su come si senta a riguardo. 

“No”, risponde Draco. “Forse. Un po’. È - Harry, ti sembrerà assurdo ma ha iniziato un programma per aiutare i Nati-Babbani, per, sai, aiutare i bambini Nati-Babbani a inserirsi nella società magica prima di entrare a Hogwarts, per aiutarli a tenere sotto controllo la loro magia accidentale e informare i genitori di questo genere di cose”. 

“Ehm”, fa di nuovo Harry, ancora più confuso. 

“Ovviamente all’inizio era una manovra politica”, dice Draco, ora agitato. “Ma penso - che gli piaccia davvero. I miei genitori hanno sempre voluto tanti bambini e be’, non ha funzionato e sai - questo gli dà qualcosa da fare. Gli piace insegnare. Li porta in gita e parla ai loro genitori e io - è sempre stato un bulletto terribile, ma non conosceva davvero i Nati-Babbani. Era davvero spaventato dai Babbani quando era piccolo - sai- Ora che li conosce meglio, penso sia - non abbia i pregiudizi come prima”. 

“Cosa pensa di suo nipote Mezzosangue?” chiede Harry senza riuscire a mantenere un tono neutrale. Draco inghiottisce.

“Mi supplica di poterlo vedere”, dice, piano. “Lui - Gli ho mandato una foto. Una sola. Ha detto di non aver mai visto un bambino così bello”. 

“Oh”, fa Harry, vergognandosi per qualcosa che non sapeva dire. 

“Non preoccuparti”, continua Draco, ancora con voce bassa. “Non dobbiamo vederlo. Non sono sicuro di volere che trascorra del tempo con Olie. Io - eravamo d’accordo che non avresti avuto a che fare con mio padre”. 

“Se vuoi che conosca Olie”, dice Harry, imitando il tono calmo di Draco. “Puoi portarlo. Non sono contrario, Draco”. 

“È complicato”, dice Draco e Harry lo raggiunge per baciargli il piccolo cipiglio tra le sopracciglia. “Mi spiace, piccolo”, sussurra e Draco si lascia andare contro di lui. 

“Quindi, stai dicendo che conoscere un maestro manipolatore e un Auror esperto sono state le uniche cose che hanno evitato il casino, sì?” chiede Harry e Draco annuisce.

“Merda, non lo so”, fa Harry. “Sarebbe fantastico vivere a Londra perché, sai, per la famiglia e gli amici. Potremmo anche essere più vicini alla mia foresta e potresti spostarti a Londra facilmente via camino. Sarebbe bello, ma sai, condivido con te le preoccupazioni sulla sicurezza di Olie. E la nostra”. 

“Dovremmo parlarne con Ron”, suggerisce Draco prima di condurre Harry verso la loro camera da letto per prepararsi ad andare a dormire.

 

*** 

 

Ron sorride come lo Stregatto quando i due vengono da lui per chiedergli aiuto. 

Sorride molto meno però quando Draco gli spiega quello che vogliono da lui. 

“Be’, merda”, dice e si versa dell’altro caffè. Guarda verso Olie seduto nel suo seggiolone per un lungo momento. Olie è impegnato a mangiarsi un cucchiaio e fissare Ron con occhi grandi che stanno lentamente diventando verdi e Harry non può nemmeno dire come si sente al guardarli, ma la profondità delle emozioni che prova per Olie è spaventosa. 

“Per essere davvero onesto con voi, non sono sicuro di cosa raccomanderei”, dice calmo. “Da quando abbiamo rinchiuso Greyback ad Azkaban il piccolo gruppo che era con lui si è dissolto, ma sono attivi individualmente in Europa. Nessuno di loro prova del disprezzo verso di voi, ma Harry e Olie sono quelli che definirei dei target ad alto profilo, il che significa che rapirli o ferirli o addirittura ucciderli equivarrebbe a un atto politico come nessun altro. Ma dato che queste persone non sono ben organizzate ora come ora e non hanno molto potere politico da cui cominciare, attaccare Harry o Olie sarebbe un po’ - pisciare fuori dal vaso, sapete. Non sarebbe come farlo se fosse un atto politico vero e proprio”. 

“Avrei dovuto prendere del calmante prima di iniziare questa conversazione”, mormora Draco. Ron sorride.

“Per quanto riguarda Harry, tante persone sono incerte su cosa sappia o non sappia fare”, dice. “Attaccarti non è qualcosa che le persone farebbero a meno che non abbiano una ragione. Lanciarti una maledizione o un incantesimo o una fattura sotto copertura e poi sparire subito dopo, qualcosa tipo Guerrilla, d’altra parte è molto più probabile per entrambi. Significa che gli attaccanti entrano velocemente e se ne vanno velocemente, senza preoccuparsi davvero dei danni. È comunque piuttosto pericoloso. Direi che il rischio per Draco è maggiore dato che ha entrambi gli oppositori contro di lui, sia quelli di Voldemort che i suoi avversari. È difficile da dire se le persone preferirebbero attaccarti se sei fuori con Olie o no”. 

Draco si gratta la fronte. Harry tiene gli occhi su quelli di Olie. 

“Quindi, per riassumere: direi che il rischio per gli estremisti organizzati di attaccarvi è piuttosto basso. Anche un attacco guerrillesco da parte degli ex simpatizzanti di Voldemort è basso, questo perché ne abbiamo sciolti la maggior parte. La maggior parte di loro stanno scontando le loro sentenze e quelli che sono liberi vengono controllati regolarmente. Gli attacchi guerrilleschi da parte delle vittime e dei sopravvissuti, invece, sono più alti, soprattutto per Draco, ma non direi che siano nulli per Harry. Per quanto riguarda Olie, potrebbe essere coinvolto in un fuoco incrociato. Direi che qualsiasi azione che lo vede come bersaglio specifico non sia un grande  rischio ora, perché qualcuno che ha perso una persona cara non colpirebbe un bambino innocente, ma non dico che ciò non possa succedere col tempo. Specialmente se si formano nuovi gruppi di estremisti”. 

“E pensi che questo sia valido solo per il Regno Unito?” chiede Draco. “Se rimaniamo qui non potremmo correre lo stesso dei rischi?”  

“Sì”, dice Ron. “La Francia ha abolito le politiche di apertura dei confini verso il Regno Unito durante la prima guerra e non le ha mai ripristinate. E monitoriamo tutti gli estremisti politici. Questo non vuol dire che qualcuno non possa entrare in Francia da qualche altro paese Europeo, ma controlliamo attentamente quelle persone una volta che lasciano il Regno Unito e informiamo gli altri governi una volta che attraversano il loro territorio nazionale. Tuttavia, non li teniamo sotto costante vigilanza, nemmeno nel Regno Unito. Il che significa ovviamente che se doveste trovarvi di fronte Dolohov o Yaxley per caso - non saprei cosa potrebbe succedere. Probabilmente nulla. Anche se odiano davvero tuo padre, Draco, perciò potrebbero agire contro di te. Non farebbero nulla contro Harry. Se invece incontrate quelli più giovani - tipo Dullidge o Eamston - comunque non saprei dire cosa potrebbe succedere, ma potrebbero essere più interessati nel prenderti. E oserebbero persino prendere Harry”. 

“Chi cazzo sono?” chiede Draco. Harry poggia una mano sul ginocchio. 

“Persone che simpatizzano con gli obiettivi politici di Voldemort ma erano troppo giovani per partecipare alla guerra”, dice Ron. “Non sono molti, ma ecco, nemmeno pochi per essere ignorati. Ma come ho detto, non sono molto organizzati il che riduce il rischio”. 

“Quindi stai dicendo che i nostri rischi aumentano se ce ne andiamo; il che non è proprio rassicurante”, riassume Harry. 

Ron sospira. “Sostanzialmente sì”, dice. “Ma penso sia anche gestibile se pianificato sensatamente. Ma naturalmente sareste tenuti sott’occhio di più. Dalla stampa, dai politici, dalle persone colpite dalla guerra. Potreste fare interviste per rispondere alla stampa negativa ma - sai quanto le persone sono interessate, Harry”. 

“Hm”, fa Draco. Sembra molto stanco. 

“Lucius ottiene della buona stampa, ora”, dice Ron, molto cautamente. Draco sposta lo sguardo, ora a disagio. 

“Lucius”, dice Harry. “Non sapevo lo chiamassi così, Ron”. 

“È stato gentile al lavoro quando abbiamo dovuto contenere il babygate”, dice Ron. Harry sbuffa. “E ad essere sincero, sto lavorando con lui da allora. Hermione è volontaria nel suo programma di supporto”. 

Ron lascia ai due il tempo di metabolizzare. “Non sarà mai la mia persona preferita, mai. Ma devo ammettere che si è sforzato per - rifarsi. È stato molto chiaro su quello in cui crede ora. Non sono d’accordo su tutto, per nulla, ma sono convinto che non sia più un fanatico della purezza del sangue. E ha smesso di accarezzare l’idea di ottenere influenza politica. Cerca di fare pressione solo su questioni problematiche, per cose su cui anche io mi trovo d’accordo la maggior parte delle volte”.

“Okay”, fa Harry quando cala il silenzio. 

“Draco”, sbuffa Ron ma Draco scuote il capo senza guardarlo. “Ti prego, no”. 

“Cosa?” chiede Harry. Ron esita. Draco sospira e annuisce verso Ron per un momento. 

“Gli manchi tanto, Draco”, dice Ron. “Capisco che tu abbia avuto bisogno di tempo ma - è da solo in quell’enorme e stupido maniero. Non pensi che potreste - fare terapia insieme, se ancora non riesci ad andare a trovarlo? Lavorare su alcuni problemi? Penso che gli piacerebbe molto farlo, sai”. 

Draco si alza e se ne va in bagno senza una parola. 

“Be’”, dice Ron. “Immagino di no, allora”. 

Harry è esitante riguardo la questione. “Fammi vedere come sta”, dice e Ron annuisce, prende Olie dal seggiolone e gli stampa un bacio sul volto. Olie si aggrappa subito ai suoi capelli; ama i capelli rossi. 

Harry apre la porta senza bussare, guarda Draco che stringe il lavandino con entrambe le mani. Sta a malapena respirando, si tiene talmente stretto che Harry sussulta.

“Non farti questo”, dice Harry dolcemente. Draco ride, un orribile, penetrante risata di panico. Harry lo aspetta fuori. 

“Come ho potuto essere così dannatamente stupido, Harry?” chiede Draco, “come ho potuto - prendere il Marchio? Fare le cose che ho fatto?” 

“Amavi i tuoi genitori”, dice Harry molto piano. Sa quanto difficile sia quell’argomento per Draco, quanto ancora faccia fatica ad affrontarlo. Possono parlarne, qualche volta, ma non quando Draco è di questo umore; quando è di questo umore tutto ciò che Harry vorrebbe dargli è gentilezza infinita.

Draco non è stato un complice completamente disinformato. Lo sanno entrambi. Ma le cose che Draco ha fatto sono, nella scale di cose grandi, non così malvagie. Ha salvato la vita di Harry, dopotutto. È stato gentile con Luna. E soprattutto, Harry lo ama; non vuole nemmeno immaginare tutto ciò che gli può perdonare, perché è davvero tanto. 

Harry ha pensato spesso ai “se” della loro relazione. Se avesse stretto la mano di Draco? Se lo avesse conosciuto meglio da Madame Malkin? Se il fatto di averlo ferito nel bagno di Mirtilla avesse avuto un effetto molto più grande su di loro? 

Draco non è in grado di fare davvero del male. Lo sanno entrambi. Non riesce a sopportare la violenza, non gli piace infliggerla, non gli piace assistere alla violenza. Si è fatto la propria spina dorsale ora che è diventato la persona che è, una volta che ha detto addio a Narcissa, perché non ha avuto altra scelta e ha abbandonato il bisogno di avere approvazione da parte di Lucius. 

Il fatto che le loro azioni li perseguitassero - quella è la loro vita. Harry non avrebbe mai chiesto perdono o comprensione per Draco o le vittime dei Malfoy o di Voldemort o dei Mangiamorte, ma ha una ferma posizione sulla rappresaglia. Draco non è stato condannato ma Harry sa che potrebbe esserlo per tutto il dolore che prova riguardo al giovane sé stesso. Essere libero non è mai equivalente a essere spensierato. Le parole sono una cosa e vivere la propria vita un’altra; Draco ha vissuto la propria vita integramente dopo la guerra senza mai avvicinarsi alla fissazione con la purezza del sangue. Se ciò fosse stato diverso, loro non sarebbero mai stati amici, ma Draco è, se non altro, più liberale di qualsiasi altro degli amici di Harry.

“Harry”, Draco protesta, ma gli permette di tirarlo verso di sé, di confortarlo. Harry gli passa una mano sulle vertebre della spina dorsale, gli bacia la gola, lo aspetta fuori. 

“Grazie”, dice Draco alla fine e i due tornano da Ron che sta facendo volare Olie come un aeroplano attorno al tavolo della cucina. 

“Mi spiace che sia una scelta difficile per voi”, dice Ron con un’alzata di spalle coperte dalla giacca. “Ci sono modi per mettervi al sicuro controllando il modo in cui vi muovete. Fatemi sapere se volete che parliamo di queste opzioni”. 

“Sì”, dice Draco e si avvicina per abbracciare Ron. “Grazie. Vi terremo aggiornati”.

“Chiama tuo padre”, dice Ron nel suo orecchio, sorride a Olie e bacia Harry sulla guancia prima di andarsene. 

 

***

 

Due settimane dopo Draco deve decidere se accettare l’offerta o no e l’agitazione lo coglie per ore quel giorno. Non hanno fatto altro che pensarci e ripensarci, parlarne con gli amici e ancora non hanno idea di cosa fare.

“Lanciamo la moneta”, Harry propone ma Draco invece alza un dito. “Okay, allora riassumiamo” dice Harry, il tono di qualcuno sofferente. “Ha senso per la tua carriera, ha senso finanziariamente, se ci trasferissimo a Grimmauld -“. 

“Ma non lo facciamo”, Draco lo interrompe perché sa quanto quella casa renda Harry infelice.
“Sì, lo facciamo”, dice Harry e continua. “La maggior parte dei nostri circoli sociali si trova nel Regno Unito e a Londra. Sono tre grandi vantaggi. Svantaggio: entrambi abbiamo paura che uno di noi o il nostro bambino venga ucciso”. 

Draco fa un lungo gemito. 

“Se qualcuno volesse davvero farlo”, dice Harry perché avere qualcuno che davvero ci tiene a ucciderlo è qualcosa in cui è esperto. “può farlo anche qui”. 

“Lo so”, dice Draco. “ma secondo Ron non è questo il primo dei rischi”. 

“So che ci tieni tantissimo a quel lavoro”, dice Harry. “altrimenti non ne staremmo qui a parlare”. 

“Tengo molto di più a te e Olie”, fa Draco. “Ovviamente”. 

“Okay”, dice Draco dopo altri dieci minuti di indecisione. “Lanciamo questa fottuta moneta”. 

Harry la lancia in aria. Atterra su testa. Testa è Londra.

“Bene allora”, dice Harry. Draco sembra infelice, ma annuisce.

E quindi, una domenica di Marzo, avvolgono Olie nel passeggino babbano e se ne vanno a guardare altri tre appartamenti a Londra. Nessuno dei due lo vuole, ma Draco ha già iniziato a lavorare e si sono spostati a Grimmauld e questo effettivamente ha un certo peso sul cuore di Harry. Draco non dice nulla a riguardo ma è chiaro che lo sa. 

Draco sta controllando la strada mentre Harry si piega per sistemare il cappellino di Olie; Londra i primi di Marzo è ancora piuttosto fredda. Harry non sente l’incantesimo; probabilmente viene lanciato in silenzio. Sente solo l’impatto di uno schianto doloroso su tutta la schiena che lo spinge violentemente in avanti finendo su suo figlio. Un secondo dopo, la mano di Draco lo trattiene sopra a Olie, dicendogli “sta’ giù” nel tono di voce che Harry lo ha sentito usare l’ultima volta quando si era aggrappato alla schiena di Harry su una scopa per sfuggire dalle fiamme infernali. 

Draco sta bloccando un altro incantesimo diretto a loro, innalza un enorme protego attorno a Harry e Olie e lancia un Patronus che indubbiamente corre verso il ministero o Ron. Harry slega il bambino dal passeggino per essere più mobile; le sue mani stanno tremando quando attacca un Olie urlante al proprio petto; la sua schiena è come se fosse in fiamme. Draco mormora dietro di lui e un auguamenti lo colpisce alla schiena. 

“Hai Olie?” gli grida, ma Harry non riesce a rispondere. 

Si è bloccato; si era bloccato anche al corso degli Auror. Non ha nemmeno tirato fuori la bacchetta, troppo impegnato a liberare Olie. Dopo la guerra, Harry aveva frequentato il corso da Auror per un mese e poi aveva dovuto accettare la dura verità - che non voleva più combattere. Combattere lo faceva stare fisicamente male. 

Il protego di Draco si infrange sotto le maledizioni che piovono loro addosso; Draco lancia un’altra maledizione al loro avversario prima di innalzare un altro protego subito dopo, ma per fortuna quello è il momento in cui una serie di pop segnano l’arrivo degli Auror.
Draco si gira verso Harry; sta dicendo qualcosa ma Harry non lo sente. Sente solo un ronzio. La sua respirazione non è normale. Draco lo raggiunge e sposta la mano di Harry da Olie per appoggiarselo contro il collo e tirarlo verso di sé dall’altro lato, urlando qualcosa a qualcuno e poi smaterializzando via tutti.

Nella confusione dell’entrata del San Mungo, Harry chiude gli occhi e aspetta che l’udito gli torni. 

Ron è furioso quando li incontra nella stanza dell’ospedale di Harry ma non è nulla paragonato alla furia di Draco. Harry sa che Draco ha un temperamento, ma non lo aveva visto da diverso tempo e se ne era quasi scordato; riesce a sentire Draco urlare contro gli Auror che erano stati assegnati al loro caso dal fondo del corridoio. 

È sicuro che Draco abbia appena chiamato uno di loro “succhiacazzi dalla madre vacca” e sogghigna per un momento prima di affondare nuovamente il naso contro Olie; l’odore del loro bambino ha fatto miracoli nel tenerlo calmo. 

Quando Draco era stato attaccato da Greyback, Harry si era sentito inutile e spaventato, ma il pensiero che qualcuno potesse attaccare il loro piccolo, perfetto bambino gli aveva provocato un buco nel petto. Olie tira su col naso contro di lui, ancora aggrappato in un modo che provoca dolore nel petto di Harry. Sapere che il loro bambino è spaventato gli ricorda dolorosamente suo padre e sua madre combattere contro Voldemort in una maniera che non gli era capitata da anni; affrontare Voldemort sapendo che tuo figlio è spaventato e non essere in grado di calmarlo. Doveva essere stato orribile. 

Ron gli strofina una mano sulla schiena. 

Draco rientra un momento dopo e tutta la furia lo abbandona quando vede Harry e Olie. Si avvicina ai due e li avvolge con un braccio attorno ad Harry, premendo un bacio contro i capelli biondi di Olie.
“Come va la schiena?” chiede. 

“Guarita”, Harry risponde. “Possiamo andare. Ha detto di assicurarsi che il bambino sia tranquillo durante la serata, ma dato che non è stato colpito -“.

“No”, lo interrompe Draco e sussulta prima di dare un altro bacio a Olie, e dopo ad Harry; prende Olie e lo abbraccia forte. Harry lo guarda con sofferente silenzio quando vede una lacrima scivolare dagli occhi di Draco, quando nasconde il volto contro il corpo del bambino. 

“Draco”, lo chiama e Draco respira sussultando e sembra devastato quando rivolge lo sguardo ad Harry. 

“Lo hanno attaccato per il marchio sul mio braccio”, dice. “mio figlio è in pericolo a causa - mia. Harry - Harry, ho così tanta paura per lui”. 

Ron sussurra “merda” sottovoce e in silenzio lascia la stanza; Harry strattona Draco finché questi non si siede sul tavolo delle visite, in modo che Harry possa abbracciarlo con più facilità. 

“Mi dici sempre che ci sono cose che non possiamo cambiare e che dobbiamo semplicemente accettare”, dice Harry. “questo è qualcosa che dobbiamo accettare. Ci sforzeremo di più per tenerlo al sicuro e ci assicureremo che sia il più possibile a suo agio nell’averci come padri e questo è tutto ciò che possiamo fare”. 

“È fottutamente difficile da accettare quando si tratta del tuo piccolo”, dice Draco, ma si abbarbica ad Harry, dando altri baci al viso di Olie.
“Lo so”, risponde Harry. “ma sai, non possiamo farci niente”. E restano semplicemente seduti per un po’, fino a che Ron non ritorna. 

“Abbiamo controllato la zona e controllato i segni magici, ma non è nei nostri database”, dice. “Dato che Draco dice che erano mascherati, ci vorranno alcuni giorni per avere i risultati, ma ci stiamo lavorando. È una priorità, okay?” 

“Grazie”, Draco risponde. “possiamo tornare a Grimmauld ora? Vorrei davvero tanto mettere Olie a letto in un posto familiare”. 

“Sono davvero dispiaciuto”, dice Ron. “ma questo è il momento in cui ho delle notizie davvero poco piacevoli”. 

“No”, fa Draco. “ti prego no, Ron”. 

“Abbiamo trovato gli stessi segni magici a Grimmauld”, dice Ron cupo. “È più vecchio lì. Qualcuno doveva esserci entrato mesi fa”. 

“Oddio!” dice Draco e torna a sedersi pesantemente sul letto di Harry. 

“Be’”, fa Ron. “Penso di dover - rivedere la mia prima opinione e dirvi che potremmo avere un gruppo radicale col quale confrontarci che vuole prendere un provvedimento politico uccidendo Harry”. 

“Uccidere me?” chiede Harry inarcando le sopracciglia. 

“Hanno attaccato te, o no?” dice Ron. “Draco dice che i loro attacchi erano incentrati su di te quando lui ha iniziato a contrattaccare”. 

Draco annuisce, il volto così privo di colore che Harry davvero inizia a preoccuparsi per lui. 

“Per questo pensiamo che Harry sia il target”, dice Ron. “Ma non sappiamo nulla con certezza ancora. Harry, devi ripensare a chi hai portato a Grimmauld negli ultimi mesi. Mi serve una lista dettagliata”. 

“Certo”, fa Harry, silenzioso, già pensieroso. 

“Ci sono alcune opzioni per voi stanotte”, continua Ron. “La Tana, la mia casa, la casa di Blaise o Villa Malfoy. Questi sono i posti più sicuri. Per favore, scegliete il mio”. 

“Okay”, risponde Harry. Draco respira una volta, poi una seconda, gli occhi aperti su Harry. 

“Andrà bene, amico”, Ron dice e si passa un contatto visivo con Draco stringendogli una spalla, al che Draco si avvicina e lo abbraccia. “Grazie per essere il padrino di Olie”. E Harry quasi si mette a piangere.
Da Ron ed Hermione, Rose è interessata al bambino come suo solito, cioè per nulla. Hermione è al suo terzo trimestre e lo odia. Ascolta tutto ciò che è accaduto quel giorno, ma Harry può tranquillamente dire che non è in grado di concentrarsi e la manda a letto. Ron fa accomodare i due nella futura cameretta del loro secondo bambino che è ancora una camera degli ospiti per ora - perché lui non fa mai queste cose in tempo -. Harry trasfigura una sedia in una culla, mentre Ron e Draco controllano le protezioni degli Auror per recuperare alcune cose da Grimmauld che serviranno per i prossimi giorni.
Olie si addormenta velocemente solo per svegliarsi continuamente durante la serata e la notte. I capezzoli di Harry ne soffrono; è nella fase in cui cerca di diminuire le poppate del bambino ora che sta mettendo i denti. Draco gli strofina della salvia sopra, gli ricontrolla la schiena e si alza ogni volta che Olie piange.
Olie è di nuovo nella sua culla quando Draco si china per dare un bacio a Harry, profondo e intenso. Non hanno fatto tanto sesso negli ultimi mesi; Harry è di solito troppo sfinito quando Draco torna a casa oppure il suo corpo non vuole cooperare. Si sono fatti alcuni pompini, e qualche lavoro di mano; Draco ha anche giocato più volte con i capezzoli di Harry e Harry è leggermente disgustato da quanto la cosa gli piaccia, ma lo eccita da matti, le emozioni crescono quando l’attenzione di Draco è rivolta a quella parte del suo corpo. Gli mancherà quella sensazione quando i suoi capezzoli torneranno normali.
Ora come ora, il bacio di Harry è sul filo dell’esaurimento, ma Draco lo tiene calmo con lunghi contatti, lo sospinge finché non lo ha nel suo grembo. Quella è la posizione preferita di Draco, Harry che lo cavalca, anche se entrambi sanno che non ci sarà alcuna cavalcatura; Harry non è ancora pronto per il sesso penetrativo. 

“Harry”, dice Draco e Harry apre gli occhi per guardarlo e sente tutta la stanchezza evaporare. Draco non lo avrebbe mai ammesso, ma Harry lo conosce bene da poter dire che è terrorizzato, probabilmente ha bisogno di sentirlo a contatto per ancorarsi.
Harry si sente orgoglioso nell’essere in grado di dargli conforto. È stato un processo davvero lungo per lui e tante delle sue conoscenze gli sono arrivate direttamente da Draco, ma è diventato bravo. Riesce ad abbracciarlo senza che sia Draco a dirglielo. Riesce a carezzargli i capelli o tenerlo stretto la notte o baciarlo senza dover essere sollecitato a farlo. Può alleggerire una situazione in cui Draco apprezzerebbe un po’ di humor piuttosto che troppa serietà. Harry conosce Draco; con Draco si sente abbastanza al sicuro da potergli dare attenzione e amore senza temere di vederseli tirati in faccia.
E questa consapevolezza lo fa chinare e baciare Draco intensamente, lo fa scivolare lungo le sue cosce, fino a terra per prenderlo in bocca. Draco geme sopra di lui e Harry rilassa la gola, permette a Draco di scopargli la bocca con piccoli sobbalzi interrotti. Aspetta fino a che è sicuro che Draco è al limite; poi lo lascia andare con un pop, si solleva per seguire le linee delle cicatrici di Draco con la lingua. Inizia con quella che gli ha lasciato Greyback, segue su quelle che gli ha lasciato lui, prima di prendergli il braccio nella propria mano e leccargli il marchio, mentre con l’altra gli tiene il pene e lentamente inizia a pompare, assicurandosi che il movimento sia il più calmo possibile intanto che sussurra un incantesimo lubrificante. Draco geme con un suono gutturale, si riscuote dalla paralisi nella quale è caduto quando Harry ha iniziato a baciargli le cicatrici. Harry piagnucola e aspetta prima di lasciargli andare il braccio e prendergli l’altro. Osserva gli occhi di Draco spalancarsi, lo osserva immobilizzare i fianchi. È ancora duro, perciò l’altro decide di procedere.

Le cicatrici sul polso destro di Draco - segno di un suicidio fallito di anni prima - sono a malapena visibili. Harry sa che ci sono perché Draco glielo ha detto, solo una volta, poi non le ha più menzionate. Draco ha fatto di tutto per farle scomparire una volta uscito dal San Mungo. Ha ancora un manifesto di congratulazioni da qualche parte per la sua ricerca sulla riduzione delle cicatrici da taglio. 

Harry gliele bacia, quelle cicatrici, e poi inizia a muovere la mano sul suo pene allo stesso tempo delle lappate. Dà un’occhiata al bambino, ma Olie dorme profondamente, e per un istante Harry considera di chiedere a Draco di essere lui a farlo, ma poi lancia un incantesimo di privacy attorno a loro, aggiunge un altro incantesimo per favorire l’apertura di Draco, un incantesimo lubrificante sul proprio pene, e infine un incantesimo di protezione, tutto con un sorrisetto. Draco sta ansimando sotto di lui, gli occhi spalancati. Essere la parte passiva è sempre intenso per lui, i suoi orgasmi prostatici sono così lunghi che Harry non può fare a meno di sentirsi geloso. Di solito fanno la preparazione manualmente, Draco pratica del rimming e usa le dita su Harry, ed che usa le dita su Draco, ma il moro scommette che in quel momento non ci impiegheranno tutto quel tempo.
Spinge Draco sopra di sé, lo guarda sprofondare sul proprio pene con un sospiro strozzato. È la prima volta che fanno del sesso anale e il pene di Harry si sente così bene; spera che anche Draco si senta così bene. Il moro non riesce ancora a darsi tutte quelle spinte, ma i movimenti che sta facendo Draco sono eccezionali, i gemiti e le suppliche provenienti dalle sue labbra dolci come il miele.
Draco lo sta scopando con sospiri brevi e forti, il suo pene duro ballonzolante sulla pancia di Harry. Il biondo gli schiaffeggia la mano quando il compagno cerca di prenderlo e Harry sorride sapendo che questo significa che Draco è vicino a venire e che è troppo intenso per aggiungere un’altra stimolazione.
Il gemito successivo che Draco lascia andare è disperato e il suo pene si ingrossa ancora di più e poi, dopo un momento di sospensione in cui tutti i muscoli sono tesi, finalmente viene, tanto e a lungo. Anche Harry si lascia andare allora, inarcando la schiena leggermente, le dita dei piedi che si incurvano. È una bella sensazione; avrebbero dovuto farle settimane fa ma Harry si vergogna ancora un po’ del suo aspetto, del suo didietro, del grasso sulla sua pancia. 
Draco scivola via da Harry, rannicchiandosi subito al suo fianco e contro il suo collo, i capelli morbidi che cadono sul viso di Harry. Il suo respiro è ancora pesante e, quando lascia un bacio sul capezzolo di Harry, il corpo di quest’ultimo sussulta. Draco ridacchia. 

“Ti amo”, dice talmente a bassa voce che Harry a malapena lo sente. Si addormenta così, con la testa di Draco sulla sua spalla; Draco rotola via da lui gentilmente quando Olie inizia a piangere e Harry dorme per il resto della nottata.

 

***
 

I giorni a seguire sono piuttosto duri per Ron che cerca di dare loro delle risposte il più velocemente possibile e per Draco che è ovviamente terrorizzato da morire che Harry avrebbe potuto piangere per lui.
Hermione si siede con Harry per compilare una lista di tutte le persone che avevano accesso a Grimmauld prima che Olie nascesse; da allora, più o meno nessuno era entrato in quella casa per quanto ne sapesse Harry.
Il circolo sociale di Harry non è così grande; non ha mai nemmeno portato qualcuno per una notte. Se faceva sesso, lo faceva esclusivamente con Draco o con l’uomo che Draco si portava a casa, o con Draco ed Hénry ma tutto quello era successo a Parigi.
Ron, Hermione e Rose erano nella lista ovviamente, Draco lo aveva visitato piuttosto spesso. Dean e Seamus sono venuti almeno una volta, così come Neville e Hannah. Ginny anche e si è portata un amico il cui nome Harry non riesce a ricordare, per cui le mandano un messaggio per scoprire che il ragazzo si chiama Tony ed è uno stronzo. Molly anche era venuta per pulire e cucinare, non importava quante volte Harry l'avesse implorata di non farlo. Bill si è fermato una volta lungo la strada per l’Egitto; George qualche volta è venuto dopo lavoro per farsi una pinta e guardare la TV che per lui è diventata una nuova ossessione per un po’ e Arthur qualche volta si univa, estasiato dalla sua passione per le cose Babbane. Teddy è venuto di meno rispetto a quello che a Harry sarebbe piaciuto, ma lui e Andromeda semplicemente non riescono ad andare d’accordo.
“Se è qualcuna di queste persone”, dice Hermione. “con l’eccezione di questo Tony, allora la ucciderò per te”.
Harry sbuffa.
Ci rimuginano sopra ancora e ancora mentre Harry massaggia i piedi a Hermione. “Non farne un altro”, gli dice lei. “o fallo come hai avuto Olie. L’ultimo trimestre è terribile”.
“Hmmm”, Harry mormora, sfregandole le caviglie, pensieroso…
“Hénry è stato lì”, dice. “Penso dopo Natale. Hanno trascorso il capodanno a Londra e ho detto a Draco che poteva usare la casa”.
Gli occhi di Hermione sono immediatamente concentrati.
“Ron è davvero arrabbiato col fatto che gli Auror si siano persi un nuovo gruppo estremista nascente”, dice cautamente. “pensava che il loro monitoraggio fosse migliore dopo tutte le riforme che sono state fatte”.
“Già”, fa Harry, standole dietro immediatamente. "a meno che non si tratti di quello ma di un semplice atto di passione e avidità”.
“Avidità?” Hermione chiede, piegandosi in avanti.
“Lui sa che Draco è l’unico erede dell'eredità dei Malfoy”, spiega Harry.
“Ma lo è davvero?” Hermione chiede dubbiosa.
“Ho sentito cose su suo padre nelle ultime settimane che mi fa pensare che non lo avrebbe tagliato fuori dall’eredità”, Harry dice. Hermione annuisce. “Ma dubito che Draco la voglia prendere. Forse una parte la lascerà a Olie. Tutto il resto non lo vorrà”.
"A meno che”, Hermione dice. “tu non venga ucciso. Hénry lo conforta e lo aiuta a prendersi cura del bambino e si rimettono insieme, si sposano e allora ha tutto il tempo per far cambiare idea a Draco. E senza di te probabilmente non gli sarebbe nemmeno difficile convincere Draco a ricongiungersi con la famiglia che gli rimane”.
“Non sono sicuro che Hénry sia così crudele”, Harry dice. “O così intelligente”.
“Ma è molto orgoglioso”, Hermione risponde. "Sicuro di meritarsi cose belle. Draco deve aver speso un sacco di soldi con lui con tutti i ristoranti e le vacanze che hanno trascorso”.
“Ma uccidermi?” Harry dice dubbioso. “È codardo, Hermione. Voglio dire, mi odia, ma addirittura sfidarmi? Pensavo che fosse più tipo da veleno”.
“Non ti ha mai incontrato durante la guerra”, Hermione dice. “La Francia non ha affrontato la guerra più di tanto e dubito sia il tipo da leggere di politica. Ti ha incontrato come qualcuno inferiore a lui; ti ha incontrato come il ragazzo che Draco si porta dietro perché altrimenti ne moriresti”.
Harry fa una smorfia.
“Scusa”, Hermione dice. “Ma pensaci. Non fai tanta magia a casa. Hai un lavoro strano e che lui magari pensa tu faccia perché non hai altra scelta. È sicuro che tu non sia un grande mago. E forse la sfida finale non è ucciderti, ma ferirti, danneggiarti permanentemente e usare quel tempo per infilarsi di nuovo nella vita di Draco. È sicuramente abbastanza crudele da pensare che Draco sia suo solo perché lui ottiene sempre ciò che vuole. È talmente narcisista da pensare di piacere a Draco di più e che ti tiene con sé solo perché si sente obbligato”.
Harry si agita, nervoso e Hermione mette le proprie mani sulle sue.
“Il che ovviamente non è vero”, dice, sicura. “Draco - Harry, Draco non ama nessuno come ama te. Tu e Olie siete le due persone più importanti nella sua vita. Noi tutti speriamo che tu finalmente lo capisca e trovi il coraggio per comportarti di conseguenza”.
“Come ho fatto per il mio compleanno?” Harry chiede perché be’, - forse è tempo di spingere un po' per capire cosa diamine sia successo quando ha compiuto ventisette anni.
Hermione inarca un sopracciglio, confusa. “Be’, direi l’opposto, giusto? dice e Harry geme perché non ha minimamente senso. Merda.
Sta per chiederle cosa pensa sia successo quel maledetto giorno quando Olie si sveglia dal suo pisolino e si mette a piangere.
“La povera creatura si è davvero spaventata l'altro giorno”, dice Hermione quando Harry torna nel salotto, cullando il bambino. Olie si strofina la faccia e guarda verso Hermione prima di girarsi verso Harry con un’espressione così seria che Harry non può fare altro che dargli un bacio.
Hermione li guarda con un sorriso dolce.
Quella sera, quando Draco torna dal lavoro, Harry prende Ron da parte per mostrargli la lista.
“Controlleremo Hénry”, Ron promette. “e Tony. E se questi due non portano a niente, controlleremo anche gli altri, non importa cosa pensiamo di loro. Sarebbe negligente non farlo”.
Harry fa una smorfia. Ron sembra infelice. “Non dire a Draco ancora niente su Hénry, okay?” Harry chiede e Ron annuisce, corrucciato. 

***

Draco rotola nel letto per salire sopra ad Harry una settimana dopo l’attacco, si rannicchia contro di lui e scoppia a piangere.
Harry lo avvolge a sé quanto più possibile e non cerca di calmarlo; saprebbe dire quanto Draco fosse pieno di dispiacere nell’ultima settimana, quanto grande sia stato il suo rimpianto per essersi trasferito a Londra. È felice che Draco riesca a lasciar scorrere le lacrime, che gli permette di vederle.
Non piange a lungo, ma restano abbracciato per diverso tempo.
“Mi spiace che tu stia male”, Harry dice. Draco prende un grosso respiro.
“Mi spaventa un po’ che tu non sia spaventato”, dice Draco dopo un momento.
“Se ci sarà un altro attacco a te o a Olie, lo sarò”, fa Harry. “Se sono io, be’, sai, storia vecchia”.
“Ti prego, non dire così”, Draco dice, ma sta sorridendo leggermente.
La mattina dopo Ron dice a Harry che i segni magici non sono né di Hénry né di Tony.
“Hm”, fa Harry, pensando a qualcosa.
Quando Draco ed Hénry hanno trascorso Capodanno a Grimmauld, Harry ricorda vagamente che Draco gli ha detto che la cugina di Hénry si sarebbe unito a loro per un giorno o due. Harry non lo aveva davvero ascoltato perché non gli importava.
Harry ci rimugina sopra; tutto ciò di cui lui ed Hermione hanno parlato ieri, si applica sia ad Hénry che alla cugina, solo che Harry è sicuro che lei saprebbe risolverlo.
Quel giorno, Draco torna a casa prima, tremante e pallido. “Ho ricevuto un gufo al lavoro”, dice, piano, quando Harry gli fa pressione per farsi dire cosa non andasse.
“E?” chiede Hermione.
“Ed era molto dettagliata”, Draco risponde. “molto- sai, da qualcuno che conosce sia me che Harry. Ron se ne sta occupando”.
La rabbia che Harry sente è una di quelle che non ha sentito dal termine della guerra.
Qualcuno sta minacciando la sua famiglia e Harry pensa di sapere chi sia. La decisione è facile.
Bacia Draco e gli passa Olie. Draco si siede con Hermione e Rose e nessuno si accorge quando Harry va al piano superiore a cambiarsi e quando poi torna giù ed evita la cucina per mettersi le scarpe.
Non saluta, quando lascia la casa e si smaterializza perché si sente un po' superstizioso. 

***

Hénry cerca di chiudere la porta in faccia a Harry non appena questi gli suona al campanello.

“Non disturbarti”, dice e dà una spallata alla porta. Si fissano. “Puoi dire la verità” dice in tono gentile “o marcire ad Azkaban per il resto della vita. So che non sei stato tu ad attaccarmi e che non hai mandato tu il gufo, ma sei complice. Potresti migliorare la tua situazione dicendomi la verità”.
“Potter”, dice Hénry con noncuranza, e Harry fa un passo in avanti senza pensare, ma Hénry è ancora contro il muro quando Harry si ferma.
Hénry ha gli occhi spalancati. Harry è contento di sapere di incutere un certo timore quando non difende sé stesso ma qualcuno che ama. O forse è semplicemente più preparato; l’allenamento da Auror appartiene ormai a dieci anni fa ormai.
“Sai che ho ucciso uno dei maghi più potenti di tutti i tempi quando avevo solo 18 anni, vero?” chiede Harry con nonchalance. Non se ne vanta mai e non è una persona crudele, ma Hénry voleva ferire Draco e la paura nei suoi occhi avvalora il vanto.
È piuttosto triste da quel punto in poi perché Hénry cede piuttosto facilmente e Harry va a chiamare tramite camino il dipartimento Auror di Londra.
Ron gli dà un colpo in testa per essere andato da solo. “L'ho già detto a Draco”, dice. “perché ti meriti una punizione”.
È accaduto più o meno come Harry ed Hermione avevano immaginato, solo che il cervello dietro tutto quello non era Hénry, ma sua cugina. Era lei che voleva ferire o uccidere e prendersi una parte dell’eredità di Draco; Harry le fa notare con piacere che, a parte Abraxas, quasi tutti i Malfoy hanno raggiunto età avanzate, sopra i 150 anni; Lucius non ne ha nemmeno sessanta.
Hénry piange anche più forte dopo aver sentito quello. 
Sua cugina viene arrestata a Londra tre ore dopo. “Ha cercato di combattere”, dice Ron. “Peccato sia pazza. Ci avrebbe fatto comodo una come lei”.
Tornati a casa, Draco rimprovera Harry per quello che sembra un minuto, prima di rinunciare e abbracciarlo. “Cosa avrei fatto se ti fossi ferito?" dice in tono disperato. La battuta di Harry sulla sua età e su Voldemort non tocca Draco in alcun modo - come era successo cn Hénry -, ma lo fa solo sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
"Non sono sicuro di voler restare a Londra, comunque”, Draco dice quella notte. Harry è al sicuro tra le sue braccia; Olie dorme profondamente accanto a loro. Ron voleva aspettare che se ne andassero almeno finché non avessero saputo dove erano i due aggressori; la cugina di Hénry ancora non aveva parlato.
“Presumibilmente hanno assunto un aiuto”, ha detto Ron prima. "Quindi non preoccupatevi. Finirà presto, okay?"
“Restiamo”, dice Harry. “Olie e io abbiamo visto più persone in quattro settimane di quelle che ho visto io in otto mesi che siamo stati a Parigi dopo che è nato. Farò un'intervista per il Profeta e poi - andremo avanti. Come abbiamo sempre fatto. Andrà bene, Draco.
"Avresti dovuto dirmi quello che pensavi su Hénry”, dice Draco. Harry sospira.
“Ti piaceva”, dice l'altro piano. “E non avevo alcuna prova sul fatto che gli piacessi solo per i soldi. Non volevo sembrare - disperato. Non lo farà più”.
“Harry”, fa Draco allora. “Non succederà più. Ci sei solo tu okay? Io - Non voglio continuare a vedere altre persone. Ho chiuso con quello”.
“Be’, quando cambi idea, ti prometto che ti dirò se qualcuno non sta con te per le giuste ragioni”. Harry dice e non vede l'infelicità che aleggia sul viso di Draco.  

***

La vita procede bene dopo il discorso di Hénry. Draco ama il suo nuovo lavoro, anche se cerca di minimizzare; Harry sa che è timido riguardo a quanto gli piaccia imparare cose nuove e ottenere risultati negli sforzi che fa.
Harry ha ripreso a fare ricerche; c'è un albero nel mezzo della foresta che non riesce ancora a classificare e sta iniziando a pensare che potrebbe essere il così detto "cuore della foresta”, un albero che in tempi antichi si credeva fosse il governatore degli altri alberi nella foresta; se cade quello muore la foresta, se lo si coltiva la foresta prospera.
La sua ricerca lo porta a cercare nel cuore delle case dei maghi e trascorre tre giorni a imparare la magia che ereditano le case dei maghi, come venivano considerate creature magiche. Con il declino dei purosangue, le case dei maghi vengono viste solamente come caratteristiche ma non a esseri senzienti e Harry trascorre un giorno camminando per Grimmauld dai sotterranei all'attico con Olie tra le braccia.
“Pensi che la casa stia soffrendo?” chiede a Draco quella notte.
Draco continua a masticare il suo riso prima di chiedere, con attenzione, “perché dovrebbe soffrire?”
“Era la più antica e nobile casa dei Black”, dice Harry, piano. “Era un posto dove le persone amavano e vivevano, e alla casa probabilmente piaceva. E poi ha visto tante tragedie e le famiglie distruggersi e ora ha solo me e io la odiavo”.
Draco mormora mandando giù un sorso di succo, chiaramente prendendo tempo.
“Diresti che Villa Malfoy sia senziente?” Harry gli chiede, e un muscolo sobbalza nella mascella di Draco. “Sì”, ammette piano. “e soffre anche”.
Harry siede in silenzio pensando a questo per un lungo momento.
“Ti prego, non iniziare a sentirti responsabile e triste per Grimmauld”, gli dice Draco dopo un momento. “Ha sofferto per anni. Non è colpa tua".
“Potrebbe essere più bella”, dice Harry. “Ha spazio. E un giardino. E si trova in un posto fantastico”.
Draco sembra afflitto.
“Voglio dire, non possiamo semplicemente abbattere un muro”, dice Harry. “Dovremmo chiederle se possiamo fare dei cambiamenti. Potrebbe impiegare del tempo prima che inizi a fidarsi di noi. È un peccato che Kreacher non sia più qui; lui avrebbe saputo che fare”. 
Draco sospira a lungo.
“Avremmo potuto crescerti in un bel appartamento senza problemi di manutenzione”, dice a Olie. “dove avresti potuto invitare i tuoi amici babbani senza dover spiegare tutte quelle cose strane che ci sono in casa nostra. Ma il tuo papà te lo ha impedito. Voglio che tu sappia che è stato Harry e non Draco a impedirtelo”.
Harry sorride. “Conosci dei libri? O meglio, qualcuno specializzato nel mantenere le case dei maghi?”
“Be’”, Draco dice strascicando le parole. "Conosco qualcuno che è molto orgoglioso della propria storia famigliare e che ama le case dei maghi abbastanza da perdonare una collaborazione con un cattivo, non bravo, mago. Solo che dubito che voi due potreste andare d’accordo”.
“Okay”, dice Harry. “Ma magari chiedili dei libri. Posso comunque chiamarlo se devo chiarire qualcosa”.
“Non devi avere a che fare con mio padre”, Draco dice afflitto.
“Oh, era questo che intendevi?” Harry fa, innocentemente. “Non ne avevo idea. Sii gentile però e chiediglielo”.
Draco si colora leggermente ma guarda Harry con occhi severi e Harry gli sorride finché non sbuffa e si gira verso Olie.

***

Quando Olie compie un anno, Draco insiste per portarlo a una tranquilla escursione al parco, solo loro tre prima di andare a cena con amici e famiglia.
“Dormirà e basta”, dice Harry, divertito, ma Draco non demorde.
“Il parco e i giochi sono per lui”, dice. “La cena è per te e me per ringraziare i nostri amici. Inoltre, non ti ho visto con un vestito addosso per un anno intero, perciò accontentami”. Harry gli tira un cuscino in faccia per quel commento.
È una giornata calda e soleggiata e quando tornano a Grimmauld, Harry è stanco, ma in modo piacevole e Draco gli sorride e gli dice di farsi un pisolino.
Harry obbedisce ma non riesce ad addormentarsi, sta ripensando all’anno precedente; a come Olie ha cambiato la sua vita e quella di Draco, a quanto si è sentito felice dopo aver superato la sua depressione post-parto e i suoi iniziali attacchi d’ansia. È più o meno pronto a chiedere nuovamente a Draco di ufficializzare la cosa, di sposarsi e avere altri bambini e continuare a rinnovare Grimmauld, ma ogni volta che pensa al discorso, la paura lo sormonta, e la gola gli si chiude e non ha idea di come esprimere tutti i suoi desideri.
Dopo essersi girato e rigirato senza sosta, si alza dopo una mezz’ora e si dirige in cucina.
“Chi è il mio dolcetto preferito?” Draco dice a Olie. Harry si assicura di spostarsi di lato silenziosamente; guardare Draco con Olie quando pensa di non essere osservato è la sua attività preferita.
Olie siede nel suo seggiolone, squittisce e ridacchia e muove i suoi piccoli pugnetti. Draco sta tagliando una carota bollita e gliela passa a pezzetti che può prendere e masticare.
“Non così rumoroso, signorino”, dice Draco quando il bambino si mette a gridare a un volume piuttosto alto. “tuo papà è stanco e ho dovuto quasi trasportarlo fino al letto e noi vogliamo che sia ben riposato, vero, mio dolcetto?”
Olie squittisce e Draco sorride e anche Harry dietro di lui sorride.
“Vogliamo che si senta bene stasera”, Draco dice e gli passa un altro pezzo di carota. “È importante per noi che lui stia bene stasera, dopo tutti i piani che abbiamo fatto, vero? Perché l’ultima volta che papà ha provato a chiedere al tuo papà di andare a vivere con lui sempre e per sempre, il nostro Harry non sembrava così entusiasta, giusto? Ma all’epoca tu non c'eri ancora, ora forse potrebbe ripensarci, perché io sono pronto a ripensarci, dolcetto, non hai idea di quanto il tuo papà sia pronto a ripensarci”.
Harry deve aver fatto rumore a quel punto perché Olie lo vede e il suo volto si illumina e Draco si gira e lo guarda come un bambino colto con le mani nel sacco.
“Da quanto tempo stai lì?” gli chiede e Harry ingoia e cerca di dare un senso a quello che ha sentito.
“Quando mi hai chiesto di diventare una cosa seria?” sente la propria voce chiedere e, dannazione!, la sua tendenza a vomitare parole sotto stress emotivo lo farà uccidere un giorno, ne è sicuro.
Il volto di Draco si rabbuia a quelle parole; sbatte le palpebre velocemente per un secondo.
“Non è corretto, Harry”, dice e dalla voce sembra distrutto, "una cosa è non provare la stessa cosa, ma l’altra è sbattermelo in faccia dopo tutto questo tempo-“.
“No”, fa Harry, pieno di panico. “No Draco. Non capisco, non riesco a ricordarmi quando me lo hai chiesto, io-“.
“Non ti ricordi il tuo ventisettesimo compleanno”, dice Draco e la sua voce suona piatta e fredda, quella che usa quando vuole far capire che sta soffrendo. “È fottutamente crudele”.
“Draco”, lo supplica Harry perché merda, perché ovviamente - perché quel dannato compleanno - “io davvero, onestamente non ricordo nulla di quel compleanno”. 

*** 

WoW! Ce l’ho fatta. Non pensavo nemmeno che sarei riuscita a finire la traduzione per questa settimane e invece ho stupito persino me stessa.
Non ho molto da dire, lascio i commenti a voi. Mi scuso in anticipo se ci sono degli errori, ho riletto tutto quasi d’un fiato e ho corretto gli errori più evidenti ma magari ho tralasciato qualche dettaglio.
Fatemi sapere.

Baci,
C.

P.S. ho scritto una oneshot su una delle mie ship non canon preferite, la Wolfstar se vi va di dare un’occhiata. Si intitola Un giorno di pioggia.

 

   
 
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