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Autore: Myriru    09/08/2019    1 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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«Questo… è strano. Decisamente strano »
André alzò lentamente la testa e trovò Renée guardarlo in modo strano, con i pugni poggiati sui fianchi e la fronte corrugata.
Si alzò lentamente ma una fitta alla schiena lo bloccò all’improvviso, facendolo imprecare a bassa voce. Guardò confuso la porta della loro stanza e cercò di ricordare cosa effettivamente fosse successo la sera prima. Com’era tornato a casa?
Ricordava di aver bevuto, tanto, e che un uomo lo aveva importunato, non ricordava bene chi avesse sganciato il primo pugno ma di sicuro si era sfociata in una rissa, ne sentiva chiaramente tutti i dolori. Renée gli fu vicino mentre poggiava la schiena sulla superficie morbida del divano e si sincerò che stesse bene.
«Cosa ci fate qui? »
«Credimi se ti dico che non lo so neanch’io »
«Avete bevuto… ancora? »
Abbassò il capo mortificato, immaginando già l’espressione delusa della figlia e non osò immaginare quella di Oscar.
Sospirò amaramente e cercò di sgranchirsi la schiena e le gambe ma sentiva più dolore che sollievo.
«Cos’è successo? Siete scappato all’improvviso, non vi ho sentito fare ritorno e ora vi trovo a dormire a terra come un mendicante! »
«Ci sono stati dei problemi al giornale e… e dopo sono andato con dei colleghi a bere… mi gira la testa »
«Sapete che vi dico? Ve lo meritate il mal di testa! Oscar è stata in pena per voi! »
«Mi dispiace figlia mia… mi dispiace… »
Oscar poggiò la fronte sulla porta e chiuse gli occhi, stanca. Ascoltò in religioso silenzio quello che si stavano dicendo padre e figlia e aspettò che terminassero per uscire allo scoperto.
 
«Comandante? C’è una donna con un bambino che vorrebbe parlarvi »
«Una donna con… un bambino? »
Alain corrugò la fronte e guardò confuso il soldato davanti alla porta del suo ufficio. Sentì chiaramente la risata del colonnello al suo fianco e alzò gli occhi al cielo.
«Capisco, arrivo subito. Non farla attendere fuori, se ha un bambino non deve al freddo »
«Ai suoi ordini, comandante »
«Già De Soisson, non fatela attendere molto »
Disse maliziosamente il colonello ridendo, Alain lo fulminò con lo sguardo e uscì rapido dal suo ufficio.
 
«Oscar? Cosa ci fai tu qui? »
Oscar si alzò lentamente e mosse qualche passo verso il soldato, sorridendogli.
«Buongiorno Alain. Perdonami se ti disturbo ma… è importante »
«Capisco. Come sta André? »
La donna si irrigidì e fece una smorfia, lanciò uno sguardo furtivo alla bambina e si assicurò che stesse al caldo.
«Sta bene, si riprenderà »
«Avete litigato, vero? »
«Non ne voglio parlare, ma ho bisogno di sapere cos’è successo. André non ne vuole parlare e sono sicura che non è una sciocchezza come lui va dicendo »
Alain sospirò amaramente e guardò la donna davanti a sé, indeciso se rivelarle la verità o continuare la farsa di André. Però, conoscendo il suo ex comandante, di sicuro non si sarebbe fermata e avrebbe cercato di scoprire, in un modo o in un altro, la verità.
Non se la sentiva di mentirle.
«André ha scoperto che la morte di Enora non era dovuta alla rivolta »
Oscar sgranò gli occhi, tra lo stupore e lo sconvolto. Come faceva Alain a sapere di Enora? E chi aveva sparato alla donna? Perché André non le aveva detto nulla?
«Come… come fai a sapere di Enora? »
«Un giorno l’ho scoperto uscire dalla locanda dove alloggiava la donna. Pensavo ti stesse tradendo e, lo ammetto, gli ho dato una lezione. Però… non era andato a “consolarsi” tra le sottane di una tipa, ma a prendersi cura di lei »
«Quindi sei stato tu quel giorno… »
«Sì, mi dispiace Oscar »
La donna abbassò il capo, stupita dalle parole di Alain. Sentì un brivido percorrerle il corpo e strinse Juliette al petto, cercando conforto.
Alain poggiò la mano sulla sua spalla e accennò un sorriso.
«Ma se il proiettile che l’ha colpita era diretto a loro… chi ha sparato? »
Chiese Oscar spaventata. Un miscuglio tra terrore e disperazione iniziò a crescere rapidamente in lei, così forte che anche Juliette sembrò rendersene conto tanto che iniziò a piangere.
«No piccola… non piangere tesoro… va tutto bene, c’è la mamma… »
Sussurrò lieve alla piccola, tentando di calmarla con la sua voce e le sue coccole. Juliette si dimenava indispettita tra le sue braccia e il suo pianto sembrò aumentare d’intensità.
«Non avrà freddo? Vieni con me, in ufficio, lì c’è il camino potrete riscaldarvi »
«Non è il caso, non voglio disturbarti ancora di più »
«Disturbarmi? Se devo essere sincero, un po’ mi stavo annoiando. Almeno avrò qualcuno con cui parlare di qualcosa che non riguardi turni di ronda o la disastrosa situazione politica »
Disse il soldato alzando le spalle e Oscar non trattenne una risatina. Seguì silenziosa l’uomo e raggiunsero insieme l’ufficio che, un tempo, era stato anche il suo.
Oscar si guardò in torno immersa nei suoi pensieri, ricordava quei corridoi grigi e quando incontrò alcuni soldati venire incontro al comandante sentì una strana sensazione nel petto. A tratti nostalgica.
«Le divise… non sono cambiate molto »
Mormorò nostalgica e Alain si girò a guardarla, la trovò confusa e ferma a guardare il piazzale innevato.
«Già. E’ cambiato tutto e non è cambiato nulla, alla fine »
Disse anche lui malinconico guardando nella stessa direzione della donna. Oscar strinse la bambina tra le braccia e distolse lo sguardo, sopraffatta da un’emozione a cui non riusciva a dare un nome. Alain tornò a camminare e lei lo seguì rapida, trovandosi poi davanti la porta del suo ufficio, ormai libera da orecchie e occhi indiscreti.
«Eccoci qui, il fuoco è acceso. Ecco, se vuoi posso farti portare qualcosa da bere… »
Alain le sembrò un po’ impacciato e rifiutò cortesemente quel suo maldestro ma gentilissimo invito e si sedettero vicino al fuoco, finalmente al caldo.
Oscar fece stendere Juliette sul divano poco lontana da lei e poggiò la mano sulla sua schiena, stando attenta a non farla cadere in nessun modo.
«Dimmi Alain, tu sai chi ha sparato… vero? »
«Ti mentirei se ti dicessi di no »
«André… lo sa? »
Alain annuì e Oscar sentì un nodo allo stomaco. Era questo il motivo della sua bevuta, capì Oscar.
«Chi? »
«Ti ricordi il tuo bel conte? Ecco, è stato lui »
Oscar sbiancò di colpo e sentì la terra mancarle sotto i piedi. Per fortuna era seduta e non aveva Juliette in braccio.
Portò una mano al viso e sentì le lacrime pungerle gli occhi e le lasciò scorrere, sconvolta, lungo le guance pallide. Il cuore sembrava sul punto di scoppiarle nel petto e, nonostante il forte calore del fuoco poco distante, sentì il freddo penetrarle nelle ossa e ghiacciarle. Si coprì il viso con le mani, cercando di nascondere le sue lacrime.
Alain si avvicinò a lei mortificato, porgendole un fazzoletto e un po’ di acqua per calmarsi. Non avrebbe mai immaginato di vederla così vulnerabile. Nonostante la perdita della memoria, Oscar aveva mantenuto il suo sguardo glaciale e la fredda postura e mai si sarebbe aspettato di vederla piangere in quel modo.
«Perdonami io… sono stato privo di tatto non dovevo… mi dispiace tantissimo »
«No… non è colpa tua… se solo avessi potuto impedire tutto ciò… Enora era del tutto innocente ed è morta… quel proiettile poteva colpire André e ucciderlo! Poteva portarlo via da me! Mio Dio… cos’aveva fatto di sbagliato Enora… e ora non c’è più…»
Alain l’abbracciò, istintivamente, e lei, nonostante l’iniziale stupore, si lasciò consolare dalle sue braccia. Pianse in silenzio, l’unico rumore che disturbava l’aria era lo scoppiettio del caminetto e il leggero russare della piccola Juliette. Oscar poggiò la fronte sulla sua spalla e iniziò a tremare, Alain le accarezzò piano la schiena per calmare le sue lacrime e la guardò in viso.
«Scusami… ti ho bagnato la divisa »
«Non fa niente, si asciuga »
Oscar rise leggermente e abbassò il capo, nascondendo il viso. Si asciugò rapidamente le guance ancora umide.
«Alain… »
«Sì? »
«Ti ringrazio per quello che hai fatto per me e per André… lo apprezzo molto. Sei un caro amico »
Alain la guardò negli occhi e le sorrise sincero. Le accarezzò piano la guancia e Oscar accennò un sorriso, Alain chinò il capo verso la donna e la baciò, d’improvviso, prima che potesse pentirsi di non averlo fatto. Oscar sgranò gli occhi e tentò di liberarsi dalla sua stretta dimenandosi ma lui era più forte.
L’aveva già baciata1.
Ricordava di esser stata tra le sue braccia, di aver avuto le sue labbra sulle sue ma, come quella volta, non le voleva. Non era lui quello che voleva, non voleva sentire il suo profumo sulla sua pelle e sulle labbra.
Riuscì ad allontanarsi in fretta, con le dita sulle labbra e lo guardò stranita. Prese la piccola tra le braccia e si allontanò, corse via da lui e Alain non tentò di seguirla.
 
«Siete tornate… »
André e Renée si avvicinarono rapidi ad Oscar e alla piccola: Renée prese Juliette tra le braccia e si prese cura di lei mentre André abbracciò la donna così forte da impedirle quasi di respirare.
Oscar cinse le braccia al suo collo, respirò il suo profumo muschiato e trovò riparo nel suo abbraccio.
«Dove siete state? Fuori si gela perché hai portato Juliette con te? Perché non l’hai fatta rimanere con Renée o con me? »
«Lo so, mi dispiace. Noi… dobbiamo parlare »
Disse seria in viso, prendendo una delle sue mani. André si ammutolì tutto d’un tratto, abbassò lo sguardo sulla mano di lei che stringeva la sua e annuì lentamente.
L’uomo chiese pacato alla più grande di prendersi cura di Juliette e si avviò nella loro camera, seguito dalla compagna, e chiuse a chiave la porta.
«Senti Oscar, se riguarda la notte scorsa mi dispiace, non dovevo »
«No… non è di questo che voglio parlare »
«E di cosa allora? »
Chiese cercando il suo sguardo. Lei si era seduta sul letto e teneva il capo basso, si avvicinò piano e si inginocchiò davanti a lei, prese le sue mani e la guardò in viso.
«Perché non mi hai detto nulla di Alexandre? »
André sgranò gli occhi. Oscar avvertì chiaramente il tremore delle sue mani e lo guardò preoccupato.
«Perché avevi partorito da poco e poi… non mi sembrava il caso »
«E’ stato lui… lo so »
«Chi te l’ha detto? »
Parlò con voce malferma, non la guardava più, non ce la faceva.
«Alain »
«Capisco… »
«André… »
L’uomo posò il capo sulle gambe della donna, piangendo silenziosamente. Oscar gli spostò piano alcune ciocche di capelli dal viso, asciugò con la stessa dolcezza le lacrime che gli bagnavano le gote e prese il suo viso tra le mani.
«Non ho mai odiato nessuno in tutta la mia vita… »
«Lo so, sei una brava persona »
«Ha ucciso Enora… voleva uccidere me per averti »
«Non mi avrà, stai tranquillo amore »
«Lo odio »
«Cosa vorresti fare? Ucciderlo? »
«Sarebbe una soddisfazione impagabile »
Mormorò con lo sguardo triste e Oscar lo guardò scandalizzata.
«E ci lasceresti? Ti rinchiuderanno in carcere: Juliette non potrebbe mai conoscere suo padre, Renée ti perderebbe di nuovo e io non posso vivere senza di te… non fare stupidaggini, ti scongiuro »
«Oscar io »
«André! Ti prego… »
Lui poggiò la fronte sulla sua e le accarezzò la nuca coperta dai folti capelli biondi. Oscar chiuse gli occhi e si morse le labbra, cercando di trattenere delle lacrime.
«Mi dispiace… mi dispiace tanto Oscar… »
André l’abbracciò stretta, cullandola tra le sue braccia come faceva lei con la piccola Juliette.
«Andrà tutto bene, andrà tutto bene »
«Perché non riusciamo ad avere una vita tranquilla? Perché ogni volta che sembriamo raggiungere la felicità ci accade sempre qualcosa? »
Sussurrò Oscar tra le sue braccia, ascoltando rapita il battito del suo cuore. André non rispose, la strinse solo di più a sé e la baciò dolcemente, inebriandosi con il profumo della sua pelle e con la dolcezza delle sue labbra morbide. 
«Dobbiamo andarcene, dobbiamo farlo il prima possibile »
 
 
1= nel manga, durante gli Stati Generali, Alain bacia Oscar contro la sua volontà. André lo ferma strattonandogli il braccio e, deciso a dargli una “lezione”, si blocca non appena si rende conto che anche lui, purtroppo, si era innamorato di Oscar. Lei, in tutto questo, gira il volto e non osa guardare André in viso. Ecco il link.
   
 
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