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Autore: Glance    28/07/2009    10 recensioni
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente. La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente. Si perde di vista il senso di tutto,si riesce a fare a meno di quello che prima era necessario con una sorta di fatalismo che da al tempo un ritmo nuovo inaspettatamente sconosciuto. Nessuno conosce il proprio futuro. Il destino, avidamente cela i suoi disegni e nel suo gioco di numeri interseca rette. A noi è concessa l’aspettativa di grandi cose migliori certamente di quelle che abbiamo. Alcuni dicono che nulla è scritto e siamo noi a determinare il futuro con le nostre azioni. Il tempo che passa non sa lenire le ferite che continuano a sanguinare anche se pudicamente si tenta di tenerle nascoste. Occhi attenti sanno scrutare il dolore che l’anima cerca di celare. Succede però che anche nel buio più profondo si accenda all’improvviso una luce e una mano si tenda in aiuto. Allora, che le parole sgorgano spontanee bagnandosi di lacrime che si credeva perdute per sempre nell’indurimento di un cuore a cui si era rinunciato perché il dolore era troppo grande da sopportare. Siamo l’ineluttabilità del tempo che passa e lascia dietro di se una scia di momenti , istanti che non sempre riusciamo a fotografare , ma che sono la parte più preziosa la dimensione che quasi mai assaporiamo perché il resto ci travolge con l’enormità dei suoi avvenimenti. Eppure gli attimi che fuggono non ci abbandonano mai salutandoci da lontano, passano tra un battito di ciglia e del nostro cuore. Giorno dopo giorno nella somma di istanti che fanno la vita. Un mondo minuscolo che da senso alla nostra esistenza. Fatto di piccole cose che condividiamo con chi incontriamo sul nostro cammino e a cui chiediamo aiuto per ricordare. In questa storia i personaggi sono tutti umani pur mantenendo i loro caratteri ad eccezioni dei loro poteri e sono presi in prestito dalla superlativa Stephenie Meyer a cui va ogni esclusiva e diritto. Siamo nel 1918 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale. Bella è invitata al fidanzamento della sua migliore amica non che vicina di casa e compagna di scuola: Alice Masen. Ci saranno tutti i personaggi Edward in primo piano ed anche quelli solo accennati nei libri o marginali che comunque ricopriranno dei ruoli diversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eravamo arrivati a casa, il viaggio era stato tranquillo. Mia madre si apprestò a dare ordini alla domestica perché provvedesse per il pranzo.
Riuscimmo a far desistere Edward dal volere incontrare mio padre nel suo ufficio, in questo il giudice Masen si dimostrò un ottimo mediatore. Lui sapeva come parlare ai suoi figli e calmare le loro animosità. Capivo Edward, quell’incertezza era difficile da controllare, anche se non c’erano motivi perché mio padre rifiutasse il suo consenso, il fatto però che ancora non lo avesse dato non ci rendeva tranquilli. Cosa avremmo fatto se non avesse acconsentito alle nostre nozze?
Nella mia casa che non era lussuosa come le sue entrava in contatto con quello che era il mio mondo e ne prendeva familiarità , tra quelle pareti non potevo fare a meno di convincermi che non stavo sognando. Lui era lì con me.
Fino ad ora lo avevo visto sempre nel suo ambiente, ma osservarlo aggirarsi per il nostro soggiorno inquieto, oppure seduto sul divano del salotto con uno dei miei libri in mano, me lo rendeva più reale. Lì a casa mia sembrava addirittura più alto, imponente, più bello di quanto mi era apparso fino a quel momento.
Mia madre e la signora Masen decisero che finché mio padre non fosse arrivato sarebbero uscite per fare compre, il signor Masen avrebbe approfittato per recarsi al suo ufficio per vedere se tutto era in ordine mentre Edward espresse il desiderio di andare a fare visita a suo zio Carlisle e sua moglie Esme.
- Vedrai ti adoreranno.- Aveva detto Edward. – Zia Esme e zio Carlisle sono fantastici, i loro consigli per noi sono preziosi fin da quando eravamo piccoli. Loro mi conoscono bene. Sono punti di riferimento indispensabili. Voglio che tu li conosca, ti innamorerai di loro.- Accettai e suo padre ci accompagnò.
Arrivati a casa di Carlisle, Edward mi pregò di non fare parola della sua partenza con sua zia. Lei non sapeva nulla e non voleva che si angosciasse nelle sue condizioni. Mi raccontò brevemente la storia di sofferenza che aveva caratterizzato il cammino dei suoi zii nel tentativo di avere un figlio e ora questa nuova gravidanza non lo rendeva tranquillo. Esme era veramente rimasta provata dall’ultima volta, ma chissà come era riuscita a convincere suo marito a quell’ennesimo tentativo, dal momento che dopo aver rischiato di perderla aveva giurato che se Dio aveva deciso che per loro quella gioia non doveva essere assaporata avrebbero rinunciato.
L’accoglienza fu anche migliore di come l’aveva anticipata Edward. Erano veramente delle persone fantastiche. Non mancarono di farmi sentire immediatamente parte della famiglia.
La zia di Edward era una donna dolcissima e appena mi vide entrare al braccio di suo nipote non mancò di commuoversi. Si capiva che lo adorava. Suo zio somigliava molto ad Edward anche lui alto ed elegante, il colore dei capelli era diverso, più tendente al biondo e anche gli occhi non erano dello stesso colore anche se altrettanto chiari. I suoi davano più su un caldo color ambra, ma stando vicini avevano lo stesso portamento, le stesse movenze, le mani lunghe da pianista e il medesimo sorriso. Quando suo zio lo vide lo abbracciò.
-Come stai ragazzo mio?- Disse – Ma che bella sorpresa! Siete rientrati? E’ da un po’ che non vedo tua madre e tuo padre. I tuoi fratelli?- Parlava con gli occhi che brillavano d’emozione. Si vedeva che amava tutti loro. Ci fecero accomodare.
- Zio Carlisle, zia Esme voglio presentarvi Isabella, la mia fidanzata e spero prestissimo mia moglie.- La reazione fu di meraviglia e sincera felicità.
Sua zia Esme ci abbracciò e rivolse a me un grande sorriso.
- Lieta di fare la vostra conoscenza signora.- A quelle parole mi prese le mani e mi guardò con tenerezza.
- Ti prego cara… Esme, ma se vuoi farmi proprio felice sarei lieta se mi chiamassi zia Esme come lo sono per tutti loro.- Potei notare in quel momento che era molto pallida e si muoveva come se fosse stanca. Sospirava spesso, ma la felicità di quella visita le aveva illuminato gli occhi che sembravano immensi sul viso un po’ scarno. Vidi Edward osservarla preoccupato e rivolgere uno sguardo interrogativo a suo zio che con un cenno impercettibile gli fece capire che avrebbe risposto dopo alle sue domande.
-Allora Edward dimmi, come hai fatto a conquistare questo tesoro? E’ una delizia. - Disse sua zia facendomi arrossire.
- Cara non ti devi sentire imbarazzata, se il nostro Edward ti ama vuol dire che sei speciale e noi ti siamo riconoscenti per renderlo felice.- Rivolse il suo sguardo verso il nipote. - Hai lo sguardo che brilla tesoro come quando da piccolo aprivi i tuoi regali di natale.- Edward mi prese la mano e la strinse tra le sue.
- Sono felice come allora zia. Per me quello era un momento magico e adesso Bella mi rende la stessa magia.- Lo guardai e sentivo il cuore che volava con i suoi battiti accelerati.
-Io sono Carlisle Bella, zio Carlisle. Piacere di fare la tua conoscenza.- Mi sentii imbarazzata da tanta gentilezza e sentii nuovamente il viso andare in fiamme.
-Devo dire- aggiunse sua moglie – che questo diminutivo del tuo nome ti si addice, sei proprio una gioia per gli occhi, mio nipote non avrebbe potuto scegliere di meglio. Sapevo che era destinato ad avere al suo fianco qualcuno di veramente speciale, ma non immaginavo fino a questo punto, ma il nostro Edward se lo merita perché come avrai avuto modo di constatare da sola è veramente un ragazzo speciale pieno di qualità oltre che indicibilmente bello.- Esme sorrise del disaggio di Edward, era la prima volta che lo vedevo arrossire.- Adoro metterlo in imbarazzo, quando arrossisce è tenerissimo. Da bambino era molto timido e riservato e l’unica persona con cui riusciva ad essere a suo agio ero io. Adorava farsi leggere i suoi libri preferiti e non faceva altro che dire: zia Esme giochi con me? Ti ricordi tesoro?- Vidi Edward annuire con un’espressione di infinita tenerezza.
- Bella tu sei di qui?- Domandò Carlisle.
- Bella è la figlia del capitano Charlie Swan…- Intervenne Edward. Suo zio annuii – Il capo della polizia, lo conosco è veramente in gamba un uomo di poche parole, ma sa il fatto suo.- Disse mentre faceva cenno a suo nipote di seguirlo.
- Le signore ci scuseranno se le lasciamo un po’ conversare tra loro.- Carlisle sorrise e posando una mano sulla spalla di Edward lo guidò al suo studio.
Restai sola con Esme che mi guardava con simpatia.
- Da quando conosci Edward mia cara?- Mi domandò.
- Non da molto, non è neanche un mese.- Si sistemò più comodamente sulla poltrona di fronte a me e vidi che era affaticata, si allungò per prendere il campanello per chiamare la domestica, ma non vi riuscì.
- Lasciate che vi aiuti zia.- Dissi alzandomi.
- Grazie- rispose – posso offrirti una bibita fresca? Fa un caldo insopportabile non trovi?- era pallida con occhiaie profonde e sembrava fragilissima.
- Grazie, volentieri- risposi – avete ragione è veramente insopportabile questa calura.- La vidi sorridere.
- Bella so che è poco convenzionale e che adesso il mio aspetto non è proprio un bel vedere, sembro una vecchia signora dolorante, ma ti assicuro che non serve aspettare che vi sposate perché tu possa semplicemente chiamarmi zia Esme. Considerami come un’amica, daresti del voi ad un’amica?- Feci cenno di no con il capo e lei annuì soddisfatta. Sembrava che l’avessi fatta felice accettando di considerarla semplicemente zia Esme senza troppe formalità. Era una donna veramente particolare. La sua gentilezza traspariva da ogni suo gesto e sguardo. Era bella in modo diverso dalla madre di Edward, ed estremamente dolce.
- E’ innamorato di te, ti guarda come se tu fossi l’unica ragione della sua vita. Conosco mio nipote, conosco quel ragazzo tanto da poterlo dire con certezza assoluta.- Mi guardava e io mi sentivo il cuore che correva impazzito e il viso in fiamme. – Ascolta Bella, c’è qualcosa che Edward cerca di tenermi nascosto? Lo conosco e ho capito che è in ansia per me.- M rivolse il suo sguardo profondo.-Quando ha deciso di intraprendere la carriera militare mi sono sentita gelare il cuore. Non lo vedevo un percorso adatto a lui. Troppo cruento, Edward è sensibile, ha un’ animo nobile, un po’ tormentato. Lo sai che è un provetto poeta? Ti ha mai fatto leggere ciò che scrive?- Scossi il capo.
- No, mi ha fatto sentire come suona.- Esme sospirò profondamente, sembrava più pallida da quando eravamo arrivati, forse la stavo facendo stancare.
- Allora posso dirti che scrive altrettanto bene. Speriamo che ti faccia leggere al più presto ciò che è capace di comporre.- Mi guardava con un’espressione così materna che ebbi l’impressione di conoscerla da sempre e mi dispiaceva che non stesse bene. Pur di avere la gioia di un figlio suo era disposta a rischiare la propria vita. Era una donna veramente fuori dal comune ed estremamente coraggiosa.
-Il fatto che abbiate affrettato così i tempi che abbiate deciso di sposarvi malgrado la vostra conoscenza sia così recente, ha a che vedere con una sua prossima partenza per il fronte? Non temere di rispondermi Bella, qui tutti mi trattano come se fossi una porcellana pregiata e fragilissima, ma io sono molto più forte di quello che possa sembrare specialmente in questo momento. Ti prego mia cara, rispondimi con sincerità.- A quella richiesta mi sentii morire. Avevo promesso ad Edward di non svelare a sua zia che sarebbe partito a breve. Tentennai e cominciai a mordermi le labbra.
- Ecco, non so se avverrà presto- dissi senza molta convinzione, non era mia abitudine mentire e non mi riusciva bene farlo.- Vogliamo solo che quando avverrà e se avverrà questa prova ci trovi uniti come marito e moglie…- Esme mi guardava con il suo sguardo stanco e alquanto sofferente.
-Ho capito cara non preoccuparti, non voglio metterti a disaggio, so quanto sappia essere protettivo Edward con i suoi affetti, avrai modo di rendertene conto tu stessa e sicuramente ti avrà pregata di non dirmi nulla a tal proposito. - Aveva appena finito di dire questa frase che fecero ritorno Edward e suo zio.
- Penso che per oggi mia cara sia il caso che tu ti riposi un po’, non devi chiedere troppo a te stessa. Terrò io compagnia ai ragazzi.- La esortò Carlisle.
- Non preoccuparti zio, noi dobbiamo andare via. A casa ci attendono per il pranzo e io ho un appuntamento a cui non posso mancare. Chiederò ufficialmente la mano di Bella a suo padre e il permesso per sposarla.- Vidi suo zio sorridere compiaciuto e la zia tendergli le braccia. Lui le si avvicinò e lei gli baciò la fronte: - Che Dio ti benedica tesoro mio. Che i tuoi desideri si possano avverare. Io pregherò per te, perché questo avvenga.- Li salutammo e ci congedammo da loro.
Billy ci avrebbe riportato a casa e dopo sarebbe passato a prendere il padre di Edward. Ci informammo se le nostre rispettive madri fossero già rientrate. Risposedi sì e che avevano chiesto di noi e lui aveva riferito che il signor Masen aveva provveduto a farci accompagnare a casa Cullen prima di passare dal suo ufficio.
Sicuramente mia madre stava curando in ogni minimo dettaglio l’organizzazione di quel pranzo e il fatto di avere come ospiti la famiglia di Edward la emozionava sicuramente non poco.
Edward non era stato di molte parole, sembrava preoccupato. Non smetteva di guardarmi e di sorridermi, ma nei suoi occhi leggevo un’inquietudine che non gli avevo mai visto fino a quel momento.
Cosa lo preoccupava? Ero tentata di chiederlo, ma pensavo che se avesse voluto me ne avrebbe parlato. Con lui non mi sentivo del tutto disinvolta, la nostra confidenza era ad una fase iniziale e la conoscenza che avevo nei suoi confronti non mi permetteva di sapere fin dove mi potevo spingere e fino a dove era meglio lasciargli i suoi spazi. Solo le prime volte che lo avevo visto mi era apparso così assorto e immerso in se stesso. Allora dipendeva da me, dal suo voler riconoscere quel nuovo sentimento che si stava insinuando in lui.
Lo guardai, il vento gli spettinava i capelli e in un gesto istintivo allungai una mano per scostargli dalla fronte alcune ciocche ribelli.
La prese e ne sfiorò il palmo con le labbra.
“Ti amo.” Disse piano, in un modo che mi diede una fitta sorda. Ebbi l’impressione che si stesse rimproverando per qualcosa.
“Tra un po’ sapremo… cosa dirà tuo padre…” Continuava ad avere lo sguardo rivolto verso qualcosa che intuivo essere molto lontano da noi. Non resistendo sfidai la reticenza data dal mio pudore e feci la domanda con un filo di voce. “Cosa ti preoccupa Edward?” Sembrò come se lo avessi preso alla sprovvista.
- Sono preoccupato per mia zia.- Disse serio.
-Penso di avere fatto un guaio. - Sussurrai con un filo di voce.
-Che genere di guaio?- Rispose un po’ preoccupato. -Zia Esme mi ha chiesto come mai abbiamo deciso di sposarci malgrado la nostra conoscenza sia così recente e io credo di non essere stata molto convincente nella risposta. Non mi riesce bene mentire.- Lo vidi sorridere.
- Non preoccuparti tesoro, la zia è molto perspicace avrebbe capito comunque che le nascondevamo qualcosa. Sa della mia partenza allora?- Sospirai.
- Ritengo di si dalla risposta che mi ha dato. Mi ha detto che non voleva mettermi in imbarazzo, che aveva capito e che sapeva quanto tu fossi protettivo con le persone che ami e che me ne sarei resa conto da sola.- Scosse il capo.
- La solita dolcissima e stupenda zia Esme. Io comunque ho informato lo zio.- Poi guardandomi in quel modo penetrante, tutto suo, capace di arrivarmi all’anima aggiunse: - non so se sarei capace di sopportare quello che lui sta passando. Vedere la donna che ami soffrire ogni giorno di più sapendo che probabilmente la gioia più grande potrebbe significare la sofferenza più atroce. Non so se sarei in grado di resistere. Non riuscirei a vivere senza di te Bella. Niente avrebbe più senso.- Gli strinsi la mano e cercai di dirgli qualcosa, ma i suoi occhi si spostarono verso il paesaggio fuori dal finestrino. – Non sarei neanche capace di sopportare che tu soffrissi per causa mia.- Pronunciò con la commozione nella voce.- Questo sarebbe anche peggio, sapere che la causa di un tuo dolore possa dipendere da me…sapere che i giorni che ti regalerò non saranno tranquilli, ma pieni d’angoscia mi tormenta ogni momento Bella. Forse ho sbagliato a coinvolgerti in questo. Avrei dovuto tacere. Aspettare di essere ritornato per dichiararti ciò che provavo per te, ma sono stato egoista ho voluto rubare questi momenti di felicità costringendoti a condividere le mie scelte, ma ho avuto paura amore che qualcuno potesse rapire il tuo cuore nel frattempo e precludere a me ogni possibilità o ancora peggio… la possibilità di non tornare… Non ho saputo rinunciare al tuo amore Bella, ho provato, sapevo che non avevo nessun diritto di infliggerti questa pena, di chiederti un simile sacrificio, ma non sono stato capace di starti lontano.- Lo ascoltavo con il cuore stretto in una morsa.
-Preferisco questo, solo la promessa di un futuro incerto, averti accanto anche solo per un’ora, anziché portarti dentro come un rimpianto, come qualcosa che sarebbe potuto essere e non è stato. Sarebbe stato mille volte peggiore non sapere, non potere ascoltare la tua voce mentre mi sussurri che mi ami, sopporterei qualsiasi pena anche solo per una tua carezza. Non avrei rinunciato per niente al mondo a un solo tuo sguardo, a un solo tuo sorriso rivolto a me. - Si voltò verso di me e mi sfiorò le labbra con le dita, posando le sue sulla mia fronte.
Non parlammo per il resto del tragitto, lui continuava a tenere la mia mano nelle sue io il mio viso sulla sua spalla.
Arrivati a casa Edward mi aiutò a scendere e tenendomi per mano entrammo. Mio padre non era ancora arrivato.
- Tuo padre sarà qui a momenti Bella. Come stanno gli zii di Edward?- Salutai mia madre con un bacio sulla guancia.
- Suo zio bene, ma non so se poter dire lo stesso di sua zia.- La madre di Edward guardò in modo interrogativo il figlio.
- Come l’hai trovata tesoro.- Chiese.
- Dall’ultima volta più stanca e sciupata. Rispose Edward.
-Speriamo che tutto vada bene.- Elisabeth sospirò preoccupata e Edward la raggiunse per abbracciarla.
-Come ti sono sembrati mio fratello e sua moglie Bella?- Mi domandò la signora Masen.
- Stupendi, mi hanno accolta come se mi conoscessero da sempre.- Elisabeth sorrise.
- Si, sono impagabili.- Esclamò passandomi vicino e posandomi una carezza sulla guancia. – Tu mi ricordi mia cognata in alcune cose siete molto simili. Anche tu come lei sei estremamente dolce ed umile Bella, il mio Edward non poteva scegliere di meglio. Oltre che una splendida ragazza.- Era la prima volta che Elisabeth mi parlava in modo così aperto e familiare. Edward mi guardò raggiante era felice che sua madre mi apprezzasse tanto e mi parve di non scorgere più nei suoi occhi l’angoscia di poco prima.- Siamo tutti felici che entrerai a far parte della nostra famiglia tesoro.- Le sorrisi con gli occhi pieni di lacrime.
- Ora la fai piangere mamma.- Intervenne Edward – Bella è sensibile ai complimenti- disse sollevandomi il mento e guardandomi negli occhi.- E’ per questo che l’adoro, perché non si rende conto di quanto è speciale.- Si avvicinò e mi abbracciò. Mentre sua madre sorrideva ad entrambi.
Mi asciugai gli occhi, mentre notavo la tavola nella sale da pranzo apparecchiata in maniera estremamente elegante, in centro facevano bella mostra le rose che la mamma coltivava nella serra.
- Ho mandato a tuo padre un biglietto per avvisarlo che abbiamo ospiti i genitori di Edward e di non tardare.- Era nervosa lo vedevo.
- Mamma, pensi che papà darà il suo consenso?- dissi sottovoce Mi accarezzò il viso.- Speriamo cara, non credo che abbia problemi a farlo, ma sai che quando si tratta di te controlla difficilmente le emozioni e diventa protettivo. Niente lo farebbe più contento della tua felicità, ma il fatto che tutto è così improvviso e inaspettato e che vi conoscete da così poco tempo non so come la possa prendere. Non ho avuto modo di parlargli, di prepararlo. Potrebbe essere una sorpresa improvvisa da dover gestire per lui e magari avrà bisogno di pensarci un po’ su.- Mentre parlavamo in modo discreto cercando di non farci udire dai nostri invitati, sentimmo la voce di mio padre nell’ingresso. Entrò sorridente salutando e notai che Edward si irrigidiva. Era teso e io con lui.
- Scusate il ritardo, ma sono stato trattenuto. Vedo che abbiamo una gradita sorpresa.- Disse avvicinandosi ad Elisabeth per farle un baciamano.- Come vanno i preparativi per le nozze della piccola Alice?- Mio padre era veramente affezionato alla sorella di Edward, gli era riconoscente per l’amicizia che mi aveva offerto. Si era sempre rammaricato che avessi poche amicizie.
- Bene, sono andati insieme ad Emmett a prendere i genitori di Jasper.- Rispose la madre di Edward.
Nel frattempo che aspettavamo anche l’arrivo del padre di Edward, mia madre ne approfittò.
-Caro dovrei parlarti un momento, ti dispiace venire con me?- Mio padre la scrutò. Conosceva bene la mamma e di sicuro capì che quello che doveva dirgli era della massima importanza.
- Certamente mia cara, ma il giudice non è dei nostri?- Domandò cercando di prendere tempo. Sapeva che da quelle riunioni con mia madre ne conseguivano sempre delle richieste a cui facevano seguito estenuanti conversazioni. Perché di solito si trovavano su posizioni diverse.
- Mio marito è stato trattenuto e si scusa, ma Billy è andato a prenderlo e non dovrebbe tardare.- Mio padre annuì e facendo un mezzo inchino ad Elisabeth seguì la mamma nello studio.
Non so cosa si dissero, ma quando uscirono il signor Masen era arrivato e mio padre era pallido come un lenzuolo.
La mamma mi guardò, ma dalla sua espressione non riuscii a cogliere il minimo indizio. - Edward, mi dicono che vuoi parlarmi. Vieni accomodati…Giudice bene arrivato, sono lieto di avervi casa mia. Se volete scusarmi avrei qualcosa di cui parlare con vostro figlio, ma penso che ne siate al corrente.- Vidi il padre di Edward annuire con la testa e sorridere leggermente in segno di saluto e conferma a quello che aveva detto mio padre. Non mi sembrava che le cose si mettessero bene. Il viso di mio padre anche se cordiale e sorridente era tirato.




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Le mani mi tremavano e la mia determinazione sembrava essere svanita. Davanti al padre di Bella tutte le giustificazione che avevo addotto fino a quel momento sembravano venire meno. Mi fece cenno di sedermi e si sedette a sua volta. Aprì il porta sigarette e me ne offrì una. Feci segno di no ero troppo nervoso per tenere in mano qualcosa. Charlie Swan continuava a tacere mentre osservava la sua sigaretta e la girava tra l’indice e il pollice. Continuava a sospirare e a lisciarsi i baffi. Non sapevo se aspettava che parlassi io o stava cercando le parole migliori per licenziarmi con il maggior garbo possibile, ma senza possibilità di replica.
- Allora Edward, mia moglie mi ha riferito le novità. Ti confesso che non sono rimasto meravigliato più di tanto alla notizia dei tuoi sentimenti per mia figlia era evidente che tra voi stava nascendo qualcosa.- Fece una pausa come per riordinare le idee e si schiarì la voce.
Mentre parlava era come se il suo tono fosse trattenuto. Probabilmente qualcosa lo aveva contrariato anche se cercava di mantenere un tono cordiale.
- Si signore.- Risposi e stentai a riconoscere la mia voce.
- Tuttavia …figliolo, non mi è piaciuto devo confessartelo, come hai gestito tutta questa faccenda. Il modo affrettato che hai avuto di comunicare le tue decisioni prima ancora di avere il mio consenso di sapere se io fossi d’accordo, non mi ha fatto piacere.- A quelle parole sentii il mio coraggio e le mie certezze vacillare.
Tutta la spavalderia di venire meno a delle convenzioni che davanti agli eventi avevano perso di significato, mi si stavano ritorcercendo contro. Avevo offeso il padre di Bella.
- Signore, posso addurre a questo dei validi motivi.- Replicai, ma lui mi fece cenno di non interromperlo.
- Lo so Edward e posso capire come uomo il tuo punto di vista, ma come padre non posso ne approvarlo, ne condividerlo tantomeno giustificarlo. Io ho solo Bella. Per me l’affetto più prezioso al mondo, per lei darei la mia vita.- Mi guardava serio.
- Lo so signore, ma anche io farei la medesima cosa.- Risposi altrettanto serio.
- Si Edward, ma io come padre non la farei mai soffrire, cercherei di evitarlo in tutti i modi e non posso dire che tu stia facendo la stessa cosa.- Lo guardai e sapevo che aveva ragione anche io mi ero già rimproverato per questo.
- Tu hai chiesto a mia figlia di amarti e fino a qui poteva anche andarmi bene, ma le hai chiesto di diventare tua moglie sapendo che c’è la possibilità e scusa la franchezza brutale ma una possibilità molto alta che tu non faccia più ritorno. Hai idea di cosa stai chiedendo a mia figlia? Di sottoporsi volontariamente ad un supplizio. A una sofferenza indicibile caro ragazzo.- Quelle parole mi trapassarono come una fucilata. La vedevo disperata piangermi, distrutta dal dolore. L’avevo immaginata quella scena infinite volte, allontanandola ogni volta con orrore, ma non per paura, ma per l’angoscia che mi provocava il pensiero della sua sofferenza.
- Tu non la conosci come la conosco io. Isabella è una ragazza estremamente sensibile e vulnerabile. Non ha mai preso nulla alla leggera, si butta nelle cose con tutta se stessa. Quando fa qualcosa ci crede. Sei il suo primo grande amore, non avrà tempo di conoscerti, ti idealizzerà e così le precluderai la possibilità di amare di nuovo, di avere una vita sua, una famiglia. Saresti l’amore che è finito senza che il tempo e le difficoltà della vita possano avere avuto il modo di intaccarlo, senza che le disillusioni lo possano trasformare e consumare. Saresti l’amore eterno e immenso che non potrà trasformarsi in affetto e rispetto dato dalla conoscenza. Saresti la passione che è bruciata troppo in fretta. Rimarresti il sogno che le è stato strappato prima ancora di poterlo vivere.- Lo ascoltavo incapace di replicare, sapevo che aveva ragione.
-E poi c’è l’eventualità che possa rimanere incinta. Sai come vanno queste cose. Io non ho niente contro il fatto che vi sposiate, ma non penso che sia una buona idea. Lei non ha avuto a disposizione la conoscenza che per esempio tua sorella ha del tuo futuro cognato, lei non conosce i tuoi difetti per adesso conosce di te solo i pregi e il lato romantico. Non sa cosa vuol dire avere la pazienza di capirti e perdonare le tue intemperanze. Mia figlia non ha fratelli, né amici o parenti qui.- Lo guardai, quello non poteva dirlo aveva la mia famiglia.
-Bella non è sola, non lo sarà mai, vicino avrà la mia famiglia.- Mi guardò e notai nel suo sguardo una sorta di pentimento per ciò che aveva detto.
- Ragazzo, non sto dicendo che non dovrai necessariamente non tornare, io mi auguro anzi che tu torni e tutto intero e in questo devi crederci anche tu, sto solo illustrando le mie ragioni da padre.- Annuii.
- Capisco signore, ma vedete io potrei avere una speranza solo sapendo che ad aspettarmi ci sarà vostra figlia.- Sorrise.
-Ma lei ci sarebbe comunque, ci sarebbe stata comunque, ma ti avrebbe aspettato non come tua moglie e questo sarebbe stato un motivo ulteriore per tornare per poterla sposare, ma se non fosse stato così lei poteva farsene una ragione, se invece fosse tua moglie sono sicuro che non ne uscirebbe più e anzi addirittura ho paura che il dolore l’annienterebbe.- A quelle parole mi sentii come se qualcuno mi strappasse il cuore dal petto.
- Vuoi un po’ di cognac ragazzo sei pallido come un lenzuolo. Capisco che l’ami anche tu e quello che ti sto dicendo ti stia facendo soffrire, ma è necessario che tu capisca le mie ragioni.- Sospirò.
- Non crediate che non mi sia detto per primo queste cose da solo. All’inizio ho provato a tacere i miei sentimenti anche a me stesso, ma la loro forza mi ha sopraffatto e mi sono arreso.- Lo vidi alzarsi e poggiarsi al bordo della scrivania di fronte a me.
- La mia posizione adesso è difficile e delicata. Mi metti nelle condizioni che qualsiasi cosa sceglierò farò del male a mia figlia. Capisci questo Edward? Se darò il mio consenso probabilmente soffrirà, se non lo darò e tu non dovessi tornare mi odierà e soffrirà comunque. Cosa faccio adesso?- Lo guardai mortificato.
- Capisco signore e vi chiedo di perdonarmi.- Mi mise una mano sulla spalla.
- Mo no, scusami tu figliolo cerca di capire lo sfogo di un padre non ce l'ho con te, tu hai fatto solo quello che compete alla tua età, ti sei innamorato e hai agito di conseguenza con l’irruenza che gli eventi hanno costretto ad amplificare. Sono dispiaciuto di averti rattristato e non pensare minimamente che non potrai non tornare, è solo che mi avete preso alla sprovvista e lei è la mia bambina, ma anche tu sei poco più di un ragazzo con un destino da affrontare più grande di te. Perdona questo mio atteggiamento da egoista.- Mi guardò e il suo sguardo era più sereno e paterno.
- Voi avete tutte le ragioni signore sono io che vi devo chiedere scusa.- Scosse il capo.
- Non pensiamoci più. Prometti Edward di tornare per poterti prendere cura di mia figlia. Ti affido la mia bambina, quindi stai attento a quello che fai.- Sospirai era la felicità più grande che potessi provare, ma non riuscivo a gioirne completamente. Le parole del capitano Swan erano una sacrosanta verità. Mi alzai e gli diedi la mano. Lui la strinse tra le sue.
- Dimentica quello che ho detto Edward e cerca di fare felice la mia Bambina. Per quando pensate di fissare la data.- Lo guardavo e riuscivo a malapena a sentirlo
. - Aspetteremo che ritorni Alice, comunque la prossima settimana qualche giorno dopo il suo.- Vidi il padre di Bella impallidire.
- Così presto? Allora la partenza è imminente. Quanto tempo avete?- Sospirai profondamente.
- Dopo il matrimonio dite?- Annuì leggermente.
- Solo qualche giorno. Forse quattro, se siamo fortunati cinque, ma non ci spero.- Lo vidi passarsi le mani tra i capelli e spegnere la sigaretta che aveva lasciato nel posacenere a consumarsi, come la mia spensieratezza, la mia gioia per quello che doveva essere il momento più bello della mia vita, come tutto il mio mondo che avrei lasciato lì assieme a Bella per forse non tornare mai più.
- Vieni andiamo di la a dare la notizia, non so fino a che punto bella.- Mi batté una mano sulla spella e uscimmo dal suo studio.




Ciao a tutti. Continuano i miei ringraziamenti per tutti quelli che seguono, preferiscono, leggono e mi tengono tra i loro autori preferiti. Ancora grazie.


A voi che con costanza recensite e mi dimostrate il vostro apprezzamento ed entusiasmo ancora un milione di grazie.


midnightsummerdreams : Sono contenta che ti piaccia la storia e come scrivo. Continua a seguire e a lasciare un tuo commento. Per me sono preziose le vostre opinioni.

miss-cullen90 : Di solito scrivo quello che mi piacerebbe leggere e sono felice che la lettura di questa ff ti dia l’impressione di essere nel 1918. Grazie e rimani a farmi sapere se la storia continua a piacerti.

mgi86 : Grazie infinite, sono felice che mi fai sapere cosa ne pensi. Continua a farlo. Baci.

eka : Spero che anche questa volta mi perdoni per l’attesa, ma meglio tardi che mai. Sono contenta che il mio Edward ti piaccia. Per descriverlo non mi sono ispirata a nessuno in particolare. Ho solo preso spunto per raccontare questa storia da una risposta che Edward da a Bella in “eclipse”. Quando le chiede di sposarlo e fa riferimento al fatto che lui nella sua epoca sarebbe stato quel tipo di ragazzo che se l’avesse incontrata si sarebbe impegnato perché a quell’epoca sarebbe già stato considerato un adulto. In questa storia non faccio altro che cercare di descrivere il suo lato umano di quando viveva nel suo mondo cercando di estrapolarlo dal contesto in cui si trova nei racconti della Meyer e di capire la sua essenza fuori dal contesto sovrannaturale in cui ci viene descritto. Purtroppo lui partirà con Jasper, ma tu come Bella dovrai essere forte. Hanno bisogno del nostro sostegno perché un po’ ci sarà da stare in ansia, le prove da superare saranno impegnative. Baci e continua a farmi avere il tuo parere.

yeah : Grazie cercherò di meritarmi la tua fiducia. Un bacio e aspetto i tuoi prossimi commenti.

Fc27 : No, non preoccuparti non mi annoia sapere che mi consideri brava ^.^ mi fa enormemente piacere. Baci e grazie.

Goten : Che bello!!! Quando si riesce ad emozionare con quello che si scrive è gratificante. Mi fa piacere sapere che mi segui, continua a farlo e a dirmi se la storia seguita a piacerti.

ishuzu : Speriamo di sì, facciamo il tifo per loro. Baci
shinalia : Sì Edward è proprio un amore e speriamo che vada tutto bene. Noi faremo tutto il possibile per aiutarlo. Vero? Non lo lasceremo da solo a superare i periodi un po’ difficili che verranno. Ciao!

sheba-94 : Grazie per i complimenti e spero che tu non debba sempre fare tutte queste acrobazie per leggere i mie cap. Si ci sarà un po’ da piangere. Però vedo che i nostri hanno un bel gruppo a sostenerli quindi…se l’unione fa la forza non li abbandoniamo. Kisses.

francef80 : Magari…chissà?!?! Grazie per i complimenti e perché segui e commenti. Un bacio.

frufru123 : Allora, non ti preoccupare, so cosa significa “preparativi per le vacanze” il più delle volte caos totale. Mi fa piacere ricevere i tuoi commenti, come quelli di tutti. Nei tuoi apprezzo l’attenzione che dai ai dettagli e il modo particolareggiato nell’esposizione delle opinioni. Mi sono di grande aiuto per capire l’andamento della storia e cosa arriva e se quello che io ritengo importante abbia la stessa rilevanza per chi legge. Vedo con piacere che fai parecchie citazioni delle frasi che i nostri beniamini si scambiano e questo è proprio bello perché vuol dire che non sono banali come tante volte io credo che siano. Ti ringrazio e aspetterò con ansia i tuoi prossimi commenti appena ti sarà possibile. Intanto fai buone vacanze. Un bacio.


Spero che anche questo capitolo vi abbia appassionato. Ciao e un bacio a chi è rimasto e a chi invece si sta godendo le meritate vacanze. A presto.
  
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