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Autore: chiara_LN    27/08/2019    1 recensioni
[Crossover: Doctor Who & Once Upon A Time]
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Fu in quel momento che il Dottore perse, almeno in parte, il controllo di sé:
“Vuoi sapere chi sono, Rumpelstiltskin? Sono il Dottore, vengo dal pianeta Gallifrey, nella costellazione di Kasterborous, ho 864 anni e rappresento il puro terrore per diverse specie. Mi chiamano “la tempesta imminente”, il “distruttore dei mondi” o la “tormenta”. Ho salvato migliaia di vite, così come ne ho prese altre migliaia. Vuoi sapere chi sono? Sono il distruttore del mio pianeta, ultimo dei Signori del Tempo e sono colui che ti sta offrendo la possibilità di lasciarci andare senza danni collaterali.”
Aveva davvero appena pronunciato quelle parole? Sì, si disse. L’aveva fatto per Rose, e le avrebbe ripetute anche altre miIle volte se fosse stato necessario.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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~3~

 

“Dimmi, Dottore: nella tua longeva vita, sei mai stato padre?” 

“No, mai.”

“Io sì. Lo sono stato e voglio esserlo di nuovo.”

Rose Tyler impiegò qualche secondo per comprendere appieno le parole del folletto: nonostante si sforzasse, non riusciva proprio ad immaginarselo in versione paterna; almeno, non nel modo che intendeva lei.

“Riguarda tuo figlio, allora? Questo tuo interesse nei confronti del mio mezzo di trasporto, intendo.” - ad un cenno affermativo di Rumpelstiltskin, il Signore del Tempo, continuò - “Che cosa gli è successo?”

“È stato risucchiato da un vortice, portale per un altro reame; ciò è avvenuto anche a causa mia... anzi, solo a causa mia.” - dopo qualche secondo di silenzio, il Signore Oscuro riprese la parola - “La magia ha corrotto la mia anima, facendomi anteporre il potere a mio figlio. Ora non so nemmeno dove si trovi, ma voglio ritrovarlo. Ha già trascorso troppo tempo da solo.” 

A quell’affermazione, l’impressione dei due viaggiatori nei confronti del loro interlocutore cambiò: sia il Dottore che Rose videro una sfumatura più umana in quell’essere che si era palesato loro; vedevano un uomo consumato dal dolore e dal senso di colpa.

“Quando è successo?” chiese la ragazza.

L’Oscuro sembrò quasi sorpreso che la giovane avesse preso la parola, tuttavia la sua risposta non si fece attendere: “Esattamente sei mesi e mezzo fa, dearie.”

“Bene, Rumple. Non perdiamo altro tempo: portaci lì dove si è aperto il portale.” disse fermamente il Dottore dopo qualche istante.

“È notte, Dottore, non si vedrà un bel niente.” controbatté lui.

“Hai ragione, ma sono sicuro che con un tuo schiocco di dita avremo tutta la luce che ci serve.” concluse il Signore del Tempo alzando lievemente un sopracciglio.

Rumpelstiltskin accennò un sorriso e, dopo un suo cenno affermativo, i tre andarono via dal castello, accompagnati dall’immancabile nube viola.

 

Così come affermato precedentemente dal Dottore, bastò uno schiocco di dita del mago oscuro per illuminare a giorno la zona in cui si trovavano: una potente luce, proveniente da una fonte indefinita, fece risplendere la foresta. Videro, così, gli alti e rigogliosi sempreverdi che li circondavano, in quella che sembrava essere una distesa infinita di alberi. Un dolce vento sferzava le chiome verdi, accompagnato da qualche rado richiamo animale; per il resto, solo silenzio.

“È successo propio qui?” chiese il Signore del Tempo all’Oscuro.

“Precisamente. Il portale si è aperto alla sinistra di quell’albero.” gli rispose questi, mantenendo lo sguardo fisso sul punto da lui indicato. 

Rapidamente, il viaggiatore temporale, dirigendosi verso l’aerea indicatagli poco prima, estrasse dal cappotto il fido cacciavite sonico, iniziando poi a scannerizzare la zona. Rose lo seguì, e gli si mise accanto, mentre invece Rumpelstiltskin non mosse un passo. Si limitava ad osservare i due con attenzione. 

“Oh sì! Non lo senti, Rose? Non lo avverti?” chiese il Dottore euforicamente.

Ad uno sguardo interrogativo della ragazza, l’uomo riprese: “No, hai ragione, non puoi, sei solo un’umana.”

“Hey!”. L’esclamazione della ragazza fu seguita da un leggero schiaffo sulla spalla del Signore del Tempo.

“No, non prenderla sul personale, ma il vostro corpo non può rilevare questo tipo di energia. Noi Signori del Tempo invece possiamo, per la presenza di alcuni...” 

La voce del Dottore si affievolì: con profonda tristezza, si era reso conto di aver parlato al plurale; il suo sguardo si incupì, così come i suoi cuori.

La giovane, avendo compreso la direzione dei suoi pensieri, gli pose le mani sulle spalle:

“Dottore, guardami. Lo so che fa male, ma ora c’è bisogno che tu ti concentri.” - nel mentre, inconsciamente, iniziò a carezzarlo con i pollici - “C’è la vita di un ragazzino in gioco ed ora tocca a te; rispetta il nome che ti sei dato, fai ciò che ti riesce meglio: salva un’altra vita, come ne hai già salvate migliaia.” 

Il Signore del Tempo alzò lentamente lo sguardo e lo incatenò a quello della sua compagna di viaggio: “Rose Tyler, la mia Rose Tyler... come farei senza di te?” le disse sorridendole dolcemente e dandole un bacio in fronte. Lei gli sorrise di ricambio.

‘Interessante il rapporto tra questi due... sono l’uno il punto di forza dall’altra... e quindi anche quello debole’ Fu questo il rapido pensiero che attraversò la mente del folletto.

“Bene! Allora...” - il viaggiatore temporale, ritrovato l’entusiasmo precedente, si diresse verso l’Oscuro riponendo, al tempo stesso, il congegno sonico nel cappotto - “caro il mio Rumple ho due notizie, una buona e una cattiva, da quale vuoi che parta?” 

“Dimmele e basta, dearie, non mi piacciono questi giochetti idioti. Vedi di non farmi perdere tempo o sarà peggio per te!” una risatina malefica seguì le parole del mago oscuro, ma ciò non impressionò i due amici più di tanto.

“Non capisco proprio perché ti ostini a non essere gentile con noi! Ti stiamo aiutando dopo tutto! Oh, ma che importa!” - il Dottore batté le mani, poi riprese - “Notizia buona: sono quasi sicuro, diciamo sicuro al 97%, di poter rintracciare tuo figlio. Notizia cattiva: ciò non potrà avvenire prima di almeno un giorno e mezzo.”

Gli occhi del Signore Oscuro si illuminarono di una nuova luce alle parole del Dottore, il quale scambiò un’occhiata d’intesa con la sua compagna di viaggio. Poco dopo, però, il dubbio pervase Rumpelstiltskin.

“Come farai a rintracciarlo? Con nessuno dei miei incantesimi sono stato in grado di fare ciò...” 

“Sono pieno di risorse, Rumple. Lei ne sa qualcosa.” rispose il Signore del Tempo indicando col pollice la giovane.

Dal canto suo, Rose, in un mero tentativo di incoraggiamento, sorrise al folletto.

Quest’ultimo stava per riprendere la parola ma, poco dopo aver aperto bocca, il Dottore lo precedette:

“E, prima che tu me lo chieda, non possiamo rintracciarlo prima perché il mio mezzo di trasporto deve completare il rodaggio.”

“Ossia?”

“Beh... deve terminare l’autoriparazione.”

Passò qualche istante, durante i quali Rose si chiese quale sarebbe stata la reazione del mago oscuro alle parole del Dottore. 

Avrebbe prevalso l’entusiasmo per essere finalmente in grado di rintracciare il figlio o si sarebbe adirato per le trentasei ore di attesa? La giovane era molto indecisa tra le due alternative, avendo ormai classificato Rumpelstiltskin come altamente instabile e volubile. E, soprattutto, temeva la sua reazione nel secondo caso.

“Molto bene!” - esclamò il Folletto, dopo quelle che alla ragazza sembrarono ore - “Se qui hai terminato, Dottore, ritengo che sia il caso di fare ritorno alla mia umile dimora.” concluse con una risatina.

“Oh sì, possiamo andare, ho raccolto tutti i dati di cui avevo bisogno.” 

Con un sorriso, il Dottore terminò la conversazione; contemporaneamente Rumpelstiltskin evocò l’incantesimo di trasporto.

‘Pericolo scampato per fortuna.’ pensò Rose.

Avvolti dal turbine viola, l’ultima cosa che i tre videro fu l’abbraccio tra oscurità e foresta.

   
 
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