Capitolo quarto
-la verità divampa-
- Regina Elsa! - tuonò Ofelia spalancando i battenti della sala e avanzando lungo la navata.
La giovane sovrana dapprima sussultò, poi strinse i braccioli del trono tanto forte da far sbiancare le nocche.
- Voi mi avete mentito poco fa – accusò la ragazza cercando di trattenere il tono della voce – una nave è attraccata qui dalle Isole del Sud, una nave che portava la notizia che mio fratello è morto. Ma se fosse stata la verità lo avrebbero pubblicamente annunciato entrambi i nostri regni. Voi sapete qualcosa sulla sua sorte e vi prego- si sforzò di pronunciare -di riferirmi le informazioni in vostro possesso.
La regina lanciò un'occhiata di rimprovero alle spalle di Ofelia – presumibilmente alla sorella – prima di alzarsi in piedi.
- Principessa Ofelia – ordinò glaciale – lasciate il mio palazzo immediatamente.
- È vero, dunque. - fece l'interpellata stringendo a sua volta i pugni – Voi sapete.
Improvvisamente i candelabri, spenti a causa del sole che entrava dalle vetrate, divamparono come per magia. La temperatura della sala salì, tanto che diverse persone si guardarono attorno spaventate asciugandosi il sudore dalla fronte.
Per la seconda volta da quando aveva lasciato il suo ritiro solitario nel deserto Ofelia richiamò a sé il suo potere. L'aria intorno a lei si surriscaldò, i suoi pori si dilatarono di colpo e le vesti presero a svolazzare lievemente. Le iridi divennero traslucide di potere.
La regina istintivamente si mise in guardia; il ghiaccio rispose alla sua agitazione e il pavimento fiorì di stalagmiti che puntavano minacciose contro l'intrusa.
- Non vi conviene ingaggiare battaglia contro di me – la avvertì Ofelia in tono grave – voi non sapete con chi avete a che fare.
La ragazza alzò un piede e lo sbatté con forza sul pavimento: le picche di ghiaccio si sciolsero in pochi secondi e una folata arida e rovente investì i presenti che si appiattirono contro le pareti in cerca di scampo.
- Ora – riprese, mentre nella sala iniziava a mancare l'ossigeno – ditemi immediatamente dove si trova mio fratello o brucerò voi e questo vostro palazzo fino alle fondamenta.
Elsa serrava i denti tanto forte da farsi male; era terrorizzata ma per nulla al mondo avrebbe abbandonato i suoi leali sudditi o sua sorella.
Lei era la regina. Lei doveva proteggerli.
Taceva, fissandola con aria di sfida e il cuore che batteva all'impazzata.
Ofelia alzò una mano nella sua direzione.
- Ferma! tuonò una voce.
Un uomo grande e grosso si fece spazio tra la folla, spingendo gentilmente da parte una cameriera che stringeva al petto le mani giunte.
- Kristoff! lo chiamò indietro Anna spaventata.
L'uomo fece un cenno di rassicurazione alle sue spalle e si avvicinò guardando Ofelia negli occhi con severità.
- Ti porterò io da tuo fratello.
Nota dell'autrice:
la storia è ad un punto di svolta perciò il capitolo è corto, ma niente paura: il prossimo sarà assai più sostanzioso. Un saluto a tutti, ci vediamo giovedì prossimo! :)
M -