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Autore: 18Ginny18    31/08/2019    1 recensioni
[Missing moment della serie "The Black Chronicles"]
Cos'è successo alla Coppa del Mondo? Questa breve storia, che avevo tagliato da un capitolo di 'Secrets' e che adesso ho rivisitato, vi darà qualche delucidazione.
Piccolo assaggio:
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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Capitolo 2


Caro Cedric,
Ho tante cose da raccontarti e non vedo l'ora di rivederti alla Coppa del Mondo! Ci pensi? Sarà la prima volta che ci vedremo fuori da Hogwarts. Lo so, questa è l'ennesima lettera in cui te lo scrivo, ma sono così felice all'idea di poterti riabbracciare... Soltanto poche ore e saremo di nuovo insieme. Mi manchi tantissimo e non faccio altro che pensarti. Ho molta nostalgia dei tuoi baci, i tuoi abbracci... e dei tuoi bellissimi occhi che amo tanto.


Una volta scritta quella piccola lettera, concludendo con i saluti e ripetendo ancora una volta quanto fosse felice e emozionata all'idea di rivederlo, Ginevra la ripiegò e corse subito al piano di sotto dove Remus e Sirius stavano facendo colazione.
- Ehi, principessa – la salutò suo padre.
- Ehilà, papino – canticchiò lei, saltellando di qua.
Si stava dirigendo al trespolo dove il gufo di Remus, Piumino, era adagiato. Era un gufo comune, ed era terribilmente carino e dolce. Non appena la vide iniziò a bubolare*, lei lo salutò con qualche carezza affettuosa e una volta consegnatagli la lettera destinata a Cedric, Piumino volò via dalla finestra e Ginevra prese posto accanto al padre servendosi di pane e marmellata di pesche.
Da quando si erano trasferiti nella loro vecchia casa, a Godric's Hollow, e Remus con loro, si sentiva davvero completa e felice. Ovviamente anche prima lo era, ma da quando Sirius era tornato nella sua vita tutto era cambiato. Era tutto perfetto e i suoi desideri finalmente erano diventati realtà. Aveva di nuovo il suo papà.
Desiderava soltanto che anche Harry potesse essere felice quanto lei, anziché restare ancora dai Dursley. L'unico pensiero che riusciva a rallegrarla era che presto lo avrebbero salvato da quegli stupidi babbani, portandolo lì Godric's Hollow dove finalmente sarebbero potuti essere di nuovo una famiglia.
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Come risposta il lupo mannaro ricevette una pernacchia.
- Non ti dico dove te la infilo la bacchetta se non la smetti...
Questa volta la minaccia ebbe un effetto immediato per Sirius, abbandonò il sorriso gongolante e lo guardò con serietà. - Non oseresti.
- Ah, io oserei!**
Ginevra rise sommessamente. Adorava quando si punzecchiavano e poi arrivavano alle minacce.
- Ragazzi, scusate se vi interrompo – disse poi a malincuore, dando un'occhiata veloce all'orologio sul muro, - ma credo proprio che sia l'ora che io vada. I Weasley mi aspettano.
Remus annuì, pronto ad accompagnarla. Sirius, invece, gonfiò le guance, come un bambino. - Devi proprio? Dopotutto ci saranno altre occasioni come queste... ti basterà aspettare altri trent'anni.
- Sirius – lo richiamò il suo amico. - Non fare il bambinone. Ne avevamo già parlato.
- Ma... - la piccola protesta dell'animagus sfumò immediatamente, perché bastò il sopracciglio inarcato di Remus Lupin a frenarlo. Per questo preferì brontolare tra sé e sé.
- Non ti preoccupare, papà - lo rassicurò Ginevra. - Ci rivedremo tra due giorni.
Gli diede un bacio sulla guancia, dopodiché diede la mano a Remus e si smaterializzò.
Dopo una frazione di secondo si trovarono nel cortile di casa Weasley, la Tana.
Prima di smaterializzarsi ancora, Remus accompagnò la ragazza fino alla porta dove un'arzilla Molly Weasley le saltò addosso, soffocandola in un abbraccio. - Oh, bambina mia! - la salutò Molly, senza lasciarla andare. - Era da troppo tempo che non ti vedevo. Come stai? Hai mangiato? Vieni, ti preparo qualcosa.
Quando finalmente Molly la lasciò andare, Ginevra riuscì a riprendere fiato. Era ormai abituata da anni all'affetto della donna, ma aveva dimenticato la forza che metteva in un abbraccio.
Una volta in cucina la ragazza salutò la sua omonima, la piccola Weasley, che si gustava una ciotola abbondante di porridge. - Ehi Gin, come va? - disse tra una cucchiaiata e l'altra, invitandola a sedersi al suo fianco.
Arthur Weasley e Hermione erano seduti lì accanto, ma non si accorsero nemmeno che fosse arrivata Ginevra, poiché erano immersi in una conversazione riguardo il mondo babbano. Hermione stava cercando di rispondere a tutte le domande che Arthur continuava a porle, entrambi sembravano divertirsi un mondo. Arthur Weasley era sempre stato un grande appassionato del mondo babbano. Adorava montare, smontare o persino modificare ogni tipo di oggetto babbano, naturalmente lontano dagli occhi della moglie. “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, disse quando anni prima Fred, George e Ginevra lo sorpresero nel capanno a giocare con un tostapane.
Ginevra sorrise quando ricordò che per fargli mantenere il segreto, il signor Weasley diede loro una montagna di cioccolato e caramelle.
Era sempre stato bello passare le giornate alla Tana, per lei era come una seconda casa.
La chiacchierata tra il signor Weasley e Hermione durò finché non scese il resto della truppa.
Prima di prendere posto come un gruppo di zombie assonnati, Fred e George mandarono un bacio a Ginevra. - Buongiorno, raggio di sole – fu il loro saluto.
Un'appisolato Ron Weasley le sbadigliò un: “Ciao, Gin”. Harry, invece, quando la vide corse ad abbracciarla, sussurrando al suo orecchio: - Mi sei mancata sorellina.
La ragazza sbuffò un sorriso. - Guarda che sono più grande di te, Potter – disse, per poi sussurrare a sua volta che era mancato molto anche a lei.
- Allora, pronti per partire? – chiese poi il signor Weasley, elettrizzato, al gruppo di zombie che prendeva posto a tavola. - Oh, Ginevra cara. Quando sei arrivata?
Molly si spazientì. - Se a quest'ora non torturavi la povera Hermione con le tue sciocchezze, ti saresti accorto del suo arrivo.
Davanti a quel rimprovero Arthur chinò il capo. - Ti chiedo scusa, amore mio. È che ero molto interessato alle chelevisioni.
Hermione cercò di non ridere. - Televisioni, signor Weasley.
Il signor Weasley arrossì. - Ah, ecco perché non riuscivo a capire a cosa c'entrassero le chele. Pensavo che dentro queste scatole ci fossero dei poveri granchi!
I ragazzi risero sommessamente.
- Forza, sono già le otto! Sbrigatevi, altrimenti farete tardi! - li incitò Molly.
- È già ora? – sbadigliò Fred. – Ma io devo ancora fare colazione!
- Dove sono Bill, Charlie e Per-Per-Percy? – chiese George senza riuscire a soffocare un grande sbadiglio.
- Be’, loro si smaterializzano. – disse la signora Weasley, posando il tegame sul tavolo e cominciando a versare il porridge nelle ciotole. – Così possono dormire un po’ di più.***
- Quindi sono ancora a letto – brontolò Fred, tirando a sé la sua ciotola di porridge.
- George! – disse la signora Weasley severa e tutti sobbalzarono.
- Cosa c’è? – esclamò George, tenendosi una mano sul cuore, cercando di rallentare il suo respiro accelerato.
- Che cos’hai in tasca?
- Niente!
- Non raccontarmi storie!
La signora Weasley puntò la bacchetta verso la tasca di George e disse: - Accio!
Alcuni piccoli oggetti dai colori vivaci sfrecciarono fuori dalla tasca di George; lui tentò di fermarli ma li mancò, e quelli filarono sulla mano tesa della signora Weasley.
- Vi avevamo detto di distruggerle! - disse furibonda, mostrando quelle che sembravano delle caramelle.
Ginevra sbarrò gli occhi per la sorpresa. Fin da quando erano bambini Fred e George sognavano di aprire un negozio di scherzi tutto loro e, più volte, avevano cercato di coinvolgerla, di farla entrare in società con loro. Lei aveva preso sempre la cosa a ridere, immaginando però di lavorare insieme ai suoi migliori amici per tutta la vita. “Sarebbe bello”, pensò all'epoca, ma non credeva che i gemelli avessero continuato a coltivare l'idea del negozio di scherzi senza dirle una sola parola.
- Ci abbiamo messo mesi a inventarle! – urlò Fred mentre sua madre le gettava via, ma gliene caddero alcune e George riuscì a raccoglierle prima che qualcuno se ne accorgesse.
- Ma perché questi due scapestrati, che mi ritrovo come figli... – sbraitò ancora la signora Weasley. - Perché non siete come Bill, Charlie o Percy, dico io?
- Puoi sempre rinnegarci – ribatté Fred, brusco.
- Non azzardarti ad usare questo tono con me, George – disse lei.
George rise falsamente ilare.
- Come fai a non distinguerci? Sono io George – le urlò con voce leggermente incrinata.
- Sarà meglio lasciarli soli – disse il signor Weasley, allontanando tutti fuori dalla cucina.
Ma anche se lontani, si potevano ancora sentire le loro urla in tutta la casa, tanto da riuscire a svegliare Bill, Charlie e Percy che scesero al piano inferiore chiedendosi quale fosse il problema di tanta baraonda.
Il signor Weasley, con voce calma e risoluta, intimò loro di tornare a dormire, mentre ai più giovani attorno a lui chiese di andare a prendere una boccata d'aria in giardino, pensando che in quel modo le urla non arrivassero alle loro orecchie.
Si sbagliava.
- Tu sei nostra madre! Ci abbiamo sempre riso sopra, ma dovresti essere la prima riconoscerci – diceva Fred.
- Non riesci a distinguerci, ma vorresti che fossimo come Percy, Bill e Charlie! – l'accusò George. – A te non interessa quello che vogliamo noi. Non ti interessano i nostri sogni! Nooo… a TE interessa solo quello che vuoi TU!
Quello che ne seguì fu un sonoro schiaffo e un silenzio di tomba.
Quando i gemelli uscirono dalla cucina, sbattendo la porta alle loro spalle, George aveva la guancia arrossata e le sue mani tremavano dalla rabbia.
Vedendoli in quello stato Ginevra si sentì impotente. Molly non aveva mai alzato un dito sui suoi figli, neanche uno.
Quando Arthur entrò nuovamente in cucina la trovò accasciata su una sedia col volto fra le mani. Piangeva silenziosamente, ma quando il marito le fu vicino si lasciò stringere in un forte abbraccio. Si odiava per quello che aveva fatto e se avesse potuto sarebbe sicuramente tornata indietro nel tempo per rimediare al suo errore.
Insomma, quando partirono l'atmosfera non era delle più distese. I gemelli erano fumanti di rabbia, con lo zaino in spalla uscirono e attraversarono il cortile senza dire una sola parola. La signora Weasley, ancora un po' scossa per l'accaduto, uscì anche lei in cortile e, dopo un bacio sulla guancia del marito, augurò a tutti di divertirsi.
I ragazzi provarono molta pena per lei, sapevano che era mortificata. Ma chi lo avrebbe fatto capire a quelle teste calde di Fred e George?
- Sarà meglio partire adesso. La Passaporta non aspetta nessuno – disse il signor Weasley.
Faceva freddo e la luna brillava lieve nel cielo. Ma l’orizzonte mostrava l’avvicinarsi dell’alba. ***





*verso caratteristico del gufo.
**citazione “Shark Tale”.
***Da “Harry Potter e Il Calice di Fuoco – La Passaporta” (un po' modificata).
  
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