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Autore: Abby_da_Edoras    02/09/2019    4 recensioni
Questa storia è il sequel della mia precedente long fic "Il mio nome è mai più" e dunque si ispira ancora una volta alla serie TV "I Medici- Lorenzo il Magnifico", con il mio personaggio originale Antonio Orsini che, innamorato di Jacopo Pazzi, decide di mettere a posto le cose tra le due famiglie fiorentine. E, come in ogni mia ff che si rispetti, nonostante tutto ognuno avrà il suo "lieto fine"! Questa ff è incentrata interamente sulla congiura e sul modo in cui Antonio proverà a "scongiurarla" XD... e ovviamente tutto andrà letto in chiave umoristica e leggera, anche se per me questi personaggi sono veri e reali!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori della serie TV "I Medici".
Genere: Angst, Drammatico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Medici Abby's Version'
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Capitolo sedicesimo
 
L'amore per te non si fa mettere da parte
Non mi fa pensare che a te e alle nostre impronte
Belle così disordinate
Alcune giuste altre sbagliate
Ma l'amore per te è unico a regola d'arte
È come fosse magico e voltasse le carte
Un po' come te che non sai mai niente
E poi mi leggi nella mente se ti va

L'amore per te è stupido e non gli importa di niente
Non si fa consigliare, non sa farti domande
È fatto così, irriverente
Non ci passa neanche per la mente
Ma l'amore per te è unico a regola d'arte
È come fosse magico e voltasse le carte
Un po' come te che non sai mai niente
E poi mi leggi nella mente se ti va…

(“L’amore per te” – Elisa)
 
Gli impegni politici di Jacopo Pazzi avevano subìto un netto rallentamento ma, prima o poi, le cose dovevano tornare ad una certa normalità. Quando Antonio si fu ripreso abbastanza da poter uscire di casa, Jacopo lo portò al Consiglio dei Priori, il primo a cui partecipava dopo quasi due mesi, e lo fece sedere accanto a sé nonostante non avesse un seggio al Consiglio.
Quella era un’assemblea particolarmente importante perché si sarebbe dovuto votare per eleggere due nuovi Priori, dopo la morte di Vespucci e Bandini che avevano dato una tal prova di sé durante l’affaraccio della congiura!
Quando entrarono insieme nel Palazzo dei Priori, ad Antonio parve di notare qualche sguardo ostile nei confronti di Jacopo, ma sperò di essersi sbagliato. Quello doveva essere il giorno in cui Jacopo e Lorenzo si sarebbero riconciliati pubblicamente, davanti al Gonfaloniere e a tutti i Priori, e dopo quel gesto distensivo sarebbero scomparsi ogni rancore, rivalità e inimicizia. Tutto il male del passato sarebbe stato perdonato e dimenticato e Antonio era molto felice di questo, aveva desiderato quel giorno per tanto tempo e ora che stava per avverarsi credeva di sognare!
Lorenzo e Giuliano sorrisero, guardando il ragazzo che si sedeva tra Jacopo e Francesco, nel seggio destinato alla famiglia Pazzi. Ormai il legame tra il giovane Orsini e Jacopo Pazzi era di pubblico dominio e praticamente ufficializzato davanti ai Priori!
“Molto bene, la seduta di oggi inizierà con la candidatura di coloro che desiderano occupare i due seggi rimasti vacanti al Consiglio dei Priori” annunciò il Gonfaloniere Petrucci.
Molti erano interessati a quei seggi, che avrebbero permesso loro non solo di partecipare alle riunioni del Consiglio dei Priori, ma anche di votare pro o contro una mozione. C’erano famiglie nobili, come gli Acciaiuoli e i Pitti, che avrebbero voluto entrare nel Consiglio per ridurre il potere del partito dei Medici ma, per contro, gli alleati di Lorenzo e Giuliano volevano che fossero elette persone comuni, mercanti e artigiani, per combattere il potere e le alleanze dei nobili.
E così come succede oggi al Parlamento italiano, ognuno si alzava in piedi per dire la sua, per offendere i rivali politici, per esternare tutti i suoi pensieri senza nemmeno degnarsi di ascoltare gli altri. Lorenzo e Giuliano cercavano di placare gli animi, ma nessuno li stava a sentire; il Gonfaloniere insisteva nel dire che, se non avesse ottenuto il silenzio, avrebbe fatto sgombrare il salone e aggiornato l’assemblea.
Poi, ad un certo punto, la voce potente di Jacopo Pazzi si levò sopra tutte le altre e si fece intendere. E, una volta tanto, non per dire qualche cretinata, ma per fare una proposta legittima che avrebbe riequilibrato la situazione.
“Signori, avrei una proposta da fare per i candidati al seggio di Priori” dichiarò.
Lorenzo e Giuliano si scambiarono un’occhiata perplessa, ma anche gli altri presenti all’assemblea erano piuttosto sconcertati. Cosa avrebbe proposto Pazzi? Lui apparteneva a una delle famiglie nobili di Firenze e, a logica, avrebbe dovuto proporre qualcuno che appartenesse al partito contrario ai Medici… però era anche vero che tutti lo avevano visto la mattina di Pasqua, nel Duomo di Firenze, intervenire personalmente contro i sicari che volevano assassinare i due fratelli e ucciderli.
Chi poteva sapere più da che parte stesse quell’uomo?
In realtà, chi ci capiva niente in quello che gli passava per la testa?
“Ritengo che la cosa più equa da fare sia candidare un uomo che rappresenti le famiglie nobili e uno che rappresenti quelle di ricchi mercanti” riprese Jacopo, convinto. “Perciò io candido Giuliano de’ Medici per uno dei seggi e Luca degli Albizzi per l’altro!”
Borbottii e mormorii si propagarono tra i Priori e anche tra coloro che erano intervenuti alla riunione. L’idea di Pazzi sembrava aver entusiasmato il partito dei Medici (e soprattutto Antonio, che si era illuminato tutto!), ma non accontentava affatto le famiglie nobili.
“Perché candidare Giuliano de’ Medici? C’è già suo fratello a rappresentare la famiglia nel Consiglio e, dando il diritto di voto anche a Giuliano, i Medici avranno sempre almeno due voti sicuri per ogni loro proposta!” protestò Messer Neri Acciaiuoli.
“E allora?” replicò Jacopo, senza scomporsi. “Anche i Pazzi hanno due rappresentanti con diritto di voto: io e mio nipote Francesco.”
“Ma i Medici hanno già fin troppi sostenitori delle proposte di Lorenzo, anche tra quelli che non fanno parte della loro famiglia come Bastiano Soderini e Messer Ardinghelli!” rincarò Messer Jacopo Pitti (oh, non è colpa mia se questa gente si chiamava tutta uguale!), che a dire la verità ambiva lui stesso a quel seggio così importante nella Repubblica Fiorentina.
“Non è a voi che spetta decidere chi saranno i due nuovi Priori, Messeri” ribatté Pazzi, con un sorriso ironico. “Io mi sono limitato a candidare due nomi, sarà poi il Gonfaloniere ad accettare o meno la mia proposta e i Priori la voteranno.”
“Ritengo che la proposta di Messer Pazzi sia perfettamente equa” affermò Petrucci che, forse per la prima volta in tanti anni, dava ragione a Jacopo! “Un rappresentante della famiglia Medici, il giovane Giuliano, e un rappresentante dei nobili, Messer Luca degli Albizzi.”
“Luca degli Albizzi, c’è proprio da ridere” brontolò Niccolò Ridolfi, un alleato dei Medici che non credeva affatto nella buona fede di Jacopo e, anzi, pensava che sarebbe stato molto meglio eliminare anche lui e tutta la sua famiglia per sospetta partecipazione alla famigerata congiura. “Solo io vedo come sospetto il fatto che Messer Pazzi candidi un uomo che discende dalla famiglia che si è sempre opposta ai Medici? Chissà, forse hanno addirittura tramato insieme ed erano d’accordo con i congiurati…”
Antonio impallidì improvvisamente e si mise a tremare. Possibile che, dopo più di due mesi e dopo che tutti avevano visto una rinnovata concordia tra Pazzi e Medici, ci fosse ancora qualcuno che sospettava e che, ancor peggio, avrebbe voluto fare del male al suo Messer Pazzi?
“Questa è una meschina calunnia, Messer Ridolfi!” lo richiamò bruscamente il Gonfaloniere Petrucci. “Se non avete prove a sostegno di questa vostra oltraggiosa allusione, porgete immediatamente le vostre scuse a Messer Pazzi e Messer Albizzi!”
Niccolò Ridolfi borbottò qualcosa di inintelligibile che sarebbe anche potuta sembrare una specie di richiesta di scuse… ma la cosa non finiva lì.
“Messer Ridolfi ha decisamente sbagliato bersaglio” intervenne nuovamente Neri Acciaiuoli, particolarmente irritato. “E’ vero che Luca degli Albizzi appartiene a una nobile famiglia, ma sanno tutti che, dopo quello che accadde anni fa, tanto suo nonno quanto suo padre hanno appoggiato i Medici, pur senza far più parte della vita politica attiva. Perciò la sua candidatura è un vantaggio per la famiglia Medici, non certo per la nobiltà di Firenze!”
Era vero. Luca degli Albizzi era figlio di Ormanno Albizzi e Beatrice Uberti, dunque di nobile stirpe… ma dopo quanto era accaduto al tempo di Cosimo de’ Medici, suo nonno Rinaldo e suo padre Ormanno si erano ritirati dalla vita politica in cambio del rientro a Firenze e, da allora, la famiglia Albizzi aveva sempre, seppure in silenzio, appoggiato la politica dei Medici. *
“Messer Pazzi non è stato affatto equo, ha candidato due uomini che appoggeranno entrambi ogni proposta dei Medici!” rincarò Jacopo Pitti. “Le famiglie nobili non saranno adeguatamente rappresentate.”
“Io sono certo che Messer Albizzi sarà perfettamente in grado di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze della nobiltà e le proposte della famiglia Medici” replicò tranquillamente Jacopo.
“Se nessuno ha altro da dire, si dia inizio alla votazione” disse Petrucci, con grande dispetto dei Messeri Pitti e Acciaiuoli e dei loro amici… però, purtroppo per loro, non avevano diritto di voto e la proposta di Jacopo fu accettata con un solo voto a sfavore.
Caspita, doveva essere la prima volta in tutta la sua carriera politica che Jacopo Pazzi si vedeva votare a favore con una maggioranza così schiacciante, chissà che soddisfazione per lui!
Così Giuliano de’ Medici e Luca degli Albizzi divennero i due nuovi Priori della Repubblica Fiorentina… e sicuramente la Repubblica ci guadagnò, visto che i precedenti (Vespucci e Bandini) avevano dato una così evidente dimostrazione della loro idiozia. La nomina fu salutata da un caloroso applauso (ovviamente non condiviso da Pitti e Acciaiuoli, sempre più tetri) e, alla fine, Lorenzo si alzò dal suo posto per andare a stringere la mano a Jacopo.
“Messer Jacopo, voglio ringraziarvi per questo vostro intervento” gli disse, con un sorriso. “Avete dimostrato ancora una volta che, se le nostre famiglie sono unite, Firenze può essere più forte. Sappiamo tutti che i nemici sono stati cacciati ma non sconfitti, che forse torneranno. Ma io sono certo che, con il vostro appoggio e i vostri consigli, la nostra città avrà la meglio su qualsiasi invasore straniero!”
Jacopo sembrava quasi… come dire, imbarazzato e questa era una cosa davvero strana. Molti tra i presenti credettero di avere le allucinazioni quando lo videro stringere anche lui calorosamente la mano di Lorenzo e rispondere con una certa qual commozione.
“Il bene di Firenze è la mia priorità, Lorenzo, non mi lascerò più traviare da interessi personali. La famiglia Pazzi è disposta a collaborare con la tua famiglia per difendere Firenze da qualsiasi nemico, ora e sempre” dichiarò.
Allora anche Giuliano si alzò e si avvicinò a Pazzi. Era vero, non lo aveva mai sopportato e anche dopo la sua improvvisa conversione aveva continuato a fidarsi ben poco di lui… ma sapeva che quello era ciò che doveva fare in quel momento. Oltretutto, aveva trascorso quasi un mese a Genova con Simonetta e ciò lo aveva ammansito parecchio, facendogli sembrare possibile anche un’intesa con Jacopo Pazzi!
“Messer Jacopo, io volevo… beh, ringraziarvi per aver proposto il mio nome come nuovo Priore e per aver votato per me” disse, stupito di non provare nemmeno un po’ di nausea nel pronunciare quelle parole.
“Non devi ringraziarmi, ho proposto i nomi di coloro che ritenevo più adatti per questo ruolo” rispose semplicemente l’uomo.
Sotto lo sguardo soddisfatto di Lorenzo, il giovane Medici strinse la mano di Jacopo.
“Forse non sarò sempre presente alle assemblee, visto che adesso trascorro settimane anche in un'altra città” mormorò poi, con un sorrisetto, “tuttavia cercherò di fare del mio meglio per Firenze e per la mia famiglia… per le nostre famiglie.”
Jacopo fissò Giuliano negli occhi e tra loro, per la prima volta (e con immenso stupore da parte dei Priori e di tutti i presenti), passò un messaggio di tacita comprensione. Pazzi adesso sapeva di Simonetta e sapeva anche che Giuliano era rimasto a Genova con lei perché la giovane donna aveva una malattia ai polmoni che richiedeva l’aria di mare. Perciò aveva scelto di non farla tornare a Firenze, almeno per il momento, e di recarsi lui a Genova ogni volta che avesse potuto.
In effetti, c’era anche il fatto che Simonetta era vedova da poco e, anche se suo marito era stato un idiota integrale agli occhi di tutta Firenze, non sarebbe stato opportuno che si riaccompagnasse subito con un altro uomo…
“Adesso anch’io so cosa significa avere a cuore la salute di una persona amata al di sopra di qualsiasi altra cosa” ammise Jacopo. “Infatti anch’io, come te, sarò meno presente nella vita politica della città, ma sono certo che entrambi faremo del nostro meglio per appoggiare Lorenzo.”
La cosa stava diventando commovente, anche se al Gonfaloniere e a tutti quanti pareva di assistere a un episodio di Ai confini della realtà ante litteram! Un applauso scrosciante salutò le ultime parole di Pazzi e la sua stretta di mano con Giuliano.
Dal canto suo, Antonio era talmente felice ed emozionato che, alla fine, l’eccessiva agitazione lo vinse.
“Il mio desiderio si è realizzato… Messer Pazzi, Lorenzo e Giuliano sono finalmente riconciliati… per il bene di Firenze, diventeranno una sola famiglia e…” la voce gli si spezzò e Francesco, che era accanto a lui, lo vide impallidire e quasi svenire e si affrettò a sorreggerlo e a richiamare l’attenzione di Jacopo.
“Zio, venite, presto! Antonio sta male!” esclamò.
Quelle parole gelarono il sangue di Jacopo. Tutta la serenità provata nel riconciliarsi con i Medici e nel sentirsi finalmente nel giusto svanì improvvisamente e l’uomo si precipitò a prendere tra le braccia il suo ragazzino.
“Antonio! Antonio, rispondimi!”
Il giovane si strinse al petto dell’uomo e fece un sorriso debole.
“Sto bene, Messer Pazzi, non preoccupatevi. E’ stata la troppa emozione, credo… avevo desiderato così tanto di vedere questo momento e adesso sono felice… immensamente felice…” mormorò.
“Non sforzarti di parlare, devi riposarti” gli disse Jacopo, prendendolo in braccio. “E’ stata colpa mia, non avrei dovuto permetterti di partecipare al Consiglio dei Priori, sei ancora debole.”
“Non mi sarei voluto perdere questo momento per niente al mondo, invece” protestò scherzosamente il ragazzo.
“Gonfaloniere Petrucci, Messeri, chiedo il vostro perdono ma devo lasciare l’assemblea. Antonio non si sente bene e voglio accompagnarlo a palazzo” spiegò l’uomo.
Petrucci assentì. Vedendo il volto turbato e addolorato di Pazzi, non era più tanto sorpreso della sua improvvisa alleanza con i Medici… l’uomo aveva decisamente cambiato la sua lista di priorità e il merito era tutto del giovane Orsini.
“Andate pure, Messer Pazzi, e fateci avere presto notizie di Messer Orsini” rispose.
Jacopo uscì dal Palazzo dei Priori con Antonio in braccio, continuando a parlargli affettuosamente e cercando di distrarlo.
“Avevo una sorpresa per te, volevo mostrartela subito dopo questa riunione” rivelò, “ma ora non stai bene e preferisco che riposi. Ti spiegherò tutto domani.”
“Una sorpresa per me?” Antonio si era illuminato tutto. “Messer Pazzi, ora mi avete messo la curiosità, di che cosa si tratta?”
“Ah, no, niente più emozioni per oggi, ti sei già stancato a sufficienza. Saprai tutto domani” ripeté Jacopo, facendo valere la sua autorità sul ragazzo. Non poteva rischiare che gli succedesse qualcosa.
“Però… non dovevate lasciare il Consiglio dei Priori per me, potevate farmi accompagnare a Palazzo Pazzi da qualcun altro, voi siete un uomo importante e adesso lo siete ancora di più, perché siete un alleato dei Medici. Firenze ha bisogno di voi” insisté scherzosamente Antonio.
“Sei tu quello veramente importante per me” ammise Jacopo, solitamente restio a dichiarare ciò che provava. “Non voglio rischiare di perderti, ho già sbagliato abbastanza… Appoggerò Lorenzo e farò quello che posso per Firenze, ma ciò che conta, da adesso in poi, è dedicarmi a te e fare in modo che tu stia bene.”
I due erano ormai arrivati a Palazzo Pazzi. Jacopo si chinò su Antonio e lo baciò a lungo, con intensità, volendo sentire il tepore e il sapore del suo ragazzino. Aveva bisogno di lui, di annullarsi nella sua dolcezza, di averlo tutto per sé dopo aver temuto di perderlo per sempre.
Lo accompagnò fino alla sua stanza, lo depose delicatamente sul letto e si distese insieme a lui, continuando a baciarlo, a stringerlo, ad accarezzarlo. Con pazienza e lentezza e sempre baciandolo lo prese, si perse in lui, lasciando che il resto del mondo scomparisse, che spazio e tempo si annullassero.
Tutto ciò che contava per lui era Antonio, lui gli aveva cambiato l’esistenza e adesso era disposto a cambiare ancora di più la sua vita per farlo felice e per stargli sempre vicino. Niente era più importante se non stare con Antonio, averlo accanto a sé. Era quella la sorpresa che voleva fargli…
Ma gli avrebbe spiegato tutto il giorno seguente.
Fine capitolo sedicesimo
 
 
 
 
 
 
* Questa cosa me la sono inventata io di sana pianta e mi sono anche autocitata, perché questo è quello che faccio accadere nella mia long fic ispirata alla prima stagione de I Medici, “Non mi avete fatto niente”. Però è vero che un Luca degli Albizzi, nella storia reale fratello minore di Rinaldo, fu sempre un alleato di Cosimo e un suo importante consigliere. Insomma, come sempre nelle mie storie mescolo realtà e fantasia… però la storia finisce sempre per darmi ragione perché ci fu davvero un Albizzi alleato di Cosimo, così come Guglielmo Pazzi sarà un importante consigliere dei Medici dopo la morte di Lorenzo! XD
 
 
 
   
 
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