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Primo capitolo! Eccomi! Non
corto come il prologo, ma decisamente non consueto al mio prolisso
stile, probabilmente andando avanti i capitoli diventeranno sempre più
lunghi, ci potete scommettere... XDDDDD
Fra un paio di giorni parto e sto via un po’
di tempo, spero di tornare ispirata, buone vacanze a tutti!
Mel Kaine
***
harderbetterfasterstronger: Ciao!! Grazie per il commento velocissimo,
wow! No, no, si scrive esattamente come l’hai scritto tu! Noto che il
povero re Giles non riscuote molto successo... c’era da immaginarselo
XDDD chi semina vento raccoglie tempesta XDDDD non temere, se Arthur
muore che senso ha scrivere una fic??? XDDDD
Laphy: Ciao, sì, hai
assolutamente ragione, Merlin interverrà sicuramente (anche perchè se
mi muore il protagonista la veggo buia...)
virgilio: Sìììììì, è
King Giles!!!! Infatti nonostante sia un cretino bastardo in Merlin,
non riesco ad odiarlo perchè è Giles *__* Grazie mille, sapere che
segui Merlin con le mie fic mi lusinga incredibilmente ^___^ troppo
gentile, grazie!
thia: XDDDDDDDDDD
Taila: Grazie, sono
felice che ti abbia incuriosita, ero giusto quello lo scopo. Molto
presto svelerò tutto, non posso ancora dire che sarà una fic di pochi
capitoli (perchè quando lo dico finisce che ne scrivo 30 e quindi la
gente non mi crede più ormai ç__ç), ma cercherò di essere breve,
spero. Grazie ancora per esserti fermata a leggere e commentare!
Ramiza: Eh eh eh
presto svelerò tutto, per ora posso solo assicurare che non intendo
uccidere il mio protagonista XDDD Grazie mille per aver letto e
commentato.
iceriel: OH GOD il
sedere parruccato me l’ero scordato, terribile! Ridevo come una scema
correggendo questo capitolo e tu sai perfettamente perchè... ku ku ku
ku *_____*
***
And now... Ready!
Set! Go!
The enemy is within, everywhere
and with him the light, soon they will be here
go now, my lord, while there is time
(War of wrath - Blind Guardian)
†Capitolo
I
*Cinque giorni prima*
Le braccia incrociate sul petto, la testa appoggiata al vetro. Merlin
guardava fuori dalla finestra, in basso, verso i bracieri che
bruciavano nella notte appena giunta. Ma il suo sguardo era immobile,
lontano. Sentiva agitarsi dentro di sé, attorno a sé, un soffuso senso
di… anticipazione, quasi. Ma non era una sensazione piacevole. Era
soffocante e fastidiosa, opprimente. Come il silenzio prima delle
grandi tempeste estive. Come l’ultimo respiro prima della morte.
E non riusciva ad ignorarla. Poteva distrarsi, ma ad intervalli
regolari il suo pensiero tornava lì, richiamato da un senso d’urgenza
che non trovava spiegazione.
Improvvisamente due braccia si chiusero attorno ai suoi fianchi.
Merlin sussultò rumorosamente. Una risatina bassa alle sue spalle
mentre una delle mani del giovane stregone si portava dietro, su
quella nuca accarezzata da fili biondi.
“Fossi stato un lupo a quest’ora avrei avuto il mio pasto per la sera”
mormorò divertito Arthur, senza sciogliere quell’abbraccio intimo.
“Mh-mh…”
Gli occhi azzurri del principe si fecero un po’ più seri.
“Hai deciso quando partire?”
“No”.
Silenzio mentre Merlin lasciava andare la testa sulla spalla del suo
signore.
“Va bene” sussurrò Arthur, posando la bocca sul collo del suo amante.
Significava ‘Ne parleremo dopo’.
Davanti alla notte fuori da quel vetro Arthur lo spogliò. Per mano
condusse Merlin su quel letto che era diventato loro e non disse altro
fino a che non ebbe finito di amarlo.
Stesi nella soffusa penombra il giovane mago sapeva che il suo
principe attendeva paziente una qualche risposta.
Lasciò uscire un sospiro sottile. Arthur baciò via l’espressione tesa
dalle sue labbra poi si sistemò meglio al suo fianco, in perfetto e
confortante silenzio.
Merlin non gli avrebbe nascosto i suoi pensieri, lo sapeva, perché
Merlin non gli avrebbe nascosto più niente, lo aveva giurato la prima
notte insieme, mesi fa.
“Non voglio andare…”
Arthur capì a cosa si stesse riferendo.
“Non essere pigro. Tua madre ha bisogno di te. La stagione del
raccolto è cominciata ieri. So che hai desiderio di rivederla”.
Merlin scosse la testa contro la gola di Arthur.
“Non è questo… sì, voglio rivederla, ma…”
“Non riesci a lasciare il tuo perfetto, splendido e meravigliosamente
attraente principe? Posso capirti, io stesso non posso fare a meno di
amarmi…”
Merlin tentò di tirargli un calcio, ma fallì miseramente. Erano troppo
vicini. In compenso lo morse.
Il gemito che seguì non era affatto dispiaciuto.
Sconfitto Merlin si accontentò di mormorare un ‘Asino arrogante’.
Dopo un attimo di silenzio il loro dialogo tornò sobrio.
“Sento di non dover andare… come se potesse accadere qualcosa… a
Camelot… a te… mentre non ci sono” le sue mani si strinsero sulla
schiena di Arthur.
Il principe sbuffò risentito, ma lo strinse a sua volta.
“Vai, prima che io decida di sentirmi offeso. Sono perfettamente
capace di badare a me stesso e al mio regno. L’ho fatto per vent’ anni
prima che tu arrivassi e siamo entrambi sopravvissuti senza
difficoltà, quindi…”
Merlin sollevò la testa dal suo nido fra la spalla ed il collo di
Arthur per lanciargli uno sguardo scettico. Il suo sopracciglio
alzato, insegnamento di Gaius, chiedeva come avessero fatto, dato il
numero sconcertante di pericoli solo nell’ultimo anno.
Era pur vero che dopo la morte di Nimueh la situazione si era
tranquillizzata e gli attacchi magici erano quasi del tutto cessati.
Eppure quella sensazione non sembrava volersi placare.
Sospirò ancora una volta.
La voce di Arthur gli arrivò qualche minuto dopo. Atona quasi.
“E’ un modo cortese per dirmi che non hai fiducia in me?”
Merlin sorrise. Indispettire Arthur aveva sempre quel retrogusto di
vittoria e complicità…
“Sciocco, è degli altri che non mi fido – allungò una mano e la posò
leggera sul viso del suo principe, il pollice sopra il suo zigomo. –
Di quello che potrebbero arrivare a fare per ostacolarti, per
vendicarsi di tuo padre, per strapparti da Camelot”.
Arthur sorrise.
“Hai paura per me?”
Dannato asino borioso, lui e le sue imbarazzanti domande retoriche!
Arthur rise dell’espressione riluttante e contrariata del suo amante
poi si alzò su di un gomito, si sfilò l’anello che portava all’indice
da quando Merlin lo conosceva e lo porse al giovane mago.
“Prendi il mio anello ed incantalo. Portalo con te in viaggio”.
Merlin prese fra le dita il semplice cerchietto d’argento. Il suo
sguardo non lasciò quello del principe.
Naturalmente Arthur conosceva il suo segreto, ma sentirlo chiedergli
di creare una magia su uno dei suoi possedimenti personali gli fece
battere un po’ più forte il cuore.
Annuì, lievemente imbarazzato.
Nonostante tutto non era ancora sua abitudine castare incantesimi
davanti al principe di Camelot.
Prima che potesse iniziare Arthur lo fermò, prendendogli il braccio.
In silenzio e delicatamente slacciò il braccialetto di pelle che
Merlin aveva sempre portato al polso e gli porse anche quello.
“Fai lo stesso con questo. Lo terrò io mentre sarai ad Ealdor”.
Il sorriso di Merlin illuminò la stanza.
Il principe continuò, il suo cipiglio arrogante di nuovo al proprio
posto.
“In fondo anche tu sei una spina nel fianco per molti dei miei
nemici…”
Ancora Merlin non smetteva di sorridere. Arthur lo colpì con un
buffetto dietro la testa, mentre tentava di non fare lo stesso.
“Non perdere tempo. Incantali”.
E Merlin chiuse gli occhi, stringendo in mano l’anello ed il
braccialetto e quando li riaprì le sue iridi erano oro puro e
abbagliante. Le sue labbra sottili si schiusero attorno a parole
sconosciute il cui suono, basso e profondo, fece scorrere un brivido
lungo la schiena del principe.
Guardare quegli occhi così innaturalmente belli gli accendeva il
sangue nelle vene…
Un attimo dopo una luce bianca, impalpabile, avvolse i due oggetti e
scomparve subito dopo.
“Stringeranno quando saremo in pericolo. La loro stretta sarà tanto
più intensa quanto lo sarà la minaccia in quel momento”.
Arthur stese il braccio. Sbuffando divertito Merlin gli legò al polso
il braccialetto e fece per riporre l’anello quando il principe lo
fermò.
Insinuò la mano nella sua, stringendo l’anello fra i loro palmi e si
spostò sopra di lui, chiedendo soddisfazione per aver risvegliato la
sua passione con quegli occhi accesi, luminosi di puro oro.
E mentre penetrava lentamente nel corpo caldo e pronto di Merlin prese
l’anello e glielo infilò al dito, baciandogli la mano ed il polso.
E lo ebbe ancora e ancora quella notte perché probabilmente sarebbe
stata l’ultima per qualche tempo.
L’alba seguente Merlin partì.
†Continua...
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