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Autore: IsAry    09/09/2019    0 recensioni
Maxime è una ragazza particolare con una passione per la fotografia. Da quando ha dieci anni ha sulla spalla destra il nome della sua anima gemella come è successo a tanti altri prima di lei, ma la sua particolarità è che il giovane in questione è morto da piu di settant'anni. Ma uno strano incidente legato al suo potere la porterà faccia a faccia con il suo destino...
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Sono così entusiasta di questa fanfiction perché sembra che, almeno nella sua versione inglese, piaccia molto! Spero che non iniziate a trovarla noiosa, prometto che l'azione inizierà tra qualche capitolo.

Ora, nel capitolo di oggi: Max si ritrova negli anni '40 ed è la vigilia di Natale. Cosa accadrà?

 

Vigilia di Natale negli Anni '40

Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai all’aperto come la prima volta che avevo viaggiato nel tempo e inoltre nevicava, potevo sentire alcuni fiocchi di neve trasportati dal vento colpire la mia pelle. Ero sdraiata su un pavimento di legno, ma sopra di me c'era una specie di copertura. Ad un’ulteriore ispezione, notai che mi trovavo sul secondo pianerottolo di una scala esterna.

Alzandomi, mi resi conto che ero vestita molto leggera per le temperature in cui mi trovavo, ma alla torre faceva sempre caldo quindi non ero abituata a vestirmi con un pigiama caldo e indossavo quello che di solito usavo nella nostra casa di Malibù che a malapena sapeva cosa significasse la parola freddo.

Guardai oltre la ringhiera e notai che ero in un edificio alto con molti simili tutt'intorno, un piccolo cortile grigio era al centro dove c'erano alcuni bambini che giocavano a palle di neve correndo e ridendo. Dedussi di essere a Brooklyn, probabilmente l’appartamento di Steve era vicino e guardando la porta sul pianerottolo alla mia sinistra decisi di provare a bussare, forse sarei stata fortunata.

Bussai sul vecchio legno graffiato e attesi che qualcuno aprisse con il cuore che mi batteva nel petto furiosamente. Potevo sentire dei passi dall'interno e alcuni secondi dopo la porta si aprì. Sulla soglia c'era un giovane che non avevo mai incontrato prima, ma in qualche modo mi era familiare. Aveva i capelli corti e castano scuro con occhi azzurri, era alto e aveva due spalle larghe larga. Era decisamente bello e molte ragazze si sarebbero innamorate di lui a prima vista.

Un ghigno apparve sulle sue labbra sottili mentre si appoggiava allo stipite con le braccia incrociate davanti al petto: "Posso aiutarti bambolina?"

Bambolina? Che razza di soprannome era?

“Sto cercando qualcuno che penso viva qui, ma non conosco il suo indirizzo. Forse mi puoi aiutare?” Chiesi ignorando il suo sguardo con cui mi stava studiando con grande attenzione. Probabilmente stava pensando che io avessi vestiti strani, dopo tutto ci trovavamo negli anni '40 e nevicava molto.

“Certo che ti aiuterò. Chi stai cercando? Ma se non trovi questa persona, puoi unirti a me per cena, dopotutto è la vigilia di Natale e nessuno dovrebbe essere solo in questa notte. Ed c’è un freddo gelido, quindi potremmo... "

“Grazie, ma sto cercando la mia anima gemella, non penso che sarebbe una buona idea.” L interruppi prima che potesse elaborare ulteriormente la sua idea, sapevo cosa stesse per dire.

Alle mie parole, raddrizzò la schiena rapidamente e mi guardò con curiosità, almeno aveva un certo rispetto verso cose importanti come le anime gemelle: “Chi stai cercando?"

Anche se fui sorpresa dal suo repentino cambio di comportamento alle mie parole, decisi di andare dritta al punto: "Sto cercando Steve Rogers, penso che viva qui in zona."

“Steve?” Chiese sorpreso per poi guardarsi alle spalle urlando: “Steve! C'è unbella signorina che ti sta cercando!”

“Steve è qui?” Chiesi sorpresa iniziando a l’emozione di poterlo rivedere dopo 54 giorni di lontananza.

“Bucky, di cosa stai parlando? Chi potrebbe ... ” Steve apparve dietro quello che ora sapevo essere Bucky Barnes con un asciugamano tra le mani. Indossava uno spesso pullover sopra i suoi pantaloni marroni e si fermò di scatto quando mi vide: “Maxime?”

“Ciao Steve.” Mormorai prima di lanciarmi contro di lui mettendogli le braccia intorno al collo e affondando la faccia nel suo petto. Potei sentire il suo corpo congelarsi al mio tocco, ma si rilassò immediatamente abbracciandomi a sua volta con il naso nei miei capelli e inalando il mio profumo.

"Pensavo che non ti avrei mai più rivista." L'ho sentii dire vicino al mio orecchio.

"Anch'io."

Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo fino a quando Bucky non si schiarì la gola ricordandoci della sua presenza. Ci lasciammo andare, ma io rimasi al suo fianco e potei vedere un sorriso gigante fare la sua comparsa sul viso di Steve.

"Maxime, lui è il mio migliore amico Bucky, quello di cui ti ho tanto parlato."disse indicando l'uomo che aveva aperto la porta.

Bucky ci stava studiando con un sorriso sul volto: "Quindi hai parlato di me con la tua anima gemella?" Chiese con uno strano tono e il sorriso divenne più grande: “E perché non mi hai detto nulla di lei? Non sapevo nemmeno che l’avevi finalmente incontrata!”

"Io ..." balbettò Steve arrossendo violentemente mentre Bucky e io aspettavamo la sua risposta che giunse dopo un suo sospiro: “Avevo paura. È successo così all'improvviso ed è stato un po'… strano?” chiese guardandomi, probabilmente aveva paura che mi potessi arrabbiare per le parole scelte, ma io gli sorrisi rassicurante.

"Strano? ... Ok, perché non ne parliamo durante la cena?" Chiese Bucky guardandomi: “Il cibo è pronto e non puoi perdere l'occasione di mangiare la cucina meravigliosa di Steve. Ce n'è abbastanza per tutti e tre, c'è una bottiglia di buon vino e noi possiamo conoscerci meglio."

Non sappi cosa rispondere, avrei dovuto mangiare e festeggiare nel mio presente con mio padre, ma lo sguardo speranzoso negli occhi di Steve mi fece decidere di stare con loro.

“Ok, grazie.” Dissi con un sorriso e notai che quello di Steve crebbe ancora alle mie parole mentre Bucky studiava il suo amico con una luce strana nei suoi occhi. Un luccichio di ... malizia? O era felicità?

Mi condussero alla piccola cucina in cui il tavolo quadrato in legno era coperto da una tovaglia bianca e di cibo con un ottimo profumo. Bucky non mentiva, Steve doveva essere un grande cuoco.

Steve sposto la mia sedia per me e mi aiutò a sedermi prima che i due uomini potessero fare lo stesso. Era strano ricevere quel genere di galanteria, ma lo ringraziai con un sorriso e attesi che si sedessero anche loro.

Iniziammo a mangiare in silenzio. Di tanto in tanto, Steve e io rubavamo un'occhiata al altro come due adolescenti innamorati. Beh, tecnicamente io ero un adolescente ed eravamo innamorati anche se non ce lo eravamo ancora confessati, ma non ero sicura della sua età.

“Quindi stavate per dirmi come vi siete incontrati.” Disse Bucky decidendo che era meglio rompere il ghiaccio perché né Steve né io eravamo intenzionati a farlo.

Steve mi guardò un momento prima di dire: "Come ho detto, è stato un po 'strano."

"Sì, ho capito, ma perché?" Chiese il suo migliore amico sinceramente confuso.

"A causa di dove vengo…" e aggiunsi quando lessi la sua domanda sul suo volto: "O è meglio dire da quando."

"Quando?"

Partii a raccontare la mia vita o almeno quello di cui potevo parlare in libertà. Steve sapeva già alcune cose, ma si ritrovò a scoprire nuove cose facendomi domanda dopo domanda ed io mi stavo sinceramente divertendo a parlare con i due ragazzi.

Bucky credette alla mia storia senza problemi e ne rimasi sinceramente sorpresa. Disse che anche se era una storia molto strana come aveva detto Steve, il suo migliore amico ci credeva e lui sapeva che non era un bugiardo. E dopo tutto, io cosa avrei potuto guadagnarci mentendo? Alla mia anima gemella poi? Aveva visto il marchio di Steve e io gli mostrai il mio quindi sapeva che stavo dicendo il vero.

"E cosa puoi dirmi di te?" Chiesi a Bucky: "So che Steve è uno studente d’arte, ma tu?”

“Beh, lavoro qua e là. A volte al molo o dove vengo pagato abbastanza per vivere, ma ora con la guerra…"

"Guerra?" Chiesi confusa, ma improvvisamente mi ricordai che nel dicembre del 1941 gli Stati Uniti erano entrati nella seconda guerra mondiale: "Che anno è?"

Steve mi sorrise tristemente: "1941, è passato più di un anno dal nostro incontro."

"Un anno?!" Esclamai sorpresa: "Per me sono stati solo 54 giorni!"

"No, per me sono trascorsi 1 anno e 87 giorni." Mormorò abbassando gli occhi: "Pensavo che non ti avrei più vista, che avevo perso la mia possibilità."

“Oh Steve.” Mi alzai dalla sedia e mi inginocchiai sul pavimento al suo fianco abbracciandolo affondando ancora la faccia nel suo collo. Ricambiò la stretta mentre io lo baciavo sulla pelle e potevo immaginarlo arrossire al contatto.

"Non farlo." Disse Steve con tono serio e sentii Bucky ridere mentre si alzava per raggiungere il bancone della cucina vicino ai fornelli sul muro più lontano della stanza.

"Non avrei detto niente, idiota."

"Come no... scemo."

Steve e io ci separammo e ci guardammo negli occhi persi nel nostro momento. Il mio viso era a poca distanza dal suo e potevo vedere i suoi occhi cerulei che passavano sulle mie labbra mentre io facevo lo stesso con le sue. Come sarebbe stato baciare la mia anima gemella? Come sarebbe stato il mio primo bacio con la mia anima gemella? Stava per succedere?

"Ok, il dessert è pronto!"

Steve e io ci allontanammo l'uno dal altro arrossendo. Bucky era di nuovo vicino al tavolo con quel suo ghigno strano:"Ho interrotto qualcosa?"

"Non fare lo scemo e metti giù il dessert."

"Posso sempre mangiarlo da solo mentre voi due…"

"Non osare!" Esclamò Steve alzandosi e cercando di togliere il cibo di mano al suo amico. Li guardai con un sorriso divertito mentre lottavano per il vassoio.

Alla fine, Steve la ebbe vinta e il dessert fu servito mentre la conversazione riprendeva senza toccare l'argomento del quasi bacio.

Dopo cena, li aiutai a pulire il tavolo e cercai di fare altrettanto per lavare i piatti, ma Bucky ci disse di andare in salotto e goderci la nostra compagnia mentre finiva di lui di riordinare.

Dopo aver cercato di insistere senza risultati, Steve e io ci sedemmo sul piccolo divano logoro con le mani intrecciata e io mi appoggiai alla sua spalla.

"Sono felice di essere qui." Dissi con un sorriso sulle labbra.

"Sono felice che tu ci sia." Rispose lui baciandomi i capelli sulla tempia.

"Non voglio che questa notte finisca."

"Nemmeno io, ma succederà, no?"

"Temo di sì." Mormorai godendo del suo tocco.

"Beh, spero solo di rivederti presto questa volta."

"Lo spero anch'io. 54 giorni sono stati un'eternità per me, non riesco a immaginare... più che anno…"

"E’ stato... non riesco nemmeno a descriverlo."

"Hai contato ogni giorno in cui eravamo separati." Mormorai sentendomi improvvisamente assonnata.

"Anche tu." Lo sentii rispondere.

"Sì, ma ho contato solo fino a 54, tu…"

"1 anno e 87 giorni."

"Mi dispiace."

“Non devi. Non è stata colpa tua e non voglio più pensarci. Tu sei qui e mi godrò ogni secondo di questa opportunità.” Disse circondandomi la vita con la sue braccia e lasciarmi riposare contro di lui.

Alzai lo sguardo e gli sorrisi: "Sei meraviglioso Steve." Dissi prima di spingeremi verso di lui per baciargli la guancia vicino al angolo della bocca.

Lui arrossì ancora, qualcosa che trovavo molto dolce, poi mi riposizionai contro di lui e chiusi gli occhi.

Probabilmente dovevo essermi addormentata perché quando riaprii gli occhi, la prima cosa che sentii fu la voce di mio padre che mi chiamava dicendo che la cena era pronta.

Delusa, mi resi conto di essere tornata nel mio presente… di nuovo.

"Arrivo!" Gridai prima di alzarmi dal letto guardando il mio telefono e notando che c'erano diverse chiamate di Chloe e Rachel. Decisi di scrivere un semplice messaggio con la promessa di chiamarle più tardi per raccontare tutto quello che mi era successo.

Mentre raggiungevo la mia porta, notai sul pavimento un'altra foto e la presi nella mano vedendo che ritraeva Steve e me addormentati sul divano del suo appartamento. Sorrisi innamorata prima di mettere la foto insieme all’altra nel album che avevo cominciato a fare.

Spero davvero di rivederti presto, amore mio.

   
 
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