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Autore: dracodraconis    12/09/2019    4 recensioni
Questa storia non è canon, non è plausibile, non è… Non mi interessa cosa non è.
Non dovete prenderla sul serio, ma solo esserne consolati se come me sentite la mancanza di Gred e Forge e di tutti gli altri.
E se pensate che la Rowling sia un genio, ma anche una bastarda senza cuore.
Scritta in un momento di romanticismo, malinconia e speranza per compensare tutti i lutti che disseminano la saga di Harry Potter.
Genere: Generale, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Questa storia non è canon, non è plausibile, non è… Non mi interessa cosa non è.
Non dovete prenderla sul serio, ma solo esserne consolati se come me sentite la mancanza di Gred e Forge e di tutti gli altri.
E se pensate che la Rowling sia un genio, ma anche una bastarda senza cuore.
 
«Sul tuo non c'è nessuna lettera» osservò George. «Segno che mamma crede che tu non ti dimentichi come ti chiami. Ma neanche noi siamo stupidi... sappiamo benissimo che ci chiamiamo Gred e Forge!»
 
 
 
 
 
 
 
The best joke ever - No rain (Blind Melon)
 
 
Harry spinse Hermione davanti a sé con Ron, poi si chinò e prese il corpo
di Fred sotto le ascelle. Percy capì le sue intenzioni: si alzò dal cadavere
del fratello e lo aiutò. Insieme, curvi per evitare le maledizioni che arrivavano
dal parco, trascinarono Fred fuori dalla linea del fuoco.
«Qui» disse Harry, e lo deposero in una nicchia lasciata vuota da un'armatura.
Non sopportava di guardare Fred un attimo più del necessario; dopo
essersi assicurato che il corpo fosse ben nascosto si lanciò dietro a Ron
e Hermione. (Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 32)
 
-Fred… Ehi, Fred! Svegliati!-, sibilò George.
-Sono sveglio, George, non mettermi fretta. Mi è appena crollato un muro addosso, lasciami essere appena un po’ stordito… Sai dobbiamo migliorare il sapore della Focaccia Alla MortaRella, ha un sapore…-
-Pessimo, lo so. Me lo ha detto Piton quando l’ha provata l’altra volta. Dice anche che ci può dare una mano con la composizione del sangue finto: la sacca che gli ho dato non lo soddisfaceva come consistenza. “Signor Waesley, il sangue arterioso è più fluido di quello venoso, e più chiaro”-, lo imitò alla perfezione George. -Però l’effetto della Focaccia Alla MortaRella gli è piaciuto: dice che riuscirà a sembrare davvero morto e ad ingannare Voldemort. Comunque il muro era finto, non puoi esserti fatto molto male; voglio dire, io ho perso un orecchio per davvero…-.
Insieme trasfigurarono una statua ancora integra nella copia di Fred e la misero dove prima era adagiato lui.
-Riguardo a Piton, non vorrei essere davvero al suo…-
-Posto-, terminò l’altro gemello. -Tentare di raggirare contemporaneamente Voldemort e la Creatrice Bastarda non è roba da poco. Adesso tu infilati sotto il tuo Mantello dell’Invisibilità e portati dietro il mio: sta’ attento a non rovinarli: comprarli ci è costato l’incasso di mezzo anno. Io vado a dare la notizia a mamma e papà: erano tremendamente in ansia che il piano potesse non funzionare; poi loro penseranno ad avvertire i nostri fratelli e Ginny che tutto è filato a meraviglia-. Gorge fece una pausa, parve riflettere, poi guardò Fred e impallidì. -È stato orribile-, aggiunse addolorato. -Sapevo che era una recita, ma mi è comunque sembrato che tutta la gioia fosse andata via dal mondo e non potesse più tornare-.
-Quindi, praticamente, sono un Dissennatore. Anche se gli assomigli di più tu; sai, i Dissennatori non hanno le orecchie, quindi tu sei già a metà strada…-
George scoppiò a ridere e si allontanò per cercare il resto della sua famiglia.
Fred, rimasto da solo, si concesse un momento per riflettere su quanto fosse appena accaduto, poi fece spallucce: morire non era stata questa gran cosa.
Si incamminò verso la Stamberga Strillante.
 
Era cominciato tutto dopo la morte di Cedric Diggory alla fine del quarto anno: si erano resi conto che la Bastarda Creatrice faceva sul serio ed era intenzionata a trasformare il racconto in qualcosa di più fosco; questo voleva dire che sarebbero morti anche i buoni.
Non erano al sicuro.
 
Fu Severus Piton a farsi carico della parte investigativa: era abituato a comportarsi da spia, era un perfetto Legilimens ed era anche quello a cui la Bastarda Creatrice pensava più spesso: quando lei lo pensava, lui riusciva dal proprio mondo a sbriciare nella testa di lei e a scorgere quale destino stesse pianificando per tutti loro.
Diggory aveva svolto il ruolo di cavia e la sua vicenda era servita a far capire che avevano del tempo a disposizione per escogitare delle contromisure: tra quando la Bastarda Creatrice scriveva le loro storie e quando le storie venivano pubblicate.
 
Per Sirius fu facile, la sua morte era descritta bene, ma nel contempo abbastanza vaga da permettere un intervento: sapevano che Sirius sarebbe stato colpito da un getto di luce rossa, per cui non l’Avada Kedavra; fu un gioco da ragazzi incantare qualcosa che fungesse da Passaporta: l’ultimo della casata dei Black (antica e nobile casata dei Black), azionò l’oggetto magico subito prima di passare oltre l’arco e venne trasportato lontano, al sicuro dalle attenzioni omicide della Bastarda Creatrice; si rassegnò a vivere in clandestinità in un’isoletta minore della Polinesia, era bravo con la clandestinità.
Tutti gli altri proseguirono con il copione predestinato, sopravvivendo alle bastardate della Creatrice in attesa di riuscire a beffarla definitivamente.
 
Quando Piton raccontò cosa sarebbe successo durante il sesto e settimo anno, vi fu una sorta di rivoluzione: fino a quel momento Silente era stato a capo del movimento segreto battezzato Tutti-Contro-La-Rowling. Tuttavia Harry perse le staffe quando scoprì il piano del Preside, che non negò una sola virgola, per sconfiggere Voldemort e per un po’ si parlò di non salvarlo dalla sua sorte sulla Torre di Astronomia.
Harry avrebbe voluto picchiarlo, ma Lupin gli fece notare che avrebbe rischiato di ammazzarlo prima del tempo, allora sarebbe stato alquanto difficile perculare la Bastarda Creatrice.
Piton, del quale fin dall’inizio si conosceva il coraggioso ed esemplare comportamento, assunse il ruolo di nuova guida del movimento e propose la strategia più ardita e geniale di tutte…
Fred e George avevano messo a punto tutta una serie di Tiri Vispi Weasley che sarebbero tornati utili sia durante la guerra che per il loro progetto; comprarono persino due Mantelli dell’Invisibilità che misero a disposizione dei membri di Tutti-Contro-La-Rowling.
L’insegnante di Pozioni passò decine di ore ad esercitarsi, ma alla fine riuscì a lanciare un incantesimo non verbale di semplice stordimento che assomigliasse all’Anatema Che Uccide in tutto e per tutto: bastava porre l’accento diverso sulla prima parola. L’idea era venuta da Hermione.
-Professore, potrebbe dire “avaaaada” invece che “avàda”-, aveva proposto la ragazza.
-Granger, cinquanta punti a Grifondoro-.
-Qui non si assegnano punti, Severus-, aveva interloquito Lupin bonariamente.
-Allora, Granger, ti regalerò uno dei miei libri di Pozioni-, era stata la replica dell’arcigno uomo.
Hermione si era commossa, mentre Ron le batteva cameratescamente una mano sulla spalla.
Il resto fu semplice: Silente, all’oscuro di tutto, venne disarmato da Malfoy, stordito da Piton e precipitò dalla Torre di Astronomia; fu fermato, prima che si schiantasse al suolo, da un incantesimo di Malocchio, che smaterializzò entrambi molto lontani, mentre Hagrid posizionava una copia del corpo del Preside al posto giusto e si preparava a sua volta a entrare in scena.
Fanny si era indispettita di tutta quella messinscena ed era volata via.
 
Il settimo anno li mise tutti duramente alla prova: il numero di morti aumentava e dovevano darsi da fare sul serio.
 
Per Edvige avevano dovuto sacrificare una civetta delle nevi che le assomigliasse: era troppo alto il rischio che la bestia non si comportasse in attinenza al piano; Harry si era dispiaciuto e sentito in colpa per quello stratagemma, ma aveva messo lui stesso sotto Imperius la bestiola sacrificale.
Edvige viveva dalla fine del sesto anno alla Tana, al sicuro, camuffata da gufo reale: il suo umore ne aveva risentito, ma sembrava aver capito la necessità di quella manovra.
 
Alastor Moody, d’altro canto, aveva affermato con ostinazione di poter bloccare la maledizione che si presumeva dovesse ucciderlo. Era ritornato solo al momento del trasferimento di Harry, aveva inscenato la propria morte senza condividerne i dettagli con nessuno, da vero paranoico, e poi era nuovamente sparito di scena: si suppose che avesse abbandonato il suo occhio magico e la carriera di Auror per dedicarsi alla vigilanza costante di Silente: pare che lo obbligasse a vivere senza bacchetta, con una fortissima limitazione dei poteri magici e che gli facesse fare da controfigura di vecchi maghi barbuti in serie televisive e film.
 
Con Dobby le cose iniziarono a farsi complicate, senza la collaborazione della famiglia Malfoy non ce l’avrebbero fatta.
Piton aveva corso un grande rischio a metterli a conoscenza di quanto aveva appreso dalla mente della Bastarda Creatrice, ma ne era valsa la pena: appena i tre Malfoy seppero che Voldemort sarebbe stato sconfitto con sicurezza assoluta e che Bellatrix, quella stronza folle, sarebbe morta, passarono istantaneamente dal lato di Tutti-Contro-La-Rowling. Lucius in cambio chiese che non tentassero di salvare la cognata e Piton non ebbe alcun problema a prometterlo.
Narcissa conosceva bene il pugnale che Bellatrix prediligeva, non era stato difficile incantarlo perché fosse innocuo; la parte più brutta fu di dover seppellire Dobby vivo, ma il piccolo elfo, tutto contento della sua sacca di sangue finto, aveva dichiarato che per lui non era un problema, si sarebbe potuto smaterializzare anche sotto metri di terra: infatti ancora prima che venisse posata la lapide, Dobby era insieme a Sirius in Polinesia.
 
E poi era arrivato il giorno della battaglia finale a Hogwarts.
 
Spostarono il corpo di Voldemort in un'aula accanto alla Sala Grande,
lontano dai corpi di Fred, Tonks, Lupin, Colin Canon e degli altri cinquanta
che erano morti lottando contro di lui. (Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 36)
 
Fred arrivò alla Stamberga Strillante sotto il Mantello dell’Invisibilità, non sapendo a che punto della narrazione si fosse arrivati.
Voldemort aveva già fatto quel che doveva fare. Pure Ron, Harry e Hermione erano già usciti di scena per proseguire con la loro parte della storia.
Restava solo il corpo di Piton, che sembrava molto definitivamente morto.
Il giovane Weasly rifletté che l’effetto era tremendo e capì perché George fosse stato tanto scosso nonostante sapesse della recita in atto.
Si accoccolò accanto a Piton in attesa che l’effetto della Focaccia Alla MortaRella terminasse ed intanto lo ripulì dal sangue finto.
 
I membri della famiglia Weasley stavano intanto tentando di salvare quante più persone potessero, ma non era facile: di molti non conoscevano l’identità e quindi non potevano far altro che improvvisare, contando solo sul fatto che la Bastarda Creatrice non si sarebbe accorta della finta morte di tutte quelle comparse anonime.
 
Di Colin Canon si occupava Oliver Baston, dopo che a tavolino avevano deciso come salvarlo: avevano optato semplicemente per sostituirlo con un fantoccio che lo rappresentasse già morto, dal  momento che di lui non si faceva parola se non in quel momento; Oliver Baston lo aveva obbligato a rimanere nella Stanza delle Necessità quando lo aveva intercettato dopo che era sgattaiolato indietro per combattere; l’ex Portiere di Grifondoro aspettava solo il momento adatto della trama per trasportare il fantoccio in Sala Grande.
 
Il punto più debole del piano di salvataggio era rappresentato dal salvataggio di Remus e Tonks, perché non si sapeva cosa e quando fosse accaduto.
Incredibilmente, fu Draco Malfoy ad eseguirlo.
Si trovò semplicemente nel posto giusto al momento giusto.
Due Mangiamorte avevano indirizzato, mentre erano di passaggio, una coppia di Maledizioni Mortali verso i due sposi. Draco si era limitato a frapporre un Sortilegio Scudo di discreta potenza. Dato che i Mangiamorte erano già passati oltre senza verificare l’effetto dei loro anatemi, era stato facile inscenare le morti. Remus e Tonks avevano guardato Draco Malfoy con riconoscenza, il quale, imbarazzato da quella assurda situazione, aveva biascicato un “congratulazioni per il lieto evento” e quindi se l’era data a gambe.
Remus e Tonks avevano trasfigurato delle mandragole nei loro duplicati, si erano baciati per poi scappare dalla battaglia: volevano assolutamente andare ad abbracciare Teddy.
 
Il galeone tra le mani di Fred si riscaldò: una rapida occhiata al messaggio che apparve sul bordo lo informò che anche gli ultimi due della lista erano in salvo.
Tutti i loro amici avevano scampato la morte, anche se non tutte le comparse, purtroppo.
Il rosso, ancora accoccolato, diresse allora la sua attenzione al Pozionista, che aveva con tutta calma passato in rassegna il proprio aspetto, rassettandosi e pulendosi; da ultimo, aveva levato la sacca di sangue finto da sotto il colletto e l’aveva buttata in un angolo della stanza.
-Professore, ha rischiato grosso-, soffiò Fred con ammirazione.
Piton si limitò a fissarlo con circospetta superiorità.
-Cosa faremo adesso?-, domandò Fred.
-Non so tu, Signor Weasley, ma io prenderei in prestito il tuo secondo Mantello dell’Invisibilità e andrei a godermi la scena della disfatta di Voldemort-, comunicò con il tono di voce di chi stesse ordinando qualcosa alla Testa Di Porco.
-E dopo?-
-Dopo… Dopo ci aspetta il libero arbitrio di una storia mai raccontata prima-.
 
 
 
 
 
 
 
Dedico questa storia a Gred e Forge, i due furetti che presto entreranno a far parte della nostra famiglia.
Mentre pensavo a loro due, prepotente si è fatta strada in me la necessità di salvare i loro “gemelli di carta e inchiostro” (citando la Rowling).
Ho iniziato a scrivere e poi li ho voluti salvare tutti.
Impazzisco per l’idea che quando si racconta una storia, i protagonisti prendano realmente vita, e possano agire al di fuori del sentiero tracciato per loro (consiglio: leggete “Cuore d’inchiostro”).
Tutti i personaggi di Harry Potter hanno la loro dose di dolori, torture, sofferenze fisiche ed emotive: non potevo raddrizzare tutti i torti, ma almeno evitare le tragedie più grandi.
Tranne Cedric: che è un inutile Hufflepuff. E comunque un vampiro che sbrilluccica.
  
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