Allora...
Ho
scritto questa cosa. C'è di
mezzo un' OC completamente umana che doveva teoricamente restare
inutilizzata
(e difatti non so quale sarà il suo destino dopo aver
scritto questo. Ammetto
di star pubblicando più che altro per curiosità
di sentire SE avete
da dire qualcosa E cosa
è :'D) quindi non prendetela troppo sul serio, ok? Questa
è solo per divertimento ed è anche totalmente "a
braccio" -ma farò sì che abbia una sua coerenza,
non preoccupatevi.
La fanfiction un po'più "seria" su questo cartoon la devo ancora scrivere.
A
livello cronologico è
ambientata pochi giorni dopo il primissimo episodio di Transformers
Armada.
Nient'altro
da dire per ora.
1
LA DELICATEZZA DELLA PIOGGIA
«Tu
non andrai da nessuna parte, Billy
O’Connell».
«Ma
ho già detto a Fred che avrei-»
«Non
mi interessa, sapevi
benissimo di essere in castigo».
Il
tredicenne deglutì rumorosamente, senza
tuttavia perdere il coraggio di guardare dritto in volto la cugina.
«Non puoi
tenermi qui contro la mia volontà, Rain!»
Per
essere cugini di secondo grado, i due
O’Connell si somigliavano più di tanti fratelli.
Entrambi erano provvisti di
capelli castani -di qualche tono più scuri nel caso di Rain-
pelle
chiarissima, lentiggini e occhi di un verde azzurro piuttosto tipico
per delle
persone di genia irlandese.
A
livello caratteriale però non si
somigliavano altrettanto: l’espressione inamovibile sul volto
delicato e simmetrico
della giovane donna non era frutto dei soli quattordici anni
d’età in più
rispetto a Billy.
«Hai
perfettamente ragione, non “posso”» disse
Rain, alzando gli occhi al soffitto «Sono obbligata, dal
momento che tu a
tredici anni suonati non hai ancora un briciolo di capacità
di discernimento.
Devo ricordarti cos’è successo poco tempo
fa?»
«Ancora
con quella storia?! Mi sembra che io e
Fred siamo usciti vivi e vegeti dalla montagna!»
Non
era stato un bel quarto d’ora per Billy e
per Fred.
Presi
dall’idea di seguire due compagni di
classe -Bradley “Rad” White e Carlos Lopez- in
esplorazioni ben poco
raccomandabili, avevano finito per perdersi nei cunicoli della montagna
che si
trovava relativamente a poca distanza dal centro abitato, e dopo essere
stati accecati
da un lampo di luce bianca erano anche rimasti coinvolti in un breve
terremoto
originato da chissà cosa.
Quale
santo li avesse aiutati a uscire
totalmente illesi da tutto ciò era un mistero,
così com’erano un mistero sia
quella luce, sia l’orma gigantesca che lui e Fred avevano
avvistato una volta
fuori dai cunicoli!
«Il
punto è che tu e il tuo amico non sareste
dovuti mai entrare lì dentro. Se non sei in grado di capire
una cosa così
semplice non puoi pretendere che ti lasci uscire. Vi siete avventurati
nelle
viscere di una montagna da soli, senza uno straccio di attrezzatura,
finendo
coinvolti in un terremoto, solo per vedere cosa facevano quegli altri
due
minorenni» gli ricordò Rain, sottolineando
quell’ultima parola con una smorfia
«alla tua età non ero una tale gobshite».
«Piantala
di darmi dell’idiota e di parlare in
quella lingua strana che non capisco!» sbottò il
ragazzino.
«Questa
“lingua strana” è la tua lingua, sei
nato in America ma hai radici irlandesi, e comunque la stai imparando
piuttosto
in fretta… non solo perché ormai sai
cos’è un gobshite.
Tornando al nostro
discorso, tu sei ancora in castigo, quindi oggi non uscirai. Non
c’è altro da
aggiungere».
«Non
hai il diritto di mettermi in punizione e
di farmi prediche, non sei mia madre!» protestò
Billy.
«Non
che a tua madre sia mai importato
abbastanza da esercitare questo diritto, in caso contrario non saresti
qui».
Billy
ammutolì, impietrito, e dopo aver
indietreggiato di qualche passo salì di corsa le scale che
portavano al piano
di sopra.
Rain
rimase in silenzio, limitandosi a
sospirare quando lo sentì sbattere la porta della sua stanza.
Appena
aveva finito la frase si era resa conto
che la sua classica mancanza di tatto aveva sconfinato pericolosamente
nella
stronzaggine, tra l’altro senza che lei lo volesse davvero.
Si
allontanò dalla porta principale e
raggiunse il salotto, andando a controllare la giara grande di Green
Grass,
ormai in fine. Per fortuna era stata abbastanza lungimirante da
procurarsi più
di una candela con quella fragranza, ormai era diventata un pezzo raro,
che
contribuiva non poco a distenderle i nervi quando ne aveva bisogno.
Come
in quel caso specifico.
“A
volte mi domando chi me l’abbia fatto fare”
pensò “Non ero obbligata. Se me ne fossi stata
buona e avessi chiamato i
servizi sociali ora non dovrei essere io a dover trattare
quotidianamente con
un minorenne gobshite, se ne occuperebbe
una qualsiasi casa
famiglia e…”
Sospirò
di nuovo.
Era
stato proprio quello il pensiero che
l’aveva spinta a prendere la sua decisione. Era vero che in
alcune case
famiglia che ospitavano ragazzi in situazioni difficili regnava un buon
clima,
ma arrivata a ventisette anni poteva dire di aver sentito anche tante
-troppe-
storie che dicevano l’esatto contrario, e quello era il
motivo che l’aveva
spinta a prendere con sé suo cugino.
La
storia di Billy era quella di tanti altri
ragazzini vittime dello stesso cliché: il padre se
n’era andato chissà dove
qualche anno prima, lasciandolo solo con una madre che non era capace
né di
stare senza un uomo né di badare al proprio figlio, come
aveva dimostrato il
fatto che si fosse perfino dimenticata di andare a prenderlo
all’uscita del
pronto soccorso una volta in cui si era slogato gravemente una gamba
facendo
sport.
Era
successo quasi un anno prima ed era stata
Rain, passata di lì per caso, a dare un passaggio a uno
sconsolato Billy che si
era rassegnato ad aspettare l’autobus sotto la pensilina, e
da lì era partito
tutto il resto.
Pur
avendo passato l’infanzia e buona parte
dell’adolescenza col nonno in Irlanda, Rain aveva raggiunto i
propri genitori
in America quando Billy aveva appena due anni, lo aveva visto crescere
e non le
aveva mai fatto nulla di male; dunque, una volta avuto un quadro chiaro
della
situazione, aveva assecondato il richiamo del sangue e
dell’ospitalità
irlandese, finendo per accogliere un ragazzino che la madre aveva
smollato via
volentieri, contribuendo a fargliene ottenere la tutela legale fin
troppo
facilmente.
La
casa molto grande e moderna di cui il nonno di
Rain aveva pagato la costruzione aveva fatto il resto, insieme al fatto
che la
giovane donna, grazie ai terreni lasciati in eredità da
suddetto nonno, godesse
di un’ottima rendita senza dover
muovere un dito.
Era
stato così che la vita di Rain era
diventata tutt’a un tratto più affollata, complice
un cugino a cui solo dopo un
paio di mesi era entrato in testa il concetto “Se hai
intenzione di portare in
casa il tuo amico devi notificarmelo con due giorni di anticipo in modo
che io
mi prepari spiritualmente ad avere a che fare con un preadolescente non
imparentato con me” e che al momento stava annegando nei
complessi per colpa
sua.
Si
diresse in cucina, preparò due cioccolate
calde all’americana -le era servito qualche anno per
abituarsi a quei beveroni-
e poi salì al piano di sopra per raggiungere la stanza di
Billy. Bussò alla
porta.
«Billy».
Nessuna
risposta. Bussò ancora.
«Rispetto
la tua privacy e per questo busso,
ma facendo valere la mia autorità di tutrice
legale entro lo stesso» lo
avvertì Rain, per poi entrare.
La
prima cosa che vide -oltre a un livello di
disordine ancora tutto sommato accettabile per la stanza di un
tredicenne- fu
che Billy si era rifugiato, seduto, sotto la coperta blu scuro del
letto.
Si
avvicinò senza dire un’altra parola,
così
come non ne giunsero da Billy, se non quando lei si sedette vicina a
lui.
«È
vero che non le importa. Non le è mai
importato» mormorò il ragazzino, sempre nascosto.
«Io
comunque non sono stata gentile a
ricordartelo».
«Già».
«Pur
non avendo intenzione di arrivare a
questi livelli».
«Ormai
dovrei sapere che sei delicata come un
carro armato in corsa, è colpa mia che me la
prendo» borbottò Billy.
«Delicata
come un carrarmato in corsa ci sta,
delicata come un carro armato stronzo in corsa invece ci sta un
po’meno. Non che
i carri armati parlino abbastanza da essere stronzi,
s’intende» aggiunse Rain
«C’è un bicchiere di cioccolata calda
sul tuo comodino».
«…
ci sono le codette di zucchero colorate
sopra?»
«Qualcuna».
A
quel punto il ragazzino si decise a uscire
da sotto la coperta e ad agguantare la cioccolata. Ne bevve qualche
sorso in
perfetto silenzio, prima di sollevare gli occhi sulla cugina.
«Perché mi hai
voluto qui?»
«Ne
abbiamo già parlato, Billy».
«Sei
giovane, sei bella, vivi in una casa con
la piscina e l’idromassaggio e puoi permetterti di campare di
rendita per tutta
la vita, non avevi alcun buon motivo per volermi qui, soprattutto
considerando
che detesti i minorenni e stai poco anche con la gente della tua
età. Chi te lo
ha fatto fare di prendere in casa un… un gobshite come
me,
eh?»
«Non
avrei lasciato che un cugino che ho
praticamente visto crescere e che non mi aveva mai rotto le scatole
andasse a
finire in una qualche casa famiglia. Sai bene che quella sarebbe stata
la fine
che avresti fatto, prima o poi, se io non ti avessi accolto
qui» disse Rain «E
comunque da quando hai imparato a usare i sottobicchieri e hai capito
che Icy
Blue Spruce è il sudore di Cthulhu fatto candela non sei poi
così male».
«Io
però non la trovo poi così malvaaa…
niente, come non detto».
«Bravo.
Ascolta, volevo dirti questa cosa:
posto che non intendo affatto annullare il tuo
castigo…»
«E
ti pareva» sbuffò Billy.
«Se
tu e Fred volete avvicinarvi alla coppia
di amici multietnica e politicamente corretta, perché non
provate un approccio
un po’più normale rispetto a rompere loro le
scatole e cercare seguirli ovunque
vadano come degli stalker imbranati? Non so come funzioni ora ma ai
miei tempi
bastava un “Ciao”».
«I-io
e Fred non vogliamo diventare amici di
quei due, ti pare?! Vogliamo solo sapere dove vanno!»
Rain
sollevò un sopracciglio. «E perché vi
interessa così tanto?»
«Perché…
eh…» Billy si grattò la testa
«Non lo
so, ok? Ma non è perché vorrei essere loro amico!
Giuro!»
«Se
le cose stanno così, finito lo studio
infilati nell’idromassaggio con il Necronomicon e un Virgin
Mule. È sicuramente
più utile che perdersi nelle montagne».
«È
solo che… oh insomma, se quei due sono
andati lì lo avranno fatto per un motivo!»
insistette il ragazzino «Ci
dev’essere qualcosa!»
«Cosa
vuoi che ci sia nelle viscere di una
montagna?» sospirò Rain «Ma poi, se
anche ci fosse qualcosa, perché ti dovrebbe
importare?»
«Se
scoprissi qualcosa magari… ecco…»
esitò
«Rain, tu ricordi quella compagna di classe a cui ero stato
assegnato per le
ripetizioni? Alexis?»
«Quella
col massimo dei voti in tutte le
materie? Quella da cui sei voluto andare nonostante ti avessi detto che
ero
disposta a cercare di infilarti personalmente un po’di
letteratura in testa?
Sì, ricordo. Ricordo anche che ha un cognome
asiatico...»
«Thi-Dang»
annuì Billy.
«Quindi
puoi pure togliertela dalla testa. Tu
non hai una media abbastanza alta e lei probabilmente si sente troppo
dotata
per i comuni mortali. Smentiscimi: in una scala da uno a dieci, quanto
se la
tira?»
«Fino
a qualche tempo fa avrei detto “nove”,
in effetti» ammise Billy «Ultimamente
però lo fa di meno, perché proprio da
dopo il giorno del terremoto ha iniziato a frequentare Rad e
Carl-»
«Ah
ecco» lo interruppe Rain «Quindi vuoi sia
diventare amico di questi due, sia cercare di coltivare un interesse
senza
speranza. Ti ripeto di lasciar perdere la ragazza perché
tanto non c'è trippa
per gatti, ma per riuscire nella prima di queste due cose un consiglio
te l’ho
già dato, sebbene non mi faccia molto felice
l’idea di te assieme a loro. Sono
sicuramente brave persone, non dico di no… ma non sono
granché furbi né i due
geni che si infilano nelle grotte, né chi ci sta insieme.
Tienilo a mente».
«Ooook»
annuì il ragazzino, poco convinto
«Quindi… mi fai uscire con Fred?»
«Ho
già detto di no, eejit!»
«In
Irlanda ci sono troppi modi di dare del
cretino alle persone, siete poco civili» si lagnò
Billy.
«Quest’estate
scoprirai meglio quanto siamo
poco civili, perché se riuscirai a passare l’anno
e non dovrai fare corsi vari
andremo proprio in Irlanda» lo informò Rain.
«Che?!»
esclamò il ragazzino, allibito «Per
quanto?!»
«Per
un po’, una settimana o due. È meno di
quanto vorrei ma temo sia necessario, perché più
restiamo lì più diventa alta
la possibilità che mio cugino Sebastian venga a sapere della
nostra presenza e
ci raggiunga. Non tengo particolarmente a rivederlo, i post con le
citazioni di
Oscar Wilde in cui mi tagga bastano e avanzano».
Billy
finì di bere la cioccolata. «Il cugino
Sebastian è quello che si è sposato pochissimi
anni fa?»
«No,
era il testimone di nozze. A sposarsi
pochissimi anni fa è stata un’altra mia cugina, ai
tempi ventenne come lui, che
nello stesso anno ha divorziato per andare a mettersi con un russo di
sessant’anni, sfigurato e povero. Tsk…
un’altra gobshite! Non
rimpiango di aver accampato il morbillo per evitare quel matrimonio, mi
sono
risparmiata un sacco di dramma inutile. Sai che non vado matta per i
drammi
inutili, vero?»
Billy
non fece in tempo a risponderle, perché
un grido degno di un barbaro preadolescente giunse a turbare la quiete
ritrovata.
«BIIIIIIILLY!»
Era
Fred, che evidentemente si era davvero
illuso che Billy potesse riuscire a convincere Rain a non tenerlo
più in
castigo.
«BIIIILLY!
BILLY- BILLY- BIIIIIILLY!»
«Il
tuo amico ha fatto un viaggio a vuoto… e
ora ho un minorenne che strilla davanti a casa mia»
commentò Rain, con
espressione a dir poco seccata.
«Ora
mi affaccio e gli dico che- no aspetta,
non andarci giù di carro armato stronzo, lo sai che
è in terapia!» si affrettò a
dire Billy, vedendo la cugina raggiungere la finestra e affacciarsi.
«Eeehm…
C-ciao, Rain!» balbettò Fred, rosso in
viso, vedendola.
Fred
aveva sperato fino all’ultimo di non
trovarsi obbligato a doverle parlare.
Le
poche volte che aveva a che fare con la
cugina di Billy rappresentavano sempre un brutto quarto d’ora
per lui: in parte
si mettevano di mezzo le sensazioni tipiche di un tredicenne timido di
fronte a
una donna di bell’aspetto, che lo facevano sentire ancor
più impacciato del
solito, e in parte c’era anche il fatto di aver capito
perfettamente -grazie a
quel che gli raccontava Billy, soprattutto- che quella donna era un
tipino
difficile e che lui, essendo un minorenne non imparentato con lei, non
era
gradito a prescindere.
«B-
Billy è in casa?»
«Sì».
«Eeee…
può uscire?» trovò la forza di
chiederle.
«No.
Addio».
Detto
ciò, la donna chiuse la finestra.
Fortunatamente
per Fred il confronto era stato
breve.
«Dubito
che il tuo amico avrà bisogno di mesi
di terapia in più solo per questo» disse Rain
«E quando deciderò che sia il
momento di lasciarti uscire di nuovo, vedi di stare fuori dai guai e
non fare lo
stalker, Billy O’Connell, altrimenti deciderò che
posso riuscire a sopportare
il cugino Sebastian e resteremo in Irlanda per qualche anno, invece che
per un
paio di settimane. Mi hai capita?»
Billy
annuì e, sapendo che probabilmente Rain
non scherzava affatto, era anche convinto.
Nessuno
dei due poteva sapere che da lì a poco
l’incontro con esseri provenienti da un posto un
po’più lontano dell’Irlanda,
lontano chissà quanti anni luce dalla Terra, avrebbe
impedito a entrambi di
tener fede alle loro parole.
Ciao a tutti voi che siete arrivati qui in fondo!
Chi ha letto "Occhi di Smeraldo" e relativi sequel potrebbe aver riconosciuto qualcuno dei parenti cui Rain accenna :D
Vi ringrazio per aver letto, se volete lasciare un commento sappiate che sarò felice di rispondervi. Alla prossima!
Qui trovate due (miei) disegni di Rain:
Link 1
Link 2