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Autore: Akuma_die    29/07/2009    0 recensioni
I Dir en grey sono arrivati al punto di rottura. Troppi sono diventati i conflitti interni, tanto insopportabili che dopo nemmeno la prima tappa del nuovo tour europeo Kyo minaccia la dipartita. Sarà la provvidenza (o cos'altro) che proverà a fermarlo?
Genere: Generale, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono eventi strani nella vita. Situazioni che quando succedono magari te ne rendi conto solo dopo... Come pensieri apparentemente innocui e distratti, che ti restano dentro per un po’, ripresentandosi magari in sogno, o in un momento incoerente che però ti dà la giusta chiave di lettura e realizzi finalmente cosa c’era che non andava. C’è un sacco di preparazione su situazioni del genere. Si sente nell’aria. Come se l’universo si stesse concentrando un attimo su un solo posto, su un solo oggetto, o semplicemente su un singolo individuo. O magari... è solo una frase sciocca il pulsante che mette in moto tutto. “Penso che potrei morirci qui dentro” Al piano superiore del bus, Kyo era sdraiato sui sedili in fondo, una gamba penzoloni, e fissava il soffitto traballante mentre si muovevano nel traffico straniero. Shinya era seduto avanti a lui, posato al tavolino affianco al finestrino. Da fuori non poteva vederli nessuno, i vetri oscurati, erano al sicuro. Stava leggendo un libro poco interessante mentre il portatile di Kaoru, seduto dall’altra parte affianco a Die, mandava a manetta una play list degli Slipknot. Toshiya era sparito al piano di sotto, a bere un caffè e parlare col manager. “Proprio non ti viene da prendere sonno eh?” Shinya si voltò verso Kyo, ancora lì a fissare avanti a se, così sdraiato e scocciato, le mani sull’addome. “No, e la cosa mi manda in bestia” brontolò lui. C’era qualcosa che non andava... era proprio l’aria strana che stagnava attorno. Lo sentiva a naso, ma non sapeva dargli un nome. Il batterista gli allungò una lattina di birra presa dal piccolo frigo lì a fianco “Bevi qualcosa?” “No” “ Mangi?” “No” “Che hai? Non ti sarai mica preso l’influenza?”. Kyo alzò lo sguardo verso di lui, guardandolo ora per la prima volta da quella mattina. No, non era neanche influenza... “Spero per lui che stia bene. Ieri sera ha fatto quasi pena. Era la nostra prima tappa in Germania... che figura. Abbiamo iniziamo proprio bene” rispose per lui Kaoru che aveva sollevato lo sguardo sui due, parlando quasi infastidito. Die di fianco a lui lo guardò strano, come anche Shinya, pietrificato. La mano di Kyo emerse da dietro i sedili, afferrando quelli davanti per tirarsi su. Calò il silenzio. Si sentivano solo gli Slipknot e i clacson nel traffico. Lo sguardo che gli lanciò Kyo fu raggelante “Cosa hai detto?” “Hai sentito benissimo” ribatté il leader senza scomporsi. Shinya sbuffò portando la birra di nuovo nel frigo, guardando fuori dal finestrino. Quando poteva preferiva tirarsi fuori da queste situazioni. Die sbuffò “Dai ragazzi evitiamo discussioni. Abbiamo ancora una ventina di date, ci incazziamo per così poco?” Kaoru si voltò verso di lui lentamente “Meglio che fai poco lo spiritoso anche tu” secca la sua risposta. “Kaoru stai rompendo le palle!” Shinya non ce la fece a far finta di niente, restando però a guardare fuori dal finestrino, sbuffando. Le mani sottili e curate sotto il mento. Calò per un attimo il silenzio, tutti troppo increduli che Shinya si sia esposto così insolitamente. Il batterista sbuffò, sentendosi gli occhi di tutti addosso “Sul serio Kaoru, non fai che stressarci con le tue fisse inutili. Suoniamo, cerchiamo di farlo al meglio, se uno non gli va bene una volta perché rompere i coglioni a tutti?? Siamo tutti nervosi, tutti stanchi. Che tu fai il superiore non risolvi nulla, anzi... stiamo iniziando a odiarti sappilo” il tono freddo e lo sguardo fisso in quello ora sorpreso del leader. Kyo e Die si guardarono un attimo... lo sguardo vagò da Shinya e poi verso Kaoru. Rimasero un po’ perplessi sulla reazione che avrebbe potuto avere, visto che le parole di Shinya sottolineavano un intento abbastanza comune per il quale ci avevano confabulato per un po’. Forse erano nei guai, anche se l’ultima cosa che volevano era farsi mettere sotto schiaffo. Questo mai... specialmente per Kyo. Kaoru dopo un attimo d’esitazione sorrise enigmatico, poi beffardo, verso Shinya, come uno che la sapeva fin troppo lunga “Parli proprio tu? Dopo che l’altra sera ti ho letteralmente parato il culo? Hai proprio un bel coraggio” Queste sono anche il genere di cose che dopo la messa in moto muovono il meccanismo iniziando a riscaldare il motore... la miccia accesa, la benzina inizia a bruciare... Sono quel genere di cose che quando partono possono solamente sbattere contro un muro molto duro e nel modo più doloroso. Un po’ come il pugno destro di Shinya contro la faccia di Kaoru. Fu una cosa abbastanza rapida. Era risaputo che Shinya fosse il più forte tra di loro nonostante quell’aria così mingherlina, come è risaputo che il leader abbia una vera e propria faccia di bronzo. Peccato che il rumore che fecero quelle nocche contro i suoi occhiali non fu qualcosa di gradevole da sentire. Quando Kyo scattò in avanti per prendere Shinya quasi completamente sdraiato sul tavolo, ansimante, furente come non lo aveva mai visto, Die era già su Kaoru, disteso di lungo sul pavimento del bus. Era stato un fracasso assurdo “Ti odio stronzo!” gli urlò il batterista quasi con le lacrime agli occhi. Kyo lo tirò su, ma Die non fece in tempo a trattenere Kaoru che col naso sanguinante si era avventato su di lui, scavalcando letteralmente il tavolino. Non c’era bisogno nemmeno di commentare gli insulti che si urlarono talmente forti da richiamare la gente del piano di sotto. Kyo e Die cercavano di tirare su Kaoru che menava cazzotti sulla faccia di Shinya che iniziava a sanguinare anche lui, ma appena su l’altro iniziava a prenderlo a calci. Da sotto sbucò la testa del manager che restò decisamente basito dalla scena. Il pc era quasi decollato dal tavolo così come avevano rovesciato tutto ciò che stavano bevendo e mangiando. Toshiya sentendo quelle urla aveva capito subito che stava succedendo qualcosa, e scavalcando il manager basito si era lanciato su Kaoru per aiutare Die e Kyo a liberare Shinya, ma l’unica cosa che era riuscito a fare nella ressa e nelle urla era stato prendersi una gomitata in bocca. Scalciando alla fine Shinya era riuscito a liberarsi da Kaoru che ora le prendeva anche da Toshiya che nemmeno ci vedeva più tanto bene per il sangue che gli colava dal naso e il dolore che gli faceva. Die cercò di tirare su Shinya che nella bolgia gli tirò invece una testata costringendolo sul sedile a reggersi la fronte. In tutto ciò l’unico che guardava era Kyo, che si era un attimo messo in disparte. Li osservava da lì, spostandosi poi verso le scale. Sembrava veramente sbigottito di vedere che si picchiavano in quel modo selvaggio. Sangue... si facevano male sul serio. Non si scherzava più, si odiavano sul serio. Era da un po’ che non tollerava più certe cose, che iniziava a diventare insofferente verso tutti e tutto, verso loro quattro, verso la musica che suonavano, persino verso quello che facevano. Ogni cazzata lo mandava in bestia, era diventato tutto insopportabile, e ora questo. Ora veramente era finita. Il manager vide Kyo andare verso le scale e lo fermò ma lui lo schivò bruscamente “Che sta succedendo Tooru?” gli fece concitato non sapendo cosa fare per gli altri quattro che continuavano a picchiarsi facendo un gran macello “E’ finita” gli fece lui, scendendo le scalette “Ferma il bus, me ne vado. Non ci resisto un minuto di più” “Che cosa stai dicendo??” lo inseguì giù, lasciando che su intervenissero i loro assistenti, ma dalle grida pareva proprio che non ne volevano sapere di separarsi “Ti dico che è finita. Lascio tutto, ferma questo stramaledettissimo autobus!!” sbottò lui, precipitandosi avanti. Gli mancava l’aria, non ci resisteva un attimo di più “Hai sentito?? Frena!!” urlò all’autista che lo guardò sconcertato. Il manager si fece avanti troppo tardi che Kyo prese a urlargli addosso di far fermare subito l’autobus così forte che quasi lo prese per il bavero. Il povero autista cercava di tenere lo sguardo alla strada e a loro due ma il casino era talmente forte che quando Kyo scontrò contro di lui frenò di colpo. Ora accadono così le cose. L’universo ruota, si concentra, si dilata... e poi esplode. Quando su arrivò la frenata fu un attimo. Vennero tutti balzati in avanti, assistenti compresi. Sbatterono un po’ ovunque. Toshiya venne spinto così indietro che rotolò giù dalle scale con un tonfo sordo. Shinya rotolò addosso a Die che sbattè nuovamente la testa e Kaoru venne balzato contro un sedile. Gli assistenti si buttarono a terra e sui sedili, mentre quello che era posato un po’ ovunque si infrangeva in mille pezzi sul pavimento. Quando il bustour si fermò completamente e tutti si ripresero dalla botta, almeno in parte, Kyo si sollevò sul cruscotto, reggendosi alla maniglia della porta “Che cazzo è successo...?” biascicò, reggendosi la testa che era sbattuta contro lo spigolo. “Abbiamo... investito qualcuno” fu la semplice risposta dell’autista, ora pallido come un cencio, che reggeva il volante talmente forte che le nocche gli erano diventate bianche.
  
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