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Autore: Ste_exLagu    25/09/2019    2 recensioni
Dal Testo: “Ayachan” urla per il cortile della scuola e lei allarga le braccia “Ryochan” le risponde e lui si lascia abbracciare “Mi sei mancata” la voce è alta ad uso e consumo delle malelingue “sul serio” aggiunge con un filo di voce “ho avuto la febbre, lo sai, e poi devo riuscire ad incastrare le cose” lui annuisce “le hai detto dell’università?” chiede e riceve una risposta affermativa “Si, ed è contenta di sapermi in buone mani.” ridono entrambi “Quello che corre pericoli sono io” borbotta e lei gli scompiglia i capelli. “Che hai Ryochan?” chiede a bruciapelo la riccia “Nulla, sul serio, ma tra te che hai Haruko, e quella coppia di scoppiati mi sento solo.” Lei sorride amaramente “non so come aiutarti” lui scuote la testa “Quando tutto è insopportabile vado a correre con Daiki” lei sorride, “con lui puoi conquistare chiunque, è bellissimo” lui fa un broncio “E io no?” e lei scuote la testa “Mai quanto il tuo cane è una poesia, quel pelo, quegli occhi, mi dispiace vince a zampe basse” ridono entrambi “Forse il basket non mi basta” sussurra “non potrebbe mai bastare” dice la ragazza mentre si dirigono in classe. Accenni Hana/Ru
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Ryota Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Della lontana musica

Si è accorto che c’era qualcosa di strano in lui solo recentemente, solo durante il ritiro. “Star sei l’unica che mi ama” dice con fare melodrammatico coccolando il san Bernardo di casa Akagi, il cane gli lecca il viso e lui ride. “Ryochan” a parlare è il centro della squadra “Siamo amici vero?” chiede con fare timoroso. “Certo che siamo amici, galeotta fu l’altalena, quella volta ho capito che ti avrei potuto dire tutto. “Ieri sera ci siamo baciati” il più basso alza gli occhi al cielo “Finalmente” il rosso sussulta mentre guarda l’amico basito. “Ma… cioé...” viene interrotto mentre cerca di proferire parola “mi era chiaro da tempo, da parte sua quando sei andato in riabilitazione, gli allenamenti senza di te sono stati sottotono, ma soprattutto lui non sembrava azzeccarne una, e poi sei tornato e hai sempre e solo cercato la sua attenzione, non più quella di Haruko, ma quella di Rukawa.” il più piccolo sgrana gli occhi stupito. “Ora non so cosa succederà” confessa facendo ridere l’altro. “Seguirete l’istinto, nessuno lo sa” continua a giocare con l’enorme cane, mentre il cane nero è addormentato con la testa sul petto dell’ala piccola che dorme a propria volta sul prato. Hanno un pomeriggio libero dagli allenamenti e tutti si stanno rilassando a loro modo, qualcuno è andato al paese a piedi e qualcuno è rimasto a casa. “Comunque hai beccato il più bello di Kanagawa, dovresti essere orgoglioso, ma sarei geloso del cane” ridono entrambi rilassati. “Ma tra te e Ayako?” chiede e in risposta il play sbuffa “Sai dopo Hiroshima ci abbiamo provato, siamo usciti, ma siamo finiti a fare le stesse cose di sempre e quando abbiamo provato a baciarci ci siamo risi in faccia, e poi penso di avere qualcosa di troppo per piacerle” l’espressione di Hanamichi è stupita, ma non sembra voler fare ulteriori domande “Quindi per te non c’è nessun problema” dice “se io e lui, qualsiasi cosa sia?” scuote la testa coperta dai ricci “No tranquillo Hanachan, nessun problema” viene abbracciato dall’amico che poi si allontana e va a svegliare il cane e il compagno di squadra con un “Tra canidi vi intendete” e ricevendo in cambio un pugno nello stomaco. Ride guardandoli “Star amore mio” si dichiara al cane “un po’ li invidio, si sono trovati, anche loro” sbuffa e fa sprofondare la testa tra il pelo morbido dalla grande cagnolona che se lo coccola come se fosse un cucciolo.



La metà di maggio è sopraggiunta e la storia tra Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa va, stranamente a gonfie vele e il ragazzo si trova ad ascoltare di quella cosa carina, o quell’espressione buffa del secondo. L’ala piccola sembra giocare in modo più rilassato, migliorando così le sue prestazioni in modo esorbitante. “Ayachan” urla per il cortile della scuola e lei allarga le braccia “Ryochan” le risponde e lui si lascia abbracciare “Mi sei mancata” la voce è alta ad uso e consumo delle malelingue “sul serio” aggiunge con un filo di voce “ho avuto la febbre, lo sai, e poi devo riuscire ad incastrare le cose” lui annuisce “le hai detto dell’università?” chiede e riceve una risposta affermativa “Si, ed è contenta di sapermi in buone mani.” ridono entrambi “Quello che corre pericoli sono io” borbotta e lei gli scompiglia i capelli. “Che hai Ryochan?” chiede a bruciapelo la riccia “Nulla, sul serio, ma tra te che hai Haruko, e quella coppia di scoppiati mi sento solo.” Lei sorride amaramente “non so come aiutarti” lui scuote la testa “Quando tutto è insopportabile vado a correre con Daiki” lei sorride, “con lui puoi conquistare chiunque, è bellissimo” lui fa un broncio “E io no?” e lei scuote la testa “Mai quanto il tuo cane è una poesia, quel pelo, quegli occhi, mi dispiace vince a zampe basse” ridono entrambi “Forse il basket non mi basta” sussurra “non potrebbe mai bastare” dice la ragazza mentre si dirigono in classe, e si siedono vicini “me ne sono resa conto dopo che l’ho baciata” mi dice e io sospiro “Non finiamo come al solito nella zona too much info” e lei ridacchia “Pensavo che a voi ragazzi piacesse il porno lesbico” il ragazzo sbatte la testa contro il banco “a me no” non aggiungono altro, hanno le simulazioni dei test d’ammissione all’università e dei test finali, i professori hanno cominciato a tartassarli con questo tipo di prove già da metà aprile anche se manca ancora quasi tutto l’anno scolastico.

Gli allenamenti sono spossanti per tutti, il capitano da un po’ di tempo sembra indemoniato, quasi che ogni preoccupazione che si può intravedere sul suo volto venga sfogata nel basket, negli allenamenti e nelle partitelle. Ayako entra di corsa con un bigliettino, che porge a Ryota, e un gran sorriso “Abbiamo un’amichevole con una squadra universitaria, l’università N della nostra prefettura verrà qua per una partita di allenamento. “Bene ragazzi la partita sarà tra dieci giorni, scordatevi di tutto, dobbiamo vincere, perché vorrebbe dire che siamo pronti per i nazionali” dice il capitano dopo aver letto il foglietto. Adesso non sono solo Sakuragi e Rukawa a prolungare gli allenamenti, adesso la squadra esce tutta insieme proprio sulla chiusura del cancello della scuola. Il play è il più basso della squadra, è agile veloce e instancabile, e i compagni cercano di tenergli dietro “Ragazzi dovete fare fiato, sugli scatti, non voglio che nessun altro svenga in partita, mi è bastato Mitsui lo scorso anno.” Parla con tono deciso con i suoi compagni, dirige la squadra con saggezza e polso, senza dover usare le maniere forti come succedeva con il precedente capitano. Si sono tutti rivestiti “Andiamo al Konbini a prendere un po’ di onigiri?” chiede Sakuragi, un grugnito dal fidanzato che l’altro sembra aver interpretato “Ayachan e Haruchan” chiede e le ragazze rispondono in coro “volentieri” il play cerca di allungare il passo “Ryochan?” sospira e risponde in modo affermativo. “Miyagi ma tu vai a correre prima di venire a scuola?” chiede Rukawa “Si, e anche dopo porto il mio cagnolino fuori e ci facciamo una corsetta” Sakuragi comincia a descrivere una scena in cui il play corre a fianco di un pincher, di quelli con il mantello come i doberman. “Daiki non è un pincher, te lo assicuro” ride Ayako e tutti la guardano “è un bellissimo Weimaraner grigio con gli occhi turchesi” il rosso scuote la testa “ma i cani piccoli non vi piacciono?” a rispondere è la piccola Akagi “I miei hanno scelto dei cani da pastore per la nostra casa in montagna, che stanno soprattutto là con i signori che si occupano della casa, anche se sono affezionata a Cioccolato e Star, che hanno adottato come propri cuccioli Rukawasan e Miyagisan” ridono tutti “Bello il tuo pelo Ryota dopo che un san Bernardo ti ha leccato la testa.” Ridono tutti rilassati. “Il Leonberger che ama un maschio sconosciuto… Hai dei superpoteri Rukawakun” dice il capitano e lui sospira “Mi piacerebbe avere un cane, ma per mio padre sono abbastanza impegnativo da solo” risponde sinceramente. “Io ho solo un pesce rosso” dice la manager con un sorriso. Entrano nel negozio e prendono gli onigiri che mangiano appena sulla porta per poi dividersi e andare in direzioni diverse.

Rimasto solo il capitano dello Shohoku sospira e raggiunge la propria casa, apre il cancellino e viene travolto dal cane di taglia grande e dall’energia inesauribile. “Daiki, su bravo, mi cambio e andiamo a correre” gli dice e il cane si mette seduto il tempo in cui il padrone cambia le scarpe e saluta la mamma con “Io e Daiki andiamo a correre” prende il guinzaglio che lega attorno alla vita e comincia a correre con il proprio amico a quattro zampe. Arriva sulla spiaggia e continua a correre senza guardarsi intono, fino a quando il canide comincia a tirarlo verso una figura con un Akita inu. Riesce a fermare il cane con un richiamo vocale e puntando i talloni nella sabbia. “Mi scusi, è un po’ impetuoso, è una femmina?” chiede mentre carezza il cane che sembra essersi calmato. “Dei Miyagi” la voce è nota, è un avversario di vecchia data con cui si sono già scontrati e dovranno affrontare ai nazionali “Oh Sendosan, scusami, Daiki è molto irruente, ma è un bravo cagnolone” dice dando un premio al bracco che se ne sta impettito accanto al padrone, mentre l’altro si avvicina e fa fare conoscenza ai due cani “Sto facendo da dog sitter per mia sorella, mi ha incastrato perché sono tornato a casa per il bucato” ride “Il bucato, non abiti con i tuoi?” chiede gentilmente mentre lasciano i cani liberi di correre. “Abbiamo il dormitorio al Ryonan, ma sono venuto, in zona, per il compleanno del mio migliore amico” osservano i due cani correre e bagnarsi le zampe felici sul bagnasciuga “Koshino?” si arrischia il più piccolo e il capitano del Ryonan scuote la testa e i capelli rimangono immobili nella loro impalcatura da porcospino “No, è mio amico, ma è il compleanno di Hisachan, sarebbe contento se tu venissi, dai, ci divertiremo, è al The Game domani sera alle 21”. Lo sguardo di Miyagi si perde all’orizzonte “non lo so, abbiamo litigato un sacco l’ultimo periodo in squadra insieme” la risposta sincera, ma non guarda il proprio interlocutore. Quando Miyagi lo guarda nuovamente “Sul serio, gli farebbe piacere. Lo conosco bene, non farti pregare.” sorride, con quell’incresparsi di labbra perfetto “Mi hai convinto, ma se finisce che litighiamo, come sempre, sarà colpa tua” Akira ride mentre i cani tornano dai padroni e Daiki da buon ed energico Weimaraner non prende bene la misura e travolge il proprio proprietario che finisce steso sulla sabbia. Dall’anno precedente è cresciuto ancora un po’ in altezza, ma nonostante tutto quando l’altro lo aiuta ad alzarsi si sente un nanetto, la sua altezza è sopra la media giapponese, ma si ritrova sempre in mezzo a stangoni dalle gambe infinite come Sendo. Si spolvera dalla sabbia con le mani “Daiki, predi la mira per abbattermi?” chiede al cane che in risposta scodinzola e gli lecca il volto senza grossi problemi alzandosi sulle zampe di dietro. “Ti voglio bene anch’io” fa scendere il cane e lo lega nuovamente alla vita. “Ci vediamo domani, ora ho bisogno di una doccia per togliere tutta la sabbia di dosso” saluta il più grande che ricambia, ricominciando a correre con il cane che tiene il passo abbaiando allegramente.

Il telefono è sul letto del ragazzo che ha i fianchi coperti da un asciugamano, il corpo è armonioso, i muscoli sono pronunciati ma non esagerati, ha raggiunto il metro e settantadue il peso non è aumentato ma i muscoli si sono rafforzati, anche grazie alle lunghe corse con il cane impetuoso, che adesso è sdraiato vicino al telefono del proprio padrone. Dall’apparecchio si sente una voce femminile “Ryochan ripeti con calma” e lui fa un profondo respiro riemergendo dall’armadio “Ieri ho incontrato Sendo e Daiki ha fatto amicizia col cane di sua sorella, e lui mi ha invitato al compleanno di Mitsui e non so come mi ha convinto ho detto si, e se me lo chiedi, si ho un regalo per lui. Solo che ora non so che cazzo mettermi.” la risata di Ayako si spande per la stanza facendo scodinzolare il cane che si guarda intorno, il ragazzo è più veloce del cane che sta per leccare il telefono. “Non prendermi per il culo, dai, ha usato quei denti perfetti, secondo me contengono allucinogeni” lei ride ancora alle parole di lui “I jeans skinny che ti ho regalato a natale e una camicia, opterei per quella grigia col collo alla coreana.” lui indossa i vestiti che lei gli ha proposto mentre il cane si guarda in giro come a cercare la proprietaria della voce “ok, non sembrerò un cretino vero?” chiede con un filo di voce “No Ryochan, non sembrerai un cretino, tranquillo.” una litania di “perché ho detto si, chi me lo ha fatto fare” si ripete per qualche secondo fino a quando la ragazza lo interrompe “Se sei pronto ti conviene andare, è un po’ lontano da casa tua.” gli ricorda e lui annuisce “allora ti saluto amore della mia vita, ci vediamo lunedì a scuola.” lei lo saluta a sua volta e la chiamata viene chiusa.

Al The Game l’atmosfera è rilassata, è un pub con i videogiochi in stile vintage, una delle due salette private è stata prenotata, c’è un biliardo e ci sono un sacco di tavolini e un buffet con un sacco di cibo, il festeggiato ancora non è arrivato, la festa è una sorpresa ed è a girare a vuoto con il suo migliore amico. Miyagi arriva e si unisce agli invitati, alcuni li conosce di vista, altri non ha idea di chi siano, si sente in imbarazzo, la sala pullula di ragazze.

Passa qualche minuto ed arriva Sendo seguito da un Mitsui con una benda sugli occhi, quando lo sbenda tutti urlano insieme “Sorpresa” facendo sorridere ampiamente l’ex guardia dello Shohoku. Indossa un paio di pantaloni di ecopelle e una maglietta nera con il logo di una band americana, i capelli sono corti con lo stesso taglio dell’anno precedente. Il fisico sembra più massiccio e anche lui è cresciuto di qualche centimetro d’altezza. “Grazie” comincia a ringraziare tutti, e nota un tavolo pieno dei regali che gli sono stati portati. In un angolo nota il nemico amico di sempre. “Ryokun, grazie” e riceve in risposta un formale “prego” con tanto di inchino fin troppo profondo. “Cominciate a mangiare e bere alla faccia di questo vecchietto”. Mitsui viene sballottato in tutta la sala, parla e conversa con ogni ospite e viene raggiunto dall’ex compagno di squadra “Mitsuisan” e viene fermato “Siamo tornati al Mitsuisan?” sembra quasi deluso mentre guarda l’altro lo sguardo scivola lungo la camicia dove il primo bottone lascia intravedere un po’ di pelle del petto dell’altro. “Te l’ho detto, mi fa piacere se mi chiami Hisashi” il più piccolo arrossisce “Hisashisan ti rinnovo i miei auguri di buon compleanno, e me ne andrei” viene trattenuto con una presa sul braccio “Ryokun, rimani, c’è la torta, ci sono i regali imbarazzanti di quei cretini della squadra universitaria” il capitano dello Shohoku sospira “Mi hai convinto, rimango” e cerca di allontanarsi ma si ritrova incastrato dalle chiacchiere leggere di Sendo, che lo coinvolge nei vari ragionamenti che fa con il suo migliore amico. Ad un certo punto arrivano davanti ad un gruppo di stangoni. “Ryotakun loro sono Tanakasan, Kioshinsan, e Tsosushimasan i miei senpai del club di basket, lui è Ryotakun il mio Kohai e capitano del club di basket dello Shohoku” i tre sono della stessa altezza degli altri due e con fisici possenti, Miyagi si sente quasi un bambino al confronto con loro. “piacere” si inchina e uno dei tre comincia a ridere “Quindi giocheremo con una squadra guidata da un bambino?” il play si infiamma e un sorriso increspa le labbra della guardia della squadra universitaria N “Voi mi sottovalutate perché supero di poco il metro e settanta? Vi faremo un culo così grande che non riuscirete a sedervi per giorni” sembra più vivo, rispetto al vegetare alla festa tenuto fino a quel momento. “Non mi avete visto giocare, e non avete visto la mia squadra, ma potete scommetterci le vostre palle che noi non ci arrendiamo mai, e piangerete come delle bambine a cui hanno rubato la bambola preferita” si gira e si dirige al buffet lasciando i più grandi basiti e non in grado di ribattere a tono. Mitsui ride di gusto e i suoi nuovi compagni di squadra lo guardano male e Tanaka si rivolge a lui “lo trovi divertente?” il moro annuisce “Certo, avete appena toccato il tasto che lo fa indiavolare, e vi assicuro sulle mie protesi dentarie che non è piacevole averlo contro incazzato” Kioshin che è il compagno di stanza di Mitsui fa un’espressione stupita “è lui?” Hisashi si tocca il mento e annuisce “proprio lui mi ha fatto saltare i denti davanti, e vi dico ci sono almeno un altro paio di personaggi del genere nella mia vecchia squadra, al confronto degli altri due io sono un tipetto tranquillo” lascia i tre alle loro considerazioni mentre viene trascinato verso una zona rialzata a mo di palco da Sendo “Ora il festeggiato canterà per voi” un pugno si abbatte sullo stomaco di quello che ha appena parlato “I segreti Akira, i segreti” gli dice e Kioshin sembra rincarare la dose “Non ve ne pentirete” lo sguardo del festeggiato si fa truce e pericoloso ma si ritrova un microfono in mano mentre tutti gli invitati inneggiano il suo nome seguito dalla preghiera di cantare. Quando tutti si zittiscono parte con una strofa di una canzone “If you wanna be somebody/ If you wanna go somewhere,/ you better wake up and pay attention.” fa un profondo inchino in tutte le direzioni togliendosi un cappello immaginario, ha in pratica solo detto quei pochi versi di una canzone “Grazie, grazie, lo so sono un cantante superbo, ma ora arriva la torta” salvato in corner dalle lamentele degli invitati che in pratica non l’hanno sentito cantare. Il giocatore dello Shohoku guarda insistentemente il festeggiato che ricambia con un gran sorriso. Sospira leggermente e distoglie lo sguardo. Arriva una torta a forma di palla da basket che il festeggiato taglia e consegna ad ogni invitato e per ultimo all’ex compagno di squadra “Non sapevi che avremmo giocato contro?” scuote la testa prendendo il dolce “grazie, no non lo sapevo, non ci parlavamo molto nel periodo in cui hai accettato l’invito a giocare per l’università N” Mitsui si morde un labbro e dopo qualche secondo in cui si perde a guardare in volto l’altro ragazzo risponde “Hai ragione, ma quando sono sotto pressione divento proprio stupido. Quando l’allenatore ha detto che ci saremmo allenati contro di voi ho fatto una previsione, ci farà un culo non indifferente e non importa il punteggio, perché con voi sarà complicato, siete coriacei, ma non vedo l’ora di rincontrare tutti” Miyagi dondola leggermente sul posto spostando il peso da una gamba all’altra “Molto, molto stupido, mi è mancato il rapporto che avevamo prima. Ora lo sai che caricherò a molla quei due, e non ce ne sarà per nessuno, basterà dire al rosso che i tuoi compagni ci hanno deriso.” Ridono insieme come non facevano da tempo, come se non fossero stati ai ferri corti per mesi. “Come va con Ayako?” chiede il più grande guardando il corpo dell’altro coperto dai vestiti scelti proprio dalla ragazza “Come deve andare? Dopo Hiroshima abbiamo provato ad uscire, e niente, non ci siamo nemmeno mai baciati, avevo la sensazione di cercare di baciare sulla bocca qualcuno di famiglia, e ora è fidanzata, tutti si fidanzano attorno a me” sbuffa passandosi una mano tra i ricci dalla nuca verso il volto, coprendoselo mentre sbuffa e questo da l’occasione a Mitsui di indugiare anche sul corpo dell’altro, senza giudizi da parte del proprietario di quel corpo così proporzionato. “Succede anche a me, a parte Akira, che è fidanzato con mezzo Ryonan, gli altri sono tutti in coppia, anche all’università ed è frustrante.” con una spallata leggera e una risata il più piccolo cerca di sdrammatizzare “Secondo me hai la fila ma qualcuno non vuole che arrivino a te, e punto su quello coi capelli da broccolo del club di basket” vede arrossire il proprio ex compagno di squadra “No, eh? Pensi?” cerca di nascondersi dietro le parole e il volto tra le mani. “Tieni” lo distrae consegnandogli il regalo, che viene subito aperto, la scatola è ben impacchettata usando degli origami per chiudere la carta, all’interno c’è una maglia dei Bulls, un vecchio modello, con un bel numero 23 sopra. “Ma come?” scrolla le spalle, è autentica ed entrambi lo sanno. “Ci hai sbavato per un sacco di tempo, e so che con te è al sicuro” viene travolto da un abbraccio e da un bacio a fior di labbra che sa di alcol. “Devo proprio andare” e più che un saluto è un avviso di fuga, corre via come se avesse il diavolo alle calcagna.

Il festeggiato si lascia cadere su una sedia toccandosi leggermente la bocca e tenendo stretta una canottiera rossa e nera. “Hisachan” lo chiama il migliore amico, che però non riceve risposta mentre ignorando chiunque e qualsiasi cosa intorno abbraccia la canottiera. “mi ha regalato la sua maglia originale di Jordan” dice con un filo di voce. Riceve in ricambio un sorriso ampio che fa girare mezzo locale solo per guardarlo. “E l’ho baciato, e lui è scappato”. “Racconta ancora a zio Akira quanto sei coglione, parlamene” fa sorridere il festeggiato “Akichan” la voce sembra un lamento “L’ho fatto scappare di nuovo, ma almeno stavolta non mi ha fatto saltare i denti” si consola sospirando. “Mai fare la persona normale, con lui soprattutto, dai riesci ad allontanarti da lui, e a me che è toccato portare quel cane pulcioso di mia sorella solo per invitarlo al tuo compleanno, e tu sei riuscito a farlo incazzare con i tuoi compagni di squadra, a baciarlo e farlo scappare, penso tu possa gareggiare per il guinness dei primati, inteso come quello delle scimmie” mentre insulta il proprio migliore amico gli si siede di fianco. “Su baciapiselli portiamo a termine questa festa, apri i regali, e vedi di non molestare nessun altro” in risposta riceve uno sbuffo e un “coglione” detto a mezza voce dalla guardia. La festa termina e i regali sono tanti, e molti sono abbastanza utili o carini, poi ci sono le bidonate e quelli che vorrebbero essere goliardici. I compagni di squadra sono gli ultimi a salutare il festeggiato “Peccato che il ragazzino delle superiori se ne sia andato, mi sarebbe piaciuto provocarlo ancora” a parlare è Tsosushima il ragazzo con i capelli a broccoli*1, in risposta Mitsui e Sendo ridono “Voi non sapete chi vi siete messi contro, preparatevi alla partita più difficile degli ultimi tempi.” Non sembrano credere alle parole della matricola e del suo amico. “A lunedì” si salutano. Rimangono solo Hisashi e Akira, che raccolgono tutto il ciarpame lasciato dagli invitati e notano un telefono abbandonato in un angolo. Non riesce a sbloccarlo ma riconosce la schermata di blocco. Scrive un messaggio dal proprio telefono [Ciao Ayako, sono Mitsui, scusa se ti disturbo ma Miyagi ha lasciato il telefono alla mia festa, avvertilo che domani glielo porto. H]. Il capitano del Ryonan scuote la testa “Se mi chiedessero quanto sei stupido da 1 a 10 direi che sei fuori scala come i Midiclorian di Anakin” fa ridere il festeggiato il cui compleanno ormai è passato visto che è la mezzanotte è scoccata molte ore prima. “Akira di più, maledetto istinto, come arriva lui non capisco più niente, ma mi ha regalato il sacro Graal e volevo ringraziarlo”. I capelli del porcospino non hanno subito modifiche di acconciatura nonostante siano molte ore che è uscito di casa e scuote la testa “Per ringraziare si fa un inchino e si dice grazie, non si molestano i ragazzi” la voce è ironica “Nemmeno se sono quelli che ti piacciono tipo da sempre.” un gemito esce dalle labbra dell’altro seguito poi da “quanto sono stupido da uno a non esiste un numero tanto grande”. Akira ride “Zucchero, vuoi che risponda sul serio? Lo sai da solo, ma devo capire una cosa, quando te ne sei accorto?” Si siedono a terra uno appoggiato alla schiena dell’altro in un gesto che facevano anche da piccoli. “Quando ho iniziato il secondo anno andavo di tanto in tanto a spiare il club di basket e c’era questa minuscola matricola con il carattere di una tigre che in pochi giorni è riuscito a diventare play titolare, e non per l’altezza, per l’abilità. Poi lo incontravo a giro per scuola, e non passa inosservato, continuava ad urlare il suo amore per Ayako, e io volevo la sua attenzione e quindi andavo a parlare con lei di basket, sopratutto ed è così mentre io parlavo con la ragazza che gli piaceva che mi son ritrovato a picchiarmi con lui, e le cose sono degenerate, siamo stati entrambi all’ospedale e mi ha fatto fuori gli incisivi e non posso ancora mettere qualcosa di fisso perché la mia dentatura non è completa. Devo essere masochista, sono ancora innamorato di lui, ed ero felice durante la nostra tregua, ma poi lo studio e il basket in cui dovevo primeggiare o non avrei trovato un’università che mi prendesse e l’ho allontanato di nuovo. Sono proprio un coglione.” Sendo sbadiglia leggermente “Si lo sei, dovresti trattarlo bene e finisci per trattarlo male, o baciarlo in pubblico. Sei un uomo, vuoi capire che non tutti apprezzano?” Mitsui si morde il labbro “Lo so che non siamo te che qualsiasi essere vivente vuole scopare” quando dice queste parole riceve una schienata “Zucchero andiamo a letto, tanto non risolviamo niente” propone Akira, e i due tornano a casa propria per riposare.

Alla fine Hisashi ha portato il telefono a Ryota, che non ha trovato a casa e lo ha lasciato alla madre dopo essere stato annusato e leccato per bene dal fantasma grigio*2, in realtà l’altro ragazzo è a casa ma non vuole incontrare l’ex compagno di squadra, che ora appare molto educato “voglia scusarmi signora, ma suo figlio ha dimenticato il telefono alla mia festa di compleanno, eccolo” poggia l’oggetto sul tavolo facendo un profondo inchino “ora se non vorrei disturbarla ancora” si congeda e se ne va.

La squadra di basket dello Shohoku si sta muovendo come un gruppo di indemoniati, il capitano li ha spronati a dare filo da torcere ai giocatori dell’università N. Arriva il fatidico giorno e le squadre si ritrovano nel cerchio del salto a due che viene conquistato da Sakuragi che direziona perfettamente la palla nelle mani di Miyagi che si lancia in contropiede supportato da un indemoniato Rukawa. Gli universitari non si rendono quasi conto di essere arrivati all’interruzione lunga carichi di falli, mentre i ragazzini sembrano immuni dal fare fallo. Hanno sbagliato parecchio i più piccoli, ma stanno sfruttando le abilità della nuova accoppiata. Mitsui riesce a mantenere la poca distanza nel punteggio per gli universitari che però stanno perdendo. Ripartono con il terzo tempo e i ragazzini dello Shohoku guidati da un indemoniato play, che fa dei passaggi veloci e precisi, che spiazzano la difesa avversaria e che riesce a evitare la zone press che stanno attuando, e Sakuragi che sembra chiudere ermeticamente la possibilità del tiro a canestro. Gli universitari cercano di arginare un Rukawa in ottima forma, e anche le matricole sembrano essere trascinate dal trio dei più grandi e fanno faticare quelli che sono fisicamente molto più uomini e meno ragazzini rispetto a loro. Lo Shohoku arriva al quarto quarto con 15 punti di vantaggio e non sembra voler cedere un centimetro, stanno facendo pressione a tutto campo e correndo come dei forsennati. Tsosushima che ha già quattro falli ad un certo punto travolge il capitano della squadra avversaria e lo stende a terra e gli tira una pedata nelle costole, cercando di far sembrare di essere inciampato, come arbitro c’è l’allenatore degli universitari, il signor Hiragi, che ferma il gioco. Miyagi si alza con uno sguardo che potrebbe incenerire tutti, una mano sulle costole e il respiro corto “Ce la fai ragazzo?” chiede l’adulto e riceve in risposta “Si”. Tira il tiro libero che mette a segno e poi si mette a ricevere il passaggio, ma cade a terra con il fiato corto. Viene preso in braccio dalla guardia della squadra avversaria “Ryokun” l’altro respira affannosamente “fa male” dice e poi il signor Hiragi si ritrova a dover fronteggiare un energumeno dai capelli rossi con lo sguardo furente con a fianco un silenzioso e inquietante talento del basket che cerca di calmare il primo prendendogli un polso con la mano calda. “Gli ha tirato la pedata apposta”, il tono di voce di chi lancia un’accusa con cognizione di causa. “Ora vorrei spaccargli la faccia, ma abbiamo da vincere un campionato nazionale.” L’allenatore della squadra universitaria guarda il proprio giocatore in panchina che sogghigna e poi una delle sue matricole che sta soccorrendo il play avversario “Direi che la partita finisce qua, e con voi faremo i conti agli allenamenti, andate a cambiarvi” ordina ai suoi mentre si avvicina a Miyagi, mentre il rosso dice “Ryochan tutto ok” lui annuisce “è la botta, ma fa malissimo”. “Togli la maglietta che controlliamo se hai bisogno di una lastra, figliolo” a parlare è il signor Hiragi”. Il play esegue l’ordine e all’altezza delle costole sul lato destro c’è un livido a forma di punta di scarpa che è già venuto fuori, si lascia esaminare dall’uomo che decreta, dall’alto della sua esperienza come medico sportivo, “Dovrai stare fermo qualche giorno e applicarci dell’arnica perché si riassorba l’ematoma, ma non c’è nulla di rotto.” Ne frattempo Mitsui sembra non volersi allontanare dal ragazzo. “Noi torniamo in università, se trovi un passaggio puoi rimanere con loro” indica gli altri “Grazie coach”. La squadra universitaria si allontana dallo Shohoku e Hisashi sembra non voler lasciare andare il ragazzo che sta sorreggendo. “Ce la faccio da solo” dice piccato “Lasciati aiutare, per favore” gli altri della squadra su ordine di Ayako si vanno a lavare e rimangono in campo solo il play e la ex guardia che stanno battibeccando come al solito. “Non sono infermo” l’altro scuote la testa “Sei infortunato”. Alla fine visti i cedimenti delle gambe per il fiato corto il più basso si lascia accompagnare dall’avversario nello spogliatoio. Riesce a farsi la doccia da solo, e indossa i boxer prima di avere un altro cedimento sulle gambe “Lo uccido, giuro lo uccido” dice il più piccolo. “Ci penso io quando torno in dormitorio” minaccioso sembra tornato il teppista di due anni prima. “Mi aiuti a chiudere i pantaloni? Non riesco a piegarmi” chiede con un filo di voce il play rosso in viso. “Non ti molesto, tranquillo” cerca di essere credibile nella propria risposta il più grande che si avvicina all’ex compagno di squadra e gli tira su i pantaloni e glieli chiude godendo della vista delle gambe toniche dell’altro, si sente inebriato dall’odore della pelle di Miyagi e dal suo bagnoschiuma, ma cerca di mascherarlo. “l’altra sera avevo bevuto troppo, e il tuo regalo è così bello” non lo guarda in faccia mentre lo aiuta anche con la maglietta. Cerca di non dare retta al proprio istinto, quello di spogliarlo e non di aiutarlo a rivestirsi. “Siediti” gli dice con un tono calmo e caldo che l’altro non riesce ad interpretare, ma fa quanto richiesto, il più grande gli si inginocchia davanti e gli fa indossare i calzini e le scarpe da esterno. “Lo so, ma fuori non ce la farei” aggiunge e gli lega i lacci inginocchiato davanti al ragazzo di cui è innamorato da tempo. Si morde forte un labbro “Mi dispiace che ti sia fatto male” aggiunge mentre si impegna con le scarpe “grazie del telefono” Miyagi cambia discorso “Non sono passato direttamente perché abbiamo fatto tardi e non volevo che i tuoi si arrabbiassero.” aggiunge. L’atmosfera è tesa e nessuno dei due sembra sapere come muoversi. “Vieni andiamo verso casa tua, non mi va di lasciarti andare da solo” sentenzia il più grande. I due raggiungono casa Miyagi senza proferire parola “Allora Ryokun, ci vediamo” la voce sembra incrinata è strana “Hisashisan” lo richiama prima che si allontani “grazie di tutto” si indica i vestiti e indica casa, si è appoggiato al cancelletto di casa che si apre e ne esce un grosso cane grigio che travolge la guardia della squadra universitaria e comincia a leccarlo tutto felice, scodinzolando. “Piaci al mio cane, lui è Daiki” Hisashi riesce a far calmare un po’ le coccole del bracco “io e Daiki ci siamo visti quando ti ho riportato il telefono, è un gran coccolone” il padrone del cane scuote la testa “Di solito abbaia a tutti i maschi, canidi o umani non importa, sei uno dei pochi che gli piace, anche se ho sempre il dubbio che faccia così perché ha paura di rimanere senza cibo e gli sembriamo degli stuzzichini appetitosi” ridono entrambi, e l’aria si fa più rilassata. “Ci possiamo sentire di nuovo? Mi dispiace di aver rovinato tutto” dice il più grande “Ero nervoso anch’io, tutta la responsabilità del club, la paura di non essere all’altezza, di non mantenere la disciplina come faceva Akagi...”. L’ex numero 14 fa uno scatto verso l’altro ma si ferma ad un passo da lui mentre il cane gli sbatte contro facendolo cozzare contro il padrone dello stesso che viene sbalzato contro il muretto ma viene fermato dalle braccia forti di Mitsui prima che impatti malamente. “Devi far rifare la convergenza al cane” ridono entrambi, in un abbraccio maldestro e impacciato che si scioglie quasi subito. Fin troppo presto per il cecchino e fin troppo per l’altro. Il cane scodinzola e si dirige in casa da una porticina da cui potrebbe passare anche il padrone tanto è grande. “Ci vediamo allora” lo saluta, e si allontana veramente questa volta. Lasciano l’altro che lo guarda dall’uscio di casa, con una strana sensazione addosso mentre guarda l’altro che comincia a correre e quando è fuori dalla propria vista rientra in casa.

Ayako suona alla porta di casa Miyagi e viene accolta calorosamente dalla mamma di Ryota “Oh almeno lui si è trovato una brava ragazza, non come suo fratello che sta con una teppista e sua sorella che sta con un tizio così viscido. La ragazza cerca di non ridere in faccia alla mamma del suo migliore amico “Signora, siamo solo amici, solo amici.” le ripete ogni volta, ma niente insieme alla mamma di Ayako stanno organizzando le nozze nelle loro teste di mamme preoccupate per i loro bambini. “Ma starà bene?” chiede la donna guardandola negli occhi con fare indagatore “Si, lo ha visto un medico, deve stare fermo qualche giorno, e poi sarà come nuovo” la mamma di Ryota fa un sospiro di sollievo e dopo i soliti convenevoli, la signora le da un vassoio con una grossa brocca di the freddo e dei biscottini appena sfornati. La ragazza raggiunge la camera del play ed entra senza bussare “Oh” sospira lui e lei ridacchia. “Tua mamma sta organizzando le nozze, dobbiamo fare attenzione a rispondere si a quelle due, o ci ritroveremo sposati” Lui ride, ma è una risata forzata che interrompe dopo poco con un gemito “ma porca merda quel capelli a broccoli” lei lo guarda “sembrava arrabbiato con te già da quando è arrivato.” lei comincia a mangiare qualche biscotto “tua mamma mi sta mettendo all’ingrasso” e lui ride “ma se sei un figurino, dai sta zitta” e lei sorride “grazie” lui scrolla le spalle “Lo sai ti dico la verità” lei annuisce “Ma continua a dirmi del broccolo”. Si passa una mano tra i capelli ricci “Ero al compleanno di Mitsui e lui mi ha trascinato a conoscere i suoi compagni di squadra, e capelli a broccoli ha detto che avrebbe vinto contro la squadra guidata da un bambino” lei ride “Per questo sembravi assatanato?” lui conferma annuendo “Certo che si, e abbiamo vinto, nonostante lui mi abbia abbattuto, mi ha tirato una pedata” Ayako si siede sul letto e viene raggiunta da Daiki che le mette la testa in grembo. “Ah questo puttanone si è spupazzato Mitsui sia quando è venuto a portarmi il telefono che prima quando lui mi ha riaccompagnato” lei ridacchia “Daiki, che fai? Slinguazzi il ragazzo che piace al tuo padrone?” il ragazzo quasi si strozza con il the che sta bevendo, e riesce per un pelo a non sputare tutto fuori. “Non mi piace, non siamo nemmeno veramente amici” lei alza gli occhi al cielo e beve a sua volta. “Siete amici, o non ti avrebbe aiutato, ha anche mandato via gli altri, lo sai Hanachan voleva aiutarti, ma gli ha detto che ci avrebbe pensato lui.” il ragazzo mangia un biscotto “Mi ha baciato al suo compleanno, e sapeva di alcol, era ubriaco e me lo ha confermato stasera.” dice come se fosse una cosa abituale e adesso è la ragazza a tossire briciole di biscotto. “Ti ha baciato?” e lui conferma “Si è stata una cosa veloce, e poi sono scappato. E quando è venuto a casa mi sono nascosto per non vederlo. Oggi non ne ho potuto fare a meno” comincia a sfogliare distrattamente un fumetto. “Non mi piace” le dice e lei ride “Ma a lui piaci, o non avrebbe senso tutto quello che ha fatto in questi anni” Ryota si ferma e la guarda con aria strana “Tutta la manfrina di venire a parlarmi con la scusa del basket? Cioè parlavamo di basket ed era divertente parlare con qualcuno che ne sapesse almeno quanto noi, ma era un teppista e non aveva senso questa cosa, poi tu ci hai messo tanto del tuo, vi siete menati per benino, come gli dei comandano, con tanto di ricovero in ospedale tutto per me?” e lui annuisce “lui ti infastidiva, e io ero seriamente cotto di te, almeno in quel periodo, poi sei tornata ad essere la mia migliore amica, la persona più importante della mia vita, ma non un’amante” e lei sorride “anche per me sei il più importante, e l’affetto che provo per te non toglie niente all’amore per lei” si abbracciano, i vincoli della società lasciati fuori dalla porta, ma lui mugugna leggermente. “fa male porco cane” e Daiki alza il muso “scusa Daichan” dice al cane che si mette di nuovo a dormire sul letto del ragazzo. “Sei sicuro che il bacio non ti sia piaciuto?” chiede lei “sei anche voluto andare tutto carino, dovevi stare da dio, ti stanno proprio bene quei pantaloni, ti fanno un culetto...” lui arrossisce “sei incorreggibile Aya” e lei ride di gusto “con te è facile, ti imbarazzi subito, al primo complimento”. Lui scuote la testa “10 ragazze mi hanno rifiutato e quella che mi ha trattato meglio ha detto che sembro un piccolo rospo” lei scuote la testa “Ma sei stato baciato da uno dei più belli della scuola” insiste su quel bacio e lui è quasi nel panico dall’imbarazzo. “Sono provato dalla giornata di oggi. Mi ha messo e legato le scarpe e mi ha portato fuori della palestra in braccio, per non sporcare il pavimento, e mi ha portato la borsa fino a casa, e mi ha protetto quando questo ammasso di pelo e deficienza lo ha travolto e per poco non mi schiaccia contro il muretto di casa.” lascia fluire il ricordo di quello che è successo poche ore prima “Ti ha preso in braccio di nuovo? Sei la sua principessina?” lei ride ormai dimentica dei biscotti e lui si innervosisce mentre gli suona il cellulare. [Ryokun, non so come ringraziarti, e mi scuso se mi sono comportato in modo poco opportuno in questi giorni, non ti disturbo, me ne sto tornando al dormitorio. Hisashi] lui fa leggere il messaggio alla ragazza che sembra ancora divertita “Ma che cazzo gli hai regalato per farlo così felice, la tua verginità?” facendo arrossire il proprio migliore amico “Sei perfida, no, assolutamente no! La maglia dei Bulls di Jordan quella originale.” e lei sgrana gli occhi color castagna e lo guarda, senza commentare il fatto. “Dovresti farti offrire un caffè! E pretendere le scuse del suo compagno di squadra.” Lei abbraccia l’amico e non aggiunge altro, non arriverebbe da solo a quello che per lei è chiaro da tempo.

Nella palestra della squadra di basket dell’università N, il coach Hiragi cammina a passi lunghi davanti ai giocatori che sono tutti seduti in cerchio attorno a lui*3. “Tsosushima sei sospeso dal club per tre mesi, e fai attenzione a quello che fai, la tua borsa di studio è in bilico. Era una partita di allenamento e avresti dovuto impegnarti e non picchiare il play avversario. Per tua fortuna il ragazzo ha solo una contusione, ma hai rischiato di fargli veramente male. Ora passiamo all’analisi della partita. Non metto in dubbio il talento di quei tre, il play, piccolo, veloce e con un’eccellente visione di gioco e una predisposizione a cambiare gli schemi in corsa, e l’affiatamento con gli altri due, quel ragazzone dai capelli rossi che è un ottimo centro per essere uno delle superiori, ha un’ottima difesa, e una tecnica a rimbalzo da far invidia ai professionisti, che dire poi di Rukawa, lui è nella selezione della nazionale juniores da due anni non a caso, ma sembra migliorato ancora, meno individualista. Ma non dovevamo perdere, la nostra altezza media, esperienza e gioco di squadra sono superiori, loro sono forti in tre, gli altri due sono ancora quindicenni impauriti. L’unico che ha retto i ritmi è Mitsui, che è abituato al gioco dei suoi ex compagni di squadra, ma voi li avete guardati e sottovalutati, nel basket non si fa mai, lo dovreste sapere, sono quaranta minuti e sono diversi da tutte le altre partite precedenti. Non si sottovaluta il nemico. Se giochiamo così non arriveremo ai nazionali, dobbiamo lavorare sulla collaborazione di squadra, giocherete senza il permesso di palleggiare, MUOVERSI. Quando finiremo l’allenamento vi aspetta la suicide squad” tutti cominciano a borbottare “La serie sarà da 20 suicidi*4 oggi, e sarà così fino ai campionati nazionali, se vi lamentate o mi fate ancora incazzare allora si aggiungeranno serie, non singoli suicidi” la squadra comincia a lavorare, si sente solo il suono della palla che impatta con le mani dei giocatori e le voci a chiamare gli schemi.” Alla fine dell’allenamento e della suicide squad l’allenatore manda tutti negli spogliatoi tranne Mitsui “Ragazzo, per essere una matricola ti muovi bene, sono contento che abbia accettato il nostro invito ad entrare in squadra, ho questa lettera per te” gli consegna una busta. “Ora vedo che ci sono momenti in cui hai paura del tuo ginocchio” il cecchino che ancora non ha aperto bocca annuisce “Si coach ho avuto un incidente ai legamenti in prima superiore, e delle volte ho ancora paura.” lui lo osserva un po’ “ti darò degli esercizi per rafforzare la zona e darti più sicurezza”. L’inchino che fa Mitsui è fin troppo profondo e fa ridere l’allenatore. “Ho visto che stavi per saltare al collo di Tsosushima ma non l’hai fatto e ti rispetto. Ha colpito uno dei tuoi amici. Non metterti nei guai, sappiamo del tuo passato.” il ragazzo annuisce e trattiene il fiato. “La prossima partita parti come titolare, quindi impegnati come oggi, o farai da panchinaro a vita”. Un sorriso si dipinge sulle labbra della guardia “Certo coach, sarò perfetto” si inchina ancora. “Ora puoi andare” e si congeda con un piccolo inchino. Rimasto solo apre la busta è una chiamata per la nazionale U19, ci è rientrato a pelo, avendo appena compiuto 19 anni. “siamo lieti bla bla bla… il ritiro… bla bla bla...” la prima cosa che fa è chiamare il proprio migliore amico, ma trova il telefono staccato, e senza pensarci chiama Miyagi “Ryota” e dall’altra parte sente in risposta un timido “Hisa?” il sorriso si fa più ampio, ma l’altro non può vederlo “mi hanno chiamato in nazionale, e dovevo dirlo a qualcuno, ed è anche grazie a te, che hai lasciato il passato nel passato.”. “Anche a me” dice timidamente il più piccolo “hanno chiamato anche me, ovviamente Rukawa, e tieniti forte Sakuragi, Nobunaga e Sendo” Hisashi sembra stupito “hanno saccheggiato Kanagawa” risponde e ridono entrambi e dalla cornetta si sente il suono ovattato della risata dell’altro. Il play è seduto sulla panchina della palestra “Domani posso ricominciare ad allenarmi” gli dice “Ci vediamo al ritiro” e chiude lasciando il più grande con il cellulare in mano e un’espressione felice. Prova a richiamare il proprio migliore amico e adesso la linea è libera “Aki, ho saputo saremo insieme al ritiro” e dall’altra parte sente un allegro “Anche tu, bene, ci sarà da lottare per un posto da titolare, non ti farò sconti zucchero” ridono insieme “se per quello nemmeno io, e smetti di chiamarmi zucchero.” Dall’altra parte il capitano del Ryonan è nello spogliatoio nudo che parla al telefono mentre i compagni di squadra si lamentano “Li sento, sei nudo?” aggiunge e sente la risata di Sendo “Certo, sono appena uscito dalla doccia, e in doccia si è nudi” il moro scuote la testa anche se l’altro non può vederlo. “Copriti, ci sentiamo dopo” e chiude. Raggiunge lo spogliatoio e si prepara per andare via.

I giorni passano e arriva la seconda settimana di giugno, il primo ritiro della nazionale U19 che dovrà disputare i mondiali che si terranno a Sapporo agli inizi di settembre. I prescelti in tutta la nazione sono quindici, ma solo dieci potranno andare a disputare quell’importante competizione. I borsoni sono pronti, le espressioni inquietanti, anche lo squadrone di Kanagawa 6/15 sono i convocati da quella prefettura sembra essere quello fatto da dei teppisti, teppisti che con una palla da basket riescono a fare delle ottime cose. I primi giorni, i nuovi si allenano in un gruppo e i vecchi convocati lavorano in un altro, i primi a cambiare gruppo sono appunto i ragazzi di Kanagawa che raggiungono Rukawa che sembra essere diventato il perno silenzioso della squadra. Gli allenatori sono stupiti dei progressi, soprattutto caratteriali del numero 11 dello Shohoku. Avere quattro ragazzi che hanno già giocato insieme e due dei loro avversari diretti fa sembrare una squadra oliata, Mitsui e Miyagi sembrano capirsi al volo sul campo, ma nelle osservazioni degli allenatori hanno notato che al di fuori non si parlano e nemmeno si guardano. “Zucchero passa” la palla va a finire nelle mani di Sendo passata da Mitsui che si avvicina alla linea dei tre punti e riceve indietro la palla e segna. Stanno giocando due contro due, da una parte Miyagi e Rukawa dall’altra Sendo e Mitsui quest’ultima coppia sta faticando perché l’intesa tra il play e l’ala piccola sembra quasi perfetta. Sono arrivati in piena forma, pronti alla guerra per un posto. Qualcuno comincia a lasciare il ritiro sono rimasti in dodici, e ancora i sei di Kanagawa, sembra che quella prefettura sia la nuova fucina dei talenti giovanili giapponesi. Alla fine del quarto giorno il primo allenatore li chiama “Ora ragazzi ancora due di voi dovranno lasciare il gruppo, ma per stasera rilassatevi in città c’è una fiera andate tutti insieme e divertitevi, domani vi voglio però in forma. Vi valuterò anche per come gestirete il tempo libero” li congeda e vanno tutti a farsi la doccia sospirando. “Kitsune, me la puoi anche rivolgere la parola” lo rimprovera il rosso “Dohao, in palestra si lavora, fuori si” l’altro annuisce “ok, ma stasera” e l’altro arrossisce. “Io rimango in camera” annuncia Rukawa facendo ridere il capitano del club scolastico, che viene incenerito dallo sguardo del moro. “Dopo la doccia andiamo, dice tra le risate” tutti accettano tranne Sakuragi che accusa un insolito mal di testa. Nobunaga Kyota sgrana gli occhi violetti “ce l’hanno fatta.” chiede e non riceve risposta, quasi una constatazione. Sendo gli si avvicina con fare cospiratorio “Si, e secondo me fanno anche bene, cioè guarda che culetto” nessuno commenta ma ognuno cerca di non farsi vedere dal porcospino. Quando tutti sono pronti vanno in gruppo alla festa. Molte ragazze si avvicinano a questi ragazzoni, sono tutti così alti. “Possiamo fare una foto?” chiede una a Sendo che non si tira indietro sorridendo. Si dividono, mentre Miyagi parla con un ragazzo di Sapporo “Quindi se ti convoca per i mondiali in pratica sei a casa” l’altro ride “si, anche perché sto proprio vicino al palazzetto della città”. Il play si tocca il mento “sarebbe fantastico no? Giocare un mondiale e giocarlo in Giappone” annuiscono tutti “Sarebbe fighissimo. Avete notato che sta mandando via quelli con più esperienza? Se non ci impegniamo ogni momento potremmo essere buttati fuori in un minuto.” Mitsui cammina poco lontano dai due ma non parla con nessuno, il suo migliore amico lo ha perso dietro a due o tre gonne in compagnia del ragazzo dagli occhi violetti. Si è vestito con cura, un paio di jeans scuri e una maglietta a maniche corte del medesimo colore, lo stesso del suo umore, lo sguardo truce come quando faceva risse e girava con una banda di teppisti. Ryota si volta a guardarlo un paio di volte e si sente strano, continua a parlare con il ragazzo di Sapporo con una strana sensazione. “Hai stile” gli dice il ragazzo “l’orecchino, i capelli, e poi jeans e camicia. Da me non funzionano molto i capelli strani e l’orecchino.” il play ride “I capelli strani sono miei, e ho la rasata per non sembrare un barboncino, e l’orecchino mi piaceva e l’ho fatto, e questo tipo di stile me lo ha consigliato la mia migliore amica” l’altro sgrana gli occhi “Migliore amica? Non c’è nulla nulla tra voi?” Miyagi scuote la testa “No, lei è fidanzata felicemente e dopo lo scorso campionato nazionale abbiamo capito che funzioniamo come amici ma non come fidanzati, è come baciare mia sorella, anzi mia sorella non la bacerei nemmeno con le labbra di un altro, Ayako invece mi sta simpatica”. “Ma da Hiroshima?” si intromette Mitsui “Si e se non ci fossimo comportati da coglioni te ne avrei parlato”. Lo stato d’ansia del più basso sembra alzarsi, si muove più velocemente, e viene fermato da una mano del più grande sul braccio. “Ryokun, tranquillo” e questa cosa sembra avere effetto sul più piccolo “vi conoscete da tempo?” chiede ignaro dei precedenti tra i due che ridacchiano. Mitsui si toglie i denti davanti e fa un sorriso sdentato al compagno di nazionale che rimane shockato “Mi ha espresso il suo affetto” e si rimette la protesi a posto. “Espresso affetto?” chiede “Allo Shohoku abbiamo delle tare mentali si vede, visto quei due” gli occhi del play si spalancano “Lo hai capito anche tu? Dopo la bertuccia?” partono le risate “Stai troppo con il tuo amico Hanamichi, stai usando i suoi soprannomi, quando li ho visti, e poi l’hai visto che cambiamento radicale ha avuto Rukawa.” il ragazzo di Sapporo li guarda come si guarderebbe un film “ragazzi non capisco, a me Rukawa sembra gelido come l’inverno in siberia” ridono entrambi “Adesso è meno gelido. Lo dovevi vedere quando l’abbiamo conosciuto lo scorso anno” dice Mitsui dondolando sul posto “Tu zitto che quel giorno le hai prese, tanto per cambiare”. “Ryota quel giorno sono cambiato, ma ancora di più quando mi hai detto Sei tu che vivi nel passato non io, là c’è stata la svolta.” Il più piccolo guarda verso le proprie scarpe, si sente strano, e il cuore accelera, guarda di sfuggita Mitsui e poi Kei, il ragazzo di Sapporo, “Hisashisan, siamo in mezzo a una fiera” cerca di nascondere il proprio imbarazzo. “Sei un grande Ryokun”, la guardia se ne sta con la schiena dritta e un gran sorriso. “Keikun, se Miyagi diventa tuo nemico temilo, se diventa tuo amico non perderlo” si allontana di un paio di passi socchiudendo gli occhi scuri. Non parla e cerca di mascherare il battito accelerato del cuore, si lecca nervosamente le labbra e poi si asciuga la bocca con la mano ripetutamente. “Scusa, ci conosciamo da anni, e delle volte si danno per scontate cose” parla il play “Su torniamo in albergo, ho voglia di dormire” sprona gli altri due “voglio andare a tutti i costi ai mondiali” aggiunge, gli altri due concordano e si dirigono in silenzio in albergo.

“C’è un calzino sulla mia porta” si dispera Miyagi “Spero lascino stare le mie cose”. Sono rimasti soli, Kei da Sapporo è andato nella sua stanza che si trova dalla parte opposta del corridoio, dopo le scale. “Vieni nella camera mia e di Rukawa” lo invita il più grande. “Non ti molesto, giuro. Ti faccio dormire nel mio letto, non sia mai che la volpe ti trovi nella sua tana” riesce a farlo ridere, e si dirigono nella camera. “Non ho nulla con cui dormire” espone la cosa come se fosse un problema “Ti do qualcosa io” dice l’altro cercando di mantenere il tono neutro e mascherare la propria euforia. Cerca nella propria valigia qualcosa e tira fuori un paio di pantaloncini che si possono stringere con il filo e una maglietta a maniche corte che gli sta perfettamente aderente. “Ecco qua” gli porge i vestiti e poi prende qualcosa dalla valigia “Ti lascio il bagno”. Il più piccolo va in bagno mentre Hisashi rimane in camera e si cambia alla velocità della luce e si siede tenendosi una mano sul petto, e poi mette la testa tra le mani sospirando. Le spalle sono piegate in avanti mentre cerca di tranquillizzarsi respirando lentamente. L’altro torna dal bagno in cui ha avuto dei momenti tormentati. “Grazie Hisasan” dice e si siede sul letto che l’altro gli ha indicato come suo. Sono entrambi in imbarazzo e si guardano a malapena. Miyagi si nasconde sotto le coperte e si mette di fianco con la schiena verso il muro. “Se vuoi ci stiamo entrambi, sono piccolo” alza un angolo delle lenzuola e il padrone della camera accetta l’invito senza dire niente mordendosi un labbro con foga. Il tepore delle coperte aiuta il più piccolo a rilassarsi “buonanotte” si scambiano l’augurio e dopo poco il respiro del play si fa regolare, mentre Hisashi rimane sveglio e quando è certo che l’altro dorma gli carezza piano i capelli per poi passare qualche minuto a guardarsi la mano con cui ha toccato quei capelli ricci, è la prima volta che può osservare quel volto realmente rilassato. “come sono stupido” dice, ma riesce a prendere il telefono e fa una foto, e poi manda un messaggio al proprio migliore amico [come va il gemellaggio con il Kainan? Quante ragazze avete trovato? Io sto ospitando Ryota che è stato sfrattato dalla coppia del secolo. Sto facendo il bravo. Buonanotte]. Il sonno lo coglie mentre carezza quei capelli morbidi. La luce che attraversa la finestra sveglia Ryota che si rende conto della mano calda dell’altro attorno al proprio fianco e l’altra tra i suoi capelli. Si alza di scatto e l’altro mugugna qualcosa che potrebbe suonare come “dai suki” ma non ne è sicuro e non lo vuole sapere. I vestiti dell’altro hanno un buon odore e lo fanno sentire bene, nonostante siano di un paio di taglie più grandi del necessario. Nel silenzio dell’alba si concede di guardare l’altro, il lenzuolo è caduto e può vedere le cosce sode, il corpo che da un senso di protezione, i capelli corti che gli coprono disordinatamente la testa, gli occhi chiusi e quella bocca che l’ha baciato ruvidamente ma senza pretese alla festa del suo compleanno. Si avvicina timidamente a quelle labbra, quella bocca che ha colpito duramente fino a fargli cadere i denti, quella bocca da cui sono uscite cattiverie di prima categoria e discorsi pigri, ne saggia la consistenza con i polpastrelli e poi si stacca di scatto, quasi si fosse scottato. “che cazzo mi prende?” borbotta senza però distogliere lo sguardo dall’altro che si muove nel sonno e cambia posizione, la maglietta gli risale scoprendo gli addominali scolpiti. Il nervosismo del più basso si sta manifestando nel suo dondolare sul posto, lo sguardo su quei muscoli, su quel corpo così diverso da quelli che ha sempre sbraitato di amare, e che ha sempre ricercato. Il suono della sveglia, più tardi, lo trova seduto sul bordo del letto del compagno di squadra con lo sguardo fisso sulle natiche coperte dalla stoffa leggera dei pantaloncini che indossa. Mitsui si sveglia e si stiracchia prima di aprire gli occhi e questo da il tempo al più piccolo di riprendersi, alzarsi in piedi e dirigersi alla finestra “Buongiorno” dice e l’altro “Allora non ti ho sognato anche stanotte, eri qua sul serio.” Miyagi si innervosisce e corre in bagno con un “scusa è urgente” mentre esce qualcuno bussa alla porta. “Sono Rukawa” dice la voce dietro la porta “Entra pure è anche camera tua”, lo invita il più grande, sembra il solito Kaede, anche se ad un occhio attento sembra meno assonnato e meno freddo. “Sei in forma campione?” gli chiede l’ex compagno di squadra che riceve in risposta un “Hn” lo vede prendere i vestiti e dirigersi verso il bagno “Aspetta, c’è Ryota, sai lo avete sfrattato” Mitsui si gode la reazione istintiva del ragazzo dagli occhi cobalto “Eh, si ecco… cioè” ride piano il più grande “Non ti preoccupare, era ovvio che ti piacesse, non sapevo che tu gli piacessi in realtà. Nessuno qua ti dirà mai niente per questa scelta. Anzi, vi fate bene a vicenda, lui è meno turbolento e tu sei più aperto.” Il volpino si mette a guardare nella propria valigia solo per avere qualcosa da fare “grazie” dice senza aggiungere altro fino all’arrivo del senpai “Grazie Miyagisan” e fa un inchino. “di nulla” cerca di sembrare normale, cerca di celare l’imbarazzo, indossa gli abiti della sera prima e in braccio ha i vestiti che l’altro gli ha prestati “Te li lavo e te li ridò” la voce cerca di sembrare sicura, ma è incrinata dall’imbarazzo. “vado in camera mia a dopo” esce di corsa con il cuore che gli batte all’impazzata, ha origliato lo scambio di battute tra gli altri due. Raggiunge la propria camera e quando apre la porta si ritrova nell’abbraccio di Sakuragi “Grazie Ryochan, mi mancava stare con lui”. Il più grande ridacchia “basta che tu non entri nella zona to much info” e ridono insieme “Tranquillo, anche se volessi entrarci ti potrei solo dire che ci siamo coccolati e abbiamo dormito.” stranamente il play arrossisce sotto lo sguardo stupito del compagno di stanza. “Che succede?” riceve in cambio un “Nulla. Menomale mi ha ospitato Mitsui” aggiunge “Io pensavo ti avesse chiesto Kei di dividere la vita con lui” il play sembra cadere dalle nuvole “Kei, il pivot di Sapporo?” chiede in conferma “Sbava su di te dal primo giorno, ti spoglia con gli occhi ed è peggio degli sguardi che lancia il porcospino allo specchio” ridono insieme “Non mi sembra minimamente probabile, non sono così attraente” Hanamichi ride “non puoi venire agli allenamenti così” lo indica “per chi ti sei fatto bello ieri sera?” riceve in risposta una scrollata di spalle “Ormai mi vesto solo dietro consiglio della mia guru dello stile, mi ha diviso i vestiti in valigia in busta per abbinamenti, nemmeno dovessi sfilare.”. “Non ti fa strano che la tua migliore amica e la mia migliore amica siano fidanzate?”. Il ragazzo più basso scuote la testa “No, per nulla, anche se delle volte ricevo troppe informazioni sulla loro relazione. Ho rivalutato Haruko, ora che la conosco meglio ho capito che era solo schiacciata dalla presenza di Akagi” l’altro annuisce “Sei bravo Ryochan” lo sguardo stupito di lui che indossa un paio di pantaloncini da allenamento e la maglietta con cui ha dormito, in modo molto naturale, senza pensare chi ne fosse il proprietario. “Riesci a sviare i discorsi, bravo, complimenti, ma dovremo parlare seriamente della tua totale inettitudine a vedere se piaci a qualcuno” ridono insieme “Ora che stai con l’idolo delle folle sei diventato esperto di relazioni? Cacchio facciamo 62 scaricamenti in due, cosa ne vogliamo sapere” continuano a ridere mentre si recano a colazione. Ad un tavolo ci sono un pimpante Nobunaga e un sornione Akira che li attendono, mentre due ragazzi nuovi del giro della nazionale come loro sembrano devastati. Ryota e Hanamichi si siedono al tavolo con i ragazzi della loro prefettura e vengono raggiunti da Hisashi e Kaede che camminano fianco a fianco rilassati, cosa che stupisce Sendo e Sakuragi che li osservano con fare curioso. Al tavolo si aggiunge Kei, che si fa posto proprio accanto al play, che non si rende conto delle attenzioni che l’altro cerca di avere, e della poca distanza fisica che l’altro ha creato. Mangiano tranquillamente e raggiungono la palestra dove comincia un allenamento estenuante, i due nuovi che a colazione erano già devastati, corrono poco e sembrano stanchi, a metà mattina l’allenatore richiama i ragazzi. “Bene, mi hanno detto che vi siete divertiti tutti, ma voi due” indica i due devastati “non reggete i ritmi di gioco, e non vi sapete gestire, non ho bisogno di giocatori che non siano sempre al massimo delle loro energie, tornate in stanza e fate le valige, avete i biglietti pronti per tornare a casa.” Manda via gli ultimi due e i dieci con cui andrà i mondiali sono davanti a lui, sei ragazzi di Kanagawa e altri quattro tra i migliori del Giappone, “Si uniranno a noi altri nel prossimo ritiro, posso convocare dodici giocatori, non sentitevi arrivati, avete visto come funziona” tutti in coro rispondono “Si coach”. “Ora faremo una partita contro un paio di squadre del campionato professionistico, quindi fatemi fare bella figura, mi raccomando” e guarda soprattutto i tre dello Shohoku e l’ex guardia della stessa squadra. “Soprattutto voi teste calde” tutti ridono anche se i quattro non di Kanagawa sembrano non capire la situazione.

Il ritorno a casa è stato strano per ogni componente della selezione nazionale u19. Allo Shohoku si respira un’aria indiavolata, i tre titolari si allenano e fanno allenare i compagni in modo sistematico e più feroce rispetto a prima, con grande soddisfazione di Anzai che di tanto in tanto passa dalla palestra continuando a fare “Oh oh oh”. Gli allenamenti finiscono e il play indossa ancora una volta una maglietta troppo grande. “Ryochan questa non è tua” lo ferma la manager mentre gli altri vanno a farsi la doccia, sono rimasti solo loro quattro, e lui smette di fare gli affondi “Si, non è mia, ma è comoda” e lei lo guarda inclinando la testa da un lato. “Amore della mia vita devi farti un esamino di coscienza, ti prego” e lui la guarda stupito “e perché?” La ragazza si passa una mano davanti al viso sbuffando “Perché ti serve, perché usi quella maglietta, perché hai la testa per aria, perché ti voglio bene” e lui le sorride “io ti amo, più di quanto amo la mia famiglia, ma continuo a non capire.” Lei gli da un bacio sulla guancia “allora continua a impegnarti. Ora passa all’esercizio successivo” gli dice e lui riprende ad allenarsi, mentre la ragazza ha perfezionato tre allenamenti personalizzati per i suoi compagni di scuola.

All’università N alcuni del club di basket sembrano aver preso in antipatia il cecchino proveniente dallo Shohoku, che forte della chiamata in nazionale sembra riuscire a domare le asprezze del proprio carattere. Si allena duramente, e segue anche l’allenamento personalizzato del coach Hiragi e sente la sicurezza salire nelle proprie possibilità. La matricola sta lavorando bene durante le partite di avvicinamento ai campionati Nazionali, a cui si sono qualificati con sforzi e serie di Suicide Squad. Al di fuori della palestra non sono in molti quelli che riescono ad avvicinarlo, i compagni di squadra spesso rimangono stupiti dal suo cercare la solitudine in modo maggiore da quando è tornato dal ritiro. Una volta tornati al dormitorio Kioshin si rivolge a Mitsui “Hisakun, che hai?” in risposta riceve una specie di grugnito “No adesso parliamo”, lo vede sospirare “Ryota” e l’altro lo interrompe “Il play dello Shohoku che ti ha fatto saltare i denti”. “Proprio lui, al ritiro una sera abbiamo dormito insieme, e da quel giorno non so come fare a parlargli. Dopo che ho ricominciato a giocare lui ha lasciato nel passato i nostri screzi e mi ha liberato di un peso che mi portavo dentro. Ci siamo mandati all’ospedale a vicenda, e in buona parte è stata colpa mia, l’ho visto e volevo attirare la sua attenzione e allora mi sono messo a flirtare con la ragazza che lui voleva conquistare. Poi ci siamo picchiati, e poi quando son tornato dall’ospedale volevo togliergli tutto quello che amava come era successo a me, non avevo il basket e non avevo lui. Sono andato con dei teppisti con cui andavo a giro per far chiudere il club e invece è finita con me in lacrime che chiedo di rientrare nel club e lui che ha accoppato qualcuno dei miei, e gli amici di un compagno di squadra che si son presi la colpa lasciando integro il club. Abbiamo cominciato a giocare insieme e non mi è passata l’infatuazione, anzi ho scoperto lati di lui che me lo hanno fatto piacere di più. Quando l’ex capitano della squadra ha lasciato in mano sua il club sono diventato di nuovo un cretino, cercavo di farmi notare da qualche università, studiavo e giocavo a basket e ho scaricato molte delle mie frustrazioni su di lui che si è di nuovo allontanato, e si è avvicinato alla ragazza che gli piaceva. Pensavo stessero insieme, ma l’ho fatto invitare dal mio migliore amico.” l’altro lo interrompe “chi quello con quei capelli assurdi e che se non fossi etero potrei trovare affascinante?” Mitsui annuisce. “Si proprio lui, ha fatto un appostamento col cane della sorella, che odia, entrambe sia la sorella che il cane, solo per invitarlo, e lui sai cosa mi ha regalato? Una maglia dei Bulls originale, la numero 23 di Jordan.” il compagno di squadra lo guarda “L’ho visto scappare”. Un colpo di tosse dell’ex dello Shohoku “per ringraziarlo l’ho baciato”. Kioshin scuote la testa “Ma hai qualche blackout? Ha la ragazza e lo baci?” scrolla le spalle “ho bevuto, fin troppo, e poi mi piace da morire, e mi ha regalato quella maglietta, non sapevo proprio come ringraziarlo. Al ritiro lui era con un ragazzo di Sapporo che ci stava provando con Ryota e io li ho seguiti tutto il tempo per mettere i bastoni tra le ruote al suo spasimante. Alla fine è dovuto rimanere a dormire in camera mia perché il mio compagno di stanza e il suo compagno di stanza hanno una storia d’amore iniziata con una bella rissa” il compagno di stanza si lascia cadere sul letto come sfinito “non mi interessa degli altri, quindi avete dormito insieme e?”. “Nulla, gli ho prestato dei vestiti per dormire, e abbiamo diviso il mio letto e quando si è addormentato gli ho carezzato i capelli, e mi sono sentito finalmente felice, finalmente non mi sono sentito fuori posto, dopo un po’ mi sono addormentato e quando mi sono svegliato lui si era già alzato.” una risata di cuore travolge Mitsui “cazzo, potevi anche innamorarti di un grizly, avresti avuto gli stessi problemi, sei proprio un caso umano, ma ho io un consiglio. Esci con qualcuno, dimenticalo, non ti vuole”. “Ho giurato di impegnarmi nel basket e voglio mantenere il mio posto in nazionale o ti avrei già sparecchiato quel bel musino, lo so da solo che non mi vuole, ma io non ho voglia di perdere tempo con altri. Ma tu come va, oh super esperto di relazioni, la tua storia d’amore?”. Si porta una mano sul cuore “Oh, la piccola Ren Miyagi è caduta ai miei piedi” dice con fare melodrammatico per poi aggiungere “sul serio, sono stracotto di lei e lei ha detto che sono il suo amore, e sono così felice”. “Ren Miyagi 21 anni, che frequentava il Kainan, campionessa di Scacchi?” chiede il più piccolo. “Si, come fai a conoscerla?” chiede e l’altro scuote la testa “Ha due fratelli vero?” e lui annuisce “Si uno si chiama Reijiro ed è un senpai che si è diplomato due anni fa e l’altro è piccolo e si chiama...” Mitsui conclude per lui “Ryota, si chiama Ryota” cominciano a ridere insieme “Ecco perché mi ricordava qualcuno con quei capelli.” dice sospirando “Che caratterini hanno in famiglia, e comunque è la prima volta che vedo qualcuno avere il coraggio di rialzarsi dopo una pedata del genere di Nobuosan” Il più piccolo chiude gli occhi e comincia a respirare forzatamente con calma “Non aggiungere voglia di ucciderlo a quella che ho già. Andiamo a cena?” chiede e l’altro annuisce. Vanno alla mensa rimanendo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri almeno fino a quando il più grande spezza la tranquillità “Quindi saremo cognati se riesci a conquistarlo” urlato in mezzo alla mensa universitaria, ma soprattutto davanti alla sorella maggiore del ragazzo che gli piace. Mitsui cerca di distogliere lo sguardo mentre Ren si avvicina “E di chi sei lo spasimante Rei o Ryo?” la guardia cerca di allontanarsi ma viene riacciuffato dalla ragazza “Quale dei miei fratelli, potrei darti qualche consiglio”. “Senpai Miyagi ti ringrazio ma il tuo ragazzo ha battuto la testa da piccolo, e vede cose dove non ci sono” cerca di sembrare tranquillo, nonostante stia fremendo. Si sta torturando le mani e cerca di allontanarsi ancora mentre la ragazza si aggrappa al suo braccio “Qualeeee? E daaaiii” cerca di convincerlo “Nessuno, nessuno. Ho da fare” si allontana e si dirige verso la palestra con passo marziale borbottando.

Le lezioni del pomeriggio sembrano interminabili, il capitano della squadra dello Shohoku sta scrivendo qualcosa su un quaderno e poi lo passa alla compagna di banco “Secondo me dovresti spostarlo in due” e anche lei segna qualcosa e lui sembra approvare. In un angolo della classe ci sono due grosse valige, che attendono la fine delle lezioni così come i proprietari. “Prendiamo lo Shinkansen delle 18, quando abbiamo finito le lezioni andiamo tutti a prendere il treno” dice lui “lo so Ryota, ho organizzato tutto io, anche il fatto di arrivare un giorno prima” sembra elettrico e lei nota la maglietta che porta sotto la divisa e sorride carezzando una mano al compagno di classe. “Sono disperato, non so se metterli in stanza insieme o no, forse si, almeno nessuno deve spostarsi di notte.” parlano sottovoce e il professore li ignora. “Stanza insieme, non vorrei sentire le lamentele di Hanachan soprattutto perché io e Haruko saremo in stanza insieme.” lui annuisce “sono un po’ geloso, voi potete fare le cosacce e io non ho nessuno con cui farle.” lei ridacchia tappandosi la bocca con la mano “Oh io conosco qualcuno che farebbe cosacce con te tutto il giorno.” lui la spinge piano e lei gli sventaglia una mano. L’ultima campanella scolastica suona e i due con uno scatto degno di Bolt recuperano le valige e si dirigono all’uscita raggiunti dopo poco da tutti i compagni di squadra. Lo Shohoku si muove in gruppo a piedi e arriva alla stazione in poco tempo, hanno i posti riservati sul treno ad alta velocità notturno. Le coppie si siedono vicino e gli altri giocatori fanno gruppetto, solo il capitano rimane da solo. Si raggomitola sul sedile e prova a dormire come stanno facendo gli altri, ma il sonno tarda ad arrivare ripensa a quelle labbra ruvide che lo hanno sfiorato e sono settimane che non fa altro, nonostante non capisca perché un gesto di qualcuno ubriaco lo abbia colpito così tanto. Ripensa a quella mattina al ritiro, quella in cui si è svegliato presto e riposato nonostante abbia diviso il letto singolo con un ragazzo fisicamente ben piazzato. Si è svegliato con la mano di lui nei capelli e istintivamente si porta una mano tra i riccioli a scompigliarli, la sensazione di vuoto che lo ha assalito quando si è alzato e quella carezza è cessata lo fa sussultare, sotto la divisa sta indossando ancora una volta la maglietta di Mitsui, che ormai ha perso il suo odore da molto tempo, ma non riesce a smettere di fare questo gesto, quello di cercare la calma di quella mattina in quell’indumento. Dopo un po’ sente qualcuno che gli si siede vicino, la persona più inaspettata che sta viaggiando su quel treno. Non dice niente come al suo solito, ma quasi di prepotenza fa poggiare il capitano contro la propria spalla “Devi dormire” sussurra con quella voce che è così raro sentire. Rukawa è un ragazzo a cui piace passare all’azione, non è uno da grandi discorsi. Il capitano accetta il gesto travolto dalla spontaneità dell’altro. “Perché? E Hana?” chiede meritandosi uno sbuffo in risposta. “Non dormi e devi essere riposato, lui dorme di brutto e per stasera non ha bisogno di me, e io appena ti addormenti mi addormento”. Se nei due anni di militanza nella medesima squadra Miyagi ha capito qualcosa del numero 11 è che ogni suo gesto è ponderato, e nulla è lasciato al caso, quindi cerca di rilassarsi contro la spalla del compagno. Impiega ancora qualche minuto per addormentarsi, sente l’odore della pelle dell’altro come estraneo, ma piacevolmente rilassante è qualcosa che sa di pino e ammorbidente. Si addormentano entrambi e vengono svegliati da Sakuragi che ha l’accortezza di svegliare il proprio ragazzo delicatamente senza incorrere nelle sue ire mattutine. “Ragazzi tra dieci minuti arriviamo a destinazione” sorride e Rukawa di slancio lo bacia mentre Ryota rimane imbambolato a guardarli, non lo fanno spesso, ma qualche volta dopo gli allenamenti è successo di intravederli. Il suo cuore comincia a battere più forte e la mente va a delle labbra al sapore di alcol, così diverse dalle labbra di qualche ragazza che ha baciato in precedenza. Se chiude gli occhi riesce a sentirne la consistenza contro la propria bocca, contro le proprie dita. La sua mente gli fa uno scherzo che non si aspetta si sofferma sul ricordo di quelle gambe e di quel sedere tonico che ha fissato per almeno un’ora prima del suono della sveglia e della bussata del moretto. “Ragazzi state dando spettacolo, la vecchina del 7b sta per avere un colpo” i due si dividono di scatto e poi si rendono conto che al 7b c’è Haruko che li guarda con l’occhio di triglia tipico degli anime. Esce dalla sua impasse personale mettendo in imbarazzo gli altri due.
Il giorno libero è servito a tutti, senza allenamenti, senza scuola e senza preoccupazioni ognuno di loro è riuscito a concentrarsi al massimo per le partite del campionato nazionale. Le prime gare scorrono veloci e le sentono alla loro portata, in semifinale si scontrano con il Ryonan guidato da un Sendo in grande spolvero. La partita comincia in salita con la perdita del salto a due da parte dello Shohoku, il primo quarto finisce 18 a 5, e gli avversari cominciano a rilassarsi, sbagliando la valutazione sugli avversari che si portano sul 29 pari poco prima della pausa lunga. I dieci minuti tra il secondo e il terzo tempo Anzai da qualche indicazione ai ragazzi, e poi li lascia liberi di confrontarsi “Dobbiamo mantenere la calma, li abbiamo battuti molte volte dall’anno scorso, noi siamo più bravi, e dobbiamo dimostrarlo” parla Miyagi rivolgendosi soprattutto alle matricole “E voi due, cazzo vi ho preso un po’ per il culo, riprendetevi, ne sentirete di peggiori da persone peggiori di me.” li avverte, e si ritrova in un abbraccio spezza ossa del centro “Uccidere il play non ci porterà alla vittoria” le matricole sussultano, è forse la seconda volta che sentono una frase completa e di senso compiuto, che non preveda insulti al rosso, da parte di Rukawa. “voi due, seguite gli schemi, ricordatevi che li cambiamo anche in corsa.” continua lasciando tutti senza parole per i quattro minuti successivi, in cui vanno sotto canestro a fare un po’ di passaggi e tiri liberi. Il cambio di campo sembra portare una svolta nella partita il Ryonan, se pur guidato da Sendo che mette in campo tutto il suo geniale talento sembra sparire sotto gli schemi vari e ben fatti dello Shohoku. La partita volge al termine e ci sono quindici punti di differenza, l’incolmabile divario porta i ragazzi in casacca rossa ad accedere alla finale.

La finale sembra una copia della partita con il Ryonan, un inizio difficile. Alla fine della prima metà della gara lo Shohoku insegue con un divario di otto punti, ma alla fine della partita si aggiudica il campionato nazionale con un divario di dodici punti. Lo scorer parla di un’efficienza sbalorditiva in difesa, e una precisione estrema nel tiro a canestro, e tutto questo perché ogni buona giocata parte da un buon passaggio. Festeggiano e ridono, piangono e si abbracciano, nessuno avrebbe scommesso su di loro, nessuno ha scommesso su quasi nessuno dei singoli fino all’anno precedente, e ora stanno raccogliendo i meritati frutti della loro passione e del loro impegno.

La cosa strana alla fine della premiazione è la sensazione di vuoto, la sensazione di sentirsi incompleto del capitano, che elargisce sorrisi, che non sente veri, tiepidi rispetto alla felicità della vittoria. Passato il picco di adrenalina si ritrova in albergo a fissare una parete, mentre gli altri festeggiano ballano e cantano, solo un altro giocatore si tiene fuori da questa bolgia; come è successo sul treno Rukawa si avvicina a Miyagi non dicendo niente, gli siede vicino, così vicino da sfiorarsi, ma non fa nessun gesto, nessun incoraggiamento. “Come hai capito che ti piacessero i ragazzi” gli viene chiesto. “Per me è stato facile, ho sempre sognato qualcuno che potesse tenermi testa, e per qualche mese alle medie ho pensato potesse essere Ayachan, ma poi ho avuto l’erezione più dolorosa della mia vita dopo aver visto un senpai nella doccia, e da là tutti i miei sogni erano pullulati della sua immagine.” le parti sembrano invertite il play, solitamente molto comunicativo risponde con un timido “Hn, grazie”. Le sue sicurezze circa la sua eterosessualità vacillano, o forse prende solo atto che non erano altro che favolette che si è raccontato per molto tempo. Ha sognato Mitsui molte volte dal primo incontro tra loro, al suo primo anno nel corridoio della scuola, lo aveva insultato, ma la cosa che non riusciva a togliersi dalla mente è di quanto fossero belli quei capelli neri e quegli occhi così scuri da sembrare pozzi senza fondo. I sogni erano continuati anche dopo la rissa, quando si era svegliato in ospedale con una commozione cerebrale e un sacco di contusioni abbastanza gravi, ma nulla di irreparabile. Giocare insieme era stato poi catartico nei sogni se lo era ritrovato nel letto, si era ritrovato tra quelle braccia forti, aveva desiderato che lo abbracciasse che gli passasse le dita tra i capelli, si sono intensificati nel periodo buio della loro amicizia, o quel che fosse visto come si son trattati, sono diventati più espliciti, sempre sogni che finivano in bagno con una sega di consolazione. Ha accettato l’invito al compleanno con curiosità e ha scelto il regalo che sapeva avrebbe fatto più piacere all’altro, una maglia di Jordan originale, che arrivava direttamente dagli Stati Uniti, comprata là durante una vacanza con la famiglia quando aveva quattordici anni, in realtà ne aveva prese due, una la teneva gelosamente nascosta a tutti, l’aveva trovata in un mercatino di quelli che si vedono nei film dove la gente mette tutto fuori e l’aveva pagata a poco prezzo per essere quello che era, ma che in realtà aveva prosciugato la sua paghetta, solo per quello scarabocchio col pennarello che la padrona pensava ne abbassasse il valore, anche se non era propriamente così. Nella sua mente la sua fortuna era finita quel giorno, e poi erano state sempre lotte, battaglie e guerre in tutti gli ambiti della sua vita. Anche adesso era in guerra con quello che sentiva, con il desiderio di sentire ancora quelle labbra sulle proprie, in guerra con quello che la società e la sua famiglia vorrebbe per lui. Le regole della famiglia Miyagi sono poche tra queste però c’è quella di non fare quelli strani, il che vuol dire che già l’orecchino è uno strappo alla regola, ma entro i ventidue ventitré anni bisogna sposarsi con qualcuno del sesso opposto e cominciare a fare figli, almeno un paio meglio tre. Suo fratello era stato bravo in questo a vent'anni si era sposato con una brava ragazza e adesso lui era zio di quattro bellissimi nipoti una coppia di gemelli di quasi quattro anni, una bambina di due e un piccoletto di sei mesi, Ren era fidanzata ma prima voleva finire l’università, e i loro genitori già storcono il naso a questa scelta, ma lei è troppo intelligente per cedere alle loro pressioni, e poi c’è lui il piccolo di casa in tutti i sensi, è l’ultimo figlio, l’ultimo nipote, è il più basso della famiglia quello col fisico più piccolo, quello meno intelligente rispetto alla campionessa di scacchi, quello che ancora non ha la fidanzata giusta, e comincino a mettergli pressione e ha solo diciotto anni appena compiuti, e non li ha festeggiati, solo la squadra gli ha portato una torta agli allenamenti. Non si è mai permesso di indugiare su un corpo maschile, non si è mai chiesto perché avesse avuto quella reazione eccessiva nei confronti di quelle che erano chiacchiere sul basket, niente di più di un flirt impacciato. “Ti lascio da solo” la voce di Rukawa lo risveglia dai suoi pensieri, e vede il ragazzo allontanarsi per poi raggiungere Sakuragi e tirargli uno scappellotto facendo partire la rissa, e ora gli viene da ridere perché le forme dell’amore che ha davanti sono così diverse, ci sono Haruko e Ayako, così discrete, un amore sulle note della musica classica, magari impetuosa, ma sempre così contenuta ed elegante, ci sono i suoi genitori che sono come una vecchia canzone degli anni cinquanta dove l’uomo protegge la sua donna dal mondo e lei fa la casalinga, poi ci sono quei due casinisti, il loro è punk, il loro amore è una protesta contro tutto quello di brutto che può succedere, ed è un amore folle, a tratti sembra odio e questo lo spiazza, nella sinestesia di associare i sentimenti alla musica trova che questo lo abbia influenzato più volte, la sua amicizia con Ayako è come le quattro stagioni di Vivaldi, variegata e molto intensa. Il rapporto con la sua famiglia può essere riassunto con il suono delle unghie sulla lavagna, non che non lo amino, o che lui non voglia bene loro, ma sembrano incompatibili sulla maggior parte della visione della vita, e adesso questo, questa musica di sottofondo, a tratti un rock melodico, a tratti un suono metal, che spazia dalla ballata più dolce a dei momenti in cui il black metal sembra l’unica musica da ascoltare, e come sempre ne è attratto, i suoi gusti sono musicalmente variegati, ma non riesce a stare troppo a lungo lontano dal rock e dal metal, ciclicamente deve ascoltare di nuovo qualcosa, o la fissa del momento è ascoltare cover di canzoni pop in chiave rock e metal. “Lui è rock e metal” dice mentre i pensieri son ancora fissi su questo suo associare la musica alle persone e ai sentimenti. I festeggiamenti vanno avanti ancora per molte ore, raggiunti anche dai giocatori del Ryonan che festeggiano il loro terzo posto ai campionati nazionali dopo molto tempo che non riuscivano a presentarsi sulla piazza più importante del basket liceale. “Chi è rock e metal” il porcospino si siede accanto al capitano della squadra che li ha stracciati, e lo fa con calma e il solito sorriso perfetto. “Ah, eh? No nulla” arrossisce e guarda da un’altra parte. “Io penso che Hisachan sia molto metal” il tono è malizioso, come sempre e l’aver nominato il perno dei propri pensieri fa sussultare Miyagi. “Ti pensa spesso sai?”. Se non fosse seduto su un comodo divano sarebbe caduto a terra come una pera cotta “Chi?” chiede solo per velare il proprio imbarazzo al sentire quell’affermazione. “Miyagi, siamo abbastanza grandi per non nasconderci dietro un dito e credere di esserci riusciti, lo sai a chi mi riferisco.” un sbuffo esce dalle labbra del più piccolo “te lo concedo Sendo. Ti stupirebbe se ti dicessi che lo penso spesso?” i capelli immobili sulla testa che si muove sembrano quasi un porcospino su una testa. “In realtà? No, non ne sono per nulla stupito. So che ti ha baciato, so che avete dormito nello stesso letto al ritiro, mi racconta tutto”. “Lui è proprio fatto di rock e metal, e ho paura” non aggiunge altro sospirando e tirando le gambe sul divano e sedendosi sul bracciolo, aumentando la distanza dal proprio interlocutore che continua a sorride. “Paura di essere felice? Paura perché è un maschio? Paura perché per il primo anno di conoscenza vi siete mandati all’ospedale?” Sendo è rilassato, si è svaccato con fare casuale sul divano mentre l’altro dondola sul bracciolo, agevolato dal fisico sottile. “di tutto e di niente”. “Il Giappone sta cambiando, ora quasi esclusivamente i vecchi hanno problemi con i diritti altrui, con l’amore degli altri. In lui potresti trovare sostegno, lui che ha fatto della sua presa di coscienza una guerra contro il mondo intero, e contro di te in particolare. Se ti dico queste cose è perché gli voglio un bene dell’anima, non sono uno che va a parlare di queste cose a giro” vengono interrotti da due ragazze più grandi e molto sensuali che propongono qualcosa al capitano del Ryonan. “Ora se vuoi scusarmi, devo prendere il premio di consolazione per essere arrivato solo terzo” si alza e se ne va mano nella mano con le due ragazze, lasciando il play nuovamente da solo e con altro a cui pensare.

Ren Miyagi si trova nella stanza del dormitorio di Mitsui e attende che il fidanzato sia pronto. “Forse se mi fossi fidanzata con una ragazza avrei dovuto aspettare meno” si lamenta con l’ex compagno di squadra del fratello. “Ah, non lo so, non sono mai uscito per un appuntamento” lo guarda bene “Eppure sei un così bel ragazzo” si complimenta “Sono stato un teppista, e sai non è un’attività che ti lascia molto tempo per il romanticismo.” Lei lo osserva mentre lui sta cercando di studiare da un grosso libro, con scarsi risultati visto che l’esercizio sul quaderno è ancora intonso. “Quando ti sei accorto che ti piaceva Ryota?” una domanda a bruciapelo gli occhi scuri sgranati in un’espressione stupita, le labbra carnose socchiuse e un leggero rossore sulle guance lo fanno sembrare ancora più affascinante, la voce è calma nonostante il corpo dia l’idea del disagio che sta provando. “Tu, come?” le chiede e lei ride, è alta per essere una ragazza, è più alta di suo fratello, i lineamenti sono simili, ma differiscono i colori, gli occhi di lei sono di un bel verde chiaro e i capelli sono castani, mentre quelli del fratello sono di un bel bruno, così come gli occhi. “A parte il discorso di quel cretino del mio fidanzato? L’ho capito quando eravate in ospedale, sai ti ho visto venire a spiarlo di notte, quando pensavi che tutti dormissero. Lui sussulta e lascia cadere la matita. “La nostra famiglia non è una cosa facile” gli dice e Hisashi la guarda stupito “ci sono delle regole ferree, ed io ne sto infrangendo qualcuna, intanto non ho lasciato l’università appena trovato il fidanzato e ancora non sono sposata, alla mia età mio fratello maggiore era già padre di due gemelli. Non dobbiamo fare cose che potrebbero portare imbarazzo alla nostra famiglia. Mi ricordo ancora le lotte per quell’orecchino che Ryo ama tanto.” l’affetto per il fratello minore traspare dalle sue parole “Mai e poi mai essere troppo affettuosi, si perde di forza, è una cosa da deboli” gli spiega e lo lascia senza parole. Kioshin arriva ed interrompe la conversazione definitivamente e mentre escono la ragazza torna indietro e dice “tu lo puoi salvare da quelle regole, sei abbastanza forte e selvaggio” torna sui suoi passi ed esce dalla camera che il fidanzato condivide con la matricola.

I giorni passano, e non sono giorni leggeri, sono giorni di studio disperato e di allenamenti in attesa dell’arrivo del ritiro pre-mondiale che li esonererà dalle lezioni, ma non dalle verifiche e soprattutto dagli esami finali.

Ryota Miyagi diciotto anni, play, studente del terzo anno allo Shohoku, per la prima volta da quando è alle superiori è riuscito a passare gli esami di fine trimestre con una media di voti invidiabile, ha riversato tutta la frustrazione per la situazione in cui si trova, una presa di coscienza di un innamoramento profondo, così diverso da quelle cotte, da quelle ragazze che non lo hanno nemmeno considerato, che non hanno visto oltre la sua altezza, o il suo orecchino. Non ha bisogno di persone così, e l’unica donna che avrebbe mai potuto sposare è felicemente fidanzata con un’altra ragazza. La famiglia di lei ha accettato Haruko come una seconda figlia, per fortuna, Haruko, come lui non ha una famiglia all’avanguardia, sono tradizionalisti e nostalgici di periodi idolatrati e creduti migliori. I suoi muscoli si sono irrobustiti, e ha perso quel poco di forma ancora da bambino che gli era rimasta, ora è un giovane uomo, di altezza media che porta l’orecchino, e che ha capito di voler di più di un matrimonio e dei figli, ha capito di voler vivere in un ambiente pieno di amore e non uno pieno di convenzioni. Ha preparato le valige, non solo quella per Sapporo e i mondiali, ma anche quelle con le proprie cose preferite, ed una in fondo all’armadio con una cuccia, una ciotola e un guinzaglio di Daiki, è il suo cane è sua responsabilità i suoi sono stati chiari, e lui non vorrebbe altrimenti. Con gli altri si sono trovati a Tokyo, l’unico esonerato da questo viaggio è Kei che già si trova dall’altra parte del paese, si sono mossi con l’aereo e per qualcuno è la prima volta in volo. Sakuragi sembra un bambino di cinque anni, e per tutto il volo guarda fuori dal finestrino raccontando storie su quelle piccole macchine che portano piccole persone, e rende il viaggio piacevole, anche se queste persone potrebbero essere dei Tanuki o solo delle bestie fantastiche. Volano per meno di due ore, Miyagi e Mitsui sono ai lati opposti della solita fila ognuno ad un finestrino, divisi da due sedili occupati da altri compagni e un corridoio dove passano le hostess. Hisashi si toglie la felpa, sull’aereo fa caldo, e rimane con la canottiera che gli ha regalato Miyagi, sembra distratto e non si è reso conto dell’effettiva vicinanza del ragazzo che gli ha donato quella maglietta. Il suo compagno di volo non è nella cerchia di quelli di Kanagawa è un ragazzo di Tokyo “Bella, dove l’hai presa?” il volo ha rilassato i nervi tesi della guardia che risponde “Me l’ha regalata il ragazzo di cui sono innamorato ormai da tre anni” questa frase arriva anche al lato opposto del corridoio. “Scusa, fammi passare” dice al ragazzo che ha di fianco e si ritrova nel corridoio proprio davanti al giocatore di Tokyo, che lo Shohoku ha battuto in finale. Non dice niente guarda fisso Mitsui come se questo potesse dargli le risposte che sta cercando, come se la maglietta che indossa gliele potesse dare, è quella che ormai non restituirà più al proprietario che però la riconosce. Non si parlano non sull’aereo e non prima di aver partecipato ai mondiali. Non capitano in camera insieme. Mitsui è in camera con il proprio migliore amico, mentre Miyagi è in camera con Kei di Sapporo. Cominciano in sordina l’esperienza mondiale, si stanno scontrando con ragazzi che hanno più esperienza di loro, qualcuno addirittura ha già calcato i parquet, magari solo in panchina, con le nazionali maggiori. Rosicchiano punti importanti nella fase a gironi e riescono ad arrivare in semifinale. Le due semifinali vedono pezzi da novanta del basket mondiale e il Giappone, che si affaccia con un nuovo gruppo di ragazzi affiatati sul campo e potenzialmente letali. Si scontrano contro la corazzata USA, e perdono, non è una brutta partita, ma la superiorità è netta, loro vengono da una nazione in cui il basket è al limite dell’idolatria, la scelta è ampia e i ragazzi hanno già giocato a livelli mondiali, con la nazionale u17, sono esperti, sono fisicamente studiati per giocare nel migliore dei modi. L’altra semifinale è tra la Serbia e la Russia, nazioni con giocatori altissimi e dai fisici possenti, anche i più grossi giapponesi sembrano delle bamboline in confronto. La perdente si scontrerà per il terzo posto con il Giappone, la squadra sfavorita del torneo, e che invece sul campo nazionale ha brillato grazie alle stelle e all’ottimo gioco di squadra.

L’avversario del Giappone è la nazionale della Russia, uno squadrone di dodici ragazzi di altezza superiore ai due metri, anche il play è alto forse supera il metro e ottantacinque*5 . La partita parte come d’abitudine per lo Shohoku di quell’anno, e per i 3/5 di quella nazionale con un primo tempo da dimenticare e una gara in salita, ma dopo la pausa lunga e un quintetto di soli ragazzi di Kanagawa riescono a recuperare e stare ad una distanza da un punto dall’altra nazionale. Negli ultimi secondi del quarto tempo sono sotto di due punti, sono stanchi fisicamente e mentalmente. Il play sembra sentire la presenza della guardia tiratrice e con un No Look perfetto gli fa un passaggio da manuale e Mitsui riesce a mettere dentro un tiro da tre, di quelli che fanno cantare i cori degli angeli, e subisce un brutto fallo da parte del difensore, che commette un antisportivo che prontamente la terna arbitrale sanziona, il tiro libero viene realizzato e la palla è in mano a Sendo che passa a Miyagi che lancia a canestro Sakuragi che chiude a cinque centesimi dal termine della partita con un poderoso slam dunk e una serie di autocelebrazioni, la partita finisce al tocco di palla del passaggio della Russia. La nazionale U19 giapponese è la terza al mondo, e a nessuno dei giocatori adesso importa di chi sia la prima al mondo, tranne per un euforico Sakuragi che dice “Se vincono gli Stati Uniti e vincono con più punti rispetto a come hanno vinto con noi allora siamo superiori alla Serbia” in campo i festeggiamenti durano poco, lo devono lasciare per dare spazio alla vera finale.

Quando tornano in albergo l’allenatore li elogia “sono felice che abbiate risposto alle mie aspettative, qualcuno si è mostrato in questa vetrina e potrebbe avere dei risvolti positivi per la carriera futura. Mi dispiace di aver scoperto qualcuno solo alla soglia dei diciannove anni, purtroppo Mitsui il prossimo anno non potrò lavorare con te, anche se ti convocherò fino a dicembre per gli allenamenti.” La guardia fa un profondo inchino “Grazie sensei” l’uomo sorride “avrai occasione di sfruttare il tuo talento” gli dice e poi “Ragazzi le altre valutazioni le faremo tornati a casa. Tra un mese avremo il prossimo ritiro, ora siete liberi di festeggiare il meritato terzo posto”.

L’atmosfera è rilassata e i ragazzi vanno tutti insieme in un pub aperto anche ai minorenni, e come tali vengono trattati e riescono a festeggiare con bibite analcoliche, cazzeggiando come se fossero amici da sempre, uno strano e rumorosissimo duo sta facendo scherzi di dubbio gusto a tutti gli avventori, che però non sembrano troppo infastiditi dalla coppia di scimmie urlanti che le stanno travolgendo. Appoggiato ad una parte con una bibita in mano Mitsui sembra non prendere parte alla caciara dei festeggiamenti, anche il migliore amico lo ha abbandonato per andare a seguire qualche gonnella. Il play si avvicina con in mano una birra e la passa all’altro. “Come hai fatto?” chiede bevendo un sorso della bibita frizzante e amarognola “Una ragazza mi ha chiesto cosa volessi, e mi ha preso la birra” scrolla le spalle “E Kei cosa voleva da te?” cerca la gelosia è malcelata dalle parole appena pronunciate “Ha provato a baciarmi” il più piccolo parla sinceramente e viene incalzato da un Mitsui sempre più nervoso “e tu cosa hai fatto?” il tono si alza di un’ottava “Mi sono scansato, e gli ho detto che non sono interessato.” La voce trema ad entrambi ma Miyagi si fa coraggio “è vero quello che hai detto in aereo?”. La guardia chiude gli occhi scuri come la pece e sospira “si è vero, volevo attirare la tua attenzione parlando con Ayako”, in risposta riceve un “adesso mi sento veramente stupido” si fa passare la birra e ne beve due generose sorsate per poi passare di nuovo la bottiglia all’altro, che beve a sua volta ad occhi chiusi sospirando appena alla fine della sorsata. Sta per passare nuovamente la bottiglia a Ryota quando invece si ritrova il corpo tonico e sottile di lui schiacciato addosso, il ragazzo in punta di piedi e le sue labbra stampate sulle proprie in un bacio impacciato, quando si riprende dallo shock iniziale passa un braccio attorno alla vita dell’altro e si abbassa leggermente per agevolare il bacio. Una danza di lingue che sembra essere la cosa più giusta da fare. Quella sensazione di completezza che pervade entrambi e li cristallizza nel tempo.



Parole Sparse

Ho rubato il titolo al libro di una mia amica e questa storia non c’entra una cippalippa con la sua, e nemmeno la mia cultura musicale. Grazie a lei ho assistito alla mia prima e unica opera dal vivo, e ho scoperto che prima di Beautiful l’opera svolgeva su per giù la stessa funzione, e con trame ben più arzigogolate.

*1 Capelli a broccoli: ho visto un anime su una squadra universitaria di Cheerleader, tutti ragazzi, e di cui non ricordo il titolo in cui c’era un personaggio che urlava “Broccoli” per presentarsi perché aveva i capelli a forma di broccoletto.

*2 Il Weimaraner o bracco di Weimaraner è una razza di cane dal colore grigio è spesso chiamato il fantasma grigio

*3 Nella cultura giapponese il sensei, sta in piedi e gli allievi si siedono in segno di rispetto. Nelle arti marziali gli allievi sono in ginocchio ad ascoltare il maestro che fa le sue lezioni anche filosofiche e morali.

*4 Ho trovato un meme con la foto di un campo da basket e la dicitura Suicide Squad. Il suicidio è quel sadico esercizio per cui corri dalla riga di fondo fino a toccare ogni riga presente sul campo, e se il campo è polisportivo fai i chilometri. Spesso è usato come esercizio “consolatorio” alla fine di una partita persa.

*5 Anche la mosca atomica, il mitico Pozzecco, che visto con la nazionale sembrava puffo pazzoide in realtà supera il metro e ottanta. 

Avrò dimenticato qualcosa sicuramente... Forse ci sarà un seguito....


  
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