La Germania dichiarò guerra alla Russia il primo agosto, passata la metà del mese mio marito e altri soldati partirono per gli acquitrini della Prussia orientale. Sono volutamente sintetica, lo strazio era appena iniziato, cerco di non ricordare..
Per soffrire meno.
Alessandra aveva organizzato un ospedale militare a Carskoe Selo, decidendo di frequentare con le due figlie maggiori un corso per infermiere.
A Tannenberg, in Prussia, i russi rimasero schiacciati tra i prussiani e le sabbie mobili,con perdite ingenti.
Fu allora che iniziò a dirsi che se il conflitto andava male era colpa della Nemka, la tedesca, la zarina.
Ci si aspettava una vittoria rapida e facile, l’esercito russo era immenso, uno schiacciasassi, peccato che mancassero addestramento, armi e munizioni..
…………….
“Che bello, uno spaniel.”
“Già come lo chiamerai, Zarevic? Vedo che ti rimane simpatico” avevo parlato con sua madre, prima, certo che prendevano un cucciolo, davo allo zarevic una cosa che voleva e mi toglievo io, sua campionessa.
E gli lasciavo un ultimo segno, qualcuno con cui stare, un cane sarebbe stato meno solo di me
“Joy. O Achilles “ Stringendo il cucciolo che gli avevo regalato tra le braccia, osservandone il piccolo muso scuro, le buffe orecchie. Rapito. Contento, e sul momento non rilevava il mio viso scavato, che ero un corvo in lutto, abbracciò me e il cagnolino, almeno avrebbe avuto qualcuno che sarebbe stato sempre con lui, fedele, che non lo avrebbe lasciato, vedi sopra.
E tanto ero oltre la misura.
Volevo solo chiudere gli occhi e non svegliarmi mai più.
Almeno da morta non avrei patito in quel modo.
Moralmente, una diserzione, tu ci sei sempre stata, lasci così, specie Alessio.. bugiarda su tutto, tranne che era vero che mi voleva bene, il cagnolino era solo un palliativo.. ed uno scarico di coscienza, tardiva.
“Meglio Joy.” Gioia in inglese, che ironia, che sarcasmo, ma lui doveva stare bene, senza sentire le mie bestemmie, i piani di congedo e fuga.
Era cresciuto, ancora, sarebbe diventato alto e ben fatto,mi abbracciò per la vita rovesciando il viso, premendolo poi contro il busto, annotando il mio vestito scuro, da lutto, alla fine, che Luois fosse morto non glielo avevo detto, e tanto… lui ascoltava tutto, sempre, anche se non pareva..mi si serrò addosso, stretto.
“Le mie storie le ricordi. “ una cosa che gli lasciavo, un dono d’amore, l’ultimo del mio cuore spezzato, e tanto ero vuota e spenta, nulla meritavo.
“Certo. Sempre”
“Cat. Quando torni?” Un sussurro che finsi di non sentire.
Probabilmente mai più. Non tornerò mai più.
Gli diedi un bacio e mi congedai, approfittando di una scusa. “Cat..”
Younger now... than we were before
I am with You