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Autore: Dappyna    08/05/2005    0 recensioni
(Everworld) Il futuro di April visto dal mio punto di vista dopo la battaglia degli Hetwan. C'è anche quello degli altri ragazzi, ma non preso particolarmente in considerazione. Una ficcy per la festa della Mamma! R&R
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers : I personaggi non sono miei ma della cara Applegate, mentre la canzone è dei cari amici Backstreetboys. Io li uso soltanto per far divertire me e gli altri! ^_^

Dediche : Alla mia mamma e a tutte le mamme del mondo per augurarle una felicissima festa della Mamma e alla mia sister per dedicarle qualcosa di nuovo invece delle solite ficcy di Beyblade.

Note : Non so se molti di voi hanno letto la serie di Everworld. Io personalmente l’ho trovata molto carina, anche se devo dire che la serie in inglese era meglio della versione italiana. Secondo me la serie inglese è trattata meglio. Comunque anche se non conoscete la storia la potete leggere ugualmente perchè non parla dei libri in se, ma del futuro dei ragazzi dal mio punto di vista, dopo la battaglia degli Hetwan.
Ovviamente One-shot perchè è di un solo capitolo, però non si sa mai che mi metta a fare il seguito di questa storiella e shonen-ai perchè c’è un piccolo accenno nella storia ad un amore fra due ragazzi.
Spero solo che non faccia molto schifo come prima ficcy su Everworld!

Si accettano suggerimenti miglioramenti e critiche!


BUONA LETTURA!!!



“THE PERFECT FAN”

By Dappyna




Il sole stava tramontando. Faceva capolino dietro agli alberi illumminando tutto con i suoi raggi caldi e prottettrici. Non c’era niente che non riusciva a non risentire di quell’improvviso calore estivo. Gli uccellini erano intenti a giocare tra i rami degli alberi, rincorrendosi a vicenda, come dei bambini. I fiori erano prioettati verso il calore del sole venendo illumninati completamete dai suoi raggi. Anche il vento faceva il suo gioco. A volte si innalzava per calare quella temperatura troppo elevata, soffiando leggerlemnte sugli alberi e su tutte le altre cose presenti per rinfrescarle. Sembrava che facesse danzare le cose al ritmo di una musica sconosciuta. Non c’era un rumore che potesse infastidire quella bellissima quiete. Il cielo era azzurro come il colore del mare caraibico, facendo sembrare tutto ancor più bello e luminoso. Anche se era primavera i fiori e gli animali non riuscivano a risentirne. Credevano che fosse errivata l’estate per quanto il sole riuscisse a riscaldarli. Era troppo magico quel posto per poter essere considerato come un luogo comune del pianeta Terra. Trasportava mille emozioni per tutto il mondo, rivelanado quanto il sole fosse magico. I fiori degli alberi erano sbocciati con i loro mille colori e il verde dei prati era diventato luccicante e colorato alla vista di chiunque. Qualche foglia autunnale spiccava da sotto gli alberi più grandi, ma non vi si dava tanta importanza perchè sembrava portasse ugualmente la primavera. Quanto magico si poteva definire quel posto non lo sapeva nessuno. Il solo poterlo ammirare scaturiva qualcosa di strano nell’animo delle persone. Arrivava fino al cervello di chiunque facendo provare le brezze dell’estate. Estate che era giunto alle porte più rapida che mai. Lo si ammirava in silenzio il paradiso. Lo si ammirava dolcemente. Penetrava nella pelle di chiunque facendo scaturire emozioni contrastati tra rabbia gioia e tristezza. Era un addio all’inverno. A chiunque vi fosse capitato. Non era difficile immaginare il luogo. Era talmente bello e inumano che pareva uscito da un racconto delle fiabe. Era troppo bello per essere vero quel luogo. Intanto il vento aveva cessato di soffiare e aveva celato un’atmosfera di abbandono. Sembrava come se volesse immedesimarsi con le piante e con la terra stessa. Abbandonava tutte le cose che possedeva per poter stare a contatto con la Madre Terra, bella e potente. Sembrava il mondo delle fate e degli spiriti quel luogo incantato.
Forse era veramente un luogo fiabesco, quanto surreale e magico ...
Una ragazza se ne stava seduta su una sedia, di quell’immenso Paradiso, cercando uno spunto per cosa scrivere a sua madre, lontana miglia e miglia da dove era situata lei in quel momento. Guardava quell’immenso paradiso a testa bassa, come se fosse preoccupata e triste per qualcosa che sarebbe dovuto accadere. Quel giorno doveva essere, almeno secondo il calendario, l’8 di maggio, ovvero la festa della mamma.
Continuava a guardare e riguardare la lettera indirizzata a sua madre cercando di capire e dare un senso a quelle parole che tanto gli facevano male all’interno del suo cuore.



* It takes a lot to know what is love
It's not the big things, but the little things
That can mean enough
A lot of prayers to get me through
And there is never a day that passes by
I don't think of you
You were always there for me
Pushing me and guiding me
Always to succeed
*



April mancava da casa da più di tre anni, o almeno così lei credeva. Aveva cominciato ad abituarsi a quell’idea che oramai non sarebbe più potuta ritornare indietro da Everworld. La chiave per poter accedere al Vecchio Mondo era oramai stata uccisa. Rotta inesorabilmente.
Tante volte aveva pensato a cosa sarebbe successo se lei e tutti gli altri fosserò stati ancora capaci di viaggiare tra Everlworld e il loro Vecchio Mondo.
Forse sarebbe riuscita ad andare a scuola e a finire gli studi, compreso quello spettacolo su Rent che non era mai riuscita a fare. Il suo sogno di diventare attrice, ma oramai era andato perso nel nulla. Dove viveva adesso non c’era un luogo dove poter imparare a diventare attrice, e nemmeno uno dove ti davano corsi di canto. La Domenica andava sempre in chiesa nel loro Vecchio Mondo, facendo amicizia con molti dei ragazzi che la frequentava. Era un bel posto, sopprattutto il reverendo che la gestiva era un uomo pieno di risorse e anche molto gentile. April amava parlare con lui di tutte le cose che le passavano per la mente, eppure non gli aveva mai accennato di Everworld. Neanche della sua sorellastra, la chiave, Senna.
Quando fu trasportata in quel mondo aveva creduto di essere in un sogno. Più o meno lo era, perchè quando si addormentava ritornava nel mondo Reale, il Mondo Vecchio, ma questa era successo prima cnora che Senna venisse uccisa. Troppe cose erano successe da allora. Troppe cose da raccontare e da spiegare. Eppure non riusciva ancora a crederci.
La sconfitta degli Hetwan. La morte di Merlino. La fuga di Jalil. L’amicizia nata e vissuta tra Christopher e David, che non si sapeva ancora se si trattasse veramente di amicizia, dato che i due non riuscivano mai a stare l’uno senza l’altro. Sembrava come se volesserò nascondere qualcosa agli altri, ma April ovviamente aveva già capito tutto. Non avrebbe mai pensato che potesse nascere un così forte legame tra il pagliaccio di corte e il forte e spietato Generale Davideus. Per non parlare di Jalil, che li aveva lasciati dopo che gli Hetwan erano stati sconfitti. Diceva di sentirsi strano in quel mondo, come mai lo era stato, e voleva trovare la propria felicità da qualche parte in quel posto di pazzi e strampalati. Il sogno di Jalil era andato distrutto. Era logico che voleva allontanarsi per poter viver meglio la sua vita. Dopo che aveva abbandonato la famiglia e tutto il resto con un solo biglietto, non poteva far altro che chiudersi in se stesso cercando di non pensare a tutte quelle persone che avevano letto quel pezzettino di carta. Eppure anche David e Christopher pur essendo felici, sembravano tristi.
Anche lei lo era. Dopo aver abbandonato la cosa che amava di più al mondo e tutte le sue amiche era caduta in uno status di semi incoscenza. Tutto quello che aveva fatto nella vita reale era andato distrutto. Il solo pensiero la rendeva estremamente triste. Dopo che gli Hetwan sparirono da Everworld, non ci furono più nemici da battere, ma soltanto tristezza e depressione. Fin quando tutti loro avevano la guerra per la testa potevano pensare a quello che sarebbe successo il giorno dopo se fosserò ancora vissuti, ma il punto adesso era che non c’era qualcosa che poteva distaccarli dai loro pensieri attuali. Non c’era un nemico o un mostro da battere. Niente di niente se non la depressione. Erano crolati tutti. Jalil era stato il per poi toccare ad April e ai due ragazzi. Nessuno era riuscito a resistere.
Per quanto lei provasse ad essere felice non ci riusciva. Anche se aveva oramai fatto le sue amicizie nell’Olimpo e con vari dei sia terreni che non, non poteva dimenticare tutte le cose passate della quale le hanno donato momenti felici e sereni. Il solo pensarci le lacerava il cuore. Il sapere che nessuna di quelle persone le avrebbe più riviste in vita. Le faceva talmente male che ci piangeva e si torturava di giorno e di notte. Il solo sapere di aver lasciato indietro la sua passione, che sapeva non sarebbe mai riuscita a coltivare, non le dava tregua. Era al limite di tutto quello che poteva fare e vivere in quei momenti. La felicità alleviava il dolore, ma restava pur sempre allìinterno del suo cuore e questo la faceva sentire terribilmente in colpa per tutte le persone che cercavano in qualche modo di rendersi utile.
Una lacrime solcò il foglio che doveva essere indirizzato a sua madre. Ogni anno ne faceva uno diverso, per ricordarsi di tutti i bei momenti passati insieme alla persona che più amava al mondo. Il solo dover pensare che era in un altro mondo fuori dalla sua portata di mano, la metteva terribilmente a terra. Il suo cipiglio si tramutò in una smorfia di dolore facendola sentire inerme. Tutto quello nella quale poteva credere non esisteva in quel mondo. Non c’era quella figura umana che ti aveva cresciuto fino a quel momento. Non poteva sentirla al suo fianco come una persona reale. Era troppo lontana e indissolubile. La voleva vicina più di ogni altra cosa al mondo per poter essere nuovamente felice, eppure sapeva che non sarebbe stato così.
Quella lettera tremava tra le sue mani e i suoi gesti. Era così profonda e intensa che nessuno sarebbe riuscito a percepire quanto dolore vi c’era dentro di essa. Per il suo cuore era troppo.
Quel giorno, lei e sua madre lo festeggiavano generalmente in un ristorante, un bel posticcino sul lago. In quel nuovo mondo l’aveva trovato, ma si era dovuta portare addosso il grosso fardello che si teneva appresso da molto tempo. L’unico che le permetteva in qualche modo di andare veramente avanti con la sua vita.



* You showed me
When I was young just how to grow
You showed me
Everything that I should know
You showed me
Just how to walk without your hands
'Cause mom you always were
The perfect fan
*



Lacrime cadevano incessantemente sulla pergamena. Erano tutte quelle lacrime di dolore che stava versando per l’unica persona importante quanto una sorella in quel mondo ...



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Buona festa della Mamma carissima!
Ne è passato di tempo da quando ci siamo sentiti l’ultima volta, vero mamma?
Ultimamente sono succese tantissimo cose, tra le quali alcune belle e altre cattive.
Per esempio, David e Christopher non passano mai il loro tempo che l’uno con l’altro. Non sono mai stati così felici insieme. Finalmente dopo tanto tempo sono riusciti a rivelare i propri sentimenti l’uno per l’altro. Ne hanno avuto del fegato per farlo, ma poi dopo il primo incontro non ci sono più stati problemi perchè sono riusciti ad accettarlo con molta serenità. Hai capito benissimo mamma! Ora stanno insieme come una vera coppia. Certo, anche se sono due maschi, l’amore non dovrebbe avere dei limiti, o no? In fondo l’unica cosa che fanno è divertirsi e stare insieme eppure so che se fossi nel Mondo Reale non sarebbe così. Li disprezzerei comunque, perchè non sono quello che io definerei normale, ma dopo quello che ho passato direi che questo tra di noi è abituale. Ancora non riescono a crederci che sono omesessuali. David ieri mi è passato a raccontare quello che stanno facendo in questo periodo. Sono andati a trovare gli Elfi. Stanno tutti bene e hanno portato dell’ottimo cibo, sopprattutto carne bovina. L’ho mangiato ieri sera! Era buonissimo! A parte questo sono contenta che almeno loro due hanno trovato la vera felicità. Sono contenta per loro!
Jalil non si è fatto più sentire. Sarà in giro per il mondo come al solito, scoprendo nuove cose.
Gli dei dell’olimpo hanno appena organizzato una festa la settimana scorsa. Inizialmente non sapevo se andarci o meno, ma poi i ragazzi mi hanno convinto. Il mio cavaliere è stato veramente gentile. Con uno come Eros, come faccio a non essere cotta a puntino? Era bellissimo quella sera e anche io non ero da meno. Verso la fine della festa quando mi ha accompagnato a casa, mi ha baciato, come una ragazzina alla sua prima esperienza, ma mi è piaciuto tantissimo che l’ho ribaciato ancora. Però non è successo niente. Anche se ci siamo baciati per adesso siamo solo amici ... Ma ancora per poco! Te lo dico io!
Ti ricordi quando ho avuto il mio primo cavaliere? Mi sembra che sia passata una vita da quando è successo! Eppure è successo qualche anno fa. Mi ricordo quando mi chiesi con chi uscivo. Io ti dissi che era un amico, ma tu avevi capito che non era così. Mi feci l’occhilino e poi andai subito a prepararmi. Il vestito che mi misi quella sera non era paragonabile a quelli che sarebberò venuti successivamente, ma era carino in se. Mi desti il bacio del ‘divertiti’ e me ne andai accompagnata dal mio cavaliere quando me ne uscì da casa. Quando ritornai tu eri ancora sveglia. Scusami mamma per averti fatto tener sveglia quella sera!
Tante altre cose sono successe fino a quel momento. Tante quante le stelle del cielo, sempre pronte ad infondermi coraggio, come te del resto. Come te e nessun altro.
Mi ricordo quanto sei stata felice quando ti ho raccontato che avrei fatto parte del musical di Rent. Eri così felice e anche io lo ero. Anche io lo ero. Mi hai infuso così tanto coraggio e fiducia che non ho mai mollato. Nemmeno quando non riuscivo a fare quell’acuto maledetto, tu eri li che mi dicevi che ce l’avrei fatta. Giorno e notte eri li che mi infondevi il coraggio ad andare avanti a fare quell’acuto maledetto che non riuscivo a fare. A volte mi mettevo giù a mille, ma poi tu eri li a rialzarmi nuovamente a dirmi che non era difficile. A dirmi quanto ero brava ... E alla fine ce l’ho fatta veramente a cantare quell’acuto. Ce l’avevo fatta perchè c’eri tu che infondevi coraggio mamma! Pensavo che quando mi avresti sentito cantare allo spettacolo avresti visto quanto mi hai aiutato a fare tutto ciò e invece non è mai successo mamma ...
Non sono arrivata a fare in tempo quel concerto per la scuola e sono rimasta qui a Everworld. Scusami mamma! Mi ero impegnata così tanto a fare quell’acuto! Volevo fartelo sentire di fronte a tutta la scuola! Scusami mamma! Scusami!


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