Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Il cactus infelice    05/10/2019    3 recensioni
C'è un inaspettato bambino nella pancia di Harry e Draco non ne è sorpreso; questo è semplicemente il loro tipo di fortuna.
Oppure: la storia di come Draco e Harry hanno rimesso insieme le loro vite.
Questa storia non appartiene a me, ma è una traduzione dall'inglese. Il titolo originale è lo stesso, l'autrice è shamelessnameless. La trovate su AO3. L'ho talmente apprezzata che ho pensato di dovervela condividere.
Io sono la traduttrice.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Sei

Si sono visti a malapena; quando Harry era andato a Parigi dopo una settimana di silenzio dopo la festa, Draco gli aveva aperto la porta depresso ed esausto.
“Cosa vuoi, Harry?” gli aveva chiesto in tono stanco ed Harry si agitò, non capendo nulla, il terrore che gli ostruiva la gola. Cosa ho fatto, continuava a chiedersi con disperazione.
“Volevo solo vederti”, aveva detto, “non hai risposto alle mie chiamate né ai miei messaggi ed ero - preoccupato”.
Draco colpì piano la testa contro il legno della porta contro la quale era appoggiato.
“E non riesci a immaginare perché?” chiese molto piano, ed Harry lasciò cadere la testa.
“Ti prego”, tentò di dire. “Mi dispiace, ho solo - Draco -“.
“Mi serve spazio”, disse Draco. “Puoi almeno lasciarmi questo? Non penso sia molto da chiedere”.
Harry non osò guardarlo quando annuì, quando si girò, quando Draco imprecò dietro di lui e allungò una mano per circondare il bicipite di Harry.
“Mi dispiace che vogliamo cose diverse”, disse e Harry volle all’improvviso rannicchiarsi in un angolo e dire ma avevi promesso, mi avevi promesso che mi amavi. “E mi dispiace che non mi stia adattando bene”, Draco continuò, “e mi dispiace che questo ti stia - ferendo. Ma anche io soffro. Ti chiamerò quando sarò pronto, okay?"
“Okay”, Harry gracchiò e se ne tornò casa e cercò di non ubriacarsi fino all’apatia tutti i giorni prima delle undici. 

*** 

Poi zia Petunia morì otto settimane dopo il ventisettesimo compleanno di Harry. Harry ricevette una breve email da Dudley che gli diceva che la data del funerale sarebbe stata tra una settimana e che sarebbe stato contento se Harry fosse riuscito a partecipare.
Harry la lasciò nella casella dei messaggi ricevuti per giorni, incerto su cosa farne. Una parte di lui voleva andare e vederla essere sepolta sottoterra e concludere tutta la faccenda della sua infanzia, ma l’altra parte era terrificata da quel pensiero, spaventata di incontrare zio Vernon e Dudley.
Harry non ne parlò né con Draco né con Ron né con Hermione fino alla notte prima del funerale e alla fine tutto schizzò fuori da lui durante la cena con Ron ed Hermione. Glielo avrebbe chiesto prima, ma Draco era ancora distante dopo il compleanno e Harry era spaventato che non lo avrebbe ascoltato o che gli avrebbe detto che si doveva arrangiare e sia Ron che Hermione erano entrambi arrabbiati con lui ma non dicevano il perché. Harry era venuto a cena quella sera solo perché Hermione aveva detto che era preoccupata per lui e lui non voleva che si preoccupasse; le avrebbe fatto vedere che stava bene e lo avrebbero lasciato in pace.
“D’accordo, Harry”, disse Ron quando Harry finì di spiegare. “Cosa vuoi fare?”
“Mi serve un consiglio”, disse Harry. “Voi andreste se foste al posto mio?”
“Harry”, fece Hermione riprendendolo molto dolcemente.
“Lo so”, disse Harry. “Lo so che non ti piace darmi consigli su queste cose, ma io - se mi pentissi per non esserci andato? Non è che posso andarci un’altra volta. Se ci andassi e zio Vernon mi chiamasse strambo e io andassi fuori di testa e -“.
“Sshh”, fece Ron. “Non fasciarti la testa. Questo è il mio consiglio”.
“Ti prego, Ron”, disse Harry e Ron lo guardò per un lungo momento prima di scambiarsi un’occhiata esausta con Hermione.
“Qual è stato il tuo primo istinto quando lo hai saputo?” chiese Hermione.
“Che volevo andare”, ammise Harry e Hermione annuì. “Allora quella è la tua risposta”.
Quando Harry si alzò la mattina dopo non era più così sicuro.
Le sue mani tremavano da matti mentre si allacciava la cravatta. Era ridicolo in quel completo; gli pendeva addosso e Harry realizzò all'improvviso che doveva aver perso parecchio peso.
Andò giù in salotto pensando a dove materializzarsi quando intravide uno dei libri di Draco sul suo tavolino da caffè. Draco lo aveva lasciato settimane fa; potrebbe non venire mai a riprenderselo e il peso di quel pensiero lo demolì e all’improvviso divenne difficile respirare.
Se fosse andato al funerale ora, avrebbe dovuto farlo da solo. Era di nuovo solo ma non era solo questo - doveva essere Draco, non poteva essere nessun altro. Avrebbe preferito piuttosto essere da solo che con qualcun altro, qualcuno che non era Draco e rabbrividì al pensiero, le lacrime premevano contro i suoi occhi.
Era solo e questo era brutto di suo, ma era anche senza Draco e questo era orribile.
Harry stava per tornare al piano superiore a piangere quando il campanello suonò. Non aspettava nessuno ed esitò per un momento prima di andare alla porta e aprirla.
Draco stava ridicolmente bene nel suo completo babbano; anche Ron ed Hermione erano vestiti piuttosto elegantemente.
Il cuore di Harry lo fece sentire come se stesse per esplodere o implodere o trascinarlo via.
“Ehi”, disse Draco dopo un momento di silenzio e Harry tentò di ricambiare ma la sua voce se ne era andata, e dovette prima schiarirsi la gola, desiderando morire per il disagio.
“Bene”, disse Hermione. “Non eravamo sicuro se saremmo riusciti a beccarti”.
“Ehm”, fece Harry, sentendosi impotente e smarrito. “Ehm, non ho esattamente tempo ora - devo andare”, concluso in imbarazzo.
"Lo so?” fece Hermione confusa e Harry capì tutto d'un colpo che non poteva andare; quello che doveva fare era tornare di sopra e sedersi nella sua doccia.
“Non penso che lo farò”, disse e si guardò le scarpe. “che andrò, sapete. Dopotutto, penso che non lo farò - non farò questa cosa”.
“Perché no, Harry?” chiese Draco, e Harry sobbalzò all’udire la sua voce. Ron si mosse ma Harry non guardò nella sua direzione, continuò invece a guardarsi i lacci delle scarpe trasandati.
“È per caso perché il tuo completo è del tutto spiegazzato?” chiese Draco innocentemente, e Harry scrollò le spalle non potendo davvero ridere alla battuta.
“Non penso di poterlo - fare”, disse il più piano possibile perché una parte di lui non voleva che lo sentissero. “Sapete, andare là da solo e parlare con - loro -“.
“Verremo con te allora”, disse Draco come se fosse una cosa semplice, come se non fosse una cosa grande, e fece un passo avanti, la mano alla bacchetta.
“Lascia almeno che ti stiri questo per te”, disse Draco. "Quel completo è nuovo? Stavi pensando di iniziare a fare bodybuilding presto altrimenti perché hai comprato qualcosa che ti sta due taglie più grande? Il desiderio non basterà a renderti più alto, Harry”.
"Ehm no”, disse Harry e sentì la magia di Draco vibrare sopra di lui. “è il mio, uhm, vecchio completo. Quello che ho preso a Parigi”.
Draco si bloccò, la mano con la bacchetta cadde giù. “Oh”, disse dopo un momento, e poi si ritirò senza guardare l’altro. Guardò un punto lontano invece, sbattendo velocemente le palpebre.
“Come ci arriviamo?” chiese Ron. Sembrava molto calmo, come se dovesse sforzarsi per non urlare. “Ci sono stato diverse volte, quindi posso smaterializzarmi con Draco mentre Harry porta Hermione, okay?”
“Certo”, disse Hermione con decisione e si fece avanti.
“Dobbiamo andare alla cappella”, disse Harry. “Volevo materializzarmi al - cimitero vicino. C’è un’alcova. Posso - smaterializarvi tutti quanti, penso”.
“Bene”, disse Ron e lui ed Hermione si allungarono per toccare Harry. Draco fece un passo in avanti velocemente e circondò con la propria mano il polso di Harry.
Quando arrivarono a Little Whinghing strinse la mano di Harry una volta in più prima di allontanarsi, brevemente scontrando le loro dita.
La cappella era ancora vecchia come Harry la ricordava, a servizio delle famiglie di classe media che vivevano nel quartiere.
Il prete non era più lo stesso e questo non lo sorprese; quando Harry lo vedeva le domeniche era già piuttosto vecchio.
Draco disse qualcosa a Hermione quando Harry rimase immobile e poi Hermione andò avanti e prese Harry per mano, incollando le loro dita, e lo strinse finché non incominciò a camminare. La maggior parte delle persone venute a dire addio a Petunia erano già dentro e Harry vide la testa grande di zio Vernon torreggiare sopra quelle degli altri parenti. Vide anche Marge e il suo cuore iniziò a ticchettargli nel petto, e dovette impedirsi di lasciar andare Hermione per raggiungere Draco; non voleva uno scontro di urla ancora più innaturale di quello con zio Vernon. Non voleva che zia Marge guardasse Draco e lo chiamasse finocchio. Non era sicuro che Draco avrebbe lasciato perdere.
Draco li radunò in una piccola fila verso il fondo del gruppo e si fece spazio dopo Harry, premendo la propria gamba contro quella dell’altro quando si sedettero. Qualcuno diede loro la brochure del funerale e Harry la guardò, senza leggere alcuna parola quando la prima nota dell'organo fluttuò su di loro.
Il canto cominciò allora, stonato e pietoso, le poche persone presenti incapaci di riempire la cappella di suoni e fu orribile, e il ginocchio di Harry stava tremando, ed Hermione si protese e gli carezzò i capelli alla base del collo, mentre Draco invece gli poggiò la mano sul ginocchio, premendo dolcemente. Ron era vicino a Draco e l’unico che cantava insieme agli altri e Harry gliene fu grato.
Dopo la cerimonia, le persone si misero in fila per dire qualche parola di conforto a zio Vernon e a Dudley che stava davanti pronto a procedere verso la bara di zia Petunia e dire anche lui qualche parola. Harry non lo aveva visto quando erano entrati; era cresciuto molto di più di lui ed era ancora grosso, ma il suo petto si era allargato e definito e le sue mani erano grandi e ferme.
“Vuoi andare?" chiese Hermione ma Harry non era sicuro. Ron e Draco erano già in piedi e aspettavano che abbandonassero le loro panchine; quando Harry incespicò, Draco premette le loro spalle per un momento.
“Forse basta così, Harry?” gli chiese Ron, e sembrava preoccupato e Harry guardò in alto e adocchiò Marge che lo guardava da sopra le teste degli altri e lui si mosse in avanti come se avesse inserito il pilota automatico.
La faccia di zio Vernon era rossa e gonfia quando Harry si fu avvicinato, anche se non aveva pianto durante la cerimonia. Le sue labbra erano assottigliate quando vide Harry e Harry raddrizzo le spalle e protese la mano. Ci volle un attimo, ma zio Vernon la prese; Dudley si avvicinò e sorrise a Harry e disse Ciao, Harry in tono mozzato.
“Non sapevo avessi invitato anche i ratti dell’immondizia, Vernon”, disse Marge, ma Harry la ignorò, disse le sue condoglianze senza inciamparsi nelle parole. Zio Vernon annuì e Marge sogghignò, e Harry guardò nella bara e non ebbe alcun pensiero in testa, almeno finché non tornò da Draco, Hermione e Ron.
Il volto di Draco era impassibile mentre Ron sembrava a disagio e Hermione turbata, e Harry voleva solo appoggiare la testa sulla spalla di Draco e farsi tenere da lui; invece prese di nuovo la mano di Hermione.   
“Andiamo?” chiese Ron e Harry annuì, ma non apena furono fuori Dudley chiamò il nome di Harry.
“Harry” disse Dudley e mise la sua manona sulla spalla del cugino, al che Harry si trattenne dall’allontanarsi; la sua mano libera fece un piccolo movimento verso Draco e Draco si avvicinò un momento dopo, dicendo “tu devi essere Dudley”, quando Harry non aveva nulla da dire.
“Già”, disse Dudley. “Siete amici di Harry?”
“Sì”, disse Draco calmo. “Spero non ti dispiace se ci siamo uniti”. Non aggiunse il motivo per cui lo avevano fatto e Dudley mandò giù e disse che non era un problema.
"Senti, Harry”, disse. “Mi chiedevo - se ti andasse di incontrarci per una birra di tanto in tanto? Ci sono - Vorrei - ci sono alcune cose di cui ti vorrei parlare se non ti dispiace”.
Harry annuì e disse certo e Dudley gli sorrise.
“C’è un piccolo ricevimento alla vecchia casa”, disse Dudley. “Sei invitato ovviamente. Anche i tuoi amici. Papà e Marge e la zia Clara saranno lì e alcuni suoi amici del club di giardinaggio. Mi piacerebbe - se potessi venire. Ci sono alcune cose a casa che credo siano tue”.
“Certo”, disse Harry di nuovo con un sorriso falso e Dudley annuì e disse che sarebbe andato là in macchina e li avrebbe visti tra un attimo.       
“Non dobbiamo andare, Harry”, fece Hermione quando l'altro se ne andò.
Ron annuì con empatia. “Non lo so", disse Harry e guardò Draco e Draco lo guardò a sua volta, sicuro, deciso. “Deve essere Harry a decidere”, disse e Hermione annuì, Ron disse certo così frettolosamente che Harry era sicuro che avesse parlato con loro prima di venire qui; per questo facevano così poche domande e lui gliene era talmente grato che avrebbe potuto piangere.
Andarono alla casa.
Era come Harry la ricordava.
Vide Ron e Hermione guardare lo sgabuzzino e si sentì a disagio. Draco si presentò a Marge e probabilmente le fece una buona impressione perché tornò indietro con quattro bicchieri di punch e li distribuì; Harry bevette il suo troppo velocemente e Draco gli diede il suo.
La giornata era calda, la casa era calda. Harry finì in giardino, parlò con zia Clara che non aveva mai visto molto da piccolo. Era più tranquilla e meno dura di Marge e Vernon e quindi era okay parlare con lei. Vide Ron, Hermione e Draco parlare con Dudley e la cosa lo irritò, ma non andò da loro. Sembrava più semplice starsene fuori.
Gli ospiti cominciarono ad andarsene dopo un’ora di torta e punch e Dudley portò Harry al piano superiore nella sua vecchia camera. Nulla era rimasto uguale nella stanza che Harry una volta occupava. Era diventata un piccolo studio dove i lavori fatti a mano di zia petunia pendevano alle pareti e nell’angolo c'era una macchina da cucito.
“Qui”, disse Dudley e prese una piccola scatola di cartone dal cassetto e la diede a Harry. C'era del vecchio inchiostro e un piccolo soldatino giocattolo che Harry aveva trovato da piccolo, alcune foto di Harry e Dudley da bambini. C'era un piccolo asciugamano che usava lui e una spazzola a cui mancavano dei denti. C’era la maglia che Harry aveva indossato a uno degli eventi di lavoro di zio Vernon e una collezione di francobolli che Harry aveva iniziato prima di realizzare che nessuno gli aveva mai scritto una lettera, e una collezione di adesivi.
Dudley gli stava parlando, diceva cose riguardo la loro infanzia e che gli dispiaceva, ma Harry non stava ascoltando. Era tutto lì, era tutto ciò che c'era stato, e si sentiva improvvisamente svuotato. Non c’era nulla di più e Harry lo sentiva come un pugno nel petto.
“Stai bene, Harry?” chiese Dudley e ci fu un colpo alla porta; Draco era lì e lanciò un'occhiata alla scatola tra le mani di Harry e gliela prese. “Vi do un momento”, disse Dudley e se ne andò e Draco fu subito vicino a Harry, permettendogli di rannicchiarsi contro di lui ma Harry nemmeno ci riusciva anche se era tutto così disperatamente incasinato tra di loro.
"Stai andando bene”, disse Draco dolcemente dopo che erano passati alcuni minuti. “Ma lasciami portarti a casa. Penso sia abbastanza, non credi?” Harry annuì e Draco ridusse la scatola e la mise nella tasca del suo completo senza lasciar andare Harry, gli accarezzo i capelli e premette le labbra contro la sua cicatrice per un lungo attimo e Harry desiderò piangere perché tutto era confuso e troppo.
Al piano inferiore, Harry salutò zio Vernon e Marge; Marge annuì e anche zio Vernon e poi si ritrovarono tutti fuori, la mano di Draco sul suo gomito quando andarono in un piccolo vicolo dove Draco smaterializzò Harry all’appartamento di Hermione e Ron.
Finirono al loro vecchio pub dove erano soliti andare quando Draco viveva ancora a Londra e dopo alcune birre Hermione era stanca morta, Ron impassibile e Draco era come suo solito. La scatola di Harry era ancora ridotta nella sua tasca e Harry gli era grato che non avesse lasciato Ron ed Hermione vederla. Li ringraziò quando andarono tutti fuori attorno a mezzanotte e Ron disse quando vuoi, amico, ed Hermione aggiunse ti vogliamo tanto bene, prima di smaterializzarsi a casa.
Draco si voltò verso di lui e Harry tentò di mantenere il respiro calmo. Si sarebbero salutati e sarebbe finita lì, ma era comunque ancora grato a Draco di essere venuto quel girono, che lo avesse fatto per lui.  
“Se non ti dispiace”, disse Draco. “Vorrei fermarmi da te. Ho preso libero domani ed è piuttosto tardi per tornare indietro”.
Harry annuì senza osare chiedere altro e Draco gli prese di nuovo il gomito prima di smaterializzarsi a Grimmauld.
Una volta dentro, Draco si voltò verso Harry e gli fece scivolare la giacca dalle spalle, gli occhi intensi. Si piegò e avvicinò le loro labbra. Esitò per un momento, cercando con lo sguardo il viso di Harry prima di chiudere gli occhi e baciarlo, un bacio morbido, trattenuto, che fece sì che Harry lo cercasse quando si staccò. Draco sorrise e si piegò di nuovo per baciargli l’angolo della bocca.
“Mi sei mancato”, disse molto piano. “Vorrei - vederti di nuovo. Se per te va bene, Harry?”
"Ti prego”, disse Harry e si baciarono di nuovo, Draco gentilmente tracciava col dito lo zigomo di Harry.
"Niente promesse”, disse. “Non saremo esclusivi. Niente più bugie su quello che vogliamo. Possiamo farlo?"
Harry annuì, nervoso, incerto, il cuore spezzato a metà per le parole di Draco. Ma avrebbe fatto qualunque cosa - qualunque - per riaverlo.
“Andiamo di sopra”, disse Draco e Harry lo seguì, lo guardò in silenzio lanciare un incantesimo di pulizia sulla camera da letto, andare in bagno e riempire la vasca di acqua fredda per Harry, sedersi dietro di lui nella vasca per massaggiargli il collo. Alla fine, Harry si girò, ignorò l’acqua spandersi fuori e circondò con le braccia il collo di Draco e si rannicchiò contro il suo collo.
“Non mi volevano bene”, disse Harry e Draco si avvolse attorno a lui e disse. “No, non te ne volevano”. E Harry: “ero solo un bambino, Draco”, e Draco “sì, non era colpa tua”, e Harry “non capivo che - ero solo un bambino”, e Draco “è okay, Harry” e Harry “perché non mi volevano bene?” e Draco “Non lo so, tesoro, ma Ron, Hermione e io te ne vogliamo molto” e Harry “come puoi” e Draco “perché sì e tu te lo meriti e non smetteremo mai” e alla fine questo lo calmò e non disse altro.

*** 

Harry si svegliò la mattina dopo con Draco che gli accarezzava i capelli. Quando aprì gli occhi, Draco era a pochi centimetri da lui, la testa sorretta da una delle sue mani, mentre l’altra era impegnata a percorrere tutta la zona dal collo di Harry fino ai suoi capelli, senza fermarsi.
“Dovresti tagliarli”, disse Draco. “Ti stanno meglio se li rasi alla base e lasci i ricci giù. Sarebbe persino meglio se finalmente iniziassi a usare i prodotti per i capelli ricci che ti ho dato”.
“Hm”, disse Harry. Era allo stesso tempo eccitato, terrorizzato e spiazzato; ieri pensava che Draco avesse finito con lui e oggi Draco era qui, il petto premuto contro la schiena nuda di Harry, il pene premuto contro il suo didietro nudo. Draco ancora non era eccitato, ma ci stava arrivando.
“Harry”, disse Draco e si chinò per baciargli la base del collo, strofinando il naso contro i suoi capelli.
“Draco?” fece Harry; la sua voce era più alta e acuta di quanto gli piacesse, e Draco lo baciò, succhiando la pelle sensibile dietro il suo orecchio.
“Non ho idea del perché mi piaci così tanto”, disse Draco, quasi a sé stesso. “Perché sono ancora così preso da te dopo tutto quanto. Non so come mollarti”.
Harry cercò di alzarsi allora. Le parole di Draco erano come spilli contra la sua pelle e volle spostarsi, ma Draco gli circondò il busto come le braccia, alzò una gamba su quelle di Harry, lo tenne giù per il sedere e Harry mugugnò, il pene che si induriva contro la sua volontà.
“Non ci faremo mai più una cosa del genere, okay?” disse Draco, ondeggiando lentamente le anche nella piega del culo di Harry. “Non faremo più questi giochetti, okay? Ti amo, tu mi ami, e non funzioniamo insieme, ma possiamo ancora - amarci. Fanculo. Vedere i nostri figli crescere insieme, forse. Non dobbiamo essere così infelici a riguardo e perdere due chili in due mesi, okay?”
“Di cosa stai parlando?" gli chiese Harry e mugugnò quando Draco sussurrò un incantesimo lubrificante e poi un altro incantesimo per allargare l’apertura di Harry.
“Tu che sei una figura fissa”, disse Draco e spinse dentro, ed Harry si girò per baciarlo. Draco cominciò piano e poi accelerò fio a che non si trovò a sbatterlo fortemente, e Harry girò la testa nel cuscino così Draco non lo avrebbe visto in volto. Era allo stesso modo la migliore e la peggiore scopata della sua vita, la sentiva sia come una salvezza che come punizione e Harry mugugnò e gemette e piagnucolò fino a che non si ritrovò a piangere all’improvviso. Cercò di nasconderlo da Draco ma funzionò solo per un minuto o due perché Harry lasciò andare un sospiro che suonò sospettosamente come un singhiozzo e Draco si bloccò di colpo dietro di lui.  
“Harry?” disse col panico nella voce e Harry lasciò andare un altro sospiro singhiozzato e Draco balzò all’indietro, le mani che cercavano freneticamente di allontanare Harry dal cuscino.
Harry non ci riusciva però; era ancora eccitato e più confuso che mai nella sua vita e si aggrappò al cuscino dove nascose la faccia e singhiozzò.
“Oh mio Dio”, stava dicendo Draco. “cazzo, merda, ti prego - ti ho fatto male? Harry, merda, non lo volevi? Harry, oh mio Dio, ti prego parlami, ti prego-".
"Non voglio che ten e vai”, pianse Harry e Draco si schiacciò sopra di lui, calmandolo, lo strinse con le braccia più forte che poteva e poi premette il viso contro il collo di Harry e aspettò che Harry piangesse. Anche il collo di Harry si bagnò, ma Draco non esalò alcun suono.
Quando si calmò, Harry si girò nelle braccia di Draco. Draco era pallido e cereo, gli occhi cerchiati di rosso. I suoi occhi cercavano il viso di Harry quasi con disperazione prima di chinarsi e baciarlo. Draco non era eccitato, ma Harry ancora lo era e si sfregò contro gli addominali di Draco finché questi non lo prese in mano cominciando a masturbarlo, lentamente, gli occhi sempre fissi sul viso di Harry. Quando venne, Draco si chinò in avanti e gli succhiò il collo, baciò il suo pomo d’Adamo.
“Harry”, disse e Harry non sapeva nemmeno dire come suonasse, ma non suonava affatto come Draco. “Mi dispiace tanto. Non ho mai - questa è la cosa peggiore che io abbia mai fatto, e mi dispiace così tanto. Non so cosa mi sia successo e sono -“.
"Ti amo”, lo interruppe Harry, già sul punto di addormentarsi di nuovo; sentiva come se tutto quanto lo stesse raggiungendo in quel momento d’un colpo; la loro rottura, la reunion, zia Petunia, il sesso che avevano appena avuto - ed era improvvisamente stanco, esausto.
Draco fece un sono come se fosse stato preso a pugni nello stomaco prima di chinarsi e baciare le palpebre di Harry, la sua tempia. “Non ti merito, nemmeno ora”, sussurrò e Harry si addormentò prima di avere il tempo di chiedere cosa intendesse.

*** 

La volta dopo che si svegliò, un incantesimo di raffreddamento stava leggermente soffiando aria fresca su Harry; Draco aveva aperto la finestra e l’aria fredda proveniente dall’incantesimo e quella calda da fuori si univano che era una goduria.
Il sole era già alto nel cielo e Harry si stiracchiò; non riusciva a ricordare quando fosse stata l’ultima volta che aveva dormito così a lungo e si sentiva stordito e confuso.
Draco non era al piano superiore, e Harry si lavò i denti velocemente prima di andare giù a cercarlo. Non era in cucina e nemmeno nel salotto; il cuore di Harry cominciò a battere forte prima di vedere la porta del giardino sul retro aperta e esalò un sospiro di sollievo. 
Draco indossava solo una maglietta larga e gli slip. Era seduto sull’erba e scriveva qualcosa nel suo diario, una tazza di caffè vicina a lui. Guardò in alto quando l’ombra di Harry gli cadde addosso; i suoi occhi erano più chiari del solito e molto attenti.
“Ehi”, disse Harry e Draco gli sorrise, un contrarsi delle labbra.
"Non hai cibo in casa”, disse e Harry si sedette accanto a lui, senza toccarlo. “Ti rendi conto che ti serve del cibo in casa per mangiare del cibo, vero?” chiese Draco e si chinò per baciarlo.
“Ehm”, fece Harry e Draco rise e si alzò, allungando la mano verso Harry. “Andiamo a fare la spesa”, disse e Harry si lasciò condurre come sempre faceva quando si trattava di Draco.
Non menzionarono quel giorno mai più; Draco si rifiutò persino di scopare Harry per quasi metà anno e in seguito lo fece solo se c'erano altri come se non si fidasse di sé stesso, ma a Harry ci vollero secoli per fare quel collegamento.

***

Quattro settimane dopo che zia Petunia era stata sepolta, Dudley scrisse un’altra mail a Harry dicendogli che era a Londra il venerdì e chiedendogli se potevano incontrarsi. Harry la lesse e discusse della questione a lungo con la sua terapista e giovedì sera disse a Draco che sarebbe andato a Londra il weekend per incontrarsi con suo cugino e trascorrere un po' di tempo con Ron ed Hermione. Viveva ancora perlopiù lì ma il suo lavoro gli permetteva di poter lavorare da qualunque parte e si ritrovò a spendere molto tempo a Parigi. A Draco non sembrava importare cosa facesse e Harry ne era un po' scoraggiato, ma andava comunque all’appartamento di Draco quando sentiva che era più facile respirare con lui attorno.
Draco guardò in alto da dove stava leggendo sul divano quando Harry si stravaccò accanto a lui. Harry lanciò un’occhiata al titolo del libro - sopravvivere ai traumi e conseguenze a lungo termine sul benessere fisico - e decise di non chiedere come stesse andando la sua lettura.
Sapeva che stava lavorando su una pozione che funzionasse meglio di quella calmante grazie al fatto che andava a toccare centri specifici del cervello che si pensava influenzassero le differenti manifestazione della “calmezza”, come a Draco piaceva chiamarla; qualcosa che avrebbe aiutato qualcuno con l’ansia o gli attacchi di panico o la dissociazione perché queste cose non erano uguali. Sapeva che Draco stava pure lavorando su una pozione più duratura per curare i sonni disturbati alla stessa maniera; qualcosa da prendere contro gli incubi versus l’insonnia versus sonno profondo. Harry aveva guardato alcune delle ricerche e pensato che fosse interessante ma la cosa che meno capiva della magia erano le pozioni e quindi non si era disturbato nel cercare di capirlo. Sapeva solo che era qualcosa di lungo e lento, e Draco ne era scocciato; ne era scocciato di più da dopo il compleanno di Harry a dire il vero.
“Mi vedo con Dudley venerdì” disse Harry e prese ad agitare le mani. Draco mise via il libro e si chinò indietro contro il divano studiandolo.
“Okay”, disse. Questo almeno era rimasto lo stesso: Draco non diceva mai nulla sui piani di Harry o i suoi sentimenti all’inizio, aspettava sempre che Harry usasse le proprie parole.
“Non sono sicuro che sia una buona idea”, ammise Harry. “Sarò terribilmente dispiaciuto se non parlerà della nostra infanzia, ma allo stesso tempo non voglio parlarne con lui”.
"Questo è un po' un problema”, disse Draco, calmo, e Harry aspettò per un momento prima di chiedere.
“Vorresti venire con me?” gli chiese e Draco sospirò.
“Ho organizzato un esperimento oggi che devo monitorare durante il fine settimana”, disse. “Sarebbe una vera rottura e molto dispendioso se lo dovessi rifare. Se hai bisogno di me, forse sarebbe meglio rimandare”.
“Oh”, disse Harry, sentendosi piccolo. Draco non era mai mancato prima d’ora quando Harry gli diceva che non voleva andare da solo da qualche parte.
“Mi dispiace”, disse Draco e suonava davvero sincero, ma non lo aveva nemmeno più toccato molto dal funerale di zia Petunia, nonostante dicesse che tutto poteva tornare a com’era prima. Stava anche al lavoro di più. La notte non usava la testa di Harry come cuscino; il petto di Harry si sentiva come se ci fosse un buco lì dove di solito stava la testa di Draco.
“Non ti preoccupare”, disse Harry con un sorriso falso. “Chiederò a Hermione. O a Ron. Se mi verrà da piangere, è solo giusto avere uno di loro due che se ne occupino di tanto in tanto”.
“Non scoppierai a piangere”, disse Draco, molto calmo. “Sei molto avanti nel tuo viaggio di guarigione. Potrebbe non essere un incontro facile o confortevole con tuo cugino, ma sei del tutto capace di prendere la decisione di andartene se non ti trovi bene”.
“Grazie” disse Harry, senza guardarlo. Draco sospirò.
“Harry, mi dispiace davvero”, ripeté Draco dopo un momento. “Forse posso chiedere a Céline se lei può-“.
“No, va tutto bene”, lo interruppe Harry. “Capisco. Non è un grande problema. È solo - sarebbe stato bello avere te accanto ma posso farcela”.
“Puoi”, affermò Draco e aveva ragione.
Harry trascorse una serata piacevole con Dudley e non gli venne da piangere nemmeno una volta. Poi tornò all'appartamento di Draco e incontrò Hénry per la prima volta e dopo che Draco chiuse la porta della stanza per riprendere a scopare con Hénry, Harry andò fuori per prendersi un caffè e passeggiò tra le strade di Parigi per tre ore finché non trovò un angolo tranquillo in un piccolo parco dove spanse una lacrima o due.

*** 

“Non è che tu volessi essere esclusivo”, Draco proferì tre giorni dopo quando finalmente Harry trovò il coraggio di chiedere. Suonava amaro e ferito e Harry si allontanò da lui e non trovò alcun coraggio Grifondoro dentro di sé.
“Sono solo sorpreso”, disse alla fine. “So che non siamo ufficiali però - è in qualche modo improvviso e tu sei stato un po' - distante e se ti do fastidio mi tolgo di mezzo”.
Draco abbassò il capo e si strofinò gli occhi.
“Sai, tu non”, disse “è solo - io voglio - voglio solo qualche nuova esperienza, okay? Non è nulla di davvero serio con Hénry ed è di certo meno serio con altri amici miei, ma mi piace. Tu chiaramente sei a disagio quindi, qual è il problema, Harry?"
Sono completamente a disagio, pensò Harry, e non lo capiva; come poteva Draco andare dall’essere completamente cotto di lui a detestarlo in maniera così ovvia in così poche settimane. Ma davvero. Forse c’era qualcosa di davvero impossibile da amare in Harry dopo tutto; forse Harry alla fin fine era davvero del tutto andato a puttane.
“Non c’è alcun problema”, disse Harry molto piano. “Io - Tu -“.
“Harry, ti prego”, disse Draco e suonava impaziente, ma anche supplichevole, e Harry sentì come se il cuore dovesse schizzargli dal petto. “Spiegati. Devo ancora leggere quasi un centinaio di pagine prima di andare al lavoro domani”.
Harry mandò giù tutte le altre cose che avrebbe voluto dire, non sentendosela di inciamparsi nelle proprie parole. Draco lo aveva sempre aspettato in passato. “Penso che tornerò a Londra domani”, disse. “Devo andare sul campo presto e prepararlo. Non tornerò a Parigi per almeno tre settimane, penso”, e si girò.
“Okay?” chiese Draco, un sopracciglio sollevato.
Harry scosse le spalle. “Quindi avrai del tempo per te e il tuo - sai - ragazzo”.
“Ragazzo?” Draco biascicò. “È una scopata. E bella anche. Non esserne imbarazzato; so che non hai alcun problema con il sesso casuale”.
“Già”, sussurrò Harry e Draco lo guardò per un momento prima di tornare alla sua lettura e Harry andò in cucina e la pulì a mano e cucinò anche a mano e mangiarono davanti alla televisione senza dirsi alcuna parola e la notte Harry si rannicchiò attorno al suo cuscino e rimase sveglio finché non cedette al sonno, poi scivolò dal letto e si mise i vestiti e lasciò l’appartamento.
Le notti non erano più calde, ma Harry continuò a camminare a lungo, seguendo i propri piedi, lasciando la mente vagare.
Draco sedeva al tavolo in cucina quando tornò attorno alle cinque del mattino, l’aspetto esausto e stanco, un bicchiere di Whiskey Incendiario davanti a lui.
“Harry”, disse quando lo vide lì in piedi e lo abbracciò, percorrendogli il corpo con le mani. "Sei ferito?” gli chiese. "Dove eri? Perché non ti sei portato il telefono? Tesoro, non avevi nemmeno la tua bacchetta, tu-“.
“No”, disse Harry, strattonandosi dalla sua presa. Non lo voleva, la preoccupazione e il conforto. Non lo voleva finché Draco non avesse voluto lui.
“Mi dispiace che non mi stia adattando così bene”, disse Draco, la voce quasi rotta. “Mi dispiace di essere una rottura per te con le mie aspettative e le mie speranze”.
"Stavo solo camminando”, disse Harry con la sensazione che Draco stesse tenendo con lui una conversazione che non capiva. "Non riuscivo a dormire. Scusa se ti ho fatto preoccupare”.
“Non capisco quello che vuoi”, disse Draco esausto. “Perché mi tratti così, Harry?"
Harry scosse il capo senza capire e quindi lo abbandonò, se ne andò in bagno e fece la doccia più lunga della sua vita. Draco se ne era andato al lavoro quando tornò e Harry gironzolò, indeciso, prima di lasciargli un breve biglietto, preparare una borsa e andarsene a Londra. 

*** 

La prima volta che accadde, non avevano fatto sesso per sette mesi. Erano entrambi abbastanza ubriachi, quel tipo di ubriacatura in cui tutto è morbido e offuscato nei contorni, quando è più facile cercare la mano del tuo amante non-esclusivo-ma-comunque-l’unico-amore-della-tua-vita e avvolgerlo nel bacio che stavi condividendo con un estraneo nel club.
Quella prima volta non andò oltre i pompini, Draco e l’estraneo stavano guardando verso Harry che mugugnò; era dannatamente caldo che a malapena sapeva cosa fare di sé stesso. Ma dopo di che, andarono avanti piuttosto velocemente, come se avessero quasi trovato un modo per essere di nuovo intimi. Non fece tanto male quando Draco disse, stai così bene, amo il tuo cazzo, sii il mio bel ragazzo, proprio come quello, tesoro, ma c’era qualcun altro con loro; quelle parole potevano anche essere rivolte agli estranei e semi-estranei, e non gli spezzò il cuore condividere l’intimità e avere di nuovo Draco distante la mattina dopo.
Lo faceva sentire fortuitamente potente avere Draco protettivo nei suoi confronti quando lo facevano, quando diceva agli sconosciuti cosa fare, cosa piaceva a Harry, quando gli diceva di smettere di baciare Harry perché voleva baciarlo lui, quando impediva a loro di venire dentro Harry e ci veniva lui invece. Si sentiva come se Draco lo possedesse, come se appartenessero l’uno all’altro e Harry non era sicuro se fosse qualcosa di sano, ma lo voleva più di ogni altra cosa, specialmente nelle settimane in cui visitava Draco e trovava Hénry al suo appartamento. Non avevano fatto threesome con Hénry da un sacco di tempo e Harry non era sicuro del perché, ma gli sarebbe andata bene; questo era il momento esclusivo di Draco ed Harry ora che nulla era imbarazzante, quando era più semplice stare l’uno coll’altro come facevano prima, quando tutto ciò di cui avevano bisogno era un altro corpo tra di loro per poter essere di nuovo vicini, e divenne la cosa dannatamente preferita al mondo di Harry.

*** 

Scopare Draco con Hénry dall’altra parte divenne velocemente la sua cosa meno preferita. Non era solo che Hénry non rispettava i limiti che Harry cercava di imporre; non era che Draco dovesse rinforzarle ogni fottuta volta che lo facevano. Forse era il fatto che sembrava che Draco non la considerasse una cosa importante, che non gli importasse che accadesse di continuo, di dover dire ad Hénry - di continuo - di smetterla, di essere più attento o gentile o di andare piano.
Era per il fatto che l’attenzione di Draco non era al cento per cento su Harry quando Hénry scopava con lui; era ancora possessivo e intenso ma lo era anche con Hénry, anche se comunque meno rispetto a Harry.
Harry smise di farlo con loro dopo che Hénry lo schiaffeggiò in faccia mentre lo scopava. Draco non reagì bene, non vide Hénry per quasi un mese. Si sentiva palesemente in colpa, si vergognava di aver portato Harry in questa situazione, e Harry non poteva vederlo così; gli ricordava troppo il Draco durante i processi, durante l’ultimo anno a Hogwarts. E quindi continuò a dire che stava bene, che non gli importava, che era okay qualsiasi cosa Draco dicesse, continuò a dirlo finché Draco non gli credette e anche Harry quasi si convinse. Così tanto che non permise più a Hénry di scoparlo, che la loro dinamica cambiò e Draco divenne quello su cui l'attenzione era focalizzata - qualcosa contro cui Harry avrebbe lottato con le unghie e con i denti perché gli sembrava di condividerlo in questo modo - che fu qualcosa di cui non parlarono per un bel po' di tempo.

***

Tredici mesi dopo il maledetto 27esimo compleanno di Harry, diverse scopate con estranei dopo, un 28esimo compleanno trascorso senza aver fatto niente, e una promessa strappata a Draco che non avrebbe mai lasciato Harry solo, Draco venne attaccato da Fenrir Greyback mentre stava tornando a casa.
Harry arrivò all’ospedale prima che Draco fosse pronto a ricevere visite e voleva strapparsi la pelle di dosso finché Ron non arrivò e non gli prese la mano tenendola forte.
Hermione arrivò due ore dopo, ma Draco era ancora in terapia intensiva. Hermione li obbligò ad andare alla caffetteria per prendersi qualcosa da bere e un toast che Harry mangiò in automatico. Quando tornarono, Draco era stato spostato in una stanza privata, ma a Harry non fu permesso vederlo subito; solo la famiglia. Hermione marciò per litigare coi guaritori e, otto minuti dopo, Harry crollò su una sedia accanto a Draco perché non riusciva a stare in piedi una volta visto come era ridotto.
Il suo viso era terribilmente scolorito così come il petto che oltretutto si trovava sotto un incantesimo di guarigione o qualcosa del genere; Harry guardava con fascino morboso come i lunghi graffi delle zanne di Greyback si ricucivano lentamente da soli. C'era un pezzo di carne mancante dal fianco sinistro di Draco dove Greyback lo aveva morso e chiaramente era tenuto insieme da un incantesimo, ma ancora non si rigenerava come i segni sul petto. Il respiro di Draco era affaticato, non ancora regolare, un morbido sibilo usciva ogni volta che esalava e Harry immaginò che il suo naso dovesse essere pieno. Il suo piede sinistro era in una posizione strana e Harry guardò la fila di pozioni pronte sul comodino, notò anche la pozione Ossofast e fece una smorfia di empatia.
Harry avvicinò la sedia alla testa di Draco e si chinò per baciargli l’orecchio, attento a non disturbare il lavoro degli incantesimi sul fianco e il petto. Inspirò il suo odore per un lungo attimo, notando che il suo profumo era solo un po’ più diverso e si chiese, senza voler veramente una risposta, se fosse per le pozioni o perché era stato trasformato. Ron era sicuro che non si fosse trasformato, aveva detto ad Harry che la pozione Antilupo era migliorata e faceva sì che non ci si trasformasse dopo essere stati morsi se la pozione veniva somministrata entro dieci ore e Draco era largamente dentro quel margine.
Draco era stato attaccato da un Greyback parzialmente trasformato nel mezzo di una strada e usato come gomma da masticare, incapace di combatterlo dopo che gli aveva spezzato la bacchetta e lo aveva sbattuto sotto di sé. Draco sarebbe stato incazzato per la bacchetta, Harry lo sapeva, perché non gli piaceva andare da Olivander ma ogni altro fornitore di bacchette era inferiore. Draco sarebbe stato incazzato per l'umiliazione di essere stato sbattuto da Greyback e che gli Auror lo avessero visto così indifeso. Draco avrebbe negato a tutti quanti tranne a Harry che era spaventato da Greyback, lo era sempre stato da quell'estate al Manor quando Voldemort vi risiedeva. Dalle storie che gli raccontava, Harry poteva capirlo bene; avere un uomo fuori di testa come Greyback bramarti all'età di 16/17 anni, qualcuno che si tratteneva dal violentarti o trasformarti solo per la propria paura verso il padre, Lucius, non doveva essere bello.
Draco voltò il capo leggermente, lentamente aprì gli occhi dopo un momento e Harry lo guardò, lo osservò corrucciare il volto e sbattere le palpebre confuso.
“Harry”, mormorò e Harry si chinò e gli sussurrò che era lì.
“Che è successo?" sussurrò Draco, e Harry glielo raccontò e Draco si corrucciò ancora, e Harry si raddrizzò per prendergli dell’acqua.
“Non andartene”, lo supplicò Draco e Harry si affrettò a tornare da lui.
“Certo che no”, disse Harry. “Rimarrò con te finché non potrai andartene. Ti prendo solo dell’acqua”.
“Ti prego”, disse Draco, il petto che si sollevava, gli occhi spalancati e pieni di panico. “ti prego. Non andartene. Smetterò di darti fastidio, ma ti prego non lasciarmi ora”.
“Draco”, sussurrò Harry, un po' confuso. “Non stavo affatto pensando di lasciarti”.
Draco si voltò dall'altra parte e poi sollevò il petto in una grossa boccata d'aria e poi un altro e un altro ancora e Harry gli appoggiò una mano sulla gola, massaggiandogli la pelle fino ai capelli. Il suo collo era sudato e caldo, e Harry esitò un attimo prima di cercare nella tasca e prendere un fazzoletto che velocemente trasfigurò in un elastico.
“Ecco”, disse Harry e si chinò per raccogliere tutti i capelli sottili di Draco e fargli un codino disordinato alto sopra la testa. Era ridicolo, ma Harry pensò che gli importasse più di non essere scomodo. Draco si era tagliato i capelli una settimana prima, spuntandoli parecchio e aggiungendoci un po' di undercut che Harry amava tanto.
“Grazie”, disse Draco e suonava orribile, dolorante e roco.
“Fammi chiamare un guaritore e chiedere della pozione per il dolore”, disse Harry ma Draco scosse il capo.
"Se mi hanno dato della pozione antilupo, non possono usare altre pozioni ora”, disse in tono stanco. “Per questo le altre sono allineate lì. Solo un incantesimo per le ferite per alcune ore".
“Ma ti fa male”, disse Harry e Draco scosse le spalle e Harry si risedette e si chinò per guardarlo in volto e baciargli le palpebre quando Draco le richiuse.
“Ero così preoccupato”, disse Harry e il volto di Draco si accartocciò e stava di nuovo piangendo.
“Mi fa male tantissimo”, disse a un certo punto e Harry fece arrivare un guaritore solo per sentirsi ripetere le parole che gli aveva detto Draco.
“Non riesco a stare steso”, disse Draco dopo un'altra mezz’ora “Il mio fianco sembra essere stato mangiato. Chiamali di nuovo e digli di mettermi in un'altra posizione”, e Harry lo fece solo per vedere il guaritore rifiutargli anche quello.
“Deve esserci qualcosa che possiamo fare per aiutarlo”, disse arrabbiato, ma non c’era, e Draco dovette continuare a stare steso e Harry spostò la sedia sul suo fianco destro dove poteva massaggiargli petto e fianco, pressioni lunghe e ferme lungo l'addome e di nuovo su mentre Draco piangeva e iperventilava un po’ e gemeva e frignava. Harry impedì a Ron ed Hermione di entrare; sapeva che a Draco non sarebbe stato d'accordo col farsi vedere da qualcuno in quelle condizioni, essendo la persona orgogliosa che era. Ciò diede a Harry una scintilla di soddisfazione quando Draco rifiutò anche di vedere Hénry alcune ore dopo, rannicchiandosi contro il collo di Harry più che poteva.
"Ti tengo io”, disse Harry perché lui si era sentito bene quando Draco lo aveva detto a lui la prima volta e Draco sussultò e strinse la mano di Harry e Harry fece shhhh, sono con te, non avere paura, va tutto bene, ti terrò al sicuro e tu starai bene, te lo prometto.
“Harry, non ce la faccio, ti prego, fallo smettere”, disse Draco e Harry si chinò e gli carezzò il naso e l'orecchio e gli sfiorò la guancia con le dita e lo amò così dannatamente tanto che sarebbe potuto morire per lui. "Solo un'ora e mezza e poi è finita”, sussurrò. “Poi la pozione antilupo avrà fatto il suo lavoro e avrai tutte le pozioni antidolorofiche che potrai sopportare, okay?"
"Ho caldo”, disse Draco e Harry richiamò un asciugamano e lo bagnò con un aguamenti e glielo premette addosso, gli diede anche dell'altro giaccio tritato da succhiare. Gli legò di nuovo i capelli e gli tolse la coperta e lo rinfrescò con un fazzoletto che aveva trasfigurato in un ventaglio con decorazioni giapponesi e Harry non aveva idea di come potesse essere successo; non era mai stato in Giappone.
“Resti?” chiese Draco di nuovo quando il suo guaritore venne per dargli la prossima pozione e Harry gli circondò morbidamente con le dita la caviglia sana e gli promise che non sarebbe mai andato da nessuna parte, mai.

*** 

Draco dovette rimanere all’HMG per quasi una settimana ed era annoiato fino al limite dopo il primo giorno in cui non sentiva più dolore.
Molti dei suoi ex colleghi vennero per una chiacchierata e questo tolse visibilmente un po' della sua tensione, ma ogni volta che erano solo Harry e Draco, Draco si agitava, chiedendo a Harry di portargli del lavoro da casa o dall’ufficio, o di portargli un giornale o un caffè.
Stavano giocando a Schiopodo Sparacoda quando Hénry venne per la seconda volta. Draco esitò primo di permettergli di entrare, guardando verso Harry con cautela.
“Che?” chiese Harry, il più naturale che poteva.
“Resti?” gli chiese Draco, senza guardarlo. Harry ebbe la chiara impressione che non avesse voluto chiederlo, ma che ne avesse bisogno, che non poteva farne a meno e quindi Harry disse “certo” per la 20esima volta da quando Draco era stato ricoverato. Probabilmente era solo naturale essere un po' spaventati dopo l’attacco; Harry si rifiutò di preoccuparsene.
Hénry lanciò solo un'occhiata alla parte superiore del corpo di Draco e fece una smorfia, dicendo qualcosa in francese che aveva un sacco di nomi di animali. Draco rispose velocemente e poi tornò al loro gioco, rispondendo a qualche altra domanda di Hénry con aria casuale mentre si concentrava sugli Schipodi.
Il tono di Hénry presto divenne petulante e quello di Draco brusco e Harry non disse nulla finché Hénry non se ne andò.
“State litigando?" chiese e Draco scrollò le spalle e giocò con una leggera presa sul lenzuolo.
“È che non voglio parlare di questo con lui. Greyback, la mia storia con lui, come mi sento e blah blah”, disse Draco e Harry annuì e finse di capire anche se non capiva. Draco si era ostinato che ora Hénry facesse parte della sua vita, più importante di altri ragazzi che si era scopato negli ultimi mesi, e Harry lo aveva accettato, ci si era rassegnato. Aveva considerato di tornare a Londra stabilmente, smettere di andare da un appartamento all'altro per rompere una volta per tutte con lui, smettere di vederlo se non solo come amico, ma non era ancora riuscito a farlo. Draco gli aveva dato dei segnali confusi, trascorreva tanto tempo con lui per poi il giorno dopo fare un passo indietro, fargli tante coccole e essere affettuoso per poi diventare riservato e chiuso subito dopo.
Harry era preoccupato.
“E blah blah?” disse, prendendolo in giro leggermente e Draco alzò gli occhi al cielo, ma stava sorridendo comunque.
Draco lo faceva sempre per Harry, rendere le situazioni pesanti più leggere. Harry non era bravo in questo, ma ci provava.
“Sei stato un po’… instabile in questi mesi", disse Harry con molta cautela e Draco inspirò una grossa boccata d’aria e poi un’altra, e quando alzò lo sguardo per guardarlo i suoi occhi erano pieni di lacrime.
“Sei la persona più importante della mia vita”, sussurrò e Harry si avvicinò al suono rauco della sua voce.
“Anche tu per me”, disse Harry completamente perso e Draco chiuse gli occhi per impedire alle lacrime di cadere e inspirò profondamente.
“Allora cerchiamo di far funzionare questa cosa come amici”, disse Draco e la sua voce era rotta allora, e Harry gli prese una mano.
“Ora non funziona?” chiese, insicuro e smarrito. Qualcosa non andava da mesi e Harry non capiva.
Draco rise, una piccola risata sottile. “Sì, funziona. Non hai idea di quanto io ti sia grato per non lasciarmi attraversare questa cosa da solo, Harry”.
“Non ti lascio”, disse Harry duramente. “Me ne vado solo se me lo chiedi, ma non - finché mi vuoi”.
"Ti vorrò sempre”, sussurrò Draco, dolcemente. “mi dispiace”.
"Vieni qua”, disse Harry e si sistemò finché Draco non stava comodamente adagiato sul suo petto. “Dormi. Ti tengo io”.
“Grazie”, disse Draco e si rannicchiò più vicino e quello che importava non era che Harry non capisse qualcosa; Harry magari non capiva le cose al volo. Ma lo avrebbe scoperto. Andava tutto bene finché era al scuro tra le sue braccia.

*** 

Dopo che Draco venne rilasciato, Harry lo portò a Londra a prendere una nuova bacchetta e a vedere Blaise, Pansy, Hermione e Ron. Harry aveva già contattato Olivander riguardo alla bacchetta di Draco e gli aveva spedito i pezzi, sperando che Olivander potesse essere in grado di ripararla.
Non ne parlarono molto, ma Draco era agitato, toccava costantemente la mano di Harry o si aggrappava alla sua maglietta. Harry non diceva nulla perché sapeva che Draco allora avrebbe smesso e non voleva farlo rinunciare a quel comfort. Harry non voleva che rinunciasse a nulla, ora come ora.
“Hai la bacchetta, sì?” Draco continuava a chiedere mentre erano in fila alla metropolvere internazionale. Era agitato, continuava a guardarsi attorno nella fila, a premere il proprio corpo contro quello di Harry e Harry odiava vederlo così.
Gli circondò la vita con la mano dopo un momento. “Ho la mia bacchetta”, disse e cercò di suonare il più normale possibile. “Ho la mia bacchetta e le nostre valige e te, okay?"
Draco si rilassò allora, girandosi nella stretta di Harry. “Mi dispiace”, mormorò, e Harry lo abbraccio più forte. “Cosa dici sempre riguardo al chiedere scusa?” chiese e Draco rise un po’ emettendo un piccolo suono.
Draco era già tra le braccia di Blaise quando Harry uscì - okay, cadde - fuori dal camino. Si sistemò sotto l’attenzione di Blaise e Pansy, mostrò loro le cicatrici, ma Harry sapeva che era una farsa, che Draco le odiava e che gli facevano ancora male.
Cenarono al loro pub preferito e fu una serata abbastanza bella, anche se Hermione decise di non venire con loro. Era nel suo secondo trimestre e non stava bene, doveva trascorrere sempre più tempo al San Mungo.
Draco rimase esitante quando arrivarono al tavolo aspettando di vedere dove si sarebbe messo Harry quando Harry gli diede una leggera spinta verso Blaise prima di sedersi accanto a lui. Ron, anche lui propenso a cercare sempre un posto a sedere che lo facesse sentire sicuro, probabilmente lo aveva notato, ma Pansy e Blaise no, impegnati a parlare di alcuni loro amici italiani.
Ordinarono un po' di birre e Blaise prese in giro Draco e Ron e Harry parlarono del nuovo ragazzo di Charlie e dell’ossessione di Pansy per le riviste e Pansy diede una botta in testa a Blaise quando lui raccontò di una storia al quarto anno tra lei e un ragazzo più vecchio di un anno.
Era bello, amichevole, se la stavano passando bene - ma Draco era un fascio di nervi accanto a Harry che sapeva che Ron o Pansy non lo notavano; sapeva anche che Blaise invece lo aveva notato ma non ne sembrava particolarmente preoccupato.
Harry, d’altro canto, era molto preoccupato.
Cercò di stare più possibile a contatto con lui senza arrampicarglisi sopra, ma altrimenti cercò di ignorarlo, sapendo che Draco non la avrebbe presa bene se avesse provato a parlarne. Si assicurò di non lasciarlo per fare un altro giro, chiedendo a Ron di farlo per lui. Si assicurò anche di prendere in giro Draco di tanto in tanto, come facevano sempre, sperando che aiutasse.
Draco disse di aver bisogno del bagno dopo che finirono il terzo giro di birre e Blaise si unì a lui, facendo roteare gli occhi a Pansy e mormorare qualcosa riguardo a problemi di attaccamento.
Blaise tornò dieci minuti dopo con uno sguardo di disagio.
“Harry, potresti -“, iniziò, ma Harry si stava già muovendo.
Draco era seduto sul coperchio chiuso del bagno nell’ultima cabina, e tremava così tanto che non riusciva a stare dritto.
“Hey”, disse Harry cercando di chinarsi verso di lui, ma Draco si sforzò di alzarsi, afferrandosi a Harry e collassando contro di lui. Per un momento, continuò a tremare e poi inspirò un sospiro e poi un altro e alla fine stava piangendo. Harry aveva una mano sulla bacchetta e lanciò uno schermo di privacy attorno a loro, prima di stringerlo a sé.
Non aveva mai visto Draco piangere così, tanto, con singhiozzi forti che facevano tremare tutto il suo corpo, iperventilando e singhiozzando tra un attacco e l'altro di lacrime. Draco aveva pianto anche prima e Harry lo aveva visto, ma era sempre stato contenuto, o non lasciava affatto cadere le lacrime. Non aveva mai visto Draco così, un disastro tremante e singhiozzante, nemmeno all’ospedale e sentì il cuore spezzarsi in due.
“Draco, è okay”, disse Harry dopo un po', accarezzandogli i capelli con attenzione. "Sei al sicuro”.
“Io - Io non - non riesco”, balbettò Draco e si rannicchiò di più su Harry.
Harry premette un bacio tra le sue sopracciglia. “Shhhh”, gli ripeteva. “Va tutto bene. Lascia andare”.
E Draco lo fece; pianse così a lungo che si fece venire il vomito e Harry gli tenne la testa e gli ripulì la bocca. “Posso portarti a casa?” gli chiese quando Draco iniziò a calmarsi, ogni tanto singhiozzando contro la spalla di Harry.
“Ti prego”, disse e Harry lo afferrò più forte e dissolse lo schermo. Come si aspettava, Blaise era appoggiato contro la fila di lavandini, in attesa.
“Porto Draco a casa”, disse Harry e Blaise annuì, preoccupato. “Stai bene, Draco?" chiese e Draco tirò su col naso e disse con voce piccola “no”. Harry e Blaise si scambiarono un’occhiata.
"Ti chiamo”, disse Harry e strinse la presa su Draco.
Tornati a Grimmauld, prestò la propria bacchetta a Draco e lo guardò lanciarsi addosso una serie di incantesimi rinfrescanti. Harry sarebbe sempre stato pessimo in quelli.
“Posso stendermi?” chiese Draco, e Harry lo portò al piano superiore, lo avvolse nelle coperte del letto e rimase ad aspettare.
“Penso di avere bisogno diella terapia”, disse Draco dopo un po’ e Harry si posizionò nella sua stessa posizione fetale per guardarlo. “Forse è una buona idea”, sussurrò e guardò con dolore quando altre lacrime scivolarono lungo il naso di Draco.
“Ho già parlato con qualcuno dopo la guerra e ho parlato molto di Greyback. È solo che - essere di nuovo indifeso e con qualcuno che viola così il mio corpo - ha riportato tutto indietro, Harry”, disse Draco.
“Ne sono sicuro”, disse Harry piano. “Sono certo sia stata un'esperienza terribile. Ti serve tempo per riprenderti. Nessuno si aspetta che tu guarisca così facilmente”.
“So che è difficile", disse Draco. “Non me lo aspetto da un paziente, quindi so che non posso aspettarmelo da me stesso, ma lo faccio comunque, credo”.
"È più difficile quando succede a te”, sussurrò Harry. “Sapere come reagire. Cercare aiuto se ne hai bisogno. Ma sai che farei qualunque cosa di cui hai bisogno per aiutarti, e Blaise e Pansy e Ron e Hermione anche lo farebbero”.
“Lo so”, disse Draco. “Lo so questo. Sono solo - sai come sono riguardo all'accettare aiuto”.
“Stai andando bene ora”, disse Harry e Draco lasciò andare un piccolo sibilo, facendosi più vicino affinché potesse rannicchiarsi contro Harry.
“Ho davvero bisogno che mi porti da Olivander domani e che non mi lasci solo”, disse e Harry annuì, accarezzandogli la schiena. “Certo”, sussurrò e Draco sospirò, il corpo che lentamente si rilassava e alla fine entrambi si addormentarono.

*** 

“Buon compleanno”, disse Harry la mattina quando Draco lo raggiunse in cucina. Gli mise davanti una scatola di legno lunga e sottile e lo guardò divertito quando Draco alzò lo sguardo confuso su di lui. 
“Noi non ci facciamo regali”, disse. “E il mio compleanno era mesi fa”.
Harry scrollò le spalle.
“Puoi sempre restituirlo se vuoi”, lo prese in girò e lo guardò aprire la scatola e raggelarsi.
Aveva chiamato Ron quella mattina presto e gli aveva chiesto di andare a prendere la bacchetta da Olivander quando questi gli aveva scritto che la riparazione era andata bene. Harry al principio voleva portare Draco a provarla in modo che Olivander potesse fare gli ultimi aggiustamenti se ce ne fosse stato bisogno, ma dopo la sera al pub aveva pensato che fosse meglio saltare quella parte e andare al negozio solo se ce ne fosse stato motivo.
“Harry”, disse Draco, il tono commosso e vicino alle lacrime e un po' soffocato. “Come hai fatto?”
“Se vuoi i dettagli devi chiedere a Olivander”, rispose Harry e lo guardò prendere la bacchetta di Biancospino in mano, fare alcuni piccoli incantesimi di pulizia per provarla.
“È perfetta”, disse Draco con gli occhi lacrimosi. “Io - grazie”.
“Prego”, disse Harry e spinse il piatto con una completa colazione inglese verso di lui, osservando Draco che lo guardava come fosse un attacco personale.
“Che?” chiese, leggermente divertito e Draco lo guardò, gli occhi luminosi e confusi.
“Niente”, disse dopo un momento e aspettò a prendere un morso di cibo finché Harry non afferrò il proprio piatto insieme alla forchetta e al coltello. “È davvero buono, Harry”.
“Solo il meglio per te o non ne uscirei vivo”, scherzò Harry, e Draco rise, ma suonava teso.
Trascorsero il resto della giornata oziando nel letto, pomiciando un po’. Harry carezzò con la lingua le nuove cicatrici di Draco e guardò le sue pupille dilatarsi in risposta prima di strofinare il naso verso il suo collo, schiacciando i loro peni l’uno contro l’altro.
Non scoparono, si toccarono e basta. Harry amava questi giorni più di tutti, quando poteva toccare, quando Darco gli permetteva di percorrerlo con le mani. Draco una volta aveva sottolineato che Harry era rimasto a digiuno dal contatto fisico da bambino; Harry non aveva mai chiesto ma aveva pensato che anche a Draco fosse successo per il modo in cui tremava e si rannicchiava e inalava l’odore di Harry e sembrava che si trattenesse dal toccarlo a sua volta di tanto in tanto.
Draco non aveva mai creduto di poter avere quello di cui aveva bisogno.

*** 

Dopo quello, le cose cambiarono di nuovo.
Draco venne a Londra sempre più spesso, vedeva meno Hénry. Hénry non veniva quando c’era Harry e se lo faceva, Draco gli chiedeva di andarsene piuttosto velocemente quando Harry arrivava. Smisero di andare nei club, smisero di fare sesso con altri uomini. Si sedevano come facevano di solito e bevevano tè e leggevano e lavoravano nei sabati sera.
Una di queste sere, Draco chiuse il proprio libro con un colpo, guardò Harry e si allungò per baciarlo.
Il sesso quella notte, di nuovo nel letto dove era andata male mesi fa, fu il sesso più dolce che Harry avesse mai avuto. Stava piovendo fuori, e Draco aveva acceso solo alcune candele e si muoveva lentamente, gli occhi così intensi sul viso di Harry che Harry quasi desiderò nascondersi da lui quando si separarono. Draco lo baciò.
“Scusa”, disse Draco dopo, e Harry non aveva alcuna idea del perché si stesse scusando.  
Harry era decisamente preoccupato riguardo la sua foresta e la difficile gravidanza di Hermione e di tutto lo stress cui Draco era ancora sottoposto dopo l'attacco di Greyback. Era molto preoccupato che Greyback potesse in qualche modo fuggire dalla Francia, con Ron che assisteva per catturarlo, e Lucius che si infuriava facendo scoppiare Draco in lacrime quando si rifiutò di trasferirsi da suo padre finché Greyback non fosse stato catturato. Alla fine lo trovarono tre mesi dopo e fu spedito ad Azkaban dove morì poco tempo dopo, ma quelle settimane furono difficili; Draco non lo ammise ma aveva paura di fare qualunque cosa senza Harry o Ron nonostante la protezione degli Auror che gli era stata data e Harry trascorreva troppo tempo a Parigi e troppo poco con Hermione e la sua foresta. Vomitò alcune volte la mattina senza sapere perché ma poi smise, e non lo menzionò. Gli vennero anche alcuni crampi alla schiena e alla pancia che Draco massaggiò; Draco gli disse di smetterla di fare tutto questo lavoro fisico senza fare alcuni esercizi rigenerativi e Harry promise che sarebbe stato più attento.
Quando Rose nacque si presero tutti una settimana di vacanza e aiutarono Ron a finire la cameretta mentre Hermione e la bambina erano ancora all’ospedale. Harry tenne Rose e non poté fare a meno di sentirsi un po' malinconico; Draco lo guardava come un falco ma non disse niente.
Era tutto tornato normale; si divertirono, si raccontarono tutti i loro segreti, pomiciarono e funzionavano insieme e si sedevano e non facevano niente di tanto in tanto.
L’unica cosa di cui smisero di parlare del tutto furono i loro sentimenti e questo non cambiò fino a che Harry non si ritrovò in travaglio nove mesi dopo. 

*** 

Eccomi di ritorno con un aggiornamento di sabato. Ho preferito non farvi attendere fino a mercoledì prossimo perché sono già - quante? tre settimane che non aggiorno questa storia? Purtroppo la traduzione si è protratta per le lunghe, anche perché ho avuto parecchio da fare tra università e impegni vari.
Spero comunque che l'attesa sia valsa la pena perché questo è un capitolo abbastanza lungo e intenso. 

Fatemi sapere che ne pensate, se ci sono errori o simili.
Il prossimo aggiornamento non so esattamente quando arriverà - dipende sempre da quanto tempo mi impiega la traduzione.
Vi ricordo però che sarà l’ULTIMO capitolo di questa storia, dove i nostri ragazzi avranno la loro degna conclusione. E che conclusione. Riderete, piangerete e vi strapperete i capelli. A volte anche contemporaneamente XD

Grazie a tutti,
Alla prossima. 

C. 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Il cactus infelice