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Autore: Layla    30/07/2009    11 recensioni
"Detesto questo posto e detesto mia madre che mi ha trascinato qui, capisco che non poteva agire in modo diverso, ma questo non cambia la sostanza delle cose, io qui non riesco a viverci.
Trascinata in un paese straniero contro la mia volontà, non che in Italia stessimo bene ma almeno ero a casa, tra le cose che conoscevo da una vita e in cui la lingua non mi era totalmente estranea.
Tedesco…
Non l’ho mai capito ne mai lo capirò fino in fondo,nemmeno ora che le circostanze mi hanno obbligata a farlo con il trasferimento in Germania."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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13))Su Come La  Fine Non Sia  Altro Che L’inizio.

 

Francesca ha gli anni che ha
capisce quello che capisce
capisce che qui non va
e a me mi basta.

Non avrei dovuto intervenire.

A ventidue anni dovrei sapere quando stare al mio posto e lasciare che siano gli altri a cavarsela da soli, non sempre è giusto impicciarsi.

A ventidue anni dovrei essere in grado di tenere a freno il mio istinto, Tom poteva cavarsela benissimo da solo e sistemare Sakura Ishikawa senza problemi.

Avrei dovuto rimanermene nascosta ed aspettare che il mio bizzarro cavaliere facesse giustizia a suo modo.

Questo è quello che avrei dovuto fare , quello che faccio è ben diverso.

Mi lancio verso di loro senza accorgermi che le loro posizioni sono cambiate e che arrivo alle spalle di Sakura, una posizione piuttosto pericolosa data la piega che ha preso la situazione.

Me ne rendo conto quando un colpo della rossa mi arriva in pieno stomaco, il dolore non è forte, ma è abbastanza per farmi perdere l’equilibrio.

Merda!

Sono troppo vicina al canale!

Barcollo pericolosamente, mi aggrappo all’aria, guardo Tom che è come pietrificato.

Mi ha vista, ma non accenna a muoversi per via dello shock e di Sakura che è attaccata a lui come una cozza,maledetta giapponese!

I miei occhi gli telegrafano varie cose come” Aiutami”e”Non stare lì impalato!”, tuttavia lui non li recepisce o non ha il tempo materiale per farlo probabilmente per uno dei solito scherzi della percezione del tempo ciò che a me sembra eterno non dura che pochi secondi.

Cado a rallentatore, mi piego senza potermi fermare, fino a quando sento un dolore sordo alla testa, ho raggiunto il selciato.

Il buio inizia ad avanzare verso di me, il mondo diventa sfuocato, le voci distorte, sono vagamente consapevole del fatto che qualcuno mi ha colpito di nuovo e che sto cadendo.

È  solo un attimo.

Un fottuto attimo che dura in eterno, poi il buio mi prende definitivamente e inizio a cadere davvero.

[Cade

Sprofondando lento il corpo, cade(*)]

Mi sento come se stessi precipitando in un lungo tunnel buio, nel pozzo di Alice di cui non riesco a vedere la fine, troverò il bianconiglio ad accogliermi?

La mia ansia cresce, sento di non avere il controllo della situazione, così chiudo gli occhi sperando di non ritrovarmi a fare compagnia a San Pietro o al demonio.

Quando li riapro sono su una spiaggia bianca, debolmente illuminata dalla luce soffusa dell’alba, davanti a me il mare, con i capelli scossi leggermente dal vento.

Immobile.

Non riuscirei a muovere un passo nemmeno se volessi.

Riconosco il posto solo dopo un po’, era la spiaggia che si trovava davanti al mio paese in Sicilia, quella dove spesso e volentieri mi rifugiavo.

Sorrido o meglio il mio corpo sorride, io sono perplessa.

Cosa ci faccio qui?

Voglio tornare a Venezia!

La luce si fa sempre più decisa, il cielo più colorato, il sole come una palla di fuoco sorge dal mare regalandomi un alba rosso sangue bellissima ed inquietante ed in qualche modo conosciuta.

Un ricordo spunta dritto dai miei tredici anni, ero su questa stessa spiaggia in un’alba fresca di agosto dopo averci trascorso tutta la notte per non sentire l’ennesimo litigio fra i miei.

Quest’alba, questi colori mi avevano fatto rimanere a bocca aperta, come se fossero un tesoro mandato da Dio per me e mi ero ripromessa che avrei mostrato quest’alba alla persona di cui mi sarei innamorata un giorno.

L’immagine di Tom si fa più forte, voglio andarmene via da questo posto che mi tiene prigioniera, ma sono ancora condannata all’immobilità.

“Francesca!”

La voce mi libera dall’incantesimo, mi volto,è  mio padre,  i capelli neri lunghi ed ondulati come i miei raccolti in una coda.

“Papà?”

“Cosa c’è di strano tesoro? Pensavi alla mamma?”

“Eh?”

“Quando vieni qui è perché pensi a tua madre, le volevi così tanto bene e hai sofferto così tanto quando lei è morta in quell’incidente stradale….”

Ok…questa non è la mia vita, è una telenovela orribile, ridatemi la mia!

[Sto bene io

Senza di me(*) ]

 “Per fortuna è arrivato Bill ad aiutarti, da quando si è trasferito in Italia tu sei rifiorita…

Qualcuno mi aiuti!

“Sei strana, tesoro. “

“Scusa, ma non mi sento molto bene.”

Mi batte la mano sulla spalla.

“Non preoccuparti, adesso arriva Bill.”

Deglutisco e mi volto nella direzione indicata da mio padre.

Il moro cammina tranquillo verso di me, mi abbraccia e mi da un bacio in fronte.

“Ciao Piccola!”

“Vi lascio soli. Ciao Fay!”

Lo guardo.

“Voglio tornare indietro.”

“Non ti piace questa realtà?”

“Non è la mia e poi…

“Poi tu ami Tom non è vero?”

Io…si….”

“L’hai sempre amato.”

“Forse.”

“No Fay….L’hai sempre amato.

Sei certa di voler tornare indietro?”

“Si. Ti prego aiutami!!”

Mi sorride, mi prende per mano e mi porta verso il mare.

“Sei sicura? Non ti piace qui?”

“Mi sarebbe piaciuto, ma in altra vita.

Non adesso.

Mi dispiace!”

“Ti capisco.”

[Dormirò per esserci, meglio così(*)]

Mi dà un altro bacio in fronte e mi spinge in mare, il contatto con l’acqua fredda mi fa urlare, ma poi….

Poi…

Tutto vortica, sparisce in qualcosa di indefinito.

Sto tornando.

Non so da dove derivi questa mia certezza, ma so che è così, se solo fossi una persona diversa avrei un motivo per andare in televisione a parlare della luce che si vede oltre il tunnel, della vita che ti richiama indietro e che ti scorre davanti come un film.

O forse potrei parlare di come conosco Tom Kaulitz e di come sia finita in un canale per essermi intromessa nelle sue liti, forse questo risulterebbe più interessante al pubblico.

Possono essere coerenti i pensieri di quando stai tornando nel tuo corpo dopo aver rischiato la morte o qualcosa del genere?

Si, possono esserlo, c’è gente che ha capito quanto fosse stata infame e una volta risvegliata è cambiata in modo talmente radicale da spaventare i parenti e rendersi irriconoscibile ai loro occhi.

Quindi, potrebbe esserci speranza anche per, ma ne dubito fortemente, io rimarrò la solita pazzoide, chiusa in sé stessa che inquieta per la maggior parte del tempo.

Chiudo gli occhi di nuovo, tutto è buio attorno a me, tutto  è pace.

Per un solo attimo penso che vorrei rimanere per sempre così, fluttuante, senza preoccupazioni, protetta e confortata da questa oscurità densa che mi ha accolto materna.

Non posso.

Devo fare altre cose prima di tornare qui.

Capisco di essere di nuovo in me quando un odore pungente si fa strada tra il buio, un odore che conosco e che mi riporta a un passato non troppo lontano.

Odore di disinfettante forte , a tratti fastidioso, tipico dell’ospedale.

Cerco di aprire gli occhi, un soffitto bianco si mostra tremolante e sfuggente, accecante.

Li richiudo, conto fino a cinque per poi riaprirli di nuovo e questa volta il soffitto sta fermo, ne mi acceca, bentornata Francesca.

Percepisco una presenza accanto a me, spero intensamente che sia la Medusa come ho fatto sei anni e rimango ancora una volta delusa, è Sakura.

Dov’è?

[Non sei più qui

Dimmi perché(*)]

“Ben svegliata Girardi!”

Vaffanculo Ishikawa! È per colpa tua che sono qui.

Cosa volevi fare? L’infame?

Non sei tagliata, manchi di palle.

Dov’è Tom?”

Faccio per alzarmi, sebbene sappia che sia debole, lei mi ferma.

“Non c’è Girardi.

Credevi davvero che sarebbe venuto a rischio di essere riconosciuto?

Pensi di essere così importante per lui?

Ti ha mollata al tuo destino, chi credi abbia chiamato l’ambulanza e ti abbia fatto arrivare qui?

Lui?”

Dio dammi la pazienza, perché se mi dai la forza la uccido e non credo sia auspicabile un omicidio in un ospedale, se non altro perché la vittima ha alte possibilità di cavarsela.

Cosa crede di fare?

Di prendere in giro me? Sono in ospedale ma non sono scema!

“Sakura piantala di prendermi per il culo, finora sono sta paziente ma non lo sarò ancora per molto.

Dov’è lui?”

Girardi,  cosa vuoi fare?

Picchiarmi forse?”

Non provocarmi, odio chi mena, ma per te potrei fare un’eccezione.

“No Sakura, potrei denunciarti.

Cosa ne dici?

Primo perché ricattavi Kaulitz, secondo per quest’incidente.

Vuoi essere coinvolta in una bella battaglia di avvocati? Vuoi che ti rovini la vita?”

“Non ne avresti il coraggio.”

“Non mettermi alla prova , sei solo un’oca che si crede figa, niente di più.

Hai ventidue anni , cazzo, non quattordici, dovresti essere in grado di accettare quando un ragazzo ti porta solo a letto.

Io non ho niente più di nessuno, non sai nemmeno che vita abbia avuto e mi hai giudicata!

Chi cazzo ti credi di essere?

Pensi che sia montata?

Tu sei montata, credi che il mondo giri attorno a te e per il tuo egoismo hai messo me e lui nei casini.

Sai quanti anni è che “aspetto” di rivederlo?

Sei e non mi lascerò rovinare tutto da te!

Non ho avuto una bella vita prima di Venezia, lui e i suoi amici sono stati uno dei rari momenti felici, quindi sono forse più di una parentesi e so che questo ti rode.

Vorresti essere al mio posto?

Accomodati, ma sei sicura di volere un padre carcerato e una madre violenta?

No, vero?

Quindi adesso dimmi dov’è e non farmi  alzare da questo letto per farti sputare la verità!”

L’ho spaventata, non mi ha mai vista così’ decisa e forse pericolosa da ricordami persino mia madre, non importa.

Io  d e v o  sapere!

Lui…Lui si è buttato per ripescarti, poi io ho chiamato l’ambulanza .

Tom ti ha accompagnata qui e poi se ne è andato dopo….”

Dopo cosa?

Mi metto a sedere, riservandole un altro sguardo torvo, in questo momento la sto odiando come non ho mai odiato nessun’altro.

È troppo dannatamente egoista!

“Dopo cosa?”

Io…no, niente!”

“Non vuoi o non puoi dirmelo?

Non vuoi!”

Mi scosto le coperte, mi alzo in piedi leggermente barcollante, lei è stupita e questo mi permette di agganciarla e sbatterla al muro.

“Dimmelo, non costringermi a chiudere così la questione.

È una cosa che odio!”

Deglutisce, cerca di divincolarsi, ma non ce la fa.

“Lui è rimasto fino a quando il medico non ci ha detto come stavi, poi….

Ha ricevuto una chiamata al cellulare, non ha nemmeno risposto, ma solo vedere il mittente lo ha fatto sbiancare!

Ti prego mollami, Girardi!”

La lascio andare, lei è ansante, si tocca il petto, cercando di riprendere fiato.

In altre occasioni avrei provato pena, ma ora dentro di me c’è solo disprezzo verso di lei e una preoccupazione crescente.

Il temporale è iniziato.

“Chiamami un medico, voglio andarmene!”

“No, hai un trauma cranico!

Devi startene buonina adesso!”

“NON ME NE FOTTE UN CAZZO DEL TRAUMA CRANICO!

IO DEVO ANDARMENE! QUELLA TELEFONATA NON è UNA TELEFONATA A CASO …è IMPORTANTE!”

“Ma..”

“Niente ma! Non vuoi farlo? Lo faccio io!”

Prendo fiato ed urlo con tutta la rabbia che ho in corpo, come una pazza, come un animale, richiamando tutta la frustrazione di ventidue anni di vita di merda.

Un infermiera accorre immediatamente, richiamata dal casino che produco, la guardo con occhi dilatati dalla mescolanza di sentimenti negativi che ancora non si è placata.

“Cosa succede, signorina?”

“Voglio essere dimessa, è urgente che io torni a casa!”

“Lei ha un trauma cranico, è importante che rimanga qui!”

“Non ha capito infermiera, io non ho intenzione di calmarmi e tirerò in piedi un casino allucinante se non  mi lasciano uscire di qui!”

La donna mi scruta a lungo, so che mi crede una pazza, con i capelli spettinati e gli occhi spiritati non posso che dare questa impressione.

“Chiamo il dottor Santini.”

Spera o crede che basti  un medico a convincermi?

In ogni caso arriva un uomo sulla cinquantina in camice bianco, mi sorride accomodante, la mia risposta è una smorfia, non riesco a fare di meglio.

Quel sorriso avrebbe sciolto un iceberg e probabilmente mi avrebbe calmato in altre occasioni, ma non in questa, in cui ho un’ansia che mi divora dentro.

C’è solo una persona in grado di far correre Tom a quel modo e di costringerlo a lasciarmi qui dopo quello è successo ed è Bill.

Bill che non so cos’ abbia.

Bill e il mistero che lo circonda.

Ho un brutto presentimento, vorrei essere la fuori con lui, non qui, per questo ho urlato istericamente, per questo non posso farmi incantare da un medico dal sorriso affascinante.

“Buonasera signorina…Girardi.”

“Buonasera.”

“Vorrebbe essere dimessa, non è vero?”

“Si, è urgente che io torni a casa.”

“Capisco, ma nel suo stato è consigliabile una notte di degenza per accettarsi che il suo trauma si riassorba correttamente!”

“Lo immagino, ma non mi importa.

È estremamente importante che io esca di qui e sono pronta ad assumermi tutte le responsabilità.”

“è mio dovere tentare di dissuaderla.”

“L’ha già adempiuto.”

“è decisa, signorina, suppongo che sia impossibile farle cambiare idea.”

“Esattamente.”

“Va bene, mi segua, le faccio le carte per dimetterla.”

Eseguo, mi fa accomodare in una stanza per provare a giocarsi l’ultima carta per dissuadermi, quella dell’autorità, mista a quella della paura della morte.

“Signorina , se il suo trauma cranico  dovesse peggiorare, potrebbe essere pericoloso, potrebbe addirittura morire.”

“Non importa devo andare, mi dia le carte.”

“Non pensa alla sia famiglia? A chi soffrirebbe se dovesse morire?”

“L’unica persona che al momento mi interessi è la fuori, da sola.

Mi dia le carte!”

L’uomo sospira, mi passa dei fogli che io firma senza nemmeno guardare.

“Se nota un peggioramento dei sintomi, come vedere doppio o sfuocato, sonnolenza eccessiva, cefalea, ronzii all’udito, confusione mentale, leggerezza alla testa, letargia o problemi di concentrazione , di memoria, o nel formulare pensieri torni IMMEDIATAMENTE qui.

Raggiunga questa persona,la avvisi di quello che le ho detto e per questa notte eviti di dormire.”

Mi consegna un altro foglio.

“Tra due giorni torni qui per accertare che tutto sia a posto.

Mi raccomando, signorina Girardi.

Mi raccomando.”

Annuisco.

“Grazie dottore, grazie.”

“Non me ne faccia pentire.

Buonasera.”

“Buonasera.”

Me ne torno in camera, Sakura è la dove l’ho lasciata, assolutamente pietrificata, quando percepisce la mia presenza si volta di scatto.

“Mi dimettono.”

Sono….no niente, va bene Girardi.

Ma non penserai di uscire così?”

Mi guardo, effettivamente il pigiama non è il massimo, ma non importa, l’importante è andarmene.

“Si.”

“Non ci pensare!

Vieni in bagno che ti do i miei vestiti, Marco mi porterà un cambio e prendi anche la giacca.”

“Grazie.”

“Prego.”

Bizzarro che io debba ringraziare proprio lei, ma è così.

Forse non è così stronza come vuole far credere, forse è solo spaventata dal mio comportamento, in ogni caso esco dall’ospedale con addosso i suoi vestiti.

Sono un po’ grandi, però ci sto comoda e soprattutto calda, che è il massimo per una persona freddolosa come me.

Fuori è buio, tira un vento gelido, il cielo è coperto e c’è poca gente in giro.

Dove sarà andato?

Barcollando inizio la mia ricerca, sono intontita, deve essere normale, credo.

Cerco di convincermi disperatamente che sia per lo shock, il freddo, l’ansia e non per il mio trauma.

Mi accendo una sigaretta, è il gesto abituale che compio prima di iniziare a raccogliere le idee e in questo caso è fondamentale che il mio povero cervello funzioni a dovere.

Devo trovarlo, se io sono così agitata, lui deve stare mille volte peggio di me, visto che si sentirà anche in colpa per avere lasciato Bill da solo.

Torno in piazza san Marco, credo abbia tentato di tornare al mio appartamento e che forse si sia perso tra le calli, Venezia può risultare un labirinto se non la si conosce, io stessa ci ho messo tre anni a conoscerla quasi tutta.

Svolto in calli conosciute , analizzando dove possa aver sbagliato strada, poi torno indietro e seguo la mie elucubrazioni, ho sempre avuto un buon istinto, spero di non sbagliarmi.

Vago, persa in una città che ho sempre amato e che oggi mi sembra ostile, senza trovarlo.

Dove potrà essere?

Mi appoggio al muro, accendo un’altra sigaretta, tuttavia non mi rasserena, sputo fuori il fumo con una fastidiosa tosse catarrosa.

Alzo gli occhi al cielo, non ci sono nemmeno le stelle e vorrei piangere.

Dove sei?

Cosa è successo a Bill?

All’improvviso lo vedo, seduto per terra, appoggiato con la schiena contro un muro con le braccia conserte e la testa appoggiata sopra.

Deglutisco, mi avvicino all’inizio timorosa, spaventata da questa fragilità, da questo dolore che non gli ho mai visto, per poi correre e inginocchiarmi davanti a lui.

Vorrei abbracciarlo, fargli capire che ci sono anch’io per qualsiasi cosa di cui abbia bisogno.

Lui alza la testa, ha gli occhi vuoti, persi in qualche pensiero angosciante, non resisto e lo attiro a me.

Lui inizialmente si lascia andare, come sollevato dal vedermi, poi mi stacca e mi guarda dritto negli occhi.

“è arrivato il momento.

Ora ti dirò la verità.”

Vuole mostrarsi forte, ma i suoi occhi tradiscono la paura che io lo rifiuti una volta saputo tutto, sta come stavo io sei anni fa, schiacciato da pesi troppo grandi per lui e che crede lo rendano indegno.

So come ci si sente e mi fa male sapere che anche lui stia così, in passato ci sono state delle incomprensioni tra di noi, ma non auguro nessuno questo dolore.

So anche che devo reprimere il mio desiderio di abbracciarlo, al momento non è questo che vuole come non lo volevo io allora, ora devo solo ascoltare e non sarà facile.

[Non si può giocare con il cuore della gente
Se non sei un professionista, ma ho la cura
Io non tremo
E' solo un po’ di me che se ne va(**) ]

Correva fuori dall’ospedale con un senso di ansia crescente, aumentato dalla suoneria del cellulare, a cui rispose solo quando era ormai in prossimità dell’ingresso.

“Pronto?”

Aveva il fiatone.

“Tom, sono Gustav.

Che ti è successo? Perché non rispondevi?”

“Ero in ospedale, la Nana è caduta in un canale.

Cosa succede Gustav?”

Dall’altra parte ci fu un silenzio che gli fece perdere un battito cardiaco, la paura gli toglieva il respiro.

“Gustav?”

Boccheggiò sconvolto.

“Io non so come dirtelo Tom, vorrei che ci fosse un modo per…

“Dimmelo e basta, l’ansia mi sta uccidendo.”

L’altro sopirò.

“Sono andato da tuo fratello per portargli la cena e lui….non c’era, come parte della sua roba e la sua macchina…

Tom lui è….scappato.

Ci fu un attimo terribile di sospensione in cui lui assimilò la notizia, poi il suo mondo andò in frantumi.

Sentiva le sue illusioni cadere a pezzi, reali nella sua percezione come il rumore delle schegge di un specchio rotto, mentre la voce di Gustav era poco meno che un brusio lontano.

Suo fratello l’aveva abbandonato, lui aveva perso.

Perso.

Ora doveva solo comunicare la resa e la cronaca della battaglia a Fay e sperare che lei riuscisse in qualche modo a rovesciare le sorti della guerra.

Una flebile speranza, ora tutto quello che sentiva era un vuoto all’altezza del cuore.

“TOOM!”

La voce spaventata del suo amico lo riportò alla realtà, era ancora al cellulare con lui.

“Si, ci sono.

Cazzo Gustav, sono stato un coglione, avrei dovuto fare prima quello che sto facendo adesso.”

La voce gli si incrinò pericolosamente, ma si trattenne

“Arriverò il prima possibile,appena so qualcosa di Fay le parlo e poi parto.”

“D’accordo Tom, ma non fare cazzate, ok?

Non farmi preoccupare, ti prego.

Adesso io e Georg andiamo  a cercarlo, ti faremo sapere non appena scopriamo qualcosa.”

“Grazie Gus…

Io non so come sdebitarmi.”

“Siamo amici, gli amici a questo servono.”

“Grazie..”

“Prego.

Ciao e non farmi preoccupare.”

“Si. Ciao.”

Non fare preoccupare Gustav apparentemente era un promessa semplice da mantenere, sarebbe bastato tornare dentro l’ospedale e poi in sala d’attesa, ma lui non si mosse.

La gente lo scansava, qualcuno lo insultava probabilmente in italiano, tuttavia rimase lì, perso nei suoi ricordi, nei suoi pensieri, tutti ovviamente connessi al fratello.

Non era strano che dei gemelli avessero un forte rapporto, ma il loro era stato davvero speciale, a volte , soprattutto da bambini, riuscivano quasi a leggersi nel pensiero, allora era impossibile che Bill gli nascondesse qualcosa.

Oggi…

Qualcosa si era incrinato, una barriera si era alzata e lui non faceva altro che maledire il successo e i cambiamenti che può apportare a una persona per renderla così apparentemente sorda alle esigenze altrui.

Echi di risate di loro due bambini, , i loro sogni e i loro desideri che avevano ingenuamente espresso quando si ritrovavano a casa da soli o quando qualcuno prendeva in giro Bill per come era vestito tornarono alla sua mente.

Loro sarebbero stati famosi, loro avrebbero trionfato su chi li derideva, ma a che prezzo?

Non se l’era mai chiesto prima di allora,lui era quello delle sparate un po’ megalomani.

Ne aveva dette tante durante l’adolescenza, soprattutto quando non erano ancora famosi, durante le loro prove fatte nel garage insonorizzati dei suoi.

“I Devilish spaccheranno, saremo famosissimi!

Avrò una macchina enorme e stuoli di donne ai miei piedi!”

“Zitto Tom, non dire cazzate e riprendiamo a provare!”

Aveva realizzato i suoi desideri, ma stava rischiando la persona più importante della sua vita e un’altra aveva rischiato per i suoi comportamenti.

[Tutto ciò che hai sempre amato giace in una fossa

Che han scavato le tue stesse ossa(***)]

Iniziò a camminare, senza sapere bene dove si dirigesse, ciondolando come uno zombie, insensibile al vento freddo.

Riconobbe piazza S .Marco, alzò gli occhi al cielo, non c’erano le stelle,le divinità o chiunque ci fosse lassù lo avevano lasciato solo.

Solo.

E Fay?

Era confuso, non sapeva cosa fare, si  inoltrò in un calle, poi in un’altra, fino a smarrirsi, per poi sedersi appoggiato a un muro.

Bill avrebbe detto che somigliava a un randagio in attesa di qualcuno, ma Bill non c’era e la persona che avrebbe potuto trovarlo stava male per colpa sua.

Avrebbe voluto piangere, invece le lacrime rimasero ostinatamente ferme nei suoi occhi, quindi rimase lì, immobile con lo sguardo assente in attesa di qualcuno che forse non sarebbe arrivato mai.

Faceva sempre più freddo, se avesse alzato ancora gli occhi al cielo si sarebbe accorto che il cielo prometteva neve, ma lui non lo fece.

[Sii perfetto se precipiti

Sii perfetto quando cadi(***)]

Si accorse solo all’ultimo persino dell’arrivo di Fay, molto tempo dopo quando ormai era intirizzito e l’aveva vista davanti a lui, preoccupata, gli occhi scuri resi più grandi dall’ansia.

Non si erano parlati, lei lo aveva abbracciato senza dire una parola e il suo calore, anche solo per un attimo lo riscaldò e lo fece sentire meglio.

Era una meravigliosa prospettiva rimanere così per sempre, ma allo stesso tempo era ingiusto, lei doveva sapere tutto o solo allora avrebbe potuto provare davvero il conforto dei suoi abbracci.

L’aveva staccata a fatica, facendosi male, poi l’aveva guardata dritta negli occhi

“è arrivato il momento.

Ora ti dirò la verità.”

Doveva sembrare forte, non voleva che lei si rendesse conto che lui aveva una dannata paura di essere respinto, di essere lasciato solo, allo stesso tempo era consapevole che probabilmente lei l’aveva già intuito e lo stava assecondando.

Prese fiato ed iniziò a parlare.

“Non saprei di preciso quando sia iniziato tutto questo, Bill è sempre riuscito a sopportare il peso della fame, non è stato facile, ma in qualche modo ce l’ha fatta.

Forse è iniziato dopo l’operazione, quando ha visto che di colpo tutto quello che aveva poteva dissolversi da un momento all’altro .

Io credo sia iniziata da li e da qualcos’altro che lo faceva stare male, non ho mai capito cosa, sembrava persino ce l’avesse con me perché ogni volta che provavo a farlo parlare lui si richiudeva.

Poi è arrivato il successo, quello vero, travolgente, che ti fa avere milioni di persone di persone ai tuoi piedi da ogni parte del globo.

Eravamo tutti esaltati, io più degli altri e non badavo alle malinconie e ai malumori di mio fratello, che si dissolvevano lentamente.

Io avevo le mie storie, lui le sue, c’era ancora un rapporto fra noi, ma eravamo lontani, come se ci fosse una frattura tra di noi creatasi senza sapere bene come e perché.

Ad un certo punto notai che intorno a lui girava della gente strana, me ne preoccupai, tuttavia non feci nulla, bollai come esagerati i campanelli di allarme del mio istinto, in fondo anche noi in passato eravamo stati definiti, strani, diversi, quindi pericolosi.

Il nostro management era tollerante, finche Bill avesse continuato a essere quel che era: energico e pulito ; e i paparazzi non avessero ficcanasato troppo a loro sarebbe andato bene così, lui era stato per un certo periodo una gallina dalle uova d’oro.

È stato quando ho iniziato a scriverti che il mondo mi è crollato addosso la prima volta, perché….”

Trattene le lacrime e continuò, la voce spezzata.

“Perché l’ho beccato chino su un striscia di coca nel bagno di casa nostra”

Rimase un attimo in silenzio.

“è stato uno shock, io sono rimasto immobile finché non ha finito di fare quello che stava facendo,  poi l’ho scosso, ho urlato.

Lui è rimasto freddo, le sue parole mi si sono conficcate dentro come coltelli, mi aveva accusato di averlo lasciato solo, di non averlo aiutato quando stava male perché ero preso da altro e che la droga  che usava mi aveva liberato dal peso di aiutare mio fratello.

Lui credeva che la droga fosse un aiuto per andare avanti.

Da allora mi sono chiuso in me stesso, ho allontanato Georg e Gustav perché mi vergognavo, volevo aiutare Bill da solo, credevo ingenuamente di potercela fare e intanto ti scrivevo.

Ero un’egoista, agivo solo per me con quelle lettere, mi liberavano da un peso, senza aiutare Bill o permettere a te di farlo.

Periodicamente Bill provava schifo per se stesso, mi chiedeva aiuto, voleva che lo tirassi fuori dal casino in cui si era messo e io accorrevo.

Nascondevo la droga, dicevo alla security di non far passare gente strana amici di mio fratello, lui mi ringraziava, resisteva un giorno o due in cui era intrattabile, poi tornava allegro.

Aveva sniffato di nuovo.

Io non sapevo cosa fare, mi sentivo inutile,litigavo con lui per scuoterlo, nemmeno io so perché credevo servisse.

Non cambiava mai nulla, fino a tre giorni fa.

 Prima di venire da te abbiamo litigato per l’ennesima volta, ma in un certo senso è stato diverso.”

Prese di nuovo fiato, senza guardarla negli occhi.

Mi ha detto di andarmene che gli avevo r o v i n a t o la vita.

Avrei voluto morire, sono solo riuscito a scappare come un codardo e a venire qui, perdendo tempo prezioso perché non riuscivo a parlarti, avevo paura.

Avevo paura di perdere quello che avevo appena ritrovato dopo sei anni, avevo paura di affrontare un tuo giudizio, forse avevo paura di tornare a combattere.

Ora il tempo è scaduto, prima mi ha telefonato Gustav, Bill è scappato di casa.

Io l’ho lasciato solo ancora una volta, mentre stava male.

Georg e Gus o stanno cercando, ma io devo partire tra poco.

Lo so che non nessun diritto di chiedertelo, ma ti prego aiutami, fallo per Bill.”

Rimase in silenzio, non aveva più nulla da dire, o meglio avrebbe voluto dire mille altre cose, ma non riusciva più a parlare, lei rimaneva ferma.

Pregava per una reazione qualsiasi, tutto tranne quel silenzio.

All’improvviso lei lo tirò di nuovo a sé senza dire nulla, solo accarezzandolo, coccolandolo, mentre sentiva che anche lei piangeva.

Si abbandonò a quel calore, accorgendosi solo ora che aveva iniziato a nevicare, leggeri fiocchi che si infrangevano su di loro.

[E ricorda che è la fine quella più importante(***)]

Per la seconda volta si sentì libero di piangere, confortato da quella strana ragazza che riusciva a farlo sentire bene ed accettato come nessun’altra.

“Mi dispiace.” Mormorò lei.”Ora capisco perché sembravi comprendere perfettamente cosa avessi passato con Jo, non volevo rigirare il coltello nella piaga.

“Smettila Fay, tu non lo sapevi.”

“Nevica Tom, forse…

La senti agitarsi,la strinse più forte.

“Per favore, rimaniamo qui ancora un attimo.

Ti prego.”

La guardò dritta negli occhi, ancora non se la sentiva di tornare nell’appartamento della mora.

“Scusa .”

Gli diede un bacio in fronte e tornò nella stessa posizione di prima.

Aveva la sensazione che si stessero consolando a vicenda e sebbene se ne vergognasse, visto quello che era appena successo a Bill, era felice di averla accanto.

Rimasero abbracciati ancora a lungo, fino a quando lei iniziò a tremare e lui si ricordò che non era consigliabile che una persona che già aveva subito una caduta nelle acque gelide di un canale rimanesse al freddo e al gelo.

Si spostò, l’aiuto ad alzarsi, era pallida e gelida.

Un piccolo vampiro con i segni delle lacrime sul volto che lo osservava sorridendo triste, la abbracciò per scaldarla e in quel modo, con lei che lo guidava arrivarono all’appartamento.

La fece sedere sul divano, prese una coperta e gliela avvolse intorno, preparò per sé e per lei un the caldo e poi si sedette accanto a Fay.

La ragazza parve riprendersi al primo sorso di thè, lui sorrise.

“Stai meglio?”

“Si, Tom io voglio aiutare Bill, quindi verrò in Germania con te. Lui per me ha fatto molto, glielo devo.”

“Sono contento che tu mi dica questo, ma ti prego, pensaci bene.

Non prendere decisione affrettate, non è una battaglia facile quella per Bill e tu lo sai meglio di me.”

“D’accordo Tom, te lo dirò domattina.

Io a Bill tengo molto.”

“Bill, Bill, sempre Bill.

Tutti pensano a Bill, tutti tengono a Bill.

E io?

Nessuno pensa mai a Tom, corrono e si preoccupano tutti per il fragile Bill.”

Non appena finì di pronunciare quella breve invettiva se ne pentì immediatamente, cosa stava dicendo?

Perché faceva così?

Da dove gli veniva quella rabbia e perché sentiva di essere geloso del fatto che Fay si preoccupasse di Bill?

Non avrebbe dovuto attaccarla, visto che l’aveva ascoltato, consolato e coccolato fino a poco prima, si era dimostrato un ingrato, doveva scusarsi.

Fay, scusami, io non so cosa mi sia preso.

Non volevo dire quelle cose,io voglio bene a mio fratello.

Io…io non so cosa fare.”

Si prese la testa tra le mani, sentì Fay avvicinarsi a lui, spostare le mani e alzargli il volto.

Si perse in quegli occhi neri che lo fissavano seri.

“Non ti devi scusare.

Capisco che tu stia passando un brutto momento, se fosse capitato a Luca io starei già distruggendo l’appartamento per sfogarmi, però…

Tu hai qualcos’altro che ti tormenta legato a Bill, lo sento.

Sfogati, svuotati completamente, poi forse potrai far ripartire un rapporto con lui.

Io sono qui, sempre se tu vuoi ovviamente, quello di prima era un consiglio, non un obbligo.”

La guardò, forse aveva ragione lei.

Forse era bene sfogarsi

“La verità è che tante volte ho invidiato mio fratello, non so come spiegarlo, ma lui….lui sentivo che era più ascoltato e amato di me.

Tante volte mi hanno considerato il buffone playboy che dice solo cazzate o quello forte che non aveva bisogni di farsi proteggere, mentre lui era quello intelligente ma fragile da trattare con riguardo.

Io quando sono stato male tante volte ho dovuto cavarmela da solo, lui invece aveva gente che spontaneamente accorreva, a volte avrei voluto essere al suo posto.

In ogni caso, lui rimaneva e rimane mio fratello e non l’ho mai invidiato con quella cattiveria che porta ad augurare alle persone di stare male, solo a volte avrei voluto provare a essere lui per vedere come fosse.”

Rimase un attimo in silenzio, lei si accese una sigaretta e immediatamente iniziò a tossire.

“Non dovresti fumare in queste condizioni.”

“Lo so, ma mi calma….

Non è ancora finita la serata sfogo, vero?”

No…adesso arriva la parte più difficile e ridicola in una certa misura, a cui tu non crederai mai, ma ci sono certe volte che ho invidiato mio fratello anche in fatto di ragazze.

Non che a me mancassero, non che non mi sia andato bene avere la fama di play boy o non avere un legame stabile, in fondo era quello che avevo scelto io, però…

Però certe volte avrei voluto anch’io una ragazza che mi cercasse per qualcosa di diverso che una semplice scopata, ma tutte finivano inevitabilmente per amare mio fratello e fare sesso con me.

Anche tu non sei diversa.

Anche tu ti sei preoccupata sempre e solo di mio fratello, con lui eri uno zuccherino, con me fredda come il ghiaccio.

Sei accorsa da lui dopo l’operazione, ti ho visto anche a un paio di concerti dopo.

Di la verità, tu sei innamorata di lui vero?”

La verità era emersa, lui era sempre stato geloso del rapporto tra lei e Bill e Fra, sempre sulla stessa lunghezza d’onda o quasi e pur nella loro diversità sembravano capirsi al volo, lui avrebbe voluto essere al posto di suo fratello.

Il silenzio che seguì non aveva uguali, Fay lo guardava torva, gli occhi fiammeggianti e la bocca serrata in una piega dura.

“Tom Kaulitz, tu non hai mai capito un cazzo!”

Sgranò gli occhi.

“Sai perché ti trattavo a pesci in faccia e ti tenevo lontano?

Perché non volevo affezionarti a te, dato che ti trovavo simpatico, insomma una volta fatto pace la prima volta, non eri male.

Ma sarebbe durata?

Non ci credevo, avevo paura e non lo ammettevo,così mi nascondevo dietro la corazza e questo Bill lo aveva capito.

Lui aveva già capito tutto temo, ma non io.

Poi è successo quello che è successo, ti avrei dovuto odiare e  non ci riuscivo.

Dicevo che ti odiavo e mentivo a tutti, anche a me stessa, la tua immagine non se ne andava mai dalla mia testa e continuava a farmi male.

Nel profondo, nei sogni che non confessavo nemmeno a Luca(ma lui l’aveva capito lo stesso) desideravo solo che tornassi e che tutto fosse come prima.

Avrei fatto un po’ di casino, ma ti avrei perdonato.

Ci credi?

No suppongo, per te ero la strana tipa acida, con una vita di merda che ti prendeva a sberle quando facevi troppo il coglione, credevo mi avessi dimenticato e non sai quanto mi facesse male.

Bill mi diceva di mettere da parte l’orgoglio e non ci riuscivo, Bill voleva il tuo bene!

Bill… Ti sei mai chiesto perché non mia abbia più contattata dopo l’operazione?

Perché si era dichiarato a me e io l’avevo respinto, ferendolo come mai avrei voluto fare, non perché fossi innamorata di lui, ma perché era una dei pochi veri amici che avessi.

E sai perché l’ho respinto?

Perché mi piaceva un altro! Mi piacevi tu!

Mi piacevi ancora tu!”

Questa volta fu lui a rimanere in silenzio, sentiva l’ansimare di Fay per la foga crescente con cui aveva pronunciato quel discorso, come se quelle parole se le fosse tenute dentro per anni.

Deglutì, ogni piccolo rumore giungeva amplificato alle sue orecchie.

“Taci, vero?

Non hai niente da dirmi?”

Non sapeva cosa dire, più che altro non riusciva a mettere in ordine le mille cose che voleva dirle, come scusarsi per non avere capito nulla e della gelosia assurda verso Bill o la sua testardaggine e ottusità, ma non riuscì ad aprire bocca.

Così decise di rispondere a suo modo, avvicinandosi a lei, che lo guardava senza accennare nessun movimento, rimase immobile persino quando le accarezzò dolcemente una guancia, rimase immobile persino mentre la baciava.

Un perplessa bambola di pezza.

Non ricambiava quel bacio, eppure sembrava che volesse farlo, non riusciva a capirci più nulla, la mora lo staccò da sé.

“Troppo facile rispondere solo così, non credere che non abbia capito cosa vuoi dirmi, ma per una volta voglio la versione estesa.

Mi piacerebbe che tu faccia uno sforzo e mi dica tutto…

Lui arrossì, lei lo baciò a tradimento, lui questa volta rispose, perplesso per il suo comportamento.

Non voleva cadere nel patetico, ma era stato bello ritrovarla, anche se di lei ricordava un solo bacio, dato per caso, così si staccò a malincuore, imbarazzato.

Le confessioni non erano mai state il suo forte, raramente entravano nel suo repertorio o ne faceva a qualcuna alle sue ragazze.  

Bhe…partendo dall’inizio, anche a me stavi simpatica, dopo la riappacificazione del concerto mi piaceva avere intorno una ragazza che non mi idealizzasse, anche se questo non l’avrei mai ammesso con nessuno.

Non ti ho mai capita molto fino a non mi hai raccontato del tuo passato, è stato allora, quando ti ho protetto da tua madre che ho realizzato appieno quanto ci tenessi a te.

Non era una cosa che potessi accettare facilmente, così l’ho ignorata, come ho ignorato te non sapendo cosa fare….

Ma mi mancavi, avrei voluto parlarti e non ci riuscivo.

Ero anche geloso di mio fratello, con te un po’ lo sono sempre stato.

Poi…

C’è stato l’incidente, lo sai anche tu come è andata.”

Abbassarono entrambi gli occhi,rimanendo in silenzio per un po’, fino a che lei alzò una mano e gli accarezzò una guancia.

“è passata ok?

Ha fatto male ma è passata.”

Ne approfittò per baciarla ancora, quella confessione si rivelava più difficile del previsto.

“Puoi crederci o meno, Nana, ma continuavo a pensarti, anche quando sei uscita dalla vita di mio fratello,anche nel bel mezzo del successo travolgente quando avevo tutte le ragazze che avevo sempre voluto, tu ogni tanto spuntavi.

Eri come un pupazzo a molla, io ero lì in camera, con la tipa di turno che mi ronfava accanto sdraiato sul letto a guardare il soffitto per  non pensare, ma tu arrivavi lo stesso e mi sentivo come se mi mancasse qualcosa…

Avrei continuato ad ignorarlo per anni, se non ci fosse stato Bill e quello che gli è successo.

Buffo, vero?

Devo ringraziare lui se adesso sono qui a dirti che non ti ho mai dimenticata e che per te provo ancor qualcosa…

[Believe me, it's alright

It's so easy after all(****)]

Questa volta fu lei a baciarlo con passione, sembrava che quello che le aveva detto le bastasse per  fidarsi, almeno per il momento.

Continuarono a baciarsi, lui le accarezzava la schiena, i capelli,lei ricambiava incerta, non del tutto convinta.

“Non voglio obbligarti…Io…

Gli mise un dito sulla bocca.

“Va bene così, per adesso va bene così.

Ripresero a baciarsi, quando lei scese a baciargli il collo, capì che non sarebbe scappata.

Era felice, stava per realizzare quello che aveva inconsciamente desiderato per anni, finalmente Fay sarebbe stata sua.

Sua.

[Seguimi e così
che non c'è più un posto dove andare solo un altro
che ha perso e tu sei mia(*****)]

 

Dovrei essere felice, nei limiti del possibile vista la notizia sconvolgente di prima, quello che speravo senza confessarlo mai  a nessuno è appena successo.

Ho fatto l’amore con Tom ed è stato… bellissimo.

Non ho altre parole per descriverlo, incredibilmente è stato anche dolce, cosa mi manca?

Perché sono così triste?

Lui è felice, lo sento, se mi girassi lo vedrei sorridere soddisfatto, ma non lo faccio.

Rimango ostinatamente rannicchiata su di me stessa, voltandogli le spalle e sentendomi fredda, la spavalderia ormai è sparita.

La verità è che io, come Sakura, non voglio essere quella di una notte e basta,ma credo che è di  questo che mi dovrò accontentare.

Saremo amici, come dicono in francesi intendendo quelli che hanno  un rapporto di amicizia con scopate occasionali, il conforto della sua lotta per il fratello.

Non credo mi ami, forse l’ha fatto perché sono l’unica ragazza su cui appoggiarsi, per cui crede di provare  qualcosa che svanirà non appena Bill starà meglio.

Sono ancora una volta di passaggio e fa male, ma devo accettarlo.

O questo o niente.

Si volta verso di me, appoggiandosi sui gomiti, sento che sta ancora sorridendo.

“Ehi Fay, tutto bene?”

“Verrò con te, ti aiuterò con tuo fratello e se vorrai ti conforterò ancor così.

Una storia di sesso, senza complicazioni.

È quello che vuoi no?”

Mi sento male mentre pronuncio queste parole, il silenzio che segue indica che l’ho ferito, in qualche modo sono riuscita a spegnere quel sorriso che era solo per me.

Mi costringe a voltarmi a pancia in su, lui  è sporto sopra di me, guardandomi con quegli occhi scuri e lucidi, tristi, increduli e…feriti.

Non mi ero sbagliata, cosa ho fatto?

“Credi davvero che io ti farei questo?”

Sono ancora in tempo a riparare i danni, tuttavia la voce non mi esce, una parte di me lo crede davvero possibile e lui l’ha intuito.

L’ha intuito in quei lunghi minuti che ha perso a guardarmi sempre più sconsolato, in attesa di una smentita che non è arrivata.

“Si lo pensi…e fa male.”

Si tira a sedere appoggiato alla testiera del letto, mettendosi lontano da me, come se gli facesse male starmi accanto.

“Sei come tutte le altre Fay. Che cretino che sono stato a illudermi..”

Il tono è amaro, le sue parole mi si conficcano dentro come lame, scuotendomi, cosa sto facendo?

Perché lo sto trattando così?

Non voglio che stia male per me, così mi alzo, gattono fino ad arrivare davanti a lui e mi inginocchio, devo riparare ai miei errori, non posso permettere al mio orgoglio di trionfare.

Mi guarda, triste, poi si volta dall’altra parte.

“Non sono stato la migliore delle persone con certe ragazze, Fay, non lo nego, alcune le ho proprio trattate come pezze da piedi e mi dispiace, ma tu….tu sei diversa.

Pensi davvero che ti userei e basta sapendo come sei fatta?

Che carattere hai e cosa hai subito?

Pensi davvero che sia così stronzo?

Tu sei diversa dalle altre, in bene e in male, con te non si gioca o almeno io non voglio giocare.

Abbiamo comunque un rapporto, chiamalo amicizia, chiamalo come vuoi ma c’è , credi che lo rovinerei per una scopata e basta?”

Rimane un attimo in silenzio.

“Forse sei davvero come tutte le altre….”

Voglio davvero che finisca così?

No, non lo voglio, è ora di agire, non posso sempre buttare gli altri fuori dalla mia vita, forse mi pentirò di quello che sto per fare o dire, ma non mi importa.

Voglio essere sincera.

Prendo il suo mento tra le mi dita e lo faccio delicatamente voltare verso di me, certe cose è necessario dirle guardando le persone negli occhi e raccogliendo tutto il proprio coraggio.

I suoi occhi sono decisamente sorpresi, non si aspettava che reagissi o smentissi, gli accarezzo una guancia e prendo fiato.

“Io non volevo dire quello che ho detto, non volevo ferirti.

Davvero.

Era l’ultima delle mie intenzioni, mi dispiace se l’ho fatto.

Ti chiederai se c’è un motivo per quella frase e in effetti c’è…

Io….io volevo solo difendermi da te.”

“Da me?”

“Si, sarebbe più corretto dire che mi difendo da quello che provo per te.

Prima non ti ho detto tutta la verità, non mi piacevi soltanto, ero cotta di te, innamorata, anche se non l’avrei ammesso e lo sono anche adesso….

Mi faceva male pensare che io potessi essere stata una tra tante o il tuo appoggio/ conforto  in questa storia, quella da cui cerchi consolazione per sfogarti e ho cercato di mettere distanza tra me e questa cosa, mostrandomi più forte di quella che sono nel ventilare un’ipotesi che faceva stare me per prima.

Lo so che è strano e affrettato…ma io io…

Ti amo.”

[Believe me, it's alright

It's so easy after all(****)]

Abbasso gli occhi, ormai ho raggiunto una sfumatura viola inquietante, lui tace, io pagherei oro per sapere cosa stia pensando e come andrà a finire.

Dopo un tempo che a me sembra interminabile mi alza il mento, mi mette le braccia intorno al collo, sorride e mi bacia.

Chiudo gli occhi, abbandonandomi totalmente alle sensazioni che provo, ormai non ho più nulla da perdere, ho messo le carte in tavola e gliele ho mostrate,ora tocca a lui.

Sono senza difese e per la prima volta nella mia vita non me ne importa nulla.

Quando ci stacchiamo, mi accarezza una guancia.

“Non posso dirti “Anch’io” Fay.

Non so il perché mi stia avvicinando a te, forse hai ragione tu forse sei solo la mia stampella in questa storia, ma so che con te sto meglio.

Non dimentico mio fratello, ma riesco a sentirmi meno angosciato.

In ogni caso se tu sia solo una stampella o qualcosa di più sarà il tempo a dirlo e io sono curioso di sentire quel verdetto. Tu?”

“Mi stai proponendo una storia quasi seria?”

Strofino il mio naso contro il suo, felice, con una sensazione di calore che mi si allarga all’altezza del petto.

“Si.”

“D’accordo, proviamoci.”

Sorride e si avvicina al mio orecchio.

“Spero di riuscire a dirtelo un giorno “anch’io””

Arrossisco, lui ride, poi mi bacia trascinandomi sul letto, io sorrido davvero felice.

Ora c’è di nuovo silenzio, lui è appoggiato sopra di me, io gli accarezzo i capelli,lui apprezza, ha la faccia del gatto soddisfatto delle coccole e  accarezza me ogni tanto.

Voglio rimanere così per sempre.

“Domani sera partiamo Nana, dopo che avrai sistemato il lavoro…

Sospiro.

“No, io posso partire solo tra due giorni.

Si alza appoggiandosi ai gomiti.

“Perché?”

Perché….per venire a  cercarti ho fatto il diavolo a quattro in ospedale per farmi dimettere, nonostante il mio leggero trauma cranico.

Il dottore voleva tenermi una notte in osservazione, ma io sono riuscita ad andarmene solo a condizione di tornare a  farmi visitare tra due giorni e teoricamente non potrei nemmeno dormire.”

Rotola via da me, mettendosi a sedere  qui accanto, con la testa tra le mani, borbottando qualcosa tra i denti.

“Sei pazza Girardi, sei pazza!”

Lo abbraccio da dietro, appoggiando la mia testa sulla sua spalla.

“Mi dispiace, io…

“Non ti devi scusare, sei pazza si, ma sei una buona pazza.

Non ce ne sono molte di ragazze che avrebbero agito così, senza nemmeno farlo pesare.”

Si volta verso di me e mi dà un bacetto in fronte, non mi abituerò mai a queste cose che mi fanno stare bene.

Sono una sorpresa continua che mi rende felice, accantonando il pensiero di Bill per un attimo, quasi mi vergogno a sentirmi così con lui in quelle condizioni.

Fay, esco a fumare!”

“Ti accompagno…

Ci rivestiamo, acchiappiamo sigarette ed accendino, lui si siede su una sedia, facendomi segno di sedermi sulle sue gambe.

Accendiamo insieme le sigarette, la neve continua a scendere dal cielo, dovrei avere freddo e non ne ho, non con lui accanto.

Bello.

“Grazie Fay.”

“Di niente…Insieme ce la faremo.”

Quando torniamo dentro, di nuovo a letto, di nuovo a coccolarci, mi sento davvero fortunata.

Ho vagato molto e ho trovato la mia strada, in parte proprio grazie a quel ragazzino che nemmeno sopportavo.

Quel ragazzino, adesso ragazzo che cerca di stare sveglio per farmi compagnia, raccontandomi cazzate, accarezzandomi, baciandomi, quando è palese che ha talmente sonno che gli si chiudono gli occhi.

Lo adoro.

Lo adoro e basta, per il suo preoccuparsi di me quando suo fratello è nella merda e per cui io non posso fare a meno di sentirmi un po’ colpevole per averlo respinto, e lo adoro per mille altre cose, difetti compresi.

Alla fine crolla addormentato, io gli accarezzo quelle treccine lunghe e nere che ha adesso, anche se per me  rimarranno sempre dreadlock biondo scuro.

Sono felice, ma sono incompleta e so che lo è anche lui, senza Bill  che sta bene non potrà mai esserlo del tutto, devo impegnarmi seriamente ad aiutarlo.

C’è una parte di me, quella più irrazionale,  che crede che lui abbia buttato Tom fuori casa per aiutarlo a chiarirsi le idee e per fargli avere qualcuno a cui appoggiarsi se lui non dovesse farcela a uscire dal casini in cui si è messo, ma forse sono solo deliri notturni.

In ogni caso sento che lui sarebbe felice di quello che è successo.

[Sento che sei con me in quest’alba fragile

Io lo so tu sarai

Giovane per sempre(******)]

Io grazie a Bill ho trovato la mia strada, la persona che amavo e desidero che la trovi anche lui.

La notte scolora in un’alba soffusa.

Lo aiuterò

Giuro.

[“E a croucendchin fondo noè chuntranquillperiferia londinese. continuanad accadere cosstrandi tanto in tanto e ssente dpersonche hanno perso la stradaAlcunl'hannpersa per sempre"]

Non lascerò che sia una delle tante persone che si perdono nella vita, ne per me, ne per Tom.

Lo giuro. 

 

ANGOLO DI LAYLA

 

E siamo all’ultimo e non ci credo…

Non ero nemmeno certa di finirla questa storia.

Spero vi piaccia, soprattutto la parte finale e il racconto di Tom, sono i punti che ho fatto più fatica a trattare.

E adesso? Il seguito^^.

Non è ancora pronto, ma inizierò presto a lavorarci.

Alla prossima e grazie per avermi seguito fino a qui^^.

Queste sono le canzoni:

(*)”Febbre” Timoria

(**)”Bye Bye Bombay” AfterHours

(***)”è la fine quella più importante.”AfterHours

(****)”Some say”Sum 41

(*****)”Il Compleanno di Andrea”AfterHours

(******)”Alba Fragile”Timoria

Ringrazio per le recensioni:

 

Schwarz Nana

 

Schrei_Kris

 

Big Angel Dark

 

Black Down TH

 

_Pulse_

Tushi Und Dark

 

Lady Cassandra

 

Ringrazio per aver messo questa storia tra i preferiti:

 

bambolina elettrica

Big Angel Dark

Black_DownTH

BlueSoul 95

degah

FrancescaKaulitz

marty sweet princess

outsider

Ramona 37

Schrei_kris

schwarznana

selina 89

TokiettinaChan

tokiohotelfurimmer

ViViEtTa

Yumi_chan

_Pulse_

 

Ringrazio per averla messa nelle seguite:

 

Fee 17

Giulia 504

Hana Turner

LadyCassandra

miky 483

tokiohotelfurimmer

tokitoki

TushiUndDark

_Pulse_

 

 

 

   
 
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