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Autore: dreamlikeview    13/10/2019    3 recensioni
[1/3 di "What if we had been friends?"]
Lord Voldemort ha un piano infallibile per sconfiggere Harry Potter una volta per tutte e quando chiede a Draco Malfoy di avvicinarsi al prescelto, crede di avere la vittoria in pugno, ma non ha fatto i conti con una magia che lui non conosce, né mai conoscerà: l'amore.
Una storia in cui uno scherzo del destino può cambiare completamente due vite, può spingere due persone a conoscersi e a scoprirsi davvero, può permettere ad imprevedibili e improbabili amicizie di nascere, mettendo le basi per un qualcosa che è destinato a durare per sempre.
Fiducia, amicizia, amore sono le parole chiave.
[Drarry, con accenni ad altre coppie, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, meritavano di meglio, quindi ho deciso di dargli io ciò che meritavano; ma non ci guadagno nulla da tutto ciò, niente è finalizzato ad offendere qualcuno (solo a dare loro il finale che piace a me :D) e io ci perdo solo la faccia con queste cose.

Avviso: I personaggi tendono ad essere OOC (soprattutto Draco con l’andare avanti della storia, perché subisce un cambiamento radicale) tutti loro sono basati sui miei headcanon!

Nota bene: La storia parte dal sesto anno, tenendo conto di alcuni avvenimenti accaduti fino al quinto, ma l’intenzione non è quella di riscrivere il Principe Mezzosangue, di esso vi sono solo alcuni elementi (VI libro alternativo sta per quello... LOL).

Enjoy the show!


____________________________

Twist of Fate

6. Rewrite the stars.



 

La calma regnava a Hogwarts, anche se fuori il pericolo di Voldemort sembrava imminente, all’interno del castello si respirava aria di pace e d’amore, infatti con l’ingresso del mese di febbraio e l’avvicinarsi del giorno di San Valentino, molti ragazzi si erano messi all’opera per poter sorprendere la propria metà o per provare a conquistare la propria cotta, altri invece si erano completamente disinteressati alla festività, ritenendola un’inutile perdita di tempo, come Harry e Draco, che erano certi di non avere nessuna possibilità con la persona che a loro interessava. Il rapporto tra i due eterni rivali storici si era consolidato in una solida amicizia e in un rapporto di fiducia reciproca, che era sfociato in qualcosa che nessuno dei due riusciva ad ammettere all’altro, ognuno per i propri motivi: Harry per paura di essere rifiutato e di esporre l’altro a un pericolo, Draco a causa di tutta la situazione che lo circondava, anche se fin da quando Hermione aveva iniziato ad aiutarlo, parlando con la McGranitt, si sentiva più sicuro. Si sentiva meno spaventato sapendo che qualcuno credesse alle sue parole: la professoressa di Trasfigurazione aveva sempre avuto delle riserve sul collega e aveva preso a cuore la situazione di Draco e gli aveva promesso che l’avrebbe aiutato ad uscirne.
Tuttavia, il Serpeverde aveva paura anche della reazione di Harry alla verità, non era ancora riuscito a dirgli tutto, anche se Hermione premeva affinché lui gli parlasse; ogni volta che ci provava, le parole gli morivano in gola e la paura di una sua reazione negativa, lo bloccava. Se lo sguardo di Harry verso di lui fosse cambiato? Se lo avesse odiato, affatturato o maledetto? Sapeva di essere un codardo.
«Questa scuola mi ucciderà» si lamentò Blaise entrando in biblioteca e prendendo posto accanto a Neville «Non è possibile che ci assegnino due intere pergamene di Erbologia sugli usi di quelle piantine inutili».
«Non sono inutili, sono molto utili» ribatté Neville «Rilassati, Blaise» ridacchiò appoggiandogli una mano sul braccio, un gesto così intimo che Draco quasi si sentì invidioso di quello che avevano; più di una volta aveva visto Blaise rapportarsi al suo ragazzo e spesso aveva provato il desiderio di essere nella stessa situazione con Harry, anche se sapeva che fosse impossibile. «Se vuoi ti aiuto io».
«Nel mio dormitorio, magari?» sghignazzò il Serpeverde.
«Sei impossibile!» esclamò il Grifondoro, arrossendo all’impazzata, poi l’altro si abbassò verso di lui, dandogli un bacio sulla guancia. Erano così carini, Draco quasi non riconosceva il suo migliore amico, ma sotto sotto era contento per lui.
«La piantate di flirtare? Qui qualcuno sta cercando di studiare» borbottò il biondo scambiando un’occhiata di intesa con Harry al suo fianco, che gli sorrise in un modo davvero adorabile. Lo sguardo di Potter parlava chiaro: era cotto.
Blaise li guardò con fare interrogativo e «Woah! Ragazzi, qui ci sono animi sensibili, andateci piano!» esclamò, coprendo teatralmente gli occhi di Neville, sia Harry che Draco alzarono gli occhi al cielo. Il biondo stava per rispondere alla provocazione per le rime, quando Ron Weasley fece la sua apparizione, sedendosi sulla sedia vuota accanto a Harry.
«Chi deve andarci piano? E perché copri gli occhi di Neville, Zabini?» chiese il rosso.
«Per colpa di Potter e Draco, sento vibrazioni!» esclamò l’interpellato, l’altro Serpeverde lo fulminò con lo sguardo, prima di riprendere a studiare. Ron si voltò verso di loro, li analizzò per un attimo: studiavano gomito a gomito, Harry ogni tanto sbirciava dalla pergamena di Draco e l’altro sbuffava fintamente indignato, girava una pagina e poi riprendeva a scrivere. Cose normali, anche lui e Hermione facevano così.
«Nah» rispose tranquillo, rilassandosi contro lo schienale della sedia «Non vedo niente di particolare».
«Sei il solito bifolco, Weasley» commentò il Serpeverde.
«Ehi, hai visto Hermione?» intervenne Harry, cambiando discorso e guardando l’amico.
«È con Luna e Pansy» rispose Ron «Penso che mi stia evitando» commentò «Di nuovo, come a Natale».
«Forse non avresti dovuto parlarle per ore di Lavanda» ribatté Harry schiettamente, memore della serata che aveva trascorso con Hermione, stringendola in un abbraccio fraterno per consolarla, mentre lei piangeva sulla sua spalla. Ron a volte era così stupido da non rendersi conto di quanto le facesse del male. Ma Harry non voleva mettersi in mezzo, si limitava a fare il buon amico con entrambi.
«Oh, Weasley» la voce di Draco riscosse i presenti «La tua stupidità a volte mi spaventa» commentò il Serpeverde. Harry lo punzecchiò con una gomitata per farlo tacere e Draco alzò lo sguardo come per dire cosa ho detto ora? – il prescelto si limitò a scuotere la testa e Ron si chiese a cosa avesse appena assistito. C’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa. Quei due erano troppo complici, aveva ragione Zabini, c’era qualcosa sotto. Forse Malfoy tramava qualcosa? Aveva lanciato un incantesimo a Harry? Perché erano diversi giorni che il suo rapporto con Harry sembrava peggiorato, in favore di quello con Malfoy? Doveva indagare, forse. Avrebbe sicuramente chiesto consiglio a Hermione.
«Forse hai ragione, Harry» rispose evitando accuratamente le parole del biondo «Cercherò di parlare di meno di lei con Hermione, queste ragazze a volte sono così gelose».
«Ti sei risposto da solo, idiota» intervenne di nuovo il Serpeverde.
«Comunque» riprese Ron «Chi è quel tipo che fa il cascamorto con lei? È uno affidabile? Harry, lo conosci?»
«Qualcuno qui è geloso?» chiese ironicamente Draco, Ron non lo ascoltò, aspettando la risposta di Harry.
«Sto cercando di capire chi sia. Non lo conosco, ma so che è del nostro anno ed è amico di Luna, tutto sommato mi sembra uno tranquillo. E Hermione mi sembra serena». Draco aprì la bocca per commentare di nuovo in modo sarcastico e odioso, ma Harry lo frenò prima che parlasse, ripresero a studiare in silenzio, quasi in sincrono.
«Sul serio ragazzi» intervenne Blaise «Sembrate più una coppia voi che io e Neville o Ron e quella lì».
Sia Harry che Draco risero imbarazzati, scuotendo la testa. Nessuno dei due riusciva ad ammettere di provare qualcosa per l’altro, non riuscivano a fare il fatidico primo passo per potersi dire una coppia, anche se qualcosa tra di loro c’era.
«Comunque, a voi non sembra una barzelletta? Due Serpeverde e tre Grifondoro intenti a socializzare e a studiare insieme» intervenne Neville, prodigiosamente, salvando i due interpellati dall’imbarazzo invadente chiamato Blaise Zabini. Harry lo guardò riconoscente e Neville gli fece un cenno di complicità.
«Beh, dobbiamo ringraziare Harry e Malfoy per questo! Se loro non fossero diventati amici, noi non saremmo qui» disse Ron, distruggendo il gioco di Neville con poche parole in croce.
«Comunque…» Blaise riprese la parola, deciso a tormentare i due fino a che non avessero ammesso i loro sentimenti «Voi cosa fate a San Valentino?»
Harry strusciò la sedia sul pavimento così forte che tutti capirono: si era irritato per l’insistenza del ragazzo; Draco interpretò quel gesto come schifo ad immaginarsi in coppia con lui, invece, la motivazione era l’imbarazzo palpabile.
«Vado a studiare su quel tavolo libero laggiù» affermò raccogliendo le sue cose «Draco, tu che fai?»
«Vengo con te» rispose prontamente, prendendo le sue cose «Mi sono stancato di queste stupide insinuazioni» disse rivolgendo lo sguardo all’amico di casa, perché dannazione non sapeva stare zitto senza metterlo in imbarazzo cinque minuti? Gli altri ragazzi del tavolo li guardarono confusi, mentre si allontanavano fianco a fianco; il primo a prendere la parola fu Blaise.
«Io scommetto una scatola di caramelle tutti i gusti più uno che entro San Valentino si mettono insieme, chi scommette?»
«Io, una scatola di cioccorane, punto sul giorno di San Valentino» rispose Neville ridendo; anche lui aveva notato il tenero che c’era tra quei due «Ron?»
«Perché dovrebbero mettersi insieme?» chiese il rosso, sentendosi quasi un idiota.
«Per Merlino, Weasley! Togliti i prosciutti, pardon, i cosciotti di pollo dagli occhi! Prima ti renderai conto che qualcuno è innamorato di te, e poi che quei due sono cotti l’uno dell’altro».
Ron batté le palpebre confuso, non capì l’esclamazione di Zabini, ma lui non si tirava mai dietro davanti ad una sfida: «Ci sto. Scommetto anche io una scatola di cioccorane. Io dico che, se proprio deve accadere qualcosa, succederà dopo San Valentino».
 

§§§
 

La neve cadeva leggera, Hogsmeade imbiancata, nel periodo invernale, offriva un bel panorama. Harry e Draco erano insieme ai Tre Manici di Scopa davanti ad una Burrobirra calda, quell’atmosfera ricordava loro il giorno di Natale, quando erano andati lì di nascosto e si erano divertiti, trascorrendo il miglior giorno di Natale della loro esistenza; non stavano festeggiando San Valentino, semplicemente era domenica, non c’erano lezioni, tutti i loro amici avevano dato loro buca per passare la giornata come tante colombelle in amore e loro non avevano voglia di restare da soli ad annoiarsi al castello, ma erano a disagio a causa delle coppiette che li circondavano: c’erano Ron e Lavanda che amoreggiavano e poco distanti Hermione e un Corvonero (di cui Harry faticava a ricordare il nome) che parlavano davanti a una fetta di dolce, qualche tavolo più in là Neville e Blaise si scambiavano effusioni e persino Pansy aveva trovato un accompagnatore e tubava allegramente con lui. Loro si sentivano semplicemente fuori posto lì dentro, come due pesci fuor d’acqua.
Erano l’uno di fronte all’altro, si sentivano un po’ a disagio, entrambi a causa dei nascenti sentimenti che provavano l’uno per l’altro, ma che non avevano il coraggio di dichiarare ad alta voce; si fissavano, balbettavano cose ed erano imbarazzati, la presenza di coppiette che amoreggiavano attorno a loro, influiva sul loro imbarazzo. Non erano usciti come coppia, ma solo come amici e sembrava che fossero una coppia a tutti gli effetti.
«Mi sento soffocare qui, tutto questo amore è disgustoso» borbottò Draco dopo un po’ «Facciamo una passeggiata?» chiese senza riuscire a guardarlo in faccia. Sì, Harry gli piaceva, ma non voleva distruggere l’amicizia che avevano instaurato per una cosa del genere. Sarebbe stato piuttosto strano e imbarazzante, senza contare che Harry ignorava ancora il suo sporco segreto. Rivelargli anche i suoi sentimenti gli sembrava esagerato.
«Sì, meglio» accettò subito il prescelto «Molto meglio. Qui si soffoca».
«Sono d’accordo» disse il biondo, pagarono le loro consumazioni ed uscirono dal locale, appena misero piede fuori dal lì, entrambi ripreso a respirare.
L’imbarazzo era palpabile, ma adesso all’aria aperta, la situazione era ben diversa. Iniziarono a camminare l’uno accanto all’altro, affondando i piedi nella neve fresca, scambiandosi di tanto in tanto battutine sarcastiche su San Valentino e quanto fosse secondo loro una festa inutile. Harry, dal suo punto di vista, avrebbe adorato trascorrere una vera Festa degli Innamorati con la persona di cui era innamorato, avrebbe amato vezzeggiarla e farla sentire importante… peccato che questa persona per lui fosse off-limits. Lo specchio, appena un mese prima, gli aveva dato conferma di ciò che sentiva di provare più o meno da quando aveva iniziato a scoprire il vero Draco e non il Malfoy odioso che aveva conosciuto anni prima. Era stato un processo lungo, durato mesi. Aveva iniziato a cambiare opinione su Draco a Halloween, quando si erano ubriacati insieme e avevano riso, da quel momento avevano iniziato a condividere le ore insieme non più solo per convenienza, ma anche perché a loro piaceva passare del tempo insieme; si erano avvicinati e la loro amicizia si era consolidata. Draco si era aperto con lui, e inevitabilmente Harry aveva iniziato ad apprezzare e ad affezionarsi a quel ragazzo che riusciva a farlo sorridere; il passo dall’essere affezionato all’essere innamorato era stato breve, era impossibile non amare quel ragazzo, adesso. Hermione insisteva, suggerendogli di provarci, di buttarsi e in qualche modo aveva seguito il suo consiglio, quando era andato da lui agitato e "Passiamo San Valentino insieme a Hogsmeade, invece che a scuola come due scemi!" gli aveva detto quasi tutto d'un fiato; Draco aveva riso, prima di accettare. E adesso erano insieme e Harry avrebbe solo voluto prendere il suo viso tra le mani e baciarlo, regalargli dei fiori e dei cioccolatini, portargli una scorta dei suoi dolci preferiti, vezzeggiarlo e viziarlo come un vero amante; un ragazzo che non aveva mai conosciuto l'amore, aveva voglia di condividere un amore immenso che sapeva di possedere con un’altra persona; tuttavia Draco non sembrava interessato a lui, non sembrava ricambiare i suoi sentimenti e Harry era certo che il biondo non potesse provare qualcosa per lui, come avrebbe potuto, Draco Malfoy, Purosangue, cresciuto con Purosangue, apprezzare lui, l’ingenuo Harry Potter, mezzosangue, che non aveva mai conosciuto i suoi genitori e che era cresciuto con i babbani?
«A che pensi?» gli chiese Draco, svegliandolo dalle sue elucubrazioni.
 A te – pensò. «Niente di particolare» mentì in risposta «Solo che tutta questa cosa del romanticismo mi fa impazzire» disse riferendosi alle strade piene di festoni rosa, cuori e colombelle innamorate ad ogni angolo di strada.
«Di’ la verità, vorresti essere qui con Weasley femmina» disse Draco con un tono leggermente acido; Harry si accigliò alle sue parole, di che diavolo stava parlando? «Preferiresti essere al posto del suo fidanzatino?»
«Cosa c’è? Sei geloso, Malfoy?» chiese il moro lanciandogli uno sguardo tagliente «Non mi piace Ginny, comunque».
Il biondo lo scrutò per qualche istante, Harry si sentì trapassare da quello sguardo ghiacciato, sentì quello sguardo bruciare sulla sua pelle, ma si affrettò a distogliere il suo e puntare gli occhi per terra. Non poteva dirgli chi fosse il suo vero interesse: avrebbe perso la sua amicizia e tutto quello che avevano costruito in quei mesi, sarebbe crollato come un castello di carte; lo avrebbe visto fuggire via dalla sua vita e non era certo che potesse fare a meno di lui, adesso. Poco importavano le vecchie faide e rivalità, adesso lui e Draco erano amici e si sostenevano l’un l’altro.
«Ma c’è qualcuno che ti piace, no?» chiese «Hai uno sguardo stranamente triste e malinconico».
Harry si accigliò, non credeva che Draco avesse imparato a leggerlo così bene, cosa doveva fare? Mentire? Scappare? Non poteva lasciare che capisse qualcosa.
«Anche se fosse» rispose il moro, restando vago «Non ho speranze».
«Sei il prescelto, tutta la scuola si infilerebbe nel tuo letto» scherzò il biondo «Davvero, non avresti problemi con nessuno» Harry non rispose e Draco alzò lo sguardo verso di lui «Sei così sfigato che ti piace qualcuno a cui potresti non piacere?» il moro arrossì e scosse la testa «Oh andiamo! Deve essere solo cieca!»
Harry strinse i pugni, sentendo l’imbarazzo crescere dentro di lui: «Ecco, uhm, non è una ragazza» buttò fuori, quasi senza respirare, lasciando Draco senza parole. Cosa? A Harry piacevano i ragazzi?
«Sul serio? Sei gay?»
«Provo interesse per un ragazzo» confessò con le gote rosse, il respiro tremante «Non so cosa sono. So solo che mi interessa lui».
«Oh ma che carino, sei arrossito!» esclamò Draco soddisfatto della risposta ottenuta, a volte Harry sembrava chiuso in un guscio impenetrabile «Sei tutto rosso!»
L’espressione indignata di Harry era la cosa più adorabile e buffa che Draco avesse mai visto e non si trattenne: scoppiò a ridere, perché, nonostante tutto, era felice che Harry avesse preferito uscire con lui, piuttosto che con il ragazzo che gli piaceva; tuttavia avrebbe preso quel viso indignato tra le sue mani e l’avrebbe baciato, in modo da fargli abbandonare quell’aria afflitta e da fargliene avere una scioccata – ma non lo fece, Harry sarebbe scappato.
«Cretino, smettila!»
«No, è troppo divertente, Potty» scherzò. Non si accorse che Harry si era piegato e aveva iniziato ad accumulare della neve tra le mani, fino a che non si ritrovò la bocca piena di neve. Lentamente la risata del Serpeverde scemò e lui puntò gli occhi grigi verso il Grifondoro di fronte a lui, sfidandolo con essi. «Mi hai lanciato contro una palla di neve?»
«Sì» Harry si chinò per prepararne un'altra e Draco fu rapido a prepararsi alla sua difesa. Prima che potesse prepararne una però, la seconda palla di neve di Harry lo colpì in pieno viso. Il moro alzò un pugno al cielo esclamando «Due a zero per me!»
«Questa me la paghi, Sfregiato! Questo vuol dire guerra!» esclamò preparandosi al lancio della sua palla di neve.
«Accomodati, Furetto. Sfida accettata». Un lampo di qualcosa che nessuno dei due riuscì a definire attraversò i loro sguardi. Erano di nuovo lì, solo loro due e una delle loro sfide, a Harry piaceva fin troppo quella cosa, adorava le sfide contro il Serpeverde. Draco fu più rapido stavolta a lanciare la palla contro l’avversario e lo colpì a una spalla ed esultò per aver messo a segno il primo colpo. Furbamente, mentre il moro si apprestava a lanciarne un’altra, lui corse verso un albero poco distante e si rifugiò lì dietro, la palla di Harry si abbatté contro il tronco e Draco esultò di nuovo, deridendo amichevolmente l’avversario. Preparò una serie di palle di neve accanto a sé e si affacciò dal nascondiglio per lanciarne una. Si accorse che anche Potter si era nascosto e adesso gli lanciava contro delle palle incantate.
«Meno male che siamo noi serpi quelli sleali! Ehi, gioca lealmente!» esclamò incantando anche le sue. Vide il braccio di Potter sporgere da dietro a un albero e diresse lì la sua palla. Lo colpì di nuovo, pareggiando i conti.
Ciò che seguì quel momento fu una battaglia a palle di neve ad armi pari, che si concluse in assoluta parità. Harry scoppiò a ridere quando decretarono la fine di quell'assurda sfida e osservò il suo amico. Aveva i vestiti fradici, i capelli leggermente sporchi di neve e le guance rosse a causa del freddo, gli venne istintivo avvicinarsi a lui e pronunciare un incantesimo per asciugare i suoi vestiti e un altro per rimetterlo in ordine. Erano esausti, ma nessuno dei due si era mai sentito tanto vivo come in quel momento, per un attimo avevano dimenticato ogni cosa, divertendosi come i due ragazzini che ancora erano. Nessuno dei due aveva mai fatto una cosa del genere durante l’infanzia, nessuno dei due aveva avuto un’infanzia facile ed era sembrato semplice ad entrambi recuperare qualcosa insieme, in quel momento, anche se si trattava di una cosa semplice come una battaglia a palle di neve.
Un flash sconvolse la mente di Harry: non era la prima volta che prendeva a palle di neve il biondo, ma all’epoca lo aveva colpito solo per difendere i suoi amici, per fargli uno scherzo, non per divertirsi con lui. Adesso era tutto diverso e lui non capiva come avessero fatto a non realizzare prima di essere così simili, andavano persino d’accordo anche se si punzecchiavano di continuo. Non riuscì comunque a trattenersi, ridacchiò al ricordo.
«Che hai da ridere?» chiese Draco con la voce affannosa.
«Niente, solo che è la seconda volta che ti vedo così» disse con una scrollata di spalle; Draco lo guardò confuso, non ricordava una sfida a palle di neve prima di quel giorno «Oh, eri qui che prendevi in giro Ron e Hermione, io ero coperto dal mantello dell’invisibilità e ti ho lanciato contro delle palle di neve» raccontò, ridacchiando al ricordo di quel giorno.
«Eri tu! Potter! Avevo ragione. La tua testa era davvero qui!» esclamò indignato il biondo «Hanno riso di me per una settimana per colpa tua!»
«Beh, per quello che vale… mi dispiace, anche se è stato divertente sentirti urlare come una ragazzina!»
«Una ragazzina…? Potter!» cercò di minacciarlo, Harry lo fronteggiò alzando la testa e cercando di raggiungere la sua altezza, ma Draco, sfortunatamente, era più alto di lui di quasi dieci centimetri. Lo vide sorridere compiaciuto della sua superiorità e qualcos’altro attraversò gli occhi del bel Serpeverde, qualcosa che fece rabbrividire Harry e non per il freddo.
«Cosa?» lo provocò il moro «Cosa vuoi fare? Vendicarti? Ti ho appena massacrato e…»
Senza neanche pensare alle sue azioni, Draco afferrò le braccia di Potter e lo spinse contro il tronco dell’albero vicino a loro. Harry si zittì immediatamente e lo guardò senza fiato, dritto negli occhi, lo sguardo di Draco era liquido di desiderio represso, quello del moro colmo di confusione e aspettativa.
«Chiudi quella bocca…» sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra, fece scivolare le mani lungo le sue braccia e gli prese le mani tra le sue, tenendolo inchiodato tra sé e l’albero, senza che potesse sfuggirgli. Harry lo guardò dal basso, sentendo il cuore quasi esplodere nella sua cassa toracica. Anche quello del biondo sembrava impazzito, il Grifondoro lo sentiva battere contro il proprio petto, sentiva il suo fiato caldo e affannoso sul proprio viso e percepiva anche i propri brividi che si mischiavano a quelli dell’altro. Era surreale, terrificante e meraviglioso al tempo stesso.
«Altrimenti…?» soffiò sentendo il respiro diventare affannoso e il cuore impazzire.
«Te la chiudo io» soffiò il biondo, accarezzandogli le labbra con il respiro, Harry tremò tra le sue braccia. Draco ghignò: «Paura, Potter?»
Il Grifondoro rabbrividì di nuovo e con un sorriso sfrontato sulle labbra rispose in un sussurro: «Ti piacerebbe». A quel punto, Malfoy non riuscì più a trattenersi e si abbassò su di lui, premendo le labbra contro quelle del moro, che dopo un primissimo istante di esitazione, in cui restò immobile chiedendosi se fosse reale, si lasciò andare rispondendo al bacio. Draco accarezzò le labbra di Harry con le proprie, le assaggiò e le vezzeggiò, prima di approfondire il bacio, coinvolgendo il suo amico in un bacio umido piuttosto intenso. Lentamente gli lasciò le mani, gli accarezzò le braccia, salendo fino a sfiorargli il collo, per poi affondare le dita tra i suoi capelli perennemente spettinati, mentre il moro si aggrappava alle sue spalle per non cadere, a causa delle sue gambe tremanti come gelatina.
Draco non riusciva a pensare razionalmente a cosa stesse accadendo; tutto ciò che il suo cervello registrava era: l’odore di Harry, la bocca di Harry sulla sua, i gemiti di Harry nella sua bocca, le mani di Harry sulle sue spalle e le sue mani in quel groviglio intricato che erano i capelli dell'amico e semplicemente Harry ovunque. Non pensava a nient’altro che a lui e al bacio appassionato che si stavano scambiando. Nient’altro aveva senso. Ma Harry lo voleva? Voleva il suo bacio? Dal modo in cui stava ricambiando, lo voleva quasi quanto lui.
La testa di Harry in quel momento era in pura confusione. Percepiva solo Draco attorno a sé, su di sé, contro di sé, il suo profumo gli invadeva le narici come quel giorno durante la lezione di pozioni sull’Amortentia, le sue labbra erano peccaminose e baciabili come aveva immaginato, anzi, ancora meglio. Era un momento così perfetto che non poteva essere interrotto per fare qualcosa di tanto inutile come respirare. Il bacio di Draco gli portò via ogni facoltà mentale e fisica, l’unica cosa che riusciva a fare, era ricambiare con passione quel bacio, lasciar scontrare la lingua contro quella dell’altro, stringersi a lui e approfondire sempre di più il contatto tra di loro, fino a non lasciare neanche uno spiraglio.
Si sistemò contro il tronco dell’albero e attirò il biondo schiacciandolo ancor di più contro il suo corpo e l’altro si adattò perfettamente alla situazione, senza smettere di baciarlo neanche per un istante.
Era tutto così perfetto… come erano arrivati a quel punto?
«Harry…» sussurrò Draco a mezza voce, quando si separarono per riprendere fiato. Il moro alzò lo sguardo su di lui, senza riuscire a dire nulla; aveva il battito cardiaco accelerato così come il respiro. Fece scivolare le mani verso l’alto, affondandole nei capelli di Draco privi di gel e giocò con le sue ciocche chiare per istanti infiniti, fino a che i loro sguardi non si incrociarono di nuovo, perdendosi l’uno nell’altro per altri lunghi attimi. C’erano molte cose non dette, c’era molta passione repressa, c’era un sentimento nascente che entrambi desideravano approfondire. Tuttavia una domanda premeva sulle labbra di Draco, voleva dannatamente chiedergli quella cosa, ma non voleva rovinare tutto con le parole, così gli accarezzò una guancia con un’inaspettata delicatezza, gli sfiorò di nuovo le labbra con le sue… quasi non gli sembrava vero che Harry avesse ricambiato il suo bacio e neanche di aver trovato il coraggio di baciarlo. Aveva desiderato farlo per tutta la giornata e, dopo la battaglia, dopo essersi provocati a vicenda, non aveva resistito, aveva ceduto e la forza di gravità aveva fatto il resto per lui. Le labbra di Harry erano spettacolari e il suo profumo gli dava alla testa. Avrebbe baciato quelle labbra per sempre, senza fermarsi mai. Come aveva fatto a resistere fino a quel giorno?
Fece di nuovo per abbassarsi verso di lui, ma «Draco…» la voce affannosa del moro lo fermò. Draco lo guardò interrogativo, in cerca di una spiegazione a quell’esitazione «Dimmi che non sto sognando…»
Il Serpeverde sorrise e prese il volto dell’altro tra le mani, guardandolo dritto negli occhi: «No» sussurrò «Sono io la persona che ti interessa?» chiese senza riuscire più a trattenersi.
«Sì…» confessò Harry «Sì, Draco, sei tu» sussurrò; l’altro deglutì «Io non so cosa mi è successo, so solo che mi piaci».
Draco si morse le labbra, trattenendo un sorriso allegro «Beh, oggi deve essere il tuo giorno fortunato, Potter» sussurrò ad un soffio dalle sue labbra «Sei sempre così incredibilmente fortunato» concluse prima di baciarlo ancora, mentre Harry avvolgeva le braccia attorno al suo collo e si alzava sulle punte per mettersi alla sua stessa altezza e baciarlo meglio. Draco omise di dire di essere stato lui quello realmente fortunato, ma Harry lo capì perfettamente. Il miglior San Valentino di sempre – si ritrovarono a pensare entrambi, mentre, dopo il bacio, si scrutavano ancora, fissandosi negli occhi. Quel silenzio disse più di mille parole.
Mentre tornavano verso Hogwarts, mano nella mano, un pensiero terrificante attraversò la mente del Serpeverde: lui non poteva permettersi una simile debolezza, e se qualcuno avesse scoperto cosa era accaduto tra di loro? L’avrebbero minacciato, gli avrebbero detto di portare a termine la missione, subito visto che Potter era così vulnerabile ora…
No, pensò Draco, gli sarebbe stato alla larga da quel momento in poi, e avrebbe cercato di proteggerlo da lontano.
«Draco, ma noi… adesso, insomma… cosa siamo?» gli chiese il moro, quando varcarono la soglia del castello.
Il Serpeverde tornò alla realtà in quel momento e gli lasciò bruscamente la mano: «Niente» affermò, sparendo dalla sua vista, lasciandosi dietro un Harry con il cuore leggermente un po’ spezzato dal brusco cambiamento del biondo.
 
 
§§§
 
 
Da perfetto codardo qual era, Draco evitava Harry da tre giorni. Non aveva potuto fare diversamente, Piton dopo San Valentino era diventato molto più sospettoso di prima, gli ronzava intorno e cercava di capire cosa nascondesse e Draco non poteva esporre così tanto Harry e neanche se stesso. Sapeva di dovere al prescelto una spiegazione al suo assurdo comportamento di qualche giorno prima. Quando a San Valentino si erano baciati contro quell’albero, si era accorto di una cosa: Harry si fidava completamente di lui, questo avrebbe potuto tentarlo? Avrebbe potuto spingerlo a tradirlo? Draco in quel momento non seppe darsi una risposta e temette di non essere così forte da resistere a quella tentazione, non era così forte come credeva di essere. Quando Harry gli aveva chiesto “Adesso cosa siamo?” aveva risposto bruscamente con un “niente” ed era scappato da bravo codardo qual era. Si era rifugiato nel dormitorio e si era rintanato sotto le coperte, dandosi dell’idiota. Poi lo aveva ignorato per i giorni seguenti perché non solo non voleva esporlo e non voleva metterlo in pericolo, ma non aveva neanche il coraggio di guardarlo in faccia.
Aveva fatto di tutto per evitarlo, anche se lo sapeva, il Golden Boy era sceso fino ai sotterranei, piazzandosi fuori dall’ingresso della sala comune di Serpeverde per parlare con lui, era stato così insistente che una ragazzina del primo anno quasi gli aveva aperto per farlo entrare. L’intervento di Goyle era stato provvidenziale, aveva mandato via in modo abbastanza aggressivo il Grifondoro che se ne era andato sospirando – questo era solo ciò che gli era stato raccontato. Anche se aveva la protezione della McGranitt, cosa gli assicurava che Voldemort non arrivasse a Harry? Cosa gli assicurava che non rischiasse la vita? Non poteva metterlo in pericolo, non dopo tutta la fatica per tenerlo al sicuro… Inoltre, se solo il professor Piton avesse continuato a nutrire sospetti su lui, avrebbe comunicato tutto ai Mangiamorte e allora tutti i suoi sforzi per tenerlo al sicuro sarebbero stati vani. Quindi era rimasto chiuso nel dormitorio per i tre giorni successivi, si era dato malato e non si era mosso da lì. Poi Blaise lo aveva tirato fuori dal letto e trascinato in Sala Grande.
Quando vide Harry entrare in Sala Grande per la cena, la sera del terzo giorno, Draco si sentì perso. Il Grifondoro lo guardava con quegli enormi occhi verdi alla ricerca di una risposta alla muta domanda: perché? – i suoi occhi erano cerchiati di rosso e Draco sentì il cuore stringersi, aveva pianto per colpa sua?
«Va’ da lui» sussurrò Blaise al suo orecchio «E sii sincero con lui».
«Tu non capisci, Blaise» si lamentò il biondo «Metterei in pericolo entrambi» disse piano, scuotendo la testa «Non posso coinvolgerlo più di quanto non lo sia. Devo risolvere questa cosa».
L’amico al suo fianco sbuffò «Sei un idiota, Harry farebbe di tutto per te, è innamorato di te, Draco» entrambi osservarono il moro prendere posto al suo tavolo, dopo aver lanciato un’altra occhiata piena di dolore al biondo; sembrava che si sentisse rifiutato e lo stomaco di Draco si contorse in una morsa dolorosa «Sul serio, Draco, devi fidarti di lui e dirgli la verità».
«Non posso… ma gli parlerò. Metterò in chiaro le cose e… lo proteggerò come ho fatto fino ad oggi». Blaise lo guardò con uno sguardo comprensivo e allo stesso tempo di rimprovero. Draco tornò a guardare il suo piatto, ma aveva lo stomaco chiuso e poi alzò la testa verso il tavolo dei Grifondoro, poteva osservare bene la schiena di Potter e vedere le sue spalle curve. Lo osservava da talmente tanto tempo che ormai conosceva a memoria ogni suo gesto o movenza. E in quei mesi d’amicizia aveva imparato a conoscerlo a fondo, tanto da riconoscere un suo stato d’animo da un gesto all’apparenza banale. Vide Hermione mettere una mano sulla sua spalla e mormorargli qualcosa all’orecchio, Weasley invece guardò dritto verso il tavolo dei Serpeverde e gli lanciò un’occhiataccia che voleva essere minacciosa, ma che contribuì solo a far innervosire il biondo, il rosso non aveva alcun diritto di giudicarlo, cosa ne voleva sapere lui di ciò che stava passando? Niente, non poteva capire, nessuno avrebbe mai potuto capire. Harry sì, lui potrebbe farlo se tu non fossi così stupido e codardo da non avere il coraggio di dirglielo – una voce nella sua mente, pericolosamente simile a quella di Blaise, lo destò dall’incanto in cui era caduto. Doveva parlare con lui, doveva mettere in chiaro le cose. Dovevano essere solo amici, era stato un errore tutto quello. Devo proteggerti, Harry – pensò. Poi prese un profondo respiro e si alzò, con tutta la sua sicurezza e spavalderia raggiunse il tavolo dei Grifondoro e chiamò Harry picchiettando con un dito la sua spalla.
Il moro si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso spento e triste. Vederlo in quel modo fu un colpo nello stomaco per il Serpeverde che, con la voce tremante, chiese: «Possiamo parlare da soli, dopo cena?»
Il volto di Harry si illuminò per un attimo e annuì semplicemente, prima di dire «Stanza delle Necessità, solito orario?»
«È perfetto» rispose Draco, sentiva le mani tremare e doveva allontanarsi prima di calarsi sul suo viso e baciarlo per cancellare via quell’espressione atterrita «A dopo allora» fece, prima di voltare le spalle, per andare via. Harry non lo lasciò andare, senza che lui se ne accorgesse gli afferrò il polso, per non farlo andare via.
«Draco» lo chiamò con il tono dolce, l’intero corpo del biondo fu attraversato da un brivido d’emozione; bastava davvero la sola voce di Potter a farlo sentire in quel modo? «Ci sarai, vero?»
«Sì, te lo prometto».
Harry annuì, sembrò sul punto di dire altro, ma poi lasciò andare il suo braccio. Draco gli rivolse un piccolo sorriso e poi lasciò la Sala Grande. Aveva lo stomaco completamente chiuso e si sentiva oppresso dagli sguardi indagatori di tutti; molti, tra gli amici di Harry, erano convinti – con giusta ragione – che lui avesse un doppio fine. Era iniziata così, ma poi le cose erano cambiate e si era affezionato davvero ad Harry. Se qualcuno avesse solo sospettato la cosa, sarebbero stati guai perché prima di tutto avrebbe perso la sua fiducia che si era guadagnato con sudore e poi avrebbe perso la possibilità di proteggerlo. Harry non avrebbe mai più voluto avere a che fare con lui e il solo pensiero di una cosa simile gli faceva accapponare la pelle.
Appena fuori dalla Sala Grande si appoggiò contro il muro e sospirò pesantemente, cercando di calmare i battiti impazziti del suo cuore, gli erano bastati pochi minuti e la voce di Harry per impazzire, come avrebbe fatto il giorno in cui il moro non avrebbe più voluto avere a che fare con lui? Ma perché si stava facendo tutti quei problemi? Perché si sentiva così insicuro? Mai in vita sua si era sentito così vulnerabile con qualcuno, era sempre lui ad avere il coltello dalla parte del manico, perché con Harry si sentiva così? Era semplicemente patetico.
Poi improvvisamente sentì dei passi rimbombare dall’interno della Sala. Qualcuno stava correndo verso l’uscita della Sala Grande e lui doveva spostarsi da lì e non farsi vedere così fragile e vulnerabile. Prese un respiro profondo e fece per andare via, prima di essere bloccato dalla visione di Harry che usciva dalla Sala Grande per cercarlo. Potter lo aveva davvero cercato? Lo aveva seguito? Perché lo aveva fatto?
«Draco, possiamo parlare ora?» chiese Harry schiettamente avvicinandosi a lui «Non ce la faccio ad aspettare, perché mi hai ignorato per tre giorni?»
«Io… Harry, è complicato».
«Ascolta, io l’ho capito…» mormorò «Non ti piaccio… non piaccio mai molto agli altri e…» iniziò il moro, Draco si morse le labbra per imporsi di non parlare «Io lo capisco e ti chiedo scusa per aver frainteso quello che è successo… ma potresti smetterla di ignorarmi?»
Diglielo, forza. Digli che non vuoi avere niente a che fare con lui, che tutto quello che è successo è stato un errore. Digli che ha ragione, tu non potresti mai amare un mezzosangue, non potresti mai amare uno come lui, digli le cose più crudeli che ti vengono in mente e mandalo via.
«Non è questo» rispose Draco, contrariamente a quanto stava pensando «Per favore, ho bisogno che tu capisca…»
«Cosa? Ti prego, se c’è qualcosa che non mi hai ancora detto, dimmela. C’entrano i tuoi? Non mi importa di loro, Draco» poi si incupì «C’entra il fatto che… che sono un mezzosangue? Che non sono un purosangue come te?» chiese esitante, le mani che tremavano appena per l’incertezza «Per i miei zii? Per il fatto che sono cresciuto tra i babbani?»
«Harry, non me ne frega niente, se sei un mezzosangue» affermò per tranquillizzarlo, perché non voleva vedere il dolore nei suoi occhi, ma cosa doveva fare? «Neanche dei tuoi zii, io…» tentennò.
«Allora di cosa si tratta? Ti prego, parlami».
Il biondo restò diversi minuti in silenzio e scosse la testa. Alcuni studenti iniziavano ad uscire dalla Sala Grande e non voleva che tutti sentissero gli affari loro «Andiamo in un altro posto?» chiese.
Harry annuì e gli porse la mano. Draco l’afferrò senza esitazione ed insieme, in silenzio, raggiunsero un’aula vuota. Entrarono e subito il biondo si allontanò dal moro, rifugiandosi vicino ad un banco, iniziando a torturarsi le mani.
«Ho avuto paura» disse Draco confessando ciò che più attanagliava il suo cuore «Lo sai che i miei sono… seguaci di Tu-Sai-Chi» disse piano, Harry annuì «Non voglio metterti in pericolo, se scoprissero cosa ci lega…»
«Non devono scoprirlo per forza, no?» fece Harry avvicinandosi a lui e mettendogli le mani sui fianchi «Draco… mi hai evitato per questo?»
«Sì» rispose; e non solo, non è la verità, ma neanche una bugia… - pensò. Un piccolo sorrisetto increspò le labbra del prescelto, che lo abbracciò senza che l’altro potesse sottrarsi, incastrò il viso nell’incavo del suo collo – era all’altezza giusta per farlo – e gli passò delicatamente le braccia dietro alla schiena.
«Non mi importa di loro, né di Voldemort né di chiunque altro» sussurrò contro la sua pelle «Mi importa di te. Voglio sentirmi di nuovo felice come a San Valentino con te, Draco, tu mi piaci».
«Anche tu mi piaci, Harry» confessò il biondo, restando immobile, senza riuscire a ricambiare l’abbraccio; era rigido e teso, Harry se ne accorse, ma non si separò da lui «Ma non posso lasciarmi coinvolgere».
«Perché?»
«Saresti in pericolo» disse quasi in uno sbuffo, irrigidendosi ancor di più. Non riusciva a muoversi e si sentiva oppresso e sul punto di piangere, avrebbe solo voluto stringerlo, lasciarsi stringere e piangere tutta la tensione che aveva accumulato in quei giorni senza di lui. Ma non poteva, Harry lo avrebbe odiato.
«Sono in pericolo ogni anno. Ritenta».
Voldemort vuole che ti consegni a lui. Vuole che io ti porti a casa mia e assista al tuo omicidio. Non posso. – era il momento di dirglielo, lo sapeva. Ma non voleva essere odiato da lui, non voleva che il suo sguardo cambiasse. Forse… forse avrebbe potuto proteggerlo lo stesso, magari avrebbe dovuto chiedere aiuto a Silente.
«Non so… non so cosa fare» sussurrò disperato, la sua voce tremava e tutto dentro di lui era un mix di emozioni contrastanti; da una parte voleva baciarlo e amarlo con tutto se stesso, dall’altra voleva fuggire lontano.
Harry tremò e abbassò la testa, non poteva costringere Draco a lottare per loro due, se non ne aveva la forza.
«V-Va bene… ho capito, non importa, io… sono, sai, abituato a questo» ammise dispiaciuto e triste, un paio di lacrime sfuggirono al suo controllo. Il cuore di Draco si incrinò, non voleva farlo soffrire.
«Non- Harry, non piangere».
Il moro scosse la testa e si asciugò il volto «F-Forse dovrei andare. T-Ti lascio in pace» affermò. Si voltò pronto ad andare via e in quel momento, Draco mandò al diavolo ogni paura, ogni tentennamento. Harry aveva sofferto per tutta la vita, aveva vissuto con una famiglia orribile che non lo aveva mai voluto, era sempre stato messo all’angolo e cresciuto come un elfo domestico, nessuno gli aveva mai dimostrato amore. Fu un solo attimo: tutte le difese che in quei tre giorni aveva eretto attorno a sé e che aveva cercato di mantenere in quel momento, crollarono come un castello di carte e afferrò la mano di Harry, lo fece voltare verso di sé e lo strinse con forza contro il proprio corpo.
«Non te ne andare…» sussurrò Draco «Scusami, Harry, non sono bravo a gestire queste cose, i… sentimenti. Sono una frana, ma io… io sono preso da te. Non volevo farti soffrire, mi dispiace».
«Draco, tu mi piaci veramente, io… ti prego, non giocare».
«Non sto giocando, Harry», Draco gli prese il volto tra le mani e lo guardò negli occhi «Mi piaci anche tu, davvero tanto».
«Draco…»
«Voglio provarci» disse con sicurezza «Proviamoci, Harry, insieme possiamo farcela, giusto?»
«Sì…» rispose Harry, prima di alzarsi sulle punte e unire le labbra a quelle dell’altro che rispose prontamente al bacio, trasformandolo man mano in un bacio più intenso. Presto le sue mani furono nella folta chioma scura del moro; gli accarezzò la nuca e poi tirò leggermente alcune ciocche di capelli per sistemargli la testa, in modo da avere un accesso migliore alla sua bocca.
Era impaziente di continuare, di approfondire quel discorso e senza rendersene conto, lo spinse contro uno dei banchi vuoti. Harry ci salì immediatamente, afferrando il compagno per la cravatta e tirandoselo addosso, riprendendo a baciarlo con foga, mordendogli le labbra e gemendo contro la sua bocca.
«Harry…» sussurrò Draco «Harry, per Merlino, fermati…» mormorò senza respiro, mentre il moro scendeva con le labbra sul suo collo, iniziando a lasciargli dei leggeri e umidi baci su di esso. Draco tremò d’eccitazione.
«Perché? Non mi vuoi?» chiese. Un flash di paura, quasi come se avesse timore di essere rifiutato ancora, attraversò gli occhi del moro, Draco gli accarezzò delicatamente una guancia e sorrise, stampandogli un bacio dolce sulla bocca.
«Certo che ti voglio» rispose con sincerità «Ma non voglio che la nostra prima volta sia qui dentro».
«Sei un tipo romantico… però, chi l’avrebbe mai detto» sghignazzò il moro, la sua risata fu soffocata dalle labbra di Draco che attaccarono il suo collo, lasciandogli un morso che lo fece sussultare e gemere «Sleale…»
Il biondo sorrise e nel suo sguardo ci fu una punta di malizia «Stupido, impaziente Grifondoro» lo prese in giro amorevolmente, mentre gli accarezzava i fianchi ed insinuava le mani sotto il maglione e poi sotto alla camicia «Più che romanticismo, io parlo di comodità» disse sfiorando con le labbra la pelle tesa del moro «Non voglio che ti faccia male…»
«Okay…» soffiò rassegnato, mentre il biondo gli lasciava un leggero succhiotto sul collo «Quanto mi piaci…»
Draco si prese un attimo per osservarlo, Harry era completamente abbandonato tra le sue braccia, perso e in preda all’eccitazione del momento. Sarebbe stato così facile approfittare della situazione e salvarsi la vita… sarebbe stato facile in quel momento farsi seguire ovunque e portarlo al cospetto di chi lo aveva spinto in quella direzione. Ma non lo avrebbe mai fatto, realizzò. Non avrebbe mai tradito Harry in quel modo, non poteva perché era innamorato di lui: l’amore che provava per lui, superava qualsiasi cosa, anche la paura di Voldemort. Lo baciò ancora una volta, perdendosi nelle sensazioni che gli stava trasmettendo e lo strinse di nuovo a sé. Lo avrebbe protetto a costo della sua vita, ne era certo, ora più che mai.
«Che succede…?» soffiò Harry, prendendogli il viso tra le mani, guardandolo dritto negli occhi, Draco si specchiò in quello sguardo di smeraldo e perse ogni contatto con la realtà, scosse la testa e lo baciò ancora una volta, scacciando dalla sua mente ogni cosa, ogni conseguenza di quella sua scelta. Non gli importava più nulla, solo di Harry.
«Draco…» insisté l’altro, cercando di capire il perché di quell’esitazione.
«Non è niente, Harry» sussurrò il Serpeverde «Ho appena realizzato che non mi importa di nulla, se non di te» disse regalandogli una tenera carezza sulla guancia che fece trasalire il Grifondoro, che sorrise imbarazzato e lo guardò con uno sguardo pieno d’amore e di qualcosa che Draco non riuscì a capire. Gli piaceva essere guardato così da lui, non avrebbe mai voluto altro dalla loro relazione, tutto il resto era secondario, sarebbe uscito dalla scomoda situazione presto e avrebbe protetto Harry con tutte le sue forze. «Allora, dov’eravamo rimasti?» soffiò il biondo sulle sue labbra.
«Ne ho una vaga idea» ribatté il moro, prima di baciarlo ancora una volta, affondando le dita nei suoi capelli biondi sempre perfettamente impeccabili e iniziando a spettinarlo. Draco grugnì qualcosa sulla sua bocca, ma Harry non comprese e continuò a baciarlo fino a perdere il fiato.
L’aria era satura di testosterone e loro erano solo due sedicenni alle prese con le prime esperienze di quel genere. Draco gemette contro la bocca del compagno e lo stesso fece Harry, si guardarono negli occhi per una frazione di secondo e si resero conto che quella serata sarebbe finita in tutt’altro modo. A quel punto, il Serpeverde porse la mano al Grifondoro.
«Ti fidi di me?» chiese.
Harry parve esitare per un solo istante, scrutando il biondo con lo sguardo, prima di afferrargli la mano e rispondere: «Sì». L’altro la strinse con forza e senza pensare ulteriormente lo fece alzare da quello scomodo banco. Uscirono dall’aula, i corridoi erano abbastanza vuoti e non ebbero problemi ad arrivare fino ai sotterranei. Harry trasalì, prima di rendersi conto che Draco lo stava portando nella sua stanza. Aveva immaginato andassero nella Stanza delle Necessità, invece il Serpeverde lo stava portando nel dormitorio e se qualcuno fosse entrato e li avesse visti?
Il biondo disse in fretta la parola d’ordine e lo trascinò nella sala comune, nessuno dei pochi presenti sembrò fare caso a loro – ormai un Serpeverde che portava un Grifondoro lì non faceva più scalpore, da quando Blaise stava insieme a Neville – e in fretta Draco trascinò Harry nei dormitori. Chiuse velocemente la porta e spostò lo sguardo sul moro che si guardava intorno con aria confusa e assorta. Il biondo sperava solo di non aver rovinato quel momento intenso tra di loro, che quel cambio di stanza non avesse interrotto la magia che si era creata mentre si baciavano.
Tutta la sicurezza di Harry era stata risucchiata via, non appena avevano varcato la soglia della stanza di Draco. Non sapeva perché, ma si sentiva terrorizzato.
«Insomma, questo è il tuo dormitorio» borbottò a disagio il Grifondoro; l’altro ridacchiò avvicinandosi a lui «Molto… verde» commentò; in effetti era molto simile al suo, a parte per i colori. Gli altri letti erano vuoti, per fortuna, gli altri dovevano essere ancora a cena.
Draco ridacchiò annuendo «Siamo nei dormitori Serpeverde, che cosa ti aspettavi, un bel letto rosso?»
«Non sarebbe stato male, in effetti…» scherzò mordendosi le labbra, si sentiva improvvisamente imbarazzato; si trovava nella stanza di Draco e non sapeva più cosa fare. Insomma, non che lui fosse un esperto, il suo primo bacio era stato un disastro e con Draco era ancora tutto così confuso e travolgente. Il Serpeverde bloccò ogni suo pensiero afferrandolo per i fianchi e baciandolo con rinnovata passione. A cosa stava andando incontro, Harry, in quel momento? Non sapeva neanche lui se lasciarsi andare come aveva fatto fino a poco prima oppure no, si era come bloccato ed era ironico, visto che pochi minuti prima era lui quello che cercava di spogliare il biondo, quest'ultimo lo spinse gentilmente verso il letto senza smettere di baciarlo; quando Harry toccò il letto con il retro delle ginocchia, tremò e si bloccò.
«Draco, Draco…» lo chiamò a bassa voce sentendo la voce strozzarsi «Io…» non ho mai fatto niente con nessuno prima d’ora – pensò, senza riuscire a dare voce ai suoi pensieri e ai suoi dubbi, si sentiva semplicemente bloccato dalla consapevolezza che se avesse toccato il letto, non sarebbero più tornati indietro e avrebbe fatto una pessima figura. Non voleva rovinare tutto con la sua goffaggine, era tutto così perfetto…
«Stai per dirmi che è la tua prima volta, Potter?» soffiò il biondo, lasciandogli un bacio sul collo «Benvenuto nel club».
«An-Anche tu?»
«Sì» sussurrò «In assoluto». Harry tremò, e annuì. Era strano, era la prima volta per tutti e due e lo sentiva che anche Draco era emozionato per la cosa, anche se non capiva da dove tirasse fuori tutta quell’esuberanza.
«Ho una proposta» disse il moro.
«Ti ascolto».
«Andiamo… piano» propose il Grifondoro con le gote rosse «Insomma. Adesso ci baciamo un po’… ci tocchiamo e…»
«Va bene» lo interruppe il biondo senza fargli finire la frase «Va bene anche per me, ma sdraiamoci sul letto, saremo più comodi» propose a sua volta Draco.
«S-sì, okay» acconsentì, sedendosi sul letto, mentre con agilità Malfoy lo superava e si stendeva al suo fianco, invitandolo a fare lo stesso «Ma i tuoi compagni di stanza?».
«Non saranno un problema, vieni qui».
Leggermente esitante, Harry lo ascoltò e si ritrovò sdraiato sullo stesso letto di Draco Malfoy per la prima volta in tutta la sua vita, Draco chiuse le tende, con la bacchetta silenziò e isolò il letto dal resto della stanza, poi passò un braccio attorno al suo busto, dandogli un leggero bacio sul collo. Harry si sentiva stranamente emozionato ed eccitato all’idea di passare la notte con lui, stretto a lui su quel letto troppo piccolo per due persone. Draco sorrise, un sorriso vero, non uno dei ghigni che era solito fare e con una delicatezza disarmante accarezzò la guancia di Harry, fino a prendergli il mento tra le dita. Lo avvicinò a sé con naturalezza e premette nuovamente le labbra su quelle del moro, che rispose al bacio quasi imbarazzato. Finché erano in un’aula vuota, non si sentiva perso e incapace di muoversi, ma tutta la situazione intima di una camera, lo metteva a disagio.
«Rilassati» sussurrò Draco contro le sue labbra «Per Merlino, Potter, sconfiggi draghi e maghi oscuri e hai paura di una pomiciata come si deve?» chiese scherzando proiettando i suoi occhi di ghiaccio in quelli smeraldo del prescelto.
Harry ridacchiò chiudendo gli occhi «Oh, in questo momento preferirei un drago. Almeno saprei cosa fare».
«Sei un idiota. Prima in quell’aula… mi stavi saltando addosso, perché ora quest’esitazione?» chiese il biondo cercando il suo sguardo. Era stata la sua proposta di cambiare stanza a fargli rivalutare la cosa? Era stato lui in qualche modo il colpevole di quella paura nata in Harry?
«Non lo so… è come se, tornando l’ossigeno nel mio cervello, avessi iniziato a razionalizzare e… qui è così intimo, che…»
«Stai arrossendo di nuovo» scherzò Draco, dandogli un bacio sulla punta del naso «Sei molto carino quando arrossisci, sai? Sembri quasi un normale ragazzo di sedici anni» ridacchiò.
«Ehi, ma io sono un ragazzo di sedici anni» si lamentò il moro, guardando il compagno che sorrideva, sentendolo meno teso di prima «Non ho mica chiesto io tutto questo polverone attorno a me…»
«No, appunto» Draco prese un grosso respiro; non avrebbe mai immaginato, neanche nei suoi sogni più fantasiosi, che un giorno lui sarebbe stato nello stesso letto di Harry Potter a tranquillizzarlo sulla loro nascente relazione «Ma… puoi decidere qualcosa per te stesso, adesso qui con me, come prima in quell’aula… dimentica che siamo nella mia stanza» continuò guardandolo negli occhi, deglutì, era difficile per lui dire quelle cose, non era esattamente uno che apriva il suo cuore o faceva discorsi di incoraggiamento e cose del genere, anche se in quel momento, con quella intimità insieme ad Harry poteva permettersi di essere un po’ meno un Malfoy e un po’ di più Draco «Cosa faresti se fossimo altrove?» chiese piano, accarezzandolo ancora con strabiliante tenerezza «Non lasciarti condizionare dal luogo in cui sei, fai solo quello che ti senti».
Potter batté le palpebre incredulo, neanche nei suoi sogni più incredibili Draco Malfoy riusciva ad essere una persona tanto dolce in intimità, era una piacevole scoperta e improvvisamente decise, che, sì, voleva Draco con ogni fibra del suo cuore, anche se avrebbero fatto le cose con calma.
«Voglio baciarti, Draco» dichiarò in un sussurro.
«Allora fallo» rispose il biondo, prima di baciarlo nuovamente con passione, infilandogli le mani tra i capelli scuri e spettinati. Il moro non se lo fece ripetere due volte e rispose al bacio con la stessa intensità. Draco sorrise contro le sue labbra e gliele mordicchiò leggermente, quando si separarono dal bacio per prendere fiato. Appoggiò la fronte contro la sua e lasciò scivolare le mani lungo il suo addome, accarezzandolo piano da sopra ai vestiti.
«Ci mettiamo più comodi?» soffiò contro la sua bocca, afferrando il maglione iniziando a sfilarglielo, mentre l’altro annuiva confuso ed eccitato «Prometto che mi fermo appena me lo chiedi, è tutto nuovo anche per me».
Harry annuì e per mettere parità tra di loro tolse il maglione anche all’altro, Draco gli sorrise e sciolse il nodo della cravatta che il moro portava e poi gli sbottonò piano la camicia bianca, cercando di seguire semplicemente il suo istinto. Dopo qualche istante di esitazione, anche Harry iniziò a spogliare il compagno, senza distogliere lo sguardo dal suo; gli fece scivolare la camicia lungo le spalle e gli baciò una spalla, sorridendo contro la sua pelle.
«Profumi di buono» sussurrò Harry, infossando il naso tra il collo e la spalla del biondo, lasciandogli un piccolo segno del suo passaggio, facendolo gemere «Lo stesso profumo che ho sentito nell’Amortentia» confessò. Draco sussultò e lo strinse, incrociando le gambe con quelle del moro, lasciandosi scivolare sul suo corpo.
«Allora non avevamo sbagliato» realizzò il biondo divertito, il moro lo guardò «Io ho sentito il tuo» confessò a sua volta. Harry, a quel punto, lo guardò con uno sguardo strano, felice e al tempo stesso consapevole, poi improvvisamente scoppiò a ridere.
«Che hai, adesso?»
«Aveva ragione Hermione» rispose «Siamo proprio due cretini» affermò prima di baciarlo ancora, lasciandosi semplicemente trasportare dal momento. Cosa c’era di più bello di amare una persona e scoprire di essere ricambiati? Niente.
 
 

«Sono innamorato di te» fu il sussurro che Harry rivolse a Draco, all’alba del giorno seguente, prima di lasciare la sua stanza. Non erano andati oltre i baci e le carezze, non si erano neanche tolti i pantaloni, ma ciò che Harry aveva provato era stato devastante e aveva realizzato di essere realmente innamorato di lui. Si erano addormentati stretti l’uno all’altro, con le gambe intrecciate; Harry si era svegliato per primo completamente avvolto tra le braccia del biondo e con una strana sensazione di pace nel cuore. Avrebbe voluto restare lì per sempre, ma presto tutta la scuola si sarebbe destata e tutti avrebbero dato di matto vedendo Harry Potter uscire dalla stanza di Draco Malfoy.
«Harry…» mormorò nel sonno, rigirandosi tra le coperte sfatte «Scusami… non volevo».
Harry batté leggermente le palpebre e si scostò da lui, gli avrebbe chiesto più tardi cosa intendesse con quelle parole. Gli diede un bacio sulla fronte e poi uno sulle labbra. Poi uscì in fretta dal dormitorio e corse fuori dalla sala comune. Attento a non farsi beccare, raggiunse la Torre dei Grifondoro, trovando tutti profondamente addormentati, per fortuna. Si gettò sul suo letto con un sorriso sornione e stranamente appagato. Era così felice che tutto il carico di problemi che gli erano stati riversati addosso, sembravano lontani dalla sua mente. Certo, sapeva che dal giorno dopo avrebbe dovuto cercare di nuovo di farsi dare il ricordo da Lumacorno, cercare il modo di sconfiggere Voldemort, adempiere al suo destino e tutto il resto. In quel momento, però, era solo un ragazzino innamorato che aveva appena trascorso la notte più intensa della sua vita con il suo ragazzo. Non vedeva l’ora di vederlo e di baciarlo davanti a tutti, esprimendo la sua gioia e il suo amore. Draco avrebbe detto che era patetico… ma lui era felice di esserlo.
«Allora, quando mi racconterai cosa è successo?» chiese Ron facendolo sobbalzare; credeva che dormisse «Non osare dire che non è successo niente, Harry, indossi la cravatta di Serpeverde». Il moro arrossì e si rese conto in quel momento di aver preso la cravatta di Draco al posto della sua… non gli stava neanche troppo male e aveva il profumo di Draco, a parte i colori, non aveva niente che non andasse.
«Beh, cosa vuoi che ti dica?» chiese il moro, sfiorando la cravatta imbarazzato e stupidamente felice «Ci siamo baciati. Ci siamo baciati un sacco. Direi che abbiamo pomiciato alla grande». Sì, era ripetitivo, ma voleva sottolineare il concetto, avrebbe passato la sua vita a pomiciare con Draco Malfoy.
«Avete fatto sesso?» chiese il rosso.
Harry arrossì come un tizzone per la seconda volta e lanciò un cuscino contro il suo migliore amico «No! No! Non lo abbiamo fatto» rispose a disagio «Lo faremo quando saremo sicuri» disse «Io… non ero molto sicuro».
«Capisco» mormorò l’altro pensieroso «Quindi… state insieme da oggi?»
«Sì» rispose Harry con un enorme sorriso sulle labbra «Sono così felice…»
«E io che ero convinto che tu finissi in coppia con Ginny» scherzò Ron, Harry deglutì e lo guardò, aveva provato un certo interesse per lei ma non ai livelli di ciò che provava per Draco, neanche lontanamente paragonabile a quello «Ehi, non preoccuparti! Sei il mio migliore amico, non ti giudico se ti piace Malfoy!» esclamò «Certo, hai dei gusti pessimi, ma ehi! Chi sono io per giudicare?»
Harry sorrise sollevato dalle parole dell’amico, «Meno male…»
«… E Neville mi deve una scatola di cioccorane».
«Cosa?»
«Io, lui e Blaise avevamo scommesso. Secondo Blaise vi sareste messi insieme prima di San Valentino, per Neville il giorno stesso, io non ero sicuro. Ma avevo detto che se foste finiti insieme, lo avreste fatto dopo San Valentino».
«Siete dei folli».
«Scherzi a parte, sono felice per te, amico».
Harry sorrise con la testa infossata nel cuscino, anche il suo migliore amico era d’accordo alla sua relazione con Draco, non c’era assolutamente niente che potesse andare storto.
 

§§§
 

Draco era seduto al tavolo dei Serpeverde quella mattina, si era svegliato con una bella sensazione all’altezza dello stomaco, anche se aveva avuto un incubo in cui Harry lo colpiva con una maledizione dopo aver scoperto il suo inganno e lui restava morente e sanguinante in un bagno, senza essere soccorso da nessuno. Nonostante l’incubo, quando aveva sentito nel dormiveglia la dichiarazione del moro, non aveva potuto far altro che sentirsi felice e innamorato. Non era detto che Harry, se avesse saputo ciò che era stato costretto ad accettare, lo avrebbe odiato e comunque lui non avrebbe mai tradito la sua fiducia. Quando non aveva trovato il moro al suo fianco si era chiesto cosa avesse sbagliato, prima di realizzare che lui probabilmente era andato via all’alba per non farsi beccare dai professori ad uscire dalla sua stanza. Non vedeva l’ora di vederlo in Sala Grande…
Blaise lo raggiunse subito dopo aver salutato Neville; anche lui e Harry sarebbero diventati così schifosamente teneri e adorabili, salutandosi tutte le mattine con un bacio? Merlino, spero proprio di sì…
«Ho intravisto una nostra conoscenza sgattaiolare fuori dal tuo letto e correre via dal dormitorio, stamattina all’alba… avete passato una piacevole serata?»
Draco arrossì e annuì, incapace di fare altro e l’amico ridacchiò dandogli una pacca sulla spalla. «Non ti darò alcun dettaglio» biascicò al colmo dell’imbarazzo.
«Devi, come minimo dirmi se ho vinto!»
«Vinto cosa?» chiese il biondo inclinando la testa. Blaise rise sonoramente, divertito dall’imbarazzo dell’amico.
«Oh, non lo sai, Draco? Blaise, il suo fidanzatino e Weasley hanno scommesso su te e Potter» intervenne Pansy, facendo comparire negli occhi del biondo uno sguardo omicida «Quindi come minimo devi dirgli quando è successo» disse lei «Bella cravatta, comunque». Draco arrossì notando la cravatta di Harry al posto della sua e si diede dell’idiota per non essersene accorto. Questo voleva dire che Harry avesse la sua e la cosa lo faceva sentire stupidamente allegro.
«Non dirò niente» rispose Draco «Sono affari nostri, vedi di starne fuori, io non mi immischio tra te e Paciock».
«Ma io e Neville non siamo la coppia che fa scalpore, tu e Potter sì! Il figlio di Mangiamorte e il Prescelto!» esclamò «Fa molto da tragedia babbana, sai?»
Draco arrossì di nuovo, abbassando lo sguardo. «Che ne sai tu di tragedie babbane?» chiese.
Blaise lo guardò come se sapesse tutto e Draco arrossì, sperava che l'amico non avesse trovato "il suo piccolo segreto". Quando Potter gli aveva raccontato la storia dei due babbani innamorati, componenti di due famiglie nemiche, era rimasto incuriosito riguardo la vicenda e dopo Natale aveva chiesto alla professoressa di Babbanologia, se conoscesse quel libro e potesse fargliene avere una copia. La donna era stata entusiasta di regalargli una delle sue copie che offriva agli studenti; Draco la conservava attentamente nel suo baule, ogni tanto ne leggeva qualche pagina. Blaise stava per aggiungere qualcosa di ironico e sarcastico, ma ad un certo punto si zittì, perché Potter entrò nella Sala Grande e si diresse direttamente verso il loro tavolo, lasciando tutti con il fiato sospeso. Draco lo osservò immobile. Cosa aveva in mente? Il suo sguardo non preannunciava nulla di buono. E lui aveva imparato a conoscerlo quello sguardo.
«Buongiorno» disse Harry, quando arrivò accanto a Draco, prima di abbassarsi verso di lui e premere le sue labbra contro le sue. Draco sussultò e rispose delicatamente al bacio, sciogliendosi come neve al sole. Tutto il tavolo Serpeverde e la stragrande maggioranza delle persone presenti per la colazione si voltarono a guardarli, alcuni scioccati, altri disgustati, altri ancora semplicemente invidiosi, mentre Blaise sghignazzava soddisfatto e Pansy li guardava con adorazione, con lo sguardo di chi sapeva che tutto quello sarebbe successo. Dall’altro lato della Sala Grande, i Grifondoro scoppiarono in un fragoroso applauso, mentre Hermione li guardava con tenerezza. Lei semplicemente sapeva ogni cosa ed era felice per loro.
«Buongiorno a te…» sussurrò Draco con le gote rosse «Bella cravatta» ghignò il Serpeverde «Ma tutto sommato neanche la mia è male, penso che oggi la terrò».
«Io non avevo intenzione di togliere la mia» rincarò il moro sorridendo «Ci vediamo a lezione? Oggi abbiamo Pozioni insieme. Sento che sarà una giornata fortunata» ridacchiò.
«Certo, non vedo l’ora di vedere il tuo calderone saltare in aria» lo prese in giro il biondo; Potter rise e fece per allontanarsi, ma Malfoy si alzò, gli afferrò il polso e lo tirò verso di sé; lo baciò di nuovo stavolta con maggiore intensità sospirando pesantemente contro la sua bocca e mordicchiandogli le labbra.
«Questo è un buongiorno, Potter» soffiò, prima di lasciarlo andare interdetto e ammaliato; Harry sorrise e raggiunse il tavolo dei Grifondoro, dove fu assaltato dalle domande; stessa cosa accadde dai Serpeverde. I due giovani si scambiarono da un tavolo all’altro uno sguardo complice e si sorrisero, ignari che qualcuno li stesse osservando e non avesse buone intenzioni.







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Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
 
Nuovo weekend nuova corsa, nuovo capitolo!
Ben ritrovati con i nostri piccioncini, che finalmente si baciano! Aw
Mi sono divertita un mondo a scrivere di loro che si prendono a palle di neve e poi cedono entrambi all’amore. Voglio dare una precisazione sulle contraddittorie reazioni di Harry, che prima sembra voglia fare sesso e poi si blocca. Vi ricordo che ha 16 anni e non ha mai avuto alcuna esperienza, e non ha mai ricevuto amore. Non sa come gestire tutto questo tumulto e prima si lascia trasportare dalla passione e poi ritorna a ragionare. È un adolescente confuso, fondamentalmente. Sarebbe stato troppo facile lasciarlo andare così, subito, senza fargli avere pippe mentali. (Me ama tanto le pippe mentali)
Anche Draco è scemo: ha sedici anni, gli ormoni impazziti e ha paura di non essere abbastanza forte da resistere alla tentazione di consegnare Harry. Anche se poi capisce quali sono le priorità (il suo Potty <3) e anche se lo ferisce, tra di loro le cose scoppiano con potenza. E poi è un amore quando asseconda Harry nella sua paura aw <3
Questo capitolo rappresenta il punto di svolta definitivo per Draco, adesso è sicuro dei suoi sentimenti e del fatto che ha cambiato fazione. E avrà diversi problemi per questo, ma porterà tanta gioia nel suo futuro (futuro molto lontano lol)
Anywaaay. Chi sarà la persona che li guarda con aria cattiva? Muahahah lo scoprirete nella prossima puntata, perché si scoprirà anche la verità su Draco! Partono le scommesse su chi capirà la cosa e come reagirà Harry! Sbizzarritevi con le ipotesi! Se volete fatemi sapere, o non fatelo, scegliete voi lol
Intanto ringrazio lilyy e Daniel_The White per aver recensito lo scorso capitolo, e chi ha recensito i precedenti; chi ha speso un click per leggerla e chi l’ha aggiunta alle seguite/ricordate/preferite. Thanks <3 
See you soon, people! Al prossimo weekend!
 
Fatto il misfatto (sorry…)

   
 
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