CAPITOLO DIECI
“Anche oggi dovrò fare
la balia alla mocciosa? Dopotutto per essere una piccola lagna combatte bene,
mi sono divertito con lei ieri pomeriggio!” esordì il giovane principe vedendo
entrare nella sua stanza la sua versione più anziana.
Divertente, per la sua
giovane copia era stato divertente, lui invece era stato terribile, il sangue
gli si era gelato nelle vene quando aveva visto sua figlia che combatteva con
lui, sotto lo sguardo tranquillo di Trunks. Ma perché
i suoi figli non capivano che lui avrebbe potuto farle del male senza alcun
rimorso, quel ragazzo non era se stesso, ma loro non percepivano più alcun
pericolo.
Si era avvicinato
lentamente ai due combattenti e con voce severa aveva richiamato in casa Bra,
dicendole che sua madre non avrebbe approvato che si sporcasse il vestito, era
stata la prima cosa che gli era venuta in mente, e si rese conto subito che era
davvero una cosa stupida, perché il giovane Vegeta era scoppiato a ridere e
aveva fatto un inchino beffardo verso la sua direzione e allora aveva rispedito
nella sua stanza anche lui.
Poi in un momento in
cui nessuno era in circolazione si era avvicinato a Trunks
e l’aveva schiaffeggiato, il ragazzo si era portato la mano alla guancia
indietreggiando, stava per chiedergli il motivo, ma lui l’aveva interrotto,
intimandogli che la prossima volta doveva badare meglio a sua sorella e quindi
gli aveva ordinato di non emettere nemmeno un fiato altrimenti sarebbe stato
peggio per lui. Suo figlio gli aveva scoccato un’occhiata piena di risentimento
e se n’era andato: aveva sbagliato e doveva impararlo, pensava che togliendogli
la forza avrebbe capito e invece non aveva ancora imparato niente da quella
lezione, era davvero testardo.
“Nah
oggi meriti decisamente del risposo, andremo a trovare i genitori di Bulma, abitano in una ridicola fattoria, vedrai sarà
davvero divertente!” rispose Vegeta al ragazzo, che lo fissava perplesso, lui
non sapeva esattamente cosa fosse una fattoria e non capiva nemmeno dove fosse
la fregatura, ma decise di mostrarsi indifferente.
Tutta la famiglia Brief
e il giovane principe salirono a bordo della air car per raggiungere la
famiglia di Bulma e il giovane principe continuava a
ripetere che trovava davvero ridicolo spostarsi con quel mezzo antiquato,
quando si poteva volare, ma nessuno sembrava intenzionato a cogliere la sue
provocazioni; anzi quel Trunks non lo guardava
neppure, si chiese come mai, pensava che ormai si fossero chiariti, ma a dire
il vero non aveva ancora rivolto la parola nemmeno a nessun’altro della
famiglia.
“Ehi Trunks come mai sei così taciturno? Hai preso un brutto
voto in quella tua ridicola scuola?” chiese il giovane principe.
“Lasciami in pace!” rispose
il ragazzo calando il cappello che indossava sugli occhi e immediatamente sentì
la sua versione più anziana borbottare e da lì gli fu tutto chiaro, quei due
dovevano aver litigato di nuovo, che noia, perché continuava a prendersela con Trunks, chissà quando era diventato così cieco da non
riuscire a apprezzare il suo erede, ma forse dopotutto non gli interessava poi
così tanto saperlo, così finse di ascoltare con interesse lo starnazzare di
Bra; quella mocciosa era una femmina strana, non era male come combattente, ma
diceva e faceva un sacco di sciocchezze.
Alla fine arrivarono ad
una villa in mezzo all’aperta campagna, era di un ridicolo colore rosa con il
tetto rosso e c’erano un sacco di animali che scorrazzavano liberi per il
giardino, era decisamente molto peggio della capanna di Karoth.
Una volta smontati
dalla aircar ed entrati nel vialetto, facendo lo
slalom in mezzo a tutti quei ridicoli animali, una strana donna bionda iniziò a
correre nella loro direzione agitando le braccia e facendo versi da sciocca, ma
chi poteva mai essere pensò il giovane principe, ma prima che potesse formulare
delle ipotesi, quella donna lo stava abbracciando! Ma come osava? Sentiva la
rabbia salirgli e il braccialetto stava già iniziando a mandare delle piccole
scosse di avvertimento.
“Mamma insomma, lascia
andare il piccolo Vegeta prima che gli venga un infarto; non è abituato ai tuoi
modi, come quello grande!” esclamò Bulma, trattenendo
a stento una risata nel vedere la faccia paonazza della giovane altezza.
“Oh ma cara non potevo
resistere, è un così bel ragazzo!” trillò la donna lasciando andare Vegeta, che
fece un grande respiro, gli mancava l’aria.
Poi quella donna portò
tutta la famiglia nel retro della casa dove era stato preparato un banchetto in
loro onore e tutti i sayan si fecero sotto senza
tanti complimenti.
Mentre mangiavano
furono raggiunti da un ometto di bassa statura con dei grossi baffi, che si
presentò come il padre di Bulma, e disse di essere
uno scienziato proprio come la figlia, e questo improvvisamente accese
l’interesse del giovane principe, forse se l’avesse preso in ostaggio lui
sarebbe riuscito a rispedirlo a casa senza tutta quella ridicolaggine del
redimere la sua anima, doveva tenerlo d’occhio e trovare il modo per stare da
solo con lui.
Il filo dei suoi piani
fu interrotto dalla voce assordante e stridula di quella donna, che si chiamava
Bunny, la madre di Bulma, e in un attimo se la trovò
appesa al braccio che lo portava in giro per la proprietà presentandogli tutti
gli animali per nome ad uno ad uno, sotto lo sguardo divertito di tutta la
famiglia Brief, e anche di Vegeta, quello grande, come poteva permettere che
gli si mancasse così di rispetto, se avesse avuto i suoi poteri avrebbe
eliminato quella donna e tutti gli animali.
“Cara lascia un po’
respirare il nostro ospite, forse desidera visitare il mio laboratorio insieme
a Trunks!” lo salvò inaspettatamente il padre di Bulma.
Oh sì, certo che lui
desiderava visitare il suo laboratorio, forse era finalmente la sua occasione
per fuggire e lui non sarebbe stato così sciocco da lasciarsela sfuggire, ed
era anche certo che Trunks non si sarebbe messo in
mezzo per impedirgli di fuggire, anzi avrebbe potuto essere un alleato
probabilmente.
I ragazzi seguirono lo
scienziato che fece vedere ad entrambi con orgoglio alcune sue invenzioni,
alcune sembravano anche interessanti, ma con disappunto notò ad alta voce il
giovane principe non c’era nulla che potesse servire per i combattimenti oppure
per conquistare un pianeta.
Lo scienziato si mise a
ridere e rispose che lui non era molto interessato a quel tipo di scienza,
preferiva cosa utili per la gente, non per ferirla; poi tornò a parlare della
nuova air car che aveva progettato che funzionava completamente grazie all’aria
e alla luce solare, che non aveva ancora però brevettato in realtà.
Mentre lo scienziato
continuava a blaterare della macchina il giovane principe bisbigliò a Trunks:”ehi amico che dici se ce
la filiamo con questa bella macchina? Sono stanco di comportarmi bene, sto
morendo di noia!”
Aveva capito che da
quello scienziato non si poteva ricavare nulla di utile, quindi almeno avrebbe
potuto farsi un giro con quel trabiccolo e godere di un po’ di libertà anche se
limitata.
Trunks
lo guardò con fare circospetto, era forse impazzito? Suo padre l’avrebbe ucciso
e non aveva voglia di mettersi nei guai ancora di più, quindi gli rispose che
non ci pensava nemmeno.
“Non ti facevo così
pivello sai, oh beh non importa, lo chiederò a Bra, la mocciosa sì che ha
fegato!” rispose Vegeta con intento provocatorio.
Se avesse fatto una
cosa del genere Bra avrebbe accettato sicuramente e lui sarebbe finito ancora
di più nei guai a causa sua, quindi Trunks gli
rispose di lasciare fuori sua sorella da quella storia e che se voleva davvero
prendere la macchina ci pensava lui.
Il giovane principe
ripose con un sorriso perfido e soddisfatto, finalmente si sarebbe divertito un
po’ dopo tutte quelle smancerie che aveva dovuto sopportare con quella Bunny.
Trunks
ingoiò l’aria e interruppe suo nonno, chiedendogli una cosa su un altro
macchinario, allontanandolo quindi dalla air car e mentre si allontanavano
lanciò uno sguardo piuttosto eloquente al giovane principe, che senza indugiare
saltò a bordo della macchina senza farsi vedere.
Una volta a bordo diede
velocemente un’occhiata ai comandi, non doveva essere difficile metterla in
moto….
“Guarda che se schiacci
quello finiamo indietro contro alla parte, è la retromarcia!” osservò una
bambina che ben conosceva alla sue spalle.
Bra si stava annoiando
con i grandi e quindi li aveva raggiunti, aveva visto il giovane Vegeta salire
sulla macchina del nonno e l’aveva seguito.
“Scendi mocciosa, non è
il momento di giocare!” sibilò Vegeta che però trovava la cosa divertente in
fondo in fondo.
“Io so come si mette in
moto, me l’ha fatto vedere il nonno e quindi se te la vuoi filare hai bisogno
di me” ripose la bambina.
“E sai anche guidarla mocciosetta?” chiese Vegeta.
“Ehi io sono una
bambina non ho la patente, ma tu sei grande puoi guidare tu!” rispose la
ragazzina passando sul sedile anteriore e indicandogli cosa doveva schiacciare
per metterla in moto.
Una volta in moto, non
doveva essere più complicata di una navicella da guidare e quindi il giovane
principe virò verso Trunks, facendo cadere diverse
invenzioni mentre faceva quella manovra; il ragazzo senza indugiare salì
velocemente a bordo e mentre Vegeta rideva gettando indietro la testa i tre
lasciarono il laboratorio, lasciando di sasso in signor Brief.
Trunks
era sul sedile posteriore, si stava per rilassare, quando sbucò la testa della
sorella dal sedile anteriore e al ragazzo venne un colpo.
“Ehi Vegeta non erano
questi gli accordi, ti avrei aiutato se lasciavi fuori mia sorella!” esclamò il
ragazzo furibondo.
“Non avevo voglia di perdermi
tutto il divertimento fratellone!” rispose la bambina.
“Eddai
Trunks non fare il pivello, è stata Bra a farmi
vedere come funzionava questo motore così antiquato, non potevo certo lasciarla
a terra, sarà uno spasso vedrai!” rispose Vegeta accelerando e facendo ridere
la ragazzina.
Era morto, suo padre
l’avrebbe divorato, ora quella bravata non era più divertente, soprattutto
perché non aveva la più pallida idea di dove volesse andare il giovane
principe; per il momento stava solo guidando a tutta velocità per le strade di
Città del Sud.
“Ehi Vegeta che ne dici
se ci fermiamo a prendere un gelato?” chiese Bra del tutto emozionata da quella
avventura.
“Bra non abbiamo un
soldo!” rispose Trunks.
“Non ci servono i
soldi, dovremo solo essere veloci ad arraffare la roba!” rispose Vegeta che
voleva godersi quel momento di libertà fino alla fine.
E così il giovane
principe, senza preoccuparsi del regolamento della strada, parcheggiò in doppia
fila e scese insieme a Bra lasciando un Trunks molto
preoccupato in auto.
Qualche attimo dopo i
due uscirono con diversi gelati tra le mani, ne gettarono alcuni a Trunks e ripartirono di gran carriera; il ragazzo sapeva
che quando i genitori l’avrebbero scoperto sarebbero impazziti, ma tanto ormai
la sua vita era segnata.
“E ora dove andiamo
ragazzina?” chiese Vegeta.
“Direi che devi
assolutamente vedere il luna park, sarà uno spasso vedrai!” rispose la bambina
indicandogli la direzione da prendere.
Eccomi,
mi scuso per la lunga attesa, ma l’estate è stata piuttosto impegnativa e
ammetto che avevo perso un po’ la spinta a scrivere, ma farò il possibile per
finire questa storia prometto; penso ancora 2-3 capitoli, ma è per il momento
solo un’idea. Grazie a tutti quelli che mi seguono e che aspettavano il
capitolo, spero vi piaccia.