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Autore: MaxT    30/07/2009    3 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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44-la guardiana del Cuore  
Cara Solitaire,  grazie mille volte per la tua recensione monumentale e attentissima dei capitoli fino al n.20, che meriterebbe di essere scolpita nel bronzo e incorniciata in oro. In coda a questo capitolo ho sviluppato alcune risposte alle tue domande.
Cara Atlantis Lux, grazie di cuore per la tua bella recensione dei capitoli fino al n.37. So che è sempre difficile leggere una storia di un fandom che non si conosce, ma da parte mia faccio di tutto per ripresentare personaggi e situazioni in modo da facilitare il lettore. Complimenti per le tue storie che ho letto finora, Eden imperfetto, Versus (sono all'inizio) e altre, che sono scritte molto bene e hanno diversi punti in comune con il modo in cui sto sviluppando la saga di Meridian. Ho visto che anche a te piace, tra l'altro, la simmetria tra due gruppi di personaggi.
Cara Cassidy Cohen, grazie per la recensione. Nel fumetto non viene mai scritto esplicitamente, ma la Heatherfield di ottocentomila abitanti che vi viene descitta è una città di fantasia che può trovare posto in USA meglio che in altri luoghi.

A differenza dei precedenti, questo capitolo, la Guardiana del Cuore, è introspettivo, con tanta azione quanta ce ne può essere nella serenità apparente della fortezza di Kandrakar. A me è piaciuto scriverlo, spero che non lo troviate astruso, ma io credo nel messaggio che l'Oracolo cerca di trasmettere con le sue domande.

Buona lettura
MaxT

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a impadronirsi del Cuore di Kandrakar e a sostituirsi ad Elyon a
Meridian, impersonando la regina e le guardiane. Carol si è opposta, ed è stata costretta con l'ipnosi. 
Vera e Wanda hanno sottratto il Cuore di Kandrakar a Will. 
Il giorno dopo, ritrovatesi davanti allo specchio magico della libreria, le W.I.T.C.H. assistono alla trasformazione delle loro gocce in copie delle
guardiane e della regina, ed alla loro partenza per Meridian, in contemporanea all'arrivo di Elyon a Heatherfield. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si
rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, rifugiatasi con i genitori nella sua vecchia casa, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, contenuta in disegni e
frasi casuali, la cui interpretazione fino a quel punto era ambigua. La profezia prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi.
Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza, ma Will non si rassegna. 
Facendo un sopralluogo nella casa delle Gocce a Midgale, Hay Lin percepisce frammenti di ricordi contraddittori: le sembra che Vera sia cambiata
subito dopo l'ultimo incontro con Elyon. Questa non sa dare spiegazioni convincenti del cambiamento, ma non sembra risentita per il tradimento. 
L'Oracolo convoca Elyon, e le impone di recuperare al più presto il Cuore di Kandrakar, pena il carcere. Le WITCH si offrono di accompagnarla
nell'impresa, ma lei intende tentare da sola.
Elyon dà istruzione a Caleb di tornare a Meridian per sconsigliare qualunque rivolta prima del suo stesso ritorno tra un anno. 
Poi parte da sola per Meridian e riesce a  recuperare il Cuore di Kandrakar ingannando le gocce; il talismano viene poi trattenuto dall'Oracolo
per una purificazione. 
Il giorno dopo, le congiurate capiscono di essere state giocate, ma c'è di peggio: il vice comandante della guardia guida una rivolta che viene
rapidamente sedata, ma in cui Wanda resta gravemente ferita. La reazione non si fa attendere: nel giro di pochi giorni tutte le guardie  vengono rimpiazzate da altri militari giunti da fuori, e sul palazzo scende un clima sempre più oppressivo in cui le congiurate utilizzano sia i poteri mentali che l'intimidazione per mantenere il controllo.

Cap. 44

La guardiana del cuore



Heatherfield, camera di Will

Neanche stanotte riesce a dormire. Sono molte notti, ormai, che Will si ritrova con gli occhi aperti alle tre, fissando una striscia di luce dipinta sul soffitto da un lampione, e inseguendo pensieri sempre uguali che si ripetono in tutte le loro possibili varianti.
Come le altre volte, questa veglia sfumerà lentamente nel sonno quando la notte sarà quasi finita, poi il trillo di una rana-sveglia crudele la richiamerà, ricordandole che il mondo non si fermerà ad aspettarla.
Le è ancora difficile accettare che il Cuore le sia stato rubato da una parte di sé, sfuggita e trasformatasi in una nemica inaspettata. E poi, i dubbi su Elyon, le intuizioni segrete di Cornelia…
Niente di tutto questo, però, la ha tormentata quanto la nuova incertezza degli ultimi giorni. Il Cuore di Kandrakar è stato trattenuto dall’Oracolo, lasciando un vuoto dentro di lei, e soprattutto il morso del dubbio sul suo ruolo di Guardiana.
E se fosse… fosse…

La stanza comincia ad assumere la luminosità grigioazzurra che le è diventata familiare. In distanza appare una figura minuta che, pur senza muoversi, appare ogni momento più vicina.
“Finalmente ti trovo, Will”.
“Saggia Yan Lin! Mi hai già cercata?”.
“Sì, più volte, senza trovarti. Non dormi, la notte?”.
“Non bene, lo ammetto”.
Un sorrisino si disegna sul viso quasi impassibile. “Forse dovresti lasciarmi il tuo numero di cellulare, come alternativa”.
“Subito. Zero-quattro-otto…”.
“Scherzavo!” la interrompe l’anziana, “Siamo fuori copertura di rete”.
“Scusate… stanotte dormo in piedi. Anzi… ”.
“Non importa, Will. L’Oracolo vuole vederti di persona”.
“Ha a che fare con il Cuore di Kandrakar?”. La stretta al petto si fa risentire.
“Te lo dirà lui stesso. Stiamo per portarti qui”.
“Sono pronta”, risponde impaziente.
“Davvero? Non pensi che sarebbe bello arrivare qui con la tua bella divisa, in piedi, e soprattutto sveglia?”. Detto ciò, l’anziana batte le mani.

La luminosità azzurrina scompare. Will apre gli occhi sulla striscia di luce aranciata sul soffitto. Si tira a sedere sul letto, poi si mette in piedi, barcollando nella semioscurità.
Sente il cuore, il suo, batterle più veloce.
Si concentra, a fatica, ed il miracolo avviene una volta in più.  In un carosello di luci colorate, la ragazzina fragile e ansiosa si trasforma nella magnifica, carismatica e altrettanto ansiosa Guardiana del…  Guardiana e basta.
Appena le luci variopinte hanno finito di baluginare, un lampo bianco più forte rischiara la camera, creando un’immagine di luci ed ombre nette.
Poi, la penombra che torna trova la stanza deserta.
 

Kandrakar

Kandrakar, la fortezza delle nuvole. Luogo di pace e di serenità.
‘Chissà a chi posso chiedere un Ansiolin, qui?’, pensa Will, guardandosi attorno. La Sala della Congrega è deserta e silenziosa, ma un corridoio che si diparte sulla sinistra attira la sua attenzione.
Seguendo la sua sensazione, Will s’incammina piano verso il corridoio, osservando le pareti ariose sulle quali finestre senza vetri si aprono su orizzonti di nuvole che, dall’alto, assomigliano a montagne innevate.
La sua sensazione si fa sempre più forte. I suoi passi risuonano sempre più decisi nel silenzio ovattato.
Svolta per un corridoio laterale, che conduce ad una porta senza battenti. La sagoma ieratica dell’Oracolo la attende lì.

L’uomo, in piedi di spalle, sta osservando assorto il cielo da un’ampia finestra circolare.
“Queste nuvole sono una metafora della realtà”, sono le sue prime parole, pronunciate senza voltarsi quasi tra sé e sé. “Ciascuno vi riconosce, per un attimo, i fantasmi della sua fantasia, e dà loro un nome”.
Dopo un attimo di pausa, riprende: “Per un attimo sembrano cavalli, draghi o profili di città leggendarie, ma sono in continuo mutamento. La loro trasformazione è continua, ma noi, in un momento ben preciso, smettiamo di vederci una cosa e ne riconosciamo un’altra”.
Un altro lungo silenzio.
“Nello stesso modo, le nostre speranze e le nostre paure cercano corrispondenza in pochi frammenti delle nostre  percezioni, costruendo castelli. Realtà? Fantasia? Possiamo sostituire un castello con un altro, ma non potremo mai fare a meno di crearne”.
Will si chiede se stia ancora sognando. Da un angolo della sua fantasia ribelle, le sembra di sentire una vocina come quella di Irma che chiede: ‘Ma che cos’ha fumato oggi, il pelato?’.
 

L’Oracolo si volta. “Ben trovata, Will. Ti stavo aspettando”.
La ragazza si avvicina. “Prima stavate parlando a me, Signore? Non credo di avere capito bene”.
Il saggio la guarda, grave. “Non ha importanza, guardiana. So che gli ultimi giorni sono stati pesanti, per te. Che hai alternato paure a speranze, mentre le tue vecchie certezze…”, dice aprendo la mano verso l’alto, “…sono qui”.
Sopra il palmo aperto, appare il Cuore di Kandrakar in tutta la sua gloria di luce.
“Questo è il fulcro dell’equilibrio degli universi”. La sua voce risuona stentorea, mentre le pupille sono sbiancate dal riflesso. “Questo può essere il mezzo per il bene supremo, o può divenire un fine in sé, che divora lo spirito di chi lo porta. Non si può guardare a lungo dentro gli abissi insondabili di questo oggetto senza lasciarvi dentro qualcosa di importante di sé stessi”.
La vocina ironica di Irma torna a farsi sentire nella testa di Will. ‘Dice questo per tranquillizzarci, vero?’.
Invece le labbra scandiscono, rispettose: “Oracolo, le vostre parole mi suonano molto inquietanti. Posso chiedervi di chiarirmele?”.
La luce si affievolisce. L’Oracolo ritira la mano, e i suoi occhi tornano sulla guardiana. Il gioiello sfavillante resta sospeso a mezz’aria tra di loro.
“Will, l’origine di questo oggetto si perde nel tempo, ed è avvolto da leggende che è difficile districare dalla realtà. Una dice che è animato dallo spirito della ninfa Xin Jing. Un’altra vuole che questo oggetto sia un riflesso dell’intero Universo di Universi, e che nel suo interno esiste un doppione animato di qualunque cosa esista, e di qualunque volontà”.

Distoglie lo sguardo dal Cuore di Kandrakar, e riprende: “Da quando lo si conosce, il suo potere è usato per mantenere l’equilibrio degli universi”.
Le pone una mano sulla spalla. “La Guardiana del Cuore è la sua sacerdotessa. Gli offre il suo corpo per alimentare il fuoco che ha dentro. Lo porta con sé, gli offre la sua devozione, la sua percezione del mondo. Se serve, la sua stessa vita”.
“Sono pronta” risponde lei cercando di sembrare solenne, cosa che le riesce malissimo. Infatti, non si sente affatto pronta. Non capisce dove l’Oracolo voglia arrivare, ma il Cuore di Kandrakar, affascinante come non mai, levita davanti a lei quasi a portata di braccio.
“Ascolta, Will”, riprende il saggio. “Io non sono abituato a spiegarmi con chiarezza. Spesso ciò comporta semplificazioni così grossolane da assomigliare a bugie. Altre volte, spiegando, si possono diffondere frammenti di conoscenze che possono essere fraintese, o frammenti di futuro che, influenzando il presente, possono contraddire sé stessi”.
“Allora… voi conoscete il futuro?” chiede Will stupita. “Per questo vi chiamano Oracolo?”. Si stringe nelle braccia, pensando alle orribili anticipazioni fattele balenare da Endarno. “Una volta lo negaste…”.
Il viso dell’Oracolo non lascia trasparire il suo disappunto.”Vedi, Will, cosa può succedere quando parlo troppo? Dimenticatene, per piacere”.
Will resta perplessa. “Dimenticarmi di cosa?”. Ci pensa un attimo.  “Prima avete detto che non devo guardare mai a lungo dentro il cristallo, vero?”.
“Sì, questo è importante. Ma un’altra cosa lo è ancora di più: non considerarti mai la padrona del Cuore di Kandrakar. Tu sei, lo ripeto, la sua sacerdotessa. Anche io sono il suo sacerdote, ed il mio dovere, tra gli altri, è vegliare sulla purezza del rapporto tra il Cuore e la sua Guardiana”.
“Purezza?” chiede Will sforzandosi di capire, “Veglierete che io non venga corrotta come Nerissa?”.
L’Oracolo annuisce. “Molto del futuro dipende dallo spirito della Guardiana cui è affidato il Cuore di Kandrakar. Tutte loro, nel passato, avevano dichiarato buone motivazioni, e probabilmente ci hanno anche creduto. Purtroppo, talvolta hanno prevalso sentimenti più meschini: orgoglio e desiderio di affermazione”.
Il saggio guarda un attimo il monile sfavillante, poi ne distoglie lo sguardo. “Il potere del Cuore può tirare fuori il meglio o il peggio dalla sua guardiana. Il grigio chiaro ed il grigio scuro, che si alternano mescolati a strati nell’animo di tutte le persone, vengono trasformati in bianco ed in nero. La scelta non è fatta una volta per tutte: si ripropone ogni volta che la guardiana evoca il potere del Cuore. Però c’è una asimmetria tra queste possibilità: mentre il nero può sempre corrompere il bianco, il passaggio inverso è difficile. L’orgoglio lo impedisce”.
Guarda il viso sbiancato e gli occhi cerchiati di Will, e continua: “Uno dei miei doveri è intercedere presso lo Spirito del Cuore di Kandrakar, affinché decida di abbandonare di sua spontanea volontà una guardiana divenuta inadatta”.
“Come Nerissa…”, esala Will con un filo di voce.
L’Oracolo annuisce. “In partenza, Nerissa era una guardiana eccezionale. O almeno, io la vidi così. Il non aver capito in tempo cosa stava succedendo fu una mia responsabilità”. Si guarda in giro. “Si dice che la fortezza è un luogo di pace. Non è vero. Io non mi sono mai dato pace per questo”.

Ascoltare l’Oracolo che ammette la sua impotenza è una ulteriore mazzata alle fragili sicurezze di Will. “E io, Signore? Da cosa potrò capire se mi sarò avviata sulla strada sbagliata?”.
L’Oracolo la guarda a lungo. “Sono contento che tu mi faccia questa domanda, ma è difficile spiegare i fantasmi di una mente. Cercherò di indirizzarti perché tu possa capire da sola. Dunque… tu lo sai qual è la differenza tra onore ed orgoglio?”.
Will resta spiazzata. Un indovinello filosofico alle… Chissà che ora è?
“Provaci, Will. Cominciamo con l’onore. Cos’è?”.
“L’onore… mah… Mantenere la parola? Sì, mantenere le promesse”.
“Anche. Ma se ti accorgi di avere promesso qualcosa di sbagliato?”.
“Ammetterlo onestamente, e chiedere di essere esentata”.
“E se non c’è in gioco nessuna promessa?”.
Will si stringe nelle spalle. “Forse… fare quello che è giusto?”.
“Giusto per chi?”.
Lei ci pensa, tormentandosi il labbro. Per chi… Per lei? Per l’Oracolo? Per qualche Legge superiore? E’una risposta che non può permettersi di sbagliare.
L’Oracolo si accorge dell’empasse. “Cambio la domanda. Cos’è l’orgoglio?”.
“L’orgoglio… è non voler essere sminuita”.
Lui accenna un assenso. “In che caso orgoglio ed onore vanno d’accordo?”.
Will ci pensa a lungo. “Quando faccio del mio meglio, e vengo apprezzata per questo”.
“E in che caso vanno in contrasto?”.
“Quando cerco di nascondere un errore”.
“E se non hai fatto nessun errore?”.
Will riflette a lungo prima di rispondere: “Quando il mio bisogno di autostima mi porterebbe a commetterne”.
“Commettere errori? E basta?”.
“In generale, a fare o dire qualcosa che non approverei se lo sapessi fatto da un’altra persona”.
L’Oracolo annuisce. “Vuoi tentare una descrizione sintetica di onore ed orgoglio?”.
Will tace a lungo. Mentre pensa, il suo sguardo corre sugli affreschi alle pareti, senza vederli davvero.
Alla fine, scandisce: “L’onore è non voler fare un torto. L’orgoglio è non voler ammettere un torto”.
L’Oracolo annuisce piano, tacendo a lungo.

Poi torna a chiedere: “E, come guardiana, da cosa ti dovresti guardare?”. Sorride fuggevolmente, accorgendosi dell’involontario gioco di parole.
Will chiude un attimo gli occhi cerchiati. Questa notte, oltrechè all’insonnia, si sente condannata ad un esame cruciale la cui posta fa impallidire qualunque altra.
“Dal pensare che il Cuore di Kandrakar sia mio per diritto”.
“Bene”.
“Dal pensare che il ruolo di una guardiana sia più importante delle cose che fa”.
“Già”.
“Dal pensare che il ruolo di guardiana sia un onore. Piuttosto, è un impegno verso Kandrakar”.
“Quasi giusto. Ma cos’è ancora più importante di Kandrakar?”.
“La sua finalità. L’equilibrio tra i mondi”.
Annuisce soddisfatto, perso per un attimo in pensieri suoi. “Verissimo! Molti lo dovrebbero tenere a mente, in questa fortezza!”. Il suo sguardo torna su Will. “Poi, da cos’altro ti dovresti guardare?”.
“Dal pensare che, se qualcuno mi nasconde qualcosa, questo sia necessariamente male”.
Sul viso dell’Oracolo si dipinge una vaga sorpresa. “Stavi pensando a me, o alla giovane Luce di Meridian?”.
Quale sarà la risposta giusta? Meglio essere sinceri. “Veramente… ad entrambi”.
Il saggio sorride, poi il suo sguardo si fa più indagatore. “C’è altro?”.
Will chiude gli occhi, e si sforza per farsi uscire le parole. “Dal non bramare il Cuore di Kandrakar per il proprio bisogno”. Abbassa il viso. Se questo è un requisito, le manca del tutto.
Lui le fa un sorriso indulgente. “Tutti tengono al loro ruolo, Will. E’ normale soffrire se lo si perde. La differenza sta nelle scelte che uno è disposto a fare per conquistarlo o conservarlo”.
Lei cerca di leggere la risposta nel sorriso impassibile dell’Oracolo. “Allora… sono promossa?”.
“Lo eri fin dall’inizio, Will. Questo non è stato un esame”. L’Oracolo prende sul palmo il Cuore di Kandrakar e glielo porge.
“Grazie! Grazie!” fa lei, vedendolo tornare nella sua mano, rutilante di luce rosata.
“Non ringraziarmi, Will. Lo hai detto tu: il Cuore di Kandrakar non è un premio. E’ un carico gravoso”. Fa un passo indietro. “E gli esami non si concludono in pochi minuti o poche ore, rispondendo a qualche domanda. Le parole si lasciano dire. Invece, ogni scelta che facciamo nella vita è un esame”.
Con un cenno di saluto dell’Oracolo, la saletta viene sommersa da un lampo bianco.
 

Heatherfield, camera di Will

Quando la luce abbagliante svanisce dagli occhi di Will, lei si sente nuovamente quella di una volta.  Anzi, meglio. Una leonessa! Avrebbe voglia di abbracciare le sue amiche, di tirare affettuosamente le trecce ad Elyon, di ballare con la sua mamma, di dare un bacio sulla guancia al prof… a Dean. Avrebbe perfino voglia di perdonare la sua goccia, spersa in un mondo non suo, calata in un ruolo odioso che forse le peserà come un macigno. Chissà se ora si sta sentendo come si è sentita Will?
Scuote il viso. E’ inutile dedicare troppi pensieri a ciò che avverrà a Meridian nei prossimi diciotto mesi, se è vero che era predestinato.
Ora avrebbe voglia di rivedere Matt. Nelle ultime due settimane dapprima lo ha trascurato, poi si è sfogata con lui: gli ha pianto sulla spalla, gli ha mugugnato, gli ha fatto sorbire tutti i suoi dubbi ed i suoi pensieri neri più e più volte. E’ un miracolo che non sia già scappato!
Sorride tra sé. Quest’oggi lo ricompenserà di tutto questo, e con i dovuti interessi!
Si volta sorridendo verso le innumerevoli rane di peluche, plastica e carta che popolano di occhi allegri la sua camera.
In risposta, la sua sveglia batraciforme la saluta con la sua voce ritrovata. “Buongiorno signorina Will. Sono le sette, e tutto va bene!”.
BIIP, BIIP, BIIP…
 

Kandrakar

L’Oracolo, nuovamente solo, resta a lungo immobile e pensieroso, poi torna a voltarsi verso il finestrone circolare, e il suo sguardo si perde.
Quella là sembra la testa di un cavallo bianco…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Qualche risposta più dettagliata alla recensione di Solitaire

S: Per prima cosa, complimenti per il linguaggio. Chiaro, pulitissimo, senza sbrodolamenti, eccessi, strampalate metafore o retorica fuori luogo. E’ veramente piacevole leggere una storia dove, per indicare il blu, è scritto blu. 

Per me la chiarezza di lunguaggio è essenziale; in particolare, deve essere chiaro chi è il soggetto della frase, a costo eventualmente di ripetere nomi a breve distanza. Un certo modo di gestire gli a capo quando cambia soggetto (oltrechè per evidenziare piccoli salti temporali o cambiamenti di argomento) mi aiuta in questo. 
Bisogna anche tenere conto che il fumetto di partenza, da molti punti di vista, è un capolavoro di chiarezza nei dialoghi e nei disegni (ed i punti non chiari corrispondono effettivamente a buchi nella trama, non nello stile).

Comunque, quello che più mi colpisce è l’attenzione ai dettagli e la ricostruzione storica dell’universo WITCH e dei personaggi singoli, particolare che posso apprezzare anche più grazie alle spiegazioni che mi hai dato, ma che risulta evidentissimo anche solo a colpo d’occhio. Nessuna trascuratezza, niente particolari gettati a caso. Ogni cosa è studiata per inserirsi coerentemente nell’insieme, comprese le divise delle guardie, con tanto di ragione del perché sono così. 

Per le divise delle guardie, nel fumetto vengono rappresentate in modo diverso a seconda del numero. Potrebbero essere unità diverse, provenienti anche da diverse zone del paese. Per le guardie di palazzo del n.42, che non hai ancora letto,  mi sono ispirato a quelle dello Speciale Elyon e Caleb, però lasciando l'insegna originale di Meridian al posto di quella specie di giglio a quattro petali che hanno introdotto in questo fascicolo, pregevole per certi aspetti, che però presenta Elyon come una noiosissima madonnina in continua attesa di essere salvata da altri.
Nel tradizionale simbolo degli Escanor, quello che si vede nella prima serie sulle divise, i due mezzi cerchi bianco e verde potrebbero essere interpretati come due mondi che si mescolano ( i terrestri e i nativi rimescolati nel mito) e le due teste di freccia potrebbero alludere alla possibilità di passare tra i mondi. Ho preferito mantenere più continuità con le regine precedenti. 

Parecchi autori ufficiali dovrebbero prendere esempio. Magari, riuscirebbero a evitare le approssimazioni e le incongruenze che costellano i loro lavori. Hai presente quando in una storia, si stabilisce una certa cosa e, magari, dieci pagine dopo, si afferma qualcosa di contrario o in contrasto? Ecco, proprio quella cosa lì. Detesto la mancanza di coerenza, a maggior ragione quando si è incoerenti con una propria opera. 
Persino la magia è trattata in modo da evitare quel terrificante effetto random che me la rende a dir poco indigesta. Odio tutto quello che si pretende funzioni secondo principi indefiniti e casuali, quindi, quando trovo una trama dove si tira fuori l’effetto magico, che ora funziona e dopo un secondo, nelle stesse situazioni, no, mi viene sempre voglia di afferrare per il collo chi ce la schiaffa dentro, scuoterlo e urlargli: Spiegati! 
E’ ovvio che si tratta di un modo per salvarsi quando non si sa che pesci pigliare, ma la cosa non me la rende certo più gradita per questo. Il contrario, semmai. Mi sa troppo di una soluzione facile buona per non faticare a cercare qualcosa di meglio. Ma nel tuo caso non vedo proprio questo pericolo.

In effetti, nei primissimi numeri, soprattutto nel sesto, avevano attribuito ai meridiani (soprattutto Cedric e Elyon) dei poteri, come l'invisibilità, il teletrasporto e il cambiamento di aspetto, che poi non si sono più visti. Se voglio giustificare gli autori Disney, posso pensare che tali poteri richiedessero una quantità di energia magica (quella liquida, io nel testo la ho chiamata acqua magica) che alla fine Phobos ha avocato tutta per sè.

Poi, esiste una trama. Cosa non così scontata come potrebbe sembrare. Con trama intendo una serie di eventi che portano da una condizione iniziale A ad una finale B, attraverso una serie di azioni, decisioni, piani e risoluzioni. Posso sperare (considerala una minaccia, se vuoi ^O^) che i nostri protagonisti non dimenticheranno quello che hanno intenzione di fare, vero? 

Non preoccuparti, la trama è già pensata fino al finale. Per il dimenticare... la trama stessa contiene diversi rovesciamenti di posizioni e anche evoluzioni dei personaggi, all'interno di un quadro che spero complessivamento coerente. Spero che resterà all'altezza delle tue aspettative.

Arriviamo a quello che mi preme di più. Cioè Elyon, personaggio notevolissimo e in una situazione assolutamente poco invidiabile, presa com’è fra il ruolo che le è richiesto, la sua natura e la sua storia personale. Ora, io conosco abbastanza le Witch, ma non sono un’esperta. Mi pare di ricordare che Elyon è stata cresciuta come una ragazza terrestre. Ma la Elyon tanto ingenua da cadere nella trappola del fratello si trova a essere regina di un intero mondo, con tutto il carico di responsabilità che ne consegue. Impara che ai principi non è concesso il lusso dell’idealismo e dell’ingenuità e deve venire a patti fra le sue responsabilità di sovrana e i suoi sentimenti che le sono, o non le sono, concessi. Da quello di amare l’uomo che vuole, a quello di essere solo ‘amica’. 

Per me Elyon è un personaggio interessantissimo proprio per via di questi input enormemente contraddittori.

Molto interessante il suo rapporto con le Guardiane. Un buon re non ha libertà di fare quello che vuole, ma solo quello che considera dover fare per il bene del suo popolo, e questo Elyon sembra averlo imparato. Non mi pare che le ragazze terrestri, nonostante quello che sono, siano in grado di capire. Sembrano quasi esigere che Elyon sia sempre qualcosa di simile a una loro ‘normale’ coetanea. Non è Elyon che mi sembra ‘incattivita’, se mi permetti il termine, che uso senza connotazioni negative, piuttosto mi chiedo se loro si siano mai realmente rese conto della realtà dei fatti. 

Da questo punto di vista, l'atteggiamento delle ragazze è differenziato. Riferendo le posizioni ai capitoli recentemente pubblicati, Cornelia ha delle idee abbastanza chiare sulle azioni di Elyon e le loro motivazioni, ma non ha insistito per esserne informata perchè altrimenti poi sarebbe costretta a rispondere alle domande delle altre, se sapesse qualcosa per certo. Will piano piano si troverà nelle condizioni di condividere quantomeno certe motivazioni; e ci mancherebbe, anche lei è ossessionata dall'idea di poter diventare come Nerissa, come vedremo nel presente capitolo. Quella che pungolerà Elyon ad ogni occasione sarà Irma, che resterà fedele finchè possibile alla sua opinione già espressa.
Spesso mi chiedo, invece, quale dovrebbe essere l'atteggiamento dell'Oracolo: questa Elyon si sposta allegramente tra i mondi, lo mette volentieri davanti al fatto compiuto, porta magie meridiane sulla Terra e tecnologia terrestre a Meridian, è legata a una delle guardiane più che alle altre e crea tensioni fra loro, organizza gruppi che fanno cose strane... credo che la tolleri molto a fatica, anche se cerca di essere diplomatico.

Non posso che simpatizzare con il progetto di Elyon di modernizzare il popolo di Meridian, che pare congelato (da quanto?) in una specie di eterno medioevo fiabesco. Solo che Elyon viene da un mondo ben diverso, meno statico e soddisfatto, ed è credibilissimo il suo tentativo di far evolvere le condizioni del suo pianeta natale. 
C’è da vedere quanto come gestirà tutte queste forze divergenti, soprattutto ora che si profila all’orizzonte quello che deve essere la concretizzazione di un suo incubo, diventare una tiranna feroce come il fratello. A proposito della profezia, inizialmente ero abbastanza sicura che sarebbe stata Elyon stessa, magari proprio per evitare il futuro previsto, o magari per imporre il cambiamento al suo popolo, a rivestire quel ruolo. Ammesso che cerchi di evitare quel futuro. Se crede sinceramente nell’ineluttabilità della profezia, potrebbe non fare nulla, magari pensando che, prima supera la ‘fase tiranno’, prima le cose torneranno a posto. Però, francamente, non so quanto lei ci possa credere. Tu stesso mi hai detto che Phobos stesso non ha mai messo in dubbio le profezie della madre. Comprensibile. Però Elyon viene da un ambiente molto differente. Quanto ha influenzato su di lei la Terra? E che un’influenza ci sia stata, è fuori di dubbio. Sarebbe stato realmente poco credibile se lei si fosse immediatamente adeguata alle condizioni di Meridian. 
Tornando alla profezia, adesso, sono in dubbio che, con di mezzo le gocce, non sarà Vera il tiranno.

I recenti capitoli aggiungono molti tasselli al quadro. Comunque Elyon è la prima a credere nell'ineluttabilità delle sue stesse profezie, semmai gioca sulle diverse possibilità di interpretazione. 

E qui arriviamo a un altro aspetto che mi piace tanto nella tua storia. 
Nelle favole, dopo il ‘E vissero tutti felici e contenti’ sembra che non succeda più nulla. Già, e poi? 
Siccome io stessa ho un po’ questa mania di chiedermi sempre cosa succede ‘poi’, non posso che essere felice di trovare una storia che va a indagare su un possibile futuro non così inalterabile e rosa confetto.

Indubbiamente inventarsi un sequel è una soddisfazione, ma è anche difficile anche perchè una sorta di continuità deve essere rispettata, evitando però un lieto fine banale.
Paradossalmente, mi sento molto più libero nel fare il prequel, La luce al tramonto, perchè i paletti sono già molto più definiti, per quanto più drammatici, e ciò mi limita le difficoltà nel formulare il finale, che è il punto  debole di una gran parte dei romanzi (quelli della M.Z. Bradley in particolare).

Curiosità: i disegni di Pao sono ispirati dal Kubla Khan di Coleridge? 

Ahi, sopravvaluti la mia cultura. Avevo solo una vaga idea di questo poema che, guarda caso, ho riconosciuto citato parola per parola anche nel cartone di Witch. 
Cavolo, pensa che è rimasto incompiuto perchè un seccatore è venuto a parlare a Coleridge prima che lo finisse e gli ha fatto scordare il suo sogno... che sfortuna!!! 
Potrei suggerirti di chiederlo a Pao Chai... in vero dubito che abbia una cultura migliore della mia, a scuola a Midgale era un disastro perchè pensava solo a disegnare. Forse  si è ispirata alla capitale di Naboo, piuttosto.


 
 
 
 
 
  
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