Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Giuls_breath    17/10/2019    2 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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What if...?


 
Arya e il Mastino la aspettavano fuori dalla locanda, i musicanti erano partiti e ciò che era rimasto della festa della sera prima era solo un gran silenzio intervallato da pianti, grida e qualche rumore di piatto in frantumi. Quando Sansa incrociò lo sguardo del Mastino, si chiese se avrebbe dovuto dirgli qualcosa e che cosa avrebbe dovuto dirgli, ma poi pensò che – se non fosse accaduto nulla e fosse stato tutto frutto della sua fantasia – lui l’avrebbe solo schernita per non parlare di Arya che l’avrebbe sicuramente additata come una stupida accentuando ancora di più l’accaduto.
“Hai finito di dormire?” protestò Arya gettando un legno che aveva tra le mani.
“Sì.” le rispose semplicemente Sansa Stark.
“Sai non abbiamo tutto il giorno!” riprese la prima.
“Scusa.”
“Forza, principessa, sali!” la schernì ancora Arya.
Sansa non replicò, montò semplicemente su Straniero, il Mastino tentò di fare la stessa cosa anche con Arya, ma la ragazzina gli aveva morso una mano talmente forte da far desistere persino uno forte come lui. Sansa si sentì improvvisamente a disagio: voleva parlare con lui di quello che era probabilmente accaduto, ma non ne aveva il coraggio.
 
L’occasione le si presentò quando alcune ore dopo Arya si allontanò per andare a soddisfare i suoi bisogni.
Sandor fece scendere la ragazzina dai capelli rossi e così anche Straniero poté riposarsi, abbeverarsi e mangiare dell’erba fresca. Lei si schiarì la voce e si avvicinò a Sandor. Lui prese a frugare nell’erba, “Vuoi chiedermi qualcosa, giusto?” le chiese lui notando come Sansa si stesse torturando le mani.
“Sì, ma co-?”
“Come so che mi volevi chiedere qualcosa?” disse lui “Sei tesa, anche Straniero lo è diventato. Cosa ti preme sapere? Se hai dato via la tua virtù con il musicante?”
La stava prendendo in giro? A questo Sansa non seppe darsi una risposta.
“N – no, i – io…”
“Forza, uccellino. E’ più facile di quello che credi!” la incalzò lui.
Lui sapeva qual era la domanda che premeva in Sansa Stark.
“E’ accaduto veramente?” gli chiese.
.
“Che cosa?” continuò lui.
“Quello che è successo stanotte.” rispose lei imbarazzata all’idea di sapere, ma al tempo stesso curiosa di conoscere la risposta.
“Tu cosa vorresti sentirti dire?” le chiese fissandola.
Che era accaduto quanto lei che ricordava.
“La verità.” rispose lei guardandolo negli occhi.
Le sarebbe piaciuta?
“La vuoi davvero?” replicò lui senza darle la risposta che cercava.
No, che non la vuole sapere, pensò Sandor.
“Non lo so.” rispose sincera.
Lo sapeva, Sandor ne era convinto. La ragazzina era troppo nobile, troppo bella, semplicemente troppo per uno come lui, e quel bacio c’era stato solo perché sicuramente la Stark lo aveva confuso per quel cantastorie da quattro soldi, non di certo perché voleva baciare lui!
Senza distogliere lo sguardo le disse ancora “Tranquilla, niente di quello che immagini c’è mai stato. Sei crollata tra le mie braccia.”
“Grazie per la vostra risposta.” Lui annuì con un mezzo sbuffo per poi abbassare il capo “Tieni, mangia queste! E resta qui, vado a cercare quel piccolo demone di tua sorella.”
 
Sansa non seppe se essere contenta di ciò che aveva saputo oppure se avesse appena ricevuto una cocente delusione, sta di fatto che si limitò semplicemente a mangiare e si ritrovò a pensare che in fondo era tornato tutto come prima: lei – una Lady – scortata da un uomo coraggioso che la teneva a distanza. Niente era cambiato, pensò lei.
Tuttavia nell’animo – e nel cuore – di entrambi tutto stava cambiando.
Quando Arya ritornò, lesse sul volto della sorella, ma anche su quelle del volto ustionato dell’uomo parole a cui né l’uno né l’altra volevano o sapevano dar voce: l’umorismo pungente del Mastino aveva lasciato il posto ad un sordo silenzio da cui nessuno dei tre volle – o riuscì – a sottrarsi.
 
Guadarono un fiume, poi un altro e poi un altro ancora, risalirono colline e attraversarono un boschetto. Quando fu sera, le due sorelle Stark erano troppo stanche per proseguire il viaggio e così Sandor scelse di fermarsi in una piccola radura dove accese un fuoco per loro due, anche se non faceva che imprecare il suo odio verso il fuoco e verso il “bastardo che l’aveva ridotto così”.
Arya nonostante la stanchezza fisica, non mancò di avere parole dure verso il Mastino definendolo brutto e osceno, Sandor scosse la testa definendola coraggiosa per le sue parole così schiette.
«Non c'è nessuno peggio di te.» commentò Arya dopo aver gettato uno sguardo verso sua sorella.
«Non hai mai conosciuto mio fratello. Gregor una volta uccise un uomo perché russava. Uno dei suoi.» Il Mastino sogghignò, la metà ustionata della sua faccia si tese, distorcendogli la bocca in modo grottesco.
“Lo so che ci stai riportando ad Approdo del Re!” sbottò lei.
“A fanculo Approdo del Re, Joffrey e la Regina.” sputò il Mastino «Quel fiume era il Tridente, ragazzina, non le Rapide Nere. Domattina dovremmo raggiungere la strada del Re. E dopo viaggeremo più in fretta, forse riusciremo ad anticipare l’esercito di tuo fratello prima che arrivi alle Torri Gemelle. E sarò io a riconsegnarvi a tua madre e tuo fratello. Per cui falla finita di berciare e di digrignare i denti, ne ho la nausea. Tieni la bocca chiusa, fa' come ti dico e forse faremo in tempo per salvare la vita della tua famiglia.”
“Non capisco se lo stai facendo per denaro o per fottere mia sorella.”
Sandor la guardò “Il tuo linguaggio, ragazzina, è decisamente osceno per essere una Lady!”
“Non sono una Lady.” replicò “E poi proprio tu mi parli di linguaggio osceno? Davvero? Farai meglio a tacere.”
“Non ti taglio in due solo per via di tua sorella.” le disse sperando di intimorirla, ma Arya sbuffò semplicemente per poi allontanarsi e addormentarsi lontano sia da sua sorella, che era diventata una perfetta estranea, e da quel lurido assassino.
 
Il giorno seguente, come Sandor aveva detto, raggiunsero la Strada del Re: si ritrovarono ad attraversare immani pianure devastate. Su ambo i lati del tracciato, si stendevano miglia e miglia di campi anneriti, di frutteti distrutti in cui i monconi degli alberi si protendevano verso l'alto simili a pali da bersaglio per arcieri. Anche i ponti erano bruciati. Questo li costrinse a vagare lungo le rive del fiume alla ricerca di un guado.
“Ma che cosa è successo qui?” chiese Sansa guardando a destra e a manca.
“Quel maledetto fottuto di mio fratello! Ci scommetto un otre di vino!” affermò il Mastino.
“Potrebbero vederci se seguiamo la strada principale.” obiettò Arya.
“Vero, ma noi cerchiamo l’esercito di tuo fratello, ricordi? Credo non manchi molto.”
“E come fai a saperlo?” le chiese Arya.
“Vedi quello sterco? Chiunque sia non è lontanissimo. E’ ancora fresco.” spiegò Sandor per poi dare di speroni e accelerare il passo di Straniero.
“Potrebbe essere chiunque, sfregiato!” esclamò Arya offensiva.
A Sansa sembrò che stavolta il Mastino si fosse sbagliato, non c’era nessuno se non distese infinite di cenere, di case e campi bruciati, di suo fratello, di sua madre o dell’esercito degli Stark neanche una traccia.
Giunse ben presto il tramonto e Sansa cominciò a perdere le speranze di raggiungere in tempo Robb, Arya poi non le era di grande aiuto perché non faceva che darle contro e sbraitare contro la sua eccessiva fiducia verso quel Cane. Lei pregò e sperò che invece fosse Arya nel torto… proprio mentre stava per invocare gli dèi, si udì un ululato e le orecchie dei tre viandanti si tesero nella direzione di quel verso.
“Vento Grigio.” disse Arya in un sussurro che non sfuggì a Sansa “Stavolta forse non hai detto una cavolata, sfregiato.” aggiunse rivolgendosi verso il Mastino.




 
__________


Abbastanza antipatica Arya, non è vero?
Ora che hanno raggiunto Robb e la loro madre pensate che Arya avrà 
un atteggiamento diverso nei confronti di Sandor o peggiorerà ancora?

Tornando al capitolo,
il famoso bacio-dubbio dello scorso capitolo 
c'è stato, ma Sandor preferisce negare di fronte ai dubbi di Sansa.
Sansa d'altra parte non sa cosa provare, poverina... 
Il tempo le fugherà qualunque dubbio... 
forse! ;)

Io vi ringrazio ancora per le vostre recensioni e per le vostre numerose letture, 
grazie davvero!

 
  
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