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Autore: Mahlerlucia    19/10/2019    1 recensioni
{Questa mini-long partecipa al #Writober2019 indetto dal sito “Fanwriter.it”}
[Akaashi x Kenma]
PROMPT:
Capitolo 1 – Cerotto
Capitolo 2 – Furry
Capitolo 3 – Hurt/Comfort
Capitolo 4 – Lupo solitario
Capitolo 5 – Clothed Sex
Capitolo 6 – Lingerie
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Kozune Kenma
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa mini-long partecipa al #Writober2019 indetto dal sito Fanwriter.it
 
19 ottobre: Lupo solitario
 
 
 
Anime: Haikyuu!!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo
Rating: arancione
Personaggi: Keiji Akaashi, Kenma Kozume
Pairing: AkaKen
Tipo di coppia: Yaoi

 
 
 Testardaggine


 
Le suppliche di Bokuto, unite a quelle di mister Yamiji, non erano state sufficienti per convincere Keiji a non prendere parte all’incontro decisivo per stabilire chi sarebbe passato definitivamente ai quarti di finale del torneo nazionale. 
L’Ubugawa di Gōra si era mostrata piuttosto in forma sin dalle prima partite di qualificazione; e quel giorno non era certo da meno.
La situazione era degenerata proprio nel momento in cui gli avversari avevano concretizzato quale fosse il bersaglio su cui puntare per segnare quanti più punti possibili. A nulla era servito evitare d’indossare la benda tubolare elastica per non destare sospetti: i movimenti delle braccia del numero cinque erano apparsi fin da subito più prudenti e meno sincronizzati del consueto.

“Akaashi, per l’ultima volta... fatti sostituire! Konoha è in allerta dall’inizio del match!”

L’alzatore non si voltò in direzione del proprio capitano, nuovamente intento a nascondere le proprie sofferenze agli occhi di chi se ne stava addirittura prendendo gioco. Era una strategia becera, meschina e di bassissima leva per i suoi gusti. Mai si sarebbe sognato di fare affidamento sulle criticità fisiche dei suoi avversari per portarsi a casa una partita.
Il concetto di vittoria era ben altra cosa per lui.

“Akaashi, mi senti?!”

Si girò appena di lato per non dare l’impressione di voler ignorare completamente il suo capitano. Il rispetto nei suoi confronti era sempre stato in cima alla lista dei doveri ai quali era completamente devoto sin dal primo giorno di allenamento nella palestra appena inaugurata della Fukurōdani Academy.
Gli sorrise flebilmente, con l’espressione di chi avrebbe voluto solo un po’ di fiducia in più in una situazione già piuttosto compromessa, sia dal punto di vista emotivo che mentale. Bokuto comprese che non ci sarebbe stato verso di fargli cambiare idea. Tutto quello che poteva fare era acconsentire al suo estremo desiderio di partecipazione e continuare a ‘proteggerlo’ da qualunque presa di mira proveniente dalla metà campo avversaria.
Konoha imprecò più volte, richiamando a gran voce l’allenatore. La reazione del giocatore titolare fu quella di chiudere gli occhi ed estraniarsi da qualunque stimolo ambientale non consono alla partita in corso.
In mancanza di forza fisica era necessario virare ogni energia sull’astuzia e la collaborazione con i compagni.

Arrivò l’ennesima battuta da parte della squadra avversaria; Yamato era riuscito a bloccarla in bagher, portando la palla in direzione di Keiji. Il setter si piazzò sotto rete per ricevere la sfera con la punta delle dita, cercando di imprimere al suo movimento il minor sforzo muscolare possibile.
Nel momento esatto in cui toccò la palla, Bokuto-san partì in elevazione. Poter assistere alle sue prodezze sportive era ogni volta uno spettacolo per gli occhi di qualunque amante della pallavolo; lo stesso discorso valeva per chi aveva la fortuna di condividere con lui lo stesso quadrato di gioco.

“Me l’hai detto proprio tu, Bokuto-san. Se non riesco a darti il cento percento con le mie alzate, allora devo arrivare a darti anche il centoventi percento.”

Dal gomito partì ancora una volta una fitta di dolore difficilmente controllabile. Keiji confidò tutto sulla spinta delle dita e alzò la palla al suo capitano; quest’ultima non arrivò esattamente all’altezza della sua mano, ma fu comunque recuperata alla bell’e meglio e schiacciata oltre la rete. Quel tocco, molto più basso del previsto, sorprese gli avversari al punto da impedir loro di organizzarsi per tempo per il recupero.

In quella maniera fortuita, la squadra di casa era riuscita a portarsi in vantaggio, anche se di una sola unità.
L’abbraccio che ne conseguì tra Bokuto e il suo ‘discepolo’ prediletto commosse tutti i presenti, compresi i giocatori della Nekoma High School presenti sugli spalti.
 
***
 
“Akaashi-kun è un folle. Non potrà continuare ancora per molto con il gomito ridotto in quello stato. Non riesce ad alzare come gli dèi comandano!”

“Da quando gli dèi s’intendono di volleyball, Kuroo-san?”

Kenma Kozume non poté evitare di sogghignare di fronte all’espressione stranita del suo capitano. Ogni volta che riusciva a lasciarlo senza parole provava un piccolo moto d’orgoglio per il traguardo raggiunto: in un modo o nell’altro, Kuroo-san dipendeva da lui. E non solo nei momenti in cui si ritrovavano ad indossare la divisa rossa allo scopo di conquistare un titolo sportivo.

“Era un modo di dire. Hai capito cosa intendevo, immagino.”

“Ovviamente. Ma non sono d’accordo.”

“Tanto per cambiare. Quindi secondo te Akaashi-kun dovrebbe giocare fino a quando non sarà lui stesso a chiedere di chiamare un’ambulanza?”

“Non dirlo neanche per scherzo, idiota!”

Una serie di volti più o meno conosciuti puntarono gli occhi verso il piccolo alzatore della Nekoma. Fu solo in quel frangente che Kenma si rese conto di aver esagerato con il volume della voce. Lo stesso Tetsurō lo fissava ancora una volta con gli occhi sgranati e l’aria di chi, pur conoscendolo sin dall’infanzia, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere per quella che voleva essere una sottospecie di battuta; infelice, fuori luogo, evitabile... ma pur sempre una frivolezza detta giusto per smorzare i toni.

Kozume si alzò e andò a mettersi in un punto più tranquillo, dove la visuale di gioco poteva persino considerarsi migliore. Studiò il match per il resto della sua durata, concentrandosi soprattutto sui due giocatori di punta della squadra di Tokyo.
Il solito lupo solitario immerso nel suo mondo.
 
***
 
Sul punteggio di ventitré a ventiquattro in favore dell’Ubugawa, Akaashi decise finalmente di farsi sostituire dal numero sette, uno schiacciatore. La Fukurōdani, purtroppo, non aveva altri setter degni di nota all’interno della propria rosa.
Ben presto il risultato si ribaltò, portando la squadra di casa alla vittoria con il punteggio di ventisei a ventiquattro. L’adrenalina e il timore di essere obbligati a terminare la propria corsa verso la vittoria del torneo nazionale si erano mescolati nel sangue dei sette atleti rimasti in campo, permettendo loro di tirar fuori il meglio di sé al fine di raggiungere l’obbiettivo comune.

“Bravissimi, i miei Gufi!”

Nessuno avrebbe potuto udire la voce di Kozume da quella distanza, nemmeno quel ragazzo introverso ed inquieto che se ne stava seduto in panchina con le lacrime agli occhi e la testa fra le mani. Anch’egli totalmente immerso nel suo mondo da abitudinario lupo solitario.
Bokuto si era avvicinato per rincuorarlo, per fargli comprendere che non aveva la benché minima responsabilità per le difficoltà che l’intera squadra aveva riscontrato nell’ultima parte del match, poco prima della sua sostituzione.
Ma non era certo cosa facile convincere una persona di così buon cuore e tanto ligia al dovere. Nessuno lo avrebbe mai distolto dalla convinzione di aver drasticamente rallentato gli schemi di gioco e i ritmi generali del team con la sua testardaggine.

“Mi dispiace, Bokuto-san!”

“Ti dispiace?! E per cosa? Per aver dato tutto te stesso nonostante l’infortunio? Eh?!”

Un nuovo gesto d’affetto tra il capitano e il suo setter. Un palese invito a raggiungere i compagni a centrocampo.

Kenma restò ad assistere ai festeggiamenti ancora per qualche istante, prima di dileguarsi in completa solitudine.
Probabilmente Kōtarō era tutto quello di cui Keiji aveva bisogno per andare avanti al meglio delle sue potenzialità.










 

Angolo dell’autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che passeranno a leggere questa mia mini-long!

Il #Writober2019 è un’ottima scusa per prendere piede in un nuovo fandom. Ma dato che gli TsukkiYama non mi bastavano, ora sotto con un altro pairing – un po’ sottovalutato – che sto imparando pian piano ad adorare: gli AkaKen! È una piccola storiella senza pretese, giusto per continuare il mio allenamento di scrittura. :)
 
Quarta parte: Lupo solitario (chi meglio di loro?)
La narrazione riprende da una vera e propria partita degli ottavi di finali del torneo nazionale che vede la Fukurōdani schierata contro l’Ubugawa (la squadra con la maglia gialla e verde). Nonostante Akaashi non si sia ancora ripreso del tutto dalla sua distorsione al gomito, decide di giocare ad ogni costo, anche quello di essere sostituito in un momento critico e a pochi minuti dalla fine del match. Kenma assiste alla partita assieme ai compagni della Nekoma; ma a seguito di un’affermazione decisamente fuori luogo di Kuroo, decide di allontanarsi e continuare a seguire in solitaria. Peccato che l’atteggiamento fraterno/amichevole/*altro* di Bokuto nei confronti del suo kōhai tenderà a far scaturire in lui una sorta di nuovo stato d’animo mai provato prima. Fastidio? O forse... chissà! ;)

Il titolo della mini-long riprende la frase che proprio Akaashi dirà a Kenma nel corso della partita che vedrà le loro squadre rivali in campo (quello che vedremo a gennaio nella nuova serie animata).
Il testo è scritto in terza persona e al tempo passato.

Un ringraziamento speciale va agli amministratori del sito Fanwriter.it per aver permesso tutto questo! **

A domani,

Mahlerlucia

 
   
 
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