Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: dreamlikeview    20/10/2019    3 recensioni
[1/3 di "What if we had been friends?"]
Lord Voldemort ha un piano infallibile per sconfiggere Harry Potter una volta per tutte e quando chiede a Draco Malfoy di avvicinarsi al prescelto, crede di avere la vittoria in pugno, ma non ha fatto i conti con una magia che lui non conosce, né mai conoscerà: l'amore.
Una storia in cui uno scherzo del destino può cambiare completamente due vite, può spingere due persone a conoscersi e a scoprirsi davvero, può permettere ad imprevedibili e improbabili amicizie di nascere, mettendo le basi per un qualcosa che è destinato a durare per sempre.
Fiducia, amicizia, amore sono le parole chiave.
[Drarry, con accenni ad altre coppie, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, meritavano di meglio, quindi ho deciso di dargli io ciò che meritavano; ma non ci guadagno nulla da tutto ciò, niente è finalizzato ad offendere qualcuno (solo a dare loro il finale che piace a me :D) e io ci perdo solo la faccia con queste cose.

Avviso: I personaggi tendono ad essere OOC (soprattutto Draco) tutti loro sono basati sui miei headcanon!

Nota bene: La storia parte dal sesto anno, tenendo conto di alcuni avvenimenti accaduti fino al quinto, ma l’intenzione non è quella di riscrivere il Principe Mezzosangue, di esso vi sono solo alcuni elementi (VI libro alternativo sta per quello... LOL). Da questo capitolo in poi le cose accadono in maniera anacronistica rispetto ai libri.


Enjoy the show!

_____________________________________

 

Twist of Fate

7. Bad liar (Wish I could erese it, make your heart believe)




Harry aveva cercato in tutti i modi di convincere Lumacorno a cedergli il ricordo originale, non corrotto, che Silente cercava con insistenza, ma tutto ciò che aveva ottenuto, ogni volta che aveva parlato con il professore erano state porte in faccia o cambi di argomentazione. Harry era frustrato, neanche Draco riusciva a tiragli su il morale. Negli ultimi giorni, sembrava che solo la sua presenza rendesse migliori le sue giornate. Era da una settimana che era tormentato dagli incubi ed erano peggiorati da quando aveva guardato, per l’ennesima volta, nel pensatoio con Silente, alcuni ricordi del preside riguardanti il mago oscuro, uno dei quali era quello che coinvolgeva Lumacorno.
«Non ti abbattere, Harry» gli disse Draco, mettendogli una mano sulla spalla «Vedrai che riuscirai a trovare il modo per farti dare il ricordo» cercò di rassicurarlo con un tono di voce stranamente dolce.
«Le ho provate tutte, Draco» mormorò afflitto, appoggiando la testa contro la sua spalla. Erano seduti su un divanetto della sala comune di Grifondoro, ormai i rosso-oro si erano abituati al fatto che Malfoy passasse del tempo lì con loro, anche se qualcuno non mancava di sottolineare quanto fosse strano trovarsi a condividere gli spazi con una sporca serpe. Solitamente, questi simpaticoni si beccavano qualche piccola fattura non verbale da parte di uno dei due piccioncini. Draco lo strinse gentilmente contro di sé e gli diede un bacio sulla tempia. Il suo obiettivo era riuscire ad aiutare Harry a recuperare il ricordo, in modo da dimostrare la sua buona fede, per dimostrare a Harry il suo reale cambiamento, prima di dover ammettere la verità. Temeva quel giorno e cercava di allontanarlo il più possibile da sé. Era stato già abbastanza fortunato fino a quel momento. Prima o poi, la fortuna avrebbe smesso di assisterlo.
Un momento… - pensò ad un certo punto.
«Ehi, le hai provate davvero tutte?» chiese al moro.
«Sì, te l’ho detto, credo di aver perso la sua stima quando ho litigato con quell’idiota che insultava Hermione e ho rovinato mesi di lavoro».
«No» ribatté Draco «Non le hai provate tutte, o meglio… non avevi un po’ di fortuna dalla tua».
«Cosa…?»
«Lo sai, ho ancora la fialetta di Felix Felicis conservata nel mio baule. Hai rifiutato fino ad oggi di usarla, ma… potrebbe esserti utile, potresti provare con quella».
«Ci penserò» disse Harry, poi sbuffò sonoramente, Draco gli arruffò i capelli scherzosamente, rendendoli ancora più spettinati di quanto fossero normalmente.
«Adesso, che ne dici di smetterla di rimuginare e pomiciamo un po’?» scherzò abbassandosi su di lui, dandogli un bacio sul naso «Non ti fa bene pensare così tanto, sono certo che il tuo unico neurone finirà per farsi molto male, lo stai sfruttando troppo ultimamente, tra poco si ribellerà».
Harry rise affondando il naso nel suo collo, respirando il suo profumo che, per inciso, era molto meglio rispetto a quello che aveva sentito nell’Amortentia, e lasciò un leggero bacio sulla sua pelle scoperta.
«Uhm, dovresti convincermi» sussurrò sorridendo. Adorava Draco e le loro pomiciate, soprattutto quando lo sfidava, il Serpeverde non si tirava mai indietro da una sfida, come non faceva lui.
«Non sfidarmi, Potter» sussurrò al suo orecchio, dandogli un bacio sotto al lobo «Potresti finire molto male…»
«Certo» sussurrò in sfida l’altro «Malfoy, non fai paura a nessuno».
Con un movimento fluido e rapido, Draco si sedette sulle gambe di Harry e gli afferrò le mani, bloccandogliele contro lo schienale del divanetto: «Taci, Sfregiato» sibilò mordendogli un labbro. Il Grifondoro gemette appena, prima che l’altro assaltasse le sue labbra, coinvolgendolo in un appassionato bacio bagnato, che lo fece annaspare, le sue mani strette tra quelle di Draco, lui pressato tra il divano e il suo corpo, le loro labbra che si cercavano con foga e passione, creavano un mix di sensazioni in lui da farlo sentire sopraffatto; chiuse gli occhi cercando di godersi a pieno il bacio, cercando di prendere una boccata d’aria tra un assalto e l’altro, ma sul serio, respirare era superfluo con le labbra peccaminose di Draco Malfoy attaccate alle sue. Il biondo si allontanò dalla sua bocca, solo per scendere a baciargli il collo su quel lembo di pelle che la sua camicia disordinata e leggermente aperta lasciava scoperto; gli lasciò un piccolo segno del suo passaggio e ghignò, alzando gli occhi sull’altro, notando il suo stato sconvolto. Draco ridacchiò, risalendo lungo il mento e sfiorandogli di nuovo le labbra con le sue.
Harry era arrendevole sotto di lui, si fidava ciecamente di lui e Draco ogni volta che ci pensava, sentiva una strana sensazione dentro di sé, sapeva di dovergli dire tutta la verità, adesso non poteva più mentire, non poteva più nascondere quel particolare, doveva affrontarlo a testa alta. Avrebbe affrontato le conseguenze, certo dei sentimenti sinceri che lo legavano all’altro: Harry avrebbe capito il suo punto di vista, adesso ne era sicuro. Prima però, doveva aiutarlo con la storia di Lumacorno, cosicché l'altro vedesse il suo reale interessamento ad aiutarlo nella lotta contro il male. Lo baciò ancora, togliendogli il respiro e mozzando anche il suo, mentre gli teneva le mani tra le sue strette in una presa che non aveva intenzione di lasciarlo andare. Non avrebbe mai lasciato andare Harry, sarebbe sempre stato al suo fianco. I loro incontri ravvicinati, da quando stavano insieme, erano diventati molto più interessanti di quanto non lo fossero mai stati. Stavano vivendo una sorta di favola, un sogno dal quale non volevano risvegliarsi, tuttavia entrambi sapevano che una volta usciti dalla sala comune, avrebbero dovuto affrontare la realtà, l’imminente catastrofe, Voldemort e tutto il resto, ma in quel momento, in quel preciso istante erano solo due ragazzini innamorati che pomiciavano su un divano; una cosa del tutto lecita, visti i recenti avvenimenti e le recenti novità. Anche se Voldemort non si manifestava, sui giornali le notizie di babbani o nati babbani spariti erano aumentate. Draco tremava ogni volta che leggeva uno di quei titoli, memore degli orrori a cui aveva assistito a casa sua. Ma era certo che Harry presto l’avrebbe sconfitto e tutti sarebbero stati al sicuro.
Scacciò via quei pensieri e accarezzò la guancia del moro con dolcezza, lasciandogli una mano, e quella libera di Harry si infilò tra i suoi capelli biondi e lo attirò verso di sé, baciandolo di nuovo con passione, Draco si lasciò travolgere dal bacio nello stesso modo in cui aveva fatto Harry fino a quel momento, le loro mani destre erano ancora unite, e al biondo parve naturale intrecciare le loro dita, stringendole in una presa gentile e amorevole.
«Questo è un incentivo abbastanza valido per pomiciare un po’?» chiese scherzando il biondino.
«Non era questa la pomiciata?»
«Oh no, Potty, questo era solo un assaggio» sussurrò maliziosamente mordendogli il labbro inferiore «Allora, ti ho convinto?»
«Sei un bravo seduttore» ammise Harry, sorridendo specchiandosi nei suoi occhi «Certo che mi hai convinto».
Draco trovò naturale baciarlo di nuovo e coinvolgerlo in una serie di baci, tutti uno più appassionato dell’altro. L’amore era una cosa bellissima e loro due ne stavano provando il brivido.
«Ehi, piantatela!» esclamò Ron comparendo davanti a loro, scuotendo la testa, facendoli sobbalzare «Abbiamo capito che pomiciate un sacco, perché non smettete e giochiamo a scacchi?»
«Sei una rottura, Weasley» borbottò Draco, scivolando accanto al suo ragazzo e puntando lo sguardo verso il rosso «Ma sarà un piacere stracciarti e poi tornare a pomiciare con Potter».
«Non riesci mai a battermi, Malfoy» disse soddisfatto l’altro Grifondoro, mettendo la scacchiera sul tavolo «Dopo di te».
Harry ridacchiò, appoggiando la testa sulla spalla di Draco, sospirando felice. Sembrava che le cose stessero andando bene per una volta… Peccato che, presto, la realtà sarebbe andata a bussare alla sua porta e lui si sarebbe ritrovato di nuovo catapultato in un incubo.
 
 
§§§
 
 
Harry si rigirò la fiala di Felix Felicis tra le mani, non pensava fosse una buona idea, ma come aveva detto anche Draco era la sola che aveva. Il ragazzo gli aveva promesso che sarebbe rimasto con lui tutto il tempo, anche se nascosto sotto al mantello dell’invisibilità, non volevano che Lumacorno capisse che fosse una sua idea. Harry sospirò.
«Non è una buona idea e se dovessi fallire?»
«La Felix non lo permetterà» gli disse il biondo prendendogli le mani tremanti tra le sue «Andrà tutto bene, credimi. Affidati alla pozione, lei ti indicherà la via che ti permetterà di trionfare».
Il moro sbuffò leggermente e guardò l’amato «E se non funzionasse? Se non riuscissi ad ottenere il ricordo?»
«Allora ci impegneremo di più e troveremo un altro modo» promise Draco guardandolo negli occhi «Ma adesso questo piano è l’unico che abbia senso».
«Hermione dice che non dovremmo fidarci della pozione» mormorò rassegnato, quando aveva parlato all’amica del piano di Draco, lei aveva storto il naso, suggerendo che non fosse una buona idea e che avessero poche possibilità di ottenere ciò che cercavano, barando in quel modo «Lei ha sempre ragione su queste cose».
Il biondo alzò gli occhi al cielo «Lo ha detto anche a me che non è d’accordo» sbuffò, un po’ irritato dal fatto che il suo ragazzo avesse spiattellato il loro piano alla ragazza ed ella fosse andata da lui con la sola intenzione di dirgli che era una pessima idea, Draco non l’aveva ascoltata e aveva continuato con l’ideazione del piano; Harry era sempre stato tentennante sull’idea di usare la pozione, ma era l’unica chance che avevano «Fidati di me, andrà bene. Se falliremo, strisceremo ai suoi piedi e la imploreremo di trovare una soluzione».
«Sempre che Lumacorno non ci espella prima» rincarò il moro.
«Non essere il solito guastafeste» borbottò l’altro spintonandolo appena «Piuttosto dammi il tuo mantello e bevi quella pozione, non abbiamo tutto il giorno. È già pomeriggio e sai che il coprifuoco è prima del tramonto».
«Non metterti a fare il prefetto rompiscatole con me» disse il moro facendolo ridacchiare.
«Fidati di me, andrà tutto bene» gli promise il biondo. A quel punto, Harry annuì, si fidava di Draco.
«D’accordo, facciamo a modo tuo» disse il moro passandogli il mantello dell’invisibilità «Ma se il tuo piano fallisce, facciamo a modo mio».
«Il tuo modo sarebbe implorare il professore fino a che non cede?» Harry grugnì e non rispose, Draco ridacchiò scuotendo la testa «A volte sei così adorabilmente ingenuo che mi chiedo come tu faccia ad essere vivo dopo sei anni ad affrontare un mago oscuro» affermò. Ed era un po’ il pensiero che lo tormentava fin dall’inizio di quell’anno. Certo, Harry aveva dimostrato di avere un coraggio che andava oltre a quello di un qualsiasi suo coetaneo, come quando era entrato nella camera dei segreti e aveva affrontato un enorme basilisco, ma era così ingenuo che tutti avrebbero potuto prendersi gioco di lui, Draco per i primi tempi l’aveva fatto e lui non si era accorto di nulla. Se non si fosse legato così tanto al moro, forse a quell’ora avrebbe già avuto il marchio nero e l’approvazione di suo padre. Peccato che non gliene importasse nulla. Lo guardò e sentì il cuore riempirsi di senso di colpa. Harry non meritava uno come lui accanto.
Il Grifondoro non gli rispose e osservò la fialetta di pozione, prima di berla tutta. Attese qualche istante che facesse effetto, poi guardò il suo ragazzo e gli fece un sorriso enorme. Si sentiva proprio bene, sembrava che ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto quel giorno. Non poteva andare male, la pozione non lo avrebbe permesso.
«Come ti senti?» gli chiese Draco.
«Una meraviglia» rispose sorridendo «Andrà tutto benissimo oggi!» esclamò.
«Allora, buona fortuna» gli disse il biondo, indossando il mantello dell’invisibilità «Sarò proprio accanto a te, per qualunque cosa» promise.
«Lo so» fece Harry, incamminandosi in fretta verso lo studio del professore, la Felix almeno lo stava facendo andare da quella parte. Sentiva i passi di Draco dietro di sé e non poté che sentirsi ancora più fortunato ad essere sostenuto da lui. Senza essere beccato né da professori, né da Auror, arrivò allo studio del professore e picchiettò con un pugno sulla porta, in attesa che venisse aperta, canticchiando una canzone che Draco non aveva mai sentito.
Era strano vederlo così, la Felix aveva uno strano effetto su di lui, avere la sensazione di essere fortunato gli dava un’aria sbarazzina e terribilmente adorabile. Anche se sapeva che fosse effetto della pozione, era bello vederlo rilassato una volta tanto. Harry tendeva ad essere sempre un po’ cupo e taciturno, soprattutto quando si perdeva a rimuginare sugli eventi che accadevano. Era bello vederlo libero da tutto quello.
«Professore, professore!» chiamò Harry «Le devo parlare, è importante!»
Draco ridacchiò nascosto sotto al mantello dell’invisibilità, mentre Harry continuava a dare pugni sulla porta e ad urlare al professore di aprirgli. Il Serpeverde iniziò a chiedersi se la pozione avesse qualche effetto collaterale, forse aveva ragione Hermione, non avrebbe dovuto permettergli di prendere quella pozione.
Quando finalmente il professore aprì la porta, Harry sorrise di nuovo e «Professore, finalmente! Mi dispiace disturbarla, devo parlarle di una cosa molto importante!» esclamò e senza aspettare di essere invitato, entrò nello studio del professore superandolo; prima che l’uomo richiudesse la porta, Draco fu rapido ad imitare il moro, approfittando della sua sorpresa. Harry iniziò a parlare tanto, gli disse qualcosa sul fatto che non fosse tardi per chiedere scusa, che lui non aveva colpe se Voldemort era ciò che era, che era già cattivo prima, gli parlò di sua madre che aveva dato la vita per salvarlo, fece riferimento anche ad un pesce rosso, ma Draco non comprese nel dettaglio, gli disse che non era tardi e che lui avrebbe fatto di tutto per distruggere quel mostro, ma che avesse bisogno del suo aiuto per farlo; Harry usò tutti i punti deboli del professore, fino a che l’uomo non iniziò a tentennare. Draco si chiese se anche lui meritasse una chance di essere perdonato per aver accettato l’incarico, quando era spaventato a morte. Harry l’avrebbe capito? L’avrebbe perdonato? Ne era certo, ma se una parte di lui gli diceva di confessare tutto e affrontarne le conseguenze a testa alta, l’altra – quella codarda e meschina – gli diceva di non dire nulla, di tenerselo per sé, tanto Hermione non lo avrebbe tradito, perché lei aveva capito tutto e aveva capito che non avrebbe fatto del male a Harry; ma era anche consapevole di non poter tacere la verità ancora a lungo. Forse doveva parlargli adesso che era su di giri.
Non si accorse nemmeno del fatto che Harry fosse riuscito a recuperare il ricordo, se non quando lo sentì esclamare ad alta voce: «Grazie professore! Non si preoccupi, nessuno cambierà idea su di lei».
In quel momento Draco si riscosse e sorrise: sapeva che con o senza Felix, Harry avrebbe ottenuto ciò che voleva, riusciva sempre ad ottenerlo, in fondo. Si affrettò a seguirlo fuori dallo studio del professore e sentì il moro afferrarlo per un braccio e trascinarlo in un corridoio. Come aveva fatto, se lui era invisibile? Non riuscì a dire nulla, perché Harry, impetuosamente, lo spinse contro un muro e gli tolse in fretta il mantello dell’invisibilità, prima di assaltare la sua bocca per travolgerlo con un bacio passionale e per niente casto. Harry teneva il corpo di Draco tra sé e il muro e con le sue mani gli teneva il viso nell’angolazione giusta per baciarlo «Avevi ragione» biascicò nel bacio, mordendogli un labbro «Ci sono riuscito» sussurrò sulle sue labbra «Grazie» mormorò prima di baciarlo ancora, e Draco si sentì così sopraffatto da non capire assolutamente nulla di ciò che stava accadendo intorno a lui, riusciva solo a percepire i loro corpi uniti e le loro labbra che si cercavano con insistenza, con foga, con passione. Draco era stordito dall’esuberanza di Harry, quasi non lo riconosceva.
«N-Non dovresti andare da Silente con il ricordo?» chiese guardandolo «In-somma, cerchi di fare questo da mesi…»
Harry rise e gli baciò il collo «Ora voglio solo ringraziare il mio ragazzo» mormorò dandogli un leggero morso sul punto che aveva baciato «Silente capirà».
«Sei ancora drogato di Felix, Harry» cercò di opporsi, appoggiandogli le mani sul petto, ma Harry le afferrò e le portò ai lati del viso del biondo, baciandolo di nuovo. Ora Draco era di nuovo bloccato, completamente bloccato, alla mercé di Harry, ma non se ne spaventò, era più che tranquillo con lui, l’unica cosa che lo preoccupava era la sua completa mancanza di pudore. Harry annullò i suoi pensieri, baciandolo ancora con trasporto, respirando direttamente nella sua bocca, facendolo tremare come una foglia; il biondo non riuscì a far altro se non sorridere come un idiota, e un piccolo gemito sfuggì dalle sue labbra, quando Harry infilò un ginocchio tra le sue gambe.
«Harry…» sussurrò senza fiato. Il moro sorrise in maniera maliziosa e, lasciando libere le mani del compagno, infilò le proprie sotto il suo maglione e poi sotto alla camicia, Draco sussultò e appoggiò la fronte contro la spalla del Grifondoro, respirando affannosamente ad ogni suo gesto. «Che diavolo stai facendo?» gli chiese con voce tremante all’orecchio, mentre quelle carezze gli facevano perdere man mano la lucidità che aveva riacquistato con fatica.
«Ti ringrazio» sussurrò l’altro, spostando le mani dietro alla schiena del Serpeverde, accarezzandolo piano «Ti piace?»
«C-Certo, ma qui… Harry, potrebbero vederci» sussurrò «E tu sei ancora sotto l’effetto della pozione».
«Non fare il guastafeste» mormorò «Sono lucido, non sono mai stato così lucido, ti voglio, Draco» sussurrò, dandogli un bacio più lento e dolce sul collo «Tu mi vuoi?»
«Certo… ma, Harry» disse cercando di interromperlo «Devo… devo dirti una cosa importante».
«Okay…» si arrese «Allora, ho una proposta» ansimò Harry sentendosi ancora confuso dalla pozione e dall’eccitazione del momento, ritornando un po’ più lucido, non doveva dimenticare il motivo per cui si aggiravano in quei corridoi oltre il coprifuoco «Portiamo il ricordo a Silente, poi ce ne andiamo nella Stanza delle Necessità, parliamo e restiamo tutta la notte insieme» propose il moro, tornando in se stesso.
«Sono d’accordo». Draco si divincolò dalla presa dell’altro, adesso ormai quasi inesistente e recuperò il mantello dell’invisibilità dal pavimento, coprì entrambi con esso e insieme a lui si diresse verso l’ufficio di Silente. Si stupì che Harry conoscesse la parola d’ordine, ma ormai non si doveva più sorprendere di nulla e raggiunsero lo studio, trovandolo incredibilmente vuoto.
«Dove diavolo è Silente?» chiese Draco indispettito, togliendosi il mantello «Facciamo il lavoro sporco per lui e lui non c’è nemmeno» disse incrociando le braccia al petto. Harry rise genuinamente e lo baciò sulle labbra cancellando via il suo broncio.
«C’è un bel divanetto lì» disse indicando l’oggetto in questione «Potremmo sempre usarlo per rilassarci un po’ e… compensare alle mancanze d’affetto che entrambi abbiamo avuto».
«Vuoi pomiciare qui?» chiese sorpreso il biondino, l’altro annuì «Che vergogna! E se dovesse beccarci?»
«Oh, non avrebbe niente da ridire, mi darebbe dei punti extra probabilmente» scherzò. Senza dargli il tempo di ribattere, Harry lo spinse verso il divanetto e lo baciò ancora facendolo adagiare sopra. Aveva ancora un po’ di pozione in circolo, ma tutto ciò che stava facendo lo desiderava davvero, non era forzato da nessuna forza superiore a fare ciò che stava facendo; Draco ricambiò il bacio con intensità e continuarono a baciarsi, fino a che non sentirono un rumore alle loro spalle e, saltando come se fossero stati scottati, si rimisero in piedi entrambi ricomponendosi. Draco era rosso dall’imbarazzo, ma sembrava che il preside non si fosse accorto di nulla e anche se l’aveva fatto, non fece alcun commento a riguardo. Harry invece guardava dritto verso il mago anziano, senza tradire neanche un’emozione, dentro di sé stava morendo dall'imbarazzo.
«Harry, Draco» li accolse con un sorriso «A cosa devo la vostra visita nel mio ufficio oltre il coprifuoco?»
«Ho ottenuto il ricordo, signore» disse Harry, avvicinandosi al preside e prendendo dalla tasca dei pantaloni l’ampolla contente il ricordo incriminato.
«Ben fatto, Harry» si congratulò il preside «Vieni con me al pensatoio, vediamo di cosa si tratta» disse «Draco, aspetteresti un minuto o due sul divano?» il biondo annuì e non disse niente, ma fece come gli era stato suggerito dall’anziano mago, si sedette sul divano e attese che Harry finisse qualunque diavolo di cosa dovesse fare con quel ricordo. Tanto era certo che gli avrebbe raccontato tutto, una volta uscito da quel pensatoio.
Draco restò seduto sul divano con le braccia conserte, ripensando a quanto accaduto quel giorno, il piano che riusciva, Harry travolto dall’euforia e poi… la magia spezzata quando lui si era ricordato del dannatissimo dovere. Si ritrovò a sorridere al ricordo di un Harry completamente disinibito, che si strusciava impudicamente su di lui, travolgendolo in un bacio che aveva tolto il fiato ad entrambi.
Restando solo, si ritrovò a pensare ancora a tutta la situazione, a Harry e a quello che lo aveva spinto ad intraprendere quell’amicizia. Sebbene per lui l’ordine di Voldemort fosse decaduto da tempo, non poteva lasciare che il suo ragazzo non lo sapesse, avrebbero potuto usare quella cosa contro di loro… doveva essere lui a dirgli tutto. Per questo si era convinto, finalmente, gli avrebbe detto tutto quando sarebbero andati via dallo studio di Silente. Avrebbero seguito il piano, sarebbero andati nella Stanza delle Necessità, lo avrebbe baciato, gli avrebbe detto che lo amava e che gli dispiaceva per tutto, e poi gli avrebbe raccontato la verità, scusandosi con lui e cercando di farsi perdonare per quelle prime settimane in cui lo aveva ingannato, gli avrebbe detto ancora una volta che lo amava e che aveva solo cercato di proteggerlo perché non voleva che Piton riferisse tutto alla sua famiglia; gli avrebbe raccontato dell’estate da incubo che aveva vissuto e del motivo per cui avesse accettato e del motivo per cui aveva rinnegato tutti gli ideali del padre e di Voldemort (lo amava, dopotutto) e gli avrebbe promesso di restare accanto a lui e di aiutarlo a sconfiggere Voldemort.
Era certo che Harry avrebbe capito e lo avrebbe perdonato.
Quando, però, il moro uscì dal pensatoio, Draco, nel voltarsi verso di lui, dovette fare i conti con una falla nel piano. Harry era sconvolto, aveva gli occhi spalancati e sembrava terrorizzato. Senza pensarci su, Draco si alzò dal suo posto e si avvicinò a lui, lo prese tra le braccia e lo strinse forte, cercando di tranquillizzarlo: Harry tremava come una foglia. Draco era spaventato e preoccupato per lui al tempo stesso, cosa aveva visto?
«Harry, Harry» lo chiamò cercando il suo sguardo «Che è successo?» chiese.
«Draco…» disse piano «Io… io non so… come sconfiggerlo» farfugliò, la sua voce tremava e Draco cercava di capire di cosa stesse parlando «Ha diviso la sua anima in sette parti» rivelò dopo un po’ di farfugliamenti. Il Serpeverde strinse il suo ragazzo con dolcezza, poi guardò il preside con un’espressione a dir poco interrogativa.
«Harry ha bisogno di razionalizzare la notizia, ti suggerisco di stargli vicino, Draco» disse il preside con la sua voce tranquilla «Poi avremo modo di parlare anche noi due». Tutto il corpo di Draco si tese e annuì senza riuscire a dire altro, non poteva di certo rifiutarsi di partecipare ad un colloquio con lui; poi strinse di più Harry a sé, lo trascinò fuori dallo studio e lo portò fino al settimo piano; quando la porta della Stanza delle Necessità apparve, lui lo trascinò dentro alla stanza.
«Sta’ tranquillo» gli sussurrava il biondo, mentre lo accompagnava verso il letto «Risolveremo tutto, te lo prometto».
Harry farfugliava cose senza senso, mentre il Serpeverde gli toglieva le scarpe e lo aiutava a distendersi sul letto. Draco sapeva di doverlo aiutare a tornare in se stesso, ma era preoccupato per lui. Non lo aveva mai visto così sconvolto.
«Guardami» sussurrò il biondo «Harry, guardami».
Lentamente il moro alzò gli occhi su di lui e lo guardò, tremava e non riusciva a parlare «Io…»
«Va tutto bene, sono io. Lo so che non sei un codardo, tu sei forte, okay? Ma adesso devi calmarti e spiegarmi tutto, altrimenti non posso aiutarti, riesci a farlo per me?»
Harry annuì lentamente e spiegò brevemente a Draco ciò che aveva visto in quel pensatoio e ciò che Silente gli aveva detto riguardo gli assassinii di Voldemort, attraverso i quali aveva nascosto pezzi della sua anima in diversi oggetti: uno di essi era il diario di Tom Riddle, quello che Harry aveva distrutto al secondo anno, quando aveva fermato il basilisco.
«Uno in meno allora» disse il biondo accarezzandogli la guancia «Li troveremo e li distruggeremo tutti».
«E se non fosse possibile?» chiese il moro tremando «Se non fosse possibile ucciderlo? Come… come faremo?»
«Non ci pensare adesso» Draco lo strinse e gli diede un bacio sulla fronte «La risolveremo». Harry si strinse a lui e lo abbracciò a sua volta, respirando il suo profumo e cercando di calmare i tremiti del proprio corpo. Non si era mai sentito tanto terrorizzato. Voldemort aveva diviso la sua anima in tante parti, uccidendo persone, per restare immortale.
«Tu resterai con me?»
«Sempre, te lo prometto» promise il biondo «Sconfiggeremo quel bastardo e saremo liberi di vivere la nostra vita». Harry sorrise con il naso infossato nel suo collo e gli lasciò un tenero bacio.
«Grazie» sussurrò allora. Draco continuò a stringerlo fino a che l’altro non smise di tremare e gli diede dei delicati baci sulla testa, per farlo rilassare. Ora più che mai, doveva dirgli tutta la verità, ma non in quel momento, Harry aveva già troppi pensieri negativi, lui non poteva affliggerlo con altri. Ci avrebbe pensato tra un giorno o due.
«Ci sono io, tranquillo» sussurrò dandogli un bacio casto sulle labbra e abbracciandolo con forza. Restarono abbracciati, stretti l’uno all’altro per un sacco di tempo, poi si addormentarono entrambi, ognuno tormentato dai propri incubi.
 
 
§§§
 
 
Erano passate due settimane da quel giorno, appena passato il momento di sconforto e di terrore, Harry si era subito messo alla ricerca di una magia capace di distruggere quella dell’horcrux. Ne aveva parlato anche con Ron ed Hermione e tutti insieme stavano cercando una soluzione al problema. Se fossero riusciti a trovarli tutti e a distruggerli, avrebbero potuto sconfiggere Voldemort una volta per tutte, avrebbero potuto vincere ed essere tutti liberi. Tuttavia, Draco non aveva ancora parlato con Harry e la cosa lo preoccupava, l’ultima lettera di sua madre lo aveva destabilizzato. Certo, lui l’aveva strappata e gettata via, ma dopo quella era rimasto all’erta, come se qualcosa dovesse accadere da un momento all’altro.
Aveva intenzione di parlare con Harry non appena la situazione si fosse calmata, o almeno era convinto di avere ancora molto tempo davanti a sé per poterlo affrontare…
Draco, Harry ed Hermione erano in biblioteca a studiare, avevano preso di nascosto dei libri dalla sezione proibita ed avevano iniziato a leggerli, cercando tutti i modi possibili per distruggere gli horcrux. Solo artefatti di magia oscura o impregnati di potenti veleni potevano distruggere gli horcrux, era una magia troppo potente per essere spezzata con dei semplici incantesimi, dovevano essere distrutti gli oggetti fisici, per poter distruggere il pezzo di anima contenuto in esso.
«Mi esplode la testa» si lamentò Draco, erano in quella biblioteca da ore a leggere sempre le stesse cose e stavano impazzendo.
«Draco ha ragione» convenne Harry «Facciamo una pausa, tra poco sarà ora di cena». Hermione chiuse il libro e annuì sorridendo ai due piccioncini. Il ragazzo si voltò verso il compagno e «Ci vediamo in Sala Grande?» chiese.
«Sì, certo. Passo al tavolo dei Grifondoro, c’è una brunetta che oggi a lezione di Cura delle Creature Magiche non ti toglieva gli occhi di dosso» affermò «Ma prima di andare devi salutarmi per bene, Potty».
«Gelosone» borbottò Harry. Draco ridacchiò divertito e premette le labbra contro le sue, dandogli un bacio dolce. La ragazza, ancora di fronte a loro, si schiarì la voce e li guardò con uno sguardo adorante, annunciando che li avrebbe lasciati alle loro effusioni e li avrebbe aspettati in Sala Grande.
«Scusaci» borbottò Harry, leggermente imbarazzato «Siamo entrambi due ragazzi che hanno avuto carenze d’affetto durante l’infanzia. Dobbiamo compensare» spiegò divertito. Il biondo ghermì i suoi fianchi con le braccia e appoggiò la testa sulla sua spalla, annuendo.
«Esatto. Dobbiamo compensare, come dice lui».
Hermione scosse la testa «Oh, avete inventato un nuovo modo per dire che pomiciate? Fate pure, ma poi venite a cena! La saltate da troppi giorni per compensare» disse divertita «A dopo, ragazzi»,
«La tua amica è terribile» mormorò Draco dando un bacio sotto all’orecchio di Harry «Tende sempre a puntualizzare».
«È Hermione, è ovvio che puntualizzi sempre» disse Harry «Ora vuoi muoverti a compensare? O mi farà un’altra ramanzina per un'altra cena saltata».
«Ai tuoi ordini, San Potter» ridacchiò l’altro, prima di baciarlo. Non rimasero molto in biblioteca a pomiciare, giusto il tempo di scambiarsi qualche bacio; Draco gli disse che sarebbe passato a cambiarsi nella sua stanza, prima di andare a cenare, Harry gli promise che l’avrebbe aspettato direttamente al tavolo. Si separarono sulle scale con un altro lungo bacio, senza accorgersi di essere osservati da qualcuno che da giorni tramava nell’ombra alle loro spalle.
Quando il prescelto arrivò in Sala Grande quella sera, al tavolo dei Grifondoro c’era fermento. Tutti erano calamitati vicino a Ron, che sembrava fumare rabbia dai capelli rossi. Beh, Ron non era quasi mai di buon umore, da quando aveva rotto con Lavanda. Era stato piuttosto divertente il modo in cui avevano rotto, perché il rosso era stato colpito da un bolide durante una partita di Quidditch contro i Corvonero e aveva battuto la testa. Hermione lo aveva portato subito in infermeria, e quando Lavanda era arrivata lì per vedere come stesse, lui, ancora tramortito e confuso, aveva chiamato l’amica, al posto della sua ragazza. Lei si era arrabbiata talmente tanto che lo aveva lasciato e da quel momento Ron era diventato un po’ più intrattabile del solito, solo che adesso sembrava davvero infuriato e Harry ne ignorava il motivo.
«Ehi Ron, cosa succede?» chiese. Il rosso si voltò verso di lui e senza dire niente gli mise una lettera tra le mani. Harry strabuzzò gli occhi, senza capire. C’era una lettera per lui? Quando era arrivata? Edvige di solito gliele portava direttamente in camera, se lui non era al tavolo dei Grifondoro «Che cos’è?»
«Io te l’ho sempre detto che quello lì nascondeva qualcosa, ma tu ti sei voluto fidare. Hai convinto anche me, Hermione, tutti noi. Hai messo tutti in pericolo perché ti sei voluto fidare di un Mangiamorte» disse arrabbiato il rosso «Io te l’avevo detto che ti avrebbe spezzato il cuore».
Parlava di Draco? Del suo Draco? Che cosa c’entrava lui?
«Non capisco… che c’entra Draco ora?» chiese Harry «Lo sai che non è un Mangiamorte».
Perché sembrava che tutta la felicità che aveva vissuto fino a quel momento fosse stata risucchiata via, come se ci fosse stato un dissennatore nei paraggi? Non capiva perché si sentisse così, ma sentiva la rabbia di Ron e questo gli faceva male, e davvero non capiva cosa c’entrasse con Draco, ormai era chiara a tutti la loro relazione, l’amico era stato felice per lui quando gli aveva dato la notizia… che diavolo stava succedendo in quel momento?
«Leggi» ordinò il rosso, indicando la lettera che Harry ancora non aveva letto.
Il moro tenne la lettera tra le dita per diversi istanti, poi iniziò a leggere, nel momento in cui lo fece, il mondo gli crollò addosso in pochi istanti: dopo un solo mese che stava con Draco e che stava vivendo il periodo più bello della sua vita, ecco, scritto nero su bianco, il fatto che fosse stata solo un’illusione, Draco lo aveva ingannato per tutto quel tempo. Lo aveva usato fino a quel momento, solo per fare il gioco di quell’assassino. Gli tremavano le mani e non riusciva a pensare lucidamente, doveva andare via da lì e respirare… Draco lo aveva ingannato? Gli aveva mentito? Ma perché?
«Harry, secondo me dovresti parlargli» suggerì Hermione che lo guardava con uno sguardo pieno di dispiacere e senso di colpa, che lei sapesse qualcosa? Cos’era successo, tutti i suoi amici si erano rivoltati contro di lui? Cosa?
“Draco, ormai sono passati mesi interi. Non ci dai più tue notizie, io e tu padre siamo molto preoccupati per te. Il Signore Oscuro è impaziente, vuole il ragazzo. Devi concludere la tua missione entro la fine del mese. Hai avuto molto tempo per poterti guadagnare la sua fiducia, adesso è giunto il momento di raccogliere i frutti del tuo lavoro e terminare la missione. Io e tuo padre contiamo su di te. Non ci deludere, sii forte, e non fallire. Consegna entro l’ultimo giorno di marzo Potter al Signore Oscuro e sarai finalmente un suo seguace fedele.
Tua madre, Narcissa”
«Dove l’hai trovata?» chiese Harry senza alzare lo sguardo dalla lettera. Dovette leggerla altre tre volte per rendersi conto di ciò che c’era scritto. Draco lo aveva ingannato, non lo aveva mai amato… e realizzarlo fece male. Forse più del tradimento. Non era pronto a questo, non era pronto a soffrire così per qualcuno. Non dopo che si era fidato di lui ciecamente, non dopo che gli aveva rivelato cose personali, non dopo che aveva organizzato con lui tutto il piano per trovare il ricordo, non dopo che stava progettando con lui di andare alla ricerca degli horcrux. Doveva esserci una spiegazione.
«L’ho trovata per terra nei sotterranei dopo la lezione di pozioni e l’ho raccolta. Volevo solo gettarla via, ma poi l’ho letta. Non potevo non dirti nulla, Harry».
«Lo so… grazie» disse piano «Io… no, deve esserci qualcosa sotto, una spiegazione» farfugliò. Ron scosse la testa, ma non disse niente, l’irritazione ancora bruciava. Solo Hermione sembrava non essere arrabbiata per la lettera. Continuava a dire che dovesse parlare con Draco, che lui gli avrebbe spiegato tutto, ma Harry sentiva una strana sensazione montare dentro di lui, un misto di rabbia e delusione, che si riversarono su Draco quando entrò nella sala; infatti quando il Serpeverde, ignaro di cosa stesse accadendo a quel tavolo durante la sua assenza, si avvicinò al suo ragazzo così com’erano rimasti d’accordo, ma nel momento in cui Harry si girò verso di lui, capì che qualcosa non andava. Rivide lo sguardo che lui era solito lanciargli prima di quell’ultimo anno, prima che loro diventassero qualcosa di più che semplici rivali, o semplici amici. Perché lo stava guardando in quel modo?
Prima che potesse chiedere cosa stesse succedendo, la vide: la lettera che lui aveva distrutto, tra le mani del Grifondoro.
«È vera?» chiese Harry, sperava che Draco gli dicesse che era finta, che non l'aveva mai ricevuta, che era uno scherzo, ma il biondo restò zitto «Draco!» esclamò con disperazione.
«Harry, io…» deglutì, colpevole «Sì, ma... ascolta, io...» non riuscì neanche a finire la frase che un pugno del moro si abbatté contro la sua faccia. Draco gemette di dolore e guardò con occhi spalancati il ragazzo di fronte a lui; rimase immobile, senza riuscire a dire o a fare nulla. Era sconvolto.
«Potter! Sei impazzito?» urlò Pansy, raggiungendo Draco, per assicurarsi che non si fosse fatto male «Ma che ti passa per la mente?» Harry semplicemente la ignorò e rivolse la sua attenzione disgustata al Serpeverde di fronte a lui.
«Complimenti per la recita» gli disse con freddezza «Ci sono cascato con tutte le scarpe». Detto ciò, si voltò e andò via, lasciandosi dietro un Draco scioccato e in preda al panico: non voleva perdere Harry, non senza parlare. La delusione nella sua voce era arrivata alle sue orecchie come una condanna, lo aveva deluso, lo aveva ferito: mai avrebbe voluto fare una cosa del genere, non a lui. Avrebbe dovuto parlargli, dirgli ogni cosa, ma non lo aveva fatto, era giusto che adesso subisse la sua ira, ma non poteva permettergli di fraintendere tutto.
«Qualcuno mi spiega cosa diavolo sta succedendo?» chiese di nuovo Pansy, alternando lo sguardo da Hermione a Draco.
«Te lo spiego dopo» disse la Grifondoro alla Serpeverde; poi si rivolse al biondo che ancora guardava il punto dove Harry era sparito «Vai» gli disse, la voce di Hermione lo riscosse dal suo shock. «Vai e spiegagli tutto, Draco!»
Il Serpeverde ebbe giusto il tempo di osservare lo sguardo colmo di odio di Weasley, quello comprensivo di Hermione, quello confuso di Pansy e quello schifato di tutti gli altri che avevano assistito a quello spettacolino, prima di riscuotersi.
Annuì rapidamente e corse fuori dalla Sala Grande per cercare il suo ragazzo, lo vide sulle scale e lo raggiunse, Harry camminava velocemente stringendo la lettera in un pugno.
«Harry, aspetta!» il suo richiamo lo fece bloccare sul posto, il moro tremava di rabbia e di collera, sentendo la sua voce, scosse la testa e fece per andarsene, ma l’altro lo fermò prendendogli una mano «Ti prego, lasciami spiegare».
«Cosa vorresti spiegare? Che sei stato uno stronzo approfittatore?» chiese il prescelto, liberandosi dalla sua presa, Draco accusò il colpo «Cosa hai da dire? Avanti! Esponi le tue stupide scuse!»
«So di non avere scuse» disse mordendosi le labbra «Ma ci sono cose che non sai» disse tutto d’un fiato «Ti prego, non è come pensi».
«Ah no? E dimmi, Malfoy, com’è in realtà? Perché qui c’è scritto tutto molto chiaramente!» chiese adirato sventolando davanti alla sua faccia la lettera che gli aveva fatto crollare il mondo addosso. Non capiva come avesse potuto Draco fargli una cosa del genere, non riusciva a capacitarsi di quanto accaduto. Era stato ingannato fin dal primo giorno e ci era cascato in pieno, aveva creduto che tra lui e Draco ci fosse qualcosa di speciale, ma era una bugia, una dolorosa bugia. Draco lo aveva ingannato, stava aspettando solo il momento giusto per portare a termine il suo piano e nel frattempo aveva raccolto delle informazioni per Voldemort, da quanto tempo il mago oscuro sapeva del suo piano?
«So cosa c’è scritto in quella lettera» disse l’altro, il senso di colpa traspariva dalle sue parole «Ma non ti ho tradito. Non era mia intenzione, non l’avrei mai fatto». Harry scosse la testa, ma lui non gli permise di interromperlo «È vero, all’inizio era così, lui voleva che io mi unissi a loro, che prendessi il posto di mio padre, questo te l’avevo detto» il moro annuì, senza dire nulla «Prima di tornare a scuola, mi aveva… dato una missione. Avrei dovuto conquistare la tua fiducia e… diventare tuo amico» si morse le labbra «Pensavo di detestarti davvero».
«Malfoy…»
«Fammi finire» sospirò «Pensavo di detestarti, di volerti morto come tutti i seguaci di quel pazzo, avevi mandato in prigione mio padre, la mia vita era un disastro, un incubo» disse, poi sospirò «Poi ti ho conosciuto, ti ho conosciuto davvero e… improvvisamente non ti odiavo più, volevo proteggerti. Credimi! Sto solo cercando di aiutarti!»
«E come?» chiese, la sua voce era ancora pregna di rabbia «Consegnandomi? Prendendo il marchio? Avevi giurato di non essere coinvolto con loro! Ti ho creduto, mi sono fidato di te! Mi hai guardato negli occhi e mi hai mentito! Ti avevo supplicato di non farlo!» esclamò ad alta voce, Draco vide delle lacrime sul suo viso e si sporse per cancellarle, faceva male vederlo in quello stato per colpa sua «Non mi toccare» ringhiò il Grifondoro facendo un passo indietro «Sei solo uno schifoso traditore, uno sporco Mangiamorte come tuo padre!» gli urlò contro con rabbia, rancore e dolore.
«No! Non è vero, non sono… io non sono…» le parole gli morirono in gola, non riusciva a parlare, l’accusa di Harry gli aveva tolto il fiato, non voleva arrivare a questo, non l’aveva mai voluto «Non ti ho tradito, non l’ho fatto…» la sua voce uscì quasi come un sussurro «Se non te l’ho detto è stato per evitare tutto questo…»
«Cosa?»
«Non te l’ho detto per evitare che mi guardassi così, con odio. Per evitare di rovinare tutto quello che avevamo costruito, Harry, lo so che è iniziata in quel modo, ma poi ha smesso di essere quello da Halloween» confessò «Quando ci siamo ubriacati… qualcosa dentro di me è cambiato, Harry, non so perché, ma… mi sono affezionato a te» raccontò «E poi le cose mi sono sfuggite di mano, mi sono innamorato di te» confessò cercando lo sguardo dell’altro «Andiamo, non dirmi che non ti sei accorto che il mio Patronus è legato a te…» abbassò lo sguardo in imbarazzo «L’Ungaro Spinato è il drago che tu hai sconfitto al torneo Tremaghi e l’ho evocato pensando a come mi sentissi con te. Ti prego, Harry, dentro di te lo sai che non ti ho mentito». La sua accusa faceva ancora male, ma lui sapeva di essersela meritata, così come si era meritato il pugno e come si sarebbe meritato qualsiasi maledizione l’altro avesse voluto scagliargli contro. «Se… se ad agosto non avessi accettato la missione, mi avrebbe ucciso» confessò poi «Tu non sai… non hai idea. Casa mia è popolata da Mangiamorte, Tu-Sai-Chi vive lì, mia madre gli ha aperto le porte pur di non sprofondare in un abisso più grande di quello in cui stavamo sprofondando, dopo l’arresto di mio padre» confessò guardando per terra «Quando mi ha convocato… temevo che volesse marchiarmi. Non avrei potuto rifiutare, altrimenti mi avrebbe ucciso. Invece mi ha affidato la missione su di te» sospirò «Ho accettato perché non potevo fare altrimenti. Ti giuro che è iniziata così, ma poi tutto è cambiato, io sono cambiato» affermò con sicurezza, alzando lo sguardo «Quando ho accettato non ti conoscevo bene, ci odiavamo all’epoca, ricordi?» Harry annuì sospirando, non voleva più ascoltare, voleva solo andare via e piangere tutta la rabbia e la delusione che provava «Poi ho iniziato a conoscerti, pian piano tutto ha cambiato significato per me. Ad un certo punto, volevo solo proteggerti e basta. Poi mi sono innamorato di te, non era previsto, non era sulla lista delle cose da fare per salvarmi la vita. Adesso, mi getterei volentieri tra una maledizione e te se servisse a salvarti» disse ancora «Questa è tutta la verità, Harry, che tu mi creda o no, ma spero che tu mi creda come… come mi ha creduto Hermione».
«Hermione lo sa?» chiese scioccato il moro, Draco annuì «Perché a lei l’hai detto e a me no?»
«Per proteggerti» disse piano «Le ho parlato, le ho raccontato tutto e mi ha portato dalla McGranitt. Temevo delle ripercussioni su di te…» disse piano «Buffo, vero? Non me ne frega niente di me. Mi importa solo di te» affermò. Harry non lo guardava e lui si ritrovò a sospirare, gli sembrava di essere tornato indietro di mesi interi «Ma tu non mi credi ancora, vero? Ti ho detto tutto, Harry…»
«Io sono sempre stato sincero con te» disse Harry «Mi sentivo così in colpa quando credevo che ti stessi usando per avvicinarmi a Lumacorno, credevo di essere una persona orribile. Non ti sei fatto scrupoli a mentirmi per tutto questo tempo. Ma dovevo capirlo, vero? Quante volte mi hai detto che ero ingenuo? Tantissime e lo sono stato davvero. Ti ho permesso di entrare nella mia vita, di manipolare me e i miei amici…»
«Non ho manipolato nessuno, Harry, ascoltami…»
«Non ti voglio ascoltare!» urlò «Perché non mi hai detto niente? Anche quando ti ho chiesto di dirmi tutta la verità? Perché hai preferito dirlo ad altri invece che a me?»
«Perché eri disperato, la sola idea che potessi essermi avvicinato a te per conto loro, ti distruggeva e non volevo farti soffrire!» esclamò Draco; Harry fece per ribattere, ma lui continuò «Sto solo cercando di proteggerti! Smettila di accusarmi, non ti avrei consegnato, mai! Piuttosto mi sarei fatto uccidere!»
«E ti aspetti che io me la beva, vero?» domandò alzando un sopracciglio «Non credo più alla tua recita, Malfoy! Vai pure da Voldemort e digli che hai fallito, non me ne frega niente!» gli urlò contro.
«Sono sincero!» alzò la voce anche lui «Lo sono sempre stato! Ho mentito solo le prime settimane, poi mi sono davvero affezionato a te, a Hermione e che diamine persino a Weasley! Smettila di accusarmi!»
«Come no» mormorò Harry sconfitto «Cretino io ad aver pensato che tu potessi essere cambiato, a pensare che tu potessi amarmi» disse scuotendo la testa «Mi avresti consegnato prima o dopo aver fatto sesso con me?»
«Non lo avrei fatto, Harry, non ti avrei mai consegnato» ripeté il Serpeverde «Io ti amo, Harry» confessò con la voce intrisa di dolore «Ma è inutile che io continui ad insistere, vero? Non hai ascoltato niente di quello che ti ho detto» realizzò, lo guardò e capì di avere ragione. Harry era fermo sulla sua opinione, Draco avrebbe potuto anche uccidere Voldemort davanti ai suoi occhi, ma l'altro avrebbe sempre creduto di avere davanti a sé un traditore, un figlio di Mangiamorte, anzi un vero e proprio Mangiamorte. Niente avrebbe potuto fare la differenza in quel momento, Harry era accecato dalla rabbia e dalla delusione.
«Hai già detto a Voldemort degli horcrux? E che cerchiamo un modo per distruggerli?»
«Non ti ho tradito. Ho tradito la mia famiglia per te, ho tradito Lui per te, ma non ho mai tradito te, stupido, idiota di un Grifondoro! Mi stai almeno ascoltando?» urlò a sua volta stanco e provato, perché Harry non lo ascoltava? Perché non gli credeva?
«Non voglio più avere niente a che fare con te» sentenziò, senza rispondere alla sua domanda, allontanandosi da lui. Draco fu preso dal panico e fece un passo verso di lui, afferrandogli le braccia disperato, poteva accettare tutte le urla, le sue parole cattive dettate dalla rabbia, ma non quello. Avrebbe riconquistato la sua fiducia, si sarebbe fatto perdonare, ma se Harry avesse dichiarato la fine della loro storia, allora come avrebbe fatto? Conoscendolo, lo avrebbe evitato per sempre.
«Harry, non mi lasciare, ti prego… riparliamone, sbollisci la rabbia e… cerca di perdonarmi» disse piano, cercando di trattenere i singhiozzi. A cosa si era ridotto? A supplicare Potter di non lasciarlo? Santo cielo, era così patetico, suo padre l’avrebbe già cruciato una decina di volte per questo suo atteggiamento «Per favore, so di aver sbagliato, ma…»
Harry sfuggì dalla sua presa e scosse la testa: «Tra noi è finita» disse con freddezza, prima di andare via. Draco restò fermo, nel corridoio con le mani che gli tremavano e le lacrime che minacciavano di uscire dai suoi occhi. Una cruciatus avrebbe fatto meno male di quel dolore lancinante che sentiva nel petto. Una maledizione avrebbe fatto meno male di Harry che lo lasciava, ed era tutta colpa sua. Dannazione.
«Mi dispiace» sussurrò, prima di rifugiarsi nel primo bagno disponibile per sfogare tutto il dolore che provava. La giornata era iniziata bene, era così felice prima… ma adesso tutto era andato in malora per colpa sua. Una domanda lo perseguitava però, come aveva avuto la lettera? Era certo di averla distrutta e di essersene liberato. Non capiva, non capiva assolutamente cosa fosse andato storto. Si chiuse la porta del bagno alle spalle e si rannicchiò in uno dei cubicoli per non farsi vedere da nessuno, sarebbe stato troppo umiliante se qualcuno si fosse accorto che l’imperscrutabile Draco Malfoy piangesse dopo un brusco litigio con il suo ragazzo o ex, o qualsiasi cosa fossero adesso.
Aveva bisogno di soli cinque minuti da solo, prima di affrontarlo di nuovo e sbattergli in faccia tutta la verità, la sua verità. Aveva bisogno che gli credesse, adesso più che mai.
Non si rese conto di quanto tempo trascorse in quel cubicolo, uscì solo quando sentì che le gambe non avrebbero ceduto dopo qualche passo, era inutile negare che la rottura con Harry avesse spezzato qualcosa in lui, era inutile negare che non avrebbe mai voluto che scoprisse la verità in quel modo, ma ormai era accaduto, quindi cos’altro poteva fare? Doveva solo impegnarsi al massimo per risolvere le cose e dimostrare davvero di essere cambiato, di essere diverso da ciò che credevano tutti, di non essere un traditore. Aveva pianto, sì, ma adesso era il tempo di rimettersi in gioco e tentare in tutti i modi di riconquistare la fiducia di Harry, stavolta senza segreti e senza menzogne. Si avvicinò cauto al lavandino e si lavò il viso, poi si osservò qualche istante, era ridotto male. Come poteva Potter ridurlo così? Lui era davvero capace di provare sentimenti così forti? Doveva smetterla di rendersi ridicolo in quel modo, anche con se stesso, che ne era del suo atteggiamento sicuro e spavaldo? Perché si stava riducendo in quel modo? Potter.
Quasi gli veniva da ridere, lui era cambiato davvero, anche se non tutti se ne erano accorti, lui lo sapeva. Era cambiato nel momento in cui si era reso conto che la sua famiglia avesse sempre seguito gli ideali sbagliati, nel momento in cu si era ritrovato faccia a faccia con Voldemort e ne aveva avuto paura, una paura così profonda da aver mandato all’aria tutti gli anni di educazione severa di suo padre, se ne era accorto nel momento in cui si era tolto la maschera e si era mostrato per quello che era davvero, prima con Harry e poi anche con tutti i suoi amici. E non lo aveva fatto per la missione, ma solo perché gli piaceva, c’era davvero un clima diverso nella sua vita, da quando era amico del magico trio. Beh, non più. Probabilmente Weasley lo stava cercando per ucciderlo o maledirlo. Forse solo Hermione non lo avrebbe affatturato, ma dubitava anche di questo, perché lei era stata chiara: Harry non doveva soffrire a causa sua. E lui lo aveva distrutto, gli aveva spezzato il cuore. Aveva visto le lacrime sul suo viso e gli avevano fatto male. Harry aveva ragione, gli aveva chiesto di essere sincero e lui non l’aveva fatto per paura di perderlo.
Dannazione – tirò un pugno contro il lavandino e decise di smetterla di compiangersi e di fare qualcosa. Quando alzò lo sguardo, però, vide nello specchio il riflesso di Goyle, afferrò subito la sua bacchetta e si voltò verso l’altro ragazzo. Non parlava con lui né con Tiger dall’inizio di quell’anno, che diavolo voleva da lui?
«Quanto sei caduto in basso, Malfoy» commentò quello con tono derisorio e cattivo.
«Che cosa vuoi?»
«Potter ti ha mollato e tu ti rifugi nel bagno a piangere?» domandò l’altro ridendo crudelmente «Sei patetico».
«Che diavolo vuoi da me?» chiese ancora, cercando di mascherare la voce che tremava, non per paura, ma solo per quanto accaduto quella sera. Tutti sapevano che si erano lasciati, si erano messi a litigare nel corridoio. Probabilmente anche Piton aveva sentito tutto e lui aveva rovinato ogni cosa.
«Ti è piaciuta la letterina?» domandò con scherno «Sai, non è stato facile imitare la grafia di tua madre» disse il Serpeverde «Doveva arrivare direttamente a Potter, ma quell’uccellaccio ha sbagliato tavolo ed è arrivata a te, non è stato facile recuperarla dopo che l’avevi gettata» continuò scuotendo la testa «Poi farla trovare a Weasley è stato così divertente» raccontò con un ghigno crudele sulle labbra «La sua reazione è stata così soddisfacente. Credo che se ti avesse visto in quel momento, mi avrebbe tolto il piacere di portare a termine il mio compito».
«Sei stato tu?» chiese «Ma che diavolo ti passa per la mente? Perché hai fatto una cosa del genere?»
«No, è stato Tiger, io ho un compito più divertente» rispose sorridendo malvagiamente, Goyle gli puntò la bacchetta contro «Vedi, sapevo fin dall’inizio che stavi lavorando per il Signore Oscuro, ma credevo fossi fedele. Fino a che non ti ho visto baciare quel mezzosangue» disse quello «Sono andato da Piton, ma lui ha caldamente detto a me e a Tiger di farci gli affari nostri» affermò, Draco restò perplesso; cosa aveva fatto Piton? «Ma non potevamo» spiegò «Ho contattato mio padre e gli ho raccontato ogni cosa, ed eccoci qui, finiremo noi il lavoro al posto tuo».
«Di che diavolo stai parlando? Lo sai che ci sto lavorando!»
«Smettila di mentire, abbiamo sentito tutti il tuo discorso strappalacrime prima, molto commovente» lo derise «Davvero, Malfoy, passi che ti allei con Potter… ma addirittura essere amichevole con una sangue-marcio. Sei un traditore del sangue anche tu» sputò con odio «Per non parlare della tua schifosa tresca con Potter… davvero, patetico e disgustoso» commentò disgustato «Sai che ti dico? Quando avrò finito con te, andrò dritto dal tuo fidanzatino. Sarà un piacere consegnarlo al Signore Oscuro al posto tuo».
A quel punto, Draco impugnò la bacchetta e scosse la testa, non avrebbe permesso a nessuno di nuocere a Harry, anche se lui lo odiava adesso e probabilmente non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Lasciò cadere la maschera e puntò la bacchetta contro l’altro.
«Non ti permetterò di fargli del male» disse a denti stretti «Dovrai passare sul mio cadavere».
«Lo farò con molto piacere» lo provocò l’altro Serpeverde «Crucio!»
Draco strinse la presa sulla bacchetta, pronto a lanciare un incantesimo, ma la mano gli tremò. Non sentì neanche l’altro mago lanciare l’incantesimo, ma riuscì a ripararsi sotto al lavandino prima di essere colpito. A quel punto contrattaccò lanciando un incantesimo per disarmarlo. L’incantesimo andò a vuoto, colpendo il muro, ma gli permise di rialzarsi e attaccare di nuovo con uno schiantesimo. Scoppiò una battaglia a colpi di maledizioni, Draco eresse una protezione su di sé, e nel frattempo cercò di contrattaccare l’avversario che sembrava più agile di quel che ricordava. Goyle non era mai stato così bravo durante un duello, anzi, era una schiappa. Chi lo aveva addestrato a duellare in quel modo? E come conosceva tutte quelle maledizioni? Goyle continuava a lanciargli contro maledizioni e Draco riuscì a contrastarlo, fino a che non fu raggiunto da un incantesimo particolarmente potente, che oltrepassò la sua difesa e lo colpì in pieno petto. Gli spezzò il fiato e sentì immediatamente ogni forza venire meno. Crollò per terra sentendo il corpo squarciato da mille lame, il sangue iniziò ad uscire a fiotti dal suo corpo e a spargersi attorno a lui, mischiandosi all’acqua che usciva da un tubo rotto, sentì vagamente un urlo terrorizzato e poi svenne nel suo stesso sangue.
 
 
§§§
 
 
Dopo il litigio con Draco, Harry era tornato subito alla sala comune, ma aveva cercato di ignorare le domande di tutti su come fossero andate le cose con lui. Non voleva che tutti conoscessero gli affari loro, anche se avevano litigato in mezzo ad un corridoio dove tutti li avevano sentiti. Leggere quella lettera aveva spezzato qualcosa dentro di lui, si era sentito uno stupido e un idiota, si era fatto raggirare e neanche se ne era accorto. Avrebbe voluto distruggere tutto in quel momento. Quando iniziò ad accanirsi contro un divano, però, Hermione arrivò a togliergli la bacchetta dalle mani ed esordì con un Dobbiamo parlare. Anche lei era coinvolta, Draco aveva detto che le aveva raccontato tutto… perché a lei sì e a lui no? Non era degno della sua fiducia? La strega non si era accontentata del suo non ne voglio parlare, lo aveva forzato a sedersi sullo stesso divano che aveva tentato di distruggere e aveva iniziato a parlare per un’ora.
Adesso, era ancora nella sala comune di Grifondoro, seduto sul divanetto, mentre lei parlava e gli raccontava del giorno in cui Draco era andato da lei per parlarle e chiederle aiuto. Secondo la ragazza, lui era terrorizzato all’idea di un suo rifiuto, era terrorizzato all’idea di confessare tutto, perché sicuro della sua reazione negativa e del fatto che l’avrebbe messo in pericolo. Harry non riusciva più a capire, non sapeva cosa credere. Era arrabbiato anche con Hermione per non avergli detto nulla. Si sentiva confuso e deluso, aveva detto un sacco di cattiverie a Draco, molte cose non le pensava davvero, era stata la rabbia a spingerlo a dirle. Tuttavia, era davvero ferito dal fatto che non gli avesse parlato, che non gli avesse detto tutto. Avrebbe reagito male? Forse, non lo sapeva.
«Harry, sbollisci la rabbia, ma parlagli» disse per l’ennesima volta Hermione «E soprattutto, ascoltalo».
«Non so cosa fare, Hermione, come faccio a fidarmi di nuovo di lui?» chiese; si era affidato totalmente a lui, gli aveva raccontato delle cose, lo aveva coinvolto nel suo piano per distruggere Voldemort e lui… lui lo aveva solo ingannato? Era stato davvero così? Era andata così? O forse aveva detto la verità quando avevano parlato?
Aveva fatto finta di non ascoltare, ma in realtà aveva ascoltato ogni sua singola parola, era stato sincero, certo, ma anche in quei mesi gli era sembrato sincero… perché non gli aveva detto niente? E perché Hermione non gli aveva detto niente, quando aveva scoperto tutta la verità? Perché doveva essere sempre l’ultimo a sapere le cose?
«Va’ da lui. Chiarisci con lui. Harry, non mentiva».
«Come fai a saperlo?» chiese «Come fai a sapere che fosse sincero?»
«Ha chiesto aiuto a me. Immagina cosa significhi per lui una cosa del genere, era così spaventato dall’idea di deluderti che per proteggerti, è rimasto in silenzio. Ha chiesto aiuto a me, una figlia di babbani, ti rendi conto? Ha cambiato completamente la sua vita, per te».
«Voleva consegnarmi a Voldemort».
«No, ha accettato la missione perché era spaventato» disse lei «So che te ne avrebbe parlato, ma andiamo, Harry, nessuno può fingere di provare dei sentimenti» il moro grugnì «Lo sai che sui suoi sentimenti non mentiva. Parlagli e chiarite questa cosa. Io vi ho visti insieme, siete così innamorati…» disse lei, cercando lo sguardo dell’amico «Ascolta, ti sembro una che difenderebbe Malfoy?» chiese; Harry scosse la testa, già, Hermione non l’avrebbe mai protetto se non fosse stata certa della sua sincerità, ne era sicuro «Anche io all’inizio ero sospettosa, credevo che tramasse qualcosa. Beh, all’inizio era così, ma ha rinnegato tutto ciò in cui ha sempre creduto per te, è andato contro gli ordini di Tu-Sai-Chi» gli disse lei «Lo so che sei deluso e amareggiato, lo sarei anche io, ma… pensaci, è innamorato di te e lo sai anche tu».
«Ci penserò» sospirò prendendosi la testa tra le mani «Davvero ti ha chiesto aiuto?»
«Sì» rispose lei «E ha accettato che parlassimo con la McGranitt» raccontò lei «Pensa che si è scusato davvero per tutti gli insulti che mi ha detto in questi anni e poi si è fatto abbracciare».
«Draco? Da te?» lei annuì; Harry si morse le labbra, allora forse c’era una speranza che non gli avesse mentito? Che non l’avesse ingannato? Che lo amasse davvero? Davvero, era confuso, non sapeva più cosa pensare, cosa fosse vero e cosa no «Mi scoppia la testa».
«Dovresti andare a riposare allora» disse la ragazza «È tardi, sono sicura che domani chiarirete tutto».
«Apprezzo il tuo ottimismo» disse il ragazzo mostrandole un sorriso triste «Ma dopo quello che gli ho urlato contro, penso che sia lui che non voglia più vedermi».
«Siete Potter e Malfoy, vi urlate cose spregevoli da anni» disse lei mettendogli una mano sulla spalla «Sono sicura che supererete anche questa» affermò lei sorridendo «Vedrai che domani andrà meglio».
«Okay, okay… mi fido di te, lo sai».
«Lo so, e credimi non ti mentirei mai. Se avessi pensato che Draco ti stesse usando, te l’avrei detto».
«Già, perché non me l’hai detto?» le chiese «Avresti dovuto dirmi tutto appena lo hai scoperto».
«Ti conosco, se l’avessi saputo da me, sarebbe finita nello stesso modo in cui è andata oggi» spiegò lei «Avrebbe dovuto dirtelo lui, lo so. Stava cercando di essere pronto… Harry, io gli credo, voleva solo proteggerti».
«D’accordo… d’accordo» disse lui scuotendo la testa, per scacciare il fastidio che avvertiva «Vado a letto, allora».
Non fece neanche in tempo ad alzarsi che un urlo agghiacciante ferì l’aria e Mirtilla Malcontenta apparve dal pavimento facendo spaventare a morte Harry. Lei non usciva mai dal bagno in cui era stata uccisa. Che cosa era successo?
«Oh! Harry, Harry è stato terribile!» urlò il fantasma «C’era sangue ovunque! Ho urlato così tanto sperando di essere sentita, ma non arrivava nessuno!»
«Che è successo, Mirtilla?» chiese Harry, sentendo una strana preoccupazione farsi spazio in lui. Il fantasma urlò di nuovo, sibilando un pianto isterico, nello stesso momento in cui Neville, bianco come un lenzuolo, entrò velocemente nella sala comune, inseguito da un altrettanto sconvolto Blaise che quasi faticava a respirare.
«È Draco!» urlò il fantasma sparendo di nuovo nel pavimento. La pessima sensazione aumentò, era successo qualcosa a Draco? Perché Mirtilla sembrava tanto spaventata e perché Neville e Blaise correvano verso di lui? 
«Harry! Harry!» urlò il Grifondoro «Devi correre in infermeria!»
«Che succede, Neville?»
«Si tratta di Draco, Potter» rispose Blaise con la voce che tremava «Lo hanno aggredito nel bagno, è ridotto male, Pansy è con lui, è incosciente, la Chips dice che potrebbe non farcela».
«C-Cosa?» chiese «Chi è stato?»
«Goyle» rispose il Serpeverde «Abbiamo già allertato gli Auror, Piton e la McGranitt se ne sta occupando» comunicò Blaise «Ma non c’è tempo per questo, vai da lui».
«No, noi…»
«Potter! Me ne frego dei vostri problemi di coppia, il mio migliore amico potrebbe morire stanotte, e tu sei l’unica persona che vorrebbe vicino!» gli urlò contro Blaise. Neville subito lo sostenne e lo strinse in un abbraccio dolce. Il Serpeverde si appoggiò a lui e trattenne un singhiozzo, rivolgendo a Harry uno sguardo supplichevole.
«Harry, qualsiasi cosa sia successa tra di voi… adesso non è il momento di pensarci, affronterete le cose quando starà meglio» gli disse Neville con aria mesta «Ma adesso Draco ha bisogno di te».
Harry si guardò intorno, lanciò uno sguardo a Hermione che annuì e poi, senza dire niente, corse via dalla sala comune, cercando di raggiungere in fretta l’infermeria. Improvvisamente il litigio, il come fosse iniziata la storia tra di loro, e tutto il resto non contavano più. Non gli importava più di nulla, se non di Draco in pericolo di vita.
Corse più velocemente possibile e quando raggiunse l’infermeria, il suo cuore parve fermarsi. Madama Chips parlava con la McGranitt, scuoteva la testa e mormorava povero ragazzo, Pansy piangeva accanto al biondo, gli stringeva la mano e lui era disteso sul lettino, privo di sensi, pallido e con numerose bende ad avvolgerlo. Harry si avvicinò a lui in poche falcate e cadde sulle sue stesse ginocchia, sconfitto, sentendo gli occhi bruciare. Non poteva aver perso anche Draco.



___________________________


Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
 
Buon weekend people!
Aspettavate con ansia questo capitolo, vero? Ehehe, io sì, perché anche se aspettavo da parecchio di far pomiciare Harry e Draco come se non ci fosse stato un domani, ho sempre saputo che per essere una vera relazione Harry dovesse scoprire prima la verità su Draco. Perché li ho fatti pomiciare prima? Semplice, per il dramma che sarebbe scaturito dopo ahahah ops, sono un pochino crudele, vero? Naaaah.
Per ragioni di trama Harry scopre degli horcrux molto prima rispetto al libro e scopre anche altre cose molto prima, vedrete! (Come ho segnalato negli avvisi iniziali, da qui in poi le cose accadono in maniera diversa, anche se ho mantenuto alcune cose canoniche, che scoprirete più avanti LOL).
Nessun Sectumsempra è stato usato su Draco, ma un’altra maledizione che non esiste nel canon e che Goyle ha imparato da suo padre durante le vacanze di Natale, ricordiamo che non solo Lucius Malfoy è un Mangiamorte, ma anche il padre di Goyle e quello di Tiger, mi dispiace non tutti i Serpeverde sono come Blaise LOL
Piton non ha insegnato il Sectumsempra a Goyle, vi basta sapere questo per ora lol
Vi aspettavate che fosse Ron a sgamarlo? E che dietro tutto ciò si celassero Tiger e Goyle? Uhuh.
(Ah, sì. Ron si sentirà una merda perché gli mancavano delle informazioni fondamentali, ma stava cercando di proteggere il suo migliore amico, suvvia.)
Eeeeh, Draco è in infermeria (in origine lo scontro doveva avvenire tra Harry e Draco, ma Draco non avrebbe reagito contro di lui, e comunque Harry in questa storia non conosce il Sectumsempra, quindi!) e Harry non ha preso bene il tradimento, gli ha detto un sacco di cose cattive, anche se non le pensa davvero. Eh, beh. Vi avevo avvisato che non l’avrebbe presa molto bene lol Harry è arrabbiato anche con Hermione, perché non gli ha detto la verità su Draco, ma i chiarimenti arriveranno nel prossimo capitolo :D dovrete aspettare un’altra settimana ahah altrimenti questo capitolo sarebbe stato di tipo 22 pagine e 20.000 parole. Già è lungo così lol
Comunque, Harry non resterà a lungo arrabbiato con Draco anche perché è preoccupato per lui e per il fatto che potrebbe morire; OPS. Prossimo capitolo, chiarimenti Drarry e Silente farà la sua comparsa (finalmente, direte lol)
Ci stiamo avvicinando alla fine della “prima parte” di questa storia. Tra qualche capitolo entreremo nella “seconda parte” (non temete sarà un’unica storia ahah)
Intanto io vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana con l’ottavo capitolo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuino a piacervi anche i prossimi!
Ringrazio come sempre chi ha recensito il capitolo precedente lilyy e ElenSofy, chi ha recensito i vecchi, chi continua ad aggiungere la storia tra le preferite/seguite/ricordate (aumentante e ne sono molto contenta!) e chi continua a leggerla silenziosamente (anche voi aumentate, e mi fate molto felice) ^^
A presto, people!
 
Fatto il misfatto!

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: dreamlikeview