“” Essendo un amante della storia, specialmente antica, ho voluto trasportare i miei eroi in una epoca storia…=9 Ho scelto l’invasione della Britagna da parte dell’Impero Romano. All’incirca il 400 DC. Il racconto doveva essere una one- shot ma mi sono trovata a doverla spezzettare in massimo tre parti perché troppo lunga ^^Sarebbe una bella fine della mia raccolta ma ancora non so…mmm beh per adesso godetevi la prima parte e commentate!!!”””
PARTE UNO : Il comandante guerriero..
Diedi un colpo al cavallo per rallentare l’andatura. Dietro di me sentivo i respiri del mio esercito.
Ribelli osavano chiamarci. Dopo che avevano distrutto le nostre case e invaso la nostra terra. Osavano additarci se ci ribellavamo. Che ci chiamassero come volevano. Dal mio canto eravamo difensori.Sulla mia schiena il peso delle due asce era sempre più grande. Come se con l’avvicinarsi della battaglia , si appesantissero di importanza e significato. Ricordavo ancora quando il Saggio me le aveva consegnate.
Entrai
nella sua
capanna, irruente come era mio solito. Non ero tipo molto dedito alle
riverenze
e agli inchini, tanto che restai in piedi mentre non
mi guardava seduto da
dietro il suo tavolo delle mappe.
Nonostante
questo lui
sapeva che nutrivo un profondo rispetto.
-Mi ha chiamato?
Aveva
il capo chinato
e mi fece segno di sedermi.
-
Preferisco
stare
in piedi signore…ho molto da fare.
Non
accennò a
guardarmi ma mi rivolse la parola con franchezza:
-
E
io preferisco
che ti sieda figliolo perché ciò che ti devo
riferire è della massima
importanza. E come ti ripeto ,da non so ormai quanto tempo ,non
chiamarmi
signore.
La
sua voce era un
vecchio ,caldo, severo e roco sussurro.
-
Si....perchè
mi ha
chiamato?
Sospirò
e quando mi
sedetti mi guardò negli occhi. Potevo vedere la stanchezza
nelle suoe iridi
celesti.
-
Miok
e Caradek
sono tornati dalla ispezione. Quello che dicono le popolazioni delle
altre
tribù è vero. Degli sconosciuti sono approdati
sulla nostra terra.
Lo
ascoltavo in
silenzio. Abbagliato dalla sua lucidità e dal suo contegno.
-
Dobbiamo
difenderci , figliolo….ormai Paragas è troppo
vecchio per combattere. Siamo un
popolo di comandanti guerrieri e quindi non ho pensato a migliore
persona a cui
affidare l’esercito…che te.
Deglutii…la
gola era
diventata secca all’improvviso.
-
Perciò,
vorresti
accettare la doppia ascia e con questa il comando della nostra rivolta?
Indicò
le due asce
incrociate e appoggiato al fianco del tavolo.
-
Pensavo
che
quelle fossero di Paragas…
Il
vecchio rise.
-
Nonostante
ti sia
sempre preoccupato di bagnare la tua spada nera per noi, non ti sei mia
preoccupato di capire le nostre tradizioni. Con il comando, vengono
passate
anche quelle asce , con cui i miei antenati hanno conquistato la nostra
terra.Sono
some un simbolo.
Senza
dire nulla mi
alzai e le afferrai. Le feci roteare e una mi passo a un centimetro
dall’orecchio.
-
Ho
visto molti
grandi guerrieri, figli di queste terre portarle ma mai a nessuno sono
state
bene quanto a te, straniero.
Sorrisi.
Capitava
raramente che mi chiamasse così.
Il
comico era che lo alternava “ figliolo”. Non amava
il mio vero nome forse
perché credeva mi legasse ancora a quel passato oscuro che
avevo dimenticato.
In realtà il mio nome era l’unica cosa che mi
legava al passato. Quello e una
collana che portavo al collo arrivato li, e che avevo regalato a mia
moglie il
giorno delle nozze. Non avevo più ricordi di ciò
che ero se non che ero un guerriero.
E mi chiamavo Vegeta.
Mi infilai la fodera e me le
fissai alla
schiena .Il vecchio mi contemplò per un attimo e poi
sentenziò:
-
Vai
Vegeta…secondo Miok saranno qui prima dell’alba.
Hai una battaglia da
organizzare.
Da quel giorno erano passati circa 6 mesi. Avevo imparato tutto di quel nemico. Della sua vigliaccheria, dei suoi colpi bassi, del suo disprezzo per l’onore.
Avevo imparato a odiare il loro comandante. E tutto il suo esercito. Il rumore degli zoccoli mi rimbombava nella testa ogni volta che pensavo a lui. Ma non erano quelli del mio cavallo. Sentivo il calore del fuoco. Anche se fuori gelava. Mi girai.
Mio figlio, camminava spedito, ed eretto nonostante il peso della sua spada. Aveva circa 15 anni. Era un leone. La sua chioma violacea era trascinata dal vento. I suoi occhi erano carichi di odio.
Il rumore degli zoccoli nella mia testa mi rapì e gli occhi avvelenati di mio figlio accesero il ricordo.
Faceva
freddo in quei
giorni. Ma non aveva ancora nevicato. La mia bambina non aspettava
altro. Da
parte mia detestavo la neve. Eravamo appena tornati vittoriosi da una
schermaglia con il nemico. Mio figlio era felice. Poi in lontananza
fumo. E lo
stridio dei cavalli.
Dalla
collina potemmo
vedere meglio. Il villaggio era stato attaccato.
Il
mio gruppo di
uomini e io ci gettammo nella coltre di fumo. Non vi erano molti di noi
per le
strade e la maggior parte erano morti.
Poi notai che le capanne erano state sigillate. Appena
varcai la soglia
del villaggio spuntarono loro. Demoni , in sella a cavalli bianchi come
la
neve.
Inneggiavano al loro
comandante mentre con
delle fiaccole scarlatte incendiavano le nostre case.
Nelle
orecchie solo il
rumore degli zoccoli e il loro coro festoso.
Il
mio cavallo corse
verso la fine del villaggio, verso casa mia. Con la mia ascia tesa,
uccidevo
chiunque mi si parasse davant,i ma non rallentavo.
Davanti
a casa
mia,chiusa e incendiata, ebbi un tuffo al cuore. Sfondai la porta con
un solo
colpo.
Mia
moglie era davanti
a me. Inginocchiata , svenuta,davanti a una delle finestre , forse per
sfondarla. Erano stati accorti a chiuderle dentro.
La
sollevai e corsi il
camera da letto.
Mia
figlia di soli
sette anni giaceva anche lei di fronte alla porta . Con la mia spada in
mano. Le raccolsi e
dietro di me sentii
l’urlo di mio figlio; mi
raggiunse prese
la sorella e corremmo fuori.
Le
lasciai a lui e
risalii a cavallo. Le mie asce roteavano vendicatrici e mietevano
vittime , ad
ogni loro strido che frustava l’aria.
Poi
lo vidi. Era su un
cavallo e contemplava il lavoro fatto.
Lanciai
un urlo e gli
cavalcai incontro. Lo avevo visto solo di lontano in battaglia
poiché da loro i
comandanti non sono guerrieri
Mi
vide arrivare e
sbarrò gli occhi. Lessi più la sorpresa che la
paura. Gli volai incontro come
una tigre su un cavallo e agitavo le mie asce come se fossero i miei
artigli.
Lui
mosse il cavallo e
si gettò alla fuga. I suoi lo seguirono in un attimo
dividendomi da lui.
Mi
davano le spalle e
non li colpii. Sono un uomo d’onore e
d’orgoglio.Fino alla fine.
-Sarò
l’ultima cosa
che vedrai su questa terra….-urlai mentre scappavano
Il
coro dei soldati mi
suggerì il suo nome
-
Kakaroth
,
kakaroth, kakaroth!!!
-….Kakaroth!
Poi
mi voltai e corsi
verso casa mia. Mio figlio piangeva stremato. Mia moglie era stesa
scomposta
sull’erba. La presi e mi portai il suo viso al mio. Profumava
di orchidea come
sempre. La strinsi forte come se potesse rispondere al mio abbraccio.
La mia
casa bruciava mentre il mio cuore sanguinava. Affondai il muso nelle
sue spalle
magre , mentre la sua testa cadeva all’indietro, e la
respirai per l’ultima
volta. Non piangevo. Le baciai leggero la bocca e le accarezzai i
capelli
celesti.
Sentivo
il mio respiro
come ostacolato da un enorme macigno.
Non poteva lasciarmi…non doveva lasciarmi. Le
accarezzai il collo
tremando…la mia mano si fermò sulla sua collana.
In quel momento i ricordi mi
assalirono. Le toccai le mani. Erano sanguinanti. Chissà con
quale forza aveva
combattuto. Era coperta da
croste su
tutto il corpo, sulla sua pelle candida, come se fosse piovuto sangue
su un
cigno. Ma per me era perfetta. Le accarezzai il volto e , che gli astri
mi
siano testimoni, se in quel momento avessi potuto donarle la mia vita
l’avrei fatto.
Guardai
Trunks
inginocchiato sulla sorella. Le sue spalle tremavano per il pianto. La
copriva
come per proteggerla. I suoi piedini solo non erano coperti. Troppo
grandi per
la sua età. Aveva tentato di forzare una
finestra con la spada. Quindi aveva avuto il tempo di
prenderla. Pensai
al dolore che doveva aver provato soffocando.
Da
dietro una mano mi
prese la spalla. La riconobbi affusolata e
secca.
-
Vada
via
Vecchio….-sussurrai
In
quel momento
nessuno meritava rispetto se non mia moglie e mia figlia.
-
Una
volta un mio
amico rimase in una caverna per tre giorni….-disse intuendo
i miei pensier
-
STIA
ZITTO!! –
urlai. La sua presenza era un insulto in quel momento.
-
Trunks
prese a
piangere più forte.
-
….e
quando lo
tirarono fuori- continuò- era quasi morto soffocato.
Non
sarebbe andato via
nemmeno se lo avessi minacciato. E allora stetti in silenzio aspettando.
-
…e gli chiesero cosa si provasse…ci
disse che era come un agonia…dove senti ogni cellula del tuo
essere spegnersi in
delle convulsioni di dolore.
La
collera divenne
insopportabile. Ogni muscolo del mio corpo si tese nella rabbia e nel
dolore.
Trunks ormai era
l’ombra di se stesso; scioltosi
nelle lacrime.
- E
COME PENSA MI POSSA AIUTARE!?!?
Sospirò….e
mi strinse
ancora la mano sulla spalla.
-
Non
può…figliolo.
Mi
curvai ancora di
più su la mia amata. Poi
lo vidi.
Candido , freddo e bagnato. Il primo fiocco di neve cadde a poco dalla
sua mano.
Alzai lo sguardo. Il cielo ne era pieno… e con loro caddero
le mie lacrime
Il rumore dei tamburi mi riportò al presente. Eravamo vicini. Trunks si accostò al mio cavallo. Ero l’unico in sella tutti gli altri camminavano.
- Il piano rimane quello?
Lo guardai e rividi me stesso. Ma soprattutto rividi Bulma. Il mio pensiero si indirizzo al mio matrimonio.
Avevo
deciso di
sposare Bulma 7 ani dopo la nascita di Trunks. Lui me lo aveva chiesto.
Lo
stesso saggio aveva
celebrato. Aveva anche accompagnato la mia sposa all’altare
essendone lo zio. Lei
era orfana di padre.
Era bellissima. Aveva un
vestito corto,
celeste. Il suo sorriso avrebbe illuminato qualsiasi cuore quel giorno.
Il
cielo splendeva e
il nostro villaggio e gli altri tre villaggi appartenenti alla
tribù sedevano nella
radura.
Mi
sentivo osservato.
Poi quando la vidi, capii che non avrei più avuto
l’attenzione di nessuno.
Camminava
a un metro
da terra, almeno così mi raccontò. Io in
realtà la percepii determinata e seria,
forse contenta perché aveva catturato l’attenzione
di tutti.
In
fondo aveva sempre
cercato le attenzioni. E soprattutto sorrideva vedendo che godeva della
mia
Trunks
mi stava a fianco
e mi teneva stretta la gamba. Era un ometto, e sui suoi capelli corti
le
sorelle di Bulma avevano posato una corona di foglie.
Bulma
si fermò davanti
a me, e mi guardò come se mi vedesse per la prima volta.
-
Ciao…-mi
sussurrò
. La sua voce era stridula, ed era una delle cose che meno mi
affascinavano di
lei.
Il ricordo della sua voce mi fece sussultare. Vicino a me Trunks attendeva una risposta.
- Si…dobbiamo mantenere questa andatura altrimenti arriveremo troppo presto e loro non saranno completamente nella valle.
Annuì silenzioso e serio. Lo era spesso. Aveva smesso di piangere dal funerale. Sfogava la sua collera nella battaglia.Non sapevo quanto fosse giusto.
-Devi cominciare a richiamare la tua parte dell’esercito e portarvi in appostamento…voglio la metà delle catapulte e prendi gli arcieri.
Annuì di nuovo e si girò per obbedirmi.
Il funerale era stato diverso dal solito. Il
vecchio aveva deciso di
non bruciare i corpi, così li sotterrammo nel campo dei
ciliegi. Erano alberi
come altri quell’inverno ma sapevo che in
primavera sarebbe stato speciale.
Nessuno
parlò…nessuno disse
nulla oltre che le sole preghiere…le decine di tombe erano
cariche di angoscia.
Su quella di Bulma avevo posato il lenzuolo delle
nostre nozze. Si era
salvato insieme a poche altre cose. Su quella di Bra vi era una delle
sue
bambole preferite e la mia spada nera. Nella mia mano stringevo la
collana di
Bulma. Che era ridiventata mia. Ma che sarebbe stata sempre sua. Come
il mio
cuore che aveva smesso di appartenermi da quando l’avevo
conosciuta.
Di nuovo i miei occhi furono sul mio popolo. Donne, uomini, animali…il mio non era un esercito ma un organo di giustizia e libertà. Lo spirito della mia tribù. Guaradai il cielo. Era limpido. E’ un bel giorno per essere liberi….
Nota:
“Leggermente ooc..spero non troppo. Commentate in positivo o in negativo!!!”
Vegeta4ever: mi scuso tantissimo per l’equivoco! Sono proprio pirla! Davvero scusa…beh si lo scorso era un po’ macabro, per questo ho scritto questo, meno sanguinolento. Certo non è allegro! Ma ne arriveranno di allegri….grazie mille per il commento!
Lady_Firiel: Sono contenta che ti sia piaciuto…mi auguro commenterai anche questo in ogni caso^^
Ringrazio che legge e coloro che seguono o hanno aggiunto nei preferiti..pochi ma buoni^^ baci a tutti!!!