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Autore: Sa1997    22/10/2019    2 recensioni
In capitoli, in prosa o versi, l'incontro tra una mezza albina studentessa fuori sede e un giovane insetto, inetto professore romano.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Premessa
Quella che segue non è una poesia ma di fatto un messaggio, al diretto interessato di questa raccolta di pensieri. Per il contenuto, il sentimento e la forma, sento il desiderio di pubblicarla e di servimene come congedo da questa intensa esperienza e condivisione. 
Grazie a tutti, a quelli che hanno deciso di leggere, che sono arrivati fino in fondo o che ci hanno provato.
S

Caffè finito

Sei disponibile per abbracci e confronti.
Non sei indifferente a ricordi e sguardi.
Da studente apprendista della futura professione, mi sento in doveroso rispetto di sollevare dubbi.
Gli stessi che mi hanno accompagnata per tutta l'estate,
insieme a piatti e calici rotti
e ad un vaso di Pandora che non ho mai potuto chiudere.
Il coperchio, insieme alle chiavi, te lo sei portato in bus per l'Europa.
Nella speranza che tu lo custodissi fino al tuo ritorno,
me lo sono ritrovata rotto insieme alle stesse chiavi illese,
in un cartone ammaccato di Poste italiane.
Non ho potuto fare nulla, se non vivere di petto ciò che il vaso mi pioveva addosso.
Ho imparato anch'io a piovere emozioni.
Impressioni e sentimenti che hanno trovato forma in scritte e getti di tempera, più o meno formali.
Ti dico tutto questo, perché mi manca.
Sono stanca di poterlo vivere solo in solitudine,
senza poterlo condividere con te, che sei l'altro protagonista.
Una solitudine che mi ha fatto mettere in dubbio la veridicità dei fatti vissuti, parole scambiate e sguardi percepiti.
Mi manca tutto questo Dani e mi manca averlo insieme a te.
Non ho un'alternativa solo al silenzio
ma un'alternativa a tutte le decisioni che hanno portato a quella presa questa estate.
Ti dici irrisolto, ma tutti in realtà lo siamo.
C'è solo chi è più o meno bravo a tenerlo nascosto, a se stesso e agli altri.
Ciò che conta a mio avviso, è come ci rapportiamo al nostro essere irrisolti,
decidendolo più o meno consciamente.
Ciò che posso dire, sentirti al mio fianco mi dava l'impressione di sentirmi meno irrisolta.
Questo mi bastava per sentirmi bene.
Dici di voler rispettare le diversità delle prospettive e aspettative di relazione che ci caratterizzano.
Ma lo stai facendo davvero?
La risposta non è così intuitiva, la si può solo ricavare da pensieri, parole e fatti.
Io non mi sento rispettata non perché tradita ma perché incompresa.
Sento un completo trasporto nei tuoi confronti.
Chiediamoci quale siano di fatto le nostre aspettative dal futuro e dalle relazioni.
E tu, la cui età è maggiore della mia,
dovresti ben sapere che le aspettative sono quasi sempre mancate.
Ciò che ritengo utile quando tutto pare non avere senso o soluzione
è fare sempre ciò che si sente, per non avere rimpianti logoranti
e agire sempre pensando al proprio benessere.
In accordo a questi due punti,
io ora vorrei solo sentire la tua testa pesante sul mio ventre
e le mie spalle stanche tra le tue braccia.
E insieme risolverci in un abbraccio.
Profondo e silenzioso come quelli che ci siamo dati,
come quelli che non hanno trovato estate
e quelli illuminano solo le nostre fantasie.
E lasciare che questo duri
fin quando il bene e il sentimento perdureranno.
E vedere nel tempo come si evolveranno.
E prendere nel futuro gli accorgimenti che saranno richiesti,
ciascuno dalle nostre necessità.
Non è forse questo il filo conduttore che può unire tutte le nostre paure,
desideri temuti e divergenze presunte o reali?
Tutto appare ed è difficile nella realtà.
Anche arrivare in orario in palestra o non perdere il giusto  treno.
Se c'è qualcosa che può aiutarci a rendere meno pesante affrontare queste difficoltà,
con un balzo cavalcantino, chiederei a Boccaccio di rendere leggera pure me.
Così da cogliere l'occasione e sorvolare leggiadra ciò che di disumano ci affossa
e insieme a me, con gentile concessione del poeta,
la persona che mi immagino ora a condividere questo salto.
Se non mi hai ancora presa per pazza
ma ti ritrovi almeno nel 75% di ciò che ho detto,
non posso permettermi di lasciarti andare.
L'alternativa per me è da sempre stato il rogo con accusa di stregoneria
o amuleti albini per danze tribali.
Se invece il motivo della tua scelta "augustea" risiede nella cacofonia della mia voce,
nella pesantezza del mio pensiero e corpo o nei capelli che perdo,
non posso che darti ragione e con rispetto farmi da parte e accettare e condividere questo silenzio.
Altrimenti ancora, non potrò che assecondare questi impeti di ispirazione e riflessione
e comparire così, con gesti, frasi o muffin.
Ti chiedo di nuovo scusa per questa insistenza.
Infantile, romantica o commovente.
Ma in rispetto della mia persona, non posso decidere di non agire e subire.
Almeno non fin quando il mio corpo e percezioni saranno tese
e sentiranno questa spinta, verso l'alto, verso te.
Ci vediamo in ritardo in palestra.
 
Ho scritto questa risposta su un treno per Grosseto,
preso giusto e in tempo.
Prima ancora di sapere se te l'avrei mandata o meno,
ho fatto leggere la bozza alla signora genovese che mi stava di fronte.
Mossa azzardata, date le ridotte diottrie e potere di accomodazione dei suoi occhi,
il carattere minuscolo delle lettere e il tipo di richiesta.
Dopo poco però, la faccia trionfante e toccata è emersa da sopra occhiali nordici.
Mi ha solo sorriso, chiesto se fossi una scrittrice e fatto altri complimenti.
Per la forma e pensieri contenuti. Quest'ultimo, è ciò che più mi ha fatto piacere.
E fatto pensare.
Per quanto possa ritenere i suoi complimenti di circostanza,
la condivisione di riflessioni ventenni da una mamma, nonna e forse moglie,
con un po' di brivido, mi hanno fatto sentire come fossi nel giusto del mio momento.
Di riflessione e azione.
Per quanto giusto e sbagliato siano del tutto arbitrari.
 
Ho deciso di mandarti questa bozza andando contro il mio istinto.
Contro le tue richieste e chissà cos'altro.
È così diventata una risposta,
non in funzione di ciò che avrai da dirmi a riguardo
ma per il puro piacere della condivisione, con te.
Razionalmente e con tutto il mio lato scientifico,
so che le mie parole non avranno potere alcuno sui tuoi pensieri.
Io stessa come nessuno, abbiamo potere sulle persone, eccetto su noi stessi.
E per quanto l'abbia desiderato e nelle viscere lo desideri ancora,
non trovo giusto sperare di avere effetto su di te.
Il tempo mi aiuterà a correggere i miei impulsi
 insegnerà a te ad agire per ciò che vuoi.
Liberati e trova il modo per farlo.
Se è ignorandomi che ti alleggerisci,
ti lascerò ignorarmi, promesso.
Non si può essere pazienti per ipocondria,
ma rispetto il tuo stato.
Io ti ringrazio per suscitare in me tutto questo
e continuo  e continuerò a credere nella condivisione del bene,
più o meno interessato e disinteressato.


19.10.19
  
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