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Autore: dreamlikeview    27/10/2019    2 recensioni
[1/3 di "What if we had been friends?"]
Lord Voldemort ha un piano infallibile per sconfiggere Harry Potter una volta per tutte e quando chiede a Draco Malfoy di avvicinarsi al prescelto, crede di avere la vittoria in pugno, ma non ha fatto i conti con una magia che lui non conosce, né mai conoscerà: l'amore.
Una storia in cui uno scherzo del destino può cambiare completamente due vite, può spingere due persone a conoscersi e a scoprirsi davvero, può permettere ad imprevedibili e improbabili amicizie di nascere, mettendo le basi per un qualcosa che è destinato a durare per sempre.
Fiducia, amicizia, amore sono le parole chiave.
[Drarry, con accenni ad altre coppie, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, meritavano di meglio, quindi ho deciso di dargli io ciò che meritavano; ma non ci guadagno nulla da tutto ciò, niente è finalizzato ad offendere qualcuno (solo a dare loro il finale che piace a me :D) e io ci perdo solo la faccia con queste cose.

Avviso: I personaggi tendono ad essere OOC (soprattutto Draco con l’andare avanti della storia, perché subisce un cambiamento radicale) tutti loro sono basati sui miei headcanon!

Nota bene: La storia parte dal sesto anno, tenendo conto di alcuni avvenimenti accaduti fino al quinto, in seguito proseguirà con alcuni riferimenti al settimo libro, tuttavia gli avvenimenti sono anacronistici rispetto ai libri.

Enjoy the show!


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Twist of Fate

8. Bad liar (Trust me, darling)




Harry restò in infermeria accanto a Draco per tutta la notte, anche quando gli comunicarono che era fuori pericolo; pur sentendosi sollevato per la buona notizia, il prescelto non si mosse da lì, temendo che il Serpeverde potesse essere attaccato di nuovo. Teneva delicatamente una mano del biondo nella sua e ogni tanto ne accarezzava il dorso, aspettando pazientemente che si svegliasse. Madama Chips aveva detto che era normale che dormisse dopo le ferite che aveva riportato e gli aveva assicurato che si sarebbe svegliato entro qualche giorno: Draco era vivo, ma aveva riportato troppi danni e stava guarendo lentamente. Harry si era subito proposto di stargli accanto e lei non aveva avuto niente da ridire in merito, aveva visto la disperazione sul volto dello studente. «Mi prenderò cura di lui» promise lui, restando accanto al biondo. Il suo corpo era fasciato da larghe bende macchiate di rosso in alcuni punti. Dire che Harry si sentiva in colpa, era un eufemismo: era colpa sua, se Draco era rimasto da solo in giro e se era stato aggredito, se lui non si fosse arrabbiato in quel modo, se non avesse permesso all’orgoglio di avere la meglio su di lui, non sarebbe successo nulla, perché se fosse stato con lui, lo avrebbe protetto, avrebbe preso quella maledizione su di sé, non avrebbe mai permesso a qualcuno di fargli del male. Con quale incantesimo era stato colpito? Non ne conosceva nessuno che produceva tutte quelle ferite. Fortunatamente, Blaise e Neville, che passavano di lì, allertati dalle urla di Mirtilla Malcontenta, lo avevano soccorso, portato in infermeria, allertato gli Auror e chiamato immediatamente la professoressa McGranitt che aveva provveduto a sospendere l'aggressore. Goyle aveva aggredito Draco, perché quest'ultimo aveva disobbedito a Voldemort. La realizzazione e la consapevolezza di ciò colpirono il Grifondoro come un bolide in piena testa, facendolo sentire più colpevole. Avrebbe dovuto capirlo prima di trattare il suo ragazzo in quel modo. Era come se lui avesse lanciato l’incantesimo.
«Mi dispiace» sussurrò, stringendogli la mano «Avrei dovuto crederti, non saresti dovuto restare da solo in quel bagno…» disse a bassa voce «Resterò qui fino a che non ti sveglierai, lo prometto» aggiunse «Dobbiamo parlare di un sacco di cose. Scusa per quello che ti ho detto, non lo pensavo davvero». Draco non rispose, né aprì gli occhi e Harry sospirò «Va bene. Riposa adesso, non sia mai che io tolga a un Malfoy il suo pisolino di bellezza» mormorò, trattenendo un singhiozzo «Ti sveglierai quando sarai guarito, ho capito» sussurrò, dandogli un delicato bacio sulla fronte. Poi gli somministrò una delle pozioni prescritte dalla medimaga, gli sistemò le coperte sul corpo e appoggiò la testa vicino alla sua, stringendogli la mano. Non si mosse da lì per tutta la notte; vegliò su di lui fino a che il sonno non lo vinse, ma restò comunque all’erta, in caso qualcuno decidesse di finire il lavoro di Goyle.


Dopo tre giorni, Draco era ancora lì privo di sensi e Harry era al suo fianco, si sentiva impotente e inutile, non sapeva come aiutarlo, se non cambiandogli le bende e somministrandogli le pozioni. Avrebbe voluto fare di più per aiutarlo, avrebbe voluto avere il potere di guarirlo. Ogni tanto gli controllava il respiro, giusto per vedere se respirasse ancora o meno, temeva di perderlo senza potergli parlare, senza potersi scusare con lui per tutto il casino che aveva fatto, per averlo messo in pericolo.
Silente e i professori avevano chiuso un occhio sul fatto che stesse perdendo delle lezioni, ma lui non poteva allontanarsi da lì, era troppo preoccupato: teneva nervosamente la bacchetta in una mano, si guardava intorno sospettoso, temendo che qualcuno potesse arrivare e far del male al biondo, quando era ancora vulnerabile.
«Harry» la voce di Hermione lo fece sobbalzare e il ragazzo si voltò verso di lei con gli occhi sbarrati e la bacchetta tesa in avanti, in una mossa istintiva di difesa.
«Hermione, dannazione!» esclamò, riconoscendola e tirando un sospiro di sollievo «Non comparirmi così alle spalle…»
«Scusa» disse lei, poi gli porse un pacchettino «Ti ho portato qualcosa da mangiare. Non sei venuto a fare colazione, né a pranzo» affermò lei premurosamente, il giorno prima era stato Neville a portare del cibo a Harry, quello precedente Blaise, che aveva approfittato per controllare le condizioni del suo migliore amico «Non credo che Draco desideri questo per te».
Lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò «Non me ne vado, finché non si sveglia. Non posso lasciarlo solo, potrebbero aggredirlo di nuovo».
«Lo so che sei spaventato, ma ci siamo anche io, Ron, Pansy, Neville e Blaise. Possiamo darti il cambio, così magari faresti una doccia ogni tanto».
Harry sbuffò di nuovo «Ho usato un incantesimo di pulizia, tranquilla» la sua mano non lasciò quella di Draco e Hermione guardò con dolcezza le loro mani unite. Le faceva tenerezza vedere Harry così preoccupato, lo stesso Harry che, appena prima dell’aggressione del biondo, era così arrabbiato da affermare ad alta voce di non voler avere più niente a che fare con lui. «Comunque se volete venire da lui, potete venire, non è che vi ho chiuso fuori. Ma io non vado via».
«Come preferisci» disse lei sorridendo mestamente «Mangia qualcosa però. Altrimenti non potrai proteggerlo».
«D’accordo» acconsentì accettando il fagotto che l’amica teneva tra le mani «Che hai preso?»
«Tutte le tue cose preferite» rispose lei sorridendogli dolcemente «Sono riuscita a prenderle prima che Ron aggredisse tutto il banchetto con la sua grazia da elefante».
Harry ridacchiò e aprì il pacchetto «Hai preso anche la torta alla melassa, sei la migliore, Herm!» esclamò il moro, iniziando a mangiare le cose che l’amica gli aveva portato, la guardò con serietà «Scusa, sono chiuso qui con Draco e ti ho lasciata sola lì fuori. Come vanno le cose?»
Lei si strinse nelle spalle «La ricerca sugli horcrux procede bene, io e Ron cerchiamo un modo per distruggerli».
«Vi parlate di nuovo?» chiese, lei annuì sorridendo. Dopo la rottura con Lavanda, Ron aveva tenuto a distanza Hermione, Harry sapeva il motivo, perché anche lui era confuso sui suoi sentimenti «La smetterete mai di litigare come una coppia sposata?» chiese. Lei gonfiò le guance indispettita e arrossì «Scusa, pessima battuta, ma ammettilo è così» continuò il moro, poi le sorrise «Anche Ron è molto confuso. Io sono certo che provi qualcosa per te, ma non riesce ancora ad ammetterlo».
«Come si fa?» chiese lei guardando Draco «Come fai a capire quando sei davvero innamorato di qualcuno?»
«Io… beh, con Draco è complicato. Ci siamo odiati per così tanto… quando l’ho conosciuto davvero, è stata una sorpresa e ad un certo punto è stato inevitabile. Ci sono stati diversi segnali, ma poi… poi l’ho guardato e ho pensato. Ehi, sono innamorato di questo ragazzo!» disse sorridendo «Poi lui mi ha baciato e tutto il mio mondo ha avuto un senso, sai… come se non aspettassi altri che lui per essere felice» fece, accarezzando delicatamente con un pollice il dorso della mano del biondo.
«Vorrei che fosse così facile anche per me» sospirò.
«Vedrai che se Ron non si accorgerà dei tuoi sentimenti per lui, troverai comunque qualcuno che ti farà sentire speciale. Insomma, tutti meritano qualcuno che li renda felici, no?»
«Sì, hai ragione» Hermione lo abbracciò delicatamente e Harry la strinse forte, in un abbraccio carico d’affetto «Grazie, adoro parlare con te, mi fai sentire sempre meglio».
Harry le sorrise dolcemente e le diede un bacio tra i capelli «Ma ti pare. Tu ci sei sempre per me, non riuscirei a non fare lo stesso per te, neanche volendo» disse accarezzandole la schiena «Sai che ti voglio bene».
«Te ne voglio anche io» affermò lei sciogliendosi dall’abbraccio «Pensaci a quella cosa della doccia e di fare un pasto decente» gli disse alzandosi «Adesso devo andare, se hai bisogno di qualcosa, fammi sapere».
«Ti ringrazio».
«Ah, un’altra cosa» disse lei, Harry la guardò per incitarla ad andare avanti «Appena Draco starà meglio, mi aspetto che entrambi facciate la vostra parte, avete lasciato tutto il lavoro a me e a Ron!» esclamò. Il ragazzo ridacchiò e annuì; Hermione gli sorrise e così com’era arrivata, andò via.
Dopo di lei, arrivò Blaise che restò un po’ con Draco, Harry si allontanò dal letto solo cinque minuti, il tempo di sgranchire le gambe, ma comunque non troppo lontano, e anche il Serpeverde gli disse di prendersi una pausa, che poteva restare lui per un po’ con Draco; ma Harry rifiutò e riprese posto accanto al suo ragazzo. Poi, poco prima del coprifuoco, arrivò anche Ron, che lo raggiunse e si scusò con lui per aver puntato il dito contro il biondo e di averlo accusato ingiustamente.
«Non ci stavo con la testa» disse il rosso «Ti credevo in pericolo, Harry» spiegò «Quando ho letto quella lettera, ho davvero pensato che Malfoy ti avesse tradito. Non credevo che… fosse cambiato così tanto» ammise con un sospiro «Non è neanche male, se impari a conoscerlo, mi dispiace, avrei dovuto parlarne civilmente».
«Lo so, Ron, so che non l’hai fatto con cattiveria» disse Harry «Draco avrebbe dovuto dirci la verità».
«Sì, ma… sai, parlando con Hermione, ho capito il suo punto di vista… insomma, aveva paura» affermò il rosso «Merlino, sto giustificando Malfoy…» fece scuotendo la testa; Harry ridacchiò sottovoce «Me la sono presa anche con te, non avrei dovuto» continuò Ron, mordendosi il labbro «Se non fosse stato per me, lui non sarebbe stato attaccato, vero?»
«No, Ron, non ci pensare nemmeno» disse il moro «Quello è stato per colpa mia. Sono una calamita per i guai. Chi mi sta vicino fa sempre una brutta fine» ammise, abbassando la testa, sentiva le lacrime premere per uscire dai suoi occhi; ci pensava da giorni, da mesi in realtà, e adesso ne aveva avuta la conferma.
«Di che diavolo stai parlando?» chiese Ron.
«Beh, succede di continuo. Tu al primo anno hai rischiato di morire su quella scacchiera, Ginny al secondo perché Voldemort voleva riaprire la camera dei segreti, Hermione è stata pietrificata… Cedric è morto durante il torneo, Sirius è morto, tuo padre è stato ferito a morte…» spiegò tutto d’un fiato «Adesso Draco è stato aggredito…» deglutì «Sono una calamita per i guai, non dovreste starmi così vicino, finirò per farvi uccidere».
«Harry, non osare darti la colpa di quello che è successo» disse Ron con il tono serio «Non è colpa tua. Hai un pazzo alle calcagna che ti vuole morto, tu non hai alcuna colpa, okay? Io e Hermione abbiamo deciso di starti accanto fin dal primo anno, perché ti vogliamo bene e perché sei il nostro migliore amico e abbiamo accettato i rischi di tutto questo. E non ti lasceremo da solo adesso che le cose si stanno facendo ancora più difficili». Harry tenne lo sguardo basso e non rispose, non credeva alle parole di Ron, ma non disse nulla. «Anche lui. Insomma ci è arrivato dopo un po’ di tempo, ma si è unito a te perché crede in te e, che Merlino mi maledica, se non è così, perché ti ama davvero» disse il rosso «Sono state le nostre scelte a portarci dove siamo ora. Non è colpa tua, okay?» Harry annuì, non molto convinto, ma grato per quelle parole. Ron era davvero il fratello che non aveva mai avuto e di cui aveva sempre avuto bisogno.
«Grazie» disse all'amico in un sussurro commosso, poi lo abbracciò forte e lasciò che il rosso facesse lo stesso. Cercò di scacciare via dalla mente l’ipotesi che Draco potesse non risvegliarsi e si costrinse a pensare positivo, anche se gli veniva abbastanza difficile in quel momento.
«Si riprenderà e lo prenderò a pugni lo stesso, non doveva nasconderti le cose» dichiarò Ron, facendo ridacchiare Harry, che riuscì a rilassarsi un po'. «Lo sai che a me sta bene tutta la storia, insomma di te e di Malfoy, se lui non ti pugnala alle spalle» aggiunse poi.
«Lo so, Ron, ti ringrazio per averlo detto».
Era una situazione un po’ strana per lui. Non gli era mai capitato di sentirsi così giù di morale, ma aveva solo sedici anni e già aveva perso troppe persone o comunque rischiato di perderle e non voleva perdere anche Draco, non quando avevano ancora troppe cose da fare insieme – il biondo non aveva ancora deciso quale partita Harry avrebbe dovuto perdere, per riscattarsi dell’aiuto che gli aveva dato in pozioni, ad esempio. Non riusciva a pensare lucidamente, ma per fortuna c’erano i suoi migliori amici che riuscivano sempre a dargli una parola di conforto e a tirarlo fuori dai baratri senza fondo che la sua mente era in grado di creare.
Quando anche Ron andò via («Ricerche con Hermione» aveva detto frettolosamente «Se arrivo tardi, mi affattura e sai bene che è meglio affrontare basilischi e dissennatori, piuttosto che Hermione Granger infuriata») Harry rimase solo con Draco, e si prese cura di lui, come faceva già da tre giorni. Doveva essere sera, perché improvvisamente si sentì così stanco che desiderò solo dormire. Appoggiò la testa sul cuscino vicino a quella di Draco e gli diede un leggero bacio sulla guancia. «Ti sveglierai domani?» domandò in un sussurro, prima di addormentarsi. Le loro mani erano ancora strette l’una all’altra, nella presa gentile di Harry. Draco mosse appena le dita, sentendo il sussurro del suo ragazzo e un piccolo sorriso increspò le sue labbra, ma il Grifondoro non se ne accorse perché era sprofondato in un sonno abbastanza inquieto, ma senza alcun sogno. Aveva solo bisogno che Draco si risvegliasse, che gli sorridesse di nuovo e magari lo abbracciasse o lo baciasse, poi avrebbe ripreso in mano tutta la situazione e il suo destino e tutto il resto.
La sua vita non era mai stata facile, fin da quando ne aveva memoria, già gli erano stati strappati i suoi genitori senza che potesse conoscerli, poi aveva conosciuto il suo padrino e anche lui gli era stato portato via, adesso aveva Draco… perché dovevano portargli via anche lui?
«Ti prego, ti prego» sussurrò nel sonno «Ti prego, svegliati…»
 
 
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«Non si è ancora svegliato?» Pansy entrò in punta di piedi quella mattina, Harry era ancora mezzo addormentato accanto al biondo e le rivolse un sorriso triste, prima di scuotere la testa.
«Purtroppo no» rispose lui mestamente rimettendosi dritto «Fa progressi, però. Ieri sera, mi è sembrato che mi stringesse la mano» spiegò «Non so se è stata la mia immaginazione o la mancanza di sonno, ma potrebbe averlo fatto» disse trattenendo un singhiozzo «Vorrei solo che sapesse che mi dispiace. Ero arrabbiato, ma non volevo che gli capitasse questo».
«Lo so, Potter» la Serpeverde si sedette al capezzale dell’amico, di fronte al moro «Stai tranquillo, Draco è un osso duro». Harry annuì incapace di dire altro «Sai che al quarto anno avevo una cotta pazzesca per lui?» chiese retoricamente Pansy, per spezzare il silenzio «Oh, ero così felice di essere andata al Ballo del Ceppo con lui. Ma… lui per tutta la sera non fece che guardare verso di te, lamentandosi del fatto che tutte le attenzioni fossero su di te» raccontò la ragazza con una punta di malinconia nella voce «“Guardalo, è più basso della sua dama. Poteva mettersi lui le scarpe alte.” “Potter sembra un troll di montagna, ha pestato più piedi lui di Paciock.” “Ma davvero ha indossato quel completo sformato? Con tutti i galeoni che ha poteva acquistarne uno migliore.” “Oh guarda, Potter e la sua stupida accompagnatrice. Non sa neanche ballare e gli occhi di tutti sono su di lui.” “Grazie al cielo si è tolto dalla pista, ora gli faccio vedere io come si balla.”» disse la ragazza imitando la voce dell’amico, trattenendo una piccola risata «Onestamente, quella sera non tolse gli occhi da te, nemmeno un secondo, ero così gelosa! Penso che abbia sempre avuto una cotta per te. Ma non l’aveva mai ammesso prima di quest’anno. Sa mascherare bene i suoi sentimenti, è capace di mascherarli persino a se stesso».
Harry era rimasto in silenzio, ma l’aveva divertito il racconto di Pansy, soprattutto le frasi gentili che Draco gli aveva rivolto; non credeva che lo avesse osservato tanto.
«Perché mi racconti questo?»
«Per farti capire che Draco è sempre stato ossessionato da te» rispose lei «Hermione mi ha detto tutto» disse la ragazza «Capisco perché Draco non mi abbia detto niente, in fondo, i miei genitori sono frequentatori di casa sua. Temeva che potessi correre da loro» sospirò «So che Draco avrebbe dovuto dirti la verità, ma era spaventato. Tu non saresti spaventato, se avessi vissuto un’estate intera in compagnia di un vero e proprio incubo?» lui annuì, incapace di fare altro «È arrivato qui con un obiettivo: salvarsi la vita. Poi gli sei capitato tu tra capo e collo e... è cambiato. Si è innamorato di te e… non l’avevo mai visto così, sai? Era sereno quando eravate insieme, era abbastanza felice. Io non l’avevo mai visto così spensierato, sembrava che con te potesse risolvere tutti i suoi problemi».
«Pansy, ascolta…»
«No, dannazione, ascoltami tu. Draco era così spaventato che non ha detto a nessuno della sua missione, neanche a noi. Blaise l’ha scoperto per caso, perché ha sentito Piton che gli parlava in toni non amichevoli. Aveva il fiato sul collo, cercava di salvarsi e di salvare te. Lascia che ti spieghi come stanno le cose, quando si sveglierà, okay?»
«Lo ascolterò. Te lo prometto» disse il ragazzo con un sospiro «Ero ferito, forse lo sono ancora, ma… lo ascolterò. So che non mi ha tradito, ero solo troppo nervoso, quando ho avuto quella lettera».
Pansy annuì, sollevata dal fatto di essere stata ascoltata «Va bene, voglio fidarmi di te» gli disse «Sappi che, a parte qualche radicale che non ci ha ascoltato, noi Serpeverde ne abbiamo parlato, dopo l’aggressione di Draco, siamo dalla tua parte. Non permetteremo a Tu-Sai-Chi di vincere. Anche chi di noi ha Mangiamorte in famiglia, come me, Blaise e Theo, si ribellerà» promise la ragazza.
«Ti ringrazio, io… sono contento che abbiate deciso di seguire un’altra strada».
«Questo è merito tuo e di Draco, se voi non foste messi insieme, probabilmente adesso saremmo ancora nemici» ridacchiò «Voi e la vostra storia alla Romeo e Giulietta!» esclamò lei divertita «Sul serio, insieme siete pericolosi se avete fatto alleare due tra le case storicamente rivali, pensate che altro potrete fare!»
«Tu conosci quella storia?»
«Draco ne ha una copia nascosta nella sua camera. Ha chiesto alla professoressa di Babbanologia se ne avesse una. E lei gli ha regalato una delle sue copie. Sembrava felice di vedere uno studente così interessato alla letteratura babbana» spiegò la Serpeverde.
«E tu come sai tutte queste cose?» chiese Harry.
Pansy ghignò: «Ho trovato il libro nel suo baule e gliel’ho fregato per leggerlo, poi mi sono fatta raccontare come l’avesse avuto. Era così imbarazzato dal fatto che gli piacesse una storia d’amore babbana» spiegò lei, ridacchiando «Non ha voluto dirmi perché fosse interessato a quella storia. Sono certa che ci sia lo zampino di Hermione».
Harry arrossì e scosse la testa: «Credo sia colpa mia» ammise con aria colpevole «Abbiamo scherzato una volta sul fatto che una relazione Grifondoro/Serpeverde potesse essere un richiamo a quella storia, ma… Ma non mi aveva detto di averne una copia».
«Draco Malfoy riesce sempre a lasciare le persone senza parole. Persino il grande e prode Harry Potter!» esclamò lei «Meritate una possibilità, davvero. Possibilmente, senza che noi dobbiamo venire al vostro funerale».
«Farò in modo che non accada».
«Ottima scelta» disse la giovane strega sorridendo, poi si alzò, posò una confezione di cioccorane sul piccolo vassoio pieno di doni di pronta guarigione «Quando si sveglia digli che ho intenzione di affatturarlo per essere stato un tale idiota».
«Mettiti in fila» scherzò Harry «Ciao Pansy e grazie».
«A buon rendere, Potter» lo salutò lei. «Ehi Dray, vedi di svegliarti presto, okay?» fece rivolta all’amico «Dobbiamo prendere a pugni Potter per aver rotto il tuo bel nasino aristocratico» affermò, prima di uscire dall’infermeria.
Harry credeva di essere finito in una strana dimensione parallela, non credeva che la sua relazione con Draco portasse un tale cambiamento nella scuola. Non solo le case si erano alleate contro un comune nemico, ma tra di esse c’era anche Serpeverde, era sorprendente.
«Ehi» mormorò prendendo la mano di Draco «Hai visto che cosa abbiamo combinato? I nostri amici hanno coinvolto altri nella causa. Non siamo soli, sai?» gli accarezzò il dorso della mano con il pollice «Mi manchi, Draco, potresti svegliarti, per favore?»
Spesso quando lo guardava lì, disteso, privo di sensi, Harry aveva voglia di piangere, poi si ricordava che doveva essere forte anche per lui, per tutti quelli che adesso erano coinvolti nella guerra e non poteva permettersi di essere debole, neanche in quel momento. Non passava ora in cui non si sentisse in colpa per quanto accaduto al biondo, e spesso si chiedeva se per lui valesse la pena essere stato massacrato per essere rimasto dalla sua parte. Non aveva più dubbi a riguardo, Draco non era un traditore. Gli strinse più forte la mano, cercando di dargli la forza per risvegliarsi, sperando che bastasse quel gesto per cancellare le brutte parole che gli aveva rivolto e il disprezzo che gli aveva vomitato addosso.
«Lo sai, vero, che non pensavo quelle cose che ti ho detto?» chiese trattenendo un singhiozzo «Non sei un mangiamorte, lo so, lo so, ma ti prego svegliati…»
Una lacrima sfuggì al suo controllo e cadde sul polso del biondo, Harry si affrettò a ricacciarle indietro, stava per allontanare la mano da quella del ragazzo, per asciugarsi il viso, quando la sua mano fu trattenuta. Draco gli stava stringendo la mano.
«Draco?» lo chiamò il moro, alzò lo sguardo sul viso del biondo «Draco!» esclamò vedendo un leggero movimento dietro alle sue palpebre. Un debole sorriso comparve sul volto del Serpeverde, che emise un rantolo e aprì lentamente gli occhi, quando rivide quegli occhi grigi aperti, Harry si sentì leggermente più sollevato.
«Ha-Harry…» soffiò con voce roca.
«Shhh, shhh, non ti affaticare» mormorò mettendogli una mano sulla spalla «Vuoi dell’acqua?» il biondo annuì e richiuse gli occhi perché era ancora troppo confuso e dolorante «No, no, non dormire di nuovo, ecco…» Harry si allungò e riempì un bicchiere con dell’acqua per lui; aiutò Draco ad alzare il busto dal letto e afferrò il bicchiere, portandolo alle sue labbra, reggendogli la testa con una mano. Draco bevve avidamente tutto il contenuto di esso e respirò pesantemente prima di riaprire gli occhi e puntarli su Potter.
«Sei qui…»
«E tu sei sveglio» disse abbracciandolo di slancio, un leggero gemito di dolore lasciò le labbra del biondo, che non si sottrasse all’abbraccio «Scusa» fece Harry, allentando solo un po’ la presa «Mi hai fatto morire di paura…»
«Io… Harry…» Draco era ancora confuso e intontito dalle pozioni «Che fai…? Non ti faccio schifo?»
«Cretino, stai zitto, solo… zitto» sussurrò. Draco pensò bene di ascoltarlo, non tanto perché volesse, ma perché non aveva la forza di ribattere o di ribellarsi. E poi neanche voleva separarsi da lui. Lasciò semplicemente che Harry lo stringesse, fingendo per un momento che tra di loro non fosse accaduto nulla e che tutto fosse a posto, godendo di quel pizzico di fortuna che aveva avuto: era ancora vivo, dopotutto. Anche se era stato fuori combattimento per un po’, ricordava tutto ciò che gli aveva detto l’altro ragazzo e faceva ancora male quella consapevolezza.
Quando Harry si staccò dal loro abbraccio, Draco lo guardò confuso. Credeva di aver sognato, quando era privo di sensi, gli sembrava di sentire la voce del moro, ma credeva che fosse colpa della sua immaginazione o delle pozioni che gli stavano dando. Non credeva che lui fosse realmente lì, in carne ed ossa. Il Grifondoro lo aiutò a stendersi di nuovo.
«Cerca di non riaddormentarti, chiamo Madama Chips per farti controllare». Era agitato, si vedeva lontano un miglio, e Draco in quei mesi aveva imparato a conoscerlo bene; Harry non sapeva mascherare così bene le sue emozioni come credeva, almeno non davanti a lui.
«Harry» lo chiamò piano, mettendogli una mano sul braccio «Non andartene…»
«Non vado da nessuna parte» promise.
«Stai bene…? Noi dobbiamo…»
Lui annuì frettolosamente «Ti prometto che dopo parliamo, ora ho bisogno di sapere che stai bene». Fu in quel momento che Draco se ne accorse, tutto il volto di Potter era pervaso da una ruga di terrore, preoccupazione e altre emozioni che non riuscì a comprendere. Annuì leggermente e gli lasciò il braccio, facendo ricadere pesantemente la mano sul lettino; Harry non impiegò molto ad alzarsi e ad andare a chiamare la medimaga che accorse subito. Harry le stava dicendo che Draco si era appena svegliato e altre cose che il biondo non capiva bene, si sentiva ancora interamente a pezzi e intontito, l’ultimo ricordo che aveva era Goyle che lo aggrediva nel bagno, dopo il suo litigio con Harry. Si era difeso, ma era già provato e non era riuscito a schivare l’ultimo attacco, quello che gli era stato quasi fatale.
La medimaga lo visitò e le vide un sorriso di sollievo sul volto, gli fece prendere un’altra pozione e poi disse che sarebbe tornata a controllarlo dopo. «Ti lascio in buone mani, signor Malfoy, il signor Potter qui presente è stato un ottimo infermiere, potrebbe addirittura avere una carriera in quel campo!» esclamò lei, sparendo dall’infermeria per andare a chiamare il preside ed informarlo che lo studente si era ripreso dall’incoscienza. Il moro arrossì davanti alle parole della donna e fece un gesto con la mano, a Draco parve la cosa più adorabile del mondo in quel momento. Harry sapeva essere sempre umile, in qualsiasi circostanza. Ringraziò la donna e sistemò i cuscini dietro la schiena di Draco e gli porse altra acqua «Hai fame? Ti faccio portare qualcosa?» gli chiese poi.
«Non ora» rispose il biondo «Harry… è successo qualcosa mentre ero incosciente? Perché sei qui?»
«Perché… quando mi hanno detto che eri stato aggredito…» il moro si torturò le mani a disagio «Ho temuto di perderti e tutto è passato in secondo piano. Non me ne frega niente di quella lettera, né del perché è iniziata, non voglio perderti, Draco» disse con sincerità, Draco restò colpito dalle sue parole «Ti hanno aggredito perché hai tradito Voldemort, vero?» il biondo si ritrovò ad annuire ed Harry sospirò «Lo so che sono stato un ignobile bastardo con te, quel giorno, quando abbiamo litigato» disse dispiaciuto «Credo di aver esagerato, non pensavo niente di ciò che ho detto e mi dispiace, ero accecato dalla rabbia».
«Harry…»
«No, Draco, ascolta. Ho esagerato, ti ho detto cose terribili e non lo meritavi. Non ti ho neanche ascoltato per la rabbia, sentivo le parole che dicevi, ma non ascoltavo davvero… ero completamente accecato. Non ragionavo più e ho parlato senza pensare. So di essere imperdonabile, per quello che ti ho detto, ma so che non sei un seguace di quel pazzo».
«Non potrei mai esserlo… non ora comunque».
«Già… ora sei una persona migliore. Hermione non fa che dirmi quanto tu sia cambiato. E Pansy vuole picchiarmi per il pugno che ti ho dato».
«Oh aspetta solo che mi alzi da questo letto, San Potter e ti renderò il favore».
«Non aspetto altro» ribatté il grifone, poi con delicatezza gli diede un bacio tra i capelli «Ora cerca di riprenderti. Sei stato fuori gioco per quasi cinque giorni. Capisco i pisolini di bellezza, ma tu esageri!»
Draco ridacchiò, ringraziando Merlino e Morgana per avergli reso una cosa semplice nella vita, almeno con Harry non avrebbe dovuto combattere ancora.
«Però… prima di vendicarmi, ti racconterò ogni cosa, Harry» disse Draco «Tutto. Te lo giuro, non tralascerò niente, meriti di sapere la verità e… che sono dalla tua parte perché sei tu e perché provo cose profonde per te».
«Va bene» concesse sorridendo. Si abbassò su di lui per dargli un bacio sulle labbra e fu quello il momento in cui il preside Silente decise di entrare nell’infermeria, beccandoli esattamente nel momento in cui Draco si sporse verso Harry per ricambiare il bacio con gioia.
«Ah l’amore! La magia più pura e genuina che solo i più giovani possono comprendere a pieno!» i due ragazzi si separarono immediatamente rossi in volto «Non badate a me».
«P-Professore! Noi, ecco… noi…» borbottò Harry a disagio.
«Harry, ragazzo mio, so riconoscere un bacio quando lo vedo, non sono poi così vecchio» scherzò l’anziano mago «Ora se non ti dispiace, vorrei scambiare due chiacchiere con Draco».
«Ma, ecco, io…»
«Ti prometto che sarà al sicuro. Sono certo che più tardi avrà fame, vero, Draco?» il biondo, intuendo l’antifona, annuì. Ricordava che il preside aveva detto che un giorno gli avrebbe parlato, forse il giorno era arrivato e se l’uomo voleva che Harry non ci fosse, Draco avrebbe fatto in modo che non ci fosse.
«Vai, Potter, sto bene. Rilassati cinque minuti e poi portami qualcosa da mangiare, okay?»
«Va bene» Harry lo strinse in un abbraccio prima di allontanarsi «Chiamami per qualunque cosa». Draco lo guardò negli occhi per un attimo, poi annuì sorridendo. Harry si allontanò per la prima volta, dopo diversi giorni dal capezzale di Draco ed uscì dall’infermeria.
Il preside aspettò che la porta si fosse chiusa, prima di rivolgersi al Serpeverde.
«Allora, Draco come ti senti?» gli chiese il preside. Il ragazzo si sentì a disagio, come non sapesse cosa rispondere, ma sapesse che qualsiasi risposta avesse dato, sarebbe stata sbagliata.
«Sono stato meglio» si ritrovò a rispondere, realizzò che la sincerità era l’arma migliore che aveva in quel momento. Non poteva fare altrimenti: qualsiasi cosa avesse detto, non sarebbe stato creduto, dopotutto, Goyle era protetto da Piton e il preside si fidava di lui, era la parola del professore contro la sua, era ovvio che fosse spacciato, che speranze aveva? «La smetta di prendermi in giro, per favore. È venuto qui per espellermi, giusto?»
«Perché dovrei espellerti?» chiese il preside, guardandolo, Draco deglutì, a disagio.
«Le avranno sicuramente già detto tutto» ribatté il ragazzo, non era stupido o sprovveduto «Le mie parole non faranno di certo la differenza».
«So tutto quello che mi è stato riferito, in effetti» rispose il preside, con quel sorriso che stava dando sui nervi al Serpeverde «La signorina Granger mi ha fornito una spiegazione piuttosto dettagliata ed anche molto accorata delle tue motivazioni e dei tuoi timori, i signori Paciock e Zabini hanno spiegato come ti hanno ritrovato e anche il fantasma del bagno in cui sei stato aggredito ti ha difeso, sei molto popolare ultimamente» disse l’uomo, Draco non capiva se lo prendesse in giro o fosse serio «Vorrei solo conoscere i fatti dal tuo punto di vista». Il ragazzo restò zitto, senza capire cosa stesse accadendo, Silente non era lì per andargli contro, ma per aiutarlo? Cosa? «So che sei spaventato, Draco, ma hai già preso delle scelte importanti, mi sbaglio?» lui scosse la testa «Come sospettavo. Adesso ti andrebbe una chiacchierata? Magari davanti ad una bella tazza di tè?»
«Okay…» acconsentì il ragazzo. Il preside impugnò la sua bacchetta e la agitò evocando due tazze di tè verde inglese, già in infusione. Draco restò scioccato dalla cosa, il preside aveva davvero classe con gli incantesimi.
«C’è qualcosa di cui vorresti parlarmi, Draco?» gli chiese il preside.
Bastò quella domanda e lui semplicemente si sciolse e iniziò a raccontare ogni cosa: dell’arresto di suo padre, dell’accanimento dei giornalisti contro di lui e sua madre, di Voldemort che si era trasferito a casa sua, delle torture che aveva udito, di quando aveva visto Voldemort uccidere un uomo davanti ai suoi occhi perché non aveva eseguito un ordine, della paura che provava in casa sua, della pressione che gli davano, affinché prendesse il posto di Lucius, gli raccontò del giorno in cui gli era stata affidata la missione e di come fosse sempre stato riluttante all’idea di torturare o uccidere e di come fosse spaventato all’idea di morire a sedici anni. Dovette fermarsi un paio di volte e bere diversi sorsi di tè, prima di riprendere con il racconto. Gli raccontò di Harry, di com’era iniziata tra di loro e di come fossero cambiate le sue intenzioni. Raccolse il coraggio e gli parlò anche di Piton e delle sue pressioni, affinché portasse a termine ogni cosa. Gli raccontò anche di come avesse chiesto aiuto ad Hermione e poi alla McGranitt (il preside annuì, lui sapeva già tutto, ma Draco era contento che stesse ascoltando la sua versione della storia) gli raccontò, infine, del litigio con Harry e del duello con Goyle nel bagno. Qualche lacrima era sfuggita al suo controllo, e si asciugò velocemente il viso, era provato dal racconto, in effetti. La cosa che sollevava il suo animo era sapere di non avere una scadenza: la lettera era falsa, scritta da Tiger e Goyle solo per isolarlo dal resto del gruppo che aveva intorno; raccontò anche questo e vide l'anziano mago annuire.
Il preside lo guardò e gli rivolse un sorriso amichevole «Bene, come ti senti adesso?»
«Un po’ scombussolato, in realtà» rispose sinceramente il ragazzo «Lei mi crede?»
«Ma certo che ti credo, ragazzo mio» gli disse l’uomo appoggiandogli una mano sulla spalla «Voglio che tu sappia una cosa, il professor Piton non ha mai orchestrato la tua aggressione né il ritrovamento della lettera da parte del signor Weasley, devi fidarti delle mie parole quando dico che è un nostro alleato». Draco restò muto e abbassò lo sguardo «So che sei confuso. Ma Severus gode della mia più totale fiducia, non ha fatto altro che seguire i miei ordini, se ti stava molto attorno, era per proteggerti e capire le tue mosse, questo posso assicurartelo, non devi temerlo».
«Se lo dice lei…» mormorò il ragazzo, non molto convinto. Piton lo aveva terrorizzato per mesi, e adesso il preside se ne usciva dicendo che lo aveva solo osservato per conto suo? Per capire le sue intenzioni? Non ci credeva per niente.
«Tutto sarà svelato a tempo debito» disse l’uomo «Ora, devo andare. Ti lascio alle amorevoli cure di Harry che sta aspettando sotto la porta da dieci minuti» scherzò il preside. Harry, dalla sua postazione, arrossì, rivelandosi mentre reggeva un enorme vassoio pieno di pietanze.
«Non volevo disturbare e giuro che non ho origliato niente» disse il ragazzo imbarazzato. Draco si sforzò di non sorridere, ma fu inutile. Harry era così dannatamente protettivo e adorabile, soprattutto quando si sentiva in colpa.
«Ho un’ultima cosa da chiederti, Draco» disse Silente guardandolo intensamente, così tanto che lui si sentì vulnerabile «Quando sarai in forze, vieni a trovarmi nel mio ufficio. Abbiamo molte altre cose di cui discutere e ho un compito da affidarti» disse «Non preoccuparti, non dovrai mai più tornare a casa tua, se non vorrai».
«La ringrazio» disse il ragazzo «Verrò presto da lei».
«Ti aspetterò con del tè e dei pasticcini» disse, prima di andare via; salutò Harry appoggiandogli una mano sulla spalla e lo guardò con uno sguardo carico di comprensione e qualcosa che sembrava affetto. Poi sparì oltre la porta e Harry finalmente si avvicinò al biondo con il vassoio.
«Non sapevo cosa portarti, quindi ti ho preso tutto quello che ho trovato giù nelle cucine» disse leggermente imbarazzato. Draco sorrise davanti alle sue premure, come avrebbe potuto non farlo?
«Non merito tutto questo, Harry» gli disse mestamente «Avevi ragione, sai? Quando… quando hai detto quelle cose».
«Ti ho già detto che le ho dette solo per rabbia. Non lo penso davvero, credimi» disse Harry mortificato, mise il vassoio su un carrello e pronunciò un Wingardium Leviosa per farlo levitare fino a Draco «Davvero, Draco, non pensavo niente di quello che ho detto, ero arrabbiato, tendo ad esagerare quando mi arrabbio».
Draco afferrò un sandwich dall’aria appetitosa «Ma c’è ancora qualcosa che ti turba, vero?» Harry dovette annuire, perché era vero. Draco sapeva leggerlo bene quasi quanto Hermione. «Parlamene».
«Perché l’hai detto ad Hermione e non sei venuto da me? Lo ammetto, avrei potuto reagire male, all’inizio, ma saperlo da te sarebbe stato diverso» disse con un sospiro «So di essere un po’ ingenuo a volte, soprattutto quando mi fido ciecamente delle persone, ma…»
«L’ho detto a lei, perché non potevo dirlo a te, ero spaventato dalla tua reazione, dalle ripercussioni che avrebbe potuto avere la mia confessione, non riuscivo più a… tenermelo per me, qualcuno doveva saperlo e mi dispiace non avertelo detto» confessò «Ma c’è stato un momento in cui stavo per dirti tutto, eravamo insieme sulle scale dell’androne, dopo la festa di Lumacorno, mi avevi appena confessato che ti sentivi in colpa per avermi usato per migliorare in pozioni e… lì ho pensato che era il momento giusto, avevo trovato il coraggio… ma Piton ci ha interrotti. Ho avuto così paura di ripercussioni su di te, che non ti ho più detto nulla, mi dispiace davvero».
Harry annuì, ricordava quella sera, ricordava che Draco era stato sul punto di dirgli qualcosa e che erano stati interrotti da Piton, aveva visto il biondo sbiancare davanti al professore, ma non aveva chiesto nulla, semplicemente si era limitato a portarlo via da lì per farlo rilassare. Restò in silenzio assimilando quella notizia, poi sentì il biondo riprendere la parola.
«Ti ricordi quando ci siamo baciati?» chiese Draco, desiderava con tutto se stesso chiarire ad Harry che lui non era quel tipo di persona, il tipo di persona che lo tradiva e che si approfittava della sua fiducia. Aveva creduto di esserlo, ma si era sbagliato alla grande. Harry poteva anche dire a voce di non credere le cose che aveva urlato, ma Draco sapeva bene che in preda alla rabbia, si potevano dire le migliori verità, ma lui era cambiato davvero, era davvero una persona diversa, migliore grazie a Harry e non voleva che pensasse negativamente di lui. Non adesso.
«Come potrei dimenticarlo?» chiese con un sorriso tenero sulle labbra.
«Ti ricordi che… sono sparito per tre giorni?» Harry annuì, adesso il suo viso era leggermente preoccupato «Non volevo… lasciarmi andare, perché temevo di metterti in pericolo. Credevo di non essere abbastanza forte, e avevo ragione, fino ad un certo punto» confessò «Quando ci siamo visti dopo, ricordi?» il moro annuì di nuovo «Eravamo in quell’aula, solo io e te… tu eri così… abbandonato tra le mie braccia, così… preso dal momento, così vulnerabile ed esposto» Draco deglutì, cercando di trovare le parole giuste da dire «Ti eri affidato totalmente a me, avevo un certo potere su di te… e l’ho pensato. Ho pensato che sarebbe stato facile in quel momento approfittarmi di te, salvarmi la vita, consegnarti e farla finita» a Harry mancò il fiato sentendo quelle parole «Ma poi… ho realizzato che non avrei mai potuto farlo. Non avrei mai potuto permettere a qualcuno di farti del male, Harry, non ti avrei mai consegnato perché ti amo e ti proteggerei a costo della mia vita» terminò. Aveva il fiatone e il cuore batteva con troppa forza nel suo petto. Si sentiva sopraffatto, non aveva mai aperto così il suo cuore prima di quel momento ed era in qualche modo felice di averlo fatto con Harry. Aveva bisogno che lui gli credesse, non gli importava dell’opinione di nessuno, neanche di quella di Silente.
«Ci stavamo baciando, me lo ricordo» disse Harry, dopo un momento di silenzio, passato ad elaborare tutto «Ti sei bloccato all’improvviso, hai esitato» Draco annuì «E poi… mi hai detto che non ti importava di nient’altro, se non di me… era vero?» chiese titubante. Aveva bisogno di certezze in quel momento, Draco lo capiva perfettamente.
«Sì. Lo pensavo davvero e lo penso tutt’ora» rispose «Non ti ho mai mentito sui miei sentimenti. Tu non sai che fatica sia stata nasconderti i miei desideri più profondi» sospirò «Harry, devi credermi quando dico che ti ho ingannato solo all’inizio. La recita è finita ancor prima di cominciare».
«Ti credo, Draco» Harry spostò il vassoio solo per farsi il più vicino possibile a lui e appoggiò la fronte contro la sua, un piccolo sorriso comparve sulle labbra del Serpeverde, Harry intrecciò le loro dita «Ti credo perché avresti potuto consegnarmi centinaia di volte in questi mesi, ma non l’hai mai fatto» sussurrò guardandolo negli occhi «Ti credo perché ti amo anch’io e mi fido di te».
«Harry…»
«Sul serio, Draco» il Grifondoro gli accarezzò il viso delicatamente «Abbiamo litigato, tutte le coppie litigano, no? Perdoniamoci a vicenda e ricominciamo. Abbiamo fin troppe cose a cui pensare» affermò, sorridendogli. Draco rispose al sorriso e gli accarezzò una guancia, non desiderava altro «Ci stai?»
«Sì» rispose il biondo sollevato «A una condizione: tra di noi non devono più esserci segreti» impose con tono serio.
«D’accordo» concesse Harry sorridendo «Per me va bene, se lo prometti anche tu».
«Lo giuro, Harry» affermò il Serpeverde e sorrise guardando l’amato negli occhi.
«Bene» sospirò sollevato Harry «Adesso credo che dovremmo sul serio pensare a come salvarti da Voldemort in tre settimane».
Draco sorrise e scosse la testa; Potter, quando entrava in modalità eroe, era adorabile, davvero. Come poteva non amarlo?
«La lettera… era falsa» disse il biondo «L’avevano scritta Tiger e Goyle per metterci l’uno contro l’altro».
Il sollievo si dipinse sul volto di Harry e si abbassò verso di lui «Sul serio?» gli chiese, l’altro annuì «Bene… una preoccupazione in meno. Ti tirerò fuori da questo pasticcio, te lo prometto».
«Un San Potter in modalità eroe tutto per me, sono decisamente fortunato» scherzò Draco, prima di lasciarsi coinvolgere in un dolce bacio, sentendosi finalmente di nuovo completo e con una nuova speranza nel cuore. Tutto sarebbe andato per il meglio, ora che Harry sapeva davvero ogni cosa ed era dalla sua parte.
 
 
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Un paio di giorni dopo il suo risveglio, Draco era stato dimesso dall’infermeria, ma Harry non lo lasciava da solo neanche un secondo, non voleva che restasse da solo con persone potenzialmente pericolose. Era diventato una sorta di guardia del corpo per Draco, che spesso si sentiva sopraffatto dalla sua vicinanza.
«Smettila di farmi da guardia del corpo» si lamentò Draco quando uscirono dall’aula di Difesa e Harry gli mise un braccio attorno ai fianchi, fulminando con lo sguardo chiunque indugiasse troppo con gli occhi sul suo ragazzo.
«Finché non sarò certo che tu sia al sicuro, sarò la tua ombra» ribatté il moro «Non voglio perderti, Draco».
«E non mi perderai. Silente è dalla mia parte, mi crede, non permetterà che mi accada qualcosa» gli disse, voltandosi verso di lui e appoggiandogli le mani sulle spalle, appoggiò la fronte contro la sua e lo guardò dritto negli occhi, sorridendogli dolcemente «Devi rilassarti, okay? Non posso essere il centro della tua attenzione, devi concentrarti sulle cose importanti».
«Tu sei importante» ribatté Harry «E stasera dormi con me».
Draco alzò gli occhi al cielo, allontanandosi bruscamente da lui «Oh andiamo! Non dormirò con i tuoi amici. Mi è bastata una volta, Weasley russa e sembra un facocero aggressivo, Paciock parla nel sonno, Finnigan sarebbe capace di farci esplodere solo per pronunciare un incantesimo silenziante e quell’altro, Thomas non fa altro che battute a sfondo sessuale anche solo se ci vede abbracciati. Io non dormirò mai più con i tuoi rumorosi e fastidiosi amici» decretò il Serpeverde infastidito «E poi non voglio una balia! Potter, smettila di essere paranoico!»
«E se qualcuno ti aggredisse nella sala comune? O se cercassero di ucciderti nel sonno?»
«Harry» Draco prese un lungo respiro, cercando di non alterarsi troppo «Rilassati, okay? La casa di Serpeverde è dalla nostra, a parte pochi idioti. Credi davvero che Blaise e Theo possano permettere a qualcuno di farmi del male?» l’altro scosse la testa, aveva notato che i compagni di stanza del suo ragazzo fossero diventati più protettivi verso di lui e la cosa lo rassicurava, ma voleva stargli accanto lo stesso, aveva bisogno di assicurarsi che non corresse pericoli «Bene, anche perché c’è anche Pansy e molti Serpeverde temono più lei che altri» scherzò il biondo, Harry grugnì contrariato e appoggiò la testa sulla sua spalla, sospirando, avrebbe voluto dire un sacco di cose, ma si trattenne, dentro di sé sapeva che Draco avesse ragione, ma proprio non riusciva a stare calmo «Ora che abbiamo chiarito che non sono in pericolo, lasciami andare, ho lezione di Rune Antiche e poi devo vedere Silente».
«Silente?»
«Sì, ha detto che doveva parlarmi di una cosa importante» spiegò il biondo «Non so di cosa si tratta, mi ha detto di raggiungerlo dopo la dimissione dall’infermeria» Harry annuì alle sue parole, comprendendo «Ti racconto tutto appena finisco».
«Okay» concesse il moro lasciandolo andare «Scusami» borbottò «E se io dormissi con te?» aggiunse facendo alzare gli occhi al cielo al biondo. «Giuro che non mi lamenterò né di Zabini né di Nott!»
Draco sospirò esasperato. «D’accordo, ti concedo di dormire con me, a patto che compensiamo un po’ delle nostre mancanze, mentre siamo insieme».
«Per me è perfetto».
Draco sorrise e gli baciò le labbra con tenerezza, prima di allontanarsi per raggiungere l’aula di Rune Antiche. Un po’ gli piacevano le attenzioni di Potter, lo facevano sentire davvero apprezzato, ma ciò non implicava che dovesse stargli sempre attaccato, capiva la sua preoccupazione, ma stava un po’ esagerando. Non era il caso di preoccuparsi così tanto, inoltre aveva parlato con Blaise e sembrava che davvero la maggior parte dei suoi compagni di casa, avesse deciso di passare al lato dei “buoni”, dopo l’aggressione ai suoi danni. Perso nei suoi pensieri, con la mente altrove, non si applicò molto a lezione: pensava a cosa dovesse dirgli il preside di tanto importante, si era stupito che lui volesse vederlo da solo, doveva essere una cosa davvero importante per richiedere la sua presenza e non quella del suo pupillo. Appena finita la lezione, Draco arrivò davanti all’enorme statua che nascondeva l'ingresso dell’ufficio del preside e disse la parola d’ordine, la stessa che aveva detto Potter l’ultima volta e le scale apparvero magicamente, mentre la statua ruotava su se stessa. Entrò nell’ufficio e si guardò intorno, quando era stato lì con Harry non aveva fatto caso a un sacco di cose; tutto sommato non era male, anche se pieno di cianfrusaglie vecchie e di quadri raffiguranti i vecchi presidi di Hogwarts.
«Oh, Draco! Vieni, accomodati pure!» esclamò l’anziano mago, voltandosi verso di lui, Draco notò che era intento a nutrire una fenice. Era meravigliosa, aveva sentito parlare della fenice del preside, ma non l’aveva notata l’ultima volta che era stato lì. Beh, a sua discolpa, era stato distratto da Potter.
«Buona sera, signore» disse Draco, tenendo le mani dietro la schiena «Complimenti per la fenice, è veramente un bellissimo esemplare».
«Ti ringrazio, ragazzo mio, vieni, siediti qua» disse indicando una sedia accanto a lui «Facciamo una chiacchierata».
Il Serpeverde annuì e fece come ordinato. Era piuttosto bravo a seguire gli ordini, dopotutto. Il preside evocò un tavolino su cui comparvero tè e pasticcini «Del tè?» chiese l’anziano.
«No, grazie, signore» rispose, il preside gli offrì anche dei pasticcini e Draco ne prese uno, solo per non sembrare scortese, ma aveva lo stomaco chiuso e sapeva di essere un po’ agitato, anche se manteneva la sua perfetta espressione neutrale.
«Come vanno le cose, Draco? Come ti senti?» chiese il preside «Vedo che ti sei ripreso dopo l’aggressione».
«Sì, signore, sto molto meglio» rispose il ragazzo, grattandosi la nuca a disagio, non capiva perché era lì e si sentiva in soggezione davanti all’uomo, anche se gli aveva creduto riguardo la storia del suo non-coinvolgimento con Voldemort, aveva ancora paura di essere giudicato per la sua scelta dettata dalla paura. Forse avrebbe dovuto lasciare che Harry lo seguisse, quando c’era lui la presenza di Silente era sopportabile. Un po’ si vergognava di stare da solo con lui, perché aveva passato anni a disprezzare il suo lavoro, sotto la cattiva influenza di suo padre, non aveva un’opinione propria riguardo quel mago, sapeva che era potente e che Harry gli fosse davvero fedele; ma lui sapeva bene che i maghi più grandi, potevano nascondere qualche segreto. Era cresciuto in una famiglia di purosangue, tutti nel suo mondo avevano scheletri nell’armadio. E sebbene Silente fosse uno dei maghi più potenti del mondo magico, se non il più potente, anche lui non poteva essere un santo. Il giovane strinse i pugni e il mago anziano lo notò.
«Ti stai chiedendo perché io ti abbia chiesto di venire, non è vero, Draco?»
«Non posso fare a meno di chiedermelo» rispose lui «Non capisco cosa abbia da chiedermi né come io possa aiutarla» disse schiettamente «Ma so anche che se sono qui è perché lei ha un piano preciso, non è vero?»
«Sei un ragazzo molto sveglio, Draco. Sei un importante alleato per la nostra causa, desidero che tu lo sappia» disse l’uomo, Draco desiderava solo che arrivasse al sodo in fretta «Quando ho visto il tuo avvicinamento ad Harry, già sapevo che avremmo avuto questa discussione».
«Lei sapeva…?» Silente annuì «Anche della missione?»
«Certo, ragazzo, il professor Piton mi aveva informato» asserì l’anziano «Ti ho fatto tenere d’occhio, ma mi sono accorto che per te, qualcosa è cambiato. Per quanto tu sia un ottimo occlumante e la tua mente sia inaccessibile, non si può dire lo stesso del tuo cuore» disse l’uomo appoggiandogli una mano sul petto all’altezza del cuore «Il tuo è un cuore puro, Draco, e lo hai dimostrato, quando hai cambiato schieramento per amore».
Draco arrossì impercettibilmente e chiese: «Quindi perché sono qui?»
«Non ti piace girare troppo intorno all’argomento» disse l’uomo, Draco scosse la testa «D’accordo, andrò subito al nocciolo spinoso della questione» il ragazzo fu grato per quella frase «Tra non molto chiederò ad Harry di accompagnarmi a recuperare un horcrux, credo di averne localizzato uno».
«Come? Davvero? Ha bisogno di aiuto? Vuole dire che…?» iniziò a chiedere a raffica, senza neanche respirare.
L’uomo alzò una mano per fermarlo e lui si zittì, lasciando che continuasse «Per quel giorno voglio che tu sia pronto».
«P-Pronto per cosa?»
«Dovrai portare via Harry quando te lo dirò. Qualsiasi cosa accada quella notte, tu devi portare via Harry, è molto importante che tu lo faccia».
«Perché?»
«Temo di non poter rispondere a questa domanda» rispose mellifluamente «Allora, ho la tua parola? Porterai via Harry al mio segnale?» il ragazzo annuì, incredulo. Non sapeva cosa sarebbe successo, né quando sarebbe successo. «Devo chiederti di non credere a tutto quello che vedrai, le cose devono essere fatte nel modo giusto».
«Signore, credo di non capire» ammise il giovane, sentendosi sempre più confuso.
«Non preoccuparti, capirai a tempo debito» affermò con calma il preside «Quando tu e Harry scapperete, non resterete ad Hogwarts, sarebbe troppo pericoloso per voi due» Draco fece per chiedere qualcosa, ma Silente continuò «Andrete a cercare gli horcrux, li troverete tutti e li distruggerete».
«Lo faremo» promise il ragazzo.
«Il giorno che chiamerò Harry, dovrai venire qui nel mio ufficio. Troverai due sacche, una per te, una per Harry e le rimpicciolirai per metterle in una tasca» Draco annuì «Poi andrai alla torre di astronomia portando con te il mantello di Harry, a quel punto, al mio segnale, lo porterai via verso la foresta proibita, siamo intesi?»
«Sì, signore, intesi» rispose prontamente «Preside, posso chiederle come faremo a rintracciare gli horcrux? Abbiamo fatto ricerche ovunque, ma non abbiamo trovato nessun incantesimo per localizzarli».
«La magia oscura lascia sempre una traccia» disse il mago «Sarete in grado di trovarli, quando vi ritroverete davanti ad essi». Non era affatto d’aiuto, onestamente, Draco immaginava che il mago più potente del mondo magico desse più informazioni a un ragazzino incaricato di trovare i pezzi dell’anima di un pazzo assassino che l’aveva frantumata per poter essere immortale. E lui gli dava degli indovinelli invece di indicazioni? Forse su Silente suo padre non si sbagliava. Vecchio rimbambito – pensò irritato. Non solo li mandava a rischiare la vita, ma non dava loro neanche uno straccio di indizio. Iniziava bene quella sorta di alleanza con il preside.
«Okay…» rispose il ragazzo «Come la troviamo? Deve esserci un modo… un incantesimo di localizzazione? Abbiamo un horcrux, no? Il diario di Tom Riddle, giusto? Potremmo usare quello».
«Molto astuto» disse il vecchio «Ma ci ho già provato, non funziona così, ogni oggetto è diverso proprio per evitare che venga localizzato da chi ha intenzione di distruggerli».
«Dannazione».
«Troverete il modo, ne sono certo».
Draco annuì, non molto convinto di ciò che sentiva né di quello che provava e restò con il preside a farsi dire i dettagli, piuttosto vaghi e non molto dettagliati del piano per trovare gli horcrux. Potevano essere distrutti da maledizioni, da veleni potenti e incantesimi maledetti. Lui sapeva usare le maledizioni senza perdono, facevano parte del pacchetto figlio di mangiamorte, ma non sapeva se fossero sufficienti a distruggere artefatti di magia oscura. Però era un abile pozionista, avrebbe potuto creare qualche veleno potente – o avrebbe potuto rubarne qualcuno da Piton - per poterli distruggere, sempre che esistessero veleni che potessero distruggerli.
Quando il preside lo congedò, Draco si sentì sollevato, salutò il preside con educazione e si concesse di fare una carezza alla fenice, che gli rivolse una strana occhiata, poi decise che era ora di andare via e si avviò verso la porta. Tuttavia non riuscì neanche ad uscire da lì che la voce del preside lo fermò sul posto.
«Ah, Draco, prima che tu vada, c’è un ultima cosa che vorrei chiederti».
«Mi dica».
«Potresti disarmarmi?» chiese l’uomo, Draco strabuzzò gli occhi incredulo, forse aveva solo sentito male. Forse non aveva sentito davvero quello, forse uno dei quadri aveva parlato.
«T-Temo di non aver capito, preside».
«Disarmami, figliolo» ripeté l’uomo «È necessario che tu lo faccia».
«Va bene… va bene» con la mano tremante prese la sua bacchetta tra le dita e la puntò sul preside «Expelliarmus» pronunciò. La bacchetta del preside scivolò via dalle mani dell’uomo e volò dritta tra le dita del ragazzo. Non aveva mai visto una bacchetta del genere, sottile, leggera, maneggevole. Sembrava essere molto potente, dopotutto apparteneva a Silente. Non capiva il perché di quella cosa, ma sapeva che Silente non avrebbe risposto alla sua domanda, così la tenne per sé.
«Grazie» disse il preside.
«Ecco» Draco gliela rimise tra le dita e lo guardò interrogativo «Tutto qui?»
«Per ora sì. A presto, Draco».
«A presto, signore».
Draco uscì dall’ufficio di Silente, gli sembrò che fossero passate ore, non si era reso conto del tempo che aveva trascorso lì e aveva una strana sensazione dentro di sé. Aveva disarmato il preside, cosa significava? Perché aveva voluto così? Perché l’aveva chiesto a lui e non a Harry? C’era qualcosa di molto strano sotto e non aveva ancora abbastanza elementi per venirne a capo. Ce l’avrebbe fatta sicuramente, quella missione poteva portarla a termine, poiché entrambi avevano il solo obiettivo di tenere al sicuro Harry Potter.
 
Quando uscì dall’ufficio di Silente, era così provato che andò direttamente nel dormitorio, senza neanche passare per la Sala Grande per la cena. Aveva solo voglia di sdraiarsi e ragionare su quanto accaduto quel pomeriggio. Il preside gli aveva detto di andare da lui quando sarebbe uscito dall’infermeria, e Draco l’aveva fatto, ovviamente. Certo, era stato un colloquio piuttosto strano e intricato, ma il preside gli aveva affidato una delle missioni più delicate esistenti: proteggere Harry. Era buffo che il suo unico obiettivo fin da quando si era avvicinato a lui e il piano del preside fossero così simili. Anche se molte cose di quel piano gli erano oscure: il preside gli aveva chiesto di portare via Harry, in un giorno particolare, quando lui l’avrebbe ordinato. Inoltre lui e Harry, dopo questo misterioso evento, dovevano partire, il preside già sapeva tutto, perché doveva tenerli sulle spine? Perché non poteva essere chiaro con loro? Dirgli per filo e per segno cosa erano chiamati a fare? Ma sì, mandiamo due sedicenni alla ricerca di malvagi e terrificanti horcrux senza neanche avvisarli! – se non avesse giurato fedeltà a Harry, avrebbe volentieri affatturato quel vecchiaccio rimbambito. Tuttavia, sapeva che Harry non l’avrebbe presa proprio bene, anzi…
E poi perché si era fatto disarmare da lui? Che diavolo significava?
Raggiunta la sua stanza, Draco era ancora scosso e confuso e arrabbiato perché non capiva cosa volessero dire tutte quelle cose, avrebbe voluto almeno uno straccio di spiegazione, invece di enigmi e cose assurde. E poi Piton gli aveva riferito della sua missione, quindi il preside sapeva che era vicino a Voldemort. Che avesse sempre saputo tutto, ma taciuto fino a quel momento? E se era così, perché si era comportato così? Perché li aveva esposti al pericolo?
Si sedette sul letto e si prese la testa tra le mani, era un bel grattacapo. E non riusciva a venirne a capo. Poteva parlarne con Harry? Magari insieme avrebbero trovato una soluzione, il preside non aveva detto che doveva restare segreto… e lui e Harry avevano il loro patto che non ci sarebbero dovuti essere segreti di alcun genere tra di loro.
Sbuffò sonoramente e chiuse gli occhi, cercando di pensare a una soluzione plausibile.
«Ehi, Draco!» la voce di Harry risuonò nella sua mente e sentì dei colpi sulla sua porta «Draco, aprimi!»
Oh santo cielo, e cosa vuole adesso? – si chiese alzandosi «Dray!»
Il biondo spalancò la porta con le gote rosse e lo sguardo smarrito «Non chiamarmi mai più così, Potter!»
«Almeno mi hai aperto, ti ho aspettato al tavolo dei Serpeverde, hai idea di quanto sia stato imbarazzante?» chiese con il cipiglio alzato «Mi sono preoccupato, non sei venuto a cena e sì, sapevo che eri con Silente, ma…» sospirò «Scusa, a quanto pare volevi stare solo un po’ da solo».
«Vieni, entra» disse scostandosi dalla porta della stanza «Non ti stavo evitando, ero solo stanco» affermò e vide l’altro annuire «Sul serio, avrei detto a Pansy o a Blaise di farti venire qui» rivelò e vide il moro tirare un sospiro di sollievo, davvero aveva creduto che lui potesse volerlo evitare? «Ma tu come sei entrato?»
«Ho gentilmente chiesto la parola d’ordine a Blaise, si è messo a ridere, dice che lui a Neville l’ha rivelata subito, ma tu non l’hai detta a me» borbottò – Draco adorava quando Harry metteva il broncio, sembrava ancora più tenero «E quindi ha detto che sei un idiota e che forse ti eri addormentato».
«Beh, non è andato lontano dalla verità» rispose il biondo «Stavo riflettendo in realtà, vieni, che lo facciamo insieme».
Harry annuì entrando e «Allora com’è andata? Silente ha detto qualcosa su Piton?» chiese subito. Draco scosse la testa e chiuse la porta, non voleva che orecchie indiscrete potessero sentire la loro conversazione. Si voltò verso il moro e lo raggiunse, sedendosi accanto a lui sul letto, intrecciò le proprie dita con le sue e osservò le loro mani unite, come aveva fatto la prima volta che si era reso conto che Harry non era poi così male, quella famosa ubriacatura di Halloween che aveva cambiato parecchie cose tra di loro.
Un sorriso tenero increspò le sue labbra e Harry si affrettò a dargli un bacio a stampo «Stai bene, Draco?»
«Sì, sì, certo, sto bene» disse e non mentiva «Sono solo molto confuso, il discorso che mi ha fatto Silente è stato strano e… a tratti misterioso».
«Lui è fatto così» rispose il Grifondoro «Non dice mai tutta la verità, credimi, dopo l’anno scorso ne so qualcosa».
«Immagino» disse accarezzandogli il dorso della mano con il pollice «Sì, ora capisco come ti sentivi, ecco perché eri un po’ fuori di testa l’anno scorso. Non c’ero neanche io, onestamente, Potter, come sei sopravvissuto fino ad oggi senza il sottoscritto?» scherzò. Harry scoppiò a ridere e gli diede un altro bacio. Non avrebbe mai smesso di baciarlo, in realtà.
«Non ne ho la più pallida idea, Malfoy» rispose divertito stringendogli la mano.
«Comunque, ha detto che sapeva della mia missione fin dall’inizio perché Piton gliene aveva parlato, poi ha iniziato a parlare degli horcrux e ha detto che ti chiamerà perché ne ha localizzato uno e quando tornerete dovrò proteggerti perché sarai in pericolo» raccontò brevemente «E poi ha detto che io e te dovremo andare in giro a cercarli e a distruggerli… tutto qui. So solo questo» disse il ragazzo, Harry annuì pensieroso e cercò di capire anche lui qualcosa, ma non riusciva a capire come potessero loro due, da soli, distruggere artefatti così potenti «Ah, e prima che andassi via mi ha chiesto di disarmarlo, non ha voluto dirmi perché».
«E questo che vuol dire? Non ha senso!»
«Non ne ho la più pallida idea» rispose il biondo con una scrollata di spalle «Sono piuttosto confuso a dir la verità».
«Lo capisco» disse il moro «Nient’altro?»
«Nient’altro» confermò Draco con un sospiro «Non ha più nominato Piton, e temo che non crederà mai al nostro sospetto, perché l’ultima volta che gli ho parlato, ha detto che si fida ciecamente di lui»
«Non ha senso, non metterebbe mai degli studenti in pericolo! Se Piton è un mangiamorte e sta ingannando l’ordine… e se Silente lo sa…»
«Forse è vero. Forse non voleva farmi del male e stava agendo per proteggermi come ha detto Silente, insomma è Piton, è sempre inquietante. Forse finge di essere un mangiamorte e sta realmente dalla parte di Silente, ma noi non dobbiamo saperlo».
«Questo è terribilmente contorto» si lamentò il moro, l’altro non poté far altro che annuire. Harry sbuffò sdraiandosi sul letto del suo ragazzo e trascinandolo con sé per abbracciarlo «Ne verremo a capo» promise. Draco si sentì stranamente sollevato per la sua affermazione, era grato che Harry fosse lì al suo fianco e che gli stesse promettendo quelle cose, era convinto che tutti e due insieme, potevano affrontare qualunque cosa.
Harry gli baciò teneramente una guancia «Sei ancora preoccupato?»
«Da morire» sbuffò, appoggiando la testa sulla spalla del moro «Silente ha detto che ti porterà con lui a cercare un horcrux, perché non mi fa venire con voi? Potrei aiutare, lo sai» Harry annuì «Se fosse pericoloso per te, come farò a proteggerti?»
«Vedrai che andrà tutto bene» disse il moro accarezzandogli gentilmente i capelli «Lo sai, me la cavo sempre».
«Fortuna sfacciata».
Harry ridacchiò e annuì, dandogli un bacio tra i capelli «Grazie per non avermi nascosto le cose».
«Te l’ho promesso, non ti mentirò mai più».
Harry sorrise e annuì, abbracciandolo forte. Era ancora un po’ scosso dagli ultimi avvenimenti, ma non voleva perdere Draco e, nonostante tutto quello che era successo, si fidava di lui e sapeva di amarlo ancora. Draco credeva di essere un codardo, ma non lo era… era coraggioso perché alla fine aveva ascoltato il suo cuore, invece degli ordini.
«Lo sai che il tuo atteggiamento è stato da vero Grifondoro?»
«Dillo di nuovo e ti lascio, Potter» ribatté staccandosi da lui e colpendolo con un cuscino; Harry scoppiò a ridere e ricambiò il gesto; si presero a cuscinate, fino a che Harry non afferrò Draco per le braccia e lo avvicinò a sé per baciarlo ancora una volta e per passare tutta la nottata accanto a lui a pomiciare con lui e a fargli le coccole.





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Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
 
Holaaaa, rieccoci! In questa piovosa notte (quindi chiedo scusa per eventuali sviste, ma data la tarda ora notturna di sicuro qualcosa è sfuggito!) tra sabato e domenica, torno con l’ottavo capitolo, seconda parte del settimo (infatti, come potete notare il titolo è lo stesso, cambia il sottotitolo lol) che per ragioni di lunghezza ho dovuto spezzare lol (neanche questo scherza in fatto di lunghezza, ma… ehm, ops. Non so scrivere poco).
Harry adesso sa tutto e anche se dentro di sé è ancora un po’ irritato da ciò che Draco gli ha nascosto (lo vedrete più avanti, tenderà ad essere un po’ scemo nei confronti di Draco) lo perdona ed è ansioso per lui. Da questo capitolo inizia una forte fratellanza tra Grifondoro e Serpeverde, che, seguendo l’esempio sia di Draco e Harry sia di Blaise e Neville, iniziano a collaborare tra di loro! BTW, vedrete come collaboreranno le due case. Per ora sappiate questo: i Malfoy non sanno ciò che è successo con Goyle, né che Draco li ha traditi, perché il signorino ha Piton che (volgarmente parlando) gli para il culo e sta provvedendo a sistemare la situazione per conto di Silente, che non è molto chiaro quando dice le cose e come vedrete a Draco la cosa non va giù per niente. Eeeeh, Draco è un po’ meno leale di Harry, ops. Comunque un po’ di tenerezza Drarry ci voleva dopo il litigio dello scorso capitolo. Spero si sia capito che la lettera era falsa e non c’è alcuna scadenza per la missione di Draco lol serviva il pretesto per far scoprire la verità a Harry.
Menzione speciale del mio bimbo (Ron) che va a parlare con Harry, mi piace da morire scrivere pezzi in cui Ron e Harry si sostengono a vicenda (Ron sarà un’ottima spalla anche per Draco nei momenti difficili, più avanti, aw)
Questo è il penultimo capitolo della prima parte della storia (ambientata a Hogwarts durante il sesto anno LOL) poi ci sarà un capitolo “di transito”, ma importantissimo e poi inizierà la seconda parte con la ricerca degli horcrux :D
Intanto, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ci ho messo tutto il mio corazón per scriverlo <3
Ringrazio tutte le persone che seguono e leggono la storia, lilyy e Eevaa che hanno recensito lo scorso capitolo, chi ha recensito i precedenti e chi la aggiunge nelle varie categorie!
Credo di aver detto tutto, se avete domande, curiosità, insulti, quello che vi pare fatemelo sapere anche con un gufo o un segnale di fumo!
A prestissimo, people, grazie per il supporto :3
 
PS. AVVISO: la prossima settimana potrei ritardare di un giorno o due (ma se riesco – non c’è certezza di ciò – cerco di anticipare a giovedì) perché lunedì prossimo (4 novembre) ho una prova intercorso all’università, quasi quasi chiedo a Voldemort di uccidermi con un Avada Kedavra prima… anyway, farò il possibile per non mancare! 
 
Fatto il misfatto!

   
 
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