Cap.58
La verità
“Dove
siamo? Mi è girato tutto, mi è sembrato di
essere al Luna Park” gemette Goku.
“Penso
che i nostri corpi siano svenuti e noi siamo
nuovamente finiti altrove con le anime” spiegò
Vegeta. Sentì Goku che gli
posava una mano sulla spalla e digrignò i denti.
“Toglila da lì Kakaroth, o te
la mozzo” ordinò.
Goku
sporse il labbro inferiore.
“Davvero?
Dopo tutto quello che abbiamo passato e gli
ultimi combattimenti devi ugualmente essere così
scontroso?” piagnucolò.
Vegeta
si guardò intorno, un deserto si stagliava a
perdita d’occhio, alzò la testa e
impallidì, vedendo due soli cocenti ribollire
sopra di loro. Spiccò il volo e guardò alle sue
spalle, lì dove il cielo
diventava di un azzurro più terso intravide delle palme,
alle loro spalle una
città dalle alte guglie di metallo.
Riatterrò,
tremante.
“Questo…
Questo è Vegeta-sei” esalò, pallido in
viso.
“Vargas?!!”
grido Goku. Rischiò di cadere in avanti,
mentre una figura possente, vestita di piume rosse volte a ricordare
una
fenice, compariva dinnanzi a loro, avanzando lentamente.
“Non
mi dire. Sempre lui” commentò acido il principe
dei saiyan.
“Vedo
che sei contento di rincontrarmi, discendente.
Sì che senza di me non avreste vinto”
ironizzò l’antico guerriero.
“Sai,
ogni volta che ci sei tu, ci sono, o ci sono
stati, guai” continuò feroce Vegeta.
“Dai
Vegeta, non litigarci. Vargas, ci può dare una
spiegazione? Come mai il pianeta Plant si è trasportato
qui?” chiese Goku,
guardandosi intorno confuso.
“Non
è mai esistito nessun pianeta Plant. È una delle
tante menzogne che vi sono state raccontate”
cominciò a spiegare Vargas. “Com’è
possibile? Io ci ho combattuto da
bambino…”. Cominciò Vegeta
infervorandosi.
“No,
quel luogo in cui hai combattuto era un pianeta
in un cui gli ultimi zufuru si erano nascosti. Teoricamente il pianeta
che
sorgeva qui era Plant. Plant è Salad, poi divenuto
Vegta-sei”disse teatrale il
primo supersaiyan della leggenda.
“Allora
era vero. I Saiyan erano senza casa e hanno
conquistato questo pianeta” mormorò Goku con voce
spezzata. “Ti sbagli. Io sono
vissuto millenni fa, ed ero un saiyan, e questo era il mio pianeta. I
miei
antenati, gli dei polpi, sono nati e cresciuti in questo pianeta.
Come sai,
proprio in onore al nome di Vegeta, decisi di fondare quel casato di
re” ricordò
il guerriero dall’occhio sfregiato.
“Ci
stai prendendo in giro? Allora che ci facevano qui
gli zufuru?!” urlò Vegeta.
“I
saiyan, come sapete, un tempo erano un popolo
pacifico. Amavano i combattimenti, ma non la guerra. La prima che
combattemmo fu
quella contro quello che voi avete conosciuto come “il
serpente”.
Era
un changelling d’incommensurabile potenza, che
aiutato da Odion il traditore cercò di conquistare il
pianeta. Io lo sconfissi
diventando supersaiyan.
Della
vera storia, nei secoli, non rimase memoria come
sapete, ma il supersaiyan rimase un guerriero di leggenda nella memoria
di
tutti. Questo perché venni trasformato in un dio”.
Aggiunse Vargas, con il tono
di chi spiega a dei bambini un po’ tardi.
“Dicci
qualcosa che non sappiamo” lo incalzò il
principe.
“Nei
secoli si evolsero due tronchi dai saiyan
originali. Un gruppo di èlite, scelto tra i migliori come
forza combattiva,
continuarono a chiamarsi saiyan. Purtroppo questa continua scelta tra
le
migliori capacità guerriere fece in modo che il livello
intellettivo dei saiyan
ne risentisse e che nascessero solo dei guerrieri giganteschi, stupidi
e
portati all’omicidio immotivato. Il resto della popolazione,
invece,
nell’evoluzione divenne più minuta,
com’erano stati i nostri antenati: coloro
che conosciamo come dei polpi.
Questo
secondo ramo provava uno spassionato amore per
la scienza, ma quasi nessuna potenza combattiva. Non tentarono neanche
di
allenarsi, preferirono dedicarsi alle innovazioni. Un popolo che
rassomigliava
ai terrestri molto più di noi.
Si
fecero chiamare Tsufuru”. Continuò il primo
possessore del potere reale.
“Allora
noi siamo parenti di Baby?!” urlò Goku,
scandalizzato.
“Orribile.
Io non voglio avere niente a che fare con
una popolazione simile, pensare che siamo persino la stessa razza!
Comunque,
Kakaroth, Baby è una macchina, quindi non
c’entra. Gli Tsufuru l’hanno solo
costruito” rispose Vegeta, con una smorfia di
disgusto dipinta sul viso.
<
Mi chiedo se tutta questa spiegazione sia dovuta
alla mia scelta di resuscitare la principessa degli Tsufuru >
pensò.
“Tuo
nonno, Vegeta, era un re aggressivo e malvagio
senza motivo. Il suo unico interesse era divertirsi e avere molte belle
donne
intorno. Lascio che la sua gente venisse schiavizza”. Dovette
ammettere il
guerriero.
<
Alcuni miei discendenti mi suscitano veri moti di
disgusto > pensò.
“Ecco
che si spiegano il padre di Calgare e Paragas
nella tua famiglia”. Aggiunse Goku.
“Smettila
di interrompere!” lo rimbeccò con malagrazia
il principe dei saiyan.
“Gli
Tsufuru ormai erano in maggioranza. Si sentivano
superiori ai saiyan e non sopportavano che fosse ancora un re saiyan a
governare.
Elessero
un re loro ed uccisero l’esponente della
famiglia reale dei Vegeta di allora, nonostante questo gli consentisse
il bello
e il cattivo tempo sui saiyan.
Fecero
un enorme errore. Non uccisero l’allora
principe. Essendo un bambino, lo obbligarono a divenire schiavo della
figlia
del nuovo re Tsufuru.
Misero
tuo padre, il futuro Re Vegeta, nella stessa
casa con un altro piccolo schiavo: Bardack.
Crebbero
insieme fino ai vent’anni. Tuo padre era
portato al comando ed era molto forte, ma solo grazie ai consigli di
Bardack
riuscì a comandare egregiamente tutti i saiyan in guerra.
Nonostante
fossero inferiori di numero, erano più
forti e più grandi di stazza rispetto agli Zufuru.
Il
plenilunio di entrambe le lune, che sul pianeta
Vegeta sorge solo ogni otto anni, li favorì, trasformandoli
in Oozaru mille
volte più potenti del normale.
La
vittoria fu loro, ma con la scusa di sterminare
tutti gli Zufuru, distrussero anche i pianeti vicini. Assaggiarono il
sapore
del sangue e della guerra, si contaminarono non riuscendo
più a fermarsi. Senza
gli Zufuru, però, sorse un nuovo problema. Senza tecnologia,
in un pianeta
deserto con due soli enormi, rischiavano di morire, mancava anche
l’acqua senza
sistemi di condotti e pozzi tecnologicamente avanzati.
Decisero
allora di allearsi con il popolo in quel
periodo più avanzato: i changelling.
Colei
che era stata ‘padrona’ del re, diventata regina
degli Tsufuru a seguito della morte in guerra dei suoi genitori,
propose di
sposare sua figlia a te, Vegeta. In questo modo la guerra sarebbe
finita.
Re
Cold, perciò, diede ordine a Freezer di uccidere la
principessa. In questo modo non vi fu pace e gli Tsufuru furono
sterminati.
I
saiyan, non avendo né libri, né memorie, avendo
dimenticato la verità nella deformante memoria orale, e
caddero in un errore fatale.
I changelling, la famiglia Cold soprattutto, non avevano dimenticato la
sconfitta avvenuta ai miei tempi.
Fu
l’occasione per ridurre la razza dei saiyan a
schiavi, utilizzando la loro forza per conquiste sempre maggiori. Come
sapete,
quando divennero troppo forti e pericolosi, Freezer li
sterminò. Conosceva la
nostra natura e sapeva che prima o poi ci saremmo ribellati, alla
ricerca della
libertà” terminò l’antico
supersaiyan.
“U-Urca”
esalò Goku.
“Si
dice che un antenato della famiglia Cold venne
sterminato da un guerriero dorato addirittura ai tempi degli dei polpi,
quando
iniziò l’evoluzione verso la razza saiyan, ma
questo non so se è realtà o
leggenda” ammise Vargas.
“Perché
né Paragas, né Baby, né Freezer ci
hanno mai
detto la verità?” chiese Vegeta.
“Avevano tutti i loro interessi e il loro
tornaconto. Paragas era un figlio illegittimo che voleva il trono
utilizzando
il potere di suo figlio. Baby aveva le cellule dei Re degli Tsufuru e
voleva il
potere che non aveva potuto avere utilizzando proprio il corpo di un
legittimo
erede alla dinastia dei Vegeta. Freezer si è sempre
divertito a mentire, in
fondo si deve a lui la menzogna del meteorite” rispose Vargas.
Vegeta
fece un ghigno storto.
“Per
non ammettere che aveva obbedito agli ordini di
suo padre come un cane ammaestrato, vorrai dire” disse acido.
Vargas
scomparve.
I
due saiyan si stesero nella sabbia, alle loro spalle
era comparso l’immenso tempio di Geta, il dio dei soli.
********
<
Quanto tempo siamo stati qui a riflettere. Ore
forse?
Abbiamo
ricominciato a muoverci solo adesso > pensò
Vegeta.
“Vegeta,
a cosa pensi?” domandò Goku, spezzando il
silenzio.
“Hai altre
sconcertanti rivelazioni?” chiese Vegeta.
“Si,
siamo cugini di secondo grado” rispose Goku,
seriamente.
Il
maggiore lo guardò con gli occhi ridotti a due
fessure.
“Non
me lo ricordare…” ringhiò.
“Allora
tu ne hai?” rispose Goku. Chiuse gli occhi e
ridacchiò.
“Si.
Ho finalmente capito qual è stata la famosa
guerra in cui mio padre giovanissimo ed una terza classe potentissima,
entrambi
ventenni, hanno combattuto fianco a fianco. Quel guerriero divenne il
suo
braccio destro. L’unico abbastanza fidato che non avrebbe mai
tradito.
Persino
i suoi fratelli, i suoi ufficiali, non avevano
nella sua vita, sia che come re che come uomo, lo stesso
posto” rispose Vegeta.
“Uuuuuh.
Chi era?” chiese Goku con tono interessato.
“Tsk,
lo stesso di adesso. Il generale Bardack…Ora se
non ti dispiace, sarebbe meglio teletrasportarci dagli altri,
altrimenti ci
daranno per dispersi”. Aggiunse il principe.
<
Lo so che ti sei intristito per la faccenda della
guerra civile, causata dal potere e dalla stupidità umane
> pensò Vegeta.
“…
Mio padre” sussurrò Goku con tono orgoglioso.