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Il buio l'acceca, e se si rendesse conto dell'assurdità della cosa, si renderebbe conto che tutto ciò non è reale.
Ma non ci riesce perché l'unica cosa che vede è Nami che gli da le spalle e si allontana.
Si sente bloccato, incatenato, eppure la cartografa ha usato la sua Wado per tagliare le corde con cui gli uomini di Aarlong l'avevano legato, liberandolo.
E ora abbandonandolo.
Non pronuncia parola, ma Zoro sente che è un addio il suo e non lo accetta.
No, ha promesso a Rufy che l’avrebbe riportata indietro.
Che non le avrebbe permesso di abbandonarli.
Che non l’avrebbe abbandonata.
L’ha promesso al capitano.
L’ha promesso a se stesso.
Prova ad urlare, a ordinarle di restare.
Prova ad alzarsi e ad allungare braccia e gambe per afferrarla.
Ma è tutto inutile: Nami se n’è andata senza dirgli addio.
Se n’è andata per sempre.
Non tornerà.
Non gli ha detto addio.
Non l’ha guardato.
L’ha lasciato lì, a terra, immobile, incapace di ogni movimento, di ogni parola, di ogni sentimento per…
Spalanca gli occhi e quasi ringhia contro il silenzio assordante della notte immersa nella nebbia.
Non c’è la risacca, non c’è gabbiano che stride, non c’è alcun rumore che soffoca il martellare indefesso del suo cuore.
Ma c’è Nami.
Stretta al suo fianco che dorme, tranquilla, priva di incubi.
Lei.
Si volta sul fianco, abbracciandola e stringendola forte.
Alla fine non era un addio, quello, ma poteva esserlo.
Forse un giorno lo sarà.
Forse.
-Shhh, shhh- lo stringe Nami, permettendogli di posare il capo sul suo petto, accarezzandogli i capelli e cullandolo -Sono qui-
Zoro respira.
Sapeva che nelle notti di nebbia tutto tace tranne gli incubi.
Tutto tace.
Anche il Ming-Gat di Nami, che mai ci sarà.
L’ha promesso a se stesso Zoro.
Ming-Gat, andarsene per sempre senza dire addio.
(Indonesiano)