Amore vuol dire non esser soli

George lottava, da molto tempo. Aveva perso di vista suo fratello da un pò.  Sperava che stesse bene.
Una luce verde lo risvegliò dai suoi pensieri e si scansò in temo per evitarla. Tornò a concentrarsi sui suoi avversari mandandogli maledizioni e cercando di evitare gli amici e i compagni.
Poi improvvisamente si sentì strano, vuoto, senza forze. Appoggiò la schiena al muro e si accasciò per terra.
Una stranissima sensazione lo aveva invaso. Strana e brutta. Non capiva o forse non voleva capire.
Restò li per parecchio tempo e si riscosse solo quando la voce di Voldemort comunicò una pausa.
Lentamente, molto lentamente e con timore si avviò in Sala Grande.
Voleva correre per accertarsi che stessero tutti bene.
Ma aveva paura, una tremenda paura di varcare quella porta. Lo sentiva, qualcosa non andava.
Fred, Fred, Fred, Fred.
Voleva parlarci, sentirlo ridere, fare battute, assicurasi che di averlo lì.
Ma il suo cuore lo stava avvertendo, preparando.
Quando raggiunse la sua destinazione fece vagare lo sguardo e individuò la sua famiglia. In cerchio, attorno ad un tavolo.
E lui sapeva, non voleva ammetterlo, ma sapeva chi c'era su quel tavolo.
Piano, con passi misurati li raggiunse.... e il mondo gli crollò addosso.
Non si può essere preparati a questo.
Non si può essere pronti a vedere un fratello, un amico disteso su un tavolo senza più vita.
Ma Fred era lì, freddo ed immobile a dimostrare che non c'era più.
Morto. Morto. Morto. Morto. Morto.
Una sola parola,  ripetuta fino all'esaurimento.
Non poteva crederci, non voleva crederci.
Si sentì svuotato, privo di vita.
Senza allegria.
Solo come non lo era mai stato. Perchè Fred era una parte di lui. Una parte importante.
Quando la sua famiglia lo vide si zittì e lo osservò, tutti divisi tra dolore e preoccupazione.
Neanchè più un rumore, tutti trattenuti ad aspettare una sua reazione. Per minuti.
Poi la più piccola di casa Weasley singhiozzò. E in quel angolo dove c'era silenzio tutti si voltarono verso di lei.
Anche George la guardò.
Ginny. Lei era la più attaccata a loro. Sempre pronta ad aiutarli nei loro scherzi, nelle loro malefatte.
Singhiozzò e tornò a piangere quel fratello perso, attaccandosi alla madre.
George si lasciò scivolare sulle ginocchia fino a raggiungere terra.
Calde lacrime cominciarono a rigare le guance.
Consapevolezza. Paura del futuro. Un futuro da solo, perchè nessuno poteva sostituire il gemello.
Poi un abbraccio che lo fece sentire protetto.
Braccia che lo circondarono, lo accolsero.
Braccia che da quel momento in poi significarono casa.
Di Angelina le braccia.
Allora, forse, non si sarebbe sentito così solo.
Perchè ormai da tempo sapeva di amare Angelina e Amore vuol dire non esser soli!

Note Autrice:
Ciaoooo! Spero ch questa breve storia vi sia piaciuta e spero di essere riuscita ad esprimere bene il dolore di George.
Mi fate sapere cosa ne pensate????????