Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: 18Ginny18    12/11/2019    1 recensioni
[Missing moment della serie "The Black Chronicles"]
Cos'è successo alla Coppa del Mondo? Questa breve storia, che avevo tagliato da un capitolo di 'Secrets' e che adesso ho rivisitato, vi darà qualche delucidazione.
Piccolo assaggio:
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 3


I gemelli erano di umore nero. Ginevra avrebbe voluto parlare con loro dell'accaduto ma sapeva che, se solo ci avesse provato, loro avrebbero reagito bruscamente e l'avrebbero allontanata. Ormai li conosceva fin troppo bene. Dovevano rimanere soli ancora per un po' per sbollire la rabbia.
Ron e Harry le camminavano accanto e quest'ultimo non faceva altro che domandare cosa fosse una Passaporta, che tipo di oggetto fosse... era così elettrizzato che sembrava un bambino che andava per la prima volta alle giostre. La piccola Weasley lo trovava terribilmente carino e Hermione non faceva altro che punzecchiarla, insistendo che doveva essere lei a fare la prima mossa con il ragazzo.
- Ma sei matta? - esclamò la piccola Weasley, facendo voltare Harry e tutto il resto del gruppo, così da diventare rossa dall'imbarazzo e desiderare di sparire in quel preciso istante.
Harry le sorrise impacciato.
È così dolce e carina quando diventa rossa”, si trovò a pensare ma subito dopo si diede dello stupido. “No, Harry. È la sorellina del tuo migliore amico”.
Attraversarono a fatica l'umido viale scuro che portava al villaggio, il silenzio rotto solo dai loro passi.
Harry aveva le mani e i piedi congelati.
Il signor Weasley continuava a controllare l'ora.
- Ehi, papà! – disse Ron, stanco. – Manca ancora molto?
Il signor Weasley arrestò il passo e annunciò: - Siamo arrivati! Ora ci serve solo la Passaporta - disse scrutando il terreno intorno. - Non dev'essere grossa... avanti...
Si sparpagliarono per cercarla e Ginevra approfittò dell'occasione per avvicinarsi ai gemelli. Loro avevano ancora l'aria furiosa, ma concordarono di non parlare nemmeno per un secondo di ciò che era successo con la madre. Preferivano distrarsi e parlare con la loro amica, anziché deprimersi.
Per le mutante di a pois di Merlino! Loro erano i gemelli Weasley: terrore degli insegnanti e re degli scherzi! Nulla avrebbe mai abbattuto il loro umorismo e il loro modo di essere.
- Allora... come hai passato l'estate senza di noi?
Lei sorrise, con Fred e George era sempre stato così. Sapeva che quei musi lunghi non sarebbero durati al lungo.
Raccontò loro di suo padre e di quanto fosse felice di riaverlo nella sua vita e parlò anche di tutti gli scherzi che il povero Remus Lupin era costretto a subire per causa sua. Questo fece sorridere i due ragazzi e Ginevra ne fu felice. Certo, George aveva la guancia un po' arrossata ma lei sapeva che i gemelli Weasley erano forti e che niente avrebbe mai scalfito la loro pellaccia dura. Ma si vedeva lontano un miglio che non erano a loro agio in quel momento... probabilmente erano in imbarazzo. Delusi. Feriti.
Non era facile mandare giù una pillola tanto amara, era stato terribile ciò che era successo quella mattina. Molly era ovviamente a pezzi, ma Fred e George lo erano ancor di più. Avevano sputato fuori tutto ciò che avevano sempre pensato, tutto ciò che si erano tenuti dentro per tanti anni ma che erano sicuri che non avrebbero mai detto. Purtroppo il danno era fatto e loro erano troppo orgogliosi per chiedere scusa, anche se desideravano farlo con tutto il cuore.
Bisognava avere solo molta pazienza con i gemelli Weasley, non era necessario forzarli. Prima o poi avrebbero fatto la cosa giusta.
- Devo dirvi una cosa – enunciò in fine Ginevra. - Vi sembrerà un po' strano e confuso, ma vi spiegherò tutto in ogni dettaglio.
Fred e George la guardarono, incuriositi.
Finalmente lei aveva deciso di confessare ai suoi migliori amici che Harry era suo fratello. Era stanca di tenere un segreto così grande a Fred e George. Loro erano più che amici per lei, più che fratelli. Ma da dove poteva cominciare?
Ad un tratto un grido lacerò l'aria immobile.
- Qui, Arthur! Qui, vecchio mio, l'abbiamo trovata!
Dopo svariati minuti di disperata ricerca della Passaporta, due alte sagome si stagliavano contro il cielo stellato sull'altro lato della collina.
- Amos! - esclamò il signor Weasley sorridendo mentre avanzava verso l'uomo che aveva gridato, seguito dai suoi figli e i suoi ospiti.
A quel punto Ginevra decise di rinviare la conversazione ad un altro momento.
- Scusa, Amos. Ma alcuni di noi hanno fatto fatica ad alzarsi – disse stringendo in un abbraccio l'uomo che aveva d'avanti. - Lui è Amos Diggory, ragazzi. Lavora con me al ministero. E credo che conosciate tutti suo figlio Cedric.
Lo sguardo di Cedric era rivolto verso Ginevra e sfoggiava uno dei suoi meravigliosi sorrisi che lei amava tanto.
Man mano che si avvicinava il cuore di lei faceva le capriole. Non pensava che lo avrebbe rivisto così presto.
Gli era mancato moltissimo e non vedeva l'ora di stringerlo in un forte abbraccio.
Cedric salutò i gemelli, che risposero con appena un cenno per poi spostarsi verso i loro fratelli. Odiavano vedere Cedric Diggory vicino a Ginevra, ma non lo avrebbero mai ammesso.
- Ciao – disse Cedric non appena fu d'avanti alla sua amata.
- Ciao – rispose lei, ampliando il suo sorriso – Mi sei mancato.
- Mi sei mancata anche tu – le sue dita calde sfioravano il suo viso e lei si beò di quel piccolo contatto. Poi Cedric la prese per i fianchi e, lentamente, l'attirò a sé. Chiuse gli occhi e si chinò su di lei, con un gesto meccanico. Le loro labbra stavano per sfiorarsi con delicatezza, ma al suono della voce del signor Diggory dovette ritrarsi.
- Ced, hai dimenticato le buone maniere? - chiese il padre con tono falsamente austero. - Tu devi essere Ginevra, dico bene? – disse poi alla ragazza. - Mio figlio mi ha parlato molto di te. È un vero piacere conoscerti, finalmente! Devo ammettere che sei più carina di come ti ha descritta.
- Papà! – Cedric divenne rosso, il suo sguardo era carico di rimprovero per il padre.
- Che c'è? – rispose invece il signor Diggory, ignorando il fatto che avesse appena messo in imbarazzo il figlio.
- È un vero piacere conoscerla, signor Diggory – disse Ginevra stringendogli la mano.
Per lei era una situazione un po' strana: non sapeva affatto come comportarsi e aveva paura di fare una figuraccia davanti al signor Diggory. Però era certa che se fosse successo, Fred e George l'avrebbero tormentata in eterno ricordandole ogni errore. Riusciva già ad immaginarli...
Per sua fortuna l'attenzione del signor Diggory andò verso qualcun altro. - Per la barba di Merlino! È Harry Potter il giovanotto davanti a me?
- Ehm... sì – rispose Harry.
Era ormai abituato alla curiosità della gente e alle occhiate che tutti lanciavano alla cicatrice, ma si sentiva sempre più a disagio. Ma prima che il signor Diggory potesse dirgli qualcosa, Cedric andò in suo soccorso. - Papà è meglio andare. Il tempo sta per scadere e c'è il rischio che perdiamo la partita se continui a chiacchierare.
Il signor Diggory s'imbronciò. - Guastafeste.
Harry fu grato del tempestivo intervento di Cedric e in quel momento la simpatia che provava per lui salì molto; da meno uno era arrivato a uno. Ma questo non toglieva il fatto che lo avrebbe tenuto d'occhio. Dopotutto doveva proteggere sua sorella da quelle mani da pervertito.
Sorella... gli sembrava ancora strano affibbiare quel termine a Ginevra Black. Sorrise al pensiero che lei era stata la prima con cui aveva fatto amicizia sull'Hogwarts Express. Se Sirius non fosse evaso probabilmente non sarebbe mai venuto a sapere la verità. Prima era solo al mondo, senza una famiglia che gli volesse bene e adesso aveva una sorella e un padrino. La speranza di andare a vivere sotto lo stesso tetto non lo aveva abbandonato neanche per un solo istante.
- Ragazzi, dobbiamo andare! – disse il signor Weasley, avvicinandosi a uno stivale vecchio e ricoperto di fango che il signor Diggory teneva in mano. - Dovete solo toccare la Passaporta, tutto qui, basterà un dito...
Con un po' di difficoltà, a causa degli zaini gonfi, tutti e dieci si strinsero attorno al vecchio stivale.
- Siete pronti? - chiese il signor Weasley guardando il suo l'orologio da taschino. - Tre... Due... Uno...
Successe in un attimo. Era come se fossero stati risucchiati da un vortice che li strattonava da una parte all'altra. L'importante era non mollare la presa dallo stivale. Poi ognuno di loro toccò bruscamente il suolo e la Passaporta piombò a terra con un tonfo sordo.
Il signor Weasley, il signor Diggory e Cedric erano in piedi, anche se sembravano piuttosto scossi; tutti gli altri erano per terra.*
Una volta che tutti quanti riuscirono a rimettersi in piedi si avviarono verso un campo nebbioso, dove vi erano delle lunghe file di tende dai vari colori.
Camminando tra loro si poteva notare che molti maghi avevano tentato di camuffarsi, fallendo miseramente, perché non potevano fare a meno di esibirsi e dar sfogo all'entusiasmo per le loro squadre: Irlanda e Bulgaria.
Non si erano mai visti tanti maghi radunati in un solo posto.
Cedric aveva intrecciato la sua mano a quella di Ginevra, senza mai lasciarla. A volte le sussurrava quanto le fosse mancata e quanti baci avrebbe voluto darle.
Lei gli sorrideva, le sue guance diventavano più rosee ad ogni complimento o frase poetica che Cedric le dedicava. Insomma, tante cose dolci e carine tra fidanzati... ma Fred e George, a pochi passi dietro di loro, non accettavano di vedere scene di quel genere. Quando Cedric Diggory era nei paraggi, i gemelli non lo perdevano di vista nemmeno un secondo, giustificando il loro “attaccamento” nei confronti della loro amica come una sorta di... amore fraterno. In realtà erano solo stupide scuse per non ammettere quanto fossero gelosi di quel Tassorosso.
- Questo è il nostro posto – disse poi il signor Weasley con un gran sorriso.
Avevano raggiunto il limitare del bosco in cima al campo, e lì c'era uno spazio vuoto, con un piccolo cartello piantato per terra che diceva 'Weezley'.**
Per nulla arrabbiato, signor Weasley trovò molto divertente quel piccolo errore e mormorò tra sé sé: “I Babbani e il loro umorismo”.
Ridacchiò, dopodiché si rivolse al suo collega.
- Ci vediamo alla partita, Amos.
- Ci vediamo alla partita, vecchio mio – lo salutò il signor Diggory, senza smettere di sorridere. I due uomini sembravano molto euforici.
Cedric, invece, sorrise malinconico alla ragazza. - Ci vediamo dopo, piccola – le promise.
Ginevra annuì. - Ci vediamo dopo.
Lui strinse ancora la sua mano e la lasciò andare lentamente, senza però smettere di guardarla negli occhi. Fece un passo indietro e si fermò, Ginevra lo tirò a sé mettendosi sulle punte dei piedi, fino a portare la bocca all’altezza della sua. Lo baciò piano e poi sorrise. - Ti voglio bene, Ced.
Anche se un po' deluso, Cedric ricambiò il sorriso. Avrebbe voluto sentire un “Ti amo”, ma non voleva forzarle la mano.
Continuò a guardarla anche mentre si allontanava, fino a quando sbatté contro una signora.
- E stai attento!
- Mi scusi. - Era molto imbarazzato, ma non abbandonò il suo sorriso smagliante e Ginevra non poté fare a meno di ridere per quella scenetta. Lo trovava incredibilmente carino anche quando era un po' impacciato.
Si avvicinò al gruppo di teste rosse, che ammirava il signor Weasley montare una piccola tenda con l'aiuto di martello, pali e picchetti. Una volta finito era molto soddisfatto di sé stesso. - Ah! Casa, dolce casa. – disse il signor Weasley, scostando il lembo della tenda per far entrare i ragazzi.
Fred e George si scambiarono un sguardo scettico.
- Stai scherzando, vero? – disse Fred, ma il signor Weasley lo ignorò, entrando nella tenda.
I suoi figli lo seguirono, così come Hermione. Harry e Ginevra, invece, rimasero fuori dalla tenda ancora per un po'.
- Tu che dici? – Harry era a dir poco confuso ma visibilmente curioso, voleva entrare in quella tenda e scoprire quale magia potesse far entrare così tante persone in una piccola tenda. - Come faranno Bill, Charlie e Percy?
Con una scrollata di spalle Ginevra lo invitò ad entrare. - Entra e lo scoprirai.
Lei non era per niente curiosa, poiché conosceva quella tenda meglio di chiunque altro. Dopotutto quella tenda era di suo zio Ted e sapeva che l'avrebbe prestata al signor Weasley.
Guardando quella vecchia tenda ricordò le numerose giornate a campeggiare con la famiglia Tonks e, sopratutto, l'ultima scampagnata la settimana prima che Nymphadora andasse a per la prima volta Hogwarts.
Quella tenda era stata la testimone dei loro scherzi più divertenti. In quell'occasione la cugina pagò a caro prezzo per tutti gli scherzetti che le aveva fatto nel corso degli anni. Come quella volta in cui Ginevra, che all'epoca aveva solo sei anni, le aveva riempito il letto di lucertole e, subito dopo, le aveva messo un secchio pieno di fango sulla testa. E, nonostante Nymphadora le aveva fatto diventare i capelli blu per vendetta, per Ginevra fu una bellissima giornata ed era sicura che avrebbe sempre ricordato quel giorno con un sorriso malinconico.
Harry, invece, non era mai stato in campeggio in vita sua; i Dursley non lo avevano mai portato in vacanza, preferendo lasciarlo con la signora Figg, un'anziana vicina. Finalmente poteva fare ciò che i Dursley non gli avevano mai permesso. Quando era nel mondo dei maghi era libero.
“Forse è così che si è sentito Dobby quando gli ho dato il mio calzino”, pensò Harry con un sorriso.
Una volta entrato nella tenda rimase a bocca aperta. Era entrato in quello che sembrava un appartamento di tre stanze un po' vecchiotto, completo di bagno e cucina. **
- Chiudi la bocca, Harry, o ti entreranno le mosche – lo prese in giro Ginevra non appena entrò nella tenda.
- Ho già detto che adoro la magia? - chiese lui, con l’aria di un bambino il giorno di Natale.
- Forse non te ne sei accorto, Harry, ma da quando sei entrato l'hai detto già tre volte – lo canzonò Fred.
- Be', staremo un po' stretti ma credo che ce la faremo. Dopotutto sarà solo per una notte – disse il signor Weasley, dando un'occhiata ai quattro letti a castello e al letto matrimoniale stipati nella camera. - Bene, ragazzi, disfate i bagagli e scegliete i vostri letti. Oh, e a tal proposito... ragazze, vi dispiacerebbe dormire tutte insieme nel letto grande?
- Non si preoccupi, signor Weasley. Staremo benissimo – rispose Hermione.
Al suono di quelle parole gli occhi dei gemelli scintillarono di una luce strana e sui loro volti apparvero dei sorrisetti maliziosi, ma nessuno vi fece caso.
- Ron! Esci dalla cucina, tutti siamo affamati – lo rimproverò il signor Weasley quando lo vide con le braccia cariche di cibo.





*Da “Harry Potter e Il Calice di Fuoco – La Passaporta” (un po' modificata).

**Da “Harry Potter e Il Calice di Fuoco – Bagman e Crouch” (un po' modificata).
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: 18Ginny18