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Autore: Evie08    01/08/2009    2 recensioni
Prendete un ragazzo ed una ragazza e fateli incontrare per la prima volta in assoluto nella peggiore delle situazioni possibili.
Fateli innamorare follemente l'uno dell'altra e molto perfidamente mettete tra di loro un destino avverso che pretenderà la loro separazione ad ogni costo...Anche se questo potrebbe portarli alla morte...O almeno così sembra...
In salsa un pò malinconica ma molto romantica, prende vita la mia primissimissima fanfiction su questo splendido libro che spero vi piacerà.
Se questa prefazione vi ha incuriositi almeno un pò leggete e se vi va fatemi sapere cosa ve ne pare della mia trovata!
Dopo pochi attimi Marco si staccò dal mio abbraccio e si diresse verso Edward.
“Benvenuto in famiglia cognato”
“Grazie mille”
“Sapete una cosa?”dissi abbracciandomi ad Edward
“Cosa?”
“Tutto sommato ora non mi dispiace più essere un vampiro”
“E perché mai?” mi chiese Edward interrogativo.
“Bè adesso ho tutta l’eternità per amarti”

CONTINUA...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Voice Of Heart'
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“... il nostro cuore parla a tutti noi
tramite una voce inconfondibile.
 Bisogna aver pazienza e ascoltare
 quello che ha da dirci, perchè il cuore è
l'unico amico che non ci mentirà mai”


Josephine Heart


26. La voce del cuore

Josephine POV

“Dici davvero??” urlò con la sua voce squillante Isabelle guardandomi più felice che stupita.
“Si! Edward mi ha chiesto di sposarlo, ieri sera!”
“Oh mio Dio che notizia meravigliosa!” disse abbracciandomi come mai aveva fatto prima.
“Tanti auguri Josephine!” sentii la mano di Cristopher stringere la mia spalla.
 Mi liberai dall’abbraccio di Isabelle per ringraziare Cristopher. “Te lo meriti!” mi sussurrò all’orecchio stringendomi a sé.
“Eh cognato, che spirito di emulazione hai avuto! Vedo che Isabelle ed io ti siamo stati di grande ispirazione!” disse Marco stingendo la mano al mio futuro sposo.
“Bè diciamo che questo ‘spirito di emulazione’ l’avevo in serbo da qualche annetto, solo che prima mi mancava la sposa, e poi, quando l’ho ritrovata, era sparito l’anello.. E’ difficile chiedere la mano di qualcuno quando mancano questi elementi!”.
Scoppiammo a ridere a quelle parole.
Finalmente il mio grande sogno si stava realizzando.
Edward ed io
per sempre.
“E a quando il grande giorno?” chiese Isabelle ancora tutta eccitata.
“Il più presto possibile.” disse Edward abbracciandomi da dietro “anche domani”.
“Impossibile! Dobbiamo organizzare tutto come si deve!” disse Isabelle saltellando sul posto come una bimba a cui hanno fatto un grandissimo regalo e non vede l’ora di provarlo.
“Non c’è molto da organizzare visto che saremo solo noi…” le dissi stringendole una mano.
“Perché non ti fai gli affari tuoi tu…”l’ammonì Cristopher punzecchiandola su un braccio.
“Lasciami stare! Ma Josephine cara.. è il giorno più bello della tua vita! Anche se siamo solo noi i pochi fortunati a potervi assistere, voglio che sia tutto perfetto per te. Ti voglio bene come se fossi mia figlia..dopotutto sei sangue del mio sangue e per questo sei speciale…”
“E va bene.. Organizziamo questo matrimonio!”
Isabelle di slancio abbracciò sia me che Edward.
“Sarà tutto bellissimo!” disse con gli occhi che le brillavano.
“Avete scelto la chiesa?” domandò Marco seduto all’angolo del tavolo del salotto.
“Pensavamo a quella chiesetta fuori città. Piccola, intima e perfetta per noi. Siamo già andati a vederla questa mattina presto.” gli rispose Edward raggiungendo lui e Cristopher.
“E il celebrante? Lo avete già?” fu Cristopher a parlare.
“Veramente no..” ci pensai solo allora: ci mancava il prete!
“Bè se volete potrei sposarvi io.. tempo fa avevo ottenuto una licenza dal vescovo, ma non credo sia ancora valida. Ma in ogni caso mi servirà appena una settimana per ottenerla di nuovo…sempre che voi vogliate che…” non fece in tempo a finire la frase che noi demmo subito il nostro consenso entusiasta “Ma certo!!!! Che bella idea! Grazie!”.
“Bè a questo punto mi pare ovvio che tu…” Edward si rivolse a Marco con uno sguardo inequivocabile.
“Sarò il testimone!!!” esultò lui abbracciando il cognato.
“Quindi Isabelle, tu sarai la mia damigella d’onore e testimone” conclusi io suscitando l’esultanza di Isabelle.
Ognuno aveva ricevuto il suo compito per il matrimonio, e stabilita la data per il 27 non mancava che aspettare, preparando i singoli dettagli.
Il giorno dopo dall’annuncio Edward ed io andammo a chiedere il permesso di occupare la chiesa per il sabato seguente, permesso che ci venne accordato immediatamente da un annoiato sacrestano al quale Edward fece una richiesta: non esserci il giorno delle nozze.
L’anziano uomo, inizialmente stupito per la singolare richiesta, non fece domande dopo aver ricevuto un bel po’ di danaro in cambio della sua disponibilità e del suo silenzio.
Il mio Edward sapeva essere molto persuasivo quando voleva…
Lo stesso giorno Cristopher partì per ricevere il permesso di sposarci; sarebbe stato di ritorno il giorno prima del matrimonio.
Quel pomeriggio invece Isabelle mi trascinò in centro, in giro per negozi in cerca del mio abito da sposa.
“Ma non potrei adattare quello di mia madre” le chiesi quando uscimmo dal secondo negozio a mani vuote.
“Assolutamente no! L’abito da sposa è una cosa importantissima e ogni sposa deve avere il suo.”
“Come vuoi tu” sbuffai per quella che secondo me era un’inutile ricerca.
Entrammo nel terzo negozio, ospitato da un locale molto più piccolo degli show room che avevamo appena visitato.
“Buongiorno” salutammo aprendo la porta.
Si udì un tonfo nella stanza sul fondo e poi una vocina che diceva: “Sono subito da voi”.
Qualche istante dopo ci raggiunse nell’ingresso una piccola donnina di mezz’età, non molto alta, dall’aspetto un po’ gracilino e dall’aria estremamente simpatica.
“In cosa posso esservi utile?” chiese pulendo le spesse lenti degli occhiali alla manica del vestito.
“Vorremmo vedere i suoi abiti da sposa. I più belli naturalmente” annunciò Isabelle solenne.
La signora infilò gli occhiali e ci guardò meglio, squadrandoci dalla testa ai piedi.
Entrambe notammo la sorpresa sul suo volto.
“Che strane persone” deve aver pensato nel vedere due giovani donne così pallide e belle.
“Abiti da sposa? Si si certo! Seguitemi” disse precedendoci nello stanzone infondo al locale.
Lì regnava il caos più totale: macchine da cucire, fili sparpagliati qua e là, stoffe di ogni genere e misure ammassate su una sedia, un manichino caduto a terra ed un altro ancora in piedi e semivestito.
“Dove mi hai portato?” sussurrai a Isabelle.
Lei si voltò guardandomi come a chiedermi scusa e invitandomi a portare pazienza.
 “Scusate il disordine” disse la donnina spostando i tessuti da una sedia a una poltroncina.
Ad un certo punto, mentre Isabelle e la signora Smiff ( così recitava l’insegna fuori al locale) guardavano dei modelli che potessero starmi bene, notai un luccichio dietro la finestra semi aperta.
Il debole sole pomeridiano si rifletteva parzialmente sul pizzo bianco sporco tendente all’ecru di un abito meraviglioso, confinato nella penombra della stanza.
Mi avvicinai per sentire la stoffa sotto le mani e per vedere meglio i particolari: l’abito aveva anche una fascia in pura seta bianca appena sotto il seno e un semplicissimo velo di organza da abbinarci.
Non era particolarmente pomposo o sfarzoso, ma cadeva semplice con una leggera svasatura alla fine.
“Wow” sussurrai meravigliata dalla bellezza del mio abito “E’ lui” dissi voltandomi a cercare gli occhi di Isabelle.
Lei mi sorrise annuendo.

Una sera la passai interamente con Edward.
Eravamo coricati nella nostra stanza a parlare, a dirci tutto quello che non avremmo potuto dirci nelle 24 seguenti, durante le quali, come per tradizione, gli sposi dovevano rimare separati.
“Sarebbe stato meraviglioso se i nostri genitori ci avessero potuto vedere oggi.” dissi poggiando la testa sul petto di Edward.
“Già. Sarà dura non averli al matrimonio… soprattutto per te” prese ad accarezzarmi i capelli.
“Molto..non posso pensarci.. che vita la nostra! Ci si potrebbe scrivere un romanzo alla “Tristano e Isotta” o “Romeo e Giulietta”..”
“Ehi ma quelle sono storie finite tutte male!”
“Hai ragione! Per questo dovrebbero scriverne uno solo per noi” dissi ridendo.
“Ah ma ti ho mai raccontato di quando tuo padre mi ha preso a pugni?”
“Cosa? Mio padre ti ha preso a pugni?” scoppia nuovamente a ridere come una pazza “Non ci posso credere!”
“Ma dico sul serio!”
“Si lo so. Solo che non posso credere che io mi sono persa quella scena!”.
Ormai ridevo rotolandomi da una parte e dall’altra del letto.
“Se non la smetti di butto dal letto!” mi minaccio Edward sfoggiando il mio sorriso preferito.
“Ok, la smetto. A patto che tu mi racconti tutta la storia”
Edward mi imitò mettendosi a sedere sul letto e iniziando il suo racconto:
“Ricordi il giorno dopo al nostro incontro, quando ti portai sulla terrazza dichiarandomi?”
Annuii.
“Quindi ricorderai che quando ci baciammo tu svenisti.. io presi uno spavento terribile che superò solamente la notizia della tua morte. Preso dal panico ti presi in braccio riportandoti al tuo piano e cercando aiuto.
In quello stesso momento arrivarono i tuoi genitori e tuo padre credendomi, a ragione, la causa del tuo malessere mi prese a pugni.
Fu uno dei momenti più brutti della mia vita… non tanto per il pugno, ma ho avuto veramente paura, per la prima volta in vita mia.”
“Amore mio” mi avvicinai e lo baciai sulle labbra.
“Non ridi più adesso” mi dissi sorridendo beffardo.
Scossi la testa continuando a baciarlo.
“Non so fino a che punto tuo padre sarebbe stato contento di questo matrimonio..”
“Lui ti avrebbe amato come ti amo io… Diciamo che sei stato il ragazzo sbagliato, nel posto sbagliato!”
“Davvero… che avventura…”
“In compenso piacevi a mia madre ed a Katie! Sai cosa mi diceva sempre mia madre?”
“Cosa?”
“Che il nostro cuore parla a tutti noi tramite una voce inconfondibile. Bisogna aver pazienza e ascoltare quello che ha da dirci, perchè il cuore è l'unico amico che non ci mentirà mai... me lo ripeté anche quando le dissi di amarti”.
“E il tuo cosa ti sta dicendo?” mi disse Edward avvicinandosi pericolosamente.
"Di amarti più di ogni altra cosa, come non ho mai fatto in vita mia e come non farò mai, Edward” sussurrai mente lui prendeva a baciarmi.

Il 27 arrivò più velocemente di quanto mi aspettassi.
Non lo credevo, ma il tipico panico della sposa aveva contagiato anche me.
Quella mattina ero ancora più agitata di quanto avessi mai sognato da umana.
Isabelle non faceva altro che ripetermi di stare calma e respirare a fondo, e ogni volta che me lo diceva la mia risposta era la stessa: “Ma se i miei polmoni non funzionano più da anni!!”.
Isabelle era già pronta da ore; indossava un bellissimo abito a base crema e con un ampio volant sul marrone chiaro che formava una morbidissima coda.
Mi aggiravo nella mia stanza come un corvo sulla sua preda, avevo l’impressione che da un momento all’altro il cuore prendesse a battermi come un tempo.
Isabelle tolse il vestito dalla fodera che ci aveva dato la sarta e lo posò sul mio letto: era ancora più bello di quanto mi ricordassi.
Sembrerà strano, ma non appena vidi il mio abito, mi tranquillizzai un po’.
Lo indossai e mi avvicinai allo specchio della toletta per guardarlo meglio.
In quel momento Isabelle rientrò nella mia stanza rimanendo di sasso sulla soglia.
“Mio Dio Josephine! Sei stupenda.. non ho parole! Indosso a te questo vestito sembra mille volte più bello di quello che è”.
Le sorrisi e abbracciandola vidi due cose nelle sue mani: il mio bouquet, un trionfo di fiori bianchi e rosa e una scatolina.
“L’hai fatto tu?” chiesi prendendo quella meraviglia tra le mani.
“Si, come il resto delle composizioni che vedrai presto! Su ora siediti che a te ci penso io.”
Mi porse la scatola che teneva nella mano, “Qualcosa di blu” disse mentre l’aprivo e scoprivo uno splendido fermaglio a forma di farfalla tempestato da zaffiri e diamanti.
Nell’ora seguente Isabelle si occupò della mia acconciatura e del trucco.
In un portagioie nella stanza che era stata dei miei genitori, trovai degli orecchini pendenti ed un bracciale di perle, gli stessi che mia madre indossò al suo matrimonio.
“Se fosse stata qui oggi, li avrebbe dati a me, come fece sua madre con lei quando sposò mio padre.” sussurrai a Isabelle mentre indossavo il bracciale a doppio filo di perle “E con questo siamo al completo: qualcosa di vecchio e ‘prestato’”.
“E’ ora” mi informò la mia amica guardando il pendolo nel corridoio.
Fissai il velo all’acconciatura e scesi le scale: fiori bianchi e rosa, di ogni genere e misure avevano invaso l’ingresso della mia abitazione inondando la casa di un profumo inebriante.
“Oh Isabelle… Grazie!”
Le mi sorrise sorreggendo il velo mentre scendevo le scale e raggiungevamo la macchina, una Rolls Royce bianca e nera con alla guida mio fratello.
Marco scese dall’auto come una freccia per venirmi incontro.
Mi prese le mani baciandole e guardandomi emozionatissimo negli occhi mi disse: “Sei meravigliosamente bella, sorellina.”
Se avessi potuto piangere lo avrei di sicuro fatto.
Abbracciai commossa mio fratello, lo strinsi forte come se stessi per partire per la guerra e non potessi vederlo mai più.
Sentivo attorno agli occhi una sensazione come di pianto e di bruciore.
Marco mi aprì lo sportello dell’auto e aiutò me e Isabelle a salirvi.
In meno di dieci minuti raggiungemmo la chiesa.
Già da lontano si notava il tocco artistico di Isabelle: la chiesa era stracolma degli stessi fiori che inondavano casa, all’entrata sorrette da due colonne in marmo rosa, due grandi composizioni cadevano a cascata fino a toccare terra.
Scendendo dalla macchina notai un sentiero fatto di petali che portava direttamente all’altare e una melodia suonata da archi e pianoforte.
Isabelle ci precedette in chiesa sfilando con in mano un bouquet simile al mio, ma leggermente più piccolo.
Non appena apparimmo sulla porta, la marcia nuziale ebbe inizio.
Io mi aggrappai ancora più forte al braccio di Marco, cercando di andare a tempo con la musica.
Ma tutta la paura sparì al primo passo, quando incrociai i suoi occhi che mi fissavano luminosi dall’alto della navata.
Percorsi lo spazio che ci divideva non più con paura o agitazione, ma con una grande emozione e gioia.
Arrivati Marco baciò la mia fronte e porse la mia mano sinistra ad Edward, che la sfiorò con le labbra.
Mio fratello raggiunse il mio futuro sposo alla sua destra, mentre con un gran sorriso salutavo Cristopher.
La cerimonia ebbe inizio.
Prima della partenza di Cristopher, avevamo con lui concordato di cambiare un parte della formula tradizionale del rito, modificando il “finché morte non ci separi” in un più appropriato “per il resto dell’eternità che vivremo”.
La cerimonia fu splendida e breve.
Dopo il “vi dichiaro marito e moglie”, una dose eccessiva di riso e petali di rose ci piovette addosso e al tutto seguì una serie di baci, abbracci e felicitazioni.
Mi sentivo al settimo cielo.
Usciti dalla chiesa un’altra sorpresa ci attendeva sul retro: dove prima regnava assoluta una sterpaglia incolta, ora aveva lasciato il posto ad un bellissimo giardino, con il prato all’inglese e un grande gazebo sotto il quale si sistemò l’orchestra.
Su un tavolo rettangolare, circondata da fiori a cascata, vi era una torta nuziale di ben cinque piani, con in cima due sposini identici ad Edward e me.
“E’ tutto meraviglioso” ringrazia Isabelle.
L’orchestra iniziò a suonare.
“Mi concede questo ballo, signora Masen?” Edward mi porse la sua mano con un elegante inchino.
Signora Masen.
Suonava benissimo.
“Con piacere”.
Ballammo a lungo sulle note di quella splendida canzone che di sicuro sarebbe diventata la colonna sonora della nostra vita insieme.


Note dell'autrice
Inanzitutto vi chiedo scusa per l'enorme ritardo con cui pubblico questo capitolo ma ho avuto seri problemi con  il mio lavoro che hanno ostacolato il mio lavoro.
Farò il possibile per farmi perdonare la prossima volta.

Poi, seconda cosa, oggi ricorre l'anniversario di The Voice of Heart e quale modo migliore per festeggiare che con un bel matrimonio????????
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come è piaciuto a me scriverlo!

Thanks to:

-_tessy_ : grazie cara per tutto quello che dici nelle tue recensioni! Tranquilla ti capisco benissimo e intuisco quello che provi leggendo! Grazie TVB.

-Sabry_ Cullen: amore mio hai visto?? Finalmente vi ho accontentate!!!!!!! Che bello! Spero ti sia piaciuto il chappy!TVB.

- storiteller lover: sono contenta che tu non mi abbia abbandonata! In tutta sincerità anche io preferisco la mia Josephine a quel piccione del malaugurio di Bella! Proprio non la tollero quella...xd! Grazie! TVB.

-Bellas: grazie mille per la tua recensione! Io vivo questa storia con voi, di pari passo, e sono contenta quando a voi piace! Grazie! TVB.

-Sabry87: W il nostro romanticissimo Eddy!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie per il commy tesò! TVB.

-_New Moon_: tranquilla, finchè non vedrai la parola The End alla fine di uno dei miei chappy io non abbandonerò MAI questa storia! E spero non lo farai neanche tu! Grazie per le recensioni bellissime che mi lasci! TVB.

Ora, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo e dirvi che sul mio forum potrete trovare i volti dei personaggi inediti di The Voice of Heart e ,udite udite, l'abito da SPOSA di Josephine!!!!!!!!

A presto gals!
Kizzkizz

Evie





   
 
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