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Autore: Federica_97    27/11/2019    2 recensioni
Otto anni dopo la conclusione del progetto Mew, le ragazze hanno preso strade diversi, lavori diversi, città diverse.
Ma un nuovo nemico minaccia la terra. E le ragazze sanno la responsabilità che hanno alle spalle, e non possono tirarsi indietro.
Un nemico fuori dal comune, mai visto prima. Riusciranno a trovare un suo punto debole? Oppure sarà tutto perduto ancor prima di iniziare?
Una storia avventurosa, piena di colpi di scena!
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

 

 

Il freddo della Germania era più intenso di quello di Tokyo e Strawberry se n'era resa conto nell'istante esatto in cui con Ghish aveva messo piede sul suolo tedesco.

Si strinse nel suo misero maglioncino, aveva perfino dimenticato la giacca.

L'alieno invece ispirò profondamente, l'aria fredda che gli entrava nei polmoni.

“Ma non hai freddo?” chiese, indicando le sue braccia lasciate scoperte dalla mezza manica della sua maglia.

Lui scosse la testa: “soffro più il caldo, micetta. Mai il freddo” sorrise leggendo il bigliettino che Ryan gli aveva consegnato. “Dovremmo esserci” lesse la via sulla grande etichetta appesa al muro.

“Okay, andiamo a cercare Mark” si incamminò leggendo i numeri civici, erano al 25A e dovevano arrivare al 48A quindi un po' più avanti avrebbero trovato l'abitazione del moro.

“Ma tu sai perché è qui?” chiese curioso Ghish, seguendola.

Lei scosse il capo “so che si è laureato un paio di anni fa, ma non sapevo che si fosse trasferito qui. Eccoci!” si fermò davanti ad un piccolo condominio che dava accesso tramite una rampa di scale, la percosse e si fermò a leggere i cognomi dei condomini.

Aoyama. Suonò. Nessuna risposta.

“Magari è a fare la spesa” azzardò la rossa.

“O magari con la fortuna che abbiamo si è trasferito poco fa”, l'alieno si era già scoraggiato. “O peggio, lo ha già catturato Barag”.

“Oh ma cos'è quest'ansia? Smettila” sbuffò lei, riprovando.

“Scusate, posso aiutare?”. Un signore sulla sessantina si affacciò dal portone, fissando i due ragazzi.

“Buongiorno, scusi se la disturbiamo. Stiamo cercando Mark Aoyama” Strawberry si allontanò dai citofoni per guardare meglio l'uomo.

“Oh certo, Mark. Bravo ragazzo” commentò l'anziano. “Al momento credo non sia in casa, ma dovrebbe tornare a breve. Esce sempre la mattina presto e torna intorno alle dodici”.

Lei annuì “allora lo aspettiamo qui, grazie mille”.

“Si congela qui fuori, vi verrà un malanno. Venite dentro”. Si scostò facendo loro segno di entrare. “Posso offrirvi qualcosa, se vi va. Sono sempre solo e un po' di compagnia non mi farebbe male”.

La rossa fissò il suo amico che in risposta alzò le spalle come a dire ''cosa vuoi che possa farci?'', e si incamminò piantandosi davanti al signore.

“Intervento chirurgico riuscito male” si indicò le orecchie, che avevano attirato l'attenzione dell'uomo facendogliele scrutare curioso.

“Oh, mi spiace”

“Non importa, me le porto dietro ormai da un po'” sogghignò.

Strawberry alzò gli occhi al cielo ed entrò prima di lui. L'appartamento dell'uomo era solo al primo piano della struttura, tutto sembrava così in ordine dentro quella casa.

Profumava di pulito, nonostante l'avanzata età dell'uomo. Magari aveva qualcuno che gli faceva le pulizie durante la settimana.

“Vi offro una cioccolata calda?” chiese lui, cortese.

“Molto volentieri, la ringrazio” accettò Strawberry.

L'anziano sparì dietro il muro. “Allora, come mai cercate Mark?” chiese dalla cucina.

“Diciamo che abbiamo un paio di questioni in risolte e volevo parlargli” la rossa rimase sul vago. “Vieni qui!” disse a denti stretti e a bassa voce, facendo segno a Ghish di non curiosare in giro.

“Oh capisco cara, sei la sua fidanzata?”.

“Una volta, adesso non più” rispose lei, tranquilla. “Lei signore lo conosce da molto?”

“Chiamami solo Jon, ti prego” sorrise e le porse la tazza con il liquido bollente. Ne poggiò anche una per Ghish che prese posto accanto all'amica.

“Okay, Jon” soffiò dentro la tazza.

“Comunque non da molto. Lui è qui da un annetto, credo. Non di più”.

Lei annuì, attenta.

“Ma so che è un bravo ragazzo, sempre educato. Mai un richiamo, una lamentela o altro. Da parte di nessuno dei condomini”.

“Lui è così, quasi invisibile” sorrise la ragazza.

“Solitamente passa a salutarmi quando rientra, quindi penso che tra poco lo rivedrai”.

“Che bellezza” sbuffò l'alieno finendo la sua cioccolata.

“Ghish smettila di essere maleducato”.

“Okay scusa ma io non lo sopporto quello. Mister perfezione mi è sempre stato antipatico”.

Strawberry si battè una mano sulla fronte, incapace di dire qualsiasi altra cosa.

Il campanello di casa li fece sobbalzare e per poco non si rovesciò il contenuto della tazza addosso.

“Questo deve essere lui” Jon sorrise e andò ad aprire. “Mark, prego accomodati”.

“La ringrazio signor Jon ma devo sistemare la spesa. Vado un po' di fretta”.

I due ragazzi si alzarono dalla sedia al suono di quella voce.

“Le ho preso la frutta, come mi aveva chiesto” gli porse una busta. L'uomo la prese e si scostò leggermente per permettere al moro di vedere oltre la sua sagoma.

Per poco non rovesciò le buste a terra quando riconobbe Strawberry.

“Strawberry?” mormorò con un fil di voce, sgranando gli occhioni marroni.

“Ciao Mark” sorrise lei, avvicinandosi.

“Ciao damerino” anche Ghish la seguì.

“La pianti? Sei insopportabile” sbuffò lei. “E' un amico, sta tranquillo”, conosceva bene Mark e la sua espressione di paura si manifestò sul volto non appena vide l'alieno.

“Possiamo parlare? E' importante”.

Gli occhi del giovane si posarono prima su di lei e poi sul verde e capì che c'era qualcosa che non andava.

Allora annuì, spostandosi per farli uscire.

Salutarono l'anziano e andarono di sopra, al quinto piano, nel suo appartamento.

 

 

“Quindi facendola breve, un essere dai poteri soprannaturali mi sta cercando per impossessarsi nell'acqua Mew che vive ancora dentro di me?”

“Allora visto che sei sveglio? Non ti ci facevo, sai?” lo schernì Ghish che se ne stava appeso a testa in giù sul lampadario.

Mark gli lanciò un'occhiataccia.

“Ignoralo” disse lei “comunque sì. Hai capito benissimo”.

“E quindi se io non vengo con voi è probabilmente che mi trovi lo stesso -o che usi qualcuno di voi per arrivare a me- e mi prenda l'acqua Mew diventando invincibile?”.

Lei annuì ancora. “E il futuro della terra è orribile se quell'essere si impossessa della tua acqua Mew”.

“E voi come fate a sapere che...” si bloccò quando Strawberry gli afferrò la mano.

“Fidati di me, ti prego. Non te lo chiederei se non fosse importante. Vieni con noi e avrai chiaro tutto”.

“Io...” Mark sospirò “va bene, verrò con voi. Ma anche Snack deve venire, non posso lasciarlo da solo”.

La rossa lo guardò confusa mentre lui dall'altra stanza portava con sé una gabbietta piccola con dentro un piccolo criceto grigio.

“Ma quanto è carino!” esclamò lei, accarezzandolo da dietro la sbarre.

“Ecco, ci mancava anche il topo”. Ghish incrociò le gambe, volteggiando. “Allora andiamo o dovete ancora giocare col topo?” sbuffò.

“E' sempre così simpatico?”.

“Come l'aglio”.

 

 

* * *

 

 

Il brontolio dello stomaco di Nekory non sfuggì alle orecchie dell'americano, che si voltò a guardarla.

“Hai fame?”.

Lei arrossì, diventando quasi lo stesso colore dei suoi capelli e annuì, timida.

“Non ti vergognare” le sorrise lui, staccandosi dal monitor. “Kyle starà sicuramente preparando il pranzo, tra poco mangiamo”.

Lei annuì ancora guardando l'orologio. Erano le 13.55.

Di Strawberry e Ghish ancora nulla.

“Torneranno” disse Ryan “Tua madre tornerà, sta tranquilla”.

“Io non...”

“Avevo il tuo stesso sguardo sai? Quando ho perso i miei genitori e Kyle usciva, io rimanevo da solo e avevo sempre paura che lui non tornasse e lo aspettavo, davanti alla finestra” si sedette di fronte a lei, così vicino che poté sentire distintamente il suo profumo di fragole. “E poi quando lo vedevo rientrare facevo finta di niente, come se non lo stessi aspettando da ore” le scostò una ciocca dietro l'orecchio.

Nekory lo abbracciò, sedendosi su di lui e nascondendo il viso nel suo petto.

Il biondo rimase un attimo scioccato ma poi ricambiò l'abbraccio. Infondo lui non conosceva quella ragazzina, ma l'istinto gli diceva solo che voleva tenerla al sicuro, voleva proteggerla.

Lei invece riconosceva quella due forti braccia a cingerla, e si abbandonò a lui.

Un frusciò di voce si alzò dal piano di sopra e la porta del laboratorio lasciata aperta ne faceva distinguere qualcuno.

“Andiamo, sono arrivati” la fece alzare delicatamente e si rimise in piedi salendo.

Le ragazze erano tutte in cerchio attorno a Mark che gli chiedevano mille cose.

''Hai notato cambiamenti?''

''Ti senti strano?''

''Sapevi dell'acqua Mew dentro di te?''.

“Lasciatelo respirare, suvvia” Kyle cercò di allontanarle dando il benvenuto al ragazzo.

“Ciao a tutti” si grattò la nuca imbarazzato da tutte quelle attenzioni.

Il biondo lo fissò e lo salutò con un cenno di capo.

“Sai che nel mio tempo siete molti amici?” ridacchiò Nekory, sussurrandogli quella frase.

“Ma dai?” Shirogane stentava a crederci. Non si erano mai sopportati.

“E tu chi sei?” Mark si avvicinò a Nekory che in risposta divenne rossa quanto un pomodoro.

“Ci...ciao... io sono Ne...Nekory” si torturò le mani.

Ryan capì il perché di quell'imbarazzato e imprecò qualcosa in inglese.

What a fuck!? Anche tu no, però!”.

Risero tutti all'imprecazione del biondo e Mark parve più confuso di prima.

“La piccola Neko-chan è cotta di Mark!” esclamò Paddy trovandola dolce.

“Non è vero, smettila!” le spuntarono le orecchie come succedeva a Strawberry quando era imbarazzata. Stavolta però, senza che lei lo volesse.

“Dai lasciatela in pace, cattivi” la rossa prese le difese della figlia, parandosi davanti a lei e sorridendole.

“Mi spiegate perché è uguale a te?” chiese Mark guardando Strawberry. “E' tua sorella?”.

Lei scosse la testa. “Figlia” mimò.

“COSA!?” Mark balzò indietro “Lei è...e tu sei...!”

“Non l'ha avuta ad otto anni e tenuta nascosta al mondo, sta calmo” si intromise Ryan. “Nekory non è nel nostro tempo, è venuta qui ad aiutarci per la battaglia contro Barag”.

“Il nemico” disse Mark.

Annuì. “Il nemico. Lei nascerà, stando alla sua carta d'identità-”

“E se non ho cambiato gli eventi futuri” aggiunse lei.

“-tra due anni e mezzo circa”.

“Okay...” mormorò il moro guardando ancora la ragazzina. Si soffermò sugli occhi. “Oh porca miseria!”.

Ryan fece spallucce, con noncuranza all'analisi del moro. In realtà voleva apparire meno turbato di quanto in realtà fosse davvero.

“Mark ascolta, so che magari è un colpo ma devi assolutamente ascoltarmi” Nekory fece un bel respiro facendo sparire le sue orecchie. “Sei in pericolo, non so se mamma te lo ha già detto”.

Lui annuì “qualcosina”. Guardò Strawberry.

“Lei sa spiegarlo meglio di me”

“Te la faccio breve, il nuovo nemico cerca l'acqua Mew che è rimasta dentro di te”.

“Io? Ma non l'avevate eliminata tutta alla battaglia finale di otto anni fa?”.

“Così sembrava, ma stando ai dati hai davvero qualcosa di...speciale”. Ryan lo disse quasi disgustato e non si risparmiò un'occhiataccia dalla figlia.

“Se iniziate a litigare, non andiamo da nessuna parte. Tutti voi!” alzò la voce guardando Ghish. “Tu sei il più terribile di tutti, ti conosco bene” accusò l'alieno.

Il verde alzò le mani in segno di resa, promettendo di fare il bravo. O almeno di provarci.

“Dicevo che, sono qui perché con gli appunti di mio nonno siamo riusciti ad aprire un varco temporale e adesso l'unica nostra priorità è proteggere te” guardò ancora Mark. “Fino a che non riuscirai a farlo da solo, si intende”.

“Da solo?”.

Lei annuì, azionando nuovamente il suo orologio, fece vedere delle ricerche salvate di Ryan del futuro.

“Stando ai dati di mio padre -quello del futuro- se mamma non avesse consegnato l'acqua Mew al nemico, tu saresti stato in grado di riprendere le sembianze di...” ci pensò non ricordando il nome.

“Il cavaliere blu” completò Strawberry. Nekory annuì.

Nemici, nemici, nemici!” Mash si era appena materializzato e svolazzava in cerchio agitato.

Pochi istanti dopo il pavimento sotto i loro piedi iniziò a tremare e dovettero lottare per mantenere l'equilibrio.

“Nekory va insieme a Kyle!” Ryan la lanciò praticamente fra le braccia dell'amico che prontamente l'afferrò.

“Ma io posso aiutarvi!” aveva esclamato la ragazzina ma senza essere sentita da nessuno, erano tutti in cerchio per capire da dove sarebbe comparso il nemico. E poi lo videro apparire, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“Avete qualcosa che mi appartiene, e adesso esigo che me la consegniate”. Sembrava arrabbiato, la sua spavalderia che avevano conosciuto in precedenza era sparita.

“Dovrai passare sul nostro cadavere prima!” Paddy si piantò davanti a Mark che immobile non sapeva come aiutarle.

Fu seguita da Lory e Mina e infine da Strawberry. Si scambiarono degli sguardi e in un lampo si trasformarono, cercando di proteggere Mark dalle grinfie di quel mostro.

“Adoro i vostri tutù, ma non riuscirete a fermarmi col vostro arcobaleno di colori accecanti”. Le sbalzò via con una folata di vento e le ragazze caddero a terra, non se lo aspettavano.

“State bene?” chiese la leader rialzandosi.

“Mai state meglio, non preoccuparti” Lory si rimise in piedi insieme alle compagne.

Gli alieni invece che fino a pochi istanti prima erano rimasti in disparte si erano fatti avanti.

“Mi hai davvero stancato. Non ti permetterò di fare loro ancora del male!” Ghish richiamò a sé i suoi sai impugnandoli saldamente e lo attaccò.

Barag schivò i primi attacchi ma l'alieno sembrava più veloce di lui e lo graffiò sul viso.

“I suoi movimenti sembrano più lenti” notò MewMina.

“Nekory ha detto che la sua forza vitale diminuisce, per questo vuole l'acqua Mew”. Paddy ricordò le parole della piccola.

La rossa annuì. “Attacchiamolo insieme, magari abbiamo possibilità”.

Lory annuì e richiamò la sua arma, ma non ebbero il tempo di formulare frasi che Ghish era a terra. Rimaneva lo stesso più forte di loro.

Fu il turno di Pai e Tart attaccarlo ma anche se il piccolo alieno lo aveva bloccato con delle radici innaturali, lui era riuscito a liberarsi.

“State bene?” Lory corse da loro aiutandoli ad alzarsi.

“Sì, ma è impossibile riuscire a fronteggiarlo. E' sempre un passo avanti a noi” l'alieno viola si asciugò la goccia di sangue che era appena uscita dalla sua bocca.

Barag si avvicinò a Mark con passò lento, mentre il ragazzo indietreggiava impaurito.

“Mi serve solo l'acqua Mew, non ti ucciderò insulso umano” lo afferrò per il collo ma Strawberry lo allontanò, parandosi davanti al moro.

“Prenditela con una della tua stazza, mostro” allargò le braccia in segno di protezione verso l'ex fidanzato.

“Strawberry non fare stupidaggini!” Mina corse verso di lei seguita dal resto della squadra ma Barag le bloccò subito, stordendole con un campo di energia.

Le mew mew caddero a terra, incapaci di muoversi, assistendo alle scena inermi.

“Con piacere, carina” l'afferrò per il collo sollevandola da terra e bloccandola alla parete.

La mew rosa afferrò il suo braccio con entrambi le mani, incapace di potergli far mollare la presa. Era troppo forte e la stava strangolando.

“Strawberry!” Ryan corse verso di loro assumendo le sembianze di Art, ma il nemico lo sbalzò via con l'altro braccio sbattendolo alla parete.

Il piccolo micio grigio cadde a terra riprendendo le sembianze del giovane.

La ragazza lo seguì con la coda dell'occhio allungando una mano verso di lui, ma le forze la stavano già abbandonando, non riusciva a respirare.

Vide solo una strana corda avvolgere il braccio di Barag e tirarlo via con forza, facendogli mollare la presa sul collo della mew mew, che cadde a terra tossendo.

Gattonò verso il biondo che era riverso a terra a pancia in giù.

“Ryan, ehi” lo scosse leggermente facendogli aprire gli occhi “andiamo su, alzati” lo aiutò facendo fatica a parlare. Poi alzò gli occhi per vedere chi era stato a salvarle la vita.

“Pam...” mormorò.

La new viola se ne stava ferma in alto sulla rampa di scale, con lo sguardo gelido a fissare il nemico.

“Vediamo se riesci a strangolare me” lo fronteggiò ancora con la sua frusta mettendolo in difficoltà.

Barag ormai era allo stremo delle forze e dopo un paio di colpi andati a segno dall'arma della modella, si ritirò. Senza pronunciare alcuna parola.

Mew Pam si avvicinò andando ad aiutare le sue compagne.

“Siete tutte intere?” chiese, aiutandole ad alzarsi e sciogliendo la trasformazione.

“Ciao Pam...!” esclamò Mina contenta di vederla e la modella le sorrise.

“Ci hai salvato la vita, te ne siamo grate” era stata Lory a parlare.

“Ci mette tutte al tappeto e tu lo metti in fuga a colpi di frusta! Sei la migliore!” Disse Paddy abbracciando l'amica.

La ragazza sorrise guardando Strawberry e Ryan che se ne stavano ancora mano nella mano.

“E voi, state bene?”

La rossa annuì tastandosi il collo, ormai rosso e livido.

“Mamma!” Nekory la travolse abbracciando entrambi i ragazzi “Potevo aiutarvi, perché mi tenete in disparte!?”.

“Perché è perico...pericoloso..” tossì ancora.

“Non parlare, o ti farà ancora più male” l'avvisò Ryan.

Pam guardò la ragazzina e poi fissò i suoi amici.

“Credo proprio che dovreste spiegarmi”.

“Credo proprio di sì” il biondo guardò il suo salotto “ma prima dobbiamo rimettere apposto questo casino”.

 

 

* * *

 

 

La sera era calata presto e quel terribile giorno pareva volgere al termine, finalmente.

Gli amici avevano cenato e infine si erano ritirati nelle loro stanze, stremati.

L'unica ad essere ancora in cucina, da sola, era Strawberry. Poggiata al ripiano della cucina sorseggiava una bevanda da una tazza in ceramica.

“Che ci fai tutta sola al buio?”.

“Mark, mi hai fatto prendere un colpo” si porto la mano sul petto, altezza cuore.

Il moro ridacchiò: “scusami, non era mia intenzione”.

“E tu, che ci fai qui?”.

Fece spallucce “non riesco a dormire”.

Lei annuì, bevendo ancora. “E' cioccolata calda, mi da sollievo alla gola”, spiegò.

“Capisco...” si avvicinò a lei “mi dispiace non essere riuscito a proteggerti oggi...” mormorò a viso basso. “Io non so come attivare i miei poteri, non capisco”.

Lei scosse la testa “non è colpa tua, davvero” lo rincuorò.

“Ma tu hai rischiato di essere uccisa per colpa mia, non riesco a capacitarmi”.

“Mark, sul serio, no. Lo avrei fatto per chiunque di voi. Non è colpa tua” lo fissò negli occhi e gli sorrise.

Lui annuì avvicinandosi ancora di più. La ragazza lo fisso di sottecchi intuendo le sue intenzioni. Il moro fece per baciarla ma lei si allontanò.

“Mark io... lo sai che...”.

“Sì, scusami” si allontanò. “Perchè non vai a parlare con lui, invece?”.

Lei lo fissò confusa.

“Andiamo Strawberry, lo sappiamo bene tutti e due il motivo per cui la nostra relazione è terminata” Mark sospirò “E ora Nekory ne è la conferma”.

Lei rimase in silenzio, senza guardarlo.

Una musica soave giunse alle orecchie dei ragazzi che si voltarono verso il salone.

“E' un pianoforte?” chiese Mark guardando l'orologio. Segnava le 23.10 di sera.

Lei sorrise e annuì, capendo chi era a produrre quella musica.

“Io vado, okay? Buonanotte” lo salutò cordialmente e percorse il salone fermandosi dietro una porta socchiusa.

Erano poche le cose che Ryan Shirogane non sapesse fare, e il fatto che lui avesse un'intera stanza solo per il pianoforte non stupì la ragazza.

Si avvicinò cauta senza volerlo disturbare e rimase a guardarlo suonare quelle note di una melodia a lei sconosciuta; a memoria.

Gli si formava una ruga proprio in mezzo alle sopracciglia quando era concentrato a fare qualcosa, e lei lo sapeva bene.

Rimase a guardarlo suonare, a braccia conserte.

“Mi sono accorto di te nell'istante in cui hai varcato la porta” le parole di Ryan la fecero sobbalzare, ma lui non smise di suonare e non la guardò.

Strawberry si avvicinò, sedendosi accanto a lui. Le sue dita scorrevano veloci sui tasti neri e bianchi.

“Come mai non sei a dormire?” la guardò stavolta, smettendo di suonare.

Lei alzò le spalle “non riesco a dormire”.

Il biondo notò la sua voce un po' roca per via del gonfiore che si stava formando sulla sua pelle del collo.

“Ti fa tanto male?” glielo sfiorò con delicatezza, facendola arrossire. “Mi piace quando arrossisci per nulla” sorrise.

“Nekory?” chiese, cercando non far sentire quanto forte battesse il suo cuore in quel momento.

“Lei dorme, era distrutta”.

“E' bizzarro, non trovi?” lo fissò da sotto la frangia.

“No” rispose lui, semplicemente. “Secondo me non è bizzarro. La vita è imprevedibile, lo hai detto tu. Ricordi?”.

Lei annuì “ma lei e figlia nostra... insomma, mia e tua. Non lo trovi...strano?”.

Il biondo riflettè, lo trovava strano? O semplicemente era una dei suoi sogni che si era avverato, anche solo se in parte.

“Un po'” rispose infine. Lei rimase in silenzio. “Strawberry, ascoltami” le accarezzò i capelli, giocando con alcune ciocche. “Non so se...” ispirò “per me è difficile”.

“Cosa è difficile?” farfugliò, incantata dai suoi occhi.

“Non sono bravo con le parole, lo sai. Mi conosci” ruotò il busto un po' più verso di lei. “Non sono capace di esprimermi a parole”.

“Prova...prova a farlo coi fatti...” mormorò sentendosi nuovamente le guance accaldate. Dentro quella stanza faceva maledettamente caldo, o forse era solo lei?

Il biondo la fissò, senza dire nient'altro trovando nei suoi occhi il consenso per fare quello che da anni avrebbe voluto fare. La baciò. Un semplice bacio casto e senza malizia.

La mew mew ricambiò quel contatto con timidezza, portando una mano sul suo viso.

Si staccarono dopo secondi che a loro erano sembrati ore e si guardarono. Lei arrossì, ancora e ancora.

“Sei bellissima quando ti imbarazzi anche solo per un bacio” poggiò la fronte sulla sua.

Lei sorrise, facendogli la linguaccia.

“Quindi...” cominciò lui “Nekory ha davvero la possibilità di nascere anche nel nostro tempo?”. Il suo sorrisetto malizioso la diceva lunga.

“Può darsi, ma non adesso” si allontanò, divertita. “Quindi giù le mani, Shirogane” rise alzandosi.

Lui la bloccò con uno scattò felino tra il piano e il suo corpo. “Rimani con me, stanotte” le disse scostandole una ciocca dal viso. “Tengo le mani apposto, promesso” disse subito dopo, rassicurando la ragazza.

Lei annuì abbracciandolo e poggiando la guancia al suo petto.

 

 

BUON SALVE A TUTTI!!

Rieccomi, per vostra sfortuna, direi! Ahahah!

Per scrivere questo capitolo ho fatto un po' di fatica, però vi confesso che nonostante ciò l'ho scritto tutto di getto, senza cambiare nulla. Solitamente cambiò idee mille volte e finisco per riscriverlo tipo 3 o 4 volte, non esagero!

Lo scontro...mah! Come ho già detto in precedenza non sono bravissima con queste cose, ma faccio del mio meglio.

Barag è alle strette, visto e considerando che ha bisogno di Mark per riprendere totale forza.

E Mark! Sì, è tornato, purtroppo. Ma secondo me è parte fondamentale dell'anime e non potevo non inserirlo anche qui!

Non fraintendetemi, lo odio tanto quanto voi!

Ma sono rimasta abbastanza fedele al suo carattere. Io Mark non lo vedo come qualcuno che fa scenate o roba simile, è un bravo ragazzo. Un po' carciofo, ma un bravo ragazzo suvvia!

E' anche tornata Pam, Tah Dah! Come promesso.

Però adesso davvero la smetto di scrivere perché altrimenti continuo a blaterare per righe e righe.

Ringrazio ancora tutti coloro che la seguono!

Un bacio grandissimo e a presto!

 

  
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