Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    02/12/2019    1 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piani

 

Lo sguardo di Nasfer era basso. Seduto su una sedia, fissava il camino acceso. Suo padre Keros era in piedi, con le mani dietro la schiena e gli occhi che brillavano alla luce delle fiamme. Entrambi in silenzio, non si guardavano.

“Verrò punito?” esordì, d’un tratto, Nasfer.

“Dovresti” sospirò Keros “Ma no. Non questa volta. Voglio solo assicurarmi che tu abbia ben chiaro alcuni rischi che corri”.

“Ma certo, è tutto ben chiaro. Fammi la predica e lasciami tornare alle mie faccende. Il mio maestro mi aspetta…”.

“Predica? Sei forse un bambino?”.

“No, ma non credo tu voglia fare altro. Giusto? Vorrai spiegarmi i pericoli che corro per colpa degli angeli, il rischio che lei cada per colpa della mia vicinanza e cose simili”.

“Vorrei. Ma tanto non ascolteresti. Dico bene?”.

Nasfer alzò gli occhi, perplesso. Keros si era avvicinato al fuoco e ci stava giocherellando con una mano, che si riempì di disegni blu.

“Non dovrei vederla più secondo te, vero?” domandò il giovane, scostandosi i capelli dal viso.

“Sinceramente? Ho paura. Paura di scoprire come potrebbero reagire gli angeli e paura di quel che potrebbe succede ad entrambi. Io ho rischiato la vita per una collana, capisci? Per una stupida collana, Mihael mi ha quasi ucciso. E forse mi avrebbe ucciso davvero, se non fossi riuscire a fuggire…”.

“È per questo che hai rinunciato ad essere te stesso?”.

“Di che parli?”.

“Le ali. Io me le ricordo le tue ali. Le mostravi sempre, una volta. Ora non più. È come se volessi celare in tutti i modi il tuo lato angelico. Perché?”.

“Perché ho compiuto la mia scelta. Vivo all’Inferno e all’Inferno vivono i demoni. Inoltre sono il maestro del principe ereditario e devo dimostrare di esserne degno, di essere il migliore. A volte non è facile ma, credimi, mi ha semplificato l’esistenza. Dopo la scorsa guerra, più nessuno si è rivolto a me come il figlio dell’angelo. Io sono un demone, sono in guerra contro gli angeli”.

“Ma… non sembrava fosse quello ciò che volevi insegnarmi quando ero più piccolo”.

“Speravo davvero che si potesse creare una realtà diversa, in cui gli scontri non fossero necessari. Ma sognavo. Erano le illusioni di un giovane testardo e non l’ho capito fino a quando non mi sono trovato ad un passo dalla fine. Non voglio che ti capiti lo stesso”.

“Suppongo che mi sarà vietato attraversare di nuovo il portale…”.

“No. Quello varrà per Espero, che è molto più a rischio di te. Io a te non vieto nulla, consapevole del fatto che tanto faresti tutto di testa tua. Ti consiglio però caldamente di riflettere. Gli Inferi non sono il posto di Sophia e se dovesse cadere non so quanto tempo potrebbe sopravvivervi. È un’anima pura, potrebbe perfino accettare di divenire un demone pur di seguirti. Ma ne soffrirebbe terribilmente”.

“E tu cosa ne sai? Magari qui potrebbe essere felice! In molti sono caduti e ora sono felici”.

“E quanti lo sono e ancora soffrono? Sophia l’ho affidata io al Cielo, ricordi? Qui non sarebbe sopravvissuta. Se ci fosse stata anche solo una possibilità, credi che l’avrei separata da me e dal resto della famiglia? Tu sei un demone puro, sei abituato all’afflizione di questo luogo. Sei abituato alle urla delle anime, al dolore, alle guerre… ci sei nato nel mezzo, sei parte di esso. Ma lei non è come te. Lei prova pietà, empatia, compassione… Lei è nata per stare nella luce, non per versare lacrime nelle tenere. E se tu le vuoi bene, o addirittura la ami, dovresti evitarle certe esperienze”.

Nasfer non rispose. Agitò la coda, leggermente nervoso.

“Il tuo maestro ti aspetta” lo congedò Keros “Cerca di ricordare quel che ti ho detto…”.

 

“Dove sei stata?” domandò Gabriel.

Sophia sobbalzò, convinta che nessuno l’avesse notata.

“A fare un giro” rispose, rimanendo sul vago.

“Guardo che so dove vai. E con chi” parlò piano l’Arcangelo.

“Ah sì?” mugugnò lei, arrossendo leggermente.

“Siediti accanto a me” la invitò Gabriel.

La ragazza obbedì, accomodandosi accanto all’Arcangelo. Gabriel stava dietro ad una scrivania bianca e scriveva, con calma e precisione, su un grosso libro d’oro. Poggiò la piuma con cui stava lavorando e guardò Sophia.

“Io so quasi sempre quel che accade nel Mondo” iniziò lui “Perciò è da un po’ che so con chi ti vedi. È tenero vedevi assieme, voi due fratelli, tuttavia temo che non tutti la penserebbero come me”.

“Chi altro lo sa?”.

“Nessuno, credo. Di sicuro non Mihael, o avrebbe dato i numeri”.

“Però… non facciamo nulla di male. Intendo… siamo fratelli, passiamo solo del tempo assieme come tali. Ci raccontiamo delle cose, ci facciamo compagnia…”.

“Lo so. Ma è un demone”.

“È mio fratello. Non mi importa se è un demone”.

“Non importa a te, ma purtroppo ci sono delle regole da rispettare”.

Sophia chinò il capo e Gabriel percepì la sua delusione.

“I demoni non cambiano” riprese l’Arcangelo “Non potrai mai farlo diventare come te. E dubito tu voglia la dannazione eterna…”.

“No, ma…”.

“Allora non credo tu possa avere ulteriori dubbi al riguardo”.

“Mio padre non è del tutto un demone. Forse anche Nasfer non lo è!”.

“Tuo padre ormai da un pezzo non cammina per il mondo al di fuori dell’Inferno, se non per rapidi momenti”.

“Perché sta addestrando Espero, il figlio di Lucifero”.

“Altra cosa che non va bene. Proprio per niente!”.

“Perché?”.

“Sei piccola per capirlo. E non te lo spiegherò. Ma sappi che c’è una guerra fra angeli e demoni e tu non dovresti prenderne parte in questo modo”.

“Io non intendo proprio prendervi parte!”.

“E allora stai lontano da quel demone. Ti trascinerà in situazioni che non vuoi”.

“Non lo ha fatto fin ora, perché dovrebbe iniziare proprio adesso?”.

“Perché siete adulti ormai. Avete mille anni e la sua natura è diversa dalla tua. Non hai idea di quello che è in grado di fare”.

“O forse sei tu che non sai come in realtà possa essere”.

Sophia si alzò. Si congedò educatamente, pur essendo piuttosto arrabbiata, e si ritirò nelle sue stanze. Non riusciva proprio a vedere in Nasfer un demone malvagio!

 

Lucifero non era dello stesso parere di Keros. Dopo un lungo e severo rimprovero al figlio, ordinò che la stanza con i portali venisse sorvegliata giorno e notte, per evitare che ad Espero venissero strane idee. Nasfer capì subito che, per recarsi nel mondo umano, avrebbe dovuto aprirsi un portale da solo, da qualche parte. Notò le guardie e continuò a camminare, andando oltre. Espero sedeva in fondo alle scale, con aria avvilita. Si reggeva le mani con la testa, mugugnando.

“Non guardarmi così” sbottò il principino, quando Nasfer si fermò ad osservarlo.

“Come ti starei guardando, scusa?”.

Il ragazzino girò la testa, tirando su col naso, dando le spalle al figlio di Keros.

“Ti sei preso una bella sgridata, vero?” ipotizzò Nasfer.

“Sì…”.

“Ti sta bene. Non avresti dovuto seguirmi”.

“Non sono affari tuoi!”.

“Certo che lo sono! Per colpa tua, ora mi tocca aprire un portale di nascosto per andare nel mondo umano! Per colpa tua, la stanza dei portali è sorvegliata e non la si può usare senza permesso!”.

“E ovviamente mio padre non ti darà mai il permesso di gironzolare fra i mortali per sbaciucchiarti una piumina angelica!”.

“Bada a come parli!”.

“Posso batterti ad occhi chiusi! Ma, se ci provo, subito arriva qualcuno a dividerci!”.

“A difendere te. Il prezioso moccioso del re”.

“Ti rode che ti abbia spodestato, vero? Prima di me, eri in linea diretta di successione”.

“Ma cosa vuoi che mi interessi…”.

“Scommetto che non hai il coraggio di affrontarmi. Hai paura, vero?”.

“Facciamo una cosa…” propose Nasfer, chinandosi ed abbassando la voce “…questa notte, vieni nella mia stanza. Quando tutti dormono, mio padre compreso, vieni da me. Ti porto nel mondo umano, lì nessuno ci disturberà”.

“Dici davvero?”.

“Sì, ma vedi di non farti beccare. Una volta lì, ti darò tante di quelle botte da costringerti a tornare a casa di corsa dalla mammina”.

“E se invece vinco io?”.

“Facciamo così: se vinci tu, mi offrirò personalmente di portarti ogni volta che vorrai dai mortali. Ovviamente di nascosto. Se vinco io invece voglio che chiudi quella boccaccia irriverente. Voglio che impari cos’è il rispetto e voglio che tu chieda a tuo padre di cambiare maestro”.

“Cambiare maestro? Ma perché?”.

“Perché mio padre è intrappolato all’Inferno per addestrare te. Rivoglio il mio papà, quello che mi sorrideva e mi accompagnava a cacciare umani. Rivoglio Keros, il mezzodemone libero di agire come meglio crede, senza dover sempre dimostrare di essere adatto ad insegnare all’erede al trono”.

“Oh… ok. Mi piace come idea. Affare fatto!”.

Espero ghignò, stringendo la mano a Nasfer.

“A questa notte!”.

 

Il voler “parlare urgentemente” di Gabriel non era mai un buon segno. Mihael lo sapeva ed attese con una certa apprensione l’arrivo del fratello. Sedeva impaziente nella propria abitazione, attento ad ogni rumore. Finalmente dei passi raggiunsero l’uscio e Gabriel entrò. Subito chiuse la porta dietro di sé e scostò le tende, mentre Mihael si alzava e lo fissava perplesso.

“Ma che succede?” si allarmò il guerriero “Qualcosa non va?”.

“Ho saputo delle cose. Ma vorrei prima discuterne con te” parlò piano Gabriel “Siediti, per cortesia”.

“Mi stai spaventando…”.

“Siediti!”.

Mihael obbedì, sempre più perplesso. Gabriel prese a sua volta una sedia e si accomodò di fronte al fratello.

“Ho saputo…” iniziò l’ospite “…che Keros si occupa dell’addestramento del figlio di… tu sai chi”.

“Giravano voci a riguardo da tempo” annuì Mihael.

“Ma queste non sono voci. Lo so per certo”.

“Hai una fonte attendibile?”.

“Sì. Keros sta addestrando il figlio del re dell’Inferno. E questo sai che vuol dire. Gli sta insegnando come reagire dinnanzi a tecniche angeliche. Ci mette in svantaggio contro l’Anticristo”.

“Cerchiamo di calmarci. Il figlio di Lucifero è ancora piccolo”.

“Ha ancora molto da imparare, di sicuro. Ma forse dovremmo fare qualcosa…”.

“E che dovremmo fare?”.

Gabriel sospirò.

“Ora ascoltami. Hai mai pensato a quel che succederà… dopo?”.

“Dopo quando?”.

“Dopo la fine. Quando ci sarà la battaglia finale. Lo sai che poi le porte di Paradiso e Inferno verranno chiuse”.

“Certo che lo so”.

“E questo significa che Keros sarà bloccato per sempre agli Inferi. Non lo vedrai più…”.

“So anche questo, Gabriel”.

“E ti sta bene?”.

“Certo che no. Ma che posso farci? Keros ha scelto di essere un demone”.

“E se… ci fosse un modo?”.

“Quale sarebbe?”.

Gabriel attese qualche istante, insicuro se continuare oppure no.

“Dato che sta addestrando il figlio del Diavolo…” riprese poi l’Arcangelo “…sarebbe facile convincere più di qualcuno che sia necessario fermarlo. E, dato che è in parte angelo, possiamo richiedere che venga imprigionato qui”.

“Imprigionato? Sei impazzito?”.

“Lascia che ti spieghi! Se lo imprigioniamo, lui non potrà insegnare altre tecniche angeliche all’erede del sovrano infernale e, una volta che la guerra sarà finita, potrà stare in Cielo. Per sempre! Non sarebbe una bella idea?”.

“Imprigionare mio figlio? Una bella idea?”.

“Per salvarlo dalle fiamme eterne!”.

“Obbligandolo a restare in Paradiso!”.

“Credi preferisca restare all’Inferno per l’eternità?!”.

“No. Cioè… non ne ho idea, sinceramente. Ma ora non me la sento di fare qualcosa. Non sappiamo nemmeno quando ci sarà la guerra finale! E l’addestramento sarà solo all’inizio”.

“Diciamo che interverremo se notiamo che l’addestramento è molto avanzato? O se la guerra è imminente?”.

“Ecco… detta così già mi suona meglio. Interverremo se le conoscenze dell’erede dovessero mostrarsi molto pericolose per il Cielo o se la guerra finale risulterà alle porte. Dovessi vedere che il figlio di Lucifero sta imparando a sconfiggerci grazie a Keros, sarò io il primo a fermarlo. In qualunque modo”.

   
 
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