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Autore: mattmary15    10/12/2019    4 recensioni
James T.Kirk è diventato il capitano dell’Enterprise quando ha salvato la federazione stellare dall’attacco di Nero. Per il nuovo capitano non c’è pace. Un guasto sulla nave e una scoperta di Bones innescheranno una serie di eventi inaspettati. Riuscirà Jim a sventare la nuova minaccia soprattutto ora che non è più solo ma ha stretto molti legami importanti?
Genere: Azione, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Montgomery Scott, Nyota Uhura, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Epilogo

Lo spazio in cui il tempo si ferma

 

Jim mosse lentamente le palpebre.

Un movimento impercettibile che sfuggì a Bones ma non a Spock.

Il vulcaniano poggiò il libro antico che stava leggendo sul mobile accanto al divano su cui era steso Jim e si voltò a guardare il volto dell’uomo.

McCoy, accortosi di quel gesto, si alzò dalla poltrona e si avvicinò.

Jim espirò profondamente e, finalmente, aprì gli occhi. Scoprì che era disteso su un divano con una coperta addosso. Ci mise qualche minuto per capire che non era a bordo dell’Enterprise. La luce che riempiva la stanza era calda e veniva da una fonte di calore. Mosse gli occhi e realizzò che c’erano piante e fiori tutto intorno a lui. Provò a girare la testa di lato e si accorse della figura accanto a sé. Un dolore lancinante al braccio lo costrinse a non fare ulteriori movimenti.

“Capitano, come si sente?”

“Spock.”

“Deve muoversi con attenzione, ha un braccio rotto. E’ ancora in convalescenza.” Jim non riusciva a credere a ciò che vedeva e sentiva. Spock era lì, vivo e vegeto. Lui era lì. 

“Dove sono, Spock?”

“Su Nuova Vulcano.” Fu la risposta ma a parlare era stato McCoy. “Come ti senti, Jim?”

“Dolorante.”

“E’ il minimo!” Esclamò Bones. “Avessi visto com’eri ridotto!” Jim provò ancora a muovere il suo corpo senza riuscirci. Spock gli passò una mano dietro alla nuca e lo aiutò a sollevarsi un po’.

“Grazie.” Sussurrò cercando di sorridere.

“Sono io che devo ringraziarti. Senza il tuo intervento, non sarei mai sopravvissuto. Ho visto la Jupiter esplodere. Ho creduto che tu fossi morto. Come hai fatto a lasciare la nave?” Jim prese un profondo respiro.

“Khan. Credo. Ero al limite. Ha detto qualcosa mentre mi caricava a bordo della scialuppa ma non sono riuscito a capire.”

“Perché Khan avrebbe fatto una cosa simile?” Chiese perplesso Bones.

“Qualunque sia il motivo per cui lo ha fatto, ti ha salvato la vita.” Sussurrò piano Spock.

“Tu gli hai salvato la vita, Spock. Se non avessi creduto nel legame, sarebbe andato alla deriva nello spazio e sarebbe comunque morto.” Asserì Bones.

“Mi hai trovato attraverso il legame?” Chiese Jim. I suoi occhi blu erano lucidi e commossi. Spock annuì.

“Ho creduto che se il legame era ancora vivo, allora lo eri anche tu.”

“Sai Spock, quando ho visto la capsula Kelvin lasciare la Jupiter, ho capito che avevo finito. Anche se avessi voluto, non avevo più forze. E poi il buio, è qualcosa di insopportabile da affrontare da soli. Credo che sia stato il legame a darmi un ultimo pensiero felice.” Bones gli mise una mano sulla spalla.

“L’importante è che tu sia qui e se dobbiamo ringraziare Khan per questo, personalmente lo farò. A tal proposito c’è una cosa che devo dirti.”

“Cosa?” Chiese Jim alzando lo sguardo.

“Ho usato il sangue di Khan per sintetizzare un siero che ti ho iniettato per risvegliarti dallo stato di coma in cui eri caduto dopo l’esplosione.” Spock osservò la reazione di Jim. L’uomo abbassò gli occhi sul braccio ingessato e poi li fissò nei suoi.

‘Io sono vivo e lui è morto.’

‘Non per colpa tua, T’hy’la. Io gli ho sparato.’ Jim si sforzò di sorridergli con dolcezza poi si voltò a guardare Bones.

“Hai fatto quello che ritenevi più giusto per salvarmi. Grazie Leonard. Sono in debito con tutti voi.”

“E la federazione è in debito con te!” Jim sollevò la testa per quanto poteva e vide Christopher Pike in piedi vicino ad un uomo vulcaniano che riconobbe. Spock si alzò e salutò gli ospiti.

“Si è appena svegliato, padre.” Disse con un tono che sembrava di rimprovero. Pike si affrettò a continuare.

“Chiedo scusa, Spock. Le mie intenzioni erano di fare visita a Jim poiché sapevo che le sue condizioni erano stazionarie. Trovarlo sveglio è fonte di enorme gioia per me. L’ambasciatore Sarek è stato molto gentile ad accogliermi e farmi da guida.”

“Ammiraglio,” fece Jim “è bello vederla.” Pike si avvicinò e poggiò una delle mani sull’ingessatura. 

“Hai portato a termine la missione con coraggio. Sono fiero di te, ragazzo.” Jim s’incupì.

“La nave è esplosa e Marcus è morto.”

“Dio mi perdoni ma Marcus ha avuto ciò che si è meritato. Quella nave non avrebbe mai dovuto esistere. L’ambasciatore Sarek è d’accordo con me che la versione data da suo figlio è un buon compromesso per evitare tensioni all’interno della federazione e tra la federazione e i popoli neutrali. La Jupiter ha avuto un incidente ed è esplosa. Marcus è tra le poche vittime. Anche il suo nome è salvo. Ha una figlia. Lo piangerà come un’eroe. Tu e il tuo equipaggio avete evitato una guerra.” Jim annuì e Pike continuò. “In quanto a te, ho letto il rapporto medico del dottor McCoy. Dice che l’atmosfera di Nuova Vulcano ti giova. Rimarrai qui fino a che non ti sarai ristabilito.” Un lampo di inquietudine attraversò gli occhi di Kirk.

“Mi sta sollevando dal comando dell’Enterprise?” Pike sorrise.

“No. Affatto. Ti meriti una licenza. Quando ti sarai ristabilito, tornerai al comando. Sceglierai tu la tua prossima missione. Mi avevi accennato all’idea di un viaggio ai confini del quadrante, sarai libero di andare dove vorrai. Nel frattempo rimetteremo a nuovo l’Enterprise.” Jim sorrise.

“Grazie, signore.”

“Pensa solo a guarire. Ok?” Jim annuì. “Dottore, una parola.” Bones seguì Pike fuori dal giardino.

Sarek si avvicinò a Kirk e si sedette dove fino a qualche minuto prima stava Spock.

“Capitano Kirk, non solo la federazione è in debito con lei. Ho fuso la mia mente con quella di Spock quando l’ha portata qui. So quello che ha fatto per lui. E so del legame.”

“Immagino disapprovi.” Lo interruppe Jim. Spock si affrettò ad intervenire.

“Jim, ti prego, lascia finire mio padre.”

“Spock è e sarà sempre figlio di due mondi. Tocca a lui scegliere il suo destino. I giorni in cui ho creduto di potergli indicare un cammino prestabilito sono finiti. Tuttavia, per quanto gli abbia significato tutte le conseguenze di un legame con una creatura come lei, capitano, devo confessare che nessuna logica può affrancarmi dalla preoccupazione che provo sapendo che lui è là fuori più di quanto non lo faccia la consapevolezza che lei è suo compagno.” Jim annuì. Sarek si alzò e gli mise una mano sul capo. “Oggi guadagno un figlio. Che il vostro legame sia forte e benedetto.” Lasciando il giardino, il vulcaniano passò accanto a Spock. 

‘A tua madre sarebbe piaciuto.’ 

‘Sì. Le sarebbe piaciuto molto.’ Sarek li lasciò soli.

“Spock.” La voce di Jim richiamò l’altro dai suoi pensieri.

“Dimmi, Jim.”

“Quanto ho dormito?”

“Due settimane.”

“E sono ancora ridotto così?” Esclamò Kirk.

“Eri morto. Ti ci vorrà una riabilitazione di circa un mese stando ai calcoli del dottore.”

“Un mese?”

“Approssimando per difetto.” Jim fece forza sul braccio sano per cercare di mettersi seduto. Spock gli fu accanto in due passi e lo aiutò. Lo sguardo di Jim cadde su un ciondolo che aveva al collo. Lo prese e lo osservò. Era il simbolo della flotta stellare. Sembrava saldato e lavorato con delle incisioni.

“Cos’è questo?” Spock glielo prese dalle mani.

“Quando Harrison ti ha colpito, si è rotto. L’ho riparato.” Jim lo riprese e lesse l’incisione.

‘Sono e sarò per sempre tuo amico.’ Jim piegò la testa di lato.

“Sono parole dell’ambasciatore Spock. Le ha usate per definire il nostro rapporto. Un rapporto che lui ha vissuto per decine e decine di anni. Volevo che sapessi cosa significa far parte della flotta per me. Anche se adesso puoi leggere i miei pensieri.” Kirk strinse il ciondolo.

“Lo porterò sempre. Mi dispiace averti dato la sensazione di voler spezzare il legame quando ho cercato di metterti in salvo sulla Jupiter.”

“Ho capito. Avevi previsto le mie azioni e hai persino chiesto a Scott di impedirmi di usare il teletrasporto.”

“Non ha obbedito. Ricordami di rimproverarlo quando tornerò a bordo.”

“A dire il vero, l’ha fatto. Ho dovuto usare il phaser su stordimento per liberarmene.”

“Spock!” Esclamò Jim mettendo su un’espressione indignata.

“Mi sono già scusato per questo.”

“Hai fatto qualcos’altro che dovrei sapere?”

“E’ tutto, ritengo.”

“Ok. Ora mi dici cos’è questo posto?”

“E’ il giardino pensile dell’abitazione della mia famiglia. E’ stato realizzato in modo simile a quello che mia madre era riuscita a coltivare su Vulcano.”

“E’ bellissimo.”

“Il dottore diceva che ti serviva un’ambiente più caldo e confortevole dell’infermeria della nave. Ho pensato che fosse adatto.” Jim si sbilanciò in avanti e sentì un forte dolore al petto. Si lamentò. “Jim, te ne prego, fa attenzione.”

“Aiutami a sdraiarmi.” Disse Kirk e Spock gli passò di nuovo le braccia dietro nuca e spalle e l’adagiò sotto la coperta. “Grazie.”

“Riposa. Devi dormire.”

“Credo proprio che lo farò. Sono stanco, Spock.” Il vulcaniano sentì qualcosa tirare dentro.

“Allora riposa, Jim. Veglierò su di te.”

“Lo so,” disse Jim chiudendo gli occhi, “non permettere a Bones di infilarmi aghi nel collo.” Spock avvicinò una mano al suo viso ma non lo toccò.

“Nessuno ti toccherà.”

“E tu non svegliarmi, ok?” Spock sentì un’ondata di emozioni fortissime colpirlo dolorosamente.

“Dormi serenamente. Tutto il tempo che vuoi. Quando ti sveglierai, scoprirai che sono ancora qui.”

Spock si risedette ai piedi del divano. Una mano al libro e una stretta a quella di Jim.

 

Fine.

Piccole note dell’autrice:
Siamo arrivati alla fine. Non sapete quanto è difficile salutare i personaggi di una storia che hai amato dalla prima all’ultima riga. O forse sì. Penso lo sappiate, ad essere sincera.
Ad ogni modo, questo non è un addio.
Arrivederci a tutti e grazie per il supporto. Se la storia vi è piaciuta, portatela con voi. Se no, detestate me, non lei. La  piccolina non ha colpe. 
Lunga vita e prosperità.
Mary
 
  
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