Salve a
tutti!
Eccovi
il diciottesimo capitolo, dopo
una settimana esatta!!
Sono stata brava, vero?^____^
Bhe, questa volta non ho nulla dire, se
non: godetevi il capitolo!
Purtroppo questo è solo di passaggio,
ma ho deciso di fare capitoli un po’ più corti per
poter postare più
frequentemente! (Il mio ‘capitoli più
corti’ sottointende almeno 10 pagine
word, per cui non preoccupatevi XD Sono piuttosto logorroica, quindi i
miei
capitoli non saranno mai corti, comunque!^___^)
Bhe, non
mi resta che
augurarvi buona lettura!
Mi raccomando, fatemi
contenta e ditemi che ne pensate!
PS: Grazie
mille ufficialmente a tutti quelli che mi seguono e che mi
recensiscono!
Non vi ringrazio in ogni capitolo, ma è
ovvio che vi adoro tutti, dal primo
all’ultimo!
Infondo, cos’è uno scrittore senza i
suoi lettori?
Nulla.
Se
questa storia continua ad andare
avanti, è solo per voi!
Per cui, grazie!
Grazie mille!
Grazie di cuore! <3
E siamo a:
59
Preferiti
21 Seguiti
73
Recensioni
Grazie
mille a tutti! Sul
serio!
Non
so più come dirvelo!
Ancora
una cosa, prima
di lasciarvi alla lettura:
Se
qualcuno è interessato all’apertura
di un forum (sul circuito
forumfree/community) nel quale poter postare
le proprie storie o fan fiction, partecipare a sfide interne a colpi di
fan
fiction o di grafica e conoscerci meglio e cose simili, mi
contatti, perché
vorrei una mano! –per recensione, via e-mail o via msn (Juja_heart@hotmail.com)
come
preferite!
Grazie
per l’attenzione.
~Un
Particolare In Più~
Draco Malfoy camminava, a
passo di marcia, lungo i corridoi di Hogwarts, diretto verso il
dormitorio di
Serpeverde.
Aveva lo sguardo assente, perso
nel vuoto.
Niente
di più pericoloso.
Dopo aver schiantato ben
cinque primini – tra cui anche una ragazzina – che
avevano avuto il coraggio di
sbarrargli la strada, si era infilato veloce nei sotterranei, ed era
entrato
nella Sala Comune.
Questa era piena ed eccitata
per la festa che sarebbe iniziata di lì a poco.
Tutte le ragazze mandavano
gridolini eccitati, confrontandosi i vestitini succinti e i ragazzi
ammiravano
trasognati le loro forme poco coperte.
Blaise Zabini era in piedi,
al centro esatto di un cerchio composto da uno stuolo di ragazzine che,
adoranti, lo stavano ammirando, occhieggiando civettuole, con gli
sguardi
ridotti a cuoricini volanti.
Il bel moro stava appunto
comunicando loro che, non avendo potuto sceglierne una
perché erano tutte così
carine e dolcissime, aveva deciso di portarle tutte insieme, scatenando
il
contento generale, quando scorse Draco entrare nella Sala, con uno
sguardo a
dir poco assassino. Alzò una mano, per salutarlo, ma quello
neanche lo degnò di
un’occhiata e, scontrandosi violentemente contro due ragazzi
che parlottavano
vicino all’ingresso, si infilò di corsa nei
dormitori.
Blaise lo guardò preoccupato
e si fece largo tra le sue spasimanti, promettendo di tornare quanto
prima.
Poi, si precipitò dietro l’amico, entrando nel
momento esatto in cui questo si
chiudeva la porta della sua camera alle spalle, con un gesto carico di
evidente
rabbia.
Il moretto si avvicinò alla
porta, un po’ titubante: non gli piaceva mai affrontare Draco
quando era così
incazzato.
E
fuori controllo.
“Guai in
vista…”
Pensò, mentre bussava con
eleganza innata.
-Dra…?-
Lo chiamò, ma un boato poco
rassicurante fu l’unica risposta che ricevette.
Al
diavolo l’educazione!
Spalancò la
porta, fino a
ritrovarsi davanti ad un Draco Malfoy a dir poco fuorioso, con il fiato
corto,
che aveva appena distrutto lo specchio dell’armadio con un
potente pugno, e ora
la mano -già coperta di scheggie di legno, notò
Zabini- sanguinava copiosa,
gocciolando sul pavimento.
- Mio Dio…-
Mormorò, gettando
un’occhiata anche alla stanza, completamente sottosopra.
Draco era in piedi, con lo
sguardo fisso sul vuoto, che incrociava, probabilmente, la sua immagine
distorta in quei pochi frammenti di specchio che erano riusciti a
rimanere
incollati all’armadio. I capelli, scompigliati, gli
ricadevano disordinati sul
viso. Dalle labbra, spaccate e gonfie, usciva più di un
rivolo di sangue, che
colava lentamente sul mento, fino a gocciolare in quella pozza
già alimentata
dalle ferite sulla mano.
Blaise rimase ad osservarlo,
poi si avvicinò lentamente – cercando di evitare i
frammenti di specchio
tagliente riversati sul pavimento – e lo preso per un
braccio, scuotendolo con
delicatezza.
-Draco…?-
Lo chiamò di nuovo, ma
quello non sembrò nemmeno sentirlo.
Continuava a fissare il
vuoto, le spalle che, per la rabbia, tremavano leggermente.
Blaise gli diede un altro
strattone.
Niente.
Lo scosse più forte.
Niente.
-Cazzo Dra! Che diavolo è
successo?!?-
Sbottò alla fine, voltandolo
con uno strattone violento e costringendolo a guardarlo in viso.
I suoi occhi sembravano un
cielo plumbeo, grigio e terribilmente vuoto.
Un
cielo calmo, prima di una tempesta distruttiva.
Blaise
vacillò di fronte a
quello sguardo: non l’aveva mai visto così furioso.
Questo perché, di solito,
Draco Lucius Malfoy riusciva sempre ad ottenere quello che voleva.
Bastava anche solo pensarlo,
e il giorno dopo lui aveva già conquistato ciò
che desiderava.
Che si trattasse di un nuovo
gioco, di un manico di scopa, di una cravatta nuova.
O
di una ragazza.
Quell’anno,
per la prima
volta in vita sua, il Principe delle Serpi si trovava ad affrontare una
cruda
verità: non poteva sempre ottenere
quello che voleva.
Sembrò riscuotersi
all’improvviso, e Blaise lo capì dal cambiamento
della sua espressione.
E
del suo sguardo.
Non c’era
più traccia di
vuoto o turbamento nel suo viso, solo una pura maschera di ghiaccio,
che ne
deformava quasi i lineamenti perfetti, rendendoli più duri e
più affilati del
solito.
Con uno spintone si
allontanò da Blaise.
-Lasciami in pace!-
Sibilò pericoloso,
lanciandogli un’occhiataccia.
Poi si voltò, e strinse la
mano ferita in un pugno, lasciando gocciolare altro sangue sul
pavimento.
Affibiò un potente calcio
alla testata in ferro battutto del letto e quasi la ruppe.
Se si era fatto male – cosa
che sicuramente era – non lo diede a vedere e la sua
espressione rimase
impenetrabile
Blaise lo osservò in
silenzio, mentre lo vedeva marciare con rabbia vicino alla scrivania,
dove, con
un gesto rapido, scaraventò tutti i libri e le pergamene a
terra.
Poi si bloccò, lo sguardo
fisso sull’unica cosa che era rimasta sul ripiano del
tavolino.
Una
maschera.
Era bella, elegante ed
argentata.
Il contorno degli occhi era
brillantato da una serie di piccole pietruzze, incastonate, mentre
dell’argento
fuso e colato era stato lavorato ad opera d’arte, e creava
dei piccoli e
sinuosi intarsi su tutta la maschera. Bordata interamente da una strana
decorazione – anch’essa argentata -, la cosa
più bella e più particolare era lo
smeraldo al centro della fronte, che brillava quasi di luce propria.
Draco la prese con la mano
ferita, sporcandola di sangue.
Deturpandola
quasi con odio.
La strinse con violenza,
ma
non riuscì a scalfirla, ovviamente.
Così la lanciò in terra con
rabbia, e poi la schiacciò sotto la suola della scarpa,
spaccandole prima il
naso, e poi deformando gli occhi.
Il piccolo smeraldo si
staccò e rotolò sul pavimento, fino a fermarsi,
una volta incontrata la punta
delle scarpe eleganti di Blaise, che fissava la scena interdetto.
Si piegò e raccolse la
piccola pietruzza, mentre il biondino continuava a sfogarsi sulla
maschera, che
continuava a calpestare con rabbia, finchè,
l’unica cosa rimasta di essa, non
erano che un mucchio di piccoli frammenti, che andarono a fare
compagnia allo
specchio.
Blaise si rialzò in piedi,
studiando il piccolo smeraldo, brillante nella sua mano.
Quello smeraldo così simile
ad un paio d’occhi che al biondino facevano andare il sangue
alla testa, anche
un po’ più del necessario.
E
allora comprese.
-Draco…Dov’è
Alexandra?-
Domandò, puntando lo sguardo
sul biondino, che ansimava stanco. Immediatamente, si voltò
a guardarlo, con
espressione carica di rabbia, odio.
E
frustrazione.
Con due grandi e veloci
passi, coprì la distanza che li separava e lo prese per il
colletto della
camicia – che sporcò di sangue. Gli si
avvicinò così tanto che i loro nasi si
sfiorarono e i loro occhi si specchiarono perfettamente.
Argento
gelido contro zaffiro liquido.
-Non.Pronunciare.Più.Quel.Nome.-
Sibilò, sputando ogni parola
quasi con controllata difficoltà.
Poi gli diede un altro
spintone e lo lasciò andare, dandogli velocemente le spalle
e dirigendosi verso
la porta del bagno.
Zabini rimase a fissarlo
impassibile, mentre quello si poggiava stanco allo stipite e posava la
mano sul
legno bianco, lasciandola scivolare lentamente e macchiando la porta di
sangue
cremisi.
-Alexandra è una puttana…-
Aggiunse con rabbia, il
veleno in corpo.
Blaise lo guardò interdetto,
poi, inaspettatamente, scoppiò in una fredda risata, che
fece voltare l’amico.
-Ma certo! Per una volta qualcuno
non ti da ciò che vuoi, e tu fai il diavolo a quattro!-
Proferì il moro, quasi con
disprezzo.
-Dio, Draco: mi sembri un
bambino capriccioso al quale i genitori non vogliono comprare un
giocattolo
inutile!-
Lo sguardo argenteo perse
l’odio e la rabbia, che si sostituì ad
un’espressione sorpresa.
Poi si assottigliò di nuovo,
indignata e ferita nell’orgoglio, prima di abbassarsi.
Le mani si strinsero in due
pugni violenti.
Altro
sangue sul pavimento.
-Sta zitto…-
Mormorò, con rabbia, ma
Blaise non lo sentì neanche.
-Perché non vai a piangere
da tuo padre, come ogni volta! Magari scopri che anche Alexandra ha un
prezzo e
riesci a fartela comprare proprio come una bambolina di pezza!-
Continuò, con tono calmo e
serafico, eppure velenoso e tagliente come la zanna di un basilisco.
-Sta zitto…-
Ripetè Draco, le cui spalle
ora, tremavano ancora più violentemente di prima.
-Draco: le persone non si
comprano! L’amicizia non si compra! L’affetto non
si compra! L’amore: NON SI
COMPRA!-
Ringhiò le ultime parole, ma
Draco era scattato molto prima, consapevole di quanto quelle parole
fossero
sincere.
E
di quanto – cazzo!- facessero male.
-STA ZITTO!-
Senza rendersene conto, era
balzato in avanti e aveva assestato un bel pugno potente proprio sul
naso
perfetto di Blaise, che sorpreso, non era neanche riuscito a difendersi
e lo
aveva preso in pieno.
Barcollò un po’
all’indietro, tenendosi il naso sicuramente rotto, dal quale
cominciò ad uscire
un rivolo di sangue.
Draco lo guardò, ansimante,
con lo sguardo spalancato, shokkato da quello che aveva fatto.
Zabini gli restituiva la
stessa occhiata, sorpreso da tale reazione.
Poi, inaspettatamente,
scoppiò di nuovo a ridere e il biondino lo guardò
senza capire.
-Ma bravo: spero che tu ti
sia sfogato, amico!-
Ridacchiò, poi tornò serio
all’improvviso e coprì la distanza con un solo
lungo passo.
Questa volta fu il turno di
Malfoy di essere preso per il colletto della camicia.
-Ricordati Draco: io per te
ci sarò sempre, perché ti conosco e so come sei
fatto. Ma se continuì così, rimarrai
solo.-
Gli alitò ad un centimetro
dal viso, prima di allontanarlo con una spinta così forte,
che lo fece cadere
in terra.
-Ci vediamo alla festa,
Dra!-
Lo salutò, mentre con un
gesto elegante della bacchetta si puntava il naso.
-Epismendo!-
Poi si voltò e uscì dalla
stanza, lasciando Draco a fissare la porta chiusa.
Rimase lì, seduto per terra,
per un lasso di tempo che nemmeno lui avrebbe potuto definire.
Forse passarono più di venti
minuti.
O magari, neanche uno.
Ma a lui sembrò di stare
pensando da sempre.
Blaise
aveva ragione.
Fottutamente ragione.
Eppure, non poteva farci
nulla. Lui era quello: prendere o lasciare.
E comunque, per lui,
Alexandra Black rimaneva una puttana.
Un secondo prima arrossiva
di fronte a lui, e il suo cuore batteva forte quando le si avvicinava
più del
dovuto – sì, riusciva a sentirlo ogni volta, per
quanto andava veloce – e il
minuto dopo, eccola lì, a civettare come una scema con
quell’idiota di San
Potter.
Oh, ma gliela avrebbe fatta
pagare. Eccome se gliela avrebbe fatta pagare!
Nessuno si prendeva gioco di
Draco Malfoy e poi la passava liscia.
Nessuno. Neanche
lei.
Si alzò da terra, e con un
colpo veloce della bacchetta, rimise tutto in ordine: lo specchio
tornò
intatto, i libri e le pergamente si rimpilarono sulla scrivania, le
coperte
riavvolsero il letto e la moquette verde assorbì le numerose
gocce di sangue,
senza lasciare danni.
Gli unici cocci che rimasero
tali, furono quelli della maschera, che Draco ignorò
prontamente, infilandosi
nel bagno per farsi una doccia.
Uscì mezz’ora dopo, e
nessuno avrebbe mai detto che, solo un’ora prima, era stato
coinvolto in ben
due liti, che erano entrambe sfociate alle mani.
L’unico vago ricordo era il
labbro inferiore, leggermente gonfio, sul quale figurava un bel taglio
profondo
e arrossato. Per il resto, era impeccabile nel suo abito da vampiro
– non
mascherato, ovviamente – e quelle labbra maltrattate
riuscivano a dargli
un’aria maledettamente più affascinante.
Intercettò lo sguardo di
Blaise, che, nonostante stesse sorridendo alle sue ammiratrici, era
insolitamente serio. Ma passò oltre, dirigendosi verso la
sua vera preda. La
acchiappò per un polso, togliendola dalle gambe del ragazzo
che stava
abbracciando.
- Tu vieni alla festa con
me.-
Ordinò perentorio, e per
tutta risposta, la ragazza si limitò a guardarlo confusa.
-C-come…?-
Domandò, con un balbettio
interdetto, non sicura di aver capito bene.
-Poche storie, Pansy. Era
quello che volevi, no?-
Rispose brusco e, quando
l’informazione penetrò, la Parkinson si
esibì in un urletto eccitato, che
catturò tutta l’attenzione della Sala.
-Certo che ci vengo al ballo
con te!-
Gridò contenta, e gli si
attaccò al braccio sinistro, molto simile ad una piccola
piovra.
Draco sbuffò, infastidito,
ma subito le cinse la vita con un braccio e, insieme, varcarono la
porta della
Sala Comune, sotto lo sguardo sbalordito di tutti.
Non passò neanche mezzo
minuto che tutti, pettegoli, presero a parlottare.
Blaise Zabini alzò lo
sguardo al cielo, e finse di ascoltare le sue molteplici
accompagnatrici, lo
sguardo fisso sul freddo muro in pietra, speranzoso di vedere entrare Lei.
I corridoi erano già gremiti
di gente mascherata, che si stava dirigendo in Sala Grande per la festa.
La
festa.
L’aveva quasi
dimenticata.
Bhe, una cosa era certa:
l’invito di Draco non era più valido.
Tanto, ora che ci pensava,
non aveva neanche voglia di andarci.
L’unica cosa che desiderava,
in quel momento, era potersi rannicchiare nel suo letto sotto le
coperte, e
lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo.
Chissà, magari sarebbe
riuscita a sognare di nuovo quel luogo paradisiaco, dove la sua dea
personale
l’avrebbe aiutata a cancellare ogni dolore.
Quando entrò in Sala Comune,
stropicciandosi gli occhi arrossati con una mano, e continuando a
tenere il
fazzoletto sotto il naso con l’altra, tutti gli sguardi si
puntarono
automaticamente su di lei, facendola sentire a disagio.
Si guardò attorno, senza
capire, e avanzò lentamente, mentre intorno a lei,
prendevano concitati quei
bisbigli che ormai la accompagnavano un po’ ovunque.
‘Sta uno straccio,
poverina…’
‘Sì, guarda come sono rossi
gli occhi: dev’essere stata a piangere tutto il
tempo…’
‘Sapete che vi dico: se lo
merita! Così impara a tenere due piedi in una
scarpa!’
‘Sì, sono d’accordo con
lei!’
‘Ma siete delle vipere!’
Alexis cercò di ignorare
tutti quei sussurri e i suoi occhi si puntarono, automaticamente, in
quelli blu
di Blaise, che, appena l’aveva vista entrare, si era alzato e
l’aveva osservata
ansioso, quasi temesse che lei potesse crollargli davanti da un momento
all’altro.
-Alexandra…-
La sua voce scura superò
quella di tutti, che immediatamente si zittorono, pronti ad osservare
la scena,
per poi spettegolarne alle spalle.
La moretta cercò di
sorridere, ma tutto quello che le riuscì fu una smorfia
strana, triste e
malinconica. Fece per dire qualcosa, ma il ragazzo le si
avvicinò a grandi
passi e la prese per le spalle, quasi volesse aiutarla a reggersi in
piedi.
Perché
Alexandra Black non gli era mai sembrata così
fragile come in quel momento.
-Non qui…-
Le sussurrò ad un orecchio e
la scortò fin dentro il dormitorio, lanciando occhiate
infuocate a chiunque
osasse dire qualche ‘A’ di troppo.
La lasciò andare solo quando
entrarono nella sua stanza e lei appurava – con sollievo
– che Diamond era già
andata alla festa e probabilmente già si stava
‘infrattando’ da qualche parte
con quel Nott.
Fece qualche passo in
avanti, barcollando un po’, e si trascinò fino
allo specchio posto sopra la
scrivania di Diamond. Si osservò: era un vero disastro! I
capelli si erano
arricciati con l’umidità; il naso, la bocca e il
mento erano ancora incrostati
di sangue seccato e marrognolo, e altro continuava a colare; gli occhi
erano gonfi,
spenti e terribilmente arrossati; e la divisa, neanche a spiegarlo.
-Piccola…che cosa è
successo?-
Lo sguardo smeraldo corse
sullo specchio, fino a trovare la figura di Blaise che la osservava
apprensivo,
ancora in piedi, sulle soglia della porta.
Alexis sospirò e posò il
fazzoletto sulla scrivania, con un gesto stanco.
-Ho litigato con Draco…-
Rispose, accennando ad un
sorrisino mesto e ad un’alzata di spalle, mentre trafficava
nei cassetti della
scrivania e tirava fuori un fazzoletto pulito.
-Siediti pure.-
Gli disse poi, facendo un
cenno verso il suo letto e andando in bagno, dove sciacquò
il fazzoletto e
cominciò a ripulirsi del sangue seccato.
Blaise si guardò intorno,
poi si sedette come gli era stato detto.
-Immaginavo. Il suo pugno
sul naso quando ti ho nominata è stato molto eloquente.-
Proferì, con tono leggero, e
quando Alexis fece capolineo dalla porta del bagno, con
un’espressione stupita,
ridacchiò leggermente.
-Ti ha davvero picchiato?-
Domandò incredula e lui
annuì tranquillo, come se fosse la cosa più
normale del mondo.
-Merlino: ma è terribile!-
Esclamò sconcertata,
avvicinandoglisi e sedendosi sul letto a sua volta.
-E tutto per colpa mia…mi
dispiace…-
Avvicinò una mano al suo
viso, per controllare che fosse tutto a posto, ma lui gliela prese e la
fermò.
-Non preoccuparti: sto bene.
Tu piuttosto, perché tutto quel sangue?-
Domandò, indicandogli la
pelle appena sotto il naso, ancora incrostata di sangue.
Lei sospirò e abbassò lo
sguardo.
-Una gomitata…di Draco…-
Ammise e lo sguardo blu di Blaise
si accesse all’improvviso, traboccando di bollente ira.
-Draco ha fatto cosa…?-
La sua voce tremava
leggermente, quasi cercasse di controllare una grande rabbia.
Balzò in piedi, ma Alexis lo
fermò, prendendogli una mano.
-No, aspetta! Non l’ha fatto
apposta, sul serio! –
Blaise la guardò in tralice,
sospettoso, poi sospirò e si sedette di nuovo. Le pose una
mano sulla guancia e
gliela accarezzò, portandole indietro i capelli.
-Alex…Vuoi dirmi che cosa è
successo, esattamente?-
La ragazza sospirò e si alzò
dal letto, ponendosi di nuovo davanti allo specchio. Riprese a pulirsi
la bocca
e il mento con il fazzoletto.
-Alexandra?-
La richiamò, e lei ricambiò
lo sguardo dal riflesso nello specchio.
-Ero al lago…con Harry. E
stavamo parlando: solo parlando! Ma Draco deve aver travisato le cose
e…si è
esibito in una scenata di gelosia. Harry non si è fatto
sottomettere e come al
solito hanno finito per litigare. Hanno duellato un po’, e
quando ho cercato di
fermarli mi sono beccata una gomitata…Per tutta risposta,
Draco si è beccato un
pugno in bocca da Harry. Ecco tutto –
Rispose semplicemente, con
tono incolore, mentre finalmente riusciva a levarsi il sangue dal
mento, per
poi passare al naso.
Rimasero in silenzio per
qualche minuto, fino a che Alexis non intercettò di nuovo lo
sguardo di Blaise,
che la fissava serio, nel riflesso dello specchio.
Sbuffò e si voltò,
lanciandogli un’occhiataccia contrariata.
-Cosa? Che c’è?-
Domandò esasperata e lui
continuò ad osservarla per qualche altro secondo, prima di
tenderle un braccio
e farle cenno di avvicinarsi e sedersi accanto a lui.
Lei lo guardò indecisa, poi
sospirò e fece come le era stato silenziosamente detto.
Senza dire nulla, Blaise le
prese il fazzoletto bagnato dalle mani e, delicatamente,
cominciò a pulirle il
nasino e la bocca, facendola arrossire un po’.
Si
sentiva tanto una bambina alle prese con un papà
un po’ troppo apprensivo.
Un papà che, ormai, non aveva più.
O che, meglio, non aveva mai avuto veramente.
Deglutì, un
po’ imbarazzata,
ma non si sottrasse alle cure del moro, che continuò a
tamponarla con
delicatezza.
Dopo qualche altro minuto di
silenzio, finalmente Blaise riaprì la conversazione,
precedendola con un
sospiro.
-Alex…Sai che Draco è un
po’…apprensivo quando si parla di
te…Anzi, sarebbe meglio dire un po’ troppo
geloso. Ma non lo fa con cattiveria: lui ci tiene veramente a te, come
non ha
mai tenuto a nessun’altra ragazza in vita sua. Neanche a
Pansy.-
Cominciò, e lei abbassò lo
sguardo, stringendosi le mani in grembo.
-Sì, lo so.-
Mormorò consapevole, mentre
una fitta dolorosa le colpiva il cuore, come il fendente di una spada
di un
abile guerriero.
-Allora…Perché continui a
vederti con Potter, nonostante sai bene che a lui dia fastidio? Ti
diverte
vederlo arrabbiato?-
Alexis alzò lo sguardo
smeraldino di scatto, sorpresa da quelle parole e dalla durezza con cui
erano
state pronunciate. Scosse violentemente la testa, sfuggendo alla
medicazione
del ragazzo.
-No! Assolutamente no!-
-E allora, perché gli fai
questo? Quel Potter è più importante di Draco?-
Le domandò ancora,
sondandola con uno sguardo penetrante.
Lei fece per dire qualcosa,
ma poi sospiro e abbassò lo sguardo, con espressione
malinconica.
Blaise ne approfittò per
riprendere a pulirla delicatamente.
-Scusa le mie domande, non
sono fatti miei. E’ solo che…vorrei capire. Vorrei
capire se quello che dice
Draco è la verità o se è solo
così accecato dalla gelosia da non vedere la
realtà.-
Spiegò, girando il
fazzoletto dalla parte pulita e continuando a tamponarla.
-E’…è una cosa complicata
Blaise.-
Gli rispose, mordendosi il
labbro inferiore.
-Alex: guardami un attimo.-
La ragazza alzò lo sguardo
su quello di Blaise, che le sorrise appena.
-A te piace Draco?-
Le domandò, e lei arrossì
tutta insieme, sorpresa da tale domanda.
-Bhe…Io, n-non lo so!
Insomma…C-che domande sono?-
Balbettò imbarazza,
spostando di nuovo lo sguardo sul pavimento.
Il ragazzo ridacchiò
divertito e finì di pulirla.
- La cosa più difficile è
ammetterlo a se stessi. La strada, poi, è tutta in discesa.-
Le disse, facendo evanescere
il fazzoletto sporco.
-Ma io l’ho già ammesso a me
stessa.-
Rivelò, alzando di nuovo lo
sguardo e sorridendo mesta, con un bel colorito sulle guance.
-Sì, Draco mi piace. E tanto
anche…-
Aggiunse imbarazzata, ma poi
sospirò e la sua espressione si spense, malinconica.
-Ma ormai non ha più
importanza…Se c’era anche solo una
possibilità di stare insieme, ora non
c’è
più…-
Mormorò, improvvisamente
stanca, alzandosi dal letto e andando alla finestra, per vedere le
stelle del
cielo magico brillare luminose.
-Non dire così, Alex…Vedrai,
tutto si risolverà.-
-No! Non questa volta,
Blaise. Ho visto i suoi occhi…Mi ha guardata…Come
se fossi una cosa
disgustosa…Nel suo sguardo ho letto che avrebbe voluto
urlarmi in faccia…-
Poggiò una mano sul vetro,
lasciandola scivolare lentamente.
-PUTTANA!-
Gridò all’improvviso,
facendo sobbalzare il Serpeverde.
-Era questo che avrebbe
voluto dirmi…Ma la sua occhiata è valsa
più di mille parole…Il suo silenzio è
stato più doloroso di una pugnalata dritta al
cuore…-
Si lasciò cadere in terra,
accasciandosi lentamente, troppo stanca per restare ancora in piedi.
Blaise le
corse subito vicino, e le si inginocchiò accanto,
preoccupato.
Non stava piangendo. Non
quella volta.
Ma l’espressione vuota dei
suoi occhi era più triste e terrificante di mille lacrime.
-Che cosa devo fare,
Blaise?-
Domandò poi, con voce rotta,
voltandosi a guardarlo, con lo sguardo lucido.
Il ragazzo sentì una morsa
stringergli il cuore, e avvicinò una mano al suo viso,
accarezzandolo
dolcemente.
-Perché non provi dirglielo?
Perché non gli dici quello che senti per lui?-
Alexis alzò lo sguardo su di
lui, sorpresa e spaventata.
-Cosa…? No! Io…Non posso!-
Scosse la testa, con
violenza, e lui la prese per le spalle, per fermarla e poterla guardare
in
viso.
-Perché no, Alexandra? Lo
vedo quanto ci tieni a lui! Lo leggo nei tuoi occhi: ogni volta che lo
vedi, si
illuminano radiosi; ogni volta che lui non c’è,
sono pensierosi e un po’
tristi; quando litigate, come ora, diventavo vuoti e terribilmente
sofferenti!-
Le disse serio, scuotendola
un po’, quasi volesse farle capire l’importanza e
la verità di quelle parole.
Ma
lei lo sapeva che erano vere: e lo leggeva in
quegli zaffiri, caldi e preoccupati.
Blaise Zabini:
che
ragazzo splendido.
-Draco è uno
stupido! Un’idiota!
Un menefreghista! E un gran testardo! Non capisce che non è
solo lui a
soffrire, ogni volta che bisticciate. Non capisce che a soffrire siete
in due!
Alexandra tu devi dirglielo!-
La supplicò quasi, con tono
disperato, ansioso e preoccupato, con un’intensità
tale da farle provare i
brividi.
-Questo amore vi sta
distruggendo…-
Sospirò infine, lasciandole
andare le spalle e abbassando lo sguardo.
Alexis rimase ad osservalo,
una morsa dolorosa che le scaldava il petto, le bloccava il respiro in
gola e
le stringeva il cuore.
Non sapeva che dire, quindi
si limitò ad abbassare lo sguardo a sua volta, e a
stringersi le mani in
grembo, così forte che sentì le unghie perforarle
il palmo.
-Perché…? Se dici di tenere
così tanto a lui, perché non puoi rinunciare a
Potter?-
Le domandò poi.
Un’altra
pugnalata, dritta dritta nel cuore.
Respirò a
tratti,
boccheggiando, quasi avesse improvvisamente l’asma, e Blaise
la guardò
preoccupato.
Poi scosse la testa, così
violentemente che tutti i capelli le si riversarono sulle spalle,
coprendole il
viso.
-Mi dispiace…Mi dispiace, ma
non posso. Per quanto bene voglia a Draco – e credimi gliene
voglio davvero
tantissimo – io…io non posso rinunciare ad Harry.
Non posso!-
Rispose, prendendosi il viso
tra le mani, e cominciando a scuotere di nuovo la testa.
-Ti prego…Ti prego Blaise,
non chiedermi spiegazioni…Io non posso dartele! Ti
prego…Ti prego…-
Continuò a sussurrare,
mentre si piegava con il busto in avanti e si accasciava a terra,
stringendosi
lo stomaco con un braccio, quasi avesse bisogno di vomitare.
In
effetti, era così che si sentiva in quel momento.
Blaise la
osservò
addolorato, poi si piegò a sua volta, e la prese tra le
braccia, stringendola e
cullandola.
-Scusami…Perdonami: non ti
farò più domande…Te lo
prometto…-
Le sussurrò, accarezzandole
i capelli e lei si aggrappò forte alle sue spalle, annuendo.
-Non piangere…-
Alexis si staccò quel tanto
che bastava per poterlo vedere in viso, e lui notò che
sì, aveva gli occhi
lucidi, ma non una sola lacrima solcava il suo viso.
-Non sto piangendo…-
Sorrise mesta, sciogliendo
l’abbraccio.
-Non voglio più piangere: in
questi due mesi ho versato anche più lacrime del necessario.-
Si strinse nelle spalle e
Blaise le sorrise, lasciandole un buffetto sulla guancia.
-Brava! Così ti voglio,
sempre allegra è sorridente!-
Alexis sorrise più
ampiamente, e si lanciò di nuovo addosso a lui, stringendolo
forte.
-Grazie Blaise…-
Gli sussurrò e lui e lasciò
un bacio a fior di labbra sulla tempia.
-Figurati, piccola: per te
ci sono. Sempre.-
Rimasero a coccolarsi un
po’, poi Blaise diede un’occhiata
all’orologio che portava al polso e quasi
sobbalzò.
-Caspita! Sono già le nove e
mezza: la festa è iniziata da un po’!-
Esclamò, sciogliendo
l’abbraccio e alzandosi in piedi, aiutando anche lei a
rialzarsi.
-Tu vieni, vero?-
Le domandò poi, scrutandola
con occhio critico e di rimprovero.
Lei storse la bocca, per
tutta risposta.
- Non so…Sinceramente, non
me la sento…-
Ammise, stringendosi le
braccia al petto, quasi in un abbraccio solitario.
Blaise la guardò
contrariato, corrugando le sopracciglia fine e ben curate.
- E poi, non ho neanche più
un cavaliere…-
Aggiunse, stringendosi nelle
spalle e sorridendo mesta.
-Ah: ma a questo si rimedia
subito! Sono sicuro che in molti vorranno uscire con te, Alexandra
Black!-
Rispose Blaise sornione,
alzando le sopracciglia per due volte, in un’espressione
maliziosamente buffa,
che la fece ridacchiare.
-E poi, se per qualche
stranissimo caso nessuno volesse venire con te, io mi offro volontario:
sempre
se vuole, Mylady!-
E si esibì in un ichino, che
la fece ridacchiare ancora di più.
- Credetemi, venire al ballo
con lei sarebbe un onore, Mylord!-
Ribeccò ironica Alexis, e
lui fece un’altra riverenza, come ringraziamento.
-Ma non credo che il tuo fan
club sarebbe d’accordo e, sinceramente, avere già
tre nemici in un giorno mi
basta e mi avanza!-
Ridacchiò, portandosi una
mano a coprire educatamente le labbra, mentre lui storceva la bocca e
soppesava
le sue parole, ritenendo che, in effetti, le sue care ragazze non
avrebbero
gradito.
- E comunque, non ho un
abito…-
Concluse la moretta, con un
sospiro e un’alzata di spalle, allargando casualmente le
braccia.
Blaise la osservò con uno
sguardo furbo, e poi si voltò verso il suo letto,
indicandole un pacchetto
plastificato all’angolo.
-Io non direi.-
Rispose, alzando un
sopracciglio e sollevando un’angolo delle belle labbra.
Alexis corrugò la fronte e
si avvicinò al letto, scrutando il pacchetto.
Era un vestito elegante,
rosso e nero. Lo tirò fuori dalla busta e se lo
dispiegò davanti, guardandolo
ammirata.
Era un abito da sera, sullo
stile dark. Aveva un corpetto rigido, senza spalline, decorato con del
merletto
e delle roselline. La gonna era lunga, e scendeva morbida, tagliata
appena da
uno spacco laterale neanche troppo profondo. Abbinati ad esso
c’erano un
mantello nero e un paio di dècolletè con il
cinturino.
Poi, il suo sguardo cadde su
un oggetto poggiato sulla coperta.
Una
maschera.
Era color porpora,
decorata
da roselline rosse. Gli occhi erano bordati da piccoli diamantini,
brillanti e
sul lato destro c’era un fiore, contornato da tante piume
nere.
Alexis adagiò il vestito sul
letto e la prese tra le mani, esaminandola.
“Ah,
quasi dimenticavo: il tema di stasera sarà
vampiri in maschera, per noi. Il tuo vestito è
già nella tua camera.”
Le aveva detto Draco
solo
quella mattina, si ricordò.
E ora, era tutto cambiato.
Sospirò e lasciò cadere la
maschera sul letto.
-E’ il vestito che mi ha
regalato Draco…Non posso indossarlo.-
Disse, di nuovo triste.
Blaise la osservò un po’,
poi scosse la testa.
-Invece lo metterai eccome!-
Ribeccò, avvicinandosi
all’abito ed esaminandolo con occhio critico.
-Come?-
Alexis lo guardò confusa,
mentre lui estraeva la bacchetta e la puntava contro il vestito.
-Aspetta e vedrai…Una
modifica qua e una là…Oh sì, Draco si
pentirà amaramente di non averti portata
al ballo stasera: sarai la più bella di tutte,
vedrai…-
Rimuginò tra se e se,
agitando la bacchetta. Il vestito levitò e ad ogni colpo di
bacchetta, si
andava man mano modificando. Dal corpetto uscirono due eleganti
maniche, che si
arricciavano sulle spalle. La gonna si lacerò in un altro
spacco, dal lato
opposto di quello che già c’era, ed entrambi
divennero molto più audaci. Ed
infine, anche il colore cambiò: da un rosso sanguigno, ad un
argento pallido,
simile al colore delle stelle.
Finito, il vestito nuovo si
adagiò di nuovo sul letto, sotto lo sguardo incantato della
ragazza.
-Come hai fatto?-
Domandò in un sussurro
incredulo, e Blaise si voltò a guardarla, sorridendo
soddisfatto.
-Non sono mica stato
rinominato ‘ragazzo più elegante di tutta
Hogwarts’ per nulla, mia cara!-
Rispose fiero, poi si guardò
intorno, quasi gli mancasse qualcosa.
Alexis lo fissò, piegando il
viso su di un lato, fin quando il viso del ragazzo si
illuminò. Si frugò nelle
tasche e ne tirò fuori qualcosa di piccolo, che tenne sul
palmo. Gli puntò la
bacchetta contro e mormorò qualcosa, finchè
quello non brillo.
-Prendi la maschera.-
Le ordinò, con un sorrisetto
strano sulle labbra. Alexis fece come le era stato detto e gli porse la
maschera.
Blaise lasciò levitare il
piccolo oggettino – che adesso la ragazza poteva vedere e
riconoscere come un
delizioso smeraldo, così simile ai suoi occhi – e,
con un altro incantesimo, lo
incastonò sulla fronte della maschera, che cambiò
colore, diventando anch’essa
argentata, come il vestito.
Alexis la guardò, sempre più
meravigliata, e Blaise ripose la bacchetta, soddisfatto di se stesso.
-Indossala.-
Le disse, indicandola, e la
ragazza annuì, andò davanti allo specchio e se la
mise.
Appena l’ebbe indossata, una
strana luce argentata la accecò per un attimo. Poi, quando
riaprì gli occhi, la
sua immagine nello specchio rifletteva sì lei, ma
con due splendide ali.
Argentate ovviamente. Si voltò per guardarle meglio, e
scosse le spalle,
riuscendo persino a muoverle.
-Ma…Ma Blaise! Sono
fantastiche!-
Esclamò entusiasta,
levandosi la maschera e correndo ad abbracciarlo.
Lui la strinse a se e
sorrise.
-Sono contento che ti
piaccia, piccola! E’ il mio regalo per te: vedrai, le cose si
sistemeranno, è
una promessa.-
Alexis sciolse l’abbraccio e
lo guardò dal basso, annuendo con un sorriso.
-Sì! Grazie Blaise, non so
che farei senza di te!-
Si strinse la maschera al
petto, contenta e lui le lasciò un buffetto su di una
guancia.
-Su: adesso preparati! Non
hai più scuse per declinare il mio invito!-
Le disse e lei ridacchiò
annuendo di nuovo.
-D’accordo! D’accordo! Tu
va, però: ti raggiungo alla festa!-
Ordinò, spingendolo
lentamente fuori dalla camera.
Blaise si lasciò trascinare
e una volta sulla soglia, si voltò a guardarla con un
sorrisino malandrino.
-Alexandra Black: se non ti
vedo alla festa entro mezz’ora, sappì che
verrò a cercarti con la bacchetta
spronata!-
La minacciò e lei gli fece
una linguaccia.
-Ci sarò Blaise: promesso.-
1- Vol I sul titolo
sta a significare “Volume
Primo”, perché –in teoria, ma molto in
teoria- dovrei scrivere ben 6 racconti,
in cui ripercorrerei tutti e 6 gli anni di scuola di Harry, modificati
però con
l’aggiunta della sorellina. Ma fin’ora è
solo un progetto lontano, per il
momento mi auguro di riuscire a finire questa XD
2- I capitoli,
secondo la mia ultima revisione, dovrebbero essere 45, ma il problema
è che
ogni tanto mi si aggiunge qualche capitolo, o ne divido a
metà uno, quindi
aumentano o diminuiscono a seconda di ciò che scrivo. Non lo
so per certo
ancora comunque. Diciamo che ruotano tra i 45 e i 50, capitolo in
più capitolo
in meno.
Spero di
essere stata chiara, se hai altri dubbi non esitare a chiedere^.-
Fammi sapere
che ne pensi di questo nuovo capitolo, mi raccomando!
Un bacione,
Ada =*
Bhe, fammi
sapere che ne pensi, come al solito!
Un bacione,
Ada =*
x elita: *rotola
leggendo la recensione* Cara
elita: io adoro le tue recensioni! Sono un boccasana per ogni momento
in cui
l’ispirazione scarseggia o l’umore è
nero! Sul serio, mi diverto tantissimo a
leggerle e, soprattutto, mi rende contentissima il fatto che la mia
storia ti
appassioni tanto! Non credevo potesse mai accadere!*la guarda commossa
e poi
l’abbraccia* Comunque hai visto, ho aggiornato presto no? E
il prossimo
capitolo sarà dedicato interamente al ballo, per cui non
perderlo perché ce ne
saranno delle belle!^.-
Bhe, spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto e che tu voglia, come sempre,
lasciarmi
una delle tue recensioni del buon umore^____^
Un bacione
grande grande, Ada =*
x
VoldiSplatter: Ciao CaraH e benvenuta nella mi
storia! Ti giuro, quando
ho letto la tua
recensione avevo gli occhi che brillavano! Mi hai resa contentissima
con tutte
quelle belle parole, sul serio! Son davvero contenta che la storia ti
abbia
appassionata e che tu abbia deciso di seguirmi e di farmi sapere che ne
pensi,
grazie mille!<3
Ho notato
dalla recensione che hai un debole per il caro Blaise, allora questo
capitolo
ti sarà sicuramente piaciuto parecchio!*____* Bhe, almeno lo
spero^___^
Comunque sì,
hai ragione, i maschi sono dei deficienti cronici, e il mio Draco ne
è
l’esempio più palese XD Per fortuna Blaise
è un piccolo angelo custode che puo’
sistemare tutto! (Lo adoro anch’io *ghghgh*) Per quanto
riguarda il feeling tra
lui e Diamond, non saprei ancora sinceramente. La storia si
evolverà da sola e
staremo a vedere! Anche se, in effetti, sono molto simili: entrambi con
stuole
di corteggiatori che non si fanno scrupoli ad utilizzare –
anche se Blaise ha
il suo piccolo fan club che lo sostiene ovunque vada XD
Per quanto
riguarda la tua domanda, in teoria dovrebbe essere così.
Dovrei ripercorrere
tutti gli anni, ma per il momento è solo un progetto
lontano! Intanto, mi
auguro di riuscire a finire questa prima parte! XD
Bhe, spero
quindi che continuerai a seguirmi e che mi farai sapere che ne pensi
anche di
questo capitolo, con un’altra meravigliosa recensione!
Grazie mille
ancora, cara!
Un bacione
enorme, Ada =*