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Autore: Valenicolefede    16/12/2019    6 recensioni
Ad un certo punto però rimase folgorato come da un’apparizione: una donna, vestita con un corto tubino nero scintillante che ne esaltava il fisico statuario e snello, si stava dirigendo verso un gruppo di uomini seduti su dei divani. Non riusciva proprio a staccarle gli occhi di dosso. Era la donna più bella che avesse mai visto!
Ed eccomi qua ragazze con il primo capitolo del seguito di “Cuore Stanco”.
Chi sarà la donna che ha conquistato l’attenzione del nostro sweeper preferito?
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
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Mick quella mattina aprì gli occhi che era appena l’alba.
Aveva ancora in testa la discussione avuta al suo rientro con Kazue.

Flashback

Quando rientrò fu sorpreso di trovarla lì in piedi, vicino alla finestra, e visibilmente alterata.
“Kazue, amore, sei rientrata presto stasera. Ah, ho capito, volevi farmi una sorpresa mia dolce dottoressa?”
E sul viso dell’americano si formarono due occhi a cuoricino.
“Mick, dobbiamo parlare.” Il modo in cui lo disse e le braccia conserte fecero deglutire lo sweeper.
“Of course, Darling! Che succede?”
“Davvero mi chiedi che succede?!”
“Ci accomodiamo sul divano, che ne dici?” Fece lui con la speranza di calmare l’animo della ragazza. Kazue rimase dov’era.
Lo continuò a fissare di sottecchi, poi dopo un sospiro.
“Meglio che te lo dica senza troppi giri di parole. Ho ricevuto una richiesta di lavoro in una prestigiosa clinica in Italia.”
Mick l’ascoltava in silenzio senza capire dove volesse arrivare, ma qualcosa gli continuava a ripetere che quel discorso non gli sarebbe affatto piaciuto.
“Ho riflettuto molto su questa opportunità. Una volta non avrei avuto dei dubbi, sarei rimasta sempre al tuo fianco e ti avrei sostenuto in questa tua vita piena di pericoli....ma da un po’ di tempo a questa parte non ne sono più così sicura. A dir la verità, non sono sicura più di niente.” E finì la frase quasi sussurrando.
Mick era senza parole, il suo cervello si rifiutava di ascoltare una parola di più!
“Ma si può sapere cosa diavolo stai blaterando? Perché? Qual’è il problema?”
Kazue all’improvviso addolcì lo sguardo.
“Da quando Kaori se n’è andata sei diverso, più scostante. So che nel tuo cuore conserverai per sempre uno spazio solo per lei, ma dopo questi anni pensavo di essere riuscita a bastarti. E invece continuo a sentire che per te non è così. Così come lei non è più riuscita a vivere un amore impossibile, io non riesco più a sostenere un amore incompleto. Se sei onesto penso che non avrai nulla da ribattere”. E lo guardò con uno sguardo sereno che emetteva ovvietà.”
Mick continuava a fissarla con la faccia di chi cercava di elaborare in un nano secondo tutte quelle verità che Kazue gli aveva servito su un piatto d’argento.
Era tutto maledettamente vero.
Da quando aveva appreso che la sua migliore amica, e primo amore, aveva lasciato quella casa e tutti loro, aveva sentito dentro di sé crearsi un vuoto. Credeva in questi anni di averlo colmato, e che l’amore che aveva provato per Kaori fosse solo un dolce ricordo. Ma si sbagliava. Lei era qualcosa di unico. Era stata la prima ad averlo fatto sentire vivo, capace di amare incondizionatamente qualcuno. E cosa ancora più importante, l’aveva salvato da se stesso quando era stato succube della Polvere degli Angeli.
Kazue, invece, gli era stata accanto successivamente. Aveva sopportato insieme a lui il peso che quella maledetta droga impartiva a chi ne era vittima. C’era stata lei in quei momenti di delirio, e aveva pianto per lui temendo che non ce l’avrebbe fatta.
Sapeva che Kaori aveva chiesto di vederlo più e più volte durante il ricovero, ma si era sempre rifiutato, come se si vergognasse, e voleva evitare di farle patire questo dolore.
Allora in questo modo era stato egoista nei confronti di Kazue? Probabilmente si, non poteva negarlo. Ma allora non aveva capito che qualcosa in lui stava nascendo per quella donna che lo vegliava notte e giorno. Quel sentimento era nato molto lentamente, al contrario di quello per Kaori che l’aveva colpito in pieno come un uragano...perché questo era lei, un dolce e innocente uragano con la passione per i martelli!
Kazue aveva ragione. Amava ancora Kaori. Una piccola parte di lui l’avrebbe sempre amata, anche se aveva cercato di trasmutare quel sentimento in una profonda amicizia.

Ripresosi da quei ragionamenti, continuò a fissare la donna davanti a lui. Aspettava una risposta, o meglio, una conferma. Una maledettissima conferma pensò.
Dopo aver sospirato anch’egli si alzò, e incrociando nuovamente il suo sguardo.
"My sweet love, you're right. È vero, una parte di me amerà sempre Kaori. Non posso farci nulla, forgive me!”
Si sentiva malissimo ad ammettere la verità che le avrebbe spezzato il cuore.
Kazue gli si avvicinò, e con occhi pieni di lacrime gli accarezzò una guancia.
“L’ho sempre saputo che non sarei mai riuscita a sostituirla. So che mi ami e me lo hai sempre dimostrato. Ma l’amore per me l’hai creduto completo finché sapevi che lei era lì, ad un passo da te e da noi, e questo ti dava conforto e serenità."
Fece una pausa cercando di trattenere il singulto e le lacrime che cercavano di scendere. Una volta riacquistata la calma,proseguì.
"Sappi che non ti incolpo per questo. Certo, avrei voluto essere io e solo io l’unica donna a riempire esclusivamente il tuo cuore, ma sono arrivata dopo, e troppo tardi direi. L’hai lasciata al tuo migliore amico, confidando che le avrebbe aperto il suo cuore ma in tutti questi anni so benissimo che hai continuato a mandare giù un groppone amaro. Vederla soffrire ti rendeva triste. E questo intristiva anche me. Non ho mai detto nulla perché non volevo perderti, ma ora non ce la faccio più.”
E con fatica si allontanò da lui.
“Ho deciso di accettare quel lavoro e domani partirò per l’Italia. Credo sia la cosa giusta per me. Ho già preparato le mie cose e le farò venire a prendere nei prossimi giorni. Perdonami se non sono forte come avresti voluto, ma come hai visto, nemmeno essere in grado di sollevare martelli pesanti tonnellate può bastare.”
Mick era senza parole. Allora questo era un addio? Gli pareva proprio così. Kazue lo stava lasciando. Anche lui stava subendo la sorte di Ryo. Ma rispetto al suo amico, lui sentiva di non aveva davvero il diritto di fermala. Questa consapevole verità lo bruciava dentro, ma sapeva che faceva stare lei ancora più male.
Kazue decise che era il momento di andarsene. Aveva preparato una piccola valigia con il minimo indispensabile, ed era d’accordo col Doc che quella sera avrebbe alloggiato in clinica. Era meglio così.
Andò in cucina e prese la borsa, poi si avvicinò all’uomo che amava e gli diede un bacio a fior di labbra senza dargli il tempo di poterla stringere a sé. Era straziante, ma andava bene così.
Mick era fermo, immobile. Mai in vita sua era stato lasciato e non era preparato ad un momento simile.
Si fissarono attentamente negli occhi poi Kazue tagliò lapidaria quell’istante doloroso.
Si avviò alla porta conscia che nessuno l’avrebbe fermata e prima di uscire per sempre dal loro appartamento, lo guardò in preda al pianto e con voce tremante: “ Goodbye, my love”.
E se ne andò.

Mick rimase in piedi a guardare la porta per un tempo che gli parve interminabile, poi si avvicinò al telefono e compose un numero. La linea era libera, poi qualcuno rispose. Mick fu sollevato nel sentire quella voce: “Meno male che non dormi. Ora sono io ad aver bisogno di una spalla”.

Fine flashback
   
 
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